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Gonnesa con il complesso nuragico di Seruci e la costiera con le spiagge di Fontanamare e Porto Paglia


In questa tappa del nostro viaggio, da Iglesias ci recheremo a visitare il paese mineraria di Gonnesa con nei suoi dintorni il complesso nuragico di Seruci, e la sua costiera con le spiagge di Fontanamare e Porto Paglia.

L’Iglesiente nella regione storica del Sulcis-Iglesiente

Il Sulcis IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Dell’Iglesiente (nome in lingua sarda S’Igresienti) fa parte il territorio con la regione metallurgica a nord della valle del Cixerri, che corispondeva all’antica curatoria del Sigerro facente parte del giudicato di Càralis, e comprende la parte occidentale della Provincia del Sud Sardegna. Il territorio dell’Iglesiente comprende i comuni di Buggerru, Domusnovas, Fluminimaggiore, Gonnesa, Iglesias e Musei. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nei rilievi montuosi come nelle valli irrorate da fiumi che talvolta precipitano in spettacolari cascate, nelle profonde grotte.

In viaggio verso Gonnesa

Usciamo da Iglesias con la SS126 Sud Occidentale Sarda in direzione della frazione monteponi e più avanti della frazione Bindua. Proseguiamo su questa strada statale, passando la deviazione sulla SP83 che condice sulla costa a Fontanamare e più a nord a Nebida e Masua. Percorsi circa otto chilometri e mezzo, arriviamo a una deviazione sulla sinistra, che, in poche centinaia di metri, ci porta all’interno dell’abitato di Gonnesa. Dal Municipio di Iglesas a quello di Gonnesa abbiamo percorso 9.5 chilometri.

Il comune minerario chiamato Gonnesa

Gonnesa: veduta dell’abitatoGonnesa-Stemma del comuneLa città di Gonnesa (altezza metri 42 sul livello del mare, abitanti 4.674 al 31 dicembre 2021) è stata una volta un’importante città mineraria dell’Iglesiente che si estende nella parte centro occidentale della Provincia del Sud Sardegna, situata vicino alla costa, a nord dei monti del Sulcis. La città è raggiungibile tramite la SS126 Sud Occidentale Sarda che dista meno di un chilometro dall’abitato. Gli abitanti vivono per la maggior parte nel capoluogo Comunale, mentre la restante parte si distribuisce tra la frazione Nuraxi Figus e la località di San Giovanni con il villaggio Normann, oltre che a pochi nuclei urbani minori ed a molte case sparse.

Origine del nome

Il suo nome è stato modificato nel tempo, dal primo termine Connesium, sotituito poi da Connese e Connesa, fino ad arrivare alla forma attuale. Il nome del paese fa, propabilmente, riferimento ad una base prelatina, Gon, con il significato di colle, altura, monte, e starebbe ad indicare un luogo situato tra i colli.

La sua economia

L’abitato di Gonnesa ha un’economia basata sulle tradizionali attività agricole ed industriali, affiancate da un crescente sviluppo dell’attività turistica. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo e agrumi. Si pratica l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da imprese che operano nei comparti alimentare, del legno, dei laterizi, dell’estrazione di carbone fossile, dei materiali da costruzione, dei mobili, meccanico, elettronico ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Le strutture ricettive, che comprendono vari agriturismi, offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Gonnesa riveste una grande importanza anche dal punto di vista turistico, in quanto associa a uno spettacolare litorale sabbioso, le zone interne di eccezionale interesse archeologico e naturalistico. Di rilevante interesse naturalistico è senza dubbio la grotta di Santa Barbara, probabilmente una delle cavità più straordinarie dell’intera Sardegna, alla quale si accede, però, dalla ex miniera di monteponi, in territorio di Iglesias.

Brevi cenni storici

Il territorio di Gonnesa, antico e ricco di tradizioni, viene abitato fin dall’epoca preistorica come testimoniato dal complesso di Seruci e dalla presenza di domus de janas, di Nuraghi e di villaggi nuragici. Per la ricchezza dei minerali presenti nel suo sottosuolo, viene occupata per lunghi periodi da Fenici, Punici e Romani. Sorta fin dall’anno mille come Domus o Domestica, cioè come centro di aggregati rurali di proprietà del giudice o di membri della sua famiglia, appartiene, fino al 1257, al Giudicato di Càralis. Passa successivamente prima ai Donoratico, poi ai Pisani ed, infine, agli Aragonesi. Con il tempo viene, progressivamente, abbandonato, tanto che, nei primi decenni del quindicesimo secolo, risulta essere completamente spopolato, situazione che dura fino alla fine del diciottesimo secolo. Il feudo, gestito prima dalla famiglia dei Gessa, in particolare alla fine del settecento da don Cesare Gessa e da donna Eleonora Gessa, passa alla famiglia Asquer, e don Gavino Asquer Amat, visconte di Fluminimaggiore e Gessa, il 25 maggio 1774, con atto pubblico di conversione e capitolazione di vassallaggio, con quindici nuovi vassalli ripopola il villaggio, fondando il nuovo abitato, chiamato Gonnesa, realizzato secondo uno schema geometrico rettilineo. Nel censimento del 1821 a Gonnesa risultano presenti 567 abitanti, che aumentano progressivamente con lo sviluppo dell’attività mineraria fino agli attuali più di cinquemila abitanti. Nel 1940 il comune di Gonnesa viene aggregato, in parte al comune di Carbonia, ed in parte a quello di Iglesias, dai quali viene nuovamente separato nel 1945. Del comune di Gonnesa nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Gonnesa

