Tadasuni sulla sponda occidentale del lago Omodeo con il Museo degli Strumenti della Musica Popolare Sarda
In questa tappa del nostro viaggio, da Bonoreddu ci recheremo a Tadasuni che visiteremo con il suo centro dove si trova il Museo degli Strumenti della Musica Popolare Sarda e con i suoi dintorni dove si trovano i resti della necropoli di sas Perderas e del Nuraghe semplice di Su Pranu. La regione storica del GuilcerIl Guilcer è un’area geografica situata al centro dell’isola ed è, da secoli, crocevia di attività e commerci, comprende un altopiano basaltico e la sottostante pianura dove scorre il fiume Tirso e si trova l’invaso artificiale del lago Omodeo. L’Unione dei comuni del Guilcier è stata istituita nel 2008 quando i Sindaci di Abbasanta, Aidomaggiore, Boroneddu, Ghilarza, Norbello, Paulilatino, Sedilo, Soddì, e Tadasuni, hanno sottoscritto l’Atto Costitutivo, convalidando la costituzione del nuovo ente. Prima di allora i comuni venivano considerati appartenenti alla regione storica del Barigadu. Il Guilcier raccoglie numerosi tesori archeologici, tra i quali ricordiamo per importanza il Nuraghe Losa di Abbasanta, la chiesa di San Pietro di Zuri, la torre Aragonese a Ghilarza, il complesso archeologico di Santa Cristina a Paulilatino, la foresta pietrificata a Soddì e la chiesa dei templari a Norbello. In viaggio verso TadasuniUsciamo da Bonoreddu e, da dove ci arriviamo con la via Savoia, prendiamo la SP15 che si dirige verso est, percorriamo un chilometro poi seguendo le indicazioni svoltiamo a sinistra nella via San Michele, che ci porta all’interno dell’abitato di Tadasuni. Dal Municipio di Boroneddu a quello di Tadasuni si percorrono 1.5 chilometri. Il piccolo comune chiamato TadasuniIl comune di Tadasuni (nome in lingua sarda Tadasune, altezza metri 180 sul livello del mare, abitanti 141 al 31 dicembre 2021) è un piccolo paese di pianura di meno di Duecento abitanti, con un’economia basta soprattutto sull’agricoltura e sull’allevamento. Il territorio Comunale, che comprende l’area speciale del lago Omodeo, presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate, che vanno da un minimo di 102 a un massimo di 267 metri sul livello del mare. L’abitato è situato sulla sponda occidentale del lago Omodeo, il più grande dei bacini artificiali realizzati in Europa. Quando nel lago si abbassa il livello delle acque, dal paese è possibile ammirare un panorama molto suggestivo regalato dai resti di Nuraghi e alberi, rimasti sommersi dopo la realizzazione del bacino stesso. Origine del nomeSi può ritenere che il nome si inquadri nella serie di nomi locali sardi, d’origine probabilmente preromana. Probabilmente secondo il linguista Massimo Pittau si può affermare che derivi dall’originario appellativo sardiano o protosardo Agasuni, che significa cavallaro o buttero, e sarebbe imparentato col latino Agaso ed Agasonis, che indica un cavallaro, servo di stalla, palafreniere. Si potrebbe dunque interpretare che in Sardegna esistesse l’appellativo Agasuni già prima che ve lo portassero i Romani. In tale modo si spiegherebbe anche il fatto che questo appellativo latino si sia conservato solamente in Sardegna. E di fatto questo villaggio si trova nella zona di Ghilarza e di Abbasanta, che da epoca molto antica risulta essersi specializzata nell’allevamento dei cavalli. La sua economiaPer quanto riguarda il settore economico primario, il perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione. Le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, ortaggi, vite, frutteti e olivo. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, ovini e suini. Per il settore secondario, è del tutto inesistente l’industria. Il terziario non assume dimensioni rilevanti, dato che la rete distributiva di cui si compone, assicura il soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità ma non sono forniti servizi più qualificati. Tadasuni non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storici I primi insediamenti nel territorio risalgono all’epoca nuragica, come testimoniato dalla presenza nel territorio di alcuni Nuraghi. Nel medioevo, con l’età giudicale, Tadasuni fa parte della curatoria di Guilcier o Gilciber, della quale è capoluogo prima Abbasanta e poi Sedilo, posta nella porzione centro settentrionale del Giudicato di Arborea. Con la fine del Giudicato e la conquista aragonese nel 1416 tutto il Gilciber e i territori della curatoria di Parte Barigadu vengono concessi in feudo a Valore di ligia, un arborense che aveva tradito il giudice di Arborea Ugone III nel corso delle guerre tra Aragona e Arborea. Quando però Valore e suo figlio Bernardo si recano a prendere possesso del feudo, vengono uccisi insieme alla loro scorta a Zuri dagli abitanti delle due contrade. Nel 1435 il paese viene concesso in feudo dal re d’Aragona Alfonso V il Magnanimo a Galcerano de requenses. Nel 1537 il feudo, che comprendeva anche i paesi di Sedilo, Boroneddu e Zuri, viene venduto da un nipote di Galcerano de requenses alla famiglia dei Torresani, e nel 1566 viene elevato al rango di conte confermata agli stessi Torreani. Nel 1726, estinta la famiglia Torresani, il feudo passa al demanio del Regno di Sardegna, amministrato quindi direttamente da funzionari reali e non da signori feudali. Nel 1737 la conte viene elevata a Marchesato e concessa al canonico Francesco Solinas. Dal Solinas i feudi passarono ai Delitala, che fissano la residenza a Sedilo. Nel 1839 il sistema feudale viene abolito, il paese viene riscattato agli ultimi feudatari e diviene un libero comune. Le sue successive vicende storiche seguono quelle del comune di Sèdilo, fino a quando, nel 1927, viene aggregato al nuovo comune di Ghilarza Abbasanta, che nel 1934 cambia la propria denominazione da Ghilarza Abbasanta a Ghilarza. Il comune di Tadasuni nel 1958 viene staccato dal comune di Ghilarza e ritorna un comune autonomo. Del comune di Tadasuni nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Le principali feste e sagre che si svolgono a TadasuniDate le piccole dimensioni dell’abitato, a Tadasuni non sono attivi gruppi folk particolarmente significativi. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Tadasuni, che allietano il borgo e richiamano visitatori dai dintorni, meritano di essere menzionate il 29 settembre, la Festa di San Michele Arcangelo, nella sua chiesa campestre; a ottobre, si svolge l’evento Tad’A Festival, il festival di culture digitali e arti contemporanee, con Illustrazione, Street art, Musica, luci, Conversazioni, laboratori, Mostre a cielo aperto; il 6 dicembre, la Festa patronale in onore di San Nicola da Bari; a dicembre, si svolge l’evento Tad’A Rimas, dedicato a diverse forme di arti improvvisate in Sardegna, dalle tradizionali gare poetiche al freestyle dei rapper. Visita del centro di TadasuniL’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha l’andamento altimetrico tipico delle località di collina. Arrivando a Tadasuni con la SP15 provenendo da Boroneddu, passato il cartello che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, la strada provinciale assume il nome di corso Impero e percorre tutto il paese da ovest ad est. Il Cimitero ComunalePassato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato di Tadasuni, prendiamo la prosecuzione della strada provinciale che è il corso Impero, lo seguiamo per centottanta metri, poi arriviamo, seguendo le indicazioni per gli impianti sportivi e per il Municipio, a svoltare a sinistra e prendiamo la via San Michele. Seguiamo la via San Michele per una cinquantina di metri e, nel punto dove parte a destra la via del Cimitero, all’inizio di questa strada sulla sinistra si vede il muro frontale con il cancello di ingresso del Cimitero Comunale di Tadasuni. Il Campo Sportivo ComunaleProseguiamo lungo la via San Michele