Buggerru paese minerario con la sua costiera con le spiagge di Portixeddu, San Nicolao e Cala Domestica
In questa tappa del nostro viaggio visiteremo il paese minerario di Buggerru con la sua costiera con le spiagge di Portixeddu, San Nicolao e Cala Domestica, che è considerata una delle meno conosciute ma più belle coste della Sardegna, con alte falesie che precipitano in un mare dai colori splendidi. Ci siamo arrivati in una giornata di scirocco, nella quale si presentava un mare molto agitato, e questo forse ne ha ancora accresciuto il fascino. L’Iglesiente nella regione storica del Sulcis-IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Dell’Iglesiente (nome in lingua sarda S’Igresienti) fa parte il territorio con la regione metallurgica a nord della valle del Cixerri, che corispondeva all’antica curatoria del Sigerro facente parte del giudicato di Càralis, e comprende la parte occidentale della Provincia del Sud Sardegna. Il territorio dell’Iglesiente comprende i comuni di Buggerru, Domusnovas, Fluminimaggiore, Gonnesa, Iglesias e Musei. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nei rilievi montuosi come nelle valli irrorate da fiumi che talvolta precipitano in spettacolari cascate, nelle profonde grotte. La costiera di BuggerruLa costiera di Buggerru è la prosecuzione verso sud della costiera della Costa Verde. Nel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 4 Vele al comprensorio della Costa Verde e di Buggerru. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali. |
In viaggio verso Buggerru lungo la sua costiera settentrionaleDa Fluminimaggiore torniamo indietro sulla SS126 Sud Occidentale Sarda verso Arbus, e, dopo poco meno di tre chilometri, svoltiamo a sinistra, verso ovest, sulla SP83 che ci porta, in sei chilometri e mezzo, ci porta al bivio dal quale, sulla destra, si muove la SP105 che conduce a Portixeddu e poi verso il capo Pecora. Prendendo, al bivio, verso sinistra, la prosecuzione della SP83, ci porta alle prime spiagge della costiera di Buggerru. La spiaggia di Portixeddu o del rio Mannu già descritta quando abbiamo illustrato la costiera di FluminimaggiorePer prima incontriamo la spiaggia di Portixeddu o Del rio Mannu, ossia del porticciolo o del Rivo Grande, che si sviluppa a sud della frazione Portixeddu, che appartiene al comune di Fluminimaggiore, ed è accessibile da esso attraverso una rampa. La spiaggia si trova in piccola parte nel territorio di Fluminimaggiore e per tutto il resto in quello di Buggerru, ed è già stata descritta qaundo si è illustrato il litorale di Fluminimaggiore. La spiaggia di Portixeddu o Del rio Mannu è costituita da una lunghissima distesa di sabbia, posizionata in una bella insenatura protetta da una folta vegetazione. La foce del Rio Mannu la separa dalla sua prosecuzione verso sud e dalla sottostante spiaggia di San Nicolò, di Buggerru, con la quale condivide la bellissima pineta sulle dune retrostanti. È formata da un arenile di grandi dimensioni, di sabbia dorata chiara, molto fine e morbidissima al tatto, che si affaccia su un mare dalle splendide trasparenze, con un colore tra il verde e l’azzurro cangiante, e con un fondale basso e sabbioso. Sulla spiaggia sono presenti delle dune, sormontate da gigli e da macchia mediterranea. Ben riparata dal maestrale, non è mai affollata, neanche in alta stagione, grazie alle sue notevoli dimensioni. Sulla spiaggia è presente un punto ristoro, e c'è la possibilità di noleggiare attrezzature da spiaggia presso lo Stabilimento balneare Ondanomala. Nella zona sono, inoltre, presenti un ostello, un bar, pizzerie e ristoranti. |
La parte meridionale della spiaggia di Portixeddu assume diverse denominazioni, che sono quelle di spiaggia di Is Compingius o Is Compinxius, cioè di spiaggia dei Pini e di spiaggia di Is Compingieddus o Is Compinxeddus, cioè di spiaggia dei Piccoli Pini. La località San Nicolao o di San Nicolò con la sua spiaggiaalla Costa di San Nicolao o di San Nicolò, con la spiaggia di San Nicolao o di San Nicolò, si arriva seguendo la SP83, procedendo per circa due chilometri e mezzo dal bivio per Portixeddu, sino ad una zona di sosta, qualche centinaio di metri prima del chilometro 28. L’arenile è accessibile dai posteggi presso la strada, verso nord, o, verso sud, dal piccolo gruppo di case del retrospiaggia, con una scalinata. La spiaggia di San Nicolao o Di San Nicolò il cui nome deriva dal fatto che è contornata dalle retrostanti belle Dune di