Baressa il paese conosciuto per la Sagra della mandorlaIn questa tappa del nostro viaggio, da Baradili ci recheremo a Baressa che visiteremo con il suo centro nel quale si svolge la Sagra della mandorla e con i suoi dintorni. La regione storica della MarmillaNella Sardegna centro meridionale, a cavallo del confine che separa la Provincia di Oristano da quella del Sud Sardegna, c’è una zona chiamata Marmilla della quale qui visiteremo la parte settentrionale. I comuni che fanno parte della Marmilla settentrionale, in Provincia di Oristano, sono: Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Baressa, Baradili, Curcuris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Nureci, Pau, Pompu, Ruinas, Senis, Simala, Sini, Siris, Usellus, Villa Sant’Antonio, Villa Verde. I comuni della Marmilla meridionale, in Provincia del Sud Sardegna, sono: Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Gesturi, las Plassas, lunamatrona, Pauli Arbarei, Sardara, Segariu, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villamar, Villanovaforru, Villanovafranca. Nella Marmilla meridionale spicca incontrastato il colle di las Plassas, famoso per la sua forma mammellare, che a quanto pare avrebbe dato il nome al territorio circostante. Questo colle aveva in antichità al suo apice un capezzolo gigante attraverso il quale Madre Natura dava nutrimento a tutti i Sardi. Il paesaggio è prevalentemente collinare e comprende la Giara di Gesturi, la Giara di Siddi, la Giara di Serri, l’altopiano di Genoni ed il bacino del rio Mannu d’Isili. Le attività principali della zona sono l’agricoltura ed il turismo. In viaggio verso BaressaDa Baradili prendiamo verso sud la via Vittorio Veneto che esce dall’abitato come SP35 della Marmilla e si muove in direzione di Ussaramanna, dopo circa un chilometro arriviamo a uno svincolo dove prendiamo a destra la SP43 che, in un paio di chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Baressa. Dal Municipio di Baradili a quello di Baressa si percorrono 3.3 chilometri. Il comune chiamato BaressaIl comune di Baressa (altezza metri 165 sul livello del mare, abitanti 566 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro della Marmilla per le cui strade si possono ammirare le caratteristiche case in roccia calcarea ricca di argilla, di un caratteristico colore giallo tenue. Il suo territorio Comunale, che presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 112 a un massimo di 357 metri sul livello del mare, offre un panorama di indiscutibile fascino. Situato in un territorio prevalentemente collinare, Baressa è rinomato per l´eccellente produzione di mandorle e per un grazioso e intatto centro storico in cui è possibile ammirare originali e artistici portali lignei. Origine del nomeIl nome è di origini incerte, probabilmente preromane. Il nome Baressa avrebbe una duplice origine, la prima farebbe derivare il nome dalla parola fenicia Baras che indicherebbe territorio boscoso, la seconda invece farebbe derivare il nome dalla parola greca Barys che significa di indole serie e dignitosa come descrizione della popolazione del luogo. Secondo il linguista Massimo Pittau, in un documento del 1219 Torgodorio, giudice di Cagliari, dona al figlio Salusio, in occasione del suo matrimonio con Adelasia, una grande estensione di terre che facevano parte della Trexenta e della Marmilla, e tra le ville ivi comprese risulta anche Mara Arbaressa della incontrada della Marmilla. Considerato che fra le ville elencate manca quella di Baressa, si deve concludere che questa è da individuarsi appunto in Mara Arbaressa, della quale la prima parte del nome ossia Mara derivebbe dal punico Magar ad indicare una fattoria, mentre dalla seconda parte del nome, Arbaressa, sarebbe derivata Baressa, quando la prima sillaba è caduta perché confusa dai parlanti con la preposizione locativa A, dal latino Ad, e probabilmente porta in sé un riferimento agli alberi, in modo particolare a quelli da frutto. La sua economiaSi tratta di un comune di collina con un’economia basata sulle tradizionali attività agropastorali. Il perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione, e le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, frutteti e olivo. Tra le coltivazioni praticate dai contadini di Baressa la più tipica è quella della mandorla, valorizzata attraverso la Sagra della Mandorla che si tiene ogni anno dopo la metà di agosto. