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Luras visita del lago del liscia con gli olivastri di Santu Baltolu poi del paese ed i suoi famosi Dolmen


In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita della Gallura interna recandoci da Sant’Antonio di Gallura a Luras che visiteremo con il lago del liscia, gli olivastri millenari di Santu Baltolu di Carana o di Karana, la diga sul fiume liscia, e con i famosi Dolmen presenti all’interno dell’abitato.

La regione storica della Gallura

La regione storica della GalluraLa regione storica della Gallura (nome in gallurese Gaddùra, in lingua sarda Caddùra) occupa l’estremità nord orientale dell’Isola, delimitata a sud dal massiccio granitico del Monte limbara, a sud ovest dal corso inferiore del fiume Coghinas, a sud est dal monte Nieddu nei comuni di San Teodoro e Budoni. È stata, nell’alto periodo medioevale, uno dei quattro giudicali sardi. Principale risorsa economica di questa regione è il turismo, sviluppatosi a seguito della realizzazione del famoso insediamento turistico dell’area del Consorzio Costa Smeralda, oltre all’industria del sughero e del granito, nelle quali ha raggiunto primati a livello internazionale. I comuni che ne fanno parte sono Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, la Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Olbia, Palau, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola, Viddalba. In Gallura si parla il Gallurese, che è di ceppo toscano ed ha forti analogie con il còrso, è infatti molto simile al dialetto parlato nel distrello di Sarlene nel sud della Corsica, ma conserva alcuni influssi derivanti dal logudorese, che era parlato nel territorio antecedentemente, durante il periodo giudicale.

In viaggio verso Luras incontriamo il lago sul fiume liscia

Prima di entrare in Sant’Antonio di Gallura, una indicazione sulla destra ci aveva indicato la SP49, che è la strada che ci avrebbe fatto raggiungere la Diga sul lago del liscia. Non abbiamo seguito, però, questa indicazione, perché arriveremo al Lago del liscia più avanti, quando ci recheremo verso il borgo di Luras, che è il comune al quale appartiene quasi tutto il lago, esclusa solo la sponda orientale, che è quella che si trova in territorio di Sant’Antonio di Gallura.

In territorio di Luras incontriamo il lago sul fiume liscia

Partendo da Sant’Antonio di Gallura con la SS427 della Gallura centrale, possiamo proseguire verso Tempio Pausania per raggiungere Luras. Continuando sulla SS427, dopo circa quattro chilometri e mezzo arriviamo a una rotonda, alla quale prendiamo la prima uscita che ci porta sulla SP38, che seguiamo per cinque chilometri e mezzo, per poi proseguire sulla SP136 che ci porterebbe in direzione di Luras. Dopo aver percorso la SP136 per un chilometro e trecento metri, troviamo una indicazione sulla destra che ci fa prendere la SP137 per il lago del liscia. La deviazione sulla SP137, che all’inizio costeggia il fiume liscia, ci porta, dopo meno di quattro chilometri, fino ad incontrare sulla destra il Lago sul fiume liscia.

Sant’Antonio di Gallura-Lago del liscia Luras-Lago del liscia-Lago in agosto in secca e con la vegetazione bruciata dal sole Luras-Lago del liscia-Lago immerso nella vegetazione in primavera

Il lago artificiale, che si sviluppa quasi interamente in territorio di Luras, garantisce l’approvvigionamento idrico di gran parte della Gallura, dove, specie d’estate, si ha una forte riChiesta di acqua a causa dell’alta concentrazione turistica.

La chiesa campestre di Santu Baltolu ossia di San Bartolomeo

Luras: chiesa campestre di San BartolomeoLungo la SP137 che costeggia il lago, percorsi circa nove chilometri da dove la abbiamo imboccata, un cartello sulla sinistra ci porta su una strada che si muove verso ovest, e che, in meno di duecento metri, ci porta a visitare l’area nella quale alla sinistra della strada, nella regione di Carana, su una collinetta che domina le sponde del lago del liscia, si trova la piccola chiesa campestre di Santu Baltolu ossia di San Bartolomeo. É incerta la data della sua edificazione, ma è sicuramente molto antica; è stata poi riedificata a metà degli anni ’60 del novecento, quando stava andando in rovina. Al suo interno ospita una statua di San Nicola proveniente da una vicina piccola chiesa medioevale, che è stata sommersa dalle acque nel 1962, quando è stato ultimato l’invaso del lago sul fiume liscia. Presso questa chiesa, la seconda domenica di maggio si celebra la Festa di San Nicola, e la prima domenica di settembre la Festa di San Giuliano, nelle quali, dopo le funzioni religiose, viene servito un pranzo comunitario.

Gli olivastri millenari di Carana

A cento metri dalla chiesa, sull’altro lato della strada, possiamo vedere i bellissimi Olivastri millenari di Santu Baltolu di Carana o Di Karana dal nome della località. Viene chiamato S’Ozzastru il più vecchio dei due alberi millenari, caratterizzato da dodici metri di circonferenza e da otto metri di altezza. Ha tra i 3000 ed i 4000 anni, un primato che gli consente di essere considerato l’albero più antico d’Italia secondo le stime del Ministero dell’Agricoltura, ed è stato dichiarato nel 1991 Monumento Naturale. Inserito, con grande risalto, nelle più importanti guide naturalistiche, rientra oggi nella lista dei Venti Alberi Secolari, uno per ogni regione italiana. A pochi metri di distanza si trova l’altro olivastro, più giovane dato che ha solo 2000 anni, che fa compagnia a S’Ozzastru.