San Nicolao o di San Nicolò, ha un arenile di grandi dimensioni, caratterizzato da una lunga distesa di sabbia dorata molto fine, affacciato su un mare cristallino, con un colore cangiante tra il verde e l’azzurro, e con un fondale sabbioso e basso. Sulla spiaggia sono presenti picccole dune ricoperte di una fitta boscaglia di ginepri, lentischi e macchia mediterranea, e vi è una bellissima pineta sulle dune retrostanti, ricoperte da un immenso rimboschimento di pini domestici, dei quali i più maestosi sono autoctoni. Grazie alle grandi dimensioni della spiaggia, non risulta mai troppo affollata, neanche in alta stagione. Sono presenti punti ristoro sulla spiaggia, un’edicola, bar, ristorante e pizzeria, e c'è la possibilità di noleggiare attrezzature da spiaggia. Nelle vicinanze e presente anche un campeggio, ed i parcheggi sono adatti anche per la sosta dei camper. |
Le dune di San Nicolao o di San NicolòSi accede all’area delle Dune di San Nicolao o Di San Nicolò percorrendo la SP83 fino a sino a poco prima del chilometro 28, a due chilometri e settecento metri dal bivio per Portixeddu, dove si prende la strada sulla sinistra che, in due chilometri e mezzo, ci porta alla zona delle dune. Il complesso dunale di Buggerru ha una superficie di circa Trecentocinquanta ettari, un fronte mare di circa due chilometri e una profondità massima di circa due chilometri e duecento metri. Le quote non superano i duecento metri, nella parte settentrionale scorre il rio Mannu, il quale drena le acque dell’intero Fluminese e sfocia a Portixeddu dopo aver percorso una splendida piana alluvionale adibita a rigogliose e produttive aree coltivate. Nell’area è stato effettuato un rimboschimento a pino domestico, pino d’Aleppo e acacia saligna, con i ginepri spontanei che lo rendono impenetrabile, in quanto costituiscono un folto mantello. Sul retro si rovano i contrafforti rocciosi, interessati da macchia mediterranea derivata dalle formazioni boschive a sughera. Proseguendo per circa cinque chilometri, alla sinistra della strada si trova una sterrata che porta al piccolo Lago di piscina Motta uno dei pochissimi laghi naturali della Sardegna, che durante la stagione estiva è quasi completamente prosciugato. Il lago si presenta incastonato tra le dune e le montagne, con lunghe le sponde pini e ginestre, ed offre uno spettacolo unico nel suo genere, anche per la concentrazione di elementi naturali contrapposti. Il Cimitero di BuggerruProseguendo, dopo la deviazione per le dune, per settecento metri lungo la SP83, troviamo sulla sinistra della strada provinciale la deviazione che, in un centinaio di metri, ci porta di fronte all’ingresso del Cimitero di Buggerru, che si trova a nord rispetto all’abitato, a circa un chilometro e mezzo da esso. Proseguendo verso BuggerruProseguendo verso sud lungo la costa, si trova la Cala dell’Acquedotto, la Punta del Nido dell’Aquila con falesie alte fino a trentasei metri e con i fariglioni, alla quale segue la Costa del Nido dell’Aquila. Proseguendo, invece, lungo la SP83, dopo circa un chilometro e mezzo arriviamo all’interno dell’abitato di Buggerru. Dal Municipio di Fluminimaggiore a quello di Buggerru abbiamo percorso 14.4 chilometri. Il comune chiamato BuggerruIl comune chiamato Buggerru (nome in lingua sarda Bugerru, altezza metri 51 sul livello del mare, abitanti 1.050 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro minerario che si sviluppa nella parte centro occidentale della Provincia del Sud Sardegna, affacciato sulla costa, ed è facilmente raggiungibile tramite la SP105, che lo attraversa interamente. Gli abitanti vivono per la maggior parte nel capoluogo Comunale, e solo pochi di essi si concentrano in case sparse. Il territorio Comunale, classificato di collina, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono i quasi 700 metri di quota. Origine del nomeIl nome ha un’origine che non è stata ancora chiarita, ed è verosimilmente prelatina. Secondo alcuni, il nome starebbe ad indicare un paese ricco di bovini. La sua economiaBuggerru è un comune rivierasco di origine piuttosto recente, che, alle tradizionali attività agro pastorali, ha affiancato un crescente sviluppo del turismo. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta, oltre che con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti della pesca, della piscicoltura e dell’edilizia. Il terziario si compone di una buona rete distributiva. Le strutture ricettive, che comprendono un agriturismo, offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno con un albergo molto recente. L’abitato offre, a quanti vi si rechino, la possibilità di trascorrere rilassanti soggiorni, a contatto con un paesaggio tra i più naturali e affascinanti della Sardegna. Brevi cenni storiciIl territorio è stato frequentato da tempi antichi, date le testimonianze del Neolitico Antico rinvenute nella grotta di S’Acqua Gelada. La nascita dell’abitato è assai recente ed è legata alle vicende minerarie della Sardegna sud occidentale, dato che il piccolo centro minerario, viene fondato nel 1864, allo sbocco verso il mare di una valle detta Canale Malfidano, nella quale si trovava la Miniera di Malfidano con l’omonima laveria, della quale nell’abitato si trovano la sede e gli uffici. La Cala Sperduta di Buggerru, con un solo abitante del 1864, è diventata un popoloso centro minerario già nel 1870. Guardando l’evoluzione demografica del paese si può notare come, agli inizi del ventesimo secolo, la popolazione di Buggerru sia addirittura cinque volte quella attuale, dato che in quegli anni il paese vive il periodo più florido delle sue miniere, tanto che il paese viene chiamato Petite Paris, ovvero Piccola Parigi, in quanto i dirigenti minerari, che si sono trasferiti nel borgo minerario con le loro famiglie, hanno ricreato un certo ambiente culturale. fra questi Achille Georgiades, un greco di Costantinopoli arrivato in Sardegna nel 1903 per dirigere le miniere della Societe des Mines de Malfidano di Parigi, la cui sede operativa in Sardegna si trova proprio a Buggerru. C'è anche il francese Georges Perrier, che gestisce un cinema, ed in paese vi sono anche un Teatro ed un circolo riservato alla ristretta elite dei dirigenti della società francese. Dall’altra parte ci sono i minatori che lavorano in condizioni disumane, sottopagati, e costretti a turni di lavoro massacranti, spesso vittime di incidenti mortali sul lavoro, e che sono organizzati nella Federazione dei Minatori. Nel 1904, a seguito dell’inasprimento del trattamento loro imposto da Achille Georgiades, i minatori si rifiutano di lavorare e presentano le loro riChieste alla società francese, ma, per tutta risposta, questi chiamano l’esercito che fà fuoco sugli operai, uccidendone tre, Felice littera, Salvatore Montixi e Giustino Pittau, e ferendone molti altri, dei quali uno gravemente che muore poco dopo. Quella domenica, il 4 settembre 1904, sarà ricordata come la data dell’Eccidio di Buggerru, a causa del quale viene fatto il primo Sciopero generale in Italia. Successivamente il comune di Buggerru viene aggregato a quello di Fluminimaggiore, ma in seguito, nel 1960, viene separato dal comune di Fluminimaggiore. Del comune di Buggerru nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a BuggerruTra le principali feste e sagre che si svolgono a Buggerru vanno citate le manifestazione del Carnevale; le cerimonie religiose della Settimana Santa, soprattutto quelle del Venerdì Santo; a giugno o luglio la Sagra del Pesce, che si svolge durante la stagione turistica, e nella quale è possibile gustare i pesci della pesca locale; la Festa del Santo patrono, San Giovanni, che si celebra il 26 giugno, con manifestazioni civili e religiose, e con un’interessante processione nelle vie del paese; il 29 e 30 giugno la Festa di San Pietro, che, oltre alle manifestazioni religiose, prevede un’interessante processione di barche a mare, chiamata la Barcheggiata di San Pietro; il 15 agosto il Ferragosto Buggerraio, che comprende manifestazioni con attività culturali, sportive e folkloristiche; ed, infine, il 4 settembre la Commemorazione dell’Eccidio di Buggerru, del 1904. Visita del centro di BuggerruArriviamo a Buggerru con la SP83, che scorre sopraelevata, lasciando in basso sulla destra la spiaggia di Buggerru ed il suo porticciolo turistico. Con la SP83, che all’interno dell’abitato assume il nome di via Malfidano, entriamo nel paese, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, e mostra un andamento altimetrico tipico delle località collinari. La chiesa parrocchiale di San Giovanni BattistaPercorsi duecentocinquanta metri dal cartello segnaletico che, sulla SP83, indica l’abitato di Buggerru, prendiamo a destra via Iglesias, poi imbocchiamo a sinistra la via Armando Diaz, e subito a sinistra la via della chiesa, che, in circa duecento metri, ci porta alla chiesa di San Giovanni Battista che si trova alla sinistra della