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore industriale risulta di dimensioni molto modeste; tuttavia si registrano imprese che operano nel comparto dell’edilizia e della produzione alimentare. È presente una sufficiente rete commerciale che riesce a soddisfare le esigenze primarie della popolazione. La stupenda vista che si gode dall’abitato, insieme al prezioso patrimonio archeologico con le rovine del villaggio di Azeni, fondato nel Medioevo su un precedente insediameto punico e romano ed abbandonato successivamente, costituiscono una ragione sufficiente per attirare un discreto flusso turistico sul posto. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciDelle sue vicende storiche si sa ben poco. L’area nella quale sorge viene abitata già in epoca nuragica come attesta la presenza sul territorio di numerosi Nuraghi. Nel Medioevo appartiene al Giudicato di Arborea facendo parte della curatoria della Marmilla. Nel 1410, alla sconfitta del Giudicato ad opera degli Aragonesi, entra a fare parte della conte di Quirra, incorporato nell’Incontrada di Parte Monti, entra a far parte del Regno di Sardegna. Per un breve periodo viene occupato dalle truppe di Berengario Carroz, il quale vorrebbe annetterlo al suo feudo di Quirra, ma il re Martino I d’Aragona, poco prima della morte, aveva incluso il territorio di Baressa e buona parte della Marmilla nel feudo concesso a Garcia lupo de Ferrero. Comunque anche dopo la morte del re e la successiva morte di Garcia lupo de Ferrero senza eredi, Berengario Carroz continua ad occupare Baressa e la Marmilla. In seguito, nel 1412, il nuovo re Ferdinando I d’Aragona lo costringe a rendere i territori occupati, e nel successivo 1421 Baressa entra a far parte del feudo concesso a Raimondo Guglielmo Moncada, al quale viene però confiscato dopo pochi decenni. A seguito di alterne vicende, Baressa e la Marmilla vengono acquistati all’asta da Pietro de Besalù, uno dei generi del conte di Quirra Nicola Carroz, il quale però, non disponendo dell’intera somma riChiesta, la chiede in prestito al cagliaritano Simone Rubei, ed inizia a ripagarlo grazie alle rendite feudali. Nel 1459 però le rendite gli vengono sequestrate dal fisco in quanto moroso, e Pietro de Besalù si trova impossibilitato a rendere il prestito a Simone Rubei. Quest’ultimo nel 1464 minaccia di mettere all’asta i due feudi per recuperare il suo credito, ma Pietro de Besalù viene salvato dall’intervento del suocero Nicola Carroz, che, interessato ai territori confinanti con il feudo di Quirra, salda il debito con Simone Rubei. alla morte di Nicola Carroz, Pietro de Besalù si trova nuovamente nei guai, dato che Dalmazio Carroz, il nuovo conte di Quirra, approfittando dello stato di tensione conseguente alla ribellione di Leonardo de Alagon, nel 1474 occupa militarmente tutta la Marmilla e gli ingiunge di saldare tutte le somme dovute. Impossibilitato a pagare, nel 1477 Pietro de Besalù giunge ad un compromesso con Dalmazio Carroz, che gli consente di conservare solo i territori di Barumini, las Plassas e Villanovafranca. Così Baressa entra a far parte del grande feudo di Quirra. In seguito il feudo passa ai Centelles e nel lungo periodo in cui il paese viene amministrato da questa famiglia le condizioni di vita non sono delle migliori. I nuovi feudatari