Sini con la chiesa di San Giorgio e la Sagra de su Pani ’e Saba che attira ogni anno migliaia di personeIn questa tappa del nostro viaggio, da Gonnosnò ci recheremo a Sini che visiteremo con il suo centro dove si trova la chiesa di San Giorgio e dove si svolge la Sagra de su Pani ’e Saba che attira ogni anno migliaia di persone, e con i dintorni nei quali si trova l’Olivo millenario. La regione storica della MarmillaNella Sardegna centro meridionale, a cavallo del confine che separa la Provincia di Oristano da quella del Sud Sardegna, c’è una zona chiamata Marmilla della quale qui visiteremo la parte settentrionale. I comuni che fanno parte della Marmilla settentrionale, in Provincia di Oristano, sono: Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Baressa, Baradili, Curcuris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Nureci, Pau, Pompu, Ruinas, Senis, Simala, Sini, Siris, Usellus, Villa Sant’Antonio, Villa Verde. I comuni della Marmilla meridionale, in Provincia del Sud Sardegna, sono: Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Gesturi, las Plassas, lunamatrona, Pauli Arbarei, Sardara, Segariu, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villamar, Villanovaforru, Villanovafranca. Nella Marmilla meridionale spicca incontrastato il colle di las Plassas, famoso per la sua forma mammellare, che a quanto pare avrebbe dato il nome al territorio circostante. Questo colle aveva in antichità al suo apice un capezzolo gigante attraverso il quale Madre Natura dava nutrimento a tutti i Sardi. Il paesaggio è prevalentemente collinare e comprende la Giara di Gesturi, la Giara di Siddi, la Giara di Serri, l’altopiano di Genoni ed il bacino del rio Mannu d’Isili. Le attività principali della zona sono l’agricoltura ed il turismo. In viaggio verso SiniDa Gonnosnò prendiamo la SP35 della Marmilla verso sud est, dopo due chilometri arriviamo a una rotonda dove prendiamo la seconda uscita e continuiamo sulla SP42 la quale si dirige verso est, e in un paio di chilometri ci porta all’interno dell’abitato di Sini. Dal Municipio di Gonnosnò a quello di Sini si percorrono 4.5 chilometri Il comune chiamato SiniIl comune di Sini (altezza metri 255 sul livello del mare, abitanti 481 al 31 dicembre 2021) è un piccolo paese della Marmilla situato ai piedi dell’altopiano della Giara di Gesturi, tra le verdi colline della Marmilla ed i suoi mandorli, vigneti, ulivi secolari e campi coltivati a cereali. Proprio a pochi passi dalla giara si trova lo splendido parco Comunale di Cracchera che, nei periodi di piena, ospita la cascata di su Strumpu che si staglia tra splendide querce secolari. Il territorio Comunale, interessato da una forte crescita edilizia, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 170 a un massimo di 537 metri sul livello del mare. Il territorio è, inoltre, costellato di testimonianze archeologiche, molte delle quali di epoca antica nuragica. Da segnalare, inoltre, il parco degli ulivi millenari, posto alla periferia del comune, che ospita numerose piante dalle dimensioni eccezionali. Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città dell’OlioQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città dell’Olio, che ha tra i suoi compiti principali quello di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità, tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo, diffondere la storia dell’olivicoltura, e garantire il consumatore attraverso le denominazioni di origine. Le città dell’Olio in Sardegna sono ad oggi Alghero, Berchidda, Bolotana, Bosa, Cuglieri, Dolianova, Escolca, Genuri, Gergei, Giba, Gonnosfanadiga, Ilbono, Ittiri, Masainas, Olbia, Oliena, Orgosolo, Orosei, Osini, Riola Sardo, Samatzai, Santadi, Seneghe, Serrenti, Siddi, Sini, Uri, Usini, Ussaramanna, Vallermosa, Villacidro, Villamassargia. Origine del nomeConsiderato che questo paese viene citato in un documento del Codex Diplomaticus Sardiniae dell’anno 1219 come Sinnj, Sinni, si può ipotizzare che il suo nome derivi dal gentilizio latino Sinnius Di un proprietario romano che vi aveva una Villa o una tenuta oppure dei terreni. La sua economiaIl perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione. Le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, frutteti e olivo. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, ovini, suini e caprini. Per quanto riguarda in settore economico secondario, è quasi del tutto inesistente l’industria. Il terziario non assume dimensioni rilevanti, dato che la rete distributiva, di cui si compone, assicura il soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità ma non sono forniti servizi più qualificati. Il paese ha mantenuto inalterato nel tempo il suo carattere rurale, e ancora oggi offre ottime produzioni dell’agroalimentare, quali il miele e Su Pani ’e Saba, saporito dolce tipico della tradizione al quale è dedicata un’importante Sagra che si tiene annualmente il 25 aprile. Sini non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio viene abitato in epoca nuragica dato che a testimonianza delle civiltà che vi erano insediate sopravvivono alcuni Nuraghi, e probabilmente anche in epoca romana. Nel Medioevo appartiene al Giudicato di Arborea facendo parte della curatoria della Marmilla. Il piccolo centro compare anche tra i villaggi che sottoscrissero l’atto di pace fra Eleonora d’Arborea e Giovanni d’Aragona del 1388. Nel 1410, alla caduta del Giudicato, passa agli Aragonesi e viene incluso nell’Incontrada di Marmilla, feudo dei Carroz conti di Quirra. Dal 1603 entra a far parte del Marchesato di Quirra, feudo prima dei Centelles e poi degli Osorio de la Cueva. Nel 1839, con la soppressione del sistema feudale, viene riscattato agli Osorio del la Cueva, ultimi feudatari, e diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Nel 1859, sotto la dominazione sabauda, il paese fà parte del mandamento di lunamatrona nella giurisdizione di Isili. Il comune di Sini in epoca fascista, nel 1928, viene aggregato al comune di Baressa, dal quale nel 1946 viene nuovamente separato. Del comune di Sini nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Le principali feste e sagre che si svolgono a SiniA Sini svolge la sua attività il Gruppo Folk della Pro Loco nelle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale del posto. Ed a Sini opera, inoltre, il Coro parrocchiale Santa Chiara di Sini, che si esibisce nel paese e in altre localtà dell’Isola. Tra le manifestazioni culturali e ricreative, che allietano il borgo e attirano visitatori dai dintorni, meritano di essere menzionate a febbraio, le manifestazioni per il Carnevale sinese; il 23 aprile, la Festa di San Giorgio Martire, in concomitanza con la quale il 25 aprile si svolge la Sagra de su Pani ’e Saba, una Sagra dedicata al tipico dolce locale a base di mandorle, uvetta e sapa; sempre ad aprile, la manifestazione Sini in uno scatto, una mostra e il concorso di fotografia; a metà giugno, la Merenda nell’oliveta, nel parco dell’Olivo Millenario Monumento Naturale; l’11 agosto, la Festa patronale di Santa Chiara d’Assisi; ad ottobre, la Camminata tra gli ulivi; A dicembre, la Festa dell’Olio, per la quale il paese propone tante attività per conoscere e gustare il superbo olio di queste terre. La Sagra de su Pani ’e SabaIl 25 aprile, giorno in cui il paese festeggia San Giorgio, vi si svolge la Sagra de su Pani ’e Saba, una occasione per assaggiare il prelibato dolce a base di mandorle, uvetta e sapa, per la quale Sini è conosciuta in tutta la Sardegna e che ogni anno attira molte migliaia di visitatori. La sapa si ricava dal mosto, messo in un pentolone a bollire a fuoco lento per dieci o dodici ore, togliendo ogni tanto la schiuma. Finita la cottura, lo si lascia tutta la notte a raffreddare, poi