LIMBA SARDA UNIFICADA • Norme di base
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PREMESSA
La norma standard unificata deliberata dalla Commissione intende realizzare una mediazione
fra le varietà centro-orientali, più conservative, e quelle meridionali dell’Isola, più innovative, ed è
rappresentativa di quelle varietà più vicine alle origini storico-evolutive della lingua sarda, meno
esposte a interferenze esogene, largamente documentate nei testi letterari, e fuori della Sardegna
maggiormente insegnate e rappresentate nelle sedi universitarie e nel mondo scientifico.
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INTRODUZIONE
LA COMMISSIONE
CONSIDERANDO
tutte le varianti della lingua sarda come un unico insieme composto di diversi dialetti con pari
vitalità e dignità, base viva dell’esistenza e sopravvivenza della lingua stessa, passata e presente,
CONSIDERANDO
• che tale diversità, pur costituendo una ricchezza da salvaguardare, non sempre si concilia,
oggi, con l'esigenza di presenza e sviluppo ufficiale della nostra lingua in tutti gli ambiti sociali,
didattici, informativi, amministrativi,
• che, pertanto, è urgente la adozione di un modello di lingua scritta comune per tutti i Sardi
che renda possibili ed efficaci tali usi,
• che tale lingua comune, una lingua “tetto”, vuole assicurare una interconnessione maggiore
tra le singole parlate locali,
• che il modello comune costituisce dunque uno sviluppo necessario della nostra lingua, così
come è avvenuto per altre lingue di antica o recente ufficializzazione,
• che esso costituisce ulteriore elemento di coesione, per superare gli evidenti limiti territoriali
di ciascuna variante locale, che consenta usi moderni e alti del sardo, così come auspicato dagli
organismi internazionali più prestigiosi, come il Consiglio d’Europa, la stessa Unesco o i Pen
Clubs internazionali, senza tralasciare la nostra legge 26/97 o quella italiana 482/99;
CONSIDERANDO
• che, in generale, tali varietà sono riconducibili a matrici comuni, benché alterate da esiti fone-
tici e morfologici a volte distanti e di non sempre facile articolazione reciproca;
• che tali esiti, comunque, non hanno mai costituito ostacolo alla volontà di comunicare dei
Sardi e che in essi è riconoscibile una sostanziale corrispondenza reciproca, fenomeno per feno-
meno, che già in passato consentiva a chi per lavoro si spostava in diversi luoghi dell’isola di adat-
tarsi alla parlata degli abitanti locali;
• che, pur tenendo in debito conto le abitudini e esigenze di chi parla correntemente il sardo,
vanno considerate con particolare attenzione le esigenze di chi (soprattutto i giovani), vuole