strada, ed è la chiesa parrocchiale di Buggerru. Edificata verso il 1880, dopo l’affermarsi dell’economia mineraria, il cui successo ha fatto prosperare la miniera, che per portare avanti i suoi programmi ambiziosi necessita di molta mano d’opera, e la Cala sperduta, con un solo abitante del 1864, diventa un popoloso centro minerario già nel 1870. Confluiscono nel nuovo villaggio diverse culture, e la direzione delle Miniere, sensibile alla riChiesta delle famiglie di avere un luogo di culto, affida il progetto ai tecnici della miniera, che sanno esprimere ed interpretare i modelli dell’architettura del tempo. Nasce una ciesa a navata unica, separata da una balaustra di legno, come pure in legno sono tutti gli arredi religiosi. Pur se la chiesa è povera, presenta un altare coerente con lo stile neoclassico, che viene curato nei marmi, come curata è la riproduzione della grotta di lourdes, esempio di realismo riproduttivo che S’ispira al mistico ambiente del miracolo. L’altare sovrasta un bellissimo crocifisso d’epoca, ai lati del quale si trovano due nicchie che contengono sul lato sinistro la statua del Sacro Cuore e a destra quella della Madonna Immacolata. La villa degli Ospiti o Palazzina Beni BeniDalla SP83, presa a destra via Iglesias ed imboccata a sinistra la via Armando Diaz, invece di prendere a sinistra la via della chiesa, proseguiamo lungo la via Armando Diaz per circa centocinquanta metri, e vediamo, alla destra della strada, il giardino e la Villa Ospiti dei dirigenti della miniera di Buggerru. La villa signorile, chiamata anche Palazzina Beni Beni era arredata in stile liberty, espressione del movimento dell’Art-Nouveau che ha caratterizato il periodo della bella Époque, a cavallo tra l’ottocento e il novecento, in tutta Europa. Costruita i primi anni del 1900, come alloggio di servizio per i dirigenti ed ospiti della società mineraria, da cui deriva il suo nome, dopoanni di abbandono ed un accurato restauro, è stata riaperta al pubblico nel 2010. Il Teatro PerrierProseguendo lungo la via Armando Diaz per circa duecento metri, arriviamo a dove la strada incrocia la via Ospedale, la prendiamo leggermente verso sinistra, e poi, dopo una trentina di metri, a destra, prima di continuare sulla via Armando Diaz, si trova sulla destra, all’incrocio delle due strade, il Teatro Perrier. Si tratta di una struttura risalente agli anni venti dello scorso secolo, quando a Buggerru, oltre ai vari servizi, si dava spazio anche all’arte ed allo spettacolo. Il Teatro divenne luogo di recite, feste e anche di serate danzanti. Nel periodo d’attività dell’azienda mineraria, le Compagnie teatrali arrivavano da Parigi per recitare. Oggi è di proprietà Comunale. Provvista di platea e balconata, è in grado di ospitare complessivamente centocinquanta spettatori, novantadue in platea e cinquantadue in galleria. Il Municipio di BuggerruPassato l’incrocio con la via Ospedale, continuiamo sulla via Armando Diaz per una settantina di metri, fino a che sbocca sulla via Roma. Prendiamo la via Roma verso destra, e, dopo circa centoventi metri, troviamo alla destra della strada l’edificio che ospita l’Ex Municipio di Buggerru. Proseguendo lungo la via Roma per circa centocinquanta metri, troviamo uno slargo sulla sinistra, sul quale si affaccia la sede e gli uffici del nuovo Municipio di Buggerru. La torretta della ex Bà ed il palazzo che ospitava la ex direzione della minieraProseguendo per una ventina di metri lungo la via Roma, alla destra della strada si trova la Torretta della ex Bà ossia dell’ex bacino di approvvigionamento dell’acqua per le lavorazioni e le officine minerarie, che attualmente ospita un centro di aggregazione sociale. Prendendo sulla destra, prima della torretta, la via del Minatore, arriviamo alla piazza del Minatore, dove, proprio dietro allla torretta, si trova il palazzo che ospitava l’ex Direzione della miniera e che attualmente ospita la Biblioteca Comunale. La piazzetta dedicata all’eccidio di Buggerru del 4 settembre 1904Proseguendo poche decine di metri lungo la via Roma, alla destra parte la via Marina. Ad angolo tra queste due strade, si trova la Piazzetta dedicata all’eccidio di Buggerru del 4 settembre 1904, ossia all’uccisione dei minatori morti in seguito a gli spari contro la folla durante una protesta per avere migliori condizioni di lavoro. Per ricordare l’eccidio dei tre minatori, più un altro morto successivamente in seguito alle ferite, sono state posate Tre statue