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Fluminimaggiore con la grotta su Mannau, con il tempio punico romano di Antas, e con la sua costiera


In questa tappa entreremo nella regione storica del Sulcis Iglesiente, dove ci recheremo a visitare Fluminimaggiore con i suoi dintorni tra i quali spiccano la Grotta su Mannau ed il Tempio di Antas, Uno dei più significativi resti archeologici di tutta l’isola, e con la sua costiera.

L’Iglesiente nella regione storica del Sulcis-Iglesiente

Il Sulcis IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Dell’Iglesiente (nome in lingua sarda S’Igresienti) fa parte il territorio con la regione metallurgica a nord della valle del Cixerri, che corispondeva all’antica curatoria del Sigerro facente parte del giudicato di Càralis, e comprende la parte occidentale della Provincia del Sud Sardegna. Il territorio dell’Iglesiente comprende i comuni di Buggerru, Domusnovas, Fluminimaggiore, Gonnesa, Iglesias e Musei. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nei rilievi montuosi come nelle valli irrorate da fiumi che talvolta precipitano in spettacolari cascate, nelle profonde grotte.

In viaggio verso Fluminimaggiore

Usciamo da Arbus verso sud ed imbocchiamo la SS126 Sud Occidentale Sarda, la seguiamo per circa tredici chilometri e mezzo, fino al chilometro 72.2, dove troviamo la deviazione verso Scivu. Poco più avanti, lasciamo la regione storica del Medio Campidano ed entriamo in quella del Sulcis Iglesiente.

Proseguendo verso Fluminimaggiore

Proseguendo sulla SS126 Sud Occidentale Sarda, a circa venti chilometri da Arbus troviamo sulla destra la SP83 per Buggerru, capo Pecora e la spiaggia di Portixeddu. Proseguendo ancora per poco più di due chilometri, raggiungiamo l’abitato di Fluminimaggiore. Dal comune di Arbus a quello di Fluminimaggiore abbiamo percorso 24.4 chilometri.

Il comune chiamato Fluminimaggiore

Fluminimaggiore: veduta dell’abitatoFluminimaggiore-Stemma del comuneIl comune chiamato Fluminimaggiore (nome in lingua sarda Frùmini Majori, altezza metri 58 sul livello del mare, abitanti 2.654 al 31 dicembre 2021) è stato fondato nel 1704 da un feudatario del luogo per lo sviluppo agricolo di un territorio semideserto isolato tra le montagne ricche di vegetazione. È diventato un importante centro minerario verso metà ottocento, ed oggi sta riprendendo la sua vocazione agricola associata al turismo. Si trova nella parte centro occidentale della Provincia del Sud Sardegna, vicino alla costa, ai piedi del monte Argentu e del monte Fluminese, ed è attraversata dalla SS126 Sud Occidentale Sarda. Gli abitanti vivono per la maggior parte nel capoluogo Comunale, ed in parte si distribuisce tra l’area speciale di Portixeddu e la frazione Sant’Angelo, oltre che in poche case sparse. Il territorio può essere classificato di collina, e presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono i 1.094 metri di quota.

Il comune fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda

Questo paese fa parte dell’Associazione delle città della Terra CrudaQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor.

Origine del nome

Il nome, attestato dall’anno 1599 come Flumayor ed in seguito come Flumini Mayor, rappresenta un termine composto della voce sarda campidanese Flumini, che deriva dal latino Flumen nel significato di fiume, e dall’italiano Maggiore.

La sua economia

Fluminimaggiore è un centro rivierasco che, accanto alle tradizionali attività agro pastorali, ha sviluppato l’industria ed il turismo. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo e agrumi. Si allevano bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da imprese che operano nei comparti alimentare, tessile, dei materiali da costruzione, estrattivo ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di alloggio. Meta ricca di risorse naturalistiche e base di partenza ideale per numerose escursioni attraverso itinerari che regalano uno scenario di bellezze mozzafiato, sia all’interno che lungo il suo litorale, che varia da una delicata spiaggia a un’imponente scogliera .

