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GRAZIA DELEDDA
PADRE NOSTRO
Non sopra le nuvole rosse
dell
’
ira Tua grande, o Signore,
ma in cima ad un
’
erta terrena
Tu siedi: e ci guardi salire
qual gregge disperso. il pastore
sei Tu. Tu sei il padre benigno
del nostro maligno dolore:
ci aspetti non morti, ma vivi.
Suil
’
orlo le scheggie han pugnali,
i corvi ci succhiano gli occhi,
Tu, Padre, ci aspetti. Tu vivi
per noi; senza noi Tu non sei;
e il male non scende da Te,
ma sale con noi verso Te.
E quando coi nostri ginocchi
corrosi, nel cuore l
’
offerta
del Figlio morente, siam giunti
al sommo dell
’
erta, uno sguardo
Tuo solo distrugge e rinnova
La nostra esistenza, o Signore.
Pubblicata in
Giornale d
’
Italia
dopo il premio Nobel; ma la
composizione risale a molto tempo prima.