Flussio paese famoso per l’artigianato dell’asfodelo
In questa tappa del nostro viaggio, da TresNuraghes ci recheremo a Flussio paese famoso per l’artigianato dell’asfodelo, che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni. La regione storica della PlanargiaLa Planargia è una piccola regione sulla costa occidentale della Sardegna. Si tratta di un vasto e fertile altopiano vulcanico che si estende dal Marghine fino al mare, fra i territori di Villanova a nord ed il Montiferru a sud, attraversato dalla valle del fiume Temo. Il nome deriva dall’andamento pianeggiante della sua conformazione geografica. La Planargia si trova interamente in Provincia di Oristano ed i comuni che ne fanno parte sono Bosa, Flussio, Magomadas, Modolo, Montresta, Sagama, Sindia, Suni, Tinnura e TresNuraghes. regione fortunata per la sua posizione geografica e per il clima mite tutto l’anno, la Planargia occupa un posto rilevante nella produzione vitivinicola della Sardegna, grazie soprattutto alla malvasia di Bosa. La Planargia si sviluppava interamente nella Provincia di Nuoro, ma, dopo la nascita della nuove province della Sardegna, tutta la sua zona costiera è stata portata all’interno della Provincia di Oristano. In viaggio verso FlussioDa TresNuraghes seguendo la SS292 Nord Occidentale Sarda si scenderebbe verso Cuglieri, ma vi ci recheremo nella prossima tappa. Torniamo indietro, invece, da TresNuraghes sulla SS292 Nord Occidentale Sarda che si dirige verso Magomadas e poi svolta a destra procedendo in direzione di Suni, e dopo un paio di chilometri entriamo all’interno dell’abitato di Flussio. Dal Municipio di TresNuraghes a quello di Flussio si percorrono 2.8 chilometri. Il comune chiamato Flussio con l’artigianato dell’asfodeloIl comune Flussio (nome in lingua sarda Flùssio, altezza metri 305 sul livello del mare, abitanti 425 al 31 dicembre 2021) si adagia su un dolce declivio tra la bassa valle del fiume Temo e il contrafforte basaltico di Pedra Senta, è situato sul bordo dell’altopiano della Planargia che domina la ridente vallata di Modolo verso il mare occidentale della Sardegna. Si trova in un territorio fertile, dove è praticata la raccolta dell’asfodelo. Il centro abitato è unito senza soluzione di continuità a quello di Tinnura, comune col quale condivide la via principale che corrisponde alla strada statale 292. Il territorio Comunale ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 164 a un massimo di 371 metri sul livello del mare. Origine del nomeIl nome è attestato dal 1357 con le forme Forssiu e Furxiu. Secondo alcuni studiosi le sue origini sono da rintracciare nello strato linguistico paleosardo; secondo altri invece nelle voci sarde Frùscu, Frùskiu e Frùsciu, ad indicare il pungitopo, pianta che cresce abbondante nella zona. Gli anziani del paese, però, raccontano che nel passato Flussio veniva chiamata Mura de Figos, nome che richiamerebbe la gran quantità di piante di fico d’india nei pressi del paese. La sua economiaSi tratta di un comune collinare con un’economia basata sulle tradizionali attività agricole e zootecniche. Il settore primario è presente con la produzione di cereali, ortaggi, foraggi, uva utilizzata per la produzione di Malvasia, olive e frutta e con l’allevamento di suini, ovini, equini e avicoli. L’industria, poco sviluppata, è costituita da un piccolo numero di aziende che operano nei comparti alimentare, della lavorazione del legno, edile e della fabbricazione di materie plastiche. Tra le attività economiche più tradizionali e rinomate vi sono quelle artigianali, soprattutto la produzione dell’asfodelo, i cui steli essiccati sono la materia prima per la creazione di caratteristici ed elaborati cestini artigianali detti Corbule, e canestri con pregiati ricami, non a caso Flussio deve la sua notorietà principalmente all’arte dell’intreccio, praticata dalle donne del paese e tramandata nei secoli. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Sebbene non figuri tra le mete più frequentate della zona, fa registrare, comunque, un discreto numero di visitatori, attratti principalmente dalla possibilità di acquistare i pregiati prodotti dell’artigianato e degustare i rinomati vini locali. Interessante è, inoltre, l’ambiente naturale, che, grazie alle sue bellezze incontaminate e alla sua aria salubre, rappresenta un luogo ideale per effettuare delle piacevoli e rilassanti passeggiate. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L’artigianato locale dei cestini in asfodeloInsieme a Tinnura, Flussio costituisce il punto di riferimento dell’Artigianato dell’asfodelo e la leggenda racconta che sarebbe stato San Bartolomeo ad insegnare ai Flussiesi l’arte dell’intreccio per la creazione di questi straordinari cestini. L’asfodelo cresce nei terreni incolti, meglio se paludosi, e viene raccolto tra marzo e fine maggio, lo stelo viene strappato dalla pianta e, reciso il fiore, lasciato essiccare per qualche giorno. Quando diventa bianco lo si immerge ancora per qualche ora nell’acqua di Su laccu, una piccola vasca scavata nella pietra, e poi si divide in strati in diverse Corrias dai colori chiaro e scuro, che vengono utilizzati poi per comporre, fra le tante, le figure tradizionali delle rose o del ballo sardo. Le foto che seguono raccontano la lavorazione dei cestini da parte di una donna del paese. Molto suggestivo è attraversare questo piccolo paese ad aprile, quando l’asfodelo viene raccolto e messo ad essiccare a fasci in tutte le strade, i cortili e le piazze, ricoprendo ogni spazio possibile del borgo. Madre flussiese e padre di origine siciliana Alessandra Bennici ha aperto in paese la strada per un nuovo modo di intendere la lavorazione dell’asfodelo e l’elaborazione della tipica cestineria. Lavora nella sua casa alla periferia del paese, ed è la titolare dell’unica, almeno per il momento, ditta individuale iscritta all’albo degli artigiani nella lavorazione dei cestini in asfodelo. A partire dal periodo primaverile si possono vedere, stesi ad essiccare al sole, lungo le strade del paese, i materiali che verranno utilizzati successivamente per produrre i cestini di asfodelo. Per acquistare i cestini di asfodelo, oggi ci si può recare al civico numero 27 della via Nuova, dove si possono acquistare i cestini di Alessandra Bennici. |
La viticoltura con le uve per la produzione della Malvasia di BosaLa produzione più rinomata è quella vitivinicola, in particolare del vino bianco prodotto con il vitigno Malvasia di Sardegna, ed il paese rientra nell’area di produzione del vino Malvasia di Bosa Doc. La Malvasia di Bosa deve venir prodotta con almeno il 95% di uva Malvasia di Sardegna, condizione più severa rispetto a qualsiasi altro vino Doc in Sardegna, lasciando solo il 5% di margine per la presenza di varietà diverse nei vigneti, che viene permesso solo per permettere l’impollinazione incrociata nei vigneti, a condizione che poi i produttori cerchino di escludere queste uve nella produzione del vino. La zona di produzione delle uve atte a produrre la Malvasia di Bosa comprende territori nei Comuni di Bosa, Flussio, Magomadas, Modolo, Suni, Tinnura e TresNuraghes, tutti in Provincia di Oristano. Brevi cenni storiciIl territorio è abitato già in epoca prenuragica e nuragica come dimostrato dai resti rinvenuti nel paese e nei dintorni. Diventa poi sede di importanti aziende agrarie romane. A fine ottocento sono state rinvenute nei suoi dintorni armi in pietra, resti di un sepolcro e ruderi di costruzioni di epoca romana, il che giustifica l’ipotesi che forse si trattasse di un accampamento fortificato. Nel medioevo appartiene al Giudicato del Logudoro e fa parte della curatoria della Planargia. Nel 1259, alla caduta del Giudicato, viene governato dai Malaspina e successivamente nel 1308 entra a far parte del Giudicato di Arborea. Intorno al 1420 passa sotto il dominio aragonese nel Regno di Sardegna e diviene un feudo, concesso nel 1430 a Guglielmo Raimondo de Moncada, poi confiscata dalla Corona, che la cede nel 1468 alla famiglia Villamarì. Nel 1469 il feudo viene concesso al cagliaritano Antonio Brondo, a cui viene confiscato nel 1670. Nel 