Armungia dove è nato lo scrittore e politico Emilio Lussu con il Museo a lui dedicato
In questa tappa del nostro viaggio, da Ballao ci recheremo ad Armungia il paese natale di Emilio Lussu, che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni. Il Gerrei nella regione storica del Sarrabus-GerreiIl Sarrabus-Gerrei è la regione storica della Sardegna sud orientale che anticamente, come territorio, apparteneva al Giudicato di Càralis, alle Curatorie di Sarrabus, Colostrai e Gerrei. Il Sarrabus-Gerrei viene distinto nei due territori del Gerrei all’interno, caratterizzato dalla pastorizia, e del Sarrabus, verso la costa e verso sud, agricolo e turistico. Il territorio del Gerrei si trova tra il Sarrabus a est, la Trexenta a ovest, il Campidano di Cagliari a sud, e l’Ogliastra a nord. I comuni che fanno parte del Gerrei sono Armungia, Ballao, Escalaplano, Goni, San Nicolò Gerrei, Silius, Villasalto. Questo territorio è un’area occupata da una serie di altopiani e profonde valli in cui cresce rigogliosa la macchia mediterranea, attraversata dal fiume Flumendosa. Sorgenti d’acqua irrorano le valli che sono ricoperte di macchia mediterranea ed hanno abbondanza di sugheri, lecci ed olivastri. In viaggio verso ArmungiaDa Ballao proseguiamo verso sud est lungo la SS387 del Gerrei e, dopo quattro chilometri, giriamo a destra sulla SP28 che, in cinque chilometri e mezzo, ci porta verso sud ovest nel centro di Armungia. Dal Municipio di Ballao a quello di Armungia si percorrono esattamente 10 chilometri. Il comune chiamato ArmungiaIl comune chiamati Armungia (pronuncia Armùngia, altezza metri 366 sul livello del mare, abitanti 424 al 31 dicembre 2021) è un centro che si estende nella parte nord orientale della Provincia del Sud Sardegna, a nord est dei monti Gerrei, sorgesu un colle di 366 metri sul livello del mare, e le cui origini pare siano legate alla civiltà fenicia. L’abitato è raggiungibile tramite la SS387 del Gerrei, che dista soli tre chilometri. Armungia è circondata da fitti boschi e da una ricca vegetazione mediterranea, ed accoglie nel centro abitato un Nuraghe perfettamente conservato, il Nuraghe Armungia, che costituisce, assieme al Museo Etnografico Sa Domu de Is Ainas, alla casa natale di Emilio Lussu ed alla Bottega del fabbro, il sistema museale del paese. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 625 metri di quota. Origine del nomeSi ritiene che in origine il nome del villaggio implicasse un riferimento sacro, indicasse cioè la consacrazione del villaggio alla dea latina dell’amore e della concordia Harmònia, derivante dalla greca Harmonìa, che sarà stata assimilata o identificata con una precedente dea nuragica venerata nel grande Nuraghe che tuttora esiste all’interno dell’abitato. E dal nome latino Harmònia deriva in maniera chiara il nome del paese Armùngia. La sua economiaSi tratta di un comune collinare la cui economia si fonda sull’agricoltura e sulla pastorizia, affiancate da un crescente sviluppo del turismo. Il settore primario è presente con la coltivazione di ortaggi, foraggi, olivo, uva utilizzata per la produzione dei famosi vini Cannonau e Monica, ed altra frutta. Presente anche l’allevamento di bovini, suini, equini, ovini e caprini,e questi ultimi permettono la produzione di noti formaggi. Altre aziende presenti sul posto operano solamente nel comparto edile. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Armungia esercita un forte richiamo su quanti amano l’ambiente naturale, dato che da qui si dipartono numerosi itinerari, tra cui quello che dall’area del Sarrabus permette di raggiungere il Gerrei, con la possibilità di ammirare le bellezze paesaggistiche della valle del Flumendosa e dei monti circostanti. Altro motivo di richiamo è la gastronomia, che offre la possibilità di assaporare antiche pietanze come i Culingionis de patata e casu, ossia ravioli di patate e formaggio, fave bollite con ossa di maiale affumicate, pane tipico estivo a sfoglie ruvide chiamato Su pistoccu, e dolci tipici quali Cassettas, Piriccittus e Pani de saba. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciL’area nella quale sorge Armungia viene abitata fino dal Neolitico, come dimostra la presenza sul territorio di numerosi Nuraghi, dei quali uno si trova nel centro dell’attuale abitato. Ci sono tracce anche del periodo romano. Nel Medioevo appartiene al Giudicato di Càralis, facendo parte della curatoria del Gerrei. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, passa sotto il dominio pisano, e dal 1324, in seguito alla conquista aragonese della Sardegna, sotto quello aragonese. Nel 1681 viene incorporato nella conte di Villasalto, feudo della famiglia Garau Zatrillas, e un ventennio più tardi nel Marchesato di villaclara, feudo prima degli Zatrillas e poi, dal 1816, dei Vivaldi Pasqua. restò feudo di quest'ultima famiglia fino al 1839, quando, con la soppressione del sistema feudale, viene ad essi riscattato per diventare un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Ad Armungia è nato Emilio LussuAd Armungia nel 1890 è nato Emilio Lussu, scrittore, militare e politico italiano, fondatore del Partito Sardo d’Azione e del movimento Giustizia e Libertà, eletto più volte al Parlamento e due volte ministro. Nel 1890 Armungia dà i natali a Emilio Lussu che si laurea in giurisprudenza, ed, allo scoppio della grande guerra, si propone come interventista. È favorevole all’entrata in guerra contro l’Austria, con l’obiettivo di acquisire le terre irredente e di favorire la disgregazione dell’impero, per raggiungere l’indipendenza delle nazioni non tedesche soggette al governo di Vienna. Partecipa alla grande guerra come capitano di fanteria nella Brigata Sassari. Rientrato in Sardegna nel 1919, partecipa nel 1921 alla fondazione del Partito Sardo d’Azione, che si propone a sinistra come fautore delle istanze delle classi proletarie, in un quadro di recupero della questione nazionale sarda. Eletto deputato nel 1921 e nel 1924, dopo il delitto Matteotti partecipa alla secessione aventiniana. Nel 1926 è dichiarato decaduto dal mandato parlamentare e viene perseguitato dai fascisti. Quando ormai il fascismo sta imponendo la sua dittatura con lo scioglimento dei partiti e dei sindacati e l’abolizione della Libertà di stampa, viene assalito nella sua casa di Cagliari da un gruppo di fascisti. Per difendersi spara un colpo di pistola contro uno squadrista e lo uccide. Arrestato, la magistratura cagliaritana, non ancora soggetta dal regime, lo assolve per legittima difesa. Viene però condannato in via amministrativa da una commissione fascista, in base alle leggi eccezionali volute da Mussolini, a cinque anni di deportazione a Lipari, dove incontra Carlo Rosselli e Fausto Nitti. I tre, con l’aiuto di Gioacchino Dolci e Paolo Fabbri, evadono in motoscafo nel luglio del 1929 e raggiungono Parigi, dove dà vita insieme ad altri antifascisti italiani, fra i quali Gaetano Salvemini e Carlo Rosselli, al movimento Giustizia e Libertà. Le vicende del decennio dal 1919 al 1929 sono riassunte nel libro autobiografico Marcia su Roma e dintorni, pubblicato nel 1936. Nel 1936, a seguito dell’aggravarsi della malattia contratta in carcere, viene ricoverato in sanatorio in Svizzera, dove subisce un difficile intervento ai polmoni. Qui scrive la Teoria della insurrezione, uno studio sulle caratteristiche della guerra partigiana, e, tra il 1936 e il 1937, scrive Un anno sull’altopiano, pubblicato nel 1938. Dopo l’assassinio di Carlo Rosselli nel 1937, prende la guida del movimento, ed inizia il periodo della diplomazia clandestina, durante il quale tenta di proporre agli alleati un’azione per far crollare il regime fascista partendo dall’insurrezione della Sardegna. Rientra in Italia soltanto nel 1943 ed aderisce al Partito d’Azione. Finita la guerra, entra a far parte nel 1945 dal governo Parri e del successivo primo governo De Gasperi. Nel 1946 viene eletto deputato all’Assemblea Costituente. Dopo lo scioglimento, nel 1947, del Partito d’Azione entra nel Partito Socialista dove resta fino al 1964, quando partecipa alla costituzione del Partito Socialista di Unità Proletaria. Muore a Roma nel 1975. Tra le sue opere postume va citato Il cinghiale del Diavolo, del 1976, l’unico testo della sua vasta attività pubblicistica al quale egli diede la definizione di Racconto. |
