Curcuris con la chiesa della Beata Vergine Assunta che è uno dei paesi dove si tiene la Festa della tosaturaIn questa tappa del nostro viaggio, ritorneremo a Gonnosnò e da questo comune ci recheremo a Curcuris, che è uno dei paesi dove si tiene la Festa della tosatura, che visiteremo con il suo centro alla periferia del quale si trova la chiesa della Beata Vergine Assunta, e con i suoi dintorni. La regione storica della MarmillaNella Sardegna centro meridionale, a cavallo del confine che separa la Provincia di Oristano da quella del Sud Sardegna, c’è una zona chiamata Marmilla della quale qui visiteremo la parte settentrionale. I comuni che fanno parte della Marmilla settentrionale, in Provincia di Oristano, sono: Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Baressa, Baradili, Curcuris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Nureci, Pau, Pompu, Ruinas, Senis, Simala, Sini, Siris, Usellus, Villa Sant’Antonio, Villa Verde. I comuni della Marmilla meridionale, in Provincia del Sud Sardegna, sono: Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Gesturi, las Plassas, lunamatrona, Pauli Arbarei, Sardara, Segariu, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villamar, Villanovaforru, Villanovafranca. Nella Marmilla meridionale spicca incontrastato il colle di las Plassas, famoso per la sua forma mammellare, che a quanto pare avrebbe dato il nome al territorio circostante. Questo colle aveva in antichità al suo apice un capezzolo gigante attraverso il quale Madre Natura dava nutrimento a tutti i Sardi. Il paesaggio è prevalentemente collinare e comprende la Giara di Gesturi, la Giara di Siddi, la Giara di Serri, l’altopiano di Genoni ed il bacino del rio Mannu d’Isili. Le attività principali della zona sono l’agricoltura ed il turismo. In viaggio verso CurcurisNella precedente tappa del nostro viaggio, eravamo passati per il comune di Gonnosnò. Ritornati al centro di Gonnosnò, prendiamo verso ovest la via Oristano che ci porta nella frazione Figu, dalla quale prendiamo verso sud la SP72 che, dirigendosi poi verso ovest, in poco più di tre chilometri e mezzo, ci porta alle prime abitazioni del comune di Curcuris. Dal Municipio di Gonnosnò a quello di Curcuris si percorrono 4.6 chilometri. Il comune chiamato CurcurisIl comune di Curcuris (nome in lingua sarda Crucuris, altezza metri 130 sul livello del mare, abitanti 311 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro che si trova nella parte orientale della Marmilla ai piedi del Monte Arci, nel quale la fertilità del suolo ha favorito lo sviluppo dell’agricoltura. Nel centro storico sono presenti numerosi murali realizzati da artisti sardi. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate, e offre un panorama di indiscutibile fascino. Il territorio è composto da una serie di colline, che verso nord si presentano ricoperte da boschi e macchia, mentre le restanti sono brulle, destinate alle colture cerealicole o al pascolo. Il territorio è attraversato dal rio Sa Murta, nel quale confluiscono altri corsi d’acqua minori, il fondovalle è variamente coltivato e lungo il corso d’acqua prospera la vegetazione arborea. Il paesaggio è quello tipico della Marmilla, con fitti boschi di roverelle, lecci e sugheri, mentre la valle del rio Mannu, oltre alla fitta vegetazione ripariale, fatta di salici, pioppi e canne, ospita una ricca fauna di gallinelle d’acqua, anatre, martin pescatore e germani. Origine del nomeIl nome corrisponde a quello della pianta Curcuri, ossia del saracchio, graminacea con cui si legano le viti, si confezionano le stuoie e si impagliano le sedie, ed è probabilmente un relitto presardiano di matrice mediterranea. Il paese, dunque, ha derivato il suo nome dalla particolare presenza, in origine, della pianta di saracchio nel sito in cui esso è sorto. La sua economiaIl perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione, e le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo e frutteti. Il settore industriale risulta ancora di dimensioni alquanto modeste, tuttavia si registrano aziende che operano nei comparti dell’edilizia, del legno e della metallurgia. Modesta è anche la