si versa la sapa nelle bottiglie che si tappano e si mettono in una fresca Cantina. Pare che la ricetta originale del pane sapato sia un segreto che viene tramandato di generazione in generazione, un procedimento antico che necessita di ingredienti particolari e di un lungo periodo di lavorazione. Visita del centro di SiniL’abitato, circondato da giganteschi olivi e olivastri, alcuni dei quali superano abbondantemente i mille anni, è caratterizzato da case in pietre locali e bei portali. Il suo andamento altimetrico è quello tipico delle località collinari. Arriviamo a Sini provenendo con la SP42 che arriva da sud ovest e che, passato il cartello che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, assume il nome di via Nuova. Il campo Comunale sportivo polivalente e la pista di atleticaPresa la via Nuova, la seguiamo verso est e dopo un centinaio di metri arrviviamo a un bivio dove svoltiamo a destra per continuare con la via Nuova, dopo duecentocinquanta metri svoltiamo a sinistra e prendiamo il viale Salvatore Porceddu e, percorsa una quarantina di metri, prendiamo a destra la via delle scuole. Percorsa una sessantina di metri, si vede alla destra della strada l’ingresso delle Scuole che ospitano il Campo Comunale sportivo polivalente, con fondo in cemento, che non è dotato di tribune per gli spettatori, nel quale è possibile praticre comediscipline la pallacanestro e la pallavolo; ed accanto all’campo è presente una Pista di atletica, nella quale praticare atletica leggera e soprattutto salti in estensione. La piazza Eleonora d’Arborea con la Pro Loco e la Biblioteca ComunaleTorniamo nella via Nuova e, da dove era partito il viale Salvatore Porceddu, proseguamo verso est per quasi duecentocinquanta metri, e prendiamo a sinistra la via Oliveto che, in circa centottanta metri, ci porta nella Piazza Eleonora d’Arborea, sulla quale si affacciano i begli edifici che ospitano la Pro Loco e la Biblioteca Comunale. Il Municipio di SiniTorniamo nella via Nuova e, da dove era partita la via Oliveto, proseguamo verso est per centosettanta metri, fino a dove parte a sinistra la via del Pozzo. Qui, passata la via del Pozzo, ad angolo tra le due strade affacciato alla destra della via del Pozzo al civico numero 25, si vede l’edificio che ospita il Municipio di Sini, nel quale si trova la sua sede e si trovano gli uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese. Si tratta degli uffici relativi ad Anagrafe e Protocollo, all’Uffico Finanziario e Tributi, alla Polizia locale con l’Ufficio della Polizia Municipale, ai Servizi Sociali che si occupano di Servizi sociali e alla persona, all’Ufficio Tecnico che si occupa di lavori Pubblici, Edilizia Privata, Manutenzioni, Pianificazione Territoriale, SUAPE. L’antica chiesa parrocchiale dedicata a Santa Chiara d’AssisiProseguendo lungo la via del Pozzo, dopo duecentotrenta metri, di fronte a dove questa strada termina, sorgeva l’Antica chiesa di Santa Chiara d’Assisi, che agli inizi del seicento conteneva una semplice navata rettangolare, con la facciata rivolta ad occidente. Il suo tetto di canne era sostenuto da lunghi travi formando lo schienale della copertura poggianti oltre che sopra le capriate e testate dei muri, sul vertice di tre archi, distanziati entro la lunghezza dell’edificio, che lo divideva in quattro campate. Il presbiterio con un pò di coro occupavano la prima campata della chiesa, restando le altre campate per i fedeli. Verso il 1625, alla campata successiva al presbiterio sono state aperte due cappelle, una per lato, mediante semplicissimi archi a sesto tondo. Erano a sud la Cappella del Carmine; ed a nord la Cappella del Rosario. Nel 1680 il tetto di canne è stato sostituito con tavole in legno. Nel 1886, contigua alla Cappella del Carmine, è stata realizzata la Cappella di San Francesco, ed in seguito, nel 1944, è stata realizzata, contigua