nei quali la lamentatrice si riposa. Vi sono moduli letterari, mu-
sicali e mimici: cioè delle forme stereotipe tradizionali che
consistono in immagini, interi versi, melopea, gesti.
In particolare, secondo i dati elaborati da Diego Carpitella,
gli “attitos” registrati in Orgosolo per la parte musicale hanno
particolare importanza. Essi, infatti, si basano su tre sole note:
la loro struttura, estremamente elementare, appartiene indub-
biamente, alle forme musicali più arcaiche che si conoscano.
È difficile dire se le tre note in cui gli
attitu
[attitos] si articola-
no fanno parte di una scala “modale” o di una scala pentatoni-
ca ridotta. E, data la frequenza del lamento funebre pentatoni-
co in Italia la cosa non si potrebbe escludere. Il loro modo di
esecuzione è un declamato sillabico libero ed asimmetrico.
È molto interessante il fatto che alcune donne si trascri-
vano in un quadernetto i lamenti che hanno occasione di
ascoltare: questo quadernetto, gelosamente conservato, è
utilizzato poi dalle donne per attingere alla prima occasione
il lamento da recitare, adattandolo con opportune modifica-
zioni in analoghe situazioni (figlia al padre, moglie al marito,
e così via). Così, per esempio, tutti i lamenti della famosa la-
mentatrice Bannedda Corraine furono a suo tempo raccolti
dalle nipoti Pauledda e Pippina. Gli uomini non partecipano
al lamento, anzi esistono forme parodistiche maschili del la-
mento femminile. In sostanza il cordoglio comporta una sor-
ta di divisione dei compiti: le donne eseguono il cordoglio
attraverso l’
attitu
che in Orgosolo è molto spesso legato alla
esortazione alla vendetta; gli uomini eseguono la vendetta
che fa parte integrante del cordoglio ed è il modo maschile
di esprimerlo. Un esempio caratteristico di
attitu
di vendetta
può essere il seguente:
Ohi fizos meos caros
pranghidelu ’e tottu
leades s’iscupeta
chi b’ana a babbu mortu
(O figli miei cari / piangetelo tutti / prendete il fucile /
che vi hanno ucciso babbo). Oppure:
Etnologia d’Orgosolo
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