Brevi cenni storici

Alcuni ritrovamenti nella grotta di Sant’Oreri risalenti all’Età del Bronzo, numerosi resti dell’età nuragica, e molti resti punici e alcuni di epoca romana come il tempio punico romano di Antas, testimoniano l’origine antica dell’insediamento. Tuttavia l’abitato viene citato per la prima volta in documenti del 1272. Il paese, che un tempo si chiamava Flumen Maior, Sorgeva vicino al mare, come attestano i resti di costruzioni antiche a Portixeddu e a San Nicolò, ma la malaria e le incursioni barbariche costringono gli abitanti a ritirarsi all’interno. L’abitato, compreso nella Curatoria del Sigerro, Apparteneva al Giudicato di Càralis ed in seguito, posseduta dai conti di Donoratico, passò poi ai Pisani e agli Aragonesi. Distrutta ai primi del quattrocento, nel 1421 il re Alfonso IV d’Aragona concede il feudo a Nicolò Gessa, la cui famiglia si estingue con Efisio Lussorio, che, non avendo figli maschi, lascia erede la figlia Eleonora, moglie di Ignazio Asquer. Il feudo passa, perciò, agli Asquer, una famiglia ligure trapiantata a Cagliari, dove un suo esponente aveva ottenuto il titolo nobiliare. L’attuale abitato di Fluminimaggiore risale ai primi anni del diciottesimo secolo, quando, nel 1704, il conte Ignazio Asquer e la moglie Eleonora Gessa consentono la ricostruzione dell’antico villaggio di Flumini Major, che era ormai disabitato, con atto notarile stipulato con i terralbesi Pietro Maccioni, Francesco Pinna e Pietro Angelo Serpi, ai quali viene assegnato il compito di popolarlo. Il paese conosce un notevole incremento demografico nella seconda metà del diciannovesimo secolo, dovuto soprattutto alla crescente attività mineraria. Del comune di Fluminimaggiore nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Fluminimaggiore

Fluminimaggiore: componenti dell’Associazione Flumini MajorA Fluminimaggiore è attiva l’Associazione Flumini Major, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Le feste e sagre più importanti che si svolgono a Fluminimaggiore sono il 16 gennaio Su Fogadoni de Santu Antoni, ossia il grande falò per Sant’Antonio Abate, ed il giorno successivo la sua festa; i festeggiamenti per il Carnevale; Sa Pasca Manna, ossia le festività della Settimana Santa e della Pasqua; il 22 maggio la Festa di Santa Rita; il 13 giugno si svolge la Festa patronale di Sant’Antonio da Padova; a luglio il trofeo Gatto Silvestro, gara regionale di pesca sportiva; a luglio o ad agosto Antas Music Festival; la prima decade di agosto la Sagra della capra e della pecora; il 15 agosto la Festa di Santa Maria; sempre ad agosto la Rassegna di musica classica Notti ad Antas; il 31 dicembre la celebrazione de Is Candeberis.

Visita del centro di Fluminimaggiore

Entriamo in Fluminimaggiore da nord ovest con la SS126 Sud Occidentale Sarda, che, all’interno del centro abitato, assume il nome di via Vittorio Emanuele, e visiteremo il centro storico del paese, il cui abitato è interessato da una significativa crescita edilizia.

Il muralismo a Fluminimaggiore

Fra le vie di Fluminimaggiore si può scoprire il muralismo, fenomeno culturale, sociale ed artistico che ha colorato e reso originali le pareti di molte abitazioni, grazie alla creatività degli artisti, i cosiddetti Imbracchinadoris. Le tinte narrano di fatiche, di racconti, di lotte e di conquiste, e proiettano profondi significati, voci di ideali e antiche passioni, in una terra antica e affascinante come la Sardegna.

Fluminimaggiore-Murales Fluminimaggiore-Murales Fluminimaggiore-Murales Fluminimaggiore-Murales Fluminimaggiore-Murales

La chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Antonio da Padova

Il cartello segnaletico che indica il paese si posiziona al chilometro 63.9 della SS126 Sud Occidentale Sarda, e la via Vittorio Emanuele entra nell’abitato. Dopo circa novecentocinquanta metri, dalla sua sinistra parte la via Regina Margherita, dalla quale subito sulla destra si muove la via Umberto, la seguiamo per duecentocinquanta metri, poi svoltiamo leggermente a sinistra e imbocchiamo la via Camillo Benso conte di Cavour, dopo una cinquantina di metri svoltiamo leggermente a destra e imbocchiamo via Alfonso lamarmora, che ci porta, dopo una sessantina di metri, alla chiesa parrocchiale.

Fluminimaggiore: chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Antonio da PadovaLa chiesa dedicata a Sant’Antonio da Padova che è la chiesa parrocchiale di Fluminimaggiore, è stata edificata a partire dal 1750, inaugurata nel 1765, le sue prime citazioni risalgono al diciottesimo secolo, in concomitanza con la ricostruzione del villaggio. In seguito è stata oggetto di numerose modifiche ed ampliamenti, soprattutto nel 1810 e nel 1878. Altri due interventi di restauro risalgono al 1904 e alla fine degli anni ’50 del novecento. La chiesa ha pianta a croce commissa, suddivisa in tre navate, con quella centrale più ampia rispetto alle laterali. Grandi arcate ripartiscono lo spazio interno in cinque campate e individuano cappelle poco profonde ricavate nelle pareti laterali. Nella sacrestia troviamo custodite la statua di Sant’Antonio da Padova del 1700, il gruppo scultoreo della Vergine del Carmelo databile al diciassettesimo e quella di Sant’Isidoro, scolpita alla fine del settecento. La facciata della chiesa è ripartita in due ordini, nel primo ordine sono compresi i tre portali in legno, mentre il secondo ospita il rosone decorato con episodi della vita di Sant’Antonio, ed ai lati due bifore con colonnina spartiluce. Sul lato destro vi è la torre campanaria a pianta quadrangolare, suddivisa anch’essa in due ordini dotati entrambi di bifore che ospitano tre campane. Il campanile e gli altari delle cappelle laterali risalgono alla fine dell’ottocento inizio del novecento, mentre l’altare maggiore è del 1948.