Luras-Olivastri millenari: gli olivastri millenari di Karana Luras-Olivastri millenari-grande olivastro di oltre 2000 anni Luras-Olivastri millenari- ’enorme tronco del grande olivastro millenario Luras-Olivastri millenari: un gruppo di bambini intorno al grande olivastro millenario (per renderci conto delle dimensioni)

La chiesa campestre di Santu Micàli di Canaili o di Canahili ossia di San Michele Arcangelo

Luras: chiesa campestre di San BartolomeoProseguendo oltre il parco nel quale sono presenti gli olivastri millenari, la strada si inerpica sulla montagna in direzione di Luogosanto e, dopo quattro chilometri e ottocento metri percorsi in mezzo ai boschi, troviamo una piccola deviazione sulla sinistra che ci porta alla piccola chiesa campestre di Santu Micàli di Canaili o Di Canahili ossia la chiesa di San Michele Arcangelo che è stata eretta nel quattordicesimo secolo. Presso questa chiesa campestre la prima domenica di maggio si svolge la Festa di San Michele o Santu Micàli di Canaili, una Festa campestre nella quale la mattina viene celebrata la messa in onore del Santo, mentre nel pomeriggio è possibile la degustazione di prodotti tipici locali.

Raggiungiamo la diga sul fiume liscia che origina il lago del liscia

Luras-Lago del liscia: la diga sul lago del lisciaProseguiamo lungo la SP137 verso nord, dopo due chilometri e mezzo, arriviamo alla Diga sul fiume liscia che origina il Lago del liscia, una diga del tipo a gravità, allegerita con vani interni in calcestruzzo. La diga, alta 65 metri, è stata realizzata tra il 1958 ed il 1962 su progetto originario di Claudio Marcello. Intorno al 1980 sono stati realizzati lavori di rinforzo, progettati da Filippo Arredi e diretti da Paolo Porceddu. In seguito è stata oggetto di una serie di interventi che hanno portato l’invaso da 42 milioni di metri cubi nell’inverno 1999 ai 104 milioni di metri cubi nel gennaio del 2005.

Proseguendo oltre la paratia e lo scarico della diga in direzione di Sant’Antonio di Gallura, percorsi poco più di cinquecento metri, troviamo una deviazione sulla sinistra che, in cento metri, ci porta alla Casa del Guardiano della diga del liscia, a destra della quale si trova la Foresteria Enel della diga del liscia.

Arriviamo a Luras

Dal lago liscia, torniamo indietro sulla SP137 fino all’incrocio con la SP136, che riprendiamo verso sinistra, e che ci porta in direzione di Luras. Dopo circa cinque chilometri e quattrocento metri, deviamo a destra sulla SP10, che, in ottocento metri, ci porta all’interno dell’abitato di Luras. Dal Municipio di Sant’Antonio di Gallura a quello di Luras, evitando le deviazioni, abbiamo percorso 18.1 chilometri.

Il comune chiamato Luras

Luras: veduta dell’abitatoLuras-Stemma del comuneLa SP10 ci porta a Luras (nome gallurese Lùrisi, altezza metri 508 sul livello del mare, abitanti 2.429 al 31 dicembre 2021), un paese situato nella parte centro orientale della Provincia di Sassari, posto su un poggio nord orientale dell’altopiano del Monte limbara, e raggiungibile dalla SS127 Settentrionale Sarda, distante circa un chilometro dall’abitato. Il territorio Comunale, comprensivo del lago del fiume liscia, bacino artificiale diviso tra più comuni ma per la massima parte in territorio di Luras, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 100 a un massimo di 718 metri sul livello del mare.

Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale città del Vino

Questo paese fa parte dell’Associazione delle città del VinoQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città del Vino, il cui obiettivo è quello di aiutare i Comuni a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Le città del Vino in Sardegna sono ad oggi Alghero, Arzachena, Atzara, Badesi, Benetutti, Berchidda, Bonnanaro, Bosa, Calangianus, Dolianova, Donori, Dorgali, Jerzu, Loceri, Luogosanto, Luras, Meana Sardo, Modolo, Monti, Neoneli, Olbia, Samugheo, San Nicolò di Arcidano, Sant’Antioco, Selargius, Sennori, Serdiana, Sorgono, Sorso, Tempio Pausania.

Origine del nome

Il nome dell’abitato è attestato fino dal 1341, nella forma Lauras, oltre che in quella attuale, che, nella dizione locale, viene pronunciato Lùra-a. Secondo alcuni studiosi la sua etimologia è da rintracciare nel termine latino Laurus, che indica l’alloro.

La sua economia

La sua economia si fonda sull’agricoltura, la zootecnia e una discreta produzione industriale. Il settore primario è caratterizzato dalla coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, frutta, oltre che dall’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria, discretamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei settori estrattivo, alimentare, della lavorazione del sughero, del granito e del legno, metallurgico, edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale. Nel suo territorio si trovano le vigne più estese e forse meglio coltivate dell’alta Gallura, dalle quali si producono vini assai apprezzati, come il vermentino, il moscato ed il famosissimo Nebiolo di Luras. Nel paese è attiva la Confraternita del Nebiolo, che cura la promozione dei vini e dell’enogastronomia locali. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione, ma non di soggiorno. il suo ambiente naturale aspro e selvaggio, dotato anche dello spettacolare oleastro che ha tra i 3000 ed i 4000 anni, detto S’Ozzastru, e le sue interessanti testimonianze dell’antichissimo passato, la rendono meta di un discreto afflusso di visitatori.