presenza del terziario. Curcuris non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciNel territorio di Curcuris restano poche tracce del periodo preistorico, ed esistono alcuni Nuraghi. della dominazione punica e romana si conosce ben poco, a parte qualche tomba scavata sulla roccia e ricoperta di lastroni in pietra, rinvenuta a poca distanza dall’abitato. Solo in età medievale nasce il centro abitato grazie alla concentrazione di antichi insediamenti a carattere agropastorale decentrati. In età giudicale, il borgo entra a far parte Giudicato di Arborea, nella curatoria di Parte Usellus. Per la storia di questo paese, si parte da quando Francesco Carroz, proveniente dalla Valenza con i figli, aveva fornito a Giacomo II il Giusto denari e cavalli armati per partecipare alla conquista catalano aragonese dell’Isola. Nel 1313 Francesco ottiene il titolo di ammiraglio, nel 1323 arma venti galee per conquistare la Sardegna per conto dell’infante Alfonso d’Aragona, e nel 1330 ottiene la giurisdizione di diversi feudi tra i quali quello di Quirra. Il figlio di Francesco, Berengario I, per un breve periodo occupa la Mamilla con le sue truppe e vorrebbe annetterlo al suo feudo di Quirra, ma il re Martino I d’Aragona, poco prima della morte, ne aveva incluso buona parte nel feudo concesso a Garcia lupo de Ferrero. Comunque anche dopo la morte del re e la successiva morte di Garcia lupo de Ferrero senza eredi, Berengario I continua ad occupare la Marmilla. Berengario I sposa in seconde nozze Gerardona de Ribelles, dalla quale nasce il figlio Berengario II. Il feudo di Quirra viene convertito nel 1363 in contea, e il sovrano Pietro IV il Cerimonioso nomina Berengario II conte di Quirra. Berengario II lascia un’unica figlia legittima, Violante I, che trasferisce i diritti sui feudi al figlio Berengario III, il quale si sposa con Eleonora Manrique de lara, parente del re di Castiglia, che porta in dote altri feudi. Nel 1412, il nuovo re Ferdinando I d’Aragona costringe Berengario III a rendere i territori della Marmilla occupati, che vengono amministrati direttamente della Corona d’Aragona, e dal 1421 entrano a far parte del feudo concesso a Raimondo Guglielmo Moncada, al quale viene però confiscato dopo pochi decenni. A seguito di alterne vicende, la Marmilla viene acquistata all’asta da Pietro de Besalù, uno dei generi di Nicolò Carroz, conte di Quirra e viceré di Sardegna, appartenente al ramo dei Carroz di Arborea. Pietro de Besalù però, non disponendo dell’intera somma riChiesta, la chiede in prestito al cagliaritano Simone Rubei, ed inizia a ripagarlo grazie alle rendite feudali. Nel 1459 però le rendite gli vengono sequestrate dal fisco in quanto moroso, e Pietro de Besalù si trova impossibilitato a rendere il prestito a Simone Rubei. Quest'ultimo nel 1464 minaccia di mettere all’asta i feudi per recuperare il suo credito, ma Pietro de Besalù viene salvato dall’intervento del suocero Nicolò Carroz, che, interessato ai territori confinanti con il suo feudo di Quirra, salda il debito con Simone Rubei. alla morte nel 1469, Berengario III lascia un’unica figlia legittima minorenne, Violante II, che viene posta sotto la tutela di Nicolò, il quale la fa sposare con suo figlio Dalmazio Carroz, e Violante porta in dote il titolo comitale e tutti i territori infeudati. alla morte di Nicolò Carroz, Pietro de Besalù si trova nuovamente nei guai, dato che Dalmazio, il nuovo conte di Quirra, approfittando dello stato di tensione conseguente alla ribellione di Leonardo de Alagon, nel 1474 occupa militarmente tutta la Marmilla e gli ingiunge di saldare le somme dovute. Impossibilitato a pagare, nel 1477 Pietro de Besalù giunge ad un compromesso con Dalmazio Carroz, e la gran parte del territorio della Marmilla entra a far parte del grande feudo di Quirra. Violante II, nel frattempo rimasta vedova, raggiunge la maggiore età ed avanza le sue pretese per tornare in possesso dei suoi feudi. Nel 1504, con successiva conferma nel 1506, la conte di Quirra viene elevata al rango di stato, con la concessione dell’Allòdio, che permette il trasferimento dei diritti sui feudi ai discendenti, anche per via