La piazza Giovanni XXIII con il Monumento ai Caduti di Fluminimaggiore

Ritornati sulla via Vittorio Emanuele, la seguiamo per centotrenta metri, e troviamo alla destra della strada la piazza Giovanni XXIII, che è la sede di diverse manifestazioni, come, tra le altre, la Festa dell’emigrato. Nella piazza si trova, tra l’altro, anche il Monumento ai Caduti Di Fluminimaggiore.

Il Museo Paleontologico

Nella piazza si trova il Museo Paleontologico nato nel 1982 ad opera del Gruppo grotte Fluminese, accolto in locali messi a disposizione dal comune, ed ampliatosi nel 1990. La serranda del Museo è, però, sempre abbassata, dato che il Museo apre al pubblico solo su riChiesta. Composto di due sale, abbisognerebbe di spazi maggiori data l’importanza dei reperti esistenti. Le due sale sono accolgono al piano terra fossili paleozoici di Fluminimaggiore, con trilobiti, cefalopodi, brachiopodi e gasteropodi, ed al primo piano fossili provenienti da altre parti del mondo, tra i quali spicca lo scheletro completo di un Ursus Spelaeus, l’orso delle caverne, una specie vissuta in Eurasia nel Pleistocene, della misura di oltre due metri e mezzo. Di grande importanza scientifica sono anche gli Archeocyatidi, che sono gli animali fossili più antichi che esistano in Europa. Un finto acquario ricostruisce l’ambiente paleozoico fluminese di circa mezzo miliardo di anni fa.

Fluminimaggiore-Museo Paleontologico: Museo Paleontologico: in piazza Giovanni XXIII la serranda sempre abbassata del Museo Fluminimaggiore-Museo Paleontologico: esposizione di resti fossili Fluminimaggiore-Museo Paleontologico-finto acquario che ricostruisce l’ambiente paleozoico fluminese di circa mezzo miliardo di anni fa

L’Anfiteatro Comunale di Fluminimaggiore

Dalla piazza Giovanni XXIII, Svoltiamo a Destra e imbocchiamo Il vicolo IV Vittorio Emanuele, che seguiamo per una sessantina di metri, e ci porta al ponte in legno sul rio Mannu, che conduce all’Anfiteatro Comunale di Fluminimaggiore, nel quale si svolgono diversi eventi e manifestazioni civili.

Il Municipio di Fluminimaggiore

Fluminimaggiore-Municipio di FluminimaggioreRitornati sulla via Vittorio Emanuele, la percorriamo per duecento metri dopo l’imbocco della via Regina Margherita, e troviamo, alla sinistra della strada, al civico numero 200, l’edificio che accoglie la sede e gli uffici del Municipio di Fluminimaggiore. alla sinistra del palazzo, seguendo la sua fiancata riccamente decorata da murales, si arriva nella piazza Antonio Gramsci, una piazza alberata al centro, che ospita un grande parcheggio. Di fronte al lato posteriore del palazzo municipale, all’altro lato della piazza scorre il rio Mannu.

Il Museo Etnografico Antico Mulino ad acqua Zurru licheri

Di fronte al lato posteriore del palazzo municipale, all’altro lato della piazza scorre il rio Mannu, sul quale un ponte in legno permette di raggiungere l’antico mulino ad acqua appartenuto alle famiglie Zurru e licheri, che faceva parte di un numeroso gruppo di mulini, che utilizzavano l’acqua del RioMannu. In esso è ospitato il Museo Etnografico Antico Mulino ad acqua Zurru licheri nato attorno agli anni ’80 del novecento ad opera del comune che, attraverso la sovrintendenza alle belle Arti, prima acquista l’antico mulino ad acqua, e poi lo ristruttura adattandolo a Museo Etnografico. L’opera di allestimento viene portata avanti grazie all’ineterssamento di molti cittadini fluminesi, che contribuiscono con donazioni a ricreare ambiente del modo agricolo e della pastorizia. È composto di sette stanze dove sono raccolti oggetti e strumenti del mondo agricolo e pastorale antico. Sotto il mulino passa il fiume, che agisce da forza motrice per movimentare le pale collegate alle macine, e due ruote azionate dalla forza dell’acqua permettono di osservare le modalità di macina di granaglie.