fanno amministrare la Marmilla da un regidor e, pur non esasperando il carico fiscale, limitano notevolmente l’autonomia della comunità, modificando il sistema di individuazione del Majore che cessa di essere elettivo. L’ultimo dei Centelles muore nel 1676 lasciando eredi i Borgia, la cui successione viene contestata dai Català, i quali, dopo numerose vicissitudini, entrano in possesso del feudo nel 1726. Nel 1766 dai Català il paese passa agli Osorio della Cueva. In seguito, nel 1839, con la soppressione del sistema feudale, viene riscattato agli ultimi feudatari Osorio della Cueva, e diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Nel 1927 venne aggregato a Baressa il vicino comune di Baradili, che recupera però la sua autonomia nel 1945. Del comune di Baressa nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Le principali feste e sagre che si svolgono a BaressaA Baressa non sono presenti gruppi folk particolarmente significativi. Tra le principali feste e sagre che allietano il borgo e richiamano visitatori dai dintorni, meritano di essere citate che si svolgono a Baressa vanno citate il 23 aprile, la Festa patronale di San Giorgio Martire; a maggio, la Passeggiata ecologica nelle via del centro, per la quale ai partecipanti viene consegnata una maglietta oppure un capellino, seguita dalla messa nella chiesa campestre di Santa Maria de Atzeni e, dopo la messa, viene offerto il pranzo nel parco Marrogali, dopo il quale vengono organizzati giochi di gruppo e concorsi legati all’ambiente; il primo fine settimana di agosto, la Festa di Santa Maria di Atzeni; il 4 settembre, la Festa di Santa Rosalia; sempre a settembre, l’Estemporanea di pittura. A fine agosto o inizio di settembre, si svolge la Sagra della mandorla; l’8 dicembre, la Castagnata e bruschettata, in occasione della quale viene anche allestito l’albero di Natale; e per Natale, la manifestazione Natale a Baressa. La Sagra della mandorlaBaressa è noto soprattutto per la coltivazione di mandorleti, da cui la Sagra della mandorla e la relativa Mostra mercato, meta ogni anno di tanti visitatori, durante le quali è possibile assistere alla preparazione e degustazione di pani tradizionali e dolci preparati con le mandorle, ossia amaretti, Gateau, Gueffus, Pan’e sapa. Nel corso delle manifestazioni è possibile visitare le botteghe de Is Artis, ossia dei mestieri artigianali, note soprattutto per la produzione dei cestini chiamati Scatteddus, realizzati in canna ed in olivastro. La manifestazione ha come teatro le strade, i portali e le corti del centro storico del paese, per dare l’occasione ai visitatori di vedere un centro storico che conserva ancora significativi elementi architettonici di una realtà contadina povera, come ad esempio il piano viabile in acciottolato, i prospetti e gli antichi portali di accesso alle case rurali ed anche alla Casa Museo di Baressa. Visita del centro di BaressaL’abitato, caratterizzato dai suoi portali e dalle tipiche case costruite in calcare marnoso color giallino, mostra segni di una forte crescita edilizia. Il suo andamento altimetrico è quello tipico delle località collinari. Arrivando a Baressa da est con la SP42, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, la strada provinciale assume il nome di via Roma. I murales di BaressaAll’interno dell’abitato di Baressa sono presenti numerosi murali tra i quali, in uno spazio pubblico ricavato da un’antica corte, significativa è l’opera di Pinuccio Sciola, il grande scultore e pittore di San Sperate, intitolata Uomini, figure femminili e figure maschili. Il consorzio Due GiarePassato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, prendiamo verso ovest la via Roma e, dopo poco più di una cinquantinaa di metri, si vede alla destra della strada l’edificio che ospita il Consorzio Due Giare. Si tratta di un Consorzio di Comuni in Provincia