Brevi cenni storici

Il territorio è abitato fino dalla dalla preistoria, come attestano diversi Dolmen e Nuraghi rinvenuti sul suo territorio. Secondo diversi storici, sarebbe stata fondata come una delle cinque colonie più importanti che gli Etruschi realizzarono nell’isola dopo l’862 avanti Cristo. In epoca medievale, a partire dal trecento ritroviamo il nome del paese in documenti ufficiali, viene infatti citato per la prima volta nella Carta Pisana, che elencava tutte le ville del Giudicato di Gallura suddivise in Curatorie, e Luras apparteneva alla Curatoria di Gemini Josso. Sul fine del tredicesimo secolo, dopo la morte di Nino Visconti, diviene possedimento del comune di Pisa. In seguito viene dominata dagli Aragonesi, che la conquistano con la vittoria della battaglia di Sanluri del 1408. Nel corso del settecento viene inglobata nel Marchesato di Gallura, e vi rimane fino al 1839. Nell’ottocento raggiunge il suo maggior benessere, alle tradizionali attività agricole si aggiungono quelle commerciali, basate sulla vendita dei manufatti locali quali le Berrittas, ossia gli antichi copricapi maschili, lana e pelli, sughero e ferro, vini, acquavite, formaggi e granaglie. Dopo la costituzione della repubblica Italiana, il comune di Luras nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene trasferito dalla Provincia di Sassari nella nuova Provincia di Olbia e Tempio Pausania, per poi tornare nel 2016, dopo l’abolizione di questa nuova provincia, nella Provincia di Sassari.

La lingua parlata a Luras

Linguisticamente, la particolarità di Luras è che, pur trovandosi in Gallura, in essa si parla il logudorese. Per una causa sconosciuta, infatti, gli abitanti di Luras, i luresi, parlano il logudorese, a differenza degli abitanti dei centri vicini e di quasi tutto il resto della Gallura che parlano il Gallurese, un dialetto con chiare origini corse. La causa più probabile di questa differenza linguistica è da trovare nel fatto che, intorno alventi0, la Gallura viene infestata da una grave epidemia, dalla quale solo Luras rimane immune. Questo le permette di difendersi dai Corsi, che hanno occupato la parte superiore dell’isola conquistando le località rimaste disabitate. Il mantenimento della parlata sarda potrebbe essere nato anche dall’esigenza di dover comunicare con le popolazioni dell’interno della Sardegna dovuto al dinamismo commerciale dei luresi, le cui caratteristiche principali sono la statura bassa ed il carattere introverso. Si tratta dei cosiddetti tipici sardi, ormai quasi scomparsi con le nuove generazioni.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Luras e nei suoi dintorni

Luras: coro polifonico su Bubugnulu di LurasA Luras sono presenti il Gruppo Folk Luras, una realtà giovane fondata nel 2014, che ama le tradizioni ed il coro Polifonico su Bubugnulu di Luras. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Luras, nel periodo della Pasqua a Luras si svolgono i riti sacri della Settimana Santa; la prima domenica di maggio si svolge la Festa di Sant’Elena, organizzata da un comitato di Luras presso la chiesa campestre di Sant’Elena e San Costantino, cha si trova in territorio di Sant’Antonio di Gallura, e che abbiamo già descritta; sempre la prima domenica di maggio la Festa di San Michele Arcangelo, presso l’omonima chiesa campestre; la seconda domenica di maggio la Festa di San Nicola presso la chiesa campestre di San Bartolomeo; normalmente ha luogo l’ultima domenica di maggio la Festa di San Leonardo, presso l’omonima chiesa campestre; il 29 giugno si svolge la Festa dei Santi Pietro e Paolo; a luglio si tiene la Sagra della Zuppa lurese; nella prima decade di agosto, a Luras si svolge la Festa dell’Emigrato; la prima domenica di settembre si celebra presso la chiesa di San Bartolomeo la Festa di San Giuliano; a fine settembre o metà ottobre si svolge la Rassegna Enologica della Sardegna; la prima domenica di ottobre ed i giorni successivi si celebra la Festa dei Santi Patroni di Luras, ossia della Madonna del Rosario, della Madonna del Buon Cammino e di San Francesco d’Assisi tra ottobre e dicembre a Luras si tiene il Premio letterario Filippo Addis.

La Festa di Sant’Elena in territorio di Sant’Antonio di Gallura

La prima domenica di maggio si svolge la Festa di Sant’Elena, organizzata da un comitato di Luras presso la chiesa campestre di Sant’Elena e San Costantino, cha si trova in territorio di Sant’Antonio di Gallura sulla SS427, a circa 11 chilometri da Arzachena, e che abbiamo già descritto nella pagina dedicata a questa località. Si tratta di una Festa religiosa che si svolge nella chiesa campestre, accompagnata dalla distribuzione di prodotti e piatti tipici della zona.

La Sagra della Suppa lurese

A luglio si tiene la Sagra della Zuppa lurese, che prevede la preparazione e la degustazione della tipica zuppa locale, ossia della tipica Zuppa Gallurese preparata secondo una antica ricetta, che costituisce uno dei piatti poveri che vengono tramandati da generazioni.

La Festa dell’Emigrato

Nella prima decade di agosto, a Luras si svolge la Festa dell’Emigrato, un’occasione per chi vive lontano dall’isola di far ritorno al paese natale, con un programma di balli e canti, premio di poesia sarda, e degustazione di specialità gastronomiche.

