Gabbànu
Più fonti danno testimonianza di questo cappotto, confe-
zionato esclusivamente in orbace, certo il modello più
antico tra quelli usati in Sardegna, che così viene descrit-
to da La Marmora: «Quest’indumento è usato nella pro-
vincia di Iglesias e in quasi tutta la parte settentrionale
dell’isola. Il colore è sempre nero, non è foderato, né
guarnito di stoffa di altro colore, come il soprabito gre-
co». La descrizione, alla quale si deve aggiungere la pre-
senza del cappuccio, la mancanza di abbottonatura e
l’attaccatura della manica impostata ad angolo retto, cor-
risponde perfettamente alle raffigurazioni dei primi de-
cenni dell’Ottocento
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nelle quali questo tipo di cappot-
to è ben distinto da quelli decorati. Molto interessante è
la tavola 27 della Collezione Luzzietti,
Uomini del Mar-
ghine
, che descrive un capospalla lungo, presumibilmen-
te di orbace, tutto nero, senza guarnizioni colorate, con
lungo spacco posteriore. La figura mostra le due falde
posteriori del cappotto rialzate simmetricamente: ciò fa
supporre che questo sia dotato di fessure o di cordelle
mediante le quali è possibile, all’occasione, sollevare le
due parti laterali sia per cavalcare sia per evitare di in-
fangarle. La funzione di questo capo, associato a insiemi
vestimentari di medio livello, non pare essere festiva co-
sì come non lo è quella dei cappotti lunghi di orbace
che li sostituiranno a partire dal primo Novecento. Tali
cappotti mantengono la stessa denominazione dei loro
predecessori, vengono ancora confezionati con orbace
nero, ma sono di concezione moderna, probabilmente
derivati da modelli militari. Il taglio è a petto semplice o
doppio, con o senza risvolti, chiuso con bottoni moder-
ni a due o a quattro fori. Il cappuccio, sagomato, è unito
con bottoni nascosti nella parte posteriore del colletto e
sagomate sono anche le maniche, tagliate a scalfo asim-
metrico. La parte posteriore mantiene il lungo spacco
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