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Siapiccia con la chiesa della Madonna del Rimedio e le sorgenti di origine termale che si trovano nei suoi dintorni


In questa tappa del nostro viaggio, da Simaxis effettueremo una deviazione a Siapiccia che visiteremo con il suo centro con la chiesa campestre della Madonna del Rimedio ed i dintorni nei quali si trovano numerose sorgenti di origine termale.

La regione storica del Campidano di Oristano

Il Campidano di OristanoIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. In particolare, il Campidano di Oristano è una regione della Sardegna occidentale il cui territorio apparteneva anticamente al Giudicato d’Arborea. Si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano, e comprende i comuni di Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Nicolò d’Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu. È un territorio caratterizzato dalla presenza di zone umide di altissimo interesse naturalistico, con specie faunistiche rare.

Una deviazione a Siapiccia

Da Simaxis ci muoviamo in direzione di Siamanna ed effettuiamo una deviazione per recarci a visitare Siapiccia. Da Simaxis usciamo verso est con la SP35 che porta in direzione di Siamanna, la seguiamo per circa quattro chilometri e mezzo ed arriviamo ad una rotonda dove prendiamo la terza uscita che ci porta sulla SP39 la quale ci fa deviare verso settentrione. Seguiamo la SP39 per un chilometro e trecento metri ed arriviamo a uno svincolo dove svoltiamo a destra e prendiamo la SP87 che in trecento metri ci porta all’interno dell’abitato di Siapccia. Dal Municipio di Simaxis a quello di Siapiccia si percorrono 7.4 chilometri.

Il comune chiamato Siapiccia

Siapiccia-Veduta dell’abitatoSiapiccia-Stemma del comuneIl comune di Siapiccia (nome in lingua sarda Siipicia, altezza metri 64 sul livello del mare, abitanti 344 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro agropastorale, e notevole è la produzione di grano e orzo. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. La principale caratteristica del suo paesaggio è la stretta connessione tra l’ambiente naturale e la presenza umana, dato che l’uomo ha esercitato un ruolo notevole, condizionando il paesaggio vegetale, sostituendolo con colture agrarie, foreste di sughere, olivastri e rovelle ma mantenendo sempre vaste superfici a pascolo semi naturale. Nel territorio si trovano numerose sorgenti di origine termale.

Origine del nome

Il nome è composto dalle parole Sia e Piccia, nel quale quasi certamente il termine Sia è da interpretare come S' 'Ia, che indica Sa Via ossia La via. Quindi il nome intero è da interpretare come La Via Piccola. La denominazione fa riferimento ad una strada secondaria che veniva adoperata come collegamento tra Forum Traiani, ossia Fordongianus, e la Colonia Julia, l’attuale Usellus. Questa denominazione del paese deriva dalla necessità di essere distinto dall’altro vicinissimo di Siamanna, ossia Sia grande

La sua economia

Viste le ridotte dimensioni della comunità, il perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione, mentre è quasi del tutto inesistente l’industria. Le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, grano e orzo, frumento, ortaggi, foraggi, vite e olivo. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, ovini, caprini, equini e suini. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Siapiccia non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Brevi cenni storici

Posto alle porte del Barigadu tra le colline del Grighine, nome dal quale deriva quello del territorio circostante, il territorio e abitato già in epoca nuragica, data la presenza di Nuraghi. L’abitato ha origini che risalgono probabilmente al periodo fenicio-punico come attestato dalla presenza nel territorio di tombe e soprattutto dei graffiti rinvenuti in località Madau-Su Padru. In epoca romana diviene un presidio lungo una strada che collegava Fordongianus, l’antica Forum Traiani, con Usellus, l’antica Colonia Iulia. Doveva trattarsi probabilmente di una strada secondaria o comunque di minor lunghezza: il nome Siapiccia infatti viene dal sardo ed indica la strada piccola, opposto a quello dell’abitato limitrofo detto Siamanna, cioè la strada grande. Durante il medioevo il paese è inizialmente sotto l’autorità del Giudicato di Arborea nella Curatoria di Simaxis. Nel 1420, alla caduta del Giudicato, entrò a far parte del Marchesato di Oristano. Nel 1478, alla definitiva sconfitta degli Arborensi, passa sotto il dominio aragonese e diviene un feudo. Intorno al 1767, in epoca sabauda, viene incorporato nel Marchesato d’Arcais, feudo dei Flores Nurra, ai quali viene riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Nel 1928 venne costituita un’unica entità Comunale insieme ai comuni di Villaurbana e Siamanna. Nel 1947 si distacca insieme a Siamanna dal comune di Villaurbana e infine nel 1975, in seguito al risultato di un referendum, si costituisce come comune autonomo. Nello stesso 1974 viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano.