di Oristano costituito nel 1994, con il fine di promuovere lo sviluppo turistico del territorio attraverso forme di partecipazione associata a progetti di sviluppo, il quale abbraccia il territorio storico e geografico dell’Alta Marmilla, dei monti Arci e Grighine. Aderiscono attualmente al Consorzio Due Giare i Comuni di Albagiara, Baradili, Curcuris, Gonnosnò, Nureci, Pompu, Senis, Sini, Villa Verde. Il Consorzio Due Giare è retto da un’Assemblea costituita dai rappresentanti istituzionali dei Comuni aderenti e amministrato da un Consiglio di Amministrazione. Il nuovo Municipio di BaressaDal cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, prendiamo verso ovest la via Roma e, dopo quattrocento metri svoltiamo a destra nella via Guglielmo Marconi, la seguiamo per una sessantina di metri ed arriviamo a un bivio dove a sinistra prosegue la via Guglielmo Marconi, mentre noi prendiamo la continuazione della strada, che diventa la via Is Tellaias. Lungo la via Is Tellas, dopo un centinaio di metri, alla destra della strada al civico numero 6, si vede l’edificio che ospita il Nuovo Municipio di Baressa, nel quale si trova la sua sede e si trovano gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese, che sono gli uffici dell’Area Amministrativa e Finanziaria, dell’Area Tecnica, e dell’Area Socio Culturale. Questo è il nuovo Municipio che ha sostituito il precedente, che si trovava in piazza Municipio e che vedremo più avanti. La Casa Museo di BaressaDalla via Roma, presa la via Guglielmo Marconi, dopo una sessantina di metri arriviamo a un bivio dove la continuazione della strada diventa la via Is Tellaias, mentre a sinistra prosegue la via Guglielmo Marconi. Prendiamo la continuazione della via Guglielmo Mraconi, dopo un centinaio di metri si vede, alla destra al civico numero 28, l’ingresso della Casa Museo di Baressa. L’immobile, risalente alla seconda metà dell’ottocento, è stato completamente ristrutturato e arredato con suppellettili dell’arte povera contadina. La struttura portante in pietra, con spessore fino ad un metro, e il tetto il legno con manto di tegole tipo coppo, si conservano in buono stato. Un portale in legno con copertura fa da ingresso al cortile e conduce ai diversi locali di servizio. L’abitazione ospita diversi ambienti, ossia il ricovero degli animali con mangiatoie e attrezzi per la cura degli stessi, il mulino elettrico dei primi anni del novecento, S’aposentu ossia la camera da letto arredata con antichi manufatti, Su foxibi ossia il focolare che era il luogo di ritrovo per l’intera famiglia, Sa saba ossia la sala che è l’ambiente riservato ad accogliere gli ospiti dove sono presenti antichi e pregevoli tessuti lavorati a mano con la tecnica tradizionale baressese e caratterizzati dall’accostamento di colori vivaci, S’omu de su trobaxiu ossia la casa del telaio dove la padrona di casa tesseva, Su magasineddu che è la dispensa della famiglia, e Su sobariu ossia il solaio che era il deposito per i cereali. Interessanti anche gli elementi presenti nel cortile anteriore della casa, chiamato Su stab'i ananti, e nel cortile posteriore denominato Sa pratza de Is puddas, ossia il cortile delle galline, nel quale trovano posto i vari ricoveri per gli animali da cortile, gli aratri e gli altri attrezzi per il lavoro dei campi. Interessante anche S’omu de Sa moba, la casa della macina, dove si trovano un antico frantoio a trazione animale, un torchio manuale, Sa moba de su trigu che è la macina del grano, svariati attrezzi tipici del mondo contadino. Il vecchio Municipio di BaressaPassata la casa museo, proseguiamo lungo la via Guglielmo Marconi che, dopo una cnquantina di metri, sbocca sulla via Municipio. Prendiamo la via Municipio verso sinistra e la seguiamo per circa centotrenta metri, fino ad arrivare nella piazza Municipio sulla quale si affaccia proprio di