Gonnesa-Sfilata della 'Associazione Culturale Folk Sant’Andrea' di GonnesaA Gonnesa sono attivi soprattutto il Gruppo Folk Maria Carta, l’Associazione Culturale Folk Sant’Andrea di Gonnesa, e il Gruppo Folkloristico Nuraxi Figus, che ha la sua sede nell’omonima frazione. I loro componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono sia nel comune che anche in altre località della Sardegna. Gonnesa-Sfilata dei costumi di GonnesaTra le principali feste e sagre che si svolgono a Gonnesa segnaliamo, a maggio, la manifestazione indicata come I Moti Gonnesini, o anche Quel Maggio del 1906, una rappresentazione storica della rivolta popolare portata avanti dai minatori del bacino minerario che, nel maggio del 1906, si ribellarono ai loro datori di lavoro per i salari da fame e le condizioni di lavoro disumane alle quali erano sottoposti. Inoltre a Gonnesa il 26 maggio si svolge la Festa della Madonna di Tratalias; ad agosto la manifestazione Gonnesa corre; all’inizio di settembre, la manifestazione L’estate Gonnesina si conclude nella frazione Nuraxi Figus con i festeggiamenti in onore di Sant’Isidoro; il 30 novembre si celebra la Festa patronale, che è la Festa di Sant’Andrea; a dicembre si svolge la Rassegna di musica etnica, la Mostra etnografica e la Mostra dell’artigianato locale.

Visita del centro di Gonnesa

L’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra un andamento altimetrico tipico delle località collinari. Arriviamo a Gonnesa da nord con la SS126 Sud Occidentale Sarda provenendo da Iglesias, e prendiamo la deviazione sulla sinistra che porta all’interno dell’abitato, dove assume il nome di via Iglesias.

Il Cimitero di Gonnesa

Proprio dove dalla SS126 Sud Occidentale Sarda parte sulla sinistra la strada che conduce all’interno dell’abitato, a sinistra si trova l’ingresso del Cimitero Comunale di Gonnesa. All’interno del Cimitero è presente il suo monumento funebre di Anselmo Roux, nato a Torino nel 1845, che nel 1873 raccoglie tra i familiari e amici il capitale e fonda la Società Anonima proprietaria delle Miniere di carbone di Bacu Abis, con associata la Compagnia Generale delle Miniere, incaricata della gestione delle miniere carbonifere nel Sulcis. É anche presente il monumento funebre con bassorilievo di Salvatore Aresu, sindaco del paese dal 1896 al 1898.

Gonnesa: Cimitero Comunale di Gonnesa Gonnesa: Cimitero Comunale di Gonnesa: monumento funebre di Anselmo Roux Gonnesa: Cimitero Comunale di Gonnesa: monumento funebre di Salvatore Aresu

Il Campo Sportivo di Gonnesa

Lungo la via Iglesias che ci porta all’interno dell’abitato, dopo duecentocinquanta metri prendiamo la prima a sinistra, e la seguiamo per quattrocento metri, in direzione nord est, fino a trovare alla destra della strada il Campo da Calcio di Gonnesa.

I resti della Stazione ferroviaria dismessa di Gonnesa delle Ferrovie Meridionali Sarde

Gonnesa: vecchia foto della Stazione ferroviaria di Gonnesa delle Ferrovie Meridionali SardeLungo la via Iglesias che ci porta al’interno dell’abitato, dopo duecentocinquanta metri prendiamo, invece, la prima a destra, e la seguiamo per duecento metri, in direzione sud ovest, fino a trovare di fronte alla strada la Ex Stazione ferroviaria di Gonnesa delle Ferrovie Meridionali Sarde. Gonnesa: resti della Stazione ferroviaria dismessa di Gonnesa delle Ferrovie Meridionali Sarde oggiNel 1926 il breve tratto della linea ferroviaria tra monteponi ed Iglesias, aperta nel 1898 a scartamento ordinario dalle Ferrovie reali, poi delle Ferrovie dello Stato, passa alle Ferrovie Meridionali Sarde, che la convertono allo scartamento ridotto e la inseriscono nel più lungo collegamento tra Palmas Suergiu, oggi San Giovanni Suergiu, fino alla stazione di monteponi e da qui fino ad Iglesias, aprendo, di conseguenza, la Stazione ferroviaria di Gonnesa. La stazione di Gonnesa viene chiusa nel 1974, in occasione della cessazione del servizio della linea che la serviva, tra San Giovanni Suergiu ed Iglesias. Oggi resti della Stazione ferroviaria dismessa è stata trasformata in un’abitazione privata.

Entriamo in Gonnesa e troviamo la piazza del Minatore con il monumento

Gonnesa-monumento al MinatoreProseguendo lungo la via Iglesias all’interno del centro abitato, dopo duecento metri troviamo, alla destra della strada, l’ampia Piazza del Minatore una piazza coperta da un manto erboso, che sullo sfondo è alberata. Nella piazza è presente, sulla destra, uno spazio recintato, con panchine per i visitatori, nel quale è stato posizionato il grande Monumento al Minatore di Gonnesa.

La chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo

Gonnesa: chiesa parrocchiale di Sant’Andrea ApostoloPercorsi altri cento metri lungo la via Iglesias arriviamo a un bivio, dove prendiamo verso destra il corso Giacomo Matteotti. Percorsi centocinquanta metri, prendiamo a sinistra la via Sant’Andrea, e, dopo altri centocinquanta metri, troviamo alla sinistra della strada, al civico numero 43, la chiesa di Sant’Andrea Apostolo che è la chiesa parrocchiale di Gonnesa. Edificata in stile romanico tra l’undicesimo ed il tredicesimo secolo, della primitiva struttura oggi rimane solo la facciata. In seguito è stata modificata più volte, soprattutto tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo, cui appartengono la navata e le cappelle laterali. Conserva, comunque, ancora oggi alcuni caratteri romanici nella facciata, come gli archetti, l’arco del portale a tutto sesto e il doppio campanile a vela. La chiesa ha una pianta a navata unica, ed ha sei campate separate dalla presenza di cinque arcate trasversali a tutto sesto. La navata ospita due cappelle per lato, in una posizione assimetrica. All’esterno, la facciata è suddivisa in due ordini, dei quali quello superiore, completamente intonacato, ospita sul terminale piano un piccolo campanile a vela a due aperture. Il portale in legno, è ospitato nell’ordine inferiore ed è inquadrato da blocchi in pietra rosa, lo stesso materiale visibile anche nelle lesene a sezione rettangolare, ai lati e nella teoria di archetti pensili rilevati dal restauro del 1994 e impostati su peducci. Sulla sinistra è presente il campanile esterno, a pianta rettangolare, anch’esso suddiviso in due ordini e concluso da una piccola cupola a padiglione. Il 30 novembre a Gonnesa si celebra la Festa di Sant’Andrea Apostolo, che è la Festa patronale del paese.

Il Municipio di Gonnesa

Gonnesa-Municipio di GonnesaProseguendo lungo la via Sant’Andrea per una cinquantina di metri, troviamo alla sinistra della strada un’ampia piazza, sulla quale si affaccia, alla destra della strada, al civico numero 48, l’edifico che ospita il Municipio di Gonnesa, con la sua sede ed i suoi uffici. L’attuale struttura nasce nel 1901, dall’unione di due diverse strutture. In base a una delibera del 1886, l’amministrazione Comunale aveva acquistato una casa con cortile, ed il progetto prevedeva i locali per gli uffici comunali, i locali per le scuole, la caserma e gli alloggi dei precettori e del segretario Comunale. I lavori di costruzione vengono sospesi a causa del crollo, per ben due volte, della volta della sala consiliare, che alla fine viene realizzata in travi di ferro e volta in mattoni, e, nel 1903, il decoratore Luigi ligas di Cagliari ha decorato la volta dell’aula consiliare.

Visita dei dintorni di Gonnesa

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Gonnesa, sono stati portati alla luce i resti delle Tombe di giganti Muro Moi, Seruci, punta Seruci I, punta Seruci II; dei Protonuraghi Corona Maria, Is Bangius; dei Nuraghi semplici di Campumari, punta Sa Intilla, Sa Turritta, Serra Nuraxi; dei Nuraghi complessi de Is Arenas, Ghilotta, Moru Nieddu, Muromoi, Murru Moi, Nuraxi Figus, Perdaias Mannas, Serbegi, Seruci, su Arci, Mogoresu; dei Nuraghi Medau Massidda, pozzo Nuraghe, Sa Masa, tutti di tipologia indefinita; mentre non resta èiù nulla del Nuraghe Mogoresu, che omai scomparso. Il suo territorio è caratterizzato da terreni che vanno dalle selvagge e aride distese di colline calcaree a bellissimi altopiani trachitici di origine vulcanica, dalle stupende creste scistose alle enormi distese di sabbia bianca e pura. Su di esso si estende una variegata flora, in gran parte costituita da macchia mediterranea, ed anche una ricca fauna.

I resti della Stazione ferroviaria dismessa di Gonnesa della linea tra monteponi e Portovesme

Gonnesa: resti della Stazione ferroviaria dismessa di Gonnesa della linea tra monteponi e Portovesme oggiDall’ingresso del Cimitero Comunale di Gonnesa, percorsi quattrocentocinquanta metri verso nord lungo la SS126 Sud Occidentale Sarda, troviamo sulla sinistra la strada che ci porta agli edifici della ex Stazione ferroviaria di Gonnesa della linea tra monteponi e Portovesme. Nella seconda metà dell’ottocento lo sviluppo dell’attività estrattiva nella frazione monteponi porta la Società Mineraria monteponi, proprietaria della miniera, a dotarsi di una propria ferrovia privata, tra le più antiche d’Italia a scartamento ridotto. Nel 1870 viene realizzato il primo tronco, tra Gonnesa e Portovesme, già funzionante l’anno successivo, che inizialmente utilizzava la trazione di cavalli, poi sostituta da quella di tre locomotive a vapore a tre assi accoppiati, acquistate in Inghilterra. Negli anni successivi viene realizzato il secondo tronco della ferrovia, quello tra Gonnesa e monteponi, aperto al traffico nel 1875. La linea privata tra Portovesme e monteponi rimane attiva per molti anni, e la sua chiusura definitiva avviene nel 1963. Oggi i fabbricati della Stazione ferroviaria dismessa di Gonnesa della dismessa linea privata sono stati trasformati in abitazioni private.