e, a circa duecento metri da dove la avevamo imboccata, si vede alla sinistra della strada una deviazione ai due lati della quale si trovano le strutture che fanno parte del Campo Sportivo Comunale. All’interno di questo complesso sportivo, alla sinistra di una deviazione, è presente il Campo Comunale da Calcio, con fondo in terra battuta, e con tribune coperte in grado di ospitare circa Trecento spettatori. Alle destra della deviazione si trova anche un Campo polivalente, con fondo in erba artificiale, dotato di tribune per un’ottantina di spettatori, nel quale praticare come discipline il calcetto ossia calcio a cinque, ed il tennis. Il Municipio di TadasuniPassato il Campo Sportivo, proseguiamo verso est lungo la via San Michele. Poco più avanti, passata una cinquantina di metri dalla deviazione che ci ha portati all’interno del complesso sportivo Comunale, si vede alla sinistra della strada l’ingresso del Municipio di Tadasuni, che ospita la sua sede e gli uffici in grado di soddisfare le esigenze degli abitanti del paese. Si tratta dell’ufficio del segretario Comunale, degli uffici della Segreteria Generale e Contratti, del Settore Amministrativo con i Servizi socio culturali, dell’Area Economico Finanziaria, e dell’Area Tecnica. La chiesa parrocchiale dedicata a San Nicola di BariPassato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato di Tadasuni, abbiamo preso la prosecuzione della strada provinciale che è il corso Impero, lo abbiamo seguito per centottanta metri ed avevamo trovato sulla sinistra la via San Michele. Evitando la deviazione nella via San Michele, proseguiamo invece lungo il corso Impero per altri Duecentosettanta metri, ed arriviamo a vedere alla destra della strada la piazza San Nicola, una piazza quadrata all’interno della quale, alla sinistra, si affaccia la chiesa dedicata a San Nicola di Bari, che è la parrocchiale di Tadasuni. L’edificio è stato eretto verso la metà del diciannovesimo secolo in stile neoclassico con conci di basalto scuro ed ha un bel portone in bronzo. All’interno, che campeggia con la sua originale struttura a croce greca, è presente una navata unica, absidata e voltata a botte. La chiesa conserva al suo interno una cinquecentesca Madonna di Boele, che era conservata nella chiesa di Santa Maria di Boele, che è stata abbandonata dopo essere stata sommersa dalle acque del lago artificiale Omodeo. Ogni anno, presso questa chiesa, il 6 dicembre si svolge la Festa in onore di San Nicola di Bari, che è la Festa del Santo patrono, con la processione seguita dalle cerimonie religiosa, e con diverse manifestazioni civili. A partire dagli anni settanta del novecento e fino al 2009, la casa parrocchiale è stata la sede del Museo degli Strumenti della Musica Popolare Sarda, allestito dal parroco don Giovanni Dore, esperto nelle tradizioni musicali sarde. Il Museo degli Strumenti della Musica Popolare SardaArrivando con il corso Impero alla piazza San Nicola, prendiamo dal corso la deviazione sulla destra che, in una quarantina di metri, sbocca sulla via Angioy, svoltiamo a sinistra e in una trentina di metri la via Angioy sbocca sulla via Adua, sulla quale alla destra, al civico numero 7, si vede l’edificio che ospita il Museo degli Strumenti della Musica Popolare Sarda, il quale era ospitato fino al 2009 nella casa parrocchiale. Al Museo si poteva arrivare anche dalla via San Michele, prendendo a destra la via del Cimitero che sbocca appunto sulla via Adua. Il Museo degli Strumenti della Musica Popolare Sarda è un piccolo Museo creato dal vecchio parroco don Giovanni Dore scomparso nel 2007, uomo di fede e cultore della musica popolare, costituito da una importante e preziosa raccolta di strumenti musicali tradizionali. La Sardegna è sempre stata una terra musicalmente ricca, dove il ballo, il canto e i tipici suoni degli strumenti tradizionali, erano considerati componenti essenziali della