Perdasdefogu dove si trova a parte a terra del Poligono Interforze del Salto di Quirra ed i suoi danni alla salute
In questa tappa del nostro viaggio, da Jerzu scenderemo verso sud, fino a raggiungere il paese chiamato Perdasdefogu che si trova ai confini con la Provincia del Sud Sardegna, Che visiteremo con il suo centro ed i dintorni, con i siti naturalistici ed archeologici che vi si trovano, e con il Poligono Militare di Salto di Quirra. Parleremo anche della nascita di bambini malformati e le morti sospette intorno al Salto di Quirra. La regione storica dell’OgliastraL’Ogliastra è una regione centrale della Sardegna orientale, sconosciuta al turismo di massa fino a pochi decenni fa, che affascina ancora oggi per la sua natura selvaggia e per le sue spiagge. I comuni che ne fanno parte appartengono tutti alla Provincia di Nuoro, e sono: Arzana, Barì Sardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Talana, Tertenia, Tortolì, Triei, Ulassai, Urzulei e Villagrande Strisaili. Le sue spiagge sono alternate a piccole cale dalle acque di cristallo, contornate da scogliere di granito che, nella parte alta della regione, diventano di porfido rosso. Si tratta di una regione dal paesaggio aspro e selvaggio, dove rilievi e tavolati si alternano a gole profonde. In viaggio verso PerdasdefoguUsciamo da Jerzu verso sud con la via Italia, passiamo l’incrocio con la via Josto Miglior, e, dopo un paio di chilometri, troviamo la deviazione sulla sinistra che ci porta ad imboccare la SP13, la strada provinciale che ci porterà verso sud ovest, in poco più di venti chilometri, a raggiungere l’abitato di Perdasdefogu. Si tratta di una strada immersa nello Splendido scenario dei tacchi altopiani calcareo dolomitici che si ergono a picco il cui nome deriva dalla tipica conformazione simile ad un tacco di scarpa, caratterizzati da vasti affioramenti di rocce paleozoiche, rappresentate da scisti del Siluriano, che costituiscono il basamento cristallino sul quale poggiano formazioni calcaree del mesozoico. La strada scorre in una conca circondata da picchi dolomitici, tra i quali spiccano i due tacchi di Porcu ’e ludu, a sinistra, e Troiscu, sulla destra, e spicca particolarmente quello del monte Corongiu. Dal Municipio di Jerzu a quello di Perdasdefogu si percorrono 22.4 chilometri. Il comune chiamato PerdasdefoguIl centro agropastorale Perdasdefogu (nome in lingua sarda Foghesu, altezza metri 599 sul livello del mare, abitanti 1.751 al 31 dicembre 2021) è situato nella parte sud orientale della Provincia di Nuoro, posizionato nella valle del rio Flumineddu,su un altopiano arroventato dal sole, ai confini con la Provincia del Sud Sardegna, nell’entroterra costiero, a nord dell’altopiano del salto di Quirra. L’abitato è raggiungibile con la SS387 del Gerrei, il cui tracciato si snoda a trentuno chilometri dall’abitato. Il territorio Comunale ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 137 a un massimo di 771 metri sul livello del mare. Si tratta di uno dei paesi dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondialeIl comune appartiene ad una delle zone blu dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale. Il termine Zone blu, in inglese Blue Zones, viene usato per identificare le aree demografiche o geografiche del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Il concetto è nato quando gli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain hanno pubblicato su Experimental Gerontology il loro studio demografico sulla longevità umana, che identifica la Provincia di Nuoro, in Sardegna, come l’area con la maggiore concentrazione di centenari al mondo. Gli studiosi, per procedere nel lavoro, tracciavano sulla mappa delle serie di cerchi concentrici blu che indicavano le zone con la più alta longevità, da qui il termine Zona blu. I paesi appartenenti alle zone blu in Sardegna sono Arzana, Baunei, Fonni, Gavoi, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Orgosolo, Ovodda, Perdasdefogu, Seulo, Talana, Tiana, Ulassai, Urzulei, Villagrande Strisaili. Non a caso, a partire dal 2012, la Famiglia Melis di Perdasdefogu è stata insignita del Guinness World record come famiglia più longeva del pianeta. Dopo aver infatti conquistato il primato negli anni 2012, 2013 e 2014 per nove componenti viventi e 837 anni totali, il primo giugno 2015 il record è stato omologato per la famiglia ridotta a soli otto componenti per una somma complessiva di 745 anni e 210 giorni. Origine del nomePerdasdefogu è una parola composta, Perdas de Fogu, che in lingua sarda significa Pietre di Fuoco. Secondo alcuni il nome potrebbe derivare dalla presenza di pietre di silice, con le quali l’uomo primitivo accendeva il fuoco, e a questo proposito va considerato che Perda, pedra, preda de fogu significa in tutta la Sardegna Pietra focaia, e si deve pertanto dedurre che il nostro villaggio avrebbe preso nome dalla particolare abbondanza di rocce silicee, quelle che nel passato venivano usate, a schegge, come pietre focaie. Secondo altri potrebbe indicare le pietre infuocate, ossia le rocce calcaree ricche di calce arroventate dal sole, utilizzate per le fornaci per la produzione di calce sulle quali si sviluppa l’abitato, tanto che gli abitanti, nella loro variante della lingua sarda, chiamano il centro abitato con il nome Foghesu, aggettivo riferito a Fogu ossia fuoco, che significa fornace. Altri ritengono invece che le pietre del fuoco sarebbero il litantrace e l’antracite, di cui esistono giacimenti nella zona mineraria e carbonifera. La sua economiaSi tratta di un comune collinare, che ha un’economia basata sul settore primario e secondario. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, ulivi, agrumeti, viti e altri alberi da frutta, ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è discretamente sviluppata, dato che si registra un rilevante numero di aziende che operano nei comparti alimentare, della fabbricazione di mobili, della produzione e distribuzione di energia elettrica ed edile. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Perdasdefogu è meta di discreto afflusso turistico, dato che le bellezze naturali dell’ambiente circostante rappresentano delle notevoli attrattive, soprattutto per gli amanti dell’escursionismo naturalistico. Da non perdere è la visita alle vaste distese del salto de Quirra, su cui domina la vetta del monte Cardigga, di forma trapezoidale, ed al rio Flumineddu, circondato da splendidi panorami. La sua vicinanza alla costa costituisce, inoltre, un’attrazione per coloro che dal mare desiderano spostarsi verso l’interno senza percorrere troppi chilometri. Nelle sue vicinanze è possibile ammirare anche interessanti siti archeologici, come quello del Nuraghe Arras e della fontana Peddi de Cani. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Brevi cenni storiciFu abitata sin dall’età preistorica. L’area fu abitata già in epoca prenuragica ed in epoca epoca nuragica, come di ostrato dallla presenza sul territorio di alcuni Nuraghi, e di varie testimonianze archeologiche. Nel Medioevo appartenne al Giudicato di Càralis e fece parte della curatoria del Sarrabus. Per molti secoli è rimasto in completo isolamento, problema che non è stato del tutto superato ancora oggi, prima di entrare nell’undicesimo secolo a far parte del Giudicato di Càralis, nella curatoria di Sarrabus. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, passa sotto il dominio del comune di Pisa e, nel 1323, passa sotto il dominio aragonese. Nel 1363 il re d’Aragona Pietro IV il Cerimonioso incorpora il paese nella conte di Quirra, data in feudo a Berengario Carroz. Nel 1603 la conte viene trasformata in Marchesato, feudo prima dei Centelles e poi degli Osorio de la Cueva, ai quali viene riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale e diviene un comune autonomo. Notevole è stato in quegli anni e negli anni successivi il movimento migratorio, che ha provocato un consistente calo demografico. Del comune di Perdasdefogu nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Successivamente nel 2003, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro a quella nuova dell’Ogliastra, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, ritorna ad appartenere alla Provincia di Nuoro. Sagre e feste che si svolgono a PerdasdefoguA Perdasdefogu è attivo il Gruppo Folk Silvana Coni Pro Loco di Perdasdefogu, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località, nel costume tradizionale di Perdasdefogu, che, sia maschile che femminile, è stato ricostruito prendendo a modello gli ultimi esemplari rimasti che risalgono alla fine dell’ottocento e ai primi del novecento, ed è una riproduzione fedele di quelli indossati in passato dagli abitanti. I colori dei tessuti ricordano quelli della campagna che circonda il paese, lo scialle del costume femminile è pazientemente ricamato a mano e la gonna è finemente pieghettata, un particolare risalto all’abito maschile viene dato da un grande mantello in orbace detto Su Saccu ’e Coddusu, riportato alla luce nel 2010. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Perdasdefogu meritano di essere citate, il 20 gennaio, la Festa di San Sebastiano; durante la Settimana Santa si svolge la Sagra de su Nenniri; l’ultima domenica di maggio, la Festa di Santa Barbara e Sant’Isidoro, che si svolge nella chiesa campestre dedicata a Santa Barbara; A giugno, la manifestazione Logus e Sonus, una passeggiata ecologica attraverso i luoghi più rappresentativi del territorio foghesino; il 29 giugno, si celebra la Festa di San Pietro, con festeggiamenti religiosi e civili in onore del Santo Patrono; a fine luglio, la manifestazione Foghesu canta Foghesu, una tre giorni di convegni, mostre ed esposizione dei prodotti tipici della tradizione enogastronomica ed artigianale fogheslna, e culmine della manifestazione è la Sagra de Is Culurgionis, preparati dalle donne secondo l’antica ricetta foghesina e distribuiti in piazza; tra fine luglio e l’inizio di agosto, la manifestazione SetteSere SettePiazze SetteLibri, una settimana dedicata alla cultura ed alla narrativa con presentazione di libri di autori e giornallstl sardi, nazionali ed internazionali; la prima domenica di settembre, la manifestazione Gustando i prodotti della longevità, con distribuzione e degustazione di prodotti tipici della gastronomia tradizionale foghesina; il 12 settembre, la Festa di San Salvatore e di San Giovanni Battista, che si svolge nella chiesa campestre dedicata a San Salvatore. La Sagra de su Nenniri durante la Settimana SantaGli abitanti del paese sono particolarmente legati alle tradizioni religiose. Durante la Settimana Santa, si svolge la Sagra de su Nenniri, per la quale si procede alla preparazione anche in questa località come in molte altre della Sardegna di Su Nenniri, segno di vita nuova, che viene prodotto mettendo il grano in una pentola di terracotta, con il