La grotta di Santa Barbara in territorio di Gonnesa ma alla quale si arriva da monteponi

Percorsa ancora la SS126 Sud Occidentale Sarda verso nord in direzione di Iglesias, arriviamo alla frazione Bindua di Iglesias, dalla quale possiamo prendere la strada verso sud che ci porta alla località San Giovanni. Nel 1952, all’interno di un cantiere sotterraneo della miniera di San Giovanni, viene scoperta casualmente, durante lo scavo di un fornello, la Grotta di Santa Barbara situata all’interno della montagna di San Giovanni, in territorio di Gonnesa, ma, per raggiungerla, è stato riattivato il trenino dei minatori, con il quale, partendo dall’ingresso situato in territorio di Iglesias nella ex miniera di monteponi, percorriamo circa cinquecento metri, per poi proseguire con un ascensore e infine con una scala. La grotta, quando è stata scoperta, non aveva sbocco all’esterno, e si presentava quindi come una grande cavità interna ad una roccia ignea, di forma tendenzialmente sferica, rivestita di cristalli. Si tratta di un eccezionale salone sotterraneo di forma ellittica le cui superfici sono totalmente ricoperte da cristalli tabulari di barite bruna, aragonite e calcite. Questa grotta si è formata circa Duecento milioni di anni fa, e al suo interno, inseriti tra le pareti di calcite con la tipica forma a canne d’organo, si possono ammirare milioni di rari cristalli di barite rossa, stalattiti e stalagmiti di varie dimensioni, e una grande colonna alta venticinque metri. Questo monumento naturale è, per la sua natura e per lo stato di conservazione intatto, unico in Europa.

Gonnesa-Grotta di Santa Barbara-trenino che porta dalla miniera di monteponi nella grotta Gonnesa-Grotta di Santa Barbara: interno della grotta

contemporaneamente alla scoperta della massa mineralizzata Idina della Miniera di San Giovanni, si è sviluppato, in territorio di Gonnesa, il villaggio della miniera, l’Ex villaggio minerario Norman il quale ospitava a valle, attorno al piazzale Taylor, le maestranze, e a monte i dirigenti e gli impiegati. Oggi nel villaggio abitano una settantina di persone, e case nuove e molto curate si mescolano ai ruderi che ricordano il passato minerario. Gli edifici interessanti sono soprattutto quattro, la villa Stefani, la villa Pintus, il rudere della chiesa di San Giovanni all’entrata del paese, e lo spaccio aziendale. Ma i bellissimi edifici abbandonati sono popolati soprattutto da scritte e sfoghi di ogni genere, in particolare nella villa Pintus, quella che sembrerebbe la più recente delle costruzioni abbandonate, hanno trovato spazio sfoghi giovanili e pulsioni infantili e trasgressive di ogni genere, come dimostrano le numerose scritte sui muri.

Gonnesa-Villaggio Normann Gonnesa-Villaggio Normann Gonnesa-Villaggio Normann

La miniera di Seddas Moddizis con il villaggio Asproni

Gonnesa: la ex miniera di Seddas ModdizisA sud della miniera di San Giovanni si trova la Ex miniera di Seddas Moddizis posta in un basso altopiano oltre la catena di basse colline che separa Iglesias da Gonnesa. La miniera è stata rilevata nel 1870 dall’ingegner Giorgio Asproni, nella speranza di trarre profitto grazie ai giacimenti di Calamina, un minerale che viene utilizzato per l’estrazione dello zinco. La miniera è stata chiusa nel 1963 e da allora è stata abbandonata. Il complesso minerario è composto dai cantieri di estrazione, dalle due laverie, la vecchia e la nuova, e da due grandi forni di calcinazione.

Gonnesa-Villaggio AsproniA pochi chilometri dalla miniera di Seddas Moddizis si trova quello che era il suo nucleo abitativo, noto oggi con il nome di Villaggio Asproni dal nome del suo fondatore. Si tratta di uno dei paesi fantasma più belli e affascinanti di tutta l’isola, è molto isolato, ma relativamente semplice da raggiungere. Fondato nel periodo d’oro della miniera, era abitato dalla famiglia Asproni e dai dipendenti. Di questo piccolo villaggio, Asproni era una sorta di sindaco, in quanto padrone assoluto dell’intera area. Il villaggio è costituito da alcune case, uno spaccio, la chiesa di San Giorgio, gli uffici della direzione, la villa dell’ingegnere, la Scuola e altri piccoli edifici. È abbandonato probabilmente da quando la miniera entrò in crisi, quindi dalla prima metà del 900.