La Rassegna enologica della Sardegna

Luras: la Confraternita del NebbioloA fine settembre o metà ottobre si svolge la Rassegna Enologica della Sardegna, organizzata dalla Confraternita del Nebbiolo, un concorso riservato ai produttori di vino delle piccole cantine private locali. Come da programma, dopo il conferimento delle uve nebiolo all’ingresso del centro abitato, queste vengono caricate su carri a buoi e, attraverso le caratteristiche vie del centro storico, trasportate nella Cantina dove parte sono state sottoposte a Calcigadura, ossia calpestate come da antica tradizione, parte pigiate con pigiadiraspatrice del 1800, e parte con pigiadiraspatrice elettrica. alla manifestazione partecipano anche numerose confraternite enologiche della Sardegna, provenienti dall’Italia ed anche dall’estero, soprattutto dalla Francia.

Il Premio letterario dedicato a Filippo Addis

Luras: lo scrittore e critico letterario Filippo AddisTra ottobre e dicembre a Luras si tiene il Premio letterario Filippo Addis, per il quale i preparativi iniziano nel mese di ottobre con l’invio degli inviti e la pubblicizzazione dell’evento. A dicembre viene organizzata una degustazione di specialità gastronomiche e la sera viene consegnato il premio di poesia sarda Filippo Addis, dedicato allo scrittore e critico letterario nato a Luras nel 1884 e morto a Sassari nel 1974, a cui nel 1954 il Presidente della repubblica Luigi Einaudi ha conferito la medaglia d’oro per i benemeriti della Scuola e della cultura, come riconoscimento della sua attività di insegnante.

Visita del centro di Luras

Luras: vie del centroL’abitato, che ha un andamento plano altimetrico è tipico collinare, è interessato da una forte espansione edilizia, ed è caratterizzato da strette stradine su cui si affacciano antichi edifici. Nel centro storico sono presenti numerose palazzine in stile classicheggiante. Già nel suo aspetto, il paese si presenta molto diverso rispetto ai paesi che lo circondano, ma sono soprattutto le caratteristiche culturali, storiche e linguistiche che lo differenziano e lo rendono unico, anche in un panorama variegato come quello sardo.

Il complesso sportivo Toveddu con Campo da Calcio e pista d’atletica leggera

Luras: ingresso del complesso sportivo TovedduEntrando in Luras dalla SP10, che nel centro abitato prende il nome di via Nazionale. Percorsi quattrocentocinquanta metri dall’inizio della via Nazionale, prendiamo sulla sinistra, la via Filippo Addis, la seguiamo per una sessantina di metri, poi svoltiamo a sinistra in via Mario Careddu, una strada che, all’uscita a sud dal paese, ci conduce al Complesso Sportivo Toveddu di Luras. Il complesso sportivo è costituito da un Campo da Calcio in terra battuta, senza tribune per gli spettatori, e da una pista d’atletica leggera.

Il Cimitero di Luras

Luras: ingresso del Cimitero di LurasPercorsi altri trecentocinquanta metri lungo la via Nazionale, arriviamo a un bivio, dove la via Nazionale prosegue sulla sinistra, mentre a destra prendiamo la via Po. Percorsi circa centocinquanta metri lungo questa strada, deviamo sulla destra in via del Cimitero che, in meno di un centinaio di metri, ci porta, all’estremo orientale dell’abitato, all’ingresso del Cimitero di Luras.

Il Campo da Calcetto Buscedda

Luras: ingresso del Campo da Calcetto BusceddaPresa la via del Cimitero, percorsa solo una quarantina di metri lungo questa strada, prima di arrivare al suo ingresso, prendiamo a destra una piccola strada denominata via Brenta, e, troviamo, affacciato alla sinistra della strada, il Campo da Calcetto Buscedda di Luras, un Campo da Calcio a cinque dotato di posti per il pubblico in grado di accogliere una trentina di spettatori.

Il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale

Luras-Museo Galluras, Frammenti della civiltà Gallurese, detto anche Museo della Femina AgabbadoraRitorniamo sulla via Nazionale, che riprendiamo verso il centro del paese, e la percorriamo per poco meno di duecento metri. Arriviamo in uno slargo al centro del quale, alla sinistra della strada, si trova il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale di Luras. realizzata nel 1924, la statua bronzea, raffigurante un soldato con la bandiera, poggia su un parallelepipedo in granito avente una base modanata a tre gradini. Sulla parte frontale del monumento sono riportate la dedica di Luras ai suoi caduti e la data del 1915-1918.

Il Museo Galluras, Frammenti della civiltà Gallurese, detto anche Museo della Femina Agabbadora

Di fronte al Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, è impossibile non visitare, al civico numero 35a della via Nazionale, in una tipica abitazione gallurese, il Museo Galluras, Frammenti della civiltà Gallurese detto anche Museo della Femina Agabbadora sorto grazie alla passione di Pier Giacomo Pala, che conserva frammenti della vita gallurese. Il Museo è articolato sui tre piani, ed è importante perché racchiude la tipicità delle case di cultura rurale e contadina galluresi. Il Museo conserva, inoltre, il martello che veniva usato da Sas Agabbadoras, ossia dalle donne incaricate di porre fine alle sofferenze del morente sul suo letto di morte, come ricordo delle tradizioni logudoresi invece che galluresi del paese.