femminile, senza la preventiva autorizzazione regia. Nel 1604 i feudi di Quirra sono elevati da contea a Marchesato, che sarà successivamente aggregato al Nules, un piccolo Marchesato nel regno di Valenza. Nel 1511, alla morte di Violante II, il feudo passa a suo nipote Guglielmo Raimondo Centelles. Nel lungo periodo in cui il paese viene amministrato dai Centelles le condizioni di vita non sono delle migliori. I nuovi feudatari fanno amministrare la Marmilla da un regidor e, pur non esasperando il carico fiscale, limitano notevolmente l’autonomia della comunità, modificando il sistema di individuazione del Majore che cessa di essere elettivo. L’ultimo dei Centelles muore nel 1676, quando il Marchesato viene concesso a Francesco Pasquale Borgia, ed i Borgia lo conservano per circa cinquant’anni, poi perdono il controllo del feudo in seguito ad a lunga lite con i Català, i quali, dopo numerose vicissitudini, entrano in possesso del feudo nel 1726, quando ormai il Regno di Sardegna è sotto la dinastia sabauda. Subito dopo i Català nel 1798 il territorio passa agli Osorio de la Cueva, famiglia di origine castigliana, ai quali il Marchesato viene riscattato nel 1839, con la soppressione del sistema feudale, per cui diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Carlo Alberto re di Sardegna nel 1821 riduce, dalle quindici originarie istituite nel 1807, a dieci le province, e Curcuris viene annesso alla Provincia di Oristano. Dopo pochi anni, nel 1848, vengoro abolite le province, e Curcuris entra nella divisione amministrativa di Cagliari. Suddivisa nel 1859 la Sardegna in due province, Curcuris entra a far parte della Provincia di Cagliari. Il comune di Curcuris nel 1927, in base ad una legge fascista, viene aggregato al comune di Ales, del quale diventa una frazione. Del comune di Curcuris nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Il comune di Curcuris nel 1979 viene nuovamente separato dal comune di Ales ed ottiene nuovamente la sua autonomia. Le principali feste e sagre che si tengono a CurcurisA Curcuris è attiva l’Associazione Gruppo Folk San Sebastiano di Curcuris, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località dell’Isola. Tra le principali feste e sagre che si tengono a Curcuris che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni, dato che nel paese sono ancora fortemente radicate le tradizioni religiose e civili, vanno citate il 20 gennaio la Festa patronale di San Sebastiano, con il falò in piazza e con il rito antico legato agli auspici per il raccolto dell’anno appena iniziato; il 15 maggio, la Festa di Sant’Isidoro; a fine maggio o inizio giugno, la Festa della tosatura, una delle tradizioni legata al mondo agropastorale che è ancora mantenuta viva, e che si svolge ogni anno presso la casa Pinna-Spada con un grande banchetto in cui viene servito soprattutto il maialetto arrosto; a Ferragosto, il 15 agosto si celebra la Festa della Beata Vergine Assunta che è la Festa più sentita dagli abitanti del paese; il 13 dicembre, la Festa di Santa Lucia. Visita del centro di CurcurisL’abitato, caratterizzato da case in pietra e vicoli stretti e tortuosi, ha conservato la sua impronta rurale, senza lasciarsi condizionare dal cambiamento dei tempi, come dimostra la mancanza di segni di espansione edilizia. Ha l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Alcuni dei principali murali di CurcurisNel 1996 sono stati realizzati a Curcuris, da diversi artisti, una serie di bellissimi murali che anche oggi è possibile ammirare sui muri all’ingresso del paese. Tra alcuni di essi vanno citati il murale di Vincenzo Conciatori, il murale di Archimede Scarpa, i due murales di Angelo Pilloni. Il campo Comunale di calcioProvenendo da Gonnosnò, entriamo in Curcuris da sud est con la SP72, che, all’interno del centro abitato, assume il nome di via Oristano, la quale percorre a sud tutto il paese. Percorsi circa duecentottanta metri lungo la via Oristano, si vede, alla sinistra della strada, il cancello di ingresso del Campo Comunale di calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare circa 200 spettatori. Il Municipio di CurcurisProvenendo da