Gonnesa-Villaggio Asproni Gonnesa-Villaggio Asproni Gonnesa-Villaggio Asproni

La costiera di Gonnesa

Vediamo, ora, le diverse spiagge che si trovano lungo la costiera di Gonnesa raggiungibile dall’abitato di Gonnesa prendendo verso nord la SS126 Sud Occidentale Sarda, prendendo dopo circa cinquecento metri la deviazione verso sinistra sulla SP83, che condice sulla costa, caratterizzata da un lunghissimo arenile di sabbia finissima formato da tre spiagge dotate di ampi parcheggi e servizi, ossia dalle spiagge di Fontanamare, spiaggia di Mezzo e Porto Paglia. L’arenile è delimitato a nord dall’antico villaggio minerario di Fontanamare e, a sud, dalle strutture riattate della settecentesca tonnara di Porto Paglia, mentre a ridosso delle spiagge ci sono Lussureggianti e accoglienti pinete.

La spiaggia di Fontanamare

La prima località della costiera di Gonnesa che incontriamo, è la frazione Fontanamare (altezza metri 10, distanza in linea d’aria circa 4.7 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), piccola località costiera del comune di Gonnesa. A Fontanamare possiamo arrivare dall’abitato di Gonnesa uscendo con la via Iglesias e prendendo verso nord la SS126 Sud Occidentale Sarda, prendendo dopo circa cinquecento metri la deviazione verso sinistra sulla SP83, che condice sulla costa a Fontanamare, e più a nord a Nebida e Masua, in territorio di Iglesias. Ci possiamo arrivare anche da Nebida, prendendo verso sud la SP83 che diviene una strada costiera, e che, in circa tre chilometri e mezzo, ci porta all’area di sosta presente vicino alla costa.

Accanto alla strada vediamo la spiaggia di Fontanamare, che chiude a nord la costa di Gonnesa, davanti all’omonimo piccolo gruppo di case, di antica origine mineraria, e rappresenta la parte settentrionale di un’ampia spiaggia unica, lunga quattro chilometri, che comprende anche la spiaggia di Plagemesu, e, verso sud, la spiaggia di Porto Paglia.

La bellissima spiaggia di Fontanamare è caratterizzata da un ampio arenile molto esteso, con sabbia chiara ambrata e bianca in grande quantità, molto compatta, affacciato su un mare dalla splendida policromia, che include le varie tonalità del verde smeraldo e dell’azzurro, e con un fondale sabbioso, medio basso, con la presenza in alcuni tratti di scogli e rocce. Come in tutta la zona, e ben battuta dal maestrale, ed e per questo meta degli amanti del windsurf e del Kytesurf. La spiaggia è relativamente affollata in alta stagione, grazie alla vastità dell’arenile, ed in essa è presente un punto ristoro sulla spiaggia ed un ristorante vicino all’area di sosta. Guardando verso nord si vede tutta la costa e si vedono i grandi scogli S’Agusteri e Il Morto, con altri scogli più piccoli, mentre in lontananza vede il grande scoglio Pan di Zucchero.

Gonnesa: la spiaggia di Fontanamare Gonnesa: la spiaggia di Fontanamare Gonnesa: la spiaggia di Fontanamare Gonnesa: la costa da Gonnesa verso Masua con gli scogli S’Agusteri, il Morto e altri più piccoli

Gonnesa: la ciminiera ed il condotto dell’ex fonderia mineraria di FuntanamareSulla spiaggia sono presenti i resti degli impianti legati all’attività mineraria della zona, soprattutto e quella della Ex miniera di carbone di Fontanamare. La miniera è costituita da un giacimento superficiale che è stato sfruttato nella seconda metà dell’ottocento dalla Società monteponi. Nella zona vi sono una serie di ruderi di edifici di costruzione piuttosto recente, ma vi sono anche i resti di un fumaiolo della piccola fonderia mineraria, oltre all’antico porto minerario. Data l’assenza di un porto nelle immediate vicinanze, i carichi di minerale venivano portati fino alle spiagge e venivano poi caricati in piccole barche, chiamate Bilancelle, portate da marinai, il cui nome in gergo era Galanzieri, che trasportavano il materiale fino all’isola di Carloforte. Sulla spiaggia è presente lo sbocco di una galleria di scolo, costruita nel 1875 e nota col nome di Galleria Umberto I, lunga circa sei chilometri, che partiva dal complesso minerario di monteponi e con una portata di circa 800 litri per secondo permetteva di migliorare notevolmente il deflusso delle acque che erano presenti in quella miniera.

La spiaggia di Plag ’e Mesu o Plagemesu

Dall’abitato di Gonnesa, uscendo verso nord con la via Iglesias, prendiamo verso sud la SS126 Sud Occidentale Sarda verso sud, ossia verso Carbonia, dopo circa quattrocento metri svoltiamo a Destra e imbocchiamo La Strada Comunale per Plag ’e Mesu, la seguiamo per quasi tre chilometri e mezzo, ed arriviamo alla spiaggia di Plag ’e Mesu ossia alla spiaggia di mezzo. Procediamo dritti verso il mare fino a raggiungere l’area di sosta presente vicino alla costa.