alla Cappella del Rosario, la Cappella del Sacro Cuore. Al di là delle buone intenzioni, questi restauri hanno finito per danneggiare del tutto la chiesa che era già in condizioni precarie, e così si è deciso di rifarla del tutto nuova. La nuova chiesa parrocchiale dedicata a Santa Chiara d’AssisiCome abbiamo detto, proseguiendo lungo la via del Pozzo, dopo duecentotrenta metri, questa strada termina sulla via Regina Elena. Presa a destra la via Regina Elena, si vede subito, alla sinistra della strada, la scalinata che porta all’ingresso della Nuova chiesa dedicata a Santa Chiara d’Assisi, che è la parrocchiale dedicata alla patrona del paese consacrata nel 2018. La chiesa è caratterizzata da un rigoroso volume in cemento bianco, che spicca tra i tradizionali muretti a secco del paese. Il progetto per la nuova chiesa di Sini, realizzato dai quattro architetti Carlo Atzeni, Maurizio Manias, Silvia Mocci e Franceschino Serra, si pone in un naturale processo di continuità con la tradizione, a cavallo tra il linguaggio tradizionale e contemporaneo, come testimonianza della possibilità di costruire una struttura lineare e moderna. La costruzione, pur di dimensioni contenute, si avvale di un unico materiale dominante che è il cemento di colore bianco, il quale reinterpreta la pietra e traduce sia il legame ancestrale tra i luoghi di culto e il terreno, sia la volontà di riduzione coerente con la regola della rinuncia di Santa Chiara d’Assisi. All’esterno, l’unico elemento di spicco di questa composizione in bianco, astratta e rigorosa, è la torre campanaria in acciaio. L’edificio articola e deforma le sue geometrie, adattandosi alla topografia del terreno e prestando particolare attenzione all’articolazione. All’interno la luce diventa protagonista, dominando l’ambiente sacro, mai fredda, sempre modulata dalle tinte calde del legno che costituisce il suo guscio interno. La chiesa è intesa nel suo senso di comunità che si incontra in un luogo luminoso e radunante, un concetto che va oltre le epoche, oltre la tradizione, oltre i materiali utilizzati, svelandosi come elemento qualificante delle architetture sacre. Presso questa chiesa, a Sini ogni anno l’11 agosto si svolge la Festa patronale di Santa Chiara d’Assisi, per la quale i festeggiamenti durano tre giorni, dall’11 al 13 agosto. Il programma religioso prevede la sera dell’11, dopo il Rosario, la celebrazione della Santa messa seguita dalla solenne processione con il simulacro della Santa per le vie del paese. Il giorno 12 si tiene una messa, seguita dalla Santa messa solenne con panegirico, animata dal Coro Santa Chiara. Le celebrazioni, che culminano con la messa del 13, vengono organizzate da un comitato spontaneo che si alterna ogni anno. Oltre a queste celebrazioni religiose, a Sini si tengono anche dverse manifestazioni civili, con balli sardi, giochi in piazza, una gara podistica che assegna la Coppa Santa Chiara, ed anche serate danzanti, La chiesa di San Giorgio MartirePresa in direzione est la via Regina Elena, dopo una quarantina di metri svoltiamo a sinistra e prendiamo il viale della giara, che seguiamo per duecentocinquanta metri fino a che la strada sbocca sulla piazza San Giorgio. Qui prendiamo a sinistra la strada vicinale e, dopo circa un centinaio di metri, vediamo alla destra la scalinata di accesso all’antica piccola chiesa di San Giorgio Martire, al quale gli abitanti del paese sono molto devoti. La chiesa è posta su una collina, e domina un meraviglioso panorama che abbraccia le alture del Trexenta, il Monte Arci e i monti dell’Arburese. Sorgesu un’area precristiana, cosa che testimoniano i resti del Nuraghe San Giorgio attiguo alla chiesa, posto a Guardia di una delle tante vie di accesso all’altopiano della Giara. È incerto il periodo di costruzionedella chiesa, comunque la si fa risalire al sedicesimo secolo dato che conserva una