Le principali feste e sagre che si svolgono ad ArmungiaAd Armungia è attiva l’Associazione Culturale Gruppo Folk Aremusa di Armungia, nelle cui esibizioni nel paese e fuori è possibile ammirare il costume tradizionale del paese. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono ad Armungia, il 20 gennaio, la Festa di San Sebastiano, con falò la sera precedente, gara poetica, distribuzione gratuita di vino, dolci e piatti tipici locali; il 24 aprile, la Festa di Nostra Signora di Bonaria, quando la sera precedente si svolge la processione con il simulacro della Madonna alla sua piccola chiesa campestre situata sul colle omonimo, cui seguono la domenica cerimonie religiose ed il rientro in paese; il 28 maggio, la Festa patronale in onore della Beata Vergine Immacolata; alla fine della prima settimana di agosto si svolge la Sagra de su Pistoccu, durante la quale si può degustare il tipico e caratteristico pane di Armungia, dato che Su Pistoccu era un pane di uso giornaliero a lunga conservazione cotto due volte, che i pastori consumavano bagnandolo in acqua così da ammorbidirlo; il 28 agosto, si svolge la Festa di Sant’Agostino; Armungia si veste a Festa anche alla fine della seconda settimana di settembre, quando la sera del sabato, per la seconda Festa di Nostra Signora di Bonaria, si svolge la processione con il simulacro della Madonna alla sua piccola chiesa campestre situata sul colle omonimo, cui seguono la domenica cerimonie religiose ed il rientro in paese; ed il lunedì si svolge la Festa in onore di San Sebastiano con il simulacro del Santo che dalla chiesa parrocchiale viene portato in processione per le vie del paese, cerimonie religiose, e seguono i festeggiamenti civili. Visita del centro di ArmungiaL’abitato, interessato da crescita edilizia, conserva una sua connotazione urbanistica, con le antiche case del centro storico; al suo interno si trova un imponente Nuraghe. Il Nuraghe Armungia costituisce, assieme al Museo Etnografico Sa Domu de Is Ainas, al Museo Storico Emilio e Joyce Lussu ed alla Bottega del fabbro, il sistema museale del paese. Arriviamo ad Armungia da nord est con la SP28 e, al chilometro 8, si trova il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, passato il quale la strada provinciale assume il nome di via Emilio Lussu. La chiesa parrocchiale della Beata Vergine ImmacolataPresa la via Emilio Lussu, la seguiamo all’interno dell’abitato ed arriviamo in centro, dove, a quattrocentocinquanta metri dal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso in Armungia, vediamo, alla sinistra della strada, la piazza della chiesa, sulla quale si affaccia la chiesa della Beata Vergine Immacolata che è la parrocchiale di Armungia. Non c'è nulla di scritto sulla data di erezione della parrocchia, non si conosce, quindi, la data dell’edificazione della chiesa parrocchiale, ma si sa che il primo parroco indicato dalla serie cronologica è del 1602, per cui si ritiene che la chiesa sia seicentesca. Custodisce al suo interno una campana che porta il nome del parroco del Gerrei e di Sassai, Usai Ioseph, del 1668, una pregevole fonte battesimale del 1706 in arenaria scolpita, una lampada d’argento della stessa epoca con iscrizione che ricorda la distruzione della parrocchiale di Sassai, e custodisce anche una collezione di antichi