1698 appartiene alla famiglia Olives e infine nel 1756 insieme a Suni paese più recente da Antonio Paliacio, i cui discendenti assumono i titoli di marchese della Planargia ed i primogeniti di conti di Sindia, Marchesato che viene incorporato nel diciottesimo secolo dai Savoia, che confermano il possesso dei Paliacio. Viene riscattato agli ultimi feudatari nel 1839 con la soppressione del sistema feudale e diviene un comune autonomo. Nel 1927 il comune di Flussio viene trasferito dalla Provincia di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Il comune di Flussio nel 1928 viene soppresso e accorpato con Tinnura e Sagama nel Municipio di Suni, fino al 1946 quando Umberto di Savoia con decreto luogotenenziale nel 1946 le restituisce l’autonomia amministrativa. Successivamente nel 2003, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene trasferito dalla Provincia di Nuoro in quella di Oristano. Le principali feste e sagre che si svolgono a FlussioA Flussio non sono attivi gruppi folk che potrebbero svolgere le loro attività. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Flussio figurano, il 16 e 17 gennaio la Festa di Sant’Antonio Abate noto anche come il Santo del fuoco, infatti Sant’Antoni de su fogu come è chiamato in Sardegna, è il Prometeo della tradizione sarda, colui che rubò il fuoco dall’inferno per regalarlo agli uomini, festa con l’accensione di un grande falò benedetto dal parroco, attorno al quale si degustano i dolci tipici del posto; il 5 agosto la Festa patronale della Madonna della Neve, con processione dalla chiesa di Santa Maria della Neve lungo le vie del paese; il 24 agosto la Festa di San Bartolomeo ed il 26 agosto la Festa di San Costantino, con la suggestiva sfilata a cavallo; il 13 dicembre la tradizionale Festa di Santa Lucia; la seconda domenica di dicembre la Sagra de su binu nou ossia la Sagra del vino nuovo. Inoltre numerose sono le manifestazioni relative alla raccolta dell’asfodelo, soprattutto ad aprile la rievocazione del rito della raccolta nelle campagne durante la Festa della comunità chiamata Tirende isciareu, ossia raccogliendo l’asfodelo, per la quale non va persa occasione di passeggiare per il borgo quando l’asfodelo viene raccolto e messo a essiccare a fasci in cortili, strade, piazze, ricoprendo ogni spazio dell’abitato, e di ascoltare i racconti sulla lavorazione dei cestini. Inoltre dal 2019 il 9 giugno si è svoltaorganizzata dal MUDAS, il MUseo Diffuso dell’ASfodelo, la manifestazione Asfod’arte 2019: Art & Food, un viaggio nell’artigianato e nell’enogastronomia della Planargia, dove buone mani, da sempre, creano, intrecciano, impastano e coltivano. Visita del centro di FlussioL’abitato presenta l’andamento altimetrico tipico dell’località di collina. Arriviamo a Flussio provenendo da TresNuraghes con la SS292 Nord Occidentale Sarda, passiamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso nel paese e superiamo la linea ferroviaria, dopo di che la strada statale entra nell’abitato e lo percorre tutto con il nome di via Nazionale. La chiesa di San BartolomeoPassato il cartello che indica l’ingresso nel paese, procediamo verso est sulla via Nazionale e, dopo trecento metri, svoltiamo a sinistra in una strada che, dopo una cinquantina di metri, arriva a un bivio dove si può prendere a destra la via Regina Margherita. Appena imboccata la via Regina Margherita, alla sinistra della strada si vede la scalinata in salita che porta alla chiesa di San Bartolomeo, posizionata su un rilievo del terreno. La antica chiesa oggi è stata inglobata in una struttura più moderna, e dell’antica configurazione rimane soltanto la bella abside in conci di calcare perfettamente squadrati. La severa impaginazione della tribuna, conclusa con una semplice cornice di coronamento, spingerebbe a considerare l’edificio primitivo costruito alla fine del dodicesimo secolo su influsso cistercense, anche se la mancanza di ulteriori elementi impedisce una puntuale lettura. La leggenda racconta che sarebbe stato proprio San Bartolomeo a insegnare agli abitanti di