fronte alla via Municipio, al civico numero 2 della piazza Municipio, l’edificio che ospitava il Vecchio Municipio di Baressa, fino alla costruzione del nuovo Municipio in via Is Tellaias. L’edificio è stato realizzato nel 1935, ed ha pianta quadrata di dodici metri per lato. Costituito da due piani riprende le caratteristiche tipiche delle costruzioni di epoca fascista. È molto semplice, con una sola cornice a coronamento e finestre poste in maniera ordinata, allineate e simmetriche rispetto il centro dell’immobile. L’interno si mantiene immutato, con porte interne in legno tinteggiato, pavimenti in mattonelle bicrome e scalinata rivestita in lastre di granito, e con una ringhiera metallica. La chiesa parrocchiale di San Giorgio MartireDalla piazza Municipio prendiamo la prosecuzione della via Municipio, che è la via della chiesa, e la sguiamo per poco più di una cinquantina di metri, arrivando a vedere alla destra della strada la chiesa di San Giorgio Martire, che è la chiesa parrocchiale di Baressa, edificata su una chiesa preesistente, sempre consacrata a San Giorgio, intorno alla quale si trovano ancora tracce del vecchio Cimitero. Il suo primo impianto è cinquecentesco o seicentesco, ed aveva la pianta a croce latina e copertura a due falde su struttura lignea. Su questo primo impianto si è innestato un intervento documentato, nel periodo tra il 1775 ed il 1780, che ha comportato la realizzazione delle arcate della navata principale, destinate al sostegno di una nuova copertura in muratura voltata a botte. L’ultimo restauro è avvenuto nel 2014. Oggi il fabbricato si presenta con asse da est ad ovest, con ingresso ad est. Sulla facciata sono presenti cornicioni e lesene in pietra tufacea a vista disposte con uno schema compositivo semplice e lineare. La torre è a pianta quadrata con cella campanaria e coperture del tipo a cuspide, composta da due falde inclinate con rivestimento in coppi alla romana, mentre la cuspide del campanile è rivestita con piastrelle di grès color rosso. All’interno la pianta si presenta a croce greca, avendo il transetto all’incirca delle stesse dimensioni della navata principale. In corrispondenza alla prima arcata della navata, in adiacenza alla parete dell’antica facciata, sono presenti due cappelle, anche queste voltate a botte, ma leggermente più strette di quelle del transetto. La Cappella a sinistra ospita un fonte battesimale del diciannovesimo secolo, con il piede della vasca in marmo intarsiato, e con antine policrome. La Cappella a destra ospita un crocifisso. L’illuminazione naturale all’interno della chiesa avviene attraverso una finestra a quadrifoglio nella controfacciata, una finestra rettangolare nella parte di fondo e due finestrelle a cuspide in ciascuna cappella. La chiesa di San Giorgio Martire conserva nella sagrestia una mostra di importanti statue lignee policrome, tra le quali una statua della Vergine molto cara alla popolazione, che un tempo risiedeva nella suggestiva chiesetta campestre di Santa Maria Atzeni, di cui oggi rimane poco più che una cappella. Baressa esprime il meglio di sé nelle feste in onore del patrono San Giorgio e in quella di Santa Rosalia, che un tempo era la Festa più importante del paese, ed in cui il momento culminante erano le giostre equestri. A Baressa, presso questa chiesa, la Festa patronale di San Giorgio Martire si svolge ogni anno il 23 aprile, mentre la Festa di Santa Rosalia si svolge il 4 settembre, entrambe con la processione, seguita da cerimonie religiose, e con diverse manifestazioni civili. Gli impianti sportivi delle Scuole MedieArrivati dalla via Municipio in piazza Municipio, prendiamo verso destra la via Roma che si dirige verso sud ovest, e la seguiamo per duecentocinquanta metri, fino a vedere l’arrivo da destra della via Cagliari ed a sinistra della via Funtana Bella. Una ventina di metri