Luras-Museo Galluras, Frammenti della civiltà Gallurese, detto anche Museo della Femina Agabbadora Luras-Museo Galluras, Frammenti della civiltà Gallurese, detto anche Museo della Femina Agabbadora

Luras-Museo Galluras-mazzolu dell’accabadoraSas Agabbadoras dallo spagnolo Acabàr ossia Porre fine, sono figure ormai scomparse della tradizione culturale sarda, che svolgevano una pratica Ante litteram dell’eutanasia. Chiamata dai parenti del morente, con il famoso e macabro Malteddhu o Mazzolu, un ramo di olivastro lungo 40 centimetri e largo 20, dotato di un manico che permetteva un’impugnatura sicura nell’atto di porre fine alla vita del morente, l’Agabbadora vibrava un colpo secco alla tempia del malato. Poi si riavvolgeva nel suo scialle nero e lasciava la casa senza chiedere ne ricevere ricompensa, ed andando via non salutava nessuno. Soltanto quando si presumeva fosse ormai rientrata nella sua casa, i familiari accendevano i ceri attorno al letto del morto e davano l’annuncio della sua morte. Proprio a Luras, pare, si siano verificati nel 1929 gli ultimi episodi Agabbadura, ma alcuni riferiscono di un’altra avvenuta a Orgosolo addirittura nel 1952.

Il Municipio di Luras

Luras-Municipio di LurasProcedendo a percorrere la via Nazionale, che a questro punto svolta verso destra, arriviamo nel centro del paese, dove, alla sinistra della strada, al civico numero 12, si trova il palazzo che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Luras. Qui la SP10 prosegue verso destra con la via Regina Margherita, che proseguirà in via Santa Maria e, più avanti, in via Oberdan; mentre dritta continua la via Nazionale.

La chiesa parrocchiale della Santissima Vergine del Rosario

Proseguendo dritti con la via Nazionale, arriviamo in una settantina di metri in piazza del Rosario, nel rione denominato Santu ’Jagu dal nome dell’antica chiesa di San Giacomo. Qui troviamo la settecentesca chiesa della Santissima Vergine del Rosario che è la chiesa parrocchiale del paese, costruita a partire dal 1765, nel punto dove sorgeva l’ormai diroccata chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo, attorno alla quale si era costituito il vecchio borgo medioevale. L’antica chiesa di San Giacomo, posta su un’altura spalle all’attuale parrocchiale, aveva un impianto risalente molto probabilmente al basso Medioevo, e nel 1745 viene descritta già in rovina, con solo una campata e due cappelle, ed è stata definitivamente abbattuta nel 1794 per evitare profanazioni. La chiesa della Santissima Vergine del Rosario ha subito ampliamenti e rifacimenti proprio nel 1794, data riportata in facciata, consistenti nell’apertura di fornici sotto le imposte delle cappelle laterali, l’aggiunta di due cappelle ai lati del presbiterio e la copertura a botte dell’intero edificio. Ha un interno a tre navate divise da pilastri quadrilobati, con il presbiterio quadrangolare e le volte a botte in mattoni rossi. Dell’antico altare marmoreo avanzano oggi due leoni posti nell’ultima campata della navata destra, mentre ai lati del presbiterio sono sistemati due dipinti, uno della fine del diciassettesimo secolo, e l’altro di Antonio Caboni del diciannovesimo secolo. È un’austera chiesa in stile neoromanico realizzata con conci di granito, ha una facciata in granito a vista molto semplice e presenta un prospetto chiuso in alto da un timpano a doppio inflesso con portale strombato e lunettato, sormontato da una nicchia contenente il simulacro marmoreo della titolare, e da un finestrone quadrangolare.

Luras: chiesa parrocchiale della Santissima Vergine del Rosario Luras: chiesa parrocchiale della Santissima Vergine del Rosario: la nicchia contenente il simulacro marmoreo della titolare Luras: chiesa parrocchiale della Santissima Vergine del Rosario: interno

Luras: la Festa della Madonna del RosarioNel 1572, anniversario della battaglia di Lepanto, quando la chiesa è divenuta parrocchiale al posto della vecchia chiesa di San Giacomo, è stata proclamata per la prima volta la Festa della Madonna del Rosario, patrona di Luras. Accanto alla Madonna del Rosario, vengono festeggiati anche gli altri Santi patroni di Luras, ossia la Madonna del Buon Cammino e di San Francesco d’Assisi. Ancora oggi, la Festa si svolge la prima domenica di ottobre ed i giorni successivi, ed è caratterizzata dalla processione, la sfilata dei fedeli in costume, musica e balli tradizionali, giochi e competizioni sportive.

Dell’antica chiesa di San Giuseppe, posta sul retro dell’attuale chiesa parrocchiale, non abbiamo notizie, fatta eccezione per la visita pastorale del 26 novembre 1745. Attualmente l’edificio è adibito a salone parrocchiale, e della struttura dell’antica chiesa non è riconoscibile più nulla, dato che fin dal 1948 risulta sconsacrata e ridotta a magazzino.