argenti sacri settecenteschi. Ad Armungia il 28 maggio si svolge la Festa patronale in onore della Beata Vergine Immacolata, con processione religiosa, musica tradizionale sarda, gara poetica, giochi tradizionali e competizioni sportive La Bottega del fabbroDalla piazza della chiesa, prendiamo a sinistra la via Giuseppe Mazzini, la seguiamo per una sessantina di metri, poi prendiamo a sinistra il vico I Mazzini, dopo un’ottantina di metri, subito prima del termine del vico, vediamo, alla destra della strada, al civico numero 14, l’ingresso dell’edificio nel quale si trova la Bottega del fabbro di Armungia. Questo edificio originariamente costituiva l’abitazione della famiglia Vellini, per divenire poi nel 1928 una bottega artigianale. Qui Albino Vellini svolgeva i lavori di fabbro e maniscalco. Al piano terra si trovano gli ambienti principali di lavoro, ossia la fucina e il telaio per la ferratura degli animali, mentre al piano superiore sono conservati numerosi oggetti e strumenti originali. La casa in pietra è stata restaurata e recuperata a fini museali, divenendo elemento sostanziale del sistema museale di Armungia. Il Museo Etnografico S’Omu de Is AinasPassata la Bottega del fabbro, dal vico I Mazzini prendiamo a sinistra la via Guglielmo Marconi, dopo una settantina di metri svoltiamo a destra in via Municipio, ed, in un centinaio di metri, arriviamo in piazza Municipio, nella quale, alla sinistra della strada, si trova il Vecchio palazzo Comunale, edificato intorno alla metà del diciannovesimo secolo in prossimità dell’area archeologica del Nuraghe Armungia, sul sito che era storicamente dedicato alla chiesa di San Giovanni. In passato questo edificio ha ospitato il Monte Granatico, ed anche le prime scuole elementare di Armungia, frequentate anche da Emilio Lussu. Oggi l’edificio ospita il Museo Etnografico S’Omu de Is Ainas ossia La casa degli attrezzi da lavoro. Il Museo possiede un patrimonio di circa seicento pezzi. Il percorso espositivo è articolato in ambienti tematici, con la Sala del vestiario tradizionale, la Sala dei lavori delle donne, la Sala dell’agricoltura, la Sala dell’artigianato, e la Sala del territorio. Agli ambienti espositivi principali si aggiungono le Case minime, tre piccole abitazioni in pietra recentemente recuperate con il caratteristico forno a palla e collegate internamente tra loro, appartenute probabilmente in passato a piccolissimi proprietari spesso costretti a prestare la loro opera come braccianti agricoli. Poco distante si trova il Nuraghe semplice ArmungiaSul retro del vecchio palazzo Comunale è situato il Nuraghe Armungia caso quasi unico di architettura nuragica dentro un abitato, e si ritene che il sito sia stato scelto per la sua posizione panoramica, a presidio dell’ampia valle che si apre verso nord est sul corso del Flumendosa. Si tratta di un Nuraghe monotorre, edificato a 353 metri di altezza, con un diametro esterno alla base di dodici metri, che si conserva per un’altezza massima di oltre dieci metri. L’opera muraria è stata demolita in parte per costruire il vecchio palazzo Comunale, e successivamente la parte demolita è stata ricostruita con materiale nuovo. La sua struttura è costituita da un’unica torre a forma tronco conica. Come materiale di costruzione sono state utilizzate delle pietre di origine scistosa, e si conservano ventuno filari dalle dimensioni decrescenti man mano che si va verso l’alto. Sulla sommità dell’edificio si trova una falsa volta cupoliforme, con un’apertura superiore di circa due metri. In origine la camera a tholos era grande quanto quella del Nuraghe Is Paras di Isili, nella quale sono visibili due nicchie. Sulla parete sinistra della camera principale, a tre metri di altezza, si trova il vano scala, da dove parte la scalinata che porta al terrazzo. Data la notevole altezza da terra, probabilmente la scalinata si raggiungeva per mezzo