lino pestato e dell’acqua, e viene lasciato al buio per tre settimane sotto il letto a germogliare. Viene, quindi, utilizzato in occasione del giovedì e del venerdì Santo per abbellire gli altari, ed è protagonista di un rito propiziatorio di fertilità. Visita del centro di PerdasdefoguL’abitato, immerso in uno scenografico paesaggio naturalistico, è interessato da una forte espansione edilizia, ed il suo andamento altimetrico è quello tipico collinare. Arrivando da Jerzu, dopo aver percorso circa tredici chilometri e duecento metri sulla SP13, arriviamo a una curva a sinistra dove, alla destra della strada, si trova una piccola rotonda verso una strada secondaria al centro della quale si trova il cartello segnaletico indicativo della località. Passata la curva, si arriva all’abitato di Perdasdefogu, all’interno del quale la SP13 assume il nome di corso Vittorio Emanuele. La fontana de SusuPercorsi duecento metri lungo il corso Vittorio Emanuele, vediamo alla sinistra della strada una antica fontana chiamata Fontana de Susu. Qui prendiamo sulla destra del corso Vittorio Emanuele la deviazione che, in salita, seguita per poco più di altri duecento metri, porta a un bivio, dove arriva da sinistra la via 4 Novembre, mentre noi prendiamo verso destra la stretta strada in salita con fondo in cemento. Percorsa per una settantina di metri, svoltiamo a destra e prendiamo la via Goffredo Mameli che, in un centinaio di metri, ci porta a vedere alla destra della strada, la chiesa di San Sebastiano, una chiesa preromanica edificata nella parte alta del paese, a 670 metri di altezza. La chiesa di San SebastianoLa chiesa di San Sebastiano è un edificato sacro edificato tra l’anno 850 ed il 1000 e dedicato al culto del Martire. Ha subito, nei secoli, diverse modifiche come riporta lo scrittore locale, Felice Tegas, nella sua opera Tra Passus Antigus de Foghesu. Dalle ricerche sulla sua origine compiute dall’autore emerge che La intitolarono a San Sebastiano di cui furono molto devoti e per cui il rione, ossia Su Iginau, prese il toponimo (…) la chiesa fu costruita su due navate con quella centrale più ampia rispetto a quella di destra (…) Fu costruzione bassa, rustica, economica, senza intonaci e senza pretese se non quella di accogliere i fedeli per i riti Cristiani (…). La piccola chiesa in pietra e tufo viene ulteriormente ingrandita tra la fine del cinquecento ed i primi anni del seicento, quando le navate da due vengono portate a tre, e la chiesa accoglie anche elementi tipici dell’età aragonese. Lo spostamento dell’agglomerato urbano ha causato anche il suo abbandono e, negli anni quaranta dello scorso secolo, è collassata su se stessa. Successivamente, l’amministrazione redige un progetto di salvaguardia, e nel 1996 viene inaugurata la chiesa ristrutturata, che oggi è caratterizzata da tre ampie navate separate da basse arcate sostenute da massicci pilastri e pavimento in coccio. La copertura lignea è sostenuta da capriate. Nell’abside è collocato l’altare maggiore in pietra sovrastato da tre particolari nicchie decorate. L’intonaco interno ricopre preziosi affreschi, come la croce greco: bizantina e il monogramma di Costantino. Negli anni ottanta del secolo scorso, quando l’ufficio tecnico locale procede alla perimetrazione dell’area ecclesiale, gli stessi residenti de Su Iginau de Santu Serbestianu, si fanno carico di ripulire e vigilare sulle sue mura. Ogni anno a Perdasdefogu, il 20 gennaio, si celebra la Festa di San Sebastiano, ossia De Santu Serbestianu. In questa occasione, la statua del Santo viene portata in processione, dalla chiesa parrocchiale di San Pietro fino a quella dedicata al Martire, dove si svolgono le celebrazioni religiose. Al termine di queste celebrazioni, i volontari che hanno partecipato all’organizzazione della Festa si prodigano nella distribuzione ai partecipanti delle arance, che ovunque in Sardegna accompagnano il culto del Santo. E sempre in Sardegna, la notte del 20 gennaio, data della ricorrenza religiosa, coincide con l’avvio degli antichi riti carnevaleschi. L’Anfiteatro tra il corso Vittorio Emanuele e la via 4 NovembreRitorniamo sul corso Vittorio Emanuele, e, procedendo verso sud. quattrocentocinquanta metri più avanti rispetto a dove avevamo preso la deviazione per la chiesa di San Sebastiano, arrivati nel centro del paese, vediamo alla destra del corso Vittorio Emanuele un ampio spazio aperto con gradinate, che si sviluppa tra questo e la via 4 Novembre, e che costituisce un Anfiteatro adatto per lo svolgimento di manifestazioni ed eventi cittadini. Percorsi altri cinquanta metri verso sud lungo il corso Vittorio Emanuele, sempre alla destra della strada parte il vico Roma, lungo il quale si trova, sulla destra, la piazza San Pietro con la sua chiesa. La chiesa parrocchiale di San Pietro ApostoloNella piazza San Pietro si affaccia la chiesa di San Pietro Apostolo che è la parrocchiale di Perdasdefogu. Edificata alla fine del diciannovesimo secolo, ha una struttura in stile classico, caratterizzata da una pianta a croce latina articolata in una sola navata con volta a tutto sesto su cui si affacciano le cappelle laterali. L’alta facciata esterna, assai simile a quella della parrocchiale di Barì Sardo, è conclusa nella parte superiore da un semplice motivo curvilineo, ed accoglie al centro un bellissimo portone con intarsiato, sovrastato da una finestra con vetri policromi. Sul lato sinistro del prospetto s’innalza