Gonnosnò, eravamo entati in Curcuris da sud est con la SP72, che, all’interno del centro abitato, aveva assunto il nome di via Oristano. Percorsi circa duecentottanta metri lungo la via Oristano, proprio di fronte all’ingresso del campo Comunale di calcio sulla sinistra, prendiamo sulla destra la via Cagliari, che dopo duecentosettanta metri, sbocca sulla via della chiesa. Presa la via della chiesa verso destra, dopo poco più di una cinquantina di metri, sulla destra al civico numero 14, si vede l’ingresso dell’edificio che ospita il Municipio di Curcuris, nel quale si trova la sua sede e si trovano gli uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese, che sono la Segretria Generale, i Servizi Sociali, l’Ufficio Amministrativo, l’Ufficio Finanziario, e l’Ufficio Tecnico. Il campo Comunale da Calcetto e bocceProseguiamo verso nord est lungo la via della chiesa che, a una cinquantina di metri dal Municipio, prosegue nella via Grazia Deledda, la quale, dopo un’altra cinquantina di metri, svolta a sinistra, e procede verso nord. Dalla svolta a sinistra, proseguiamo lungo la via Grazia Deledda per circa centocinquanta metri e vediamo, alla destra della strada, il cancello di ingresso del Campo Comunale da Calcetto e bocce di Curcuris. All’interno di questo complesso sportivo, si trova il Campo da Calcetto, con fondo il erba sintetica, senza tribune, nel quale è possibile praticare come discopline il calcio, ed il calcetto, ossia calcio a cinque. Accanto al Campo da Calcetto, è presente un Campo di bocce, anch’esso senza tribune, nel quale è possibile praticare il gioco delle bocce. I resti della Stazione ferroviaria dismessa di CurcurisPassato l’ingresso del campo Comunale da Calcetto e bocce proseguiamo lungo la via Grazia Deledda per un’altra cinquantina di metri e vediamo, alla destra della strada, l’edificio che ospitava la Ex Stazione ferroviaria di Curcuris. Le origini dello scalo si ricollegano a quelle della linea ferroviaria che collegava Ales con Villamar, il cui tracciato avrebbe attraversato anche la periferia orientale del paese di Curcuris. realizzata nella prima metà degli anni dieci del novecento per conto della Ferrovie Complementari della Sardegna, che ne sarà l’unico gestore, la struttura viene attivata insieme al resto della rete aziendale il 21 giugno 1915. L’impianto ha servito il paese della Marmilla per quattro decenni, finchché nel secondo dopoguerra è stato deciso a livello ministeriale di sostituire le relazioni espletate sulla linea con autocorse, fatto che ha portato alla cessazione dell’attività ferroviaria nella stazione il 5 settembre 1956, data di chiusura dell’intera linea tra Villamar ed Ales. Nel giro di breve tempo lo scalo è stato, quindi, definitivamente dismesso. Il piazzale ferroviario è stato in seguito inglobato nella rete stradale ed in parte destinato ad area giochi, mentre i fabbricati sono stati restaurati e sono impiegati da un’attività ristorativa, la quale si apre nella parte che si affacciava sulla linea ferroviaria. Il Cimitero ComunaleDopo aver visto l’edificio che ospitava la Stazione ferroviaria di Curcuris, proseguiamo verso nord lungo la via Grazia Deledda e, percorsi appena centoventi metri, si vede alla sinistra partire una deviazione che costeggia la strada principale, alla sinistra della quale si sviluppa il muro di cinta del Cimitero Comunale di Curcuris.Proprio all’inizio di questa deviazione si trova l’ingresso del Cimitero Comunale, che ha sostituito l’antico Cimitero il quale si trovava presso la chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire. Passato il punto della via Grazia Deledda dove parte la deviazione a sinistra, proseguendo dopo poche decine di metri si trova il cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato, e la via Grazia Deledda diventa la SP46, che si dirige a nord verso l’abitato di Ales. L’antico edificio chiamato Sa PanghisceddaDalla via Oristano, proprio di fronte all’ingresso del campo Comunale di calcio sulla sinistra, avevamo presa sulla destra la via Cagliari, che dopo duecentosettanta metri, era sboccata sulla via della chiesa. Prendiamo, questa volta, la via della chiesa