Flussio l’arte dell’intreccio, e presso questa chiesa ogni anno il 24 agosto si celebra la Festa di San Bartolomeo, seguita il 25 agosto la Festa campestre di San Costantino. Le celebrazioni civili e religiose in onore dei Santi, iniziano il 24 agosto con una suggestiva sfilata e con una processione a cavallo, la celebrazione della messa, l’Ardia, canti e balli tradizionali. Il 25 la Festa campestre si svolge nelle campagne di Sa Roda, con processione e celebrazione della messa nella nuova chiesa di San Costantino, alla quale segue il pranzo offerto dal comitato organizzativo, e la sera intrattenimenti con giochi, canti e balli tradizionali. I resti della cinta muraria megalitica o Nuraghe di San BartolomeoVicino alla facciata della chiesa di San Bartolomeo attualmente è visibile soltanto parte di circa duecento metri di una Cinta muraria megalitica che, con andamento curvilineo, segue il margine del pianoro. L’opera muraria è costituita da grandi massi poliedrici, appena sbozzati e sovrapposti con zeppe di varie dimensioni a filari irregolari. Tuttavia, ad una attenta analisi, la cinta megalitica di San Bartolomeo sembra disporsi sul terreno in modo diverso rispetto alle altre muraglie eneolitiche della Cultura di Monte Claro, che sembrano privilegiare spazi ampi su pianori elevati e parzialmente marginati da pareti ripide e scoscese, difesi naturalmente dallo strapiombo e quindi dalla muraglia stessa nei lati deboli e più esposti. Al contrario, a San Bartolomeo la fortificazione segue da vicino il margine esterno dell’altura, risultando in tal modo del tutto inutile per la difesa, ma preziosa ad esempio come recinto per animali o altro. La disposizione sul terreno suggerisce una sorta di recinto nuragico, oppure un antemurale legato ad un Nuraghe del quale non rimane alcuna traccia. Nel corso di un sopralluogo alcuni anziani del paese hanno riferito che in realtà un Nuraghe molto distrutto esisteva non lontano dalla chiesa di San Bartolomeo, ma che era stato distrutto per lasciare spazio alle costruzioni dell’abitato. Il MUDAS che è il MUseo Diffuso dell’ASfodeloRitornati sulla via Nazionale, dopo appena una trentina di metri, al civico numero 91, si vede alla destra della strada l’edificio che ospita il MUDAS che è il MUseo Diffuso dell’ASfodelo, nei cui locali si racconta l’antica arte dell’intreccio dell’asfodelo attraverso un percorso multimediale didattico. L’offerta didattica è composta da vari laboratori per diversi target d’età, che portano i ragazzi a scoprire ed approfondire svariate tematiche, storia della scrittura, arte, saper fare tradizionale, rispetto per la natura. I percorsi sono ispirati ai metodi dell’educazione attiva, e intendono offrire la possibilità di misurarsi con il reale costruendo un clima di ricerca che vede nel laboratorio e nella sperimentazione la riscoperta del piacere di apprendere. I laboratori, in uno spirito di collaborazione fra le diverse realtà culturali della Planargia si svolgono integrando la visita a vari luoghi della cultura: il Museo di TresNuraghes, il Museo diffuso dell’ Asfodelo di Flussio e gli spazi di Tinnura, paese dell’arte. è questo il primo fulcro del lavoro culturale in rete avviato sull’altopiano della Planargia. La chiesa parrocchiale di Santa Maria della NeveProseguiamo per un’altra ottantina di metri verso est lungo la via Nazionale e, dove arriva da sinistra la stretta via Parosci, arriviamo a vedere alla destra della strada una rientranza che si presenta come una piazza sulla quale, al civico numero 75 della via Nazionale, si trova la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Neve, dedicata alla Santa patrona del paese. Situata nel centro del Paese in posizione panoramica, la chiesa nella sua forma originaria risale al quattordicesimo secolo, ma della configurazione originaria rimangono solo la facciata e la torre campanaria, quest'ultima parzialmente restaurata. L’edificio è stato in seguito interamente restaurato nel 1939 ad opera dello studio dell’architetto Garavini di Milano, il quale ha reimpostato completamente