il massiccio raffinato campanile a base rettangolare, alleggerito nella parte superiore da quattro larghe aperture e concluso da un piatto terminale con croce. All’interno della chiesa sono custoditi interessanti arredi sacri come una bella croce gigliata, un pregiato ostensorio del seicento, il gruppo scultoreo raffigurante San Giorgio e il drago, le statua di San Sebastiano e di San liberato. Ogni anno a Perdasdefogu, la domenica più vicina al 29 giugno, si celebra la Festa di San Pietro, che è la Festa patronale. La Festa viene preceduta, dal giovedì al sabato, da un triduo di preparazione. Poi nella domenica si svolgono diverse Messe e festeggiamenti religiosi in onore del Santo Patrono. A questi segue il lunedì la celebrazione di diverse Messe, seguite dalla processione accompagnata dal gruppo folk, che porta il simulacro del Santo lungo tutte le principali strade del paese, dopo la quale viene celebrate la messa solenne. Si svolgono, inoltre, diverse manifestazioni civili, canti e balli, e spettacoli in piazza. Il Monumento ai Caduti sul lavoro e la Biblioteca Comunale intitolata a Daniele laiRitornati sul corso Vittorio Emanuele, percorriamo verso sud altri centosettanta metri, e arriviamo a dove parte verso sinistra la via Bacaredda. Tra il corso Vittorio Emanuele e questa strada si trova la piazza Caduti sul lavoro riqualificata sia dal punto di vista estetico che funzionale nel 2005. Si tratta di uno slargo piastrellato nel quale è ospitato il Monumento ai Caduti sul lavoro di Perdasdefogu. Dietro al monumeto di affaccia l’edificio che ospita la Biblioteca Comunale il cui indirizzo è al civico numero 1 della via Bacaredda. La Biblioteca Comunale è intitolata a Daniele lai, il primo maestro elementare di Perdasdefogu, che ha fatto Del sapere e dell’istruzione La sua ragione di vita. La grande piazza EuropaRiprendiamo il corso Vittorio Emanuele verso sud e, percorsi centocinquanta metri, si apre alla sinistra della strada la grande Piazza Europa. Un tempo, lo sterrato denominato Is Orgiolas veniva utilizzato per la trebbiatura del grano e per il ricovero degli animali. Tra gli anni Cinqunta e sessanta del secolo scorso, sulla scia dell’entusiasmo suscitato dala squadra del Cagliari, in Sardegna il calcio diventa sport di massa. Così lo sterrato viene utilizzato come campo di calcio, con però la condizione che le partite fossero consentite solamente in inverno e in primavera, perché d’estate il campo serviva ai contadini per la trebbiatura. Nel 1964, con la costruzione del nuovo Municipio e con il progressivo abbandono dell’agricoltura, nasce l’idea che il grande spiazzo possa diventare un giardino. Così l’aia diventa una piazza. Il nome piazza Europa viene deliberato dal Consiglio Comunale nel 1966. La grande piazza Europa con il Municipio di PerdasdefoguLa grande piazza Europa ha una forma di triangolo isoscele, e si sviluppa tra il corso Vittorio Emanuele a poi la via Grazia Deledda verso ovest, la via Cristoforo Colombo verso est, e la via Giovanni Maria Angioy a sud. Nel suo lato meridionale, al suo civico numero 1, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Perdasdefogu, la cui facciata si affaccia sulla grande piazza alberata, ed il cui retro si posiziona sulla via Giovanni Maria Angioy. Nell’edifico è presente la sede del Municipio, e vi si trovano tutti gli uffici in grado di fornire i loro servizi ai cittadini di Perdasdefogu. La Palestra Freestyle FitSiamo arrivati con il corso Vittorio Emanuele nella piazza Europa. Proseguiamo verso sud lungo il corso Vittorio Emanuele, che costeggia sulla destra la piazza, e dopo centocinquanta metri, svoltiamo a destra subito prima del parco Giochi e prendiamo la via e Castiglia che, dopo un centinaio di metri, continua sulla via Massimiliano Kolbe, la seguiamo per centocinquanta metri e vediamo, al civico numero 7, alla sinistra della strada, la Palestra della Associazione Sportiva Dilettantistica Freestyle Fit La cui principale attività è quella di promuovere le arti marziali organizzando corsi rivolti a bambini, ragazzi e adulti. In questa Palestra opera la Società Sportiva taekwondo Sport Perdasdefogu, nata nel 1987, nella quale si pratica questa arte marziale coreana da combattimento a contatto pieno basata principalmente sull’uso di tecniche di calcio. La società, con oltre venti medaglie conquistate a livello nazionale, nel 2009 ha conquistato una medaglia di bronzo ai campionati Italiani con Giacomo lai, nella categoria degli atleti con -55 chili di peso. Il Cimitero di PerdasdefoguSiamo arrivati con il corso Vittorio Emanuele nella piazza Europa. Proseguiamo verso sud lungo il corso Vittorio Emanuele, che costeggia sulla destra la piazza, e dopo cinquecento netri, si trova alla sinistra della strada la sopraelevata che porta al muro di cinta del Cimitero di Perdasdefogu, lungo il quale si trova anche il suo portone di ingresso. Visita dei dintorni di PerdasdefoguPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Perdasdefogu, sono stati portati alla luce i resti del pozzo sacro di Giuanni Puddu; il Nuraghe complesso Mont ’e S’Orku Tueri; ed anche dei Nuraghi Arras, Cea Usasta, Florentina, Perduxeddu, Prediargiu, San Pietro, Truncone, Trutturis, tutti di tipologia indefinita. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. L’isolamento di PerdasdefoguL’assenza di abitazioni nei dintorni hanno reso Perdasdefogu la posizione ideale per l’Osservatorio astronomico, che anni è presentesu una collina subito fuori dall’abitato. Il paese chiamato Perdasdefogu è, infatti, situata in una posizione assolutamente isolata e per questo ha sempre vissuto di un’economia autosufficiente, con scarsi contatti con gli altri paesi dell’Isola. Infatti, da qualsiasi località si cerchi di raggiungerlo, sia da nord, da Jerzu come stiamo facendo noi, che dalla più comoda strada che la collega, a ovest, con Escalaplano, la strada è costituita da un lungo percorso nel quale non si incontra un’abitazione o qualsiasi altro segno della presenza umana. Solo le tracce dei troppo numerosi incendi che distruggono in estate la vegetazione di tanta parte della Sardegna. Il suo isolamento ha fatto del paese Perdasdefogu l’unico grande centro agricolo e soprattutto pastorale di tutta la zona. Il campo di Tiro a volo di PerdasdefoguLungo la SP13 che ci ha portati da Jerzu a Perdasdefogu, circa tre chilometri e trecento metri prima di arrivare alla curva a sinistra derso l’abitato, poco più di un centinaio di metri dopo il cartello segnaletico indicativo del chilometro 19, troviamo una strada verso destra con le indicazioni per il Campo di Tiro a volo che raggiungiamo dopo circa un chilometro. La pista da Motocross di PerdasdefoguLungo la SP13 che ci ha portati da Jerzu a Perdasdefogu, circa un chilometro e trecento metri prima di arrivare alla curva a sinistra verso l’avitato, poco più di un centinaio di metri dopo il cartello segnaletico indicativo del chilometro 21, troviamo una strada verso sinistra che seguiamo per duecentocinquanta metri, poi prendiamo una sterrata lungo la quale, alla destra, si trova il cancello per l’ingresso alla Pista da Motocross nella quale si pratica il Motociclismo sportivo su fondo naturale. Il Campo Sportivo di PerdasdefoguDa dove eravamo arrivati in piazza Europa, prendiamo indietro, verso nord, il corso Vittorio Emanuele, dopo duecento metri prendiamo a sinistra la via Umberto, le seguiamo per duecentocinquanta metri, poi svoltiamo a sinistra in via Regina Elena, dopo duecento metri prendiamo a sinistra, seguendo le indicazioni per la zona artigianale, la via Nuraxi, che esce dall’abitato verso nord. Seguita per settecentocinquanta metri, troviamo una deviazione sulla sinistra che in una cinquantina di metri conduce all’ingresso del Campo da Calcio di Perdasdefogu, dotato di tribune in grado di ospitare 240 spettatori. In questo campo gioca le sue partite interne la squadra di calcio del paese, che è la Società Sportiva Perdasdefogu, nata nel 1969, che gioca nel girone C sardo della Prima Categoria. La Cappella di Santa BarbaraUscendo lungo la via Regina Elena dall’abitato verso nord ovest, percorsi circa trecentocinquanta metri arriviamo a un bivio dove la via Regina Elena prosegue verso sinistra, la prendiamo seguendo le indicazioni per il parco Naturale, dopo ottocentocinquanta metri svoltiamo a sinistra e, percorse poche decine di metri, vediamo alla destra della strada un recinto, all’interno del quale si trova la Cappella di Santa Barbara. Tutto intorno a questa Cappella si sviluppa l’ampio bosco di Santa Barbara, una folta foresta di lecci che costituisce il luogo ideale per trascorrere del tempo all’aria aperta e a stretto contatto con la natura. Presso questa piccola chiesa campestre, l’ultima domenica di maggio, si svolge la Festa di Santa Barbara e Sant’Isidoro, una Festa campestre con i simulacri portati in processione in abiti tradizionali sul carro dei buoi dalla chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo fino alla cappella, e con la messa in onore dei due Santi, cui seguono balli in piazza e distribuzione di dolci e Ca su agedu, una cagliata di latte di capra o di pecora che è il tipico formaggio dell’Ogliastra. Il Parco Naturale di Bruncu SantoruDa dove avevamo svoltato a sinistra per raggiungere la Cappella di Santa Barbara, proseguiamo invece lungo la strada che ci aveva portato qui proseguendo fuori dall’abitato come continuazione della via Regina Elena. Percorsi centottanta metri, si vede, alla sinistra della strada, una deviazione, ad angolo con la quale si trova la Funtana Abbamessi che raccoglie le acque della significativa fonte dell’Azienda agricola di Abbamessi. Proseguendo, la strada ci porta all’interno del Parco Naturale di Bruncu Santoru che prende il nome dal monte Bruncu Santoru la cui cima raggiunge i 643 metri di altezza, e nel quale, percorrendo incantevoli sentieri fra la folta vegetazione di lecci, ginepri e macchia mediterranea, si possono ammirare anche interessanti caratteristiche geologiche e botaniche. recentemente si è inoltre provveduto a reintrodurre in quest’area dodici cervi sardi ed il muflone, animali che appartenevano in passato alla fauna autoctona ma erano ormai quasi scomparsi. All’interno del parco Naturale, si incontrano, immerse tra le querce, le Cascate di luesu tra cui il salto di settanta metri di su Strumpu. Perdasdefogu fa, inoltre, parte del Parco Geominerario, Storico ed Ambientale della Sardegna, che è stato istituito nel 2001, dato che nel suo territorio, all’interno di quello che oggi è il parco Naturale di Bruncu Santoru, esisteva la Miniera di Nuraghe San Pietro un giacimento di antracite, sfruttato dagli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, fino agli anni immediatamente successivi, che ora costituisce un pezzo di archeologia industriale. La chiesa campestre del Santissimo SalvatoreDal centro di Perdasdefogu prendiamo