verso sinistra, la seguiamo per una settantina di metri in dirazione ovest e, poco dopo del punto dove proviene da sinistra la via del Municipio, si trova uno slargo nel quale parte a destra la via Tellaias. Qui, tra la via della chiesa e l’inizio della via Tellaias, alla destra si trova l’antico edificio chiamato Sa Panghiscedda, una costruzione in pietra che un tempo era il vecchio mercato dove un tempo si vendeva la carne, e che rappresenta una delle attrazioni turistiche da vedere nel Comune di Curcuris. La chiesa parrocchiale di San Sebastiano MartirePassato lo slargo dove si trova l’antico edificio chiamato Sa Panghiscedda, proseguendo per poche decine di metri lungo la via della chiesa, si vede partire leggermente a sinistra la via San Sebastiano. Qui, all’incorcio tra la via della chiesa e la via San Sebastiano, si vede la facciata della chiesa di San Sebastiano Martire, che è la chiesa parrocchiale di Curcuris. È stata edificata nel sedicesimo o diciassettesimo secolo, nel periodo della dominazione aragonese, con forme tardogotiche, quando in Sardegna imperversava la peste, ed anche nella diocesi di Ales, in seguito a numerosi decessi avvenuti nel dicembre del 1652, sono innalzate molte Chiese in onore di San Sebastiano, invocato come protettore contro questo terribile male. La chiesa che ci appare oggi è il risultato dei molti restauri che ha subito nel corso dei secoli. La facciata, in pietra gialla squadrata a vista, e sino a qualche decennio fa presentava un campanile a vela come la chiesa della Beata Vergine Assunta, che è stato successivamente sostituito da una moderna torre campanaria con base quadrata. L’interno è composto da una sola grande navata, con quattro cappelle laterali e presbiterio. Il pavimento, i pilastri e gli archi sono in pietra, e il tetto è in legno. La fonte battesimale in pietra del 1765, su cui è scolpito il monogramma di Cristo, ora funge da acquasantiera. Tra le statue che ornano la chiesa di San Sebastiano vanno ricordate la seicentesca Madonna con bambino, maestosa, in legno e con veste dorata che, restaurata di recente, si trova nella nicchia a destra rispetto all’altare maggiore; e la Beata Vergine Assunta, detta la Dormitio Mariae, che carica di gioielli donati per voto da molti fedeli, viene portata in processione alla piccola chiesa ad essa dedicata il 14 agosto di sera, e riportata nella chiesa di San Sebastiano la sera del 16, dove rimane per il resto dell’anno. La statua di San Sebastiano, patrono di Curcuris, festeggiato il 20 gennaio, che si trova nella nicchia a sinistra rispetto all’altare maggiore. Inoltre la statua di Santa Lucia, festeggiata il 13 dicembre, alla quale pare fosse dedicata una piccola chiesa campestre ora non più esistente; e la statua di Sant’Isidoro con i suoi minuscoli buoi, che viene festeggiato il 15 maggio. Presso questa chiesa, il 20 gennaio, si svolge la Festa di San Sebastiano Martire, che è la Festa patronale di Curcuris. Il giorno della vigilia, la statua del Santo viene legata ad un albero, sui cui rami sono state appese delle arance, albero che viene scosso dai giovani del paese per far cadere il maggior numero possibile di frutti, e dalla quantità di frutti caduti si ricavano gli auspici per il successivo raccolto. All’imbrunire, nella serata della vigilia, viene acceso un falò, intorno al quale si svolge la Sagra organizzata dal comitato per i festeggiamenti, e si danza fino a notte fonda. I partecipanti possono anche degustare fave e ceci lessi accompagnati con cotenna di maiale, e ammirare i fuochi d’artificio. La mattina del 20 hanno luogo le celebrazioni religiose con la processione e la messa. La casa degli Eredi PilloniLa via della chiesa ci ha portati di fronte alla chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire, alla sinistra della quale parte la via san sebastiano, mentre alla destra la prosecuzione della via della chiesa assume il nome di via Canali. Lungo questa strada, alla destra della via Canali, si trova l’ingresso della casa Pilloni, o meglio della Casa degli Eredi Pilloni, che è situato al Civico nero 1 della via Canali, di lato alla chiesa parrocchiale San Sebastiano. Si