realizzate dall’artista Pinuccio Sciola, l’importante scultore di San Sperate. Il Museo Civico e Multimediale del MinatorePrendiamo la via Marina, che porta verso il porticciolo di Bugerru. La strada compie, dopo una settantina di metri, una curva a sinistra, poi, dopo un’altra settantina di metri, compie una curva a destra, e qui, alla destra della strada, si trova l’edificio che ospita il Museo del Minatore. Nel 1904, durante i cosiddetti moti di Buggerru, la falegnameria diventa lo scenario della rivolta, ed, all’arrivo dei soldati riChiesti dal direttore della miniera di Malfidano, Achille Georgiades, i minatori prendono tale stabile come punto di riferimento. Per questo motivo, ledificio è stato scelto come luogo ideale per ospitare un Museo della memoria e dell’identità di Buggerru. Il Museo si sviluppa sui due piani di uno stabile che un tempo era destinato ad officina meccanica e falegnameria, che è stato restaurato, ma ha mantenuto intatta l’antica struttura, con torni e fresatrici nella posizione originale. Al piano terra, in corrispondenza dell’ingresso, nei locali della ex Officina Meccanica, è stato allestito il Museo Civico che racconta la storia del paese chiamato Buggerru, nel quale piuttosto estesa è la sezione dedicata alla miniera, con la ricostruzione degli spazi comuni e il recupero di attrezzi e macchinari d’epoca, e sono inoltre presenti teche in vetro contenenti minerali e fossili del territorio. Al primo piano, nello spazio un tempo occupato dalla falegnameria, è stato creato un percorso di visita multimediale, interamente dedicato agli uomini e alle donne che hanno vissuto e lavorato in miniera, coni interviste proiettate a ciclo continuo su schermi piatti, ascoltabili anche con le cuffie. Il porticciolo turistico di BuggerruProseguiamo per la via Marina per una cinquantina di metri ed arriviamo a un bivio, dove la strada verso sinistra porta al porticciolo turistico, mentre verso destra porta alla spiaggia di Buggerru. Presa la strada verso sinistra, alla sua destra si trova un ampio parcheggio, al di là del quale è presente il caratteristico Porticciolo turistico che è l’unico scalo possibile tra Carloforte e Oristano, mentre alle sue spall, si innalza una scogliera, ricca di macchia mediterranea, che assume forme estremamente curiose. Il porto è limitato ai picoli diporti, molto sicuro per ripari da forti venti provenienti da nord e da nord ovest, con 250 posti barca, ma senza la disponibilità della pompa carburante. L’ingresso e i fondali all’interno sono spesso bassi a causa di insabbiamenti. Sul retro del porticciolo turistico si trova la ex centrale elettricaPercorsa solo una ottantina di metri lungo questa strada, alla sua sinistra di trova l’edifico che ospita la Ex centrale elettrica della miniera, della quale non abbiamo notizie storiche, sappiamo solo che è uno dei primi esempi di centrale elettrica in Sardegna. Era alimentata dal motore di un sottomarino, ed, in ricordo del suo passato industriale, è rimasto il motore, un diesel FIAT, con la sua dinamo. Nel 2006 è stata ristrutturata con i fondi della comunità Europea ed oggi viene utilizzata come sala convegni e sede di adunanza del Consiglio Comunale. La spiaggia di BuggerruProseguiamo per la via Marina per una cinquantina di metri ed arriviamo a un bivio, dove la strada verso sinistra porta al porticciolo turistico, mentre verso destra porta alla spiaggia di Buggerru. Presa la strada verso destra, alla sua sinistra si trova la spiaggia di Buggerru. La spiaggia di Buggerru e caratterizzata da un arenile costituito da sabbia bianco dorata finissima, che costituisce una bella distesa morbida e calda, e si affaccia in un mare azzurro chiaro cangiante, dal fondale basso e sabbioso. Mediamente frequentata nei mesi estivi, è presente un punto ristoro sulla spiaggia. Data la vicinanza dell’abitato, sono disponibili nelle immediate vicinanze tutti i principali servizi |