La piccola chiesa o oratorio della Santa Croce

Luras: la piccola chiesa o oratorio della Santa CroceNella stessa piazza del Rosario, ma all’altro lato della via San Giuseppe che costeggia sul suo lato sinistro la chiesa parrocchiale, si trova il piccolo oratorio della Santa Croce una chiesa che risale probabilmente alla fine del sedicesimo secolo, a metà settecento viene descritto parzialmente in rovina, col tetto quasi del tutto scoperchiato, anche se alla fine del seicento subisce qualche rimaneggiamento o aggiunta, come testimonia l’acquasantiera in marmo datata 1677 conservata al suo interno. L’attuale edificio è frutto di un integrale rifacimento novecentesco. All’esterno presenta la facciata a capanna realizzata con granito a vista, portale centinato e finestra a lunetta sulla cornice marcapiano. Ha un interno ad unica navata con copertura a botte, e un presbiterio ridotto rispetto all’aula, nel quale campeggia un bel Crocifisso del primo quarto del diciassettesimo secolo, probabilmente dovuto a un artista della Scuola di Gregorio Fernàndez.

Presso la chiesa ed oratorio ha la sua sede la Confraternita della Santa Croce, alla quale è affidata l’organizzazione dei Riti della Settimana Santa di Luras, con la raffigurazione de S’incravamentu, Ossia della crocifissione, e di S’Iscravamentu, ossia della deposizione del Cristo dalla croce.

L’abitazione che ospita la collezione forteleoni

Luras: interno dell’abitazione che ospita la collezione forteleoniDalla piazza del Rosario, prendiamo, di fronte alla chiesa parrocchiale, la via Umberto I. In questa Via, dopo un centinaio di metri, alla sinistra della strada, al civico numero 23, troviamo l’abitazione che ospita la Collezione forteleoni formata da opere in sughero, sistemata nell’abitazione nella quale ha trascorso gli ultimi trent’anni di vita Tonino forteleoni, pseudonimo di Antonio forteleoni, abilissimo artigiano del sughero nato a Luras nel 1915, che, per primo, insegnò l’arte della lavorazione del sughero nella Scuola professionale di Calangianus. Egli si è distinto per aver introdotto delle tecniche che mutavano profondamente i metodi della lavorazione artistica del sughero, in particolare il bassorilievo e il mosaico, dato che lavorava il bassorilievo con semplici strumenti, una piccola lama affilatissima, una raspa e della carta vetrata, ed applicava i tasselli del mosaico con la colla e con un martello. Una visita è importante perché si tratta, forse, della più grande e unica collezione al mondo realizzata su sughero, ed, inoltre, sono esposte informazioni sulla vita di Tonino forteleoni, alcune opere, le tecniche utilizzate per crearle, i materiali usati ed altre indicazioni che aiutano a capire ed apprezzare meglio il lavoro dell’artista del sughero.

La piccola chiesa o oratorio del Purgatorio

Luras: la piccola chiesa o oratorio del PurgatorioDalla piazza del Rosario, prendiamo, di fronte alla chiesa parrocchiale, la via Umberto I. In questa Via, dopo una cinquantina di metri, prendiamo verso sinistra la via Giuseppe Garibaldi, dalla quale, dopo una cinquantina di metri, svoltiamo a sinistra in via Municipio. Qui troviamo, dopo un’altra cinquantina di metri, alla sinistra della strada il piccolo oratorio del Purgatorio. Costruito attorno al settimo o ottavo decennio del seicento, ha subito il rifacimento integrale della facciata nel 1854, come si legge in un’epigrafe posta sopra il portale. Presenta una facciata a capanna in conci regolari di pietra a vista, sormontata da un campanile a vela, con portale centinato, sormontato da un finestrone rettangolare. L’interno è a navata unica divisa in due campate da un arco a tutto sesto, che regge una copertura a due falde in travetti di legno, chiusa nel fondo da un presbiterio quadrangolare con volta a botte, nel quale è presente una grande tela della metà del settecento raffigurante la Madonna del Carmine con i Santi Rocco e Sebastiano.

La chiesa dedicata a San Pietro Apostolo

Luras: chiesa dedicata a San Pietro ApostoloDalla piazza del Rosario, passata la chiesa parrocchiale prendiamo la prosecuzione della via Nazionale, che, dopo poche decine di metri, termina sulla via Vittorio Emanuele. La prendiamo verso sinistra e, dopo una quarantina di metri, prendiamo a destra la via Mercato, che ci porta all’incrocio con la via San Pietro. In via Mercato, subito prima dell’incrocio, sulla sinistra si trova la sobria chiesa dedicata a San Pietro Apostolo una classica piccola chiesa gallurese in granito a vista, in stile rustico, del diciassettesimo secolo. restaurata di recente, all’esterno presenta dei contrafforti laterali. La facciata è a capanna, con un bel campanile a vela al centro. All’interno è suddivisa in due campate ed ha la volta a botte. Il 29 giugno presso questa chiesa si svolge la Festa dei Santi Pietro e Paolo, nella quale la mattina viene celebrata la messa in onore dei Santi, mentre nel pomeriggio si ha la degustazione di prodotti tipici locali.

Il Campo Sportivo limbara

Dalla via Mercato prendiamo la via San Pietro verso destra, la seguiamo per una cinquantina di metri, fino a che sbocca sulla via Nuraghe, che prendiamo verso sinistra, e che, dopo cento metri, sbocca sulla via Oberdan, che è la prosecuzione della SP10. Prendiamo la via Oberdan verso sinistra, dopo una ventina di metri prosegue su via Grazia Deledda, e poi, dopo centotrenta metri, su via Carana. Percorsa per centocinquanta metri arriviamo a un bivio, dove la via Carana prosegue verso destra, mentre prendiamo a sinistra la via Vincenzo Bellni, dalla quale, dopo altri centicunquanta metri, svoltiamo a sinistra su via Pietro Mascagni, che ci porta nella periferia nord occidentale dell’abitato.