Gonnesa: la spiaggia di Plag ’e Mesu o PalemesuLa spiaggia di Plag ’e MesuPlagemesu che indica la spiaggia di Mezzo situata tra la spiaggia di Fontanamare e la spiaggia di Sa punta ’e S’Arena, è caratterizzata da un ampio arenile di grandi dimensioni, costituito da sabbia chiara ambrata e bianca, molto compatta, affacciato su un mare dalle varie tonalità del verde smeraldo e dell’azzurro, e con un fondale sabbioso, medio basso, con la presenza in alcuni tratti di scogli e rocce. Come in tutta la zona, anche questa spiaggia e molto battuta dal maestrale, ed e per questo meta degli amanti del windsurf e del Kytesurf. relativamente affollata in alta stagione, grazie alla vastità dell’arenile, in essa sono presenti punti di ristoro, con la possibilità di affittare attrezzature da spiaggia come ombrelloni, sdrai e lettini.

Prima di arrivare al parcheggio, alla destra della strada si trova un’area dismessa, un tempo utilizzata come camping, dotata di spaccio, piscina e altre attrazzioni, della quale oggi rimangono solo i ruderi spogliati di tutto, dai ladri e vandali. Nelle vicinanze della spiaggia e presente un bunker risalente alla Seconda Guerra Mondiale.

La spiaggia di Sa punta ’e S’Arena

Lungo la strada che ci ha portato alla spiaggia di Plag ’e Mesu, settecento metri prima di raggiungerlo prendiamo una deviazione sulla sinistra seguendo le indicazioni, che, in poco meno di un chilometro e mezzo, ci porta al parcheggio della spiaggia. L’ingresso della stessa è segnalato da una grande pietra che si trova a qualche chilometro dal bivio.

Gonnesa: la spiaggia di Sa punta ’e S’ArenaLa spiaggia di Sa Punta ’e S’Arena situata tra la spiaggia di Plag ’e Mesu e la spiaggia di Porto Paglia, presenta un arenile chiaro non particolarmente sottile, un meraviglioso mare cristallino dalle varie tonalità di colore del verde e dell’azzurro cangianti con il fondale non particolarmente basso. Ai lati oltre che in alcuni punti della spiaggia e della riva sono presenti scogli chiari che contribuiscono ad abbellire il panorama. Alle spalle della spiaggia si ergono bellissime dune di sabbia ricoperte, in alcuni punti, di macchia mediterranea. Per la sua posizione rispetto al vento è molto amata degli amanti del windsurf e del Kytesurf. Dispone di numerosi servizi come un ampio parcheggio, la possibilità di noleggiare attrezzature per la spiaggia ed un punto ristoro.

La spiaggia di Porto Paglia

Superato il paese, prendiamo la SS126 Sud Occidentale Sarda verso sud, ossia verso Carbonia. Da qui arriviamo ad uno svincolo dove prendiamo verso destra, ossia verso il mare, la SP108, seguendo le indicazioni per Portoscuso e Portovesme. Dopo due chilometri e trecento metri svoltiamo a destra verso la Strada Comunale per Porto Palma, che, dopo poco più di un chilometro e mezzo, ci porta alla spiaggia di Porto Paglia, forse una delle più popolari del comune di Gonnesa, cui si accede dall’area di sosta attraverso una scalinata finale.

La spiaggia di Porto Paglia che chiude a sud la costiera di Gonnesa, ha l’arenile costituito da una lunga distesa di sabbia di un bellissimo colore tra l’ambrato ed il dorato, molto chiara, fine e compatta, che si presenta con ciottoli e, sulla riva, con delle striature rosa dovute ai minerali presenti, e si affaccia in un mare dal bellissimo colore verde, policromatico e molto trasparente, con un fondale sabbioso non molto basso. Sono presenti scogli sulla riva, in corrispondenza del lato sud. La spiaggia è relativamente affollata in alta stagione, data la vastità dell’arenile, ed in essa è presente un punto ristoro.

Gonnesa: l’insenatura di Porto Paglia Gonnesa: la spiaggia di Porto Paglia Gonnesa: la spiaggia di Porto Paglia

Gonnesa: il porto Paglia: l’antica tonnataAlle spalle della spiaggia, un alto promontorio ricoperto da macchia mediterranea la protegge. Su di esso sono presenti i resti dell’Antica tonnara di Porto Paglia impiantata alla fine del sedicesimo secolo per decisione del re Filippo II re di Spagna, su progetto del commerciante di origine genovese Pietro Porta, divenuto nel 1603 barone di Teulada, cui si deve il merito di aver studiato il corso dei tonni nei mari dell’isola e di aver introdotto, nel sistema di pesca del tonno, l’impianto delle camere. La tonnara, intesa come complesso delle reti, era composta da sei camere, gli alloggi della ciurma sorgevano nella collina adiacente la tonnara, mentre la lavorazione del tonno avveniva negli stabilimenti della località La punta sull’isola di San Pietro. L’antica tonnata è stata chiusa nel 1974, e, fra le molte tonnare che operavano nella Sardegna del sud, solo quelle di Portoscuso e di Porto Paglia conoscono un’attività ininterrotta. L’antica tonnara, ristrutturata e recuperata, ospita oggi un villaggio turistico.

Gonnesa: il porto Paglia: la piccola chiesa di San PietroL’antica tonnara è caratterizzata anche dalla presenza della piccola chiesa, o cappella, della tonnara, la piccola chiesa di San Pietro che si trova su uno scoglio circondato dal mare, a ridosso della scogliera che chiude a sinistra la spiaggia di Porto Paglia, a circa duecento metri dalla costa, verso sud. È l’unica piccola chiesa in Sardegna accessibile solo via mare, e le imbarcazioni che vi arrivano possono essere ancorate alla minuscola banchina presente sul sagrato.