tratta di un edificio storico in stile integralmente sardo, nel quale si svolgono divesre attività, tra le quali la premiazione dei vincitori del concorso di fotografia Uomo e Natura, che fa parte degli eventi del festival comunitario Uomo e Natura, una iniziativa che si propone, attraverso le immagini fotografiche, di indagare sul piano artistico il complesso rapporto tra uomo e natura. Il Campo Sportivo polivalente della Scuole ElementariArrivati a Curcuris avevamo preso la via Oristano, dalla quale avevamo svoltato in via Cagliari per prendere poi a destra la via della chiesa che ci aveva portati al Municipio di Curcuris. Passato il Municipio. proseguiamo una ventina di metri verso nord est lungo la via della chiesa e prendiamo a sinistra la via della Beata Vergine Assunta, subito all’inizo della quale, sulla destra dopo appena una diecina di metri, al civico numero 2 si vede l’ingresso delle Scuole Elementari. All’nterno di questo complesso scolastico, è presenta un Campo Sportivo polivalente, con fondo in cemento, che non è dotato di tribune per gli spettatori, nel quale è possibile praticare diverse discipline tra le quali la pallavolo. La chiesa campestre della Beata Vergine AssuntaLa via della Beata Vergine Assunta procede prima in direzione ovest e poi verso nord e, in trecento metri, porta nella periferia settentrionale dell’abitato dove, sul colle di Santa Maria, è possibile visitare la chiesa campestre della Beata Vergine Assunta, una tra le opere architettoniche più importanti del paese. La chiesa è stata edificata in stile gotico e si presenta in buone condizioni di conservazione, grazie ai lavori di restauro. Secondo una piccola pergamena, ritrovata in una teca d’argento sigillata con cera, l’altare della chiesetta viene eretto in onore di S. Maria V.A., S. Maria Maddalena, S. Lorenzo, S.S. Maurizio e compagni di martirio, e la chiesa viene consacrata il 12 febbraio 1430 dal vescovo dell’antica diocesi di Usellus, Giacobbe di Villanova. Si suppone che la costruzione della chiesa sia anteriore a tale data e risalga al quattrordicesimo secolo se non addirittura al tredicesimo secolo. Ha la facciata ed i lati intonacati di bianco, e sulla facciata è presente il portale sovrastato da un piccolo oculo, mentre la fiancata destra ospita un bel portale, a sesto acuto, e una nicchia con una piccola statua dell’Immacolata, rinvenuta durante i lavori di restauro. Nel bel campanile a vela, che è ancora quello originale in pietre squadrate e si trova sul lato destro della facciata, sono presenti due antiche campane, una delle quali, del 1504, porta la scritta in onciale riferibili al periodo giudicale Jesus-Franciscus lecca me fecit: a.M.D.IIII. La tradizione vuole che questa campana sia suonata dall’1 al 31 agosto di ogni anno, di giorno e qualche volta anche di notte, in onore dei festeggiamenti della Beata Vergine Assunta. Di fronte alla chiesetta è stata recentemente costruita, una grande e bella piazza per i festeggiamenti civili e un palco, dove si esibiscono gli artisti e da cui affacciandosi, si può godere della vista del bel paesaggio circostante. Ogni anno a Ferragosto, il 15 agosto si celebra la Festa della Beata Vergine Assunta che è la Festa più sentita dagli abitanti del paese, per la quale i festeggiamenti si prolungano dal 14 al 16 agosto. La Santa viene accompagnata da una lunga processione nella chiea a lei dedicata, dove si svolgono le diverse cerimonie religiose durante le quali la chiesa viene visitata da numerosi fedeli i quali hanno la possibilità di ammirare la Dormitio Mariae. Si tratta di una statua di origine incerta, esempio dell’arte bizantina, oggi poco diffusa nelle Chiese occidentali. Per la ricorrenza, indossa un prezioso abito con decorazioni in oro, realizzato interamente a mano da una sarta del paese grazie alla generosità della popolazione. La devozione dei fedeli è testimoniata dai numerosi doni, tra cui spiccano i gioielli, il velo, la corona e le scarpette d’argento. I festeggiamenti, in realtà, durano più di tre giorni, infatti, si concludono sempre la prima domenica successiva il 16 agosto, cioè Su domigu de Is prangius, che tradotto