Luras: ingresso del Campo Sportivo limbaraIn via Pietro Mascagni, alla sinistra della strada, dopo un centinaio di metri si trova l’accesso al Campo Sportivo limbara di Luras, un Campo da Calcio in erba sintetica, con tribune in grado di ospitare fino a 1000 spettatori. Nel campo, qualche anno fa, è stato rigenerato il manto sintetico, sono state ridipinte tutte le parti interne ed esterne, e riqualificate le tribune. Questo Campo Sportivo ospita la squadra di calcio Lauras, di Luras, che gioca nel girone B del campionato italiano di calcio di Promozione regionale.

I famosi Dolmen di Luras e tutto ciò che si trova nei dintorni dell’abitato

I Dolmen sono da considerare importanti monumenti del Megalitismo funerario del periodo Neolitico, e nel territorio di Luras ve ne sono ben quattro: i Dolmen a struttura semplice di Alzoledda, di Billella, di Ciuledda, ed il Dolmen del tipo tomba a corridoio di Ladas. Gli abitanti di Luras chiamavano Sepulturas de Zigantes o de Paladinos questi Dolmen, realizzati a partire dal V millennio a. C. Per le sepolture collettive e come luoghi di culto.

Il Dolmen di Alzoledda

Dal Municipio di Luras, prendiamo verso est la via Regina Margherita, che prosegue su via Oberdan, poi su via Grazia Deledda, su via Carana. Al bivio, dove la via Carana prosegue verso destra, prendiamo sulla sinistra la via Vincenzo Bellini, poi svoltando a sinistra su via Pietro Mascagni ed arriviamo al Campo Sportivo limbara, che abbiamo già descritto. Nei pressi del Campo da Calcio, proseguendo fino alla fine della via Pietro Mascagni, seguendo le indicazioni, raggiungiamo sulla sinistra il Dolmen di Alzoledda. È molto piccolo ed è probabilmente il più antico dei quattro Dolmen di Luras. Ha pianta rettangolare ed è costituito da tre lastre di granito infisse verticalmente nel terreno, che ne costituiscono le pareti formando una camera funeraria di forma trapezoidale. La copertura è un unico lastrone di granito pressoche quadrato, di circa due metri e mezzo di lato. Il monumento è privo del recinto di pietre infisse nel terreno che originariamente circondava il monumento forse con funzione statica di sorreggere il tumulo di terra che lo ricopriva. L’altezza totale del monumento è soli novanta centimetri dal suolo.

Luras-Dolmen di Alzoledda Luras-Dolmen di Alzoledda Luras-Dolmen di Alzoledda (la persona fotografata da un’idea delle dimensioni)

Il Dolmen di ladas

Passato il dormen di Alzoledda, tornieamo sulla via Vincenzo bellini, e, una ventina di metri più avanti, prendiamo a destra la via Giovanni Boccaccio, che seguiamo per seicento metri, incrociamo la via Tirso, la superiamo e proseguiamo per duecento metri. Qui troviamo le indicazioni per arrivare ai Dolmen di ladas e di Ciuledda. Prendiamo la strada che ci porta, sulla sinistra, in meno di cento metri, al Dolmen di ladas un grande Dolmen del tipo tomba a corridoio detta anche Allée couverte. È alto un metro e venti, largo due metri e trenta, ed è costituito da una lunga galleria con un abside posteriore. La galleria è lunga oltre sei metri ed alta due metri e venti. È coperta da due grandi lastroni rettangolari di granito, dei quali quello posteriore, molto grande, misura quattro metri e ottanta, per tre metri e quaranta, ed ha uno spessore di quarantacinque centimetri. La cella funeraria è divisa in due parti da un lastrone trasversale. Nel Dolmen di ladas sono stati trovati frammenti ceramici senza decorazioni.

Luras-Dolmen di ladas del tipo tomba a corridoio detta anche Allée couverte Luras-Dolmen di ladas del tipo tomba a corridoio detta anche Allée couverte Luras-Dolmen di ladas del tipo tomba a corridoio detta anche Allée couverte Luras-Dolmen di ladas del tipo tomba a corridoio detta anche Allée couverte Luras-Dolmen di ladas del tipo tomba a corridoio detta anche Allée couverte Luras-Dolmen di ladas del tipo tomba a corridoio detta anche Allée couverte

Il Dolmen di Ciuledda

Alle indicazioni per arrivare ai Dolmen di ladas e di Ciuledda, prendiamo invece la strada sulla destra, che ci porta lungo una stradina in discesa e troviamo, dopo un centinaio di metri, il Dolmen di Ciuledda. È molto piccolo, ha pianta semicircolare, con vano sepolcrale a forma di semicerchio. La copertura è un lastrone di granito di tre metri e quaranta, per due metri e trenta, e l’altezza dal suolo è di un metro e venti. Anche nel Dolmen di Ciuledda sono stati trovati frammenti ceramici senza decorazioni.