La Torre di Porto Paglia

Gonnesa: il porto Paglia: i pochi resti della Torre di Porto PagliaNon lontana dagli stabili che ospitavano la tonnara, sorge la torre litoranea, oggi in rovina, costruita nel 1598 in località chiamata dagli Aragonesi Las Canellas. La Torre di Porto Paglia si trova anch’essa su uno scoglio circondata dal mare, un poco più a sud rispetto alla piccola chiesa di San Pietro. Ha una caratteristica pianta semicircolare, ed è stata edificata con pietre squadrate in tufi vulcanici e lave, e con blocchi subarrotondati. Si trova, però, oggi allo stato di rudere.

Il complesso nuragico di Seruci

Gonnesa: complesso nuragico di SeruciProseguendo sulla SP108, a circa tre chilometri da dove la avevamo presa, svoltiamo a sinistra in una strada che risale la collina, sino a raggiungere, dopo un chilometro e mezzo, l’area archeologica del Complesso nuragico di Seruci. Il complesso nuragico è situato in cima a un colle, e si tratta di uno dei più grandi e più significativi della Sardegna, formato da un Nuraghe, dal villaggio nuragico e da almeno tre Tombe di giganti.

Il Nuraghe costruito con andesite locale, con un mastio contornato da quattro o cinque torri unite tra loro da un bastione, con nella sua parte nord orientale la presenza di un pozzo, è stato scoperto nel 1897 ed in seguito studiato e parzialmente scavato da Torquato Taramelli nel 1913, e succesivamente scavato più approfonditamente negli anni ottanta del secolo scorso sotto la guida di Vincenzo Santoni. È ancora in fase di scavo. Il Villaggio nuragico è formato da oltre cento capanne circolari monocellulari ed alcune capanne complesse, disposte intorno a un grande edificio, formato da un cortile con intorno undici ambienti, probabilmente ad uso abitativo. Le capanne formano agglomerati divisi da strette stradine che portano tutte verso una piazza centrale. Al centro del villaggio si trova la Sala del Consiglio, i cui muri sono costruiti con grossi blocchi di trachite, ed all’interno i blocchi squadrati addossati alla parete formano un sedile. Nei dintorni del villaggio nuragico si trovano anche tre Tombe di giganti. La Tomba di giganti di Seruci che era costruita in andesite, si trovava accanto al villaggio, ma è stata nel tempo completamente distrutta. A sud ovest del villaggio si trovano le altre due, anch’esse costruita in andesite, che sono la Tomba di giganti di Punta Seruci I e la Tomba di giganti di Punta Seruci II.

La ex miniera di carbone di Seruci

Gonnesa: l’ex miniera di carbone di SeruciA sud rispetto al complesso nuragico, a seicentocinquanta metri di distanza proseguendo lungo la strada che ci ha portato ad esso, si trovano i resti dell’Ex miniera di carbone di Seruci denominata durante il periodo del regime fascista Littoria II. La miniera è ormai dismessa, ma per molti anni, da questa miniera, sono stati estratti milioni di tonnellate di carbone. Ed esisteva, un tempo, una teleferica che portava il carbone direttamente a Portovesme per il suo imbarco alla volta del continente.

La piccola Baia di Canal’e Trinca con la sua spiaggia

Prosguendo ancora sulla SP108 verso sud per circa un chilometro e mezzo, troviamo sulla destra una stradina sterrata che conduce alla Baia di Canal’e Trinca, nella quale è presente la spiaggia di Canal’e Trinca, che è situata un poco più a nord rispetto alla Scogliera di Guroneddu, una località dal paesaggio lunare molto amata dai surfisti esperti.

Gonnesa: la piccola Baia di Canal’e Trinca con la sua spiaggiaLa spiaggia di Canal’e Trinca è una piccola spiaggetta, piuttosto isolata, con l’arenile costituito da sabbia a grani medi colore ambrato, affacciato su un mare di una bellissima policromia tra il verde e l’azzurro, con fantastiche trasparenze, e con la presenza di scogli sia sull’arenile sia in acqua. Il fondale e basso e sabbioso. Attorno alla spiaggia si sviluppa la bassa macchia mediterranea. Poco frequentata nei mesi estivi per le sue limitate dimensioni e per la difficoltà di accesso, non sono presenti servizi su questa spiaggia.

I resti del villaggio minerario di Terras Collu e della chiesa di San Rocco

Superato il paese, abbiamo preso la SS126 Sud Occidentale Sarda verso sud, ossia verso Carbonia. Dopo lo svincolo che ci ha portati sulla SP108, percorsi seicentocinquanta metri srriviamo all’interno dei resti del situato ad ovest dell’abitato di Bacu Abis, che era stato edificato in territorio di Gonnesa ma è successivamente passato al nuovo comune di Carbonia e verrà descritto nella pagina relativa a questo comune.