di una scala di legno. La Palestra ComunaleDalla via Emilio Lussu, passata la piazza della chiesa, prendiamo subito a detra la via Eleonora d’Arborea, dopo un centinaio di metri svoltiamo a sinistra in viale Antonio Gramsci, la seguiamo per poco più di centocinquanta metri e vediamo, alla destra della strada, gli edifici che compongono la Palestra Comunale La cui proprietà e gestione è responsabilità del comune di Armungia. All’interno di questo complesso, si trova una Palestra, nella quale è possibile praticare come discipline la Ginnastica, la pallacanestro e la pallavolo. Davati al complesso di edifici, si trova un Campo da bocce, nel quale praticare il gioco delle bocce. Il Museo Storico Emilio e Joyce LussuPassata la piazza della chiesa, riprendiamo la via Emilio Lussu, e subito, alla destra della strada, si trova l’edificio che ospita il Museo Storico Emilio e Joyce Lussu. Si tratta della Casa del Segretario, importante abitazione padronale appartenuta alla famiglia Dessì, edificata interamente in pietra tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo. L’edificio conserva al suo interno diversi ambienti caratteristici, tra cui la piazzetta interna, oggi utilizzata per eventi e manifestazioni culturali, e la Cappella privata, adibita a sala conferenze dopo il restauro. Gli ambienti espositivi guidano il visitatore attraverso un percorso fotografico che consente di ripercorrere la vita di Emilio Lussu, dall’infanzia ad Armungia, l’esperienza della Grande Guerra, la fondazione del Partito Sardo d’Azione, la lotta antifascista in Italia e all’estero nella clandestinità, fino ad arrivare all’esperienza politica del secondo novecento. All’esperienza biografica di Joyce Lussu è invece dedicata la mostra Joyce Lussu: cammino di una donna nella storia del novecento, inaugurata nel 2012 in occasione del centenario della nascita. Il nuovo MunicipioDalla via Emilio Lussu, passata la casa del Segretario, parte subito verso sinistra la via Funtanedda. La percorriamo per un centinaio di metri, e vediamo, alla sinsitra della strada, al civico numero 3, l’edificio nel quale si trova il nuovo Municipio di Armungia, che ha sostituito in vecchio palazzo Comunale. Il Municipio ospita la sua sede e gli uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese, ossia Affari Generali ed Economato, Polizia Municipale, Protocollo e Delibere, Segreteria, Ufficio Demografico, Statistico ed Ufficio Tributi. Gli impianti sportivi comunaliProseguiamo lungo la via Funtanedda che si dirige verso sud e, dopo quasi duecentocinquanta metri, poco prima di uscire dall’abitato, in località Cea, arriviamo a dove parte sulla sinistra la via San Sebastiano. Tra questa strada e la prosecuzione della via Funtanedda, si trovano gli impianti sportivi comunali La cui proprietà e gestione è responsabilità del comune di Armungia, ed il cui ingresso si trova lungo la via San Sebastiano. All’interno di questi impianti, si trova un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta e non dotato di tribune, nel quale gioca le sue partite casalinghe la squadra Armungia calcio, squadra partecipante al campionato di calcio di Seconda Categoria, nel Girone B in Sardegna. Vicino al Campo da Calcio, é presente anche un Campo da Calcetto, ossia calcio a cinque, con fondo in erba sintetica. Il CimiteroPer visitare il Cimitero di Armungia, torniamo a dove eravamo entrati nel paese con la SP28. Da dove avevamo trovato il cartello indicativo dell’ingresso nell’abitato, passato il quale la strada provinciale aveva assunto il nome di via Emilio Lussu, percorsi appena cento metri, svoltiamo a sinistra in via Dante Alighieri, dopo settanta metri svoltiamo a sinistra rimananedo sulla via Dante Alighieri, che, in poco più di cento metri, sbocca sulla via Grazia Deledda. Prendiamo la via Grazia Deledda verso sinistra, la seguiamo per duecento metri, finché la strada