OSPOSIDDA
Il 17 gennaio 1985, a Oliena viene rapito l’imprenditore Tonino
Caggiari, per la cui liberazione avviene, il giorno successivo, un
tremendo scontro a fuoco durato sei ore con agenti di polizia,
carabinieri, volontari civili, presso Osposidda, in territorio di
Orgosolo, dove rimangono uccisi quattro latitanti ed un poliziotto.
Questo scontro, ricordato come la Battaglia di Osposidda, vede i
cadaveri dei banditi trasportati su camion scortati dalla polizia a
sirene spiegate, il che causerà accese polemiche, e molti
interpreteranno il fatto come un’ostentazione dei cadaveri, alla
stregua dei trofei di caccia, dato che il trasporto per le vie del
paese si usa nella caccia al cinghiale.
Allumadas de fogu
chimbe carenas fritas:
tintu a ruju an su logu
in oras malaitas.
Ballas graes at rutu
in sas frunzas d’armidda.
Chie bos faghet lutu
mortos de Osposidda?
A sa tzega sas armas
fiores an brujadu:
sun negadas sas parmas
a su malefadadu.
S’istudat in su putu
un’urtima ischint
idda:
chie bos fachet lutu
mortos de Osposidda?
Balenii di fuoco
cinque corpi freddi:
han tinto la terra di rosso
in ore maledette.
Pallottole pesanti
son cadute sui ramoscelli di timo.
Chi vi piangerà
morti di Osposidda?
Alla cieca le armi
han bruciato i fiori:
sono negate le palme
al poveraccio.
Si spegne nel pozzo
un’ultima scintilla:
chi vi piangerà
morti di Osposidda?