Fluminimaggiore-Museo Etnografico Antico Mulino ad acqua licheri Fluminimaggiore-Museo Etnografico Antico Mulino ad acqua licheri: sala interna Fluminimaggiore-Museo Etnografico Antico Mulino ad acqua licheri: sala interna

Il Cimitero di Fluminimaggiore

Entrando in Fluminimaggiore da nord ovest con la SS126 Sud Occidentale Sarda, che, all’interno del centro abitato, assume il nome di via Vittorio Emanuele. Percorsi seicentocinquanta metri dal cartello segnaletico che indica il paese, prendiamo a sinistra la via Argiolas, che, dopo trecentocinquanta metri, ci porta nella piazza Salvo d’Acquisto. Dalla piazza proseguiamo dritti sulla via Argiolas, che diventa un viale alberato, e che porta al Cimitero di Fluminimaggiore.

Lo stadio Comunale Marco Peloso

Dalla piazza Salvo d’Acquisro, parte sulla sinistra il corso Giovanni Amendola, che fiancheggia lo Stadio Comunale Marco Peloso di Fluminimaggiore, che si trova alla destra della strada, nel quale è presente un Campo da Calcio ed uno di calcetto. Il Campo da Calcio ospita la squadra Fluminimaggiore, che gioca nel campionato Sardegna in seconda categoria nel girone A.

I dintorni e la costiera di Fluminimaggiore

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Fluminimaggiore, sono stati portati alla luce i resti del Nuraghe Conca Muscioni, di tipologia indefinita, situato lungo la strada che da Fluminaggiore conduce a Portixeddu. Ci si trovano, inoltre, le grotte di su Mannau e di San Pietro, oltre al bellissimo tempio punico romano di Antas ed i resti della città mineraria di Metalla. Dopo aver visitato i dintorni del paese ed i suoi principali siti minerari, ci recheremo a visitare la costiera di Fluminimaggiore con le sue spiagge.

La Grotta su Mannau

Usciamo da Fluminimaggiore con la SS126 Sud Occidentale Sarda verso sud, percorriamo tre chilometri e mezzo, prendiamo l’uscita verso sinistra, che si inoltra nel bosco, e si segue un sentiero che ci porterà, tra vedute spettacolari, dopo un chilometro e trecento metri, a raggiunge la biglietteria della Grotta su Mannau. Questa grotta si è formata per l’erosione dovuta allo scorrere di due corsi d’acqua che passavano al suo interno, si snoda, infatti, in due tronconi principali, su diversi livelli, originati da due corsi d’acqua sotterranei, il fiume Placido a sinistra e il fiume Rapido a destra. La lunghezza totale è di otto chilometri ed il punto più alto è di 153 metri. La parte visitabile è composta da numerose sale abbellite con concrezioni, stalattiti e stalagmiti, delle quali la più alta misura undici metri, colonne che si innalzano fino a quindici metri, cristalli di aragonite e laghi sotterranei. Il ramo di sinistra è caratterizzato da laghetti pensili. La prima parte del ramo di destra, lunga circa cinquanta metri, è chiamata Sala archeologica, perché al suo interno sono state trovate numerose lucerne votive ad olio dedicate a Tanit e al dio Taurus, e manufatti di epoca fenicia e romana. Famosa è anche la grande Sala del Trono.

Fluminimaggiore-Grotta su Mannau: a metà strada è possibile fare una sosta un un capanno Fluminimaggiore-Grotta su Mannau: tratto della strada scavata nella roccia Fluminimaggiore-Grotta su Mannau: la strada è immersa nel bosco di lecci, corbezzoli, erica ed altre specie di piante sempreverdi Fluminimaggiore-Grotta su Mannau: all’ingresso della grotta è presente un bar e decine di posti pic-nic, dotati di tavolo, panche, barbecue e rubinetto d’acqua Fluminimaggiore-Grotta su Mannau: interno della grotta

La Grotta di San Pietro

Fluminimaggiore-Grotta di San Pietro: interno della grottaA brevissima distanza dalla più famosa grotta di Su Mannau, si apre anche un’altra grotta, che è la Grotta di San Pietro e fa parte dello stesso complesso carsico. La Grotta di San Pietro ha uno sviluppo di 355 metri, con un dislivello di undici metri. Dopo la caverna iniziale, la prima sala prende il nome di Sala del Guano, per i depositi lasciati dai pipistrelli che si rifugiano nella cavità, mentre la seconda sala viene chiamata la Sala della Cupola per la conformazione della volta, altissima e concava. La parte più attiva della grotta è, però, quella finale, in cui lo scorrimento idrico è ancora apprezzabile e forma, con variazioni di livello legate all’andamento stagionale, piccole vasche e laghetti.