verso ovest il vico Roma che ci ha portati alla chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, il quale continua sulla via Roma, dopo circa uecento metri svoltiamo a destra e prendiamo la via Sebastiano Satta, la seguiamo per centosettanta metri, poi svoltiamo a sinistra e prendiamo la via San Salvatore, che esce dall’abitato in direzione ovest e ci porta in località S’Enna ’e Itta. In poco più di cinquecento metri, la strada svolta verso sinistra, e vediamo, alla destra della strada, la chiesa campestre del Santissimo Salvatore che risale, probabilmente, al quattordicesimo secolo, ed è stata demolita e ricostruita negli anni sessanta del secolo scorso. Il 12 settembre si svolge la Festa di San Salvatore e di San Giovanni Battista, chiamata a Perdasdefogu la Festa Manna, che è una antica Sagra le cui origini risalgono al seicento e che si protrae per tre o quattro giorni. Ha inizio con il trasporto dei simulacri dei due Santi dalla chiesa parrocchiale alla chiesa campestre con una processione solenne, aperta dai fedeli che recano Su Pannu, ossia due canne incrociate e rivestite di stoffe colorate, lunghe tre metri e larghe uno, che simboleggiano gli ex voto dei contadini che, in passato, si rivolgevano al Santo per chiedergli di proteggere le coltivazioni. Durante i riti religiosi viene cantato il rosario in sardo al suono delle launeddas. Uno dei quattro giorni, detto Sa Dì de Sa Strangìa, è dedicato agli ospiti, ed un altro, detto Sa Dì ’e Is Barateddus, è dedicato a manifestazioni in onore dei venditori ambulanti. In passato molti dei fedeli si recavano alla chiesa del Santo in ginocchio, e compivano poi tre giri attorno all’edificio. I resti del Nuraghe complesso di Mont ’e S’Orcu TueriUsciamo da Perdasdefogu in direzione sud ovest con la SP13 verso Escalaplano, percorsi due chilometri e mezzo dal centro del paese, subito dopo il cartello segnaletico che indica il chilometro 26, prendiamo la strada sterrata sulla destra che porta verso il monte S’Orcu Tueri. Qui si trova un parcheggio sterrato ed il cartello descrittivo del sito archeologico. Proseguendo a piedi per cinque minuti lungo la strada sterrata, si raggiunge un sito archeologico all’interno del quale si trova il Nuraghe di Mont ’e S’Orcu Tueri che domina l’altopiano calcareo a sud ovest del comune di Perdasdefogu. Si tratta di un Nuraghe complesso costruito in blocchi di pietra di calcare situato ad un’altitudine di 526 metri, composto da tre torri orientate da nord a sud, ossia una torre principale posizionata a nord che è la più antica, e due corpi aggiunti a quest’ultima. Sono presenti, inoltre, resti dell’antemurale per buona parte del perimetro, ed i resti di alcune capanne. Non è in buono stato di conservazione, ma è ben conservato sia l’ingresso principale architravato con finestrella di scarico, che i resti di una scala. Il rinvenimenti di scheletri del periodo preistorico nella grotta TueriAll’interno di questo sito archeologico, a qualche centinaio di metri distanza dal Nuraghe complesso di Mont ’e S’Orcu Tueri in direzione nord ovest, si trova la Grotta Tueri. Si tratta di una grotta funeraria lunga qualche decina di metri. In questa grotta, negli anni sessanta del novecento, erano stati rinvenuti i resti di una quarantina di scheletri che poi gli esami di laboratorio hanno datato, gli uomini erano alti in media 164 centimetri e le donne 153 centimetri, la durata media della loro vita si aggirava intorno ai 40 anni. Nel corso della nuova esplorazione della grotta, gli archeologi hanno rinvenuto i resti di un’altra decina di scheletri, ed anche stavolta i resti umani ritrovati sono stati datati con precisione, e la datazione al radio carbonio li ha datati proprio al periodo nuragico, e collegati probabilmente al vicino complesso nuragico, che domina la vallata di Tremini con il suo inconfondibile Tacco. I resti di 54 scheletri hanno fatto ritorno a Perdasdefogu, ed ora saranno presenti nelle teche del Museo Naturalistico di Perdasdefogu, in modo da arricchire l’offerta turistica e culturale del parco naturale di Bruncu Santoru. In questa grotta gli archeologi sono intervenuti nel maggio 2014, dopo una segnalazione per un problema di manomissione del sito, dato che negli ultimi mesi la grotta era stata oggetto di scavi con pale e piccozze da parte dei comuni tombaroli alla ricerca di tesori da vendere al mercato clandestino. L’Aviosuperficie AliquirraNella nostra visita al centro di Perdasdefogu, eravamo arrivati, percorrendo verso sud il corso Vittorio Emanuele, nella piazza Europa. Proseguiamo verso sud lungo la via Cristoforo Colombo, che costeggia sulla sinistra la piazza, e dopo duecentocinquanta metri, arriva di fronte all’ingresso del Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze del Salto di Quirra, che descriveremo più avanti. Qui prendiamo a sinistra la Strada Militare, che costeggia sulla sinistra il Poligono, la seguiamo per due chilometri e mezzo, poi prendiamo a sinistra una strada bianca che, in poco più di un chilometro, ci porta alla Aviosuperficie Aliquirra che è il campo di Volo di Perdasdefogu, il cui ingresso si trova alla sinistra della strada. L’impianto è gestito dalla Aliquirra, una Associazione Sportiva Dilettantistica dedicata alla divulgazione ed alla pratica del volare, nata nel lontano 1997 grazie alla determinazione ed alla volontà di un gruppo di amici. All’interno dell’impianto è presente una pista di volo lunga seicentocinquanta