Le incisioni di Madau-Su Padru

su una collina in località Madau, a pochi metri di distanza da un’altra zona chiamata Su Padru, è stata individuata un’area di culto in corrispondenza di una roccia naturale d’arenaria, forse destinata allo svolgimento di sacrifici rivolti al dio Ba’al, una delle principali divinità della religione siro cananea e fenicia. Di norma, i rituali della tradizione fenicia e punica venivano compiuti su are ardenti o altari bruciaprofumi, e potevano avere funzioni e scopi differenti: dall’entrare in contatto con la divinità per espiare una colpa, per ringraziarla dei benefici ricevuti o per propiziare un evento, al preciso dovere sentito verso un dio con il quale la comunità aveva stretto un patto. Siapiccia: incisioni di Madau-Su PadruSiapiccia: incisioni di Madau-Su PadruLa pratica di tali culti in quest’area sopraelevata è testimoniata da alcune incisioni su roccia, datate al quinto e quarto secolo avanti Cristo, e raffiguranti personaggi in atto propiziatorio. In una di queste incisioni sono ad esempio visibili, nella parte anteriore, una figura che tiene in mano una spada davanti ad un altare con il fuoco acceso, un guerriero munito di elmo, scudo e lancia, un ipotetico capo o re con scettro assiso in trono ed un quarto personaggio in atteggiamento di prostrazione. Al centro si distingue un varco chiuso da una pietra circolare, forse un trauma geologico della roccia o, se scolpito, la raffigurazione dell’ingresso di una camera funebre. Le iscrizioni incise ai lati risultano invece danneggiate e quindi impossibili da interpretare.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Siapiccia

Date le dimensioni dell’abitato e l’esiguità della popolazione, a Siapiccia non sono presenti gruppi folk che allietino con le loro esibizioni i partecipanti ad eventi particolarmente significativi, mostrando il costume tradizionale del posto. Siapiccia-Sagra della pecora: locandina Siapiccia-Sagra delle polpette: locandinaTra le principali feste e sagre che si svolgono a Siapiccia, che allietano il borgo e attirano visitatori dai dintorni, merita di essere menzionata il 17 gennaio la Festa di Sant’Antonio Abate, preceduta la sera della vigilia dall’accensione del falò; a metà giugno, la Sagra della pecora, con degustazione di gnocchetti sardi cotti in brodo di pecora seguiti dalla pecora in cappotto, lessata con patate e cipolla, accompagnati da formaggio, pane e vino locale; a fine luglio, la Sagra delle polpette, con degustazione di Malloreddus al sugo di polpette, e con polpette in verde, fritte e al mirto, accompagnate da formaggio, pane e vino locale; l’8 settembre la Festa di Nostra Signora del Rimedio, preceduta da una novena, la quale verrà descritta più avanti; il 6 dicembre, si svolge la Festa patronale di San Nicolò Vescovo, ossia San Nicola di Bari.

Visita del centro di Siapiccia

L’abitato, circondato da una natura ricca e spettacolare, è interessato da una forte crescita edilizia ed ha l’andamento altimetrico tipico delle zone di pianura. Da Simaxis seguita la SP35, dopo circa quattro chilometri e mezzo arriviamo ad una rotonda dove prendiamo la terza uscita che ci porta sulla SP39, la seguiamo per un chilometro e trecento metri ed arriviamo a uno svincolo dove svoltiamo a destra e prendiamo la SP87 che, dopo trecento metri, incrocia la via Aldo Moro.

L’anfiteatro nella piazza Giuseppe Garibaldi

Siapiccia-L’anfiteatro nella piazza Giuseppe GaribaldiPresa la via Aldo Moro verso destra, si vede subito alla destra della strada il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato di Siapiccia. Seguita la via Aldo Moro, dopo appena una ventina di metri, svoltiamo a sinistra nella via Roma. Lungo la via Roma, dopo un’ottantina di metri, si sviluppa alla sinistra di questa strada l’ampia Piazza Giuseppe Garibaldi, con un grande anfiteatro nel quale si svolgono tutte le principali sagre che hanno luogo a Siapiccia, come la Sagra della pecora e la Sagra delle polpette..