più avanti si vede, alla destra della strada, il cancello di accesso alle Scuole Medie di Baressa. Presso questo complesso scolastico si trovano due campi sportivi polivalenti. Il primo è un Campo da basket, che non è dotato di tribune, nel quale è possibile praticare come discipline la pallacanestro, la pallavolo, ed attività ginnico motorie. Il secondo, accanto ad esso, è un Campo da Tennis, nel quale è possibile praticare come discipline il tennis, il calcio, il calcetto ossia calcio a cinque, ed attività ginnico motorie. La Palestra ComunaleProseguendo lungo la via Roma, trenta metri più avanti rispetto all’ingresso delle Scuole Medie si trova, sempre alla destra della strada, il cancello di ingresso della Palestra Comunale. La Palestra è dotata di tribune in grado di ospitare una sessantina di spettatori, ed in essa si possono praticare come discipline la pallavolo, la pallacanestro, ed attività ginnico motorie. Il Campo Sportivo ComunaleArrivati dalla via Municipio in piazza Municipio, prendiamo verso destra la via Roma che si dirige verso sud ovest, e la seguiamo per duecentocinquanta metri, fino a vedere l’arrivo da destra della via Cagliari, e qui prendiamo a sinistra della via Funtana Bella. La seguiamo per una trentina di metri, poi svoltiamo a sinistra nella strada che ci porta nella piazza Funtna Bella, nella quale dopo un centinaio di metri, si vede alla sinistra della strada l’accesso al Campo Sportivo Comunale. All’interno di questo complesso sportivo si trova il Campo da Calcio, con fondo in erba naturale, dotato di tribune in grado di ospitare 200 spettatori. Accanto al Campo da Calcio, è presente una Pista di atletica leggera, nella quale si possono praticare le corse su pista Vicino ad esso sono presenti anche uno spazio per il Salto in alto, uno spazio per il sAlto in lungo, ed uno spazio per il Lancio del peso e del disco. Non lontano, alla destra del Campo da Calcio, sono presenti anche tre Campi da bocce. Visita dei dintorni di BaressaPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Baressa, sono stati portati alla luce i resti del Nuraghe semplice Molas, discretamente conservato, oltre che del Nuraghe complesso di Monte Majore e del Nuraghe complesso su Sensu o Numassi, che si trova ai limiti del territorio di Baressa con quello di Ussaramanna. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Il Cimitero ComunaleIl Cimitero Comunale di Baressa si trova al di fuori dell’abitato, verso est, e lo si può vedere arrivando a Baressa da est con la SP42. Circa quattrocentocinquanta metri prima di incontare il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, passato il quale la strada provinciale assumerà il nome di via Roma, alla destra della strada provinciale si vede il muro di cinta al centro del quale si trova il cancello di ingresso del Cimitero Comunale di Baressa. Di questo Cimitero, sono stati recentemente effettuati lavori di manutenzione della Cappella cimiteriale. Le rovine del villaggio di AtzeniA sud ovest del suo territorio sono visibili poche rovine del Villaggio di Atzeni, un insediameno medioevale nella Curatoria di Marmilla del Giudicato di Arborea nell’antica Diocesi di Usellus, fondato su un precedente insediamento punico e romano, e che era situato nelle campagne che oggi appartengono a Baressa. Nel villaggio esistevano la chiesa parrocchiale di San Giacomo, la chiesa di San Nicola e la chiesa campestre di Santa Maria. Il villaggio, come gli altri del resto, era soggetto a carestie e pestilenze che decimavano la popolazione. Dai 300 abitanti del sedicesimo secolo, si scende a 100 nel 1728, e presumibilmente intorno al 1740 il paese era rimasto disabitato e i pochi abitanti rimasti si erano trasferiti nei villaggi vicini. Del paese di Atzeni e della sua chiesa campestre dedicata a Santa Maria, non era rimasto che poco più di una cappella, insieme