letteralmente significa La domenica dei pranzi, e che, contrariamente agli altri giorni di festa, dovrebbe essere limitata ai soli familiari. La casa Pinna Spadaalla periferia del paese di Curcuris sorge la Casa Pinna Spada, antica dimora di due famiglie di origini oristanesi, molto interessante per la tipologia costruttiva tipica delle abitazioni di un tempo, che conserva ancora numerosi arredi originali in ottimo stato. Nella casa sono state recentemente scoperte due tombe, riferibili alla dominazione romana, dotate di un importante corredo funebre. Nel vasto cortile della casa Pinna Spada ogni anno, a fine maggio o inizio giugno, si celebra la Festa della tosatura, una delle tradizioni legata al mondo agropastorale che è ancora mantenuta viva, un rito che si prolunga ormai da ventisette anni, con numerosi invitati da diverse parti della Sardegna. Durante questa Festa i partecipanti si spostano alla casa padronale dove ha inizio il rito della tosatura. Quindici tosatori si impegnano a togliere il manto ingombrante delle pecore, mentre altri uomini si occupano di arrostire i tradizionali maialetti, da consumare con tutti gli invitati. Conclusa la tosatura, si svolge con un grande banchetto in cui viene servito soprattutto il maialetto arrosto, seguito da canti e balli che si prolungano fino a notte inoltrata. Visita dei dintorni di CurcurisPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Curcuris, sono stati portati alla luce i resti del Nuraghe semplice Perda ’e Moguru; ed anche del Nuraghe complesso Mandonis, ai limiti del territorio Comunale di Curcuris con quello di Ales, e del Nuraghe complesso Soru, ai limiti del territorio Comunale di Curcuris con quello di Gonnosnò. Una testimonianze della dominazione punica nel territorio di CurcurisCome Testimonianza della dominazione punica, negli anni Quaranta del ventesimo secolo è stato individuato nei pressi del centro abitato di Curcuris un luogo di culto punico, ed al suo interno è stata rinvenuta una statuetta del dio punico Bes, che oggi è conservata nel Museo Civico di Sinnai. Si tratta di una statuina fittile di Bes su base rettangolare, con braccia ripiegate in avanti a Strozzare due serpenti, volto barbato con lingua estroflessa, grandi orecchie e tiara piumata; realizzata a stampo con foro posteriore. Il rinvenimento è avvenuto durante lavori agricoli e quindi decontestualizzato. Il sito ha restituito anche due statuine di Devoto sofferente del tipo Neapolis, oltre al frammento di un esemplare cruciforme del tipo Narcao. Il sito si caratterizza, inoltre, per la presenza di un affioramento sorgivo che potrebbe giustificare la presenza dei fittili votivi e della statuina di Bes; che mostra tracce del suo contatto con l’acqua. È testimoniata anche una frequentazione di tipo funerario di età romano imperiale. La cronologia proposta per la statuina è del quarto o terzo secolo avanti Crsto. Una testimonianze della dominazione romana nel territorio di CurcurisCome Testimonianza della dominazione romana,su un modesto rilievo tabulare di marna calcarea, in località Genna Angius, è stato individuato un vasto edificio a pianta rettangolare, costruito in blocchi squadrati di calcare, connessi da incavi a coda di rondine, destinati ad accogliere le grappe di piombo.su un lato dell’edificio si individuano le basi dei pilastri del portico frontale. La copertura dell’edificio era costituita da un tetto in tegole e coppi. Il corpo di fabbrica, interpretato inizialmente come villa urbano rustica a in relazione al suo nome Angius che deriva da Bangius, ossia Bal neum, ma che è, invece, un edificio pubblico, forse di carattere templare. A tale edificio è pertinente la targa commemorativa della ricostruzione dell’edificio sotto il principato di Nerone, nel 62 dopo Cristo, al tempo dei consoli P. Mario Celso e l. Afinio Gallo. L’iscrizione oggi è conservata nell’Antiquarium Arborense di Oristano. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Curcuris ci recheremo a Simala che visiteremo con il suo centro dove si trovano la chiesa parrocchiale di San Nicolò Vescovo, la casa Diana o Deana e la casa Diana Cancedda, e con i suoi dintorni. |