vita dei suoi abitanti. Unica nel suo genere, la collezione è costituita da circa quattrocento strumenti, e la raccolta comprende in gran parte strumenti specifici della tradizione sarda e di tipologie diverse, specialmente a fiato come le Launeddas, Benas e Pipiolos, nonchché alcune Ghitarras e qualche esemplare del rustico violoncello isolano detto Serraggia. Tra gli strumenti più singolari c’è il Trimpanu, una sorta di tamburo che produce un suono quasi impercettibile all’orecchio dell’uomo, ma particolarmente fastidioso per gli animali, che veniva usato un tempo per disturbare e fare imbizzarrire le cavalcature degli eserciti nemici, e che era utilizzato ancora non molti decenni fa dai banditi sardi che si davano alla macchia per infastidire i cavalli delle compagnie di Carabinieri. Oltre agli strumenti musicali, il Museo conserva diverse armi da fuoco risalenti alla fine dell’ottocento ed alcuni pugnali. Conserva inoltre un ostensorio in oro e argento dei primi anni del diciannovesimo secolo e un crocefisso ligneo, un tempo conservato nella chiesa di Santa Maria di Boele, abbandonata dopo essere stata sommersa dalle acque del lago artificiale Omodeo. La chiesa della Santa CroceArrivando con il corso Impero alla piazza San Nicola, prendiamo la deviazione a sinistra la via San Nicola e, dopo una quarantina di metri, svoltiamo a destra nella via Santa Croce, alla sinistra della quale si vede la chiesa della Santa Croce, edificata in pietra viva nel diciottesimo secolo. Questa piccola chiesa si apre oggi raramente, mentre un tempo era sede di cerimonie di culto e di attività catechismo. Visita dei dintorni di TadasuniPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Tadasuni, sono stati portati alla luce i resti delle domus de janas Sa Perdera; della Tomba di giganti Su Pranu; dei Protonuraghi Sas Perderas e Su Pranu II; dei Nuraghi semplici Sa Tanca e Su Pranu; dei Nuraghi Sorighe e Trubeli di tipologia indefinita. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Il bacino artificiale chiamato lago OmodeoL’abitato di Tadasuni è situato non lontano dalla sponda occidentale del bacino artificiale chiamato Lago Omodeo, il più grande dei bacini realizzati in Europa e la più affascinante attrazione turistica locale. Il bacino, formato dallo sbarramento del fiume Tirso nel 1924, offre scorci panoramici suggestivi ed è ideale per rilassanti passeggiate ed esplorazioni delle sue acque in canoa. La vallata ricoperta d’acqua custodisce un tesoro archeologico, costituito da insediamenti nuragici e prenuragici che stanno sott’acqua insieme a una foresta fossile pietrificata di circa 20 milioni di anni e al paesino di Zuri abbandonato e ricostruito più in cima. Nei periodi secca, in parte, riaffiorano le testimonianze. alla storia si accompagna la bellezza naturalistica, dato che il lago è circondato da altopiani basaltici, aspre montagne e vegetazione avvolgente costituita da lecci, roverelle, olmi, pioppi e macchia mediterranea. Le strutture presenti all’interno del centro turistico ComunaleDal centro di Tadasuni prendiamo il corso Impero, che uscirà verso est dall’abitato con il nome di SP15 dirigendosi verso Bidonì. Dalla piazza San Nicola seguiamo il corso Impero e poi questa strada provinciale per circa un chilometro e mezzo fino a che, subito prima del nuovo ponte sul lago Omodeo, troviamo sulla sinistra il cancello di ingresso di quello che dovrebbe essere il Centro turistico Comunale, situato presso un albergo vista lago, iniziato a costruire circa vent’anni fa e mai entrato in funzione. Ora dovranno essere eseguite delle opere fondamentali perchché la struttura possa essere resa fruibile al pubblico. All’interno di questo complesso sono presenti i Campi da Tennis, con fondo in materiali cementizi o asfaltoidi, dotati di tribune in grado di ospitare una cinquantina di spettatori; un Campo da bocce, senza tribune per il pubblico; ed