Il Tempio di Antas

Lettura di 'Il tempio di Antas'Usciamo da Fluminimaggiore con la SS126 Sud Occidentale Sarda verso sud, percorriamo circa otto chilometri e trecento metri, al chilometro 15,9 della SS126 Sud Occidentale Sarda, troviamo una deviazione sulla sinistra lungo una strada mineraria bianca, che ci porta nella valle di Antas. La valle è famosa perché, percorsi un paio di chilometri sulla strada mineraria, sulla sinistra, all’interno della vicina foresta, si trova la biglietteria e l’area di ristoro del Tempio di Antas, Uno dei più significativi resti archeologici di tutta l’isola. Il tempio venne edificato dai Cartaginesi nel sestoo quinto secolo avanti Cristo, intorno ad una roccia sacra che è stata conservata in una cella del tempio. Sorgeva nell’area di un luogo di culto locale molto più antico. A conferma della frequentazione nuragica del luogo, nel 1984 sono state trovate molto vicine al tempio delle tombe preistoriche.

Fluminimaggiore-tempio di Antas: veduta del tempio Fluminimaggiore-tempio di Antas: veduta del tempio Fluminimaggiore-tempio di Antas: il particolari delle colonne Fluminimaggiore-tempio di Antas: veduta dall’interno Fluminimaggiore-tempio di Antas: veduta dall’interno Fluminimaggiore-tempio di Antas: veduta dall’interno Fluminimaggiore-tempio di Antas: veduta dall’interno Fluminimaggiore-tempio di Antas: il particolari delle colonne Fluminimaggiore-tempio di Antas: veduta dall’interno Fluminimaggiore-tempio di Antas: veduta dall’interno

Fluminimaggiore-tempio di Antas: statuetta di un eroe o una divinità nuda itifallicaAll’Età del Ferro, al periodo Geometrico, è attribuita la statuina di un eroe o una divinità nuda itifallica, ossia con il fallo in erezione, che è stata rinvenuta negli scavi del tempio. I doni votivi recuperati negli scavi permettono, con le loro iscrizioni, di sapere che era dedicato alla divinità sardo punica Sid o Sir Addir Babai, che per i Fenici e per i Cartaginesi era figlio di Melkart, identificato successivamente con Ercole. Il dio Sid viene solitamente raffigurato senza barba, con il caduceo, e con ancore e armi da caccia, dunque era il protettore di naviganti e dei cacciatori. Il tempio venne poi distrutto e riedificato nella forma attuale in epoca romana, forse nel terzo secolo dopo Cristo quando regnava Caracalla, come si può leggere sul frontale. Nell’iscrizione dedicata all’Imperatore si legge fra l’altro: TEMPL(um) DE SARDI PATRIS BAB, la dedica alla divinità sardo romana del Sardus Pater Babai, dal cui nome si ritiene derivi quello della Sardegna. Il tempio romano conservò le due aperture laterali della cella punica e le due vasche di purificazione incavate nel pavimento davanti agli ingressi della cella.

I resti della città mineraria di Metalla

Fluminimaggiore: le antiche cave romane utilizzate per la costruzione del tempioA poca distanza da Tempio di Antas, a nord rispetto ad esso, si trovava le cave romane di Antas, ossia la città mineraria di Metalla ossia le Miniere, menzionata nell’Itinerarium Antonini, un antico manoscritto latino. In questo manoscritto viene descritta questa strada che partiva dall’odierno Castelsardo, per proseguire lungo tutta la costa occidentale della Sardegna fino a Sant’Antioco, l’antica Sulki, nel sud: la Via a Tibulas Sulcis. Metalla era una zona mineraria dove i Romani portavano i prigionieri condannati ai lavori forzati ed estraevano le pietre per la costruzione del tempio.

La frazione Sant’Angelo con la sua chiesa

FluminimaggioreSant’Angelo: chiesa campestre di Sant’AngeloPercorsi ancora poco più di tre chilometri sulla SS126 Sud Occidentale Sarda verso sud, arriviamo alla frazione Sant’Angelo (altezza metri 483, distanza in linea d’aria circa 11.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 23). Il borgo è stato fondato nei primi anni del diciottesimo secolo, contemporaneamente al centro di Fluminimaggiore. All’interno della frazione è possibile osservare due cannoni che provengono da Cala Domestica e testimoniano l’epoca degli assalti dei pirati barbareschi, ed in essa si trova un’antica casa padronale appartenuta ai Modigliani. fra i luoghi di interesse si segnala anche la piccola chiesa campestre di Sant’Angelo.