La chiesa parrocchiale intitolata a San Nicolò Vescovo

Siapiccia-La chiesa parrocchiale intitolata a San Nicolò VescovoProseguiamo lungo la via Roma e, passata la piazza Giuseppe Garibaldi, procediamo quanche decina di metri e poi svoltiamo a sinistra prendendo la via Giuseppe Gariladi. Seguiamo la via Giuseppe Garibaldi per un’ottantina di metri, finché questa strada sbocca sulla via San Nicolò. La prendiamo verso sinistra e, dopo un centinaio di metri, nel punto più in alto del paese, a circa ottanta metri di altezza su di un colle che sovrasta il centro abitato, vediamo alla destra della strada la facciata della chiesa intitolata a San Nicolò Vescovo, ossia a San Nicola di Bari, che è la parrocchiale di Siapiccia. La chiesa parrocchiale è stata consacrata nel 1605 ed ha subito rimaneggiamenti successivi. La piccola chiesa parrocchiale sorge in posizione sopraelevata rispetto al paese ed è improntata alla massima semplicità. La facciata quadrangolare, di modeste dimensioni, ha un portale ed una finestra incorniciati da pietre a vista ed è sormontata da un timpano triangolare. Nella facciata si apre una finestra sormontata da un timpano. Sul lato sinistro dell’edificio sorge il campanile, realizzato in due epoche successive con due ordini di finestre, e che ospita due campane acquistate intorno alla metà del secolo scorso. Sul lato destro si trova la casa parrocchiale realizzata nell’ottocento.

Siapiccia: chiesa parrocchiale di San Nicolò Vescovo: veduta d’insieme Siapiccia: chiesa parrocchiale di San Nicolò Vescovo: facciata Siapiccia-Due cittadini di Siapiccia che mi hanno dato le indicazioni

L’interno dell’edificio di culto è dalle linee semplici, ad unica navata con paraste a sostegno di archi a tutto sesto sui quali poggia una copertura lignea a doppio spiovente. Il presbiterio, di ridottissime dimensioni, è di forma quadrangolare, è sollevato di due gradini rispetto all’aula ed è introdotto da un arco a tutto sesto. Lungo le pareti, prive di elementi architettonici decorativi, tra le paraste sono collocati: i simulacri dei principali Santi venerati nella parrocchia, un espressivo crocifisso in cartapesta, anticamente utilizzato per la cerimonia de S’Iscravamentu durante i riti della Settimana Santa; una scultura lignea del sedicesimo secolo raffigurante Sant’Antonio da Padova, realizzata con la tecnica dell’estofado de oro. Le due cappelle laterali che trovano spazio sul fondo dell’aula sono rispettivamente dedicate, una alla Madonna del Rosario e una a San Pietro. La prima ospita un altare con nicchia bordata in conci di trachite, l’altra un fonte battesimale in marmo policromo del diciassettesimo secolo, e le statue lignee di Gesù Risortodel diciottesimo secolo, e di San Pietro del diciassettesimo secolo. Tutte le strutture sono intonacate e semplicemente dipinte di bianco. L’unico cenno ad una decorazione è costituito dai capitelli, dagli spigoli dei pilastri e da un piccolo zoccolo basamentale di colore rosso. All’interno conserva un bell’altare in marmo raffigurante il Santo patrono.

Siapiccia: chiesa parrocchiale di San Nicolò Vescovo: interno Siapiccia: chiesa parrocchiale di San Nicolò Vescovo: interno verso il presbiterio Siapiccia: chiesa parrocchiale di San Nicolò Vescovo: interno verso il portale di ingresso

Siapiccia-Festa di San Nicola di Bari: locandinaPer tradizione si ritiene che il Santo patrono del paese sia la Madonna del Rimedio, ma il vero Santo Patrono è San Nicolò Vescovo, ossia San Nicola di Bari. Ogni anno a Siapiaccia, presso la chiesa parrocchiale intitolata a San Nicolò Vescovo, il 6 e 7 dicembre si tiene la Festa patronale in onore di San Nicola di Bari, organizzati dal Comitato della Madonna del Rimedio. Il programma dei festeggiamenti prevede che il 6 dicembre, a fine pomeriggio, si svolga la processione per le strade del paese con il simulacro del Santo, la quale è seguita dalla celebrazione della Santa messa nella chiesa parrocchiale. Mentre il giorno successivo, il 7 dicembre, in serata presso il Centro Sociale si tiene un intrattenimento musicale per allietare tuttti i partecipanti ai festeggiamenti.

