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Busachi con la diga Eleonora d’Arborea che ha prodotto l’ampliamento del lago Omodeo


Da Ula Tirso ci recheremo a Busachi che visiteremo con il suo centro dove si trova il Museo del Costume e della Tradizione del lino e con i suoi dintorni nei quali si trova la diga Eleonora d’Arborea che ha prodotto l’ampliamento del lago Omodeo, il più grande bacino artificiale d’Europa..

La regione storica del Barigadu

Il BarigaduSulla sponda meridionale del lago Omodeo, il più grande lago artificiale dell’Isola, si affaccia il territorio del Barigadu uno dei distretti amministrativi dell’antico Giudicato d’Arborea. Il Barigadu è una regione storica della Sardegna centrale che si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano. I comuni che ne fanno parte sono allai, Ardauli, Bidonì, Busachi, Fordongianus, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Sorradile, Ula Tirso, Villanova Truschedu. Ne facevano parte anche i comuni che oggi sono considerati appartenenti alla regione storica del Guilcer. Grazie al clima soleggiato, ma non arido, vi si trovano molte foreste di sughero e di quercia e ovviamente macchia mediterranea, come anche alcune specie di animali rari, come cervi sardi, cinghiali, volpi, lepri sarde e molti tipi di uccelli tra i quali anche l’aquila. Il paesaggio della regione storica del Barigadu è composto da una vasta distesa pianeggiante arricchita da una serie di colline.

In viaggio verso