La ex miniera di su Zurfuru

Fluminimaggiore: la ex miniera di su ZurfuruUsciamo da Fluminimaggiore con la SS126 Sud Occidentale Sarda verso sud, percorsi un chilometro ed ottocento metri, vediamo alla sinistra della strada l’Ex miniera di su Zurfuru con la sua Laveria Giovanni Longu, attualmente in fase di restauro per renderla fruibile turisticamente. L’impianto si presenta più piccolo e tecnologicamente anteriore al villaggio minerario di Arenas, che si trova a pochi chilometri di distanza. Proprio questa sua anteriorità lo rende uno splendido esempio di archeologia industriale. In basso si vedono i locali officina, compressore e generatore elettrico, subito dietro le vasche di stoccaggio del minerale, più in alto alcuni edifici di servizio e il forno col suo camino, a un terzo livello gli edifici allungati della laveria vera e propria, ed infine, in alto, a ridosso della carrareccia che scende da Gutturu Pala, l’impianto di macinazione del grezzo.

Lungo la strada che porta a Pubusinu troviamo la località Gutturu Pala con la miniera omonima

Fluminimaggiore: la ex miniera di Gutturu PalaPercorsi altri trecentocinquanta metri sulla SS126 Sud Occidentale Sarda verso sud, troviamo sulla sinistra la strada che ci porta alle Sorgenti di Pubusinu con il loro parco Comunale. Presa questa strada, la seguiamo per quattro chilometri e mezzo, ed arriviamo in località Gutturu Pala. La Miniera di Gutturu Pala si sviluppa sul versante destro della valletta scavata dall’omonimo Riu Gutturu Pala, nel punto in cui confluisce nel Riu de Pubusinu. All’esterno la miniera non è granche, anche perché tutto il materiale estratto era conferito alla Laveria su Zurfuru. Sono presenti solo tre piccoli edifici adiacenti all’ingresso della galleria, e due grandi capannoni officina sulla strada che prosegue per la miniera di Arenas.

Fluminimaggiore: il percorso di free climbing di Gutturu PalaIn tutta questa zona si trova la Foresta demaniale di Gutturu Pala e Pubusinu, che proviene dalla Società Piombo Zincifera, la quale, con la fine dell’attività mineraria nel 1993, cede i terreni di interesse forestale all’ex Azienda Foreste Demaniali, oggi Ente Foreste della Sardegna. Nella foresta si trova uno splendido monumento naturale in dolomite del Cambriano, attrezzato per Free clymbing, con diversi percorsi lunghi ed alcuni monotiri. La roccia si rivela subito ricca di gocce e lame profonde, spesso però distanziate e non sempre così intuibili dal basso, così da richiedere attenzione e concentrazione nella lettura dei passaggi.

Dopo le sorgenti si trova la strada che conduce alla ex miniera di Pubusinu

Fluminimaggiore: la ex miniera di PubusinuDopo aver percorso altri novecento metri sulla SS126 Sud Occidentale Sarda verso sud, troviamo alla sinistra della strada la scalinata che porta alle Sorgenti di Pubusinu con il loro parco Comunale, e, centocinquanta metri più avanti, troviamo sulla sinistra il sentiero che ci porta ai resti della Ex miniera di Pubusinu che è ubicata in prossimità della miniera di Gutturu Pala. Delle antiche strutture rimangono in piedi i forni di calcinazione, le gallerie, il vecchio tracciato ferroviario e un esteso sistema di canalizzazione che partendo dalla sorgente di Pubusinu, alimentava a valle il generatore elettrico della laveria della Miniera di su Zurfuru.

Proseguendo lungo questa strada arriviamo all’ex villaggio minerario di Arenas

Proseguendo lungo la strada bianca che ci ha portato a visitare le ex miniere che si trovano a sud est di Fluminimaggiore, percorsi poco più di altri cinque chilometri, arriviamo a visitare l’Ex villaggio minerario di Arenas. La miniera è situata nella confluenza di tre valli diverse, la prima che sale da Fluminimaggiore, la seconda dal tempio di Antas, la terza da Domusnovas, e questi sono anche i tre punti di partenza da cui vi si può arrivare. Noiabbiamo seguito il percorso che, partendo da Fluminimaggiore, consente la visita della laveria e miniera di su Zurfuru e della miniera di Gutturu Pala, e poi di proseguire lungo la carrareccia sino a destinazione. La cosa per cui vale la pena di visitare questa miniera, è la Laveria di Genna Carru, un grande complesso di edifici, addossati l’uno all’altro, che comprende la laveria vera e propria, la centrale elettrica, i laboratori chimici, officine, ripostigli, docce e altri locali minori. Gli impianti della laveria sono intatti, nessuno dei macchinari è stato asportato, gli ingranaggi sono, in qualche caso, ancora funzionanti. A ridosso dei lavori di scavo, immerso in un folto lecceto, sta il villaggio minerario, costituito da una serie di edifici che scontano ormai l’abbandono prolungato. In esso si trova la Cappella di Is Arenas.