campana, fuori uso perché presenta una irrimediabile fenditura, degli inizi del sedicesimo secolo, oltre ad una seconda campana del diciottesimo secolo. La Festa di San Giorgio Martire si svolge il 23 aprile, per la quale i festeggiamenti si svolgono dal 22 al 24 aprile, ma la preparazione alla Festa inizia il giorno di Pasquetta, quando il simulacro del Santo viene portato in processione accompagnato da suonatori di launeddas, gruppi folk e cavalieri nella chiesa parrocchiale, per ritornare il 22 aprile nella sua piccola chiesa dove il 23 si celebra la sua festa, per la quale si svolge la processione intorno alla chiesa seguita dalla Santa messa solenne. In concomitanza con la Festa di San Giorgio Martire, a Sini il 25 aprile si svolge la Sagra de su Pani ’e Saba, una Sagra dedicata al tipico dolce locale a base di mandorle, uvetta e sapa, per la quale Sini è conosciuta in tutta la Sardegna e che ogni anno attira molte migliaia di visitatori. Una descrizione di questa Sagra è stata già fatta quando si sono descritte le feste e sagre che si svolgono a Sini. Visita dei dintorni di SiniPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Sini, sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi semplici Buccascala, Scala ’e Brebeis, Sedda, Siorus, su Senzu; del Nuraghe complesso Perdosu; ed anche dei Nuraghi Domus de Franda e San Giorgio, entrambi di tipologia indeterminata. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Il Cimitero ComunaleSiamo arrivati a Sini provenendo con la SP42 che, passato il cartello che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, ha assunto il nome di via Nuova e dopo un centinaio di metri siamo arrvati al bivio dove, svoltando a destra, abbiamo continuato con la via Nuova. Percorsi seicentosettanta metri lungo la via Nuova, siamo arrivati a dove parte a sinistra la via del Pozzo che porta al Municipio di Sini. Evitando la deviazione nella via del Pozzo, proseguamo lungo la via Nuova per trecentocinquanta metri, finché la strada esce dall’abitato assumendo il nome di SP42 che si dirige verso Genuri. Proseguiamo sulla SP42 per duecento metri e prendiamo una deviazione a sinistra che, in una cinquantina di metri, ci porta a vedere sulla sinistra il muro di cinta con al centro il cancello di ingresso del Cimitero Comunale di Sini L’Olivo millenario definito Monumento naturale della regione SardegnaEravamo arrvati al bivio dove, svoltando a destra, abbiamo continuato con la via Nuova, e percorsi cinquecento metri, prendiamo a destra la via Argiolas lungo la quale, percorsi circa centocinquanta metri, si vede alla sinistra il Parco giochi con all’interno diversi olivi millenari. Tra di essi è presente l’Olivo millenario che è un Monumento naturale della regione Sardegna, con una circonferenza di circa tredici metri alla base del fusto e un’altezza di oltre quindici metri. L’olivo millenario di Sini ricade nel previsto Parco regionale della giara e a poca distanza dal Sito di Interesse Comunitario della Giara di Gesturi. Il Complesso Sportivo ComunalePassato il Parco giochi, proseguiamo lungo la continuazione della via Argiolas per circa duecento metri, ed arriviamo a vedere, alla sinistra della strada, il cancello di ingresso del Complesso Sportivo Comunale. All’interno di questo complesso sportivo sono presenti un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare 200 spettatori; ed un Campo Sportivo polivalente, con fondo in erba sintetica, dotato di tribune per una settantina di spettatori, nel quale è possibile praticare come discipline il calcio, il calcetto ossia il calcio a cinque, ed il tennis. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Sini ci recheremo a Baradili che è il più piccolo comune della Sardegna e visiteremo il suo centro dove si trova la chiesa parrocchiale di Santa Margherita e si svolge la famosa Sagra dei ravioli, e con i suoi dintorni. |