Sul retro della spiaggia di Buggerru si trovano il Campo da Calcio ed i resti della laveria Malfidanoalla sinistra della strada si trova il Campo da Calcio di Buggerru, al di là del quale, addossati alla montagna, si trovano i resti della Laveria Malfidano. La laveria, che è ormai fatiscente, era stata costruita per lavorare il minerale estratto dalla vicina miniera di Malfidano. L’impianto di trattamento del minerale era costituito da due sezioni per il trattamento di solfuri misti di varia provenienza, nella sezione blendosi, e di ossidati calaminari e piombiferi, nella sezione ossidati. Aveva una potenzialità giornaliera totale di 450-500 tonnellate, e l’impianto sorgeva a cinquanta metri dalla battigia, ubicato in zona balneazione, con conseguente scarico a mare dei rifiuti della flottazione, fino agli anni ’60 del novecento. I dintorni e la costiera meridionale di BuggerruVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Buggerru non, sono stati portati alla luce i resti archeologici particolarmente significativi. Per raggiungere Buggerru, abbiamo visitato la costiera a nord dell’abitato. Ora ci recheremo a visitare la costiera e le spiagge che si trovano a su dell’abitato, ma prima visiteremo alcuni dei principali siti minerari che si trovano nei dintorni di Buggerru, paese è situato al centro di un’ampia zona mineraria. La ex miniera di Nanni FrauArrivati a Buggerru con la SP83, passiamo il cartello segnaletico che indica l’abitato, entriamo nel paese, e seguiamo per seicentocinquanta metri la strada, fino a dove si trova il cartello del chilometro 25. Passato questo cartello, prendiamo subito la deviazione verso sinistra, che seguiamo per quasi cinque chilometri, e ci porta ai resti della Ex miniera di Nanni Frau. Questa miniera di galena, prima di proprietà del medico Onorio Pabis, viene acquistata nel 1862 da Antonio Sbressa, nel 1874 passa alla Compagnia Generale che riscontra dei problemi di aereazione nella galleria e costringe la società a realizzare un fornello. Ad essa subentra nella proprietà la United Mines, che ripara gli edifici minerari e riprende la coltivazione mediante l’apertura di una nuova galleria. Nel 1905 subentra la Pertusola, che incrementa la forza lavoro a 48 operai, ma fino agli anni venti del novecento nella miniera si alternano pochi operai che scavano una galleria seguendo il minerale a vista, e lo trasportano in esterno mediante carriole a mano. Nel 1927 la miniera Nanni Frau viene dichiarata decaduta. La grotta delle lumacheLungo il percorso che ci ha portato alla ex miniera di Nanni Frau, seguita per solo un chilometro la strada a destra dopo il cartello del chilometro 25, lungo la strada in salita si trova uno spiazzo sulla destra, dal quale un sentiero porta alla Grotta delle lumache scoperta casualmente poco meno di una decina di anni fa, situata sul fianco sud del monte Rosmarino, ad una quota di 220 metri. L’imbocco è di piccole dimensioni ed è quasi inosservabile in lontananza. Sono presenti in successione grandi colate, imponenti edifici colonnari, drappeggi di dimensioni ragguardevoli, ed una selva di stalattiti e stalagmiti, alcune delle quali crollate a causa degli ultimi eventi tettonici interessanti la zona. La ex miniera di MalfidanoIl piccolo centro minerario di Buggerru viene fondato nel 1864, allo sbocco verso il mare di una valle detta Canale Malfidano, nella quale si trova la Ex miniera di Malfidano per raggiungere la quale, seguita per solo duecentocinquanta metri la strada a destra dopo il cartello del chilometro 25, in corrispondenza di una curva, troviamo sulla destra un cancello, che conduce ai resti della miniera. Si trattava di una vecchia miniera che sorgeva in una zona conosciuta già dal tempo dei Romani, che vi cercavano la galena argentifera. Quest'area però era notevolmente diversa da come si presenta oggi, infatti fitti boschi la ricoprivano totalmente dando rifugio probabilmente a briganti ed a gente di malaffare, da cui deriva il nome Malfidano. Nel 1864 l’ingegnere francese Giovanni Eyquem, cercando la galena, individua le importanti masse calaminari che forniscono il minerale di zinco, del quale in Sardegna non esistono ancora miniere, e fonda la Società Anonima delle Miniere di Malfidano, ed a valle del monte Caitas, presso la spiaggia, inizia a sorgere il primo nucleo del villaggio minerario di Buggerru. Nel 1877 raggiunge un importante accordo con la Societè des Minerais en Sardaigne per la costruzione della importante laveria Malfidano di Buggerru, e, nel 1878, vengono utilizzate per la prima volta in Sardegna le perforatrici pneumatiche, che, abbassando la falda acquifera, permettono uno sfruttamento più ampio del minerale. La ricchezza delle estrazioni piombifere e zincifere consente il sorgere di numerose strutture attorno al villaggio di Buggerru, una centrale elettrica fornisce elettricità alla grande laveria Malfidano, all’Ospedale, agli uffici degli impiegati e dei dirigenti, al Teatro, e al cinema. Nel 1904, a seguito