Fluminimaggiore: la ex miniera di Arenas: la laveria Genna Carru Fluminimaggiore: la ex miniera di Arenas Fluminimaggiore: la ex miniera di Arenas-Villaggio minerario Fluminimaggiore: la ex miniera di Arenas: la Cappella di Is Arenas

Lungo la strada verso la costa si trova la ex miniera di Santa Lucia

Fluminimaggiore: la ex miniera di Santa LuciaDa Fluminimaggiore torniamo indietro sulla SS126 Sud Occidentale Sarda verso Arbus, e, dopo poco più di due chilometri, svoltiamo a sinistra, verso ovest, sulla SP83, la provinciale per Buggerru, che corre a sinistra di rio Mannu. Percorsi meno di un paio di chilometri, si incontra una stradina sulla sinistra che si inoltra per la bassa valletta di Santa Lucia, dove si trova la Ex miniera di Santa Lucia. Si tratta di una miniera abbandonata di fluorite e barite, entrata in attività nel 1868, prima con l’estrazione di minerali di piombo, poi zinco ed infine barite e fluorite. Nel 1904 la concessione iene estesa a minerali di zinco e nel 1929 passa alla Società Anonima Miniere di Nebida. Nel dopoguerra la laveria della miniera produceva circa cinque tonnellate di mercantile al mese. Negli anni ’60 del novecento, la Sarramin Sarrabus si occupa di questa miniera, arrivando alla massima produzione negli anni settanta, ma poi la produzione diminuisce a la miniera viene chiusa dopo il 1980.

La località S’Ortu de Mari

La SP83 ci porta, dopo quasi sette chilometri da dove la avevamo imboccata, sulla costa del litorale del comune di Fluminimaggiore. Prima di arrivare alla costa, sulla collina, alla destra della provinciale, a una distanza di cinquecento metri dalla costa, si trova la frazione S’Ortu de Mari dove si trova il Campeggio Ortus de Mari. Proseguendo verso la costa, si arriva alla costiera di Portixeddu.

Proseguendo verso nord si arriva fino al capo Pecora

Arrivata sulla costiera, la SP83 arriva a un bivio, dove prosegue verso sud, mentre a nord parte la SP105, che ci conduce in direzione di Capo Pecora, facendoci visitare un tratto particolarmente suggestivo e selvaggio della costa occidentale sarda. Passato il promontorio di Punta Guardia de Is Turcus, si incontrano altre spiagge meno famose, che appartengono però al territorio di Arbus. Si tratta della Spiaggetta di Guarda de Is Turcus, della spiaggia di Masoni Brandi, e della spiaggia di Corrulongu.

Arbus: veduta da sud di capo PecoraSuperata qust’ultima, percorsi quattro chilometri e mezzo sulla strada provinciale, si arriva al promontorio di Capo Pecora che chiude a nord questo bellissimo tratto di costa, e dopo il quale si trova l’insenatura di Portu Tramatzu, chiamata anche Baia delle Uova, con la spiaggia di su Tramatzu. capo Pecora costituisce un ambiente di mistero, immerso fra i graniti, un mare azzurro e trasparente, rada vegetazione ed uno splendido panorama. Esso non è solamente un luogo marittimo ma anche una zona archeologica di estrema importanza, dove si trovano alcune Tombe di giganti. Anche il promontorio si trova in territorio di Arbus, ma da questa strada costiera è possibile ammirarlo in tutta la sua bellezza.

La frazione Fluminimaggiore denominata Portixeddu

Fluminimaggiore: il portixeddu: la frazione PortixedduCon la SP83, arrivati sulla costa, prendiamo al bivio la SP105 verso nord, dalla quale, dopo trecentocinquanta metri, una traversa sulla sinistra ci porta, percorsi altri trecentocinquanta metri, alla frazione Portixeddu (altezza metri 14, distanza in linea d’aria circa 9.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 12), ossia del porticciolo, un piccolo agglomerato di case che costituisce la frazione costiera di Fluminimaggiore. Si tratta di un suggestivo borgo turistico, in parte di origine mineraria, da cui si apre il panorama della bellissima costa. Dalla frazione è possibile raggiungere due spiagge verso nord, e l’ampia spiaggia di Portixeddu verso sud.