metri, della larghezza di ventiquattro metri, nella quale praticare come disciplina l’Aeronautica sportiva, ossia il Volo a motore, il Volo a vela, il Volo con ultraleggeri, il Paracadutismo e l’Aeromodellismo. Il Poligono Militare del Salto di QuirraNella nostra visita al centro di Perdasdefogu, eravamo arrivati, percorrendo verso sud il corso Vittorio Emanuele, nella piazza Europa. Proseguiamo verso sud lungo la via Cristoforo Colombo, che costeggia sulla sinistra la piazza, e dopo duecentocinquanta metri, arriva di fronte all’ingresso del Poligono a terra, che è un poligono delle forze armate italiane costituito nel 1956, che si sviluppa verso sud ovest occupando tutta la zona da Perdasdefogu fino al mare a capo San Lorenzo. Quando l’Aeronautica decise di creare un poligono per esperienze missilistiche, la zona da scegliere doveva rispondere a ben precisi requisiti di sicurezza. La scelta cadde inevitabilmente sulla regione di Salto di Quirra proprio per la quasi assoluta mancanza di centri abitati, con una fascia interna di piana leggermente ondulata, destinata alle traiettorie delle armi in esperimento, e con una fascia esterna, detta di sicurezza, dominata da montagne selvagge ed impraticabili. Il Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze del Salto di Quirra sorge in quella parte di territorio compreso tra Cagliari e Nuoro, nella parte sud orientale dell’isola, dove si estende un vasto altopiano chiamato Su Pranu, geograficamente conosciuto come Salto di Quirra. Si tratta di un poligono Interforze, quindi a disposizione di tutte le forze Nato, non solo all’Esercito Italiano, la gestione è in carico all’Areonautica, ma il personale proviene per il 50% dall’Aeronautica Militare, il 35% dall’Esercito Italiano e il 15% dalla Marina Militare, e provvede, oltre che alla sperimentazione di missili e razzi, all’addestramento del personale delle tre Forze Armate, ed alle esigenze di molti Enti Scientifici nazionali e stranieri. La base è divisa in due grandi sottosistemi, ossia un Poligono a terra, con sede a Perdasdefogu, dove si trova il Comando, e un Poligono a mare, con sede a capo San Lorenzo. La nascita di bambini malformati e le morti sospette intorno al Salto di QuirraTutta la zona intorno al Poligono Militare è, purtroppo, nota per la frequente nascita di Bambini malformati a Escalaplano, e per le molte Morti sospette a Perdasdefogu. Sono state numerose le segnalazioni riguardo alla nascita di bestiame deforme nei pascoli attorno alla zona militare e al numero crescente di morti sospette per leucemie e linfomi di Hodgkin, malattia anche nota come Sindrome del Golfo, riscontrato sia fra i militari operativi nella base, sia fra i pastori che usufruivano dei pascoli adiacenti. Le Asl di Cagliari e Lanusei hanno rivelato che il 65% degli allevatori di Quirra era ammalato di leucemia e si riscontravano numerose malformazioni. Nel poligono risulta che vengano sperimentate armi della Nato, per alcuni anni anche armi all’uranio impoverito, che, secondo documenti raccolti da un’inChiesta di Rai News, erano in possesso dell’Italia già dal 1985. Ciò sarebbe, secondo gli abitanti di Escalaplano, la principale causa del numero spropositato di nascite di bambini malformati. Nel 1988, ben il 20% dei bambini nati a Escalaplano presentava malformazioni di vario tipo. Sono frequenti casi di ermafroditismo, nascita di bimbi senza apparato digerente, privi di cervello, senza dita degli arti o con altre anomalie congenite. Oltre alle malformazioni dei bambini di Escalaplano, sono almeno sei le morti sospette per linfomi e tumori tra i militari impiegati nel poligono di Perdasdefogu. estremamente significativa è la storia del piccolo Polifemo, l’agnello nato nel dicembre 2011 in un ovile vicino al poligono, con un occhio solo al centro della fronte, con il cervello esposto e con orecchie molto più lunghe del normale. L’agnello è stato tenuto in vita per quattro giorni da un gruppo di veterinari sardi per cercare di ottenere il massimo dalle analisi effettuate sul sangue, ma poi, purtroppo i medici non hanno potuto far nient’altro che assistere alla sua morte. Il ministero della difesa ha, però, escluso che nel poligono venissero impiegate armi all’uranio impoverito, ma nulla è stato in grado di dire di preciso su ciò che avveniva negli anni passati, dato che è costretto ad ammettere che non esistono più documenti ufficiali sulle attività svolte nel poligono prima del 1992. I vertici militari dell’area e le autorità locali hanno, inoltre, falsificato le perizie, e sostenuto che quei morti di cancro o i bambini nati con deformazioni fisiche erano il frutto di Rapporti tra consanguinei... Comunque, a gennaio 2011, Domenico Fiordalisi, Procuratore della repubblica presso il Tribunale di Lanusei, ha aperto un fascicolo a carico dei vertici dell’Aeronautica militare per l’inquinamento del poligono interforze di Salto di Quirra, ed ha ottenuto la Riesumazione dei resti di diversi pastori che portavano le loro greggi nei dintorni del poligono, e le cui morti sono apparse come sospette. La svolta delle indagini si è avuta nel settembre 2011, quando sono stati esaminati i corpi di 167 vittime considerate Morti sospette: il pastori, soldati, cercatori di funghi ed asparagi che si recavano abitualmente nell’area adiacente al poligono. All’interno delle ossa di un centinaio di essi è stato trovato del Torio 232, materiale ancora più radioattivo dell’uranio