Gonnesa: bacu Abis: veduta della miniera di Terras Collu nel periodo della sua attivitàIl giacimento carbonifero di Bacu Abis viene scoperto nel 1851 da Ubaldo Millo, che ottiene nel 1853 diverse concessioni carbonifere tra le quali quella della Miniera di Terras Collu. Nel 1871 la concessione viene affidata ad Anselmo Roux, che nel 1873, a Torino, costituisce la Società Anonima Miniere di Bacu Abis. E per oltre mezzo secolo, questo carbone viene indicato come Carbone Bacu Abis, nome che è rimasto anche come intestazione della società di estrazione carbonifera. Tuttavia, dopo alcuni anni in cui lavoravano nella miniera sino a 700 operai, arriva la crisi, i soci di Roux si ritirano e lui rileva la miniera da solo. Dopo la sua scomparsa, la miniera viene rilevata dalla Società monteponi. Durante il fascismo, per la politica dell’autarchia, nel territorio vengono aperte altre miniere e, quella di Bacu Abis rinasce, vengono ampliati i pozzi esistenti e potenziato il sistema di trasporto dei minerali su ferrovia. L’attività estrattiva si protrae fino ai primi anni sessanta del novecento, quando la miniera cessa la sua attività.

Gonnesa: bacu Abis-resti della chiesa di San Rocco nel villaggio minerario di Terras ColluAttualmente restano solo i ruderi del basamento di quelli che furono i principali edifici del villaggio minerario di Terras Collu, la scuola, la direzione e nel sotterraneo, la dispensa. E restano anche i ruderi della chiesa del villaggio minerario, che era la chiesa di San Rocco costruita intorno al 1920, la quale all’nterno conserva ancora l’altare originale, mentre la statua di San Rocco viene conservata oggi nella chiesa parrocchiale di Santa Barbara a Bacu Abis. Costruita su un’unica navata in stile neogotico ha accolto fedeli e le funzioni religiose sino al 1941. È stata successivamente adibita a presidio militare durante la seconda guerra mondiale.

La frazione Nuraxi Figus

Gonnesa-Nuraxi Figus: chiesa parrocchiale di Sant’Isidoro AgricoltorePassati i resti del villaggio minerario di Terras Collu, sulla SS126 Sud Occidentale Sarda troviamo un altro svincolo al quale prendiamo la SP82 verso il mare, che seguiamo per tre chilometri e mezzo. Arriviamo a un incrocio, che sulla destra porta alla miniera di Seruci, dritti ci porta verso Portoscuso, ed a sinistra porta, dopo un chilometro e mezzo, alla frazione Nuraxi Figus (altezza metri 116, distanza in linea d’aria circa 9.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 583). Al centro del villaggio di Nuraxi Figus si trova la chiesa di Sant’Isidoro Agricoltore che è la chiesa parrocchiale della piccola frazione. Ogni anno, all’inizio di settembre, il programma della manifestazione L’estate Gonnesina si conclude a Nuraxi Figus con i festeggiamenti in onore di Sant’Isidoro, che è il patrono degli agricoltori. Oltre alla processione ed alle manifestazioni religiose, si svolgono diversi eventi civili.

La miniera di Monte Sinni che è l’unica miniera di carbone ancora attiva in Italia

Gonnesa: la miniera di carbone di Monte Sinnai che è l’unica miniera carbonifera attiva in ItaliaLa frazione Nuraxi Figus è situata a breve distanza dalla Miniera di carbone di Monte Sinni che si trova subito a sud dell’abitato, ed al 2014 rimaneva l’unica miniera di carbone ancora attiva in Italia. La miniera masce negli anni trenta del novecento, denominata durante il periodo del regime fascista Littoria I, gestita dalla Società Mineraria Carbonifera Sarda, meglio nota come Carbosarda. La Carbosulcis, società subentrata alle precedenti gestione della miniera, ha in seguito ribattezzato il cantiere, che era nota un tempo come miniera di Nuraxi Figus, dandogli il nome di una vicina collina, Monti ’e Sinnì, ossia il monte dei segni, per la presenza di testimonianze archeologiche del periodo nuragico. La mineraria è dotata delle più moderne attrezzature minerarie di coltivazione e si sviluppa entro una rete di circa trenta chilometri di gallerie. Una rampa, detta discenderia, permette l’accesso al sottosuolo di mezzi e personale, mentre quattro pozzi equipaggiati di opportuni ascensori permettono l’accesso del personale ai diversi livelli sotterranei, fino ad una profondità massima di circa cinquecento metri. L’organico aziendale consiste in circa 520 unità, di cui circa centocinquanta sono impiegati di superficie, ed i restanti sono addetti alla produzione e mantenimento in sottosuolo.

Ma, purtroppo, anche di questa miniera è prevista la chiusura. Il 24 febbraio 2015, una delibera della Giunta regionale ha assunto la decisione di chiudere l’attività della miniera di Nuraxi Figus, e di nominare una Comitato Tecnico di Monitoraggio e Controllo del Programma di chiusura della Carbosulcis. La chiusura è prevista nel 2018, e sono previsti incentivi al pensionamento e misure aggiuntive per aiutare gli occupati a trovare nuovi lavori.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Iglesias ci recheremo a Domusnovas che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trovano il complesso nuragico S’Omu e S’Orcu e la famosa grotta di San Giovanni.


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