alla statua della Vergine costretta a riparare nella chiesa di San Giorgio, per le condizioni nelle quali si trovava la vecchia chiesa campestre ormai diroccata. Per il resto solo qualche cumulo di pietre sparse. I pochi resti della chiesa di San Giacomo Apostolo e della chiesa di San Nicolo de AtzeniDal Municipio di Baressa torniamo con la via Is Tellaias sulla via Guglielmo Marconi, dalla quale svoltiamo a destra sulla via Roma, che esce dall’abitato come SP43 in direzione di Simala. Dal cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato proseguiamo, dopo novecentocinquanta metri si vedono le indicazioni sulla sinistra per la chiesa di Santa Maria, proseguiamo un’altra cinquantina di metri, poi svoltiamo a destra e, in una settantina di metri, vediamo alla sinistra della strada i pochi ruderi della chiesa intitolata a San Giacomo Apostolo, che era la chiesa parrocchiale del villaggio di Atzeni. Nel villaggio di Atzeni, oltre alla chiesa parrocchiale di San Giacomo, si trovava pure la chiesa di San Nicolo de Atzeni, dalla quale ci sono state tramandate la statua di San Nicola di Bari e quella di San Nicola di Tolentino. La nuova chiesa campestre di Santa Maria de AtzeniPresa la SP43 in direzione di Simala, dal cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato, dopo novecentocinquanta metri, si vedono le indicazioni sulla sinistra per la chiesa di Santa Mariain Atzeni. Le seguiamo e, dopo duecentottanta metri, svoltiamo a sinistra, seguiamo la strada per centotrenta metri e vediamo, alla destra, il cancello che ci porta di fronte alla nuova chiesa campestre di Santa Maria de Atzeni, riedificata nel sito dove sorgeva l’antica chiesa della comunità di Atzeni, andata distrutta nel settecento, che era gestita dalla chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire e dalla Confraternita della Madonna del Rosario..Se il tempo ha cancellato le strutture murarie, esso non è riuscito a scalfire la grande fede della comunità, tramandata nei secoli, e da qui è sorto l’impegno di ricostruire la chiesetta. Dall’anno 1989 sono state reperite le aree, costruito il parco e messe a dimora le piante. Nel 1995 è stata eretta una croce, e il 5 aprile 1998, domenica delle Palme, monsignor Antonino Orrù, vescovo della diocesi si Ales, ha benedetto la posa della prima pietra, che ha segnato la ricostruzione della chiesa campestre proprio sulle sue antiche rovine. Ogni anno, presso questa chiesa campestre, il primo fine settimana di agosto si svolge la Festa di Santa Maria di Atzeni, con la processione e le cerimonie religiose, segute dalle manifestazioni civili che si svolgono presso il parco della chiesa campestre di Santa Maria, dove si trova il crocefisso a grandezza naturale. I resti del Nuraghe di Monte MajoreDal Municipio di Baressa torniamo con la via Is Tellaias sulla via Guglielmo Marconi, dalla quale svoltiamo a destra sulla via Roma. Percorsa appena una quindicina di metri prendiamo leggermente a sinistra la via Is Argiolas, dopo duecento metri arriviamo a un bivio dove continuiamo a sinistra proseguendo nella via Is Argiolas, percorsi trecentocinquanta metri svoltiamo a sinistra e prendiamo la Strada Comunale che si dirige verso nord e collega Baressa con Gonnosnò. La seguiamo per due chilometri, e sulla destra si trovano i resti del Nuraghe di Monte Majore, un Nuraghe complesso costruito in basalto a 291 metri di altezza ai limiti del territorio Comunale di Baressa, dal quale dista un paio di chilometri, vicino al territorio Comunale di Gonnosnò ed a quello di Baradili, La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, ritorneremo a Gonnosnò e da questo comune ci recheremo a Curcuris, che è uno dei paesi dove si tiene la Festa della tosatura, che visiteremo con il suo centro alla periferia del quale si trova la chiesa della Beata Vergine Assunta, e con i suoi dintorni. |