Dall’abitato verso nord si trova la Cala di Sa Perdiscedda Manna con la sua spiaggia

Raggiunta la periferia occidentale della frazione Portixeddu, arriviamo in uno spiazzo con un parcheggio, dal quale parte una stradina sterrata, che si biforca. Preso il tratto verso nord, in circa trecento metri raggiungiamo la Cala Sa Perdixedda Manna, ossia la Pietruzza Grande, con la spiaggia di Sa Perdiscedda Manna.

Fluminimaggiore: il portixeddu: la spiaggia di Sa Perdiscedda MannaLa spiaggia di Sa Perdiscedda Manna è una spiaggia con un arenile caratterizzato dalla presenza di ciottoli di un colore tra il grigio ed il bianco, con un mare trasparente dal colore tra il verde smeraldo e l’azzurro, e con il fondale roccioso. Anch’essa prende il nome dalle pietre, che caratterizzano il suo arenile. Interessante ammirare le meraviglie subacquee, attraverso la pratica dello Snorkeling, ossia del nuoto in superficie utilizzando il boccaglio, come le grotte e la fauna e flora marina. È poco frequentata e ben riparata dal vento, e non sono presenti servizi su questa spiaggia.

Sotto l’abitato si trova la Cala di Perdiscedda Pitticca con la sua spiaggia

Presa, dallo spiazzo con il parcheggio, la stradina sterrata verso sinistra ci porta sotto l’abitato, ed arriviamo in un centinaio di metri alla Cala di Sa Perdixedda Pittica, ossia la Pietruzza Piccola, una caletta rocciosa, che consiste in un’insenatura formata da tre piccole calette rocciose, piuttosto riparata dal vento, nella quale si trova la piccola spiaggia di Sa Perdixedda Pittica.

Fluminimaggiore: il portixeddu: la spiaggia di Sa Perdiscedda PitticaNell’insenatura si trova la spiaggia di Perdiscedda Pitticca una piccola spiaggia di sassi con un arenile caratterizzato dalla presenza di ciottoli, che digradano verso un mare con bellissime trasparenze ed una colorazione tra il verde smeraldo e l’azzurro, e dal fondale roccioso. La spiaggia prende il nome dalle pietre, che caratterizzano il suo arenile. È molto interessanti per l’attività di Snorkeling, ossia del nuoto in superficie utilizzando il boccaglio, grazie alla presenza di bellissimi anfratti, e di una una ricca flora marina. La spiaggia è assai poco frequentata, e non sono presenti servizi su di essa.

L’ampia spiaggia di Portixeddu o del rio Mannu che si sviluppa a sud dell’abitato

L’abitato di Portixeddu, e molto accogliente, e dispone di molteplici servizi fruibili dai bagnanti, in quanto si trova proprio a ridosso della sottostante spiaggia di Portixeddu. La spiaggia si sviluppa a sud dell’abitato, ed è accessibile da esso attraverso una rampa. Dal minuscolo e suggestivo borgo turistico di Portixeddu, si apre il panorama della bellissima costa di Portixeddu, ossia del porticciolo, con la sottostante spiaggia di Portixeddu o Del rio Mannu, ossia del porticciolo o del Rivo Grande, che si trova in piccola parte nel territorio di Fluminimaggiore e per tutto il resto in quello di Buggerru.

La spiaggia di Portixeddu o Del rio Mannu è costituita da una lunghissima distesa di sabbia, posizionata in una bella insenatura protetta da una folta vegetazione. La foce del Rio Mannu la separa dalla sua prosecuzione verso sud e dalla sottostante spiaggia di San Nicolò, di Buggerru, con la quale condivide la bellissima pineta sulle dune retrostanti. È formata da un arenile di grandi dimensioni, di sabbia dorata chiara, molto fine e morbidissima al tatto, che si affaccia su un mare dalle splendide trasparenze, con un colore tra il verde e l’azzurro cangiante, e con un fondale basso e sabbioso. Sulla spiaggia sono presenti delle dune, sormontate da gigli e da macchia mediterranea. Ben riparata dal maestrale, non è mai affollata, neanche in alta stagione, grazie alle sue notevoli dimensioni. Sulla spiaggia è presente un punto ristoro, e c'è la possibilità di noleggiare attrezzature da spiaggia presso lo Stabilimento balneare Ondanomala. Nella zona sono, inoltre, presenti un ostello, un bar, pizzerie e ristoranti.

Fluminimaggiore: il portixeddu: la spiaggia Portixeddu Fluminimaggiore: il portixeddu: la spiaggia Portixeddu Fluminimaggiore: il portixeddu: l’insenatura Portixeddu

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio visiteremo il paese minerario di Buggerru con la sua costiera, che è considerata una delle meno conosciute ma più belle coste della Sardegna, con alte falesie che precipitano in un mare dai colori splendidi.


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