l’impianto che si presenta oggi a forma ottagonale a croce greca, con assenza, quindi delle navate laterali. Ogni anno a Flussio presso questa chiesa il 5 agosto si tiene la Festa patronale di Santa Maria della Neve, con la caratteristica processione per le vie del paese cui seguono balli e canti tradizionali la sera. alla processione partecipano anche i membri della Confraternita della Santa Croce, che oggi è ospitata nella chiesa parrocchiale mentre un tempo aveva la sua sede presso la chiesa o oratorio della Santa Croce, un antico edificio frettolosamente demolito negli anni settanta del secolo scorso perché pericolante I murales ed il Municipio di FlussioPassata la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Neve, proseguiamo lungo la via Nazionale per circa duecento metri ed arriviamo nelle due piazze principali del paese, una alla sinistra e l’altra alla destra della strada. Le pareti della piazza alla sinistra sono Ricche di murali realizzati dalla muralista Pina Monne di Irgoli che risiede a Tinnura, che ritraggono soprattutto donne sarde nell’atto di intrecciare i cestini, tipica arte di questo paese, e altre scene di vita paesana. Mentre sulla piazza che si affaccia alla destra, al civico numero 69 della via Nazionale si vede l’edificio che ospita il Municipio di Flussio, con la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese, il cui ingresso è abbellito da statue di basalto. I pavimenti delle due piazze sono ricchi di belle decorazioni in ceramica. La procedura di fallimento della Cooperativa Viticultori della PlanargiaProseguendo per un centinaio di metri lungo la via Nazionale, parte a destra la via Nuova, lungo la quale, dopo poco più di un altro centinaio di metri, alla destra della strada, al civico numero 8, si trovano gli edifici che avevano ospitato la Cantina Sociale di Flussio, costituita nel 1968 con lo scopo di valorizzzare i prodotti della Planargia, ed in seguito la denominazione sociale era stata modificata il Cooperativa Viticultori della Planargia. Serietà, competenza, professionalità e genuinità dei prodotti ne avevano caratterizzato il lavoro, e la Malvasia di Bosa Doc è stato senz'altro il prodotto a qualità più alta, nonché lo spumante e la grappa di malvasia, oltre al mirto della Planargia. Grazie a questa sua produzione, il comune ha fatto parte della Strada del Vino Malvasia di Bosa. In seguito però, dopo anni di difficoltà, la gestione della Cooperativa è stata affidata ad un curatore fallimentare. Il Campo da CalcettoPercorsi circa centocinquanta metri lungo la via Nuova, si vede alla sinistra della strada l’ingresso del Campo da Calcetto di Flussio. All’interno di questo impianto sportivo è presente un Campo da Calcetto ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, dotato di tribune in grado di ospitare 300 spettatori. Il Cimitero ComunaleProseguiamo lungo la via Nuova per altri circa centocinquanta metri, e vediamo alla sinistra della strada il muro di cinta con i cancelli di ingresso del Cimitero Comunale di Flussio. Sul retro del Cimitero di Flussio si trova il più piccolo Cimitero Comunale del vicino paese Tinnura, il cui ingresso si trova nella via dell’Uguaglianza di Tinnura, che è quasi parallela alla via Nuova di Flussio. Il Campo SportivoAppena una trentina di metri più avanti dell’accesso al Cimitero Comunale di Flussio, all’altro lato della strada, ossia alla destra, si trova l’ingresso del Campo Sportivo di Flussio. All’interno di questo impianto sportivo è presente un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, che non è dotato però di tribune per il pubblico. Visita dei dintorni di FlussioVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto, in particolare i molti resti archeologici tra i quali la muraglia megalitica di probabile età nuragica, vicino alla chiesa parrocchiale di San Bartolomeo. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Flussio, sono stati portati alla luce i resti della domus de janas ipogica di Ponte Mannu; delle Tombe di giganti Amenta, e Sos Trainos; della fonte sacra nuragica rinvenuta in località Sa Roda; dei Protonuraghi Caddaris, Carcheras, Murciu; del Nuraghe semplice Giannas; del Nuraghe Sa Roda di tipologia indefinita. Signifcativa anche la muraglia megalitica di probabile età nuragica rinvenuta vicino alla piccola chiesa di San Bartolomeo che forse circondava il probabile Nuraghe San Bartolomeo oggi distrutto, anch’esso di tipologia indefinita. I resti del Protonuraghe CaddarisDal Municipio di Flussio proseguiamo verso est per un centinaio di metri lungo la via Nazionale, poi prendiamo a destra la via Nuova, la seguiamo per cinquecentocinquanta metri passando il Cimitero Comunale ed il Campo Sportivo, passiamo la linea ferroviaria e prendiamo a destra la strada che seguiamo per quasi duecentocinquanta metri, e prendiamo una strada sterrata sulla destra. Dopo circa trecento metri, su un’altura alla sinistra della strada sterrata, si vedono i resti del Protonuraghe Caddaris, realizzato in materiale indeterminato a 302 metri di altezza. Si tratta di un Protonuraghe a corridoio di forma irregolare, con il corridoio in direzione sud ovest verso nord est, nel quale è visibile una nicchia che si apre sul corridoio. La fonte sacra in località Sa RodaDal Municipio di Flussio proseguiamo verso est per un centinaio di metri lungo la via Nazionale, poi prendiamo a destra la via Nuova, la seguiamo per cinquecentocinquanta metri passando il Cimitero Comunale ed il Campo Sportivo, passiamo la linea ferroviaria e prendiamo a destra la strada che seguiamo per poco più di duecento metri, evitiamo la strada sterrata sulla destra che avevamo seguito per recarci a visitare il Protonuraghe Caddari, e proseguiamo per settecentocinquanta metri. Qui troviamo un cancello sulla destra, passato il quale un sentiero in centocinquanta porta a visitare la Fonte sacra Sa Roda, una fonte di probabile origine nuragica situata nella località chiamata appunto Sa Roda. La chiesa campestre di San Costantino ImperatorePassato il cancello che ci ha portati alla fonte sacra Sa Roda, proseguiamo per quasi centocinquanta metri passando un edificio sopra un’altura alla destra e prendiamo una sterrata sulla destra, la seguiamo per circa centottanta metri e vediamo, alla destra della sterrata, il vialetto che porta alla chiesa campestre di San Costantino Imperatore, fatta edificare all’inizio degli anni Duemila dall’amministrazione Comunale e dal parroco di Flussio. La prima pietra dell’edificio, realizzato in localtà Sa Roda, viene posta il 25 agosto 2003 e un anno dopo, il 25 agosto 2004, la chiesa viene benedetta e inaugurata dal Vescovo di Cagliari. Presso questa chiesa ogni anno, dopo la Festa di San Bartolomeo del 24 agosto, il giorno successivo, ossia il 25 agosto, si celebra la Festa campestre di San Costantino, con processione e celebrazione della messa nella nuova chiesa di San Costantino, alla quale segue il pranzo offerto dal comitato organizzativo, e la sera intrattenimenti con giochi, canti e balli tradizionali. I resti del Nuraghe semplice GiannasDal Municipio di Flussio proseguiamo verso est per un centinaio di metri lungo la via Nazionale, poi prendiamo a destra la via Nuova, la seguiamo per cinquecentocinquanta metri passando il Cimitero Comunale ed il Campo Sportivo, passiamo la linea ferroviaria e proseguiamo fuori dall’abitato per circa tre chilometri, fino a vedere alla destra della strada un cancello, passato il quale a una settantina di metri di distanza di vedono i resti del Nuraghe semplice Giannas. Si tratta di un Nuraghe monotorre costruito in basalto a 367 metri di altezza, con la camera interna marginata da due nicchie. Una sua particolarità sono le feritoie che passano dall’esterno all’interno il muro, e fanno entrare luce nella camera centrale. Davanti all’ingresso del Nuraghe si trova una costruzione ellittica, ed intorno al Nuraghe sono presenti tracce di un villaggio nuragico. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Flussio ci recheremo a Tinnura che visiteremo con il suo centro dove si trovano i suoi murali che ne fanno un paese Museo e con i suoi dintorni. |