dell’inasprimento del trattamento loro imposto, i minatori si rifiutano di lavorare e presentano le loro riChieste alla società francese, ma, per tutta risposta, questi chiamano l’esercito che fà fuoco sugli operai, uccidendone tre e ferendone molti altri, dei quali uno gravemente che muore poco dopo. Quella domenica, il 4 settembre 1904, sarà ricordata come la data dell’Eccidio di Buggerru, a causa del quale viene fatto il primo Sciopero generale in Italia. La crisi economica finanziaria del 1920-30, contemporanea con il primo conflitto mondiale, provoca la chiusura della miniera di Malfidano, che nel 1928 passa alla Pertusola. Gli anni ’50 del novecento vedono la coltivazione di alcune masse calaminari, che includono quelle della vicina miniera di Pranu Sartu, ma nel 1955 viene dichiarata la chiusura del grande cantiere di Caitas. Subentra, quindi, la Società Piombo Zincifera Sarda, che rimane in attività fino al 1977, anno in cui la vecchia laveria Malfidano viene chiusa. La grotta di S’Acqua Gelada con le sue testimonianze archeologicheA nord rispetto alla ex miniera di Malfidano si trova la famosa grotta sepolcrale archeologica chiamata la Grotta di S’Acqua Gelada ossia Sa Grutta de S’Acqua Gelada, che si trova in posizione sovrastante la miniera. La grotta si sviluppa in un ampio salone, ed ha restituito reperti archeologici di varia epoca, tra i quali le testimonianze più antiche delle presenza umana nel territorio di Buggerru. Queste testimonianze sono state rinvenute proprio nella grotta di S’Acqua Gelada, e risalgono al Neolitico Antico, tra il 6.000 ed il cinquemila avanti Cristo. La frazione Malfidano con la Cappella dedicata alla Madonna di lourdesArrivati a Buggerru con la SP83, passiamo il cartello segnaletico che indica l’abitato, entriamo nel paese, e seguiamo per seicentocinquanta metri la strada, fino a dove si trova il cartello del chilometro 25, passato il quale proseguiamo dritti per duecentocinquanta metri, e vediamo, alla sinistra della strada, la Cappella dedicata alla Madonna di lourdes che ha la forma di una piccolissima chiesa. alla destra della strada, poche decine di metri più avanti, si trova una strada in salita che porta alla frazione Malfidano (altezza metri 81, distanza in linea d’aria circa 1.1 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che è una piccola frazione Buggerru, alla quale appartiene anche la chiesa dedicata alla Madonna di lourdes. L’ex miniera di Caitas con vicino il villaggio minerario abbandonato omonimoPercorsi ancora duecentocinquanta metri sulla SP83 dopo la Cappella di Malfidano, troviamo sulla sinistra una sterrata in salita, che, in circa quattrocento metri, ci porta, al Villaggio minerario abbandonato di Caitas sul lato della stretta valle Malfidano, che corre sinuosa in direzione grosso modo da est verso ovest. Era il villaggio della Ex miniera di Caitas che si trova più a sud alla distanza di alcune centinaia di metri, sull’altro lato della valle. Questa miniera era un cantiere della vicina miniera di Malfidano, operativo fino al 1955, quando viene dichiarata la chiusura del grande cantiere di Caitas. La Galleria Henry che porta all’ex miniera di Pranu Sartu con vicino il villaggio minerario abbandonato omonimoPercorso ancora un chilometro e settecento metri sulla SP83, troviamo alla destra della strada un ampio spiazzo attrezzato, nel quale si trova l’accesso alla Galleria Henry nella quale si trovava un tracciato ferroviario che veniva utilizzato per trasportare nella laveria Malfidano di Buggerru il minerale estratto nella miniera di Planu Sartu. Oggi il tracciato è stato riconvertito a percorso turistico,su un piccolo treno che si snoda tra gallerie e falesie a strapiombo sul mare. Al termine della galleria si trova il Villaggio minerario abbandonato di Pranu Sartu cioè del Piano dell’Agro, e verso ovest, tra il villaggio ed il mare, si trova l’Ex miniera di Planu Sartu ubicata sull’altopiano calcareo ad ovest di Buggerru in prossimità del villaggio minerario. La miniera viene scoperta nel 1869 dalla Società Miniere di Malfidano, e raggiunge l’apice di produzione agli inizi del novecento, ospitando nel villaggio 2.750 operai. Questo permette al villaggio di Planu Sartu di ottenere un certo grado di autonomia rispetto al vicino centro di Buggerru. Si tratta di una miniera a cielo aperto, nella quale la coltivazione della calamina avveniva sia a cielo aperto che in sotterraneo, utilizzando tra l’altro la Galleria Henry