una piscina all’aperto anch’essa senza tribune. I resti della necropoli di sas PerderasDalla piazza San Nicola seguiamo il corso Impero e poi la SP15 per ottocento metri, poi seguendo le indicazioni per la diga sul fiume Tirso svoltiamo a destra ed imbocchiamo la SP74, la seguiamo per tre chilometri e quattrocento metri ed arrriviamo a vedere alla sinistra della strada in parcheggio dal quale inizia il sentiero per Necropoli di Sas Perderas, che si raggiunge in circa trecento metri. La necropoli è composta da tredici domus de janas ipogeiche, e l’accesso agli ipogei è quasi sempre abbastanza agevole attraverso portelli che si aprono a llivello o poco al di sopra del piano di campagna, preceduti da un corridoio scavato nella roccia o anche da un breve padiglione al di sopra del quale, non di rado, appaiono ricavati i canaletti di scolo per il deflusso delle acque piovane. Tra le domus prevale il tipo di sepoltura con due, massimo tre ambienti, disposti in maggior numero secondo un asse longitudinale, spesso con schema così detto a -T-, ed in sette casi è presente l’anticella di pianta semicircolare, anche se di frequente questa appare di dimensioni ridotte e asimmetrica. Vi è una diffusa presenza delle coppelle circolari scavate nel pavimento dell’anticella, nonchché di alcune sporgenze, in forma di bozza rotondeggiante. La presenza del fiume Tirso che scorre a breve distanza sembra avere orientato la realizzazione e la disposizione degli ipogei di questa necropoli, che appaiono tutti collocati a vista del fiume e secondo una linea ideale che ne segue il corso. I resti del Nuraghe semplice di Su Pranu e di altri siti archeologiciDal Municipio di Tadasuni, proseguiamo lungo la via San Michele la quale, dopo quasi duecento metri, sbocca sulla via Grazia Deledda, che prendiamo verso sinistra. La seguiamo per seicento metri, e troviamo sulla destra una deviazione in una strada bianca in salita, poi dopo una sessantina di metri si trova un sentiero sulle destra che porta a raggiungere il Nuraghe semplice di Su Pranu. Si tratta di un Nuraghe monotorre costruito in basalto a 251 metri di altezza, con la camera interna marginata da almeno una nicchia rilevabile. A circa duecento metri di distanza, più ad ovest, si trovano i resti del Protonuraghe di Su Pranu II. Si tratta di un Nuraghe a corridoio di forma subtriangolare con corridoio con decorso da est ad ovest, costruito in basalto a 255 metri di altezza. Tra i due Nuraghi, più a nord, sono stati rinvenuti i resti della Tomba di giganti di Su Pranu, edificata a 259 metri di altezza, della quale non residua in zona altro che una pietra lavorata. Il novenario e la chiesa campestre di San Michele ArcangeloDal Municipio di Tadasuni, proseguiamo lungo la via San Michele la quale, dopo quasi duecento metri, sbocca sulla via Grazia Deledda, che prendiamo verso sinistra. La seguiamo per ottocento metri e la strada termina all’interno del piccolo villaggo chiamato novenario di San Michele Arcangelo, nome che gli deriva dal fatto che viene occupato dai fedeli per nove giorni ogni anno in occasione della Festa di San Michele Arcangelo. All’interno del novenario è presente la chiesa campestre di San Michele Arcangelo, una chiesa ad impianto architettonico estremamente semplice che potrebbe essere stata edificata nel quattordicesimo o nel quindicesimo secolo, data desumibile dal decoro presente nell’architrave dell’ingresso. Ogni anno, presso questa chiesa campestre, dal 21 al 29 settembre si svolgono le novene con festeggiamenti anche civili, ed il 29 settembre si celebra la Festa di San Michele Arcangelo, con cerimonie religiose ed anch’essa con anche manifestazioni civili. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Bonoreddu passando per Zuri che è una frazione Ghilarza ci recheremo a Soddì che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova tra l’altro il Protonuraghe Crastu. |