La chiesa campestre della Madonna del Rimedio

Siapiccia: chiesa campestre della Madonna del RimedioPassata la chiesa parrocchiale di San Nicolò Vescovo, peroguiamo lungo la via San Nicolò che dopo una cinquantina di metri va ad immettersi sulla via Santa Maria, Prendiamo questar strada e la seguiamo per una settantina di metri, dove la strada termina accanto alla chiesa campestre dedicata alla Madonna del Rimedio, collocata su una piccola altura di circa settanta metri. Non si conosce l’epoca di costruzione dell’edificio, data sia l’esiguità dei documenti che ne attestano la presenza, sia la mancanza, nell’archivio parrocchiale, di registri antecedenti il 1930. Una prima menzione della chiesa si trova nei verbali delle visite pastorali che riportano come l’Arcivescovo Antonio Sotgiu, in seguito ad un sopralluogo, nel 1873 raccomandasse: che venisse mantenuta in stato decente e che per il crocifisso che vi si conserva, si costruisca nel muro una nicchia capace a contenerlo decentemente, per meglio essere conservato e venerato. La chiesa è realizzata con murature in pietra di arenaria e di basalto locali, di varia pezzatura, poggianti direttamentesu un basamento roccioso che funge da fondazione. All’edificio, ad unica aula, ampliato in due fasi successive come dimostrano i cantonali d’angolo, si accede tramite due ingressi: uno principale posto a est ed uno laterale sul lato sud, rivolto verso la chiesa parrocchiale. La pavimentazione è in cotto, e l’illuminazione è favorita da due piccole finestre.

Siapiccia: chiesa campestre della Madonna del Rimedio: veduta laterale Siapiccia: chiesa campestre della Madonna del Rimedio: veduta frontale Siapiccia: chiesa campestre della Madonna del Rimedio: il campanile a vela Siapiccia: chiesa campestre della Madonna del Rimedio: statua della Madonna del Rimedio

Anticamente una balaustra in ferro battuto e legno separava l’aula dal presbiterio, che attualmente si presenta rialzato da un gradino in basalto. L’altare in legno decorato si imposta su degli affioramenti rocciosi nascosti da un gradone in muratura e conserva il simulacro della Madonna del Rimedio, con abito riccamente drappeggiato e tracce di una originaria pittura, mentre un’altra statua della Madonna, utilizzata nelle processioni, è custodita in una nicchia posta nella parete destra rispetto all’ingresso principale. All’esterno, sul retro, un piccolo campanile a vela realizzato in conci di basalto squadrati e sagomati, ospita una piccola campana del settecento dedicata alla Vergine.

Siapiccia-Festa della Madonna del Rimedio: locandinaSiapiccia-Festa della Madonna del Rimedio: Sa Cursa de Is tres PandelasA Siapiccia i festeggiamenti hanno inizio il 29 agosto con la novena presso la piccola chiesa campestre, mentre il pomeriggio del 7 settembre, giorno della vigilia, si svolge Sa Cursa de Is tres Pandelas, un’Ardia a cavallo in onore della Santa, ossia una manifestazione equestre cui partecipano numerosi cavalieri. Subito dopo vengono celebrati i vespri e la messa in onore della Vergine ed, infine, prende il via la processione che accompagna il simulacro della Madonna lungo le vie del paese, con donne e uomini in costume, cavalli e cavalieri. L’8 settembre la statua viene portata in processione sino alla chiesa parrocchiale ed il 9 settembre viene riportata alla sua chiesa campestre, dove con una messa solenne si chiudono i festeggiamenti. Di sera si svolgono i festeggiamenti civili.

Il Municipio di Siapiccia

Siapiccia: il Municipio di SiapicciaSiapiccia: il parco giochi per i bambiniArrivati a Siapiccia, lungo la via Roma, passata la piazza Giuseppe Garibaldi, procediamo quanche decina di metri e poi svoltiamo a sinistra prendendo la via Giuseppe Garibaldi, che seguiamo per un’ottantina di metri, finché questa strada sbocca sulla via San Nicolò. Prendiamo la via San Nicolò verso destra e la seguiamo per centotrenta metri, dopo di che questa strada sbocca sulla via Guglielmo Marconi, che arriva a un’ampia rotonda, passata la quale la terza uscita prosegue con la via Guglielmo Marconi. Lungo la via Guglielmo Marconi, al civico numero 2, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Siapiccia, nel quale si trovano la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitati del paese. Il Municipio si trova all’interno di uno spazio alberato, con sulla sinistra panchile e percorsi pedonali, ed alla destra un ampio parco giochi per i bambini.