Luras-Dolmen di Ciuleddha Luras-Dolmen di Ciuleddha Luras-Dolmen di Ciuleddha

Il Dolmen di Billella

Da via Vincenzo Bellini, superata la deviazione nella via Pietro Mascagni che ci ha portati al domen di Alzoledda, prendiamo la prosecuzione della via Vincenzo Bellini che, in leggera discesa, esce dal paese verso nord ovest. Teniamo la sinistra al bivio che incontriamo dopo seicentocinquanta metri, dopo altri seicento metri troviamo l’indicazione per il Dolmen di Billella che si trova oltre un muretto a secco sulla destra della strada. Il Dolmen è molto piccolo, ha pianta rettangolare ed ha il vano funerario affiancato a una formazione di roccia granitica che viene inglobata nel Dolmen. La roccia su cui poggia è stata scavata per ovviare al dislivello e ne costituisce la parete sinistra, ed a fianco di essa sono infissi nel terreno due lastroni che ne costituiscono gli altri lati. La copertura è un unico lastrone di circa due metri e sessanta, per due metri e venti. L’altezza massima è di un metro e sessanta dal suolo.

Luras-Dolmen di Billella Luras-Dolmen di Billella Luras-Dolmen di Billella

Visita dei dintorni di Luras

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Luras, sono stati portati alla luce i resti dei Dolmen già descritti; dei Nuraghi Baddighe, Conca Abbalta, la Turritta, li Espi, monte Alzu, monte nuragone, Naracu Pilea, Pasadolza, Roseddhu, tutti di tipologia indefinita; mentre non resta più nulla del Nuraghe Sas Concazzas, documentato da Torquato Taramelli, ma in seguito completamente distrutto. Dopo aver visto i Dolmen di Luras, ci recheremo a visitare i dintorni dell’abitato, con le due Chiese campestri situate nel suo territorio, e con la Stazione ferroviaria di Luras, che si trova però quasi in territorio di Calangianus.

La chiesa di San Leonardo Silonis o San Leonardo Confessore

Luras: chiesa di San Leonardo Silonis o San Leonardo ConfessoreUsciamo da Luras verso nord con la prosecuzione della SP10 che ci ha portati all’interno dell’abitato, seguiamo questa strada per nove chilometri, poi, prima di una ampia svolta a sinistra, prendiamo una deviazione sulla destra, in salita, che in circa duecentocinquanta metri, ci porta a vederesu un’altura la chiesa di San Leonardo Silonis una chiesa campestre ricostruita nell’ottocento sulle rovine di un’antica chiesa medievale. Dopo alcuni lavori eseguiti negli anni novanta del novecento, all’esterno presenta una struttura in granito a vista con contrafforti laterali, facciata a capanna con campaniletto a vela. All’interno, l’unica navata è divisa in tre campate da due archi in granito, ed ha una copertura in legno. Sull’altare a parete, si trova la nicchia con la statua del Santo. La Festa di San Leonardo, che si svolge presso questa chiesa, normalmente ha luogo l’ultima domenica di maggio.

Il parco ed il Santuario di Nostra Signora delle Grazie o della Madonna d’Izzana

Luras-Parco e Santuario di Nostra Signora delle Grazie o Madonna d’IzzanaProseguendo per un chilometro e quattrocento metri lungo la SP10 sempre in direzione nord, una deviazione sulla sinistra ci porta in un centinaio di metri al Parco della chiesa di Nostra Signora delle Grazie, che si trova in località Silonis, luogo che deve il suo nome alla villa medievale che un tempo si trovava qui. All’interno del parco si trova il Santuario di Nostra Signora delle Grazie o della Madonna d’Izzana, un Santuario il cui primo impianto risalirebbe al dodicesimo o tredicesimo secolo. Il Santuario Nostra Signora delle Grazie possiede il classico impianto proprio alle Chiese campestri della Gallura, ovvero con struttura in muratura a conci in granito e intonaco in malta di calce. della struttura originaria del dodicesimo secolo rimane ben poco. Il Santuario è stato ristrutturato con un intervento di completo rifacimento intorno al 1920. Nel corso dei secoli la chiesa ha subito molti rimaneggiamenti di cui l’ultimo, quello di una ventina di anni fa, molto criticabile, in seguito al quale sono stati inseriti degli infissi in alluminio. La chiesa di Nostra Signora delle Grazie o della Madonna d’Izzana viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua della Madonna con il Bambino presente al suo interno, posta in una nicchia alle spalle dell’officiante.

La Stazione ferroviaria di Luras

Luras: la Stazione ferroviaria di LurasDal centro di Luras prendiamo la via Nazionale verso sud, ossia la SP10, che sbocca sulla SP136, superiamo la rotonda e, a circa un chilometro dall’uscita dal centro abitato, prima di arrivare all’area industriale di Calangianus, troviamo alla sinistra della strada la Stazione ferroviaria di Luras, con il fabbricato viaggiatori in stato di abbandono. La linea ferroviaria a scartamento ridotto tra Monti e Luras è nata su iniziativa delle Strade Ferrate Secondarie della Sardegna nel 1888, soprattutto per il trasporto del sughero, prodotto in grosse quantità nella zona. Il fabbricato viaggiatori, pur conservando l’originale impianto a cinque ingressi tipico degli edifici delle Strade Ferrate Secondarie della Sardegna, è stato nel corso dei decenni sottoposto a ripetuti rimaneggiamenti, tra cui la realizzazione del nuovo magazzino merci in luogo del vecchio con tettoia asimmetrica sul tronchino, ed il rifacimento delle pareti esterne del fabbricato medesimo, secondo lo stile anni trenta proprio delle Ferrovie Settentrionali Sarde. Questa stazione attualmente costituisce una tappa del percorso del Trenino Verde nella tratta da Tempio Pausania, dopo la fermata di Nuchis, fino a Luras, che poi da Luras prosegue verso Calangianus.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita della Gallura interna recandoci da Luras a Calangianus che visiteremo con i suoi siti archeologici.


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