che serviva da collegamento tra i cantieri sotterranei e la laveria Malfidano di Buggerru. Negli anni ’40 del novecento la miniera viene acquistata dalla Pertusola, ma nel 1956 i cantieri vengono definitivamente chiusi. La costiera a sud di BuggerruLungo il litorale a sud di Buggerru, si trovano la Costa di Pranu Sartu, con falesie alte fino a 122 metri e con i fariglioni la Grotta Azzurra; la costa della Punta su Zippiri, ossia della punta del Rosmarino, con falesie alte fino a 111 metri la costa di Punta Toppi Vacca o Punta Toppi Bacca, ossia la punta del Pube della Vacca, con falesie alte fino a 104 metri. Proseguendo, si arriva alla Caletta di Cala Domestica o Sa caletta, e successivamente alla Cala Domestica con la sua spiaggia, che descriviamo di seguito. Cala DomesticaDa Buggerru proseguiamo sulla SP83 verso sud e, a circa quattro chilometri dall’abitato, subito prima del chilometro 19 della strada provinciale, troviamo una una deviazione sulla destra, che in poco più di un chilometro, ci porta alla bellissima Cala Domestica con la sua spiaggia. Il significato di questo nome del paese è forse riconducibile alla presenza, nella zona, di una fattoria medievale, chiamata appunto Domestia. La costa di Cala Domestica presenta alte falesie calcaree di grande interesse ambientale, e significative sono anche le dune che sorgono alle spalle della spiaggia. La spiaggia di Cala Domestica è una spiaggia di sabbia con piccole dune, situata nel fondo di un fiordo aperto nella falesia calcarea, che si protende per parecchi metri verso l’interno. È caratterizzata da un arenile di medie dimensioni, costituito da sabbia dai colori tra il bianco, l’ambrato e il dorato, molto soffice e compatta, con la presenza di qualche cespuglio, piccoli arbusti, e l’immancabile macchia mediterranea che contorna il perimetro di questa bellissima distesa di sabbia. Si affaccia su un mare dai colori tra il turchese e l’azzurro, con le acque piuttosto profonde, ma non in riva. Il fondale e sabbioso, con la presenza di qualche scoglio al largo e vicino alle falesie. La bellissima spiaggia è discretamente affollata in alta stagione, ed in essa è presente un punto ristoro, con un’area di sosta per i camper, ed una passerella per l’accesso alla spiaggia. Nella zona e presente anche un campeggio. Tra le dune si possono ancora vedere le rovine dei magazzini della Miniera di Acquaresi, un giacimento di piombo e zinco scoperto nel 1870, i cui prodotti, fino al 1940, venivano imbarcati proprio a Cala Domestica. Qui, nei primi decenni del ventesimo secolo, era sorto, infatti, un piccolo villaggio di minatori, del quale rimangono ancora i ruderi, in quanto dall’entroterra vi giungeva una linea ferroviaria, per il trasporto dei minerali ed il carico sui battelli. |
Da Cala Domestica una galleria, scavata sulla destra dai minatori nella roccia viva, ci porta fino ad una piccola e graziosa baia chiamata la Caletta di Cala Domestica, che contiene una piccola spiaggetta. La una piccola e graziosa baia chiamata la Caletta di Cala Domestica o Sa caletta, che contiene una piccola spiaggetta riparata dai venti settentrionali, accessibile con una breve galleria mineraria, dove passava il trenino della linea ferroviaria. Le caratteristiche dell’arenile di questa piccola baia sono le stesse della spiaggia principale. |
La Torre di Cala DomesticaQuesta incantevole spiaggia, una delle più belle della Sardegna, è dominata, a 39 metri sul mare, dalla Torre di Cala Domestica eretta sulle rocce ad ovest dell’insenatura in periodo spagnolo, forse nel 1577, e sappiamo che nel 1843 era ancora presidiata, e che, nella Seconda Guerra Mondiale, è stato un punto di osservazione. La torre sorvegliava l’ingresso alla spiaggia in cui era un porticciolo d’imbarco dei minerali provenienti dalle varie miniere della zona, ed ha una struttura, di forma cilindrica, di circa dodici Metri di diametro ed undici di altezza. realizzata in pietrame di calcare, con elementi ornamentali in tufo, ha una volta a cupola, con un foro centrale per l’illuminazione, ed una scala interna alla muratura per l’accesso al terrazzo. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio ci recheremo a Iglesias uno dei due capoluoghi della provincia, per visitare la città con le sue molte Chiese, ed i dintorni con la miniera monteponi e con la grotta di Santa Barbara, e poi visiteremo la sua costiera con Masua, Porto Flavia, il faraglione detto Pan di Zucchero, e con Nebida. |