Il Monumento ai Caduti durante la Prima Guerra Mondiale

Siapiccia: inaugurazione del Monumento ai Caduti di Siapiccia durante la Prima Guerra MondialeNello spazio alberato intorno al Municipio, nel 2022 è stato inaugurato il Monumento ai Caduti di Siapiccia durante la Prima Guerra Mondiale, dato che delle centinaia di soldati sardi inghiottiti dalle trincee dalla terrificante guerra di posizione di cent’anni fa, undici erano di Siapiccia. Di questi combattenti si erano perse le tracce e la memoria, fino a quando qualcuno non ha cominciato ad indagare tra le maglie della storia per scoprirne il destino. Le sorti dei militari che non fecero più ritorno a casa sono state ricostruite da Tino Melis, artefice dei ritrovamenti dei luoghi di sepoltura di numerosi combattenti sardi morti nella Grande Guerra. L’obiettivo è quello di ricordare alla comunità i ragazzi di Siapiccia che nel corso del primo conflitto mondiale sacrificarono la vita in difesa della pace per senso del dovere e per amor di Patria.

Il Campo da Calcetto ossia da Calcio a cinque

All’ampia rotonda al termine della via San Nicolò, prendiamo la seconda uscita che è la via Antonio Gramsci, la seguiamo per un centinaio di metri e vediamo, alla sinistra della strada, il vialetto di accesso al Campo da Calcetto ossia da Calcio a cinque di Siapiccia, con fondo in erba sintetica, che non è dotato di tribune in grado di accogliere spettatori.

Siapiccia: il campo di calcetto di Siapiccia: ingresso Siapiccia: il campo di calcetto di Siapiccia: il Campo da gioco

Visita dei dintorni di Siapiccia

Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate, nei dintorni di Siapiccia, sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi Arigau, Bingiganna, d’Arriu, don Pauli, don Pauli II, Feureddu, Maiori, Nuraxeddu, Nuraxolu, Perda Mura, Piscau, Santu Perdu, Urrabi, tutti di una tipologia indefinita. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto.

Il Campo da Calcio

Da Simaxis seguita la SP35, dopo circa quattro chilometri e mezzo arriviamo ad una rotonda dove prendiamo la terza uscita che ci porta sulla SP39, la seguiamo per un chilometro e trecento metri ed arriviamo a uno svincolo dove svoltiamo a destra e prendiamo la SP87 che, dopo trecento metri, incrocia la via Aldo Moro. Svoltiamo a sinistra nella prosecuzione della via Aldo Moro, la seguiamo per circa duecento metri ed arriviamo a un bivio, dove a sinistra parte una strada bianca, mentre la strada asfaltata prosegue verso destra. Al centro del bivio, tra le due strade, parte un sentiero che, in meno di un centinaio di metri, porta a vedere alla destra il Campo da Calcio di Siapiccia, con fondo in terra battuta, non dotato di tribune per gli spettatori.

Siapiccia: il campo di calcio di Siapiccia: ingresso Siapiccia: il campo di calcio di Siapiccia: il Campo da gioco

Il Cimitero Comunale

Siapiccia: il Cimitero Comunale di Siapiccia: ingressoDa Simaxis seguita la SP35, dopo circa quattro chilometri e mezzo arriviamo ad una rotonda dove prendiamo la terza uscita che ci porta sulla SP39, la seguiamo per un chilometro e trecento metri ed arriviamo a uno svincolo dove svoltiamo a destra e prendiamo la SP87 che, dopo trecento metri, incrocia la via Aldo Moro. Svoltiamo a sinistra nella prosecuzione della via Aldo Moro, la seguiamo per circa duecento metri ed arriviamo a un bivio, dove a sinistra parte una strada bianca, mentre la strada asfaltata prosegue verso destra. Proseguiamo lungo la strada asfaltata per poco più di duecento metri, e vediamo alla sinistra della strada il muro di cinta con al centro il cancello di ingresso del Cimitero Comunale di Siapiccia, passato il quale il vialetto di accesso conduce all’interno dello spazio cimiteriale.

Le sorgenti termali nel territorio di Siapiccia

Nel territorio di Siapiccia, alle pendici occidentali del monte Grighine, si trova un’area ricca di affioramenti di quarzite, un tempo usata per ricavarne materiale tintorio, e di sorgenti termali. Tra queste le più note sono Sa Mitza de s’acqua callenti, ossia la sorgente dell’acqua calda, con l’acqua ad una temperatura costante di 27° C, dotata di proprietà salutari. Significativa è anche la fonte di S’Arrogana, da cui scaturisce acqua microbiologicamente pura. Il monte caratterizza il paesaggio con rocce erose dal tempo e macchia mediterranea, a tratti impenetrabile.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Simaxis evitando la deviazione a Siapiccia ci recheremo a Siamanna che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni dove si trovano la chiesa campestre di San Giovanni Battista ed i resti del Nuraghe omonimo.


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