termina di fronte alll’ingresso del Cimitero di Armungia. Visita dei dintorni di ArmungiaVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Armungia, sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi semplici Armungia e Scandariu; ed anche dei Nuraghi Cuil’e Ois, Palas ’e Nuraxi, Perdu Schirru, Srebatzi, tutti di tipologia indefinita. Il Sentiero dei minatoriPassata la piazza della chiesa, proseguiamo verso sud con la via Emilio Lussu, che esce dall’abitato con il nome di SP28 e si dirige verso Villasalto. A seicentocinquanta metri dalla piazza, arriviamo in un punto dove partono alla sinistra della strada provinciale due strade secondarie, delle quali quella più a sinistra prende il nome di Sentiero dei minatori. Gli operai e le cernitrici, donne che spaccavano con le mani le pietre e le insaccavano, che si recavano nel cantiere minerario di su Suergiu, provenivano dai paesi di Villasalto e di Armungia, e, per raggiungere il posto di lavoro, percorrevano un sentiero stretto, lungo circa quattro chilometri e mezzo, e con lievi pendenze, attraverso orti e vigneti. Il tragitto poteva essere percorso solo a piedi e, in circa quaranta minuti, portava direttamente alle officine e alle gallerie minerarie. La chiesa campestre di Nostra Signora di BonariaLungo la SP28 che si dirige verso Villasalto, a seicentocinquanta metri dalla piazza della chiesa, arriviamo in un punto dove partono alla sinistra della strada provinciale due strade secondarie, delle quali quella più a destra, in salita, è la via Nostra Signora di Bonaria, che, in trecento metri, ci porta sul colle omonimo, dove sorgesu un basamento roccioso, a 468 metri di altezza, la chiesa campestre di Nostra Signora di Bonaria. Le notizie storiche fanno risalire il suo impianto presumibilmente al 1893. È stata edificata da maestranze locali, con il contributo di tutta la popolazione, che si curava di portare il materiale a spalla o tramite i carri agricoli trainati dai buoi. Ha uno schema planimetrico semplice, a navata unica, con presbiterio elevato rispetto al piano della chiesa. Costruita con materiali e tecniche tradizionali locali, struttura muraria in pietra e fango, copertura con orditura in capriate di legno, incannucciato e manto di coppi sardi fatti a mano. Originariamente era dotata di campanile a vela. A seguito di alcuni interventi di ristrutturazione la chiesa ha perso le sue caratteristiche tradizionali originarie. Presso questa chiesa campestre, la Festa di Nostra Signora di Bonaria si svolge ogni anno in due occasioni, prima il 24 aprile, e poi la domenica che precede il secondo lunedì di settembre quando si svolge la Festa in onore di San Sebastiano. Il simulacro della Vergine, custodito in parrocchia, viene portato alla piccola chiesa campestre in processione, la sera della vigilia e vi fa rientro la sera del giorno solenne. I resti del Nuraghe semplice ScandariuPrendendo la SP28 verso Villasalto, circa tre chilometri dopo aver passata la chiesa campestre della Madonna di Bonaria, alla sinistra della strada provinciale, sull’altopiano si inizia a vedere il Nuraghe Scandariu. Per raggiungerlo, però, si deve proseguire ancora per un chilometro ed ottocento metri, per arrivare nel punto dove parte sulla sinistra la stretta strada bianca che, in settecento metri, porta vicino al Nuraghe. Si tratta di un grande Nuraghe monotorre, edificato a 454 metri di altezza, con un diametro alla base di oltre dieci metri. Come materiale di costruzione sono state utilizzate delle pietre di origine scistosa. Parte della muratura, a sud, è crollata e l’ingresso, sempre a sud, ogivale, dà accesso alla camera interna, nella quale è visibile una nicchia, e che è sprovvista della copertura a tholos la quale è crollata. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Armungia ci recheremo a Villasalto che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni. |