impoverito di cui si sospettava inizialmente. Ma, oltre al Torio, è stato rinvenuto anche del Cerio, un elemento artificiale che viene utilizzato nella fabbricazione artificiale del Torio, che, in quanto elemento artificiale, non ci si aspettava di trovare nelle salme degli allevatori. D’altronde nella zona, in cui pascolavano oltre 15mila fra pecore e mucche, erano stati sparati 1.200 missili Milan e altre migliaia di bombe fra il 1998 ed il 2010. Molte di esse contenenti appunto il Torio. L’indagine ha anche fatto emergere l’esistenza di una enorme discarica di sostanze tossiche e svariati residuati bellici provenienti dagli arsenali dell’Italia intera, e probabilmente anche dall’estero, visto che il poligono è utilizzato come centro di addestramento anche da molti eserciti stranieri. Nel marzo 2012 sono stati emessi venti avvisi di chiusura delle indagini, notificati ad altrettanti indagati eccellenti. Risultano indagati per omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri, ben sei generali, comandanti del distaccamento di capo San Lorenzo; insieme al responsabile del servizio di prevenzione e protezione del poligono dal 2000 fino al 2008. Tre componenti della apposita commissione istituita dal ministero della Difesa, sono accusati di omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri. Inoltre, quattro docenti universitari e tecnici dell’Istituto di Scienze Ambientali di Siena, oltre a due chimici dell’SGS, già indagati per falso ideologico, lo sono adesso anche per ostacolo aggravato alla difesa di un disastro. Ad essi si attribuisce anche di aver contribuito A esporre alla radioattività militari, civili e pastori, nonche i numerosi animali da allevamento, con l’artificio di presentare come indagine tossicologica l’indagine geochimica effettuata, senza denunciare il grave pericolo delle anomale concentrazioni di torio riscontrate nelle aree che sono considerate ad alta intensità militare. Un medico del lavoro e docente universitarioviene accusato, insieme al sindaco di Perdasdefogu Walter Mura, tra le altre cose, anche di favoreggiamento aggravato. Novità sono emerge anche riguardo alle analisi, fatte sulle emissioni elettromagnetiche delle postazioni radar del poligono, per le quali i test fatti nel prcedente mese di giugno, non avevano trovato nulla di anomalo, ma la Procura ha scoperto che qualche addetto alle postazioni aveva abbassato la potenza dei radar prima del test, che è risultato, dunque, assolutamente falsato. I primi tre generali, sono accusati anche di aver Ostacolato l’opera di difesa in caso di disastro e omesso di riferire alle Aziende sanitarie di Lanusei e di Cagliari, e ai sindaci di Escalaplano e di Villaputzu e alle altre autorità competenti, che da molti anni avvenivano, con modalità illecite, brillamenti nel poligono in una zona che per le particolari caratteristiche orografiche poteva corrompere, adulterare o addirittura avvelenare le due sorgenti di acqua di Escalaplano e della frazione Quirra. In data 11 luglio 2014 è stato comunicato il rinvio a giudizio di tutti i generali che hanno comandato dal 2004 al 2010 il Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze del Salto di Quirra con l’accusa di omissione dolosa e aggravata di cautele contro infortuni e disastri. Nel marzo 2012 il procuratore Domenico Fiordalisi, in seguito alle risultanze delle analisi svolte dal professor Evandro lodi Rizzini, fisico di Brescia e del Cern di Ginevra, che avevano portato alla luce dati allarmanti sul poligono, indaga 20 persone con l’ipotesi di omicidio plurimo e di omissione di atti d’ufficio per mancati controlli sanitari. Su diciotto salme riesumate, erano stati ritrovati dati superiori alla norma in dodici casi, in particolare era stata riscontrata la presenza di torio radioattivo nei reperti analizzati. Il processo è proseguito ancora nel 2019 a Lanusei, ma c'è il rischio di prescrizione dei reati commessi. Il salvataggio del poligono dalla chiusura ed il rinvio a giudizio dei comandantiCosì, sull’onda delle proteste e delle indagini, nel maggio 2012 una commissione d’inChiesta del Senato ha approvato la relazione redatta dal democratico Gian Piero Scanu sulla Riconversione di Perdasdefogu e del Salto di Quirra in polo di ricerca, assieme alla chiusura dei poligoni di Capo Teulada e capo Frasca. All’indomani della storica decisione, lo scenario dovrebbe prevedere un’accelerazione nelle bonifiche di quella parte della Sardegna inquinata dalle attività militari del Salto di Quirra. La relazione Scanu chiede, in particolare, di Procedere al definitivo divieto di tutte le attività suscettibili di produrre grave pregiudizio alla salute e all’ambiente; di avviare, senza alcun ulteriore indugio, l’opera di bonifica radicale, coerentemente con le indicazioni sulla criticità della condizione ambientale, delle zone emerse dai progetti di caratterizzazione condotti e dall’indagine della Procura della repubblica di Lanusei di concludere in tempi brevi l’indagine epidemiologica ad hoc e al tempo stesso intraprendere le iniziative necessarie per il conseguimento della certificazione ISO 14001 del poligono. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita dell’Ogliastra interna meridionale. Da Jerzu saliremo verso nord, passando per Ulassai e recandoci poi ad Osini da dove ancora più a nord ci recheremo a visitare Gairo. Poi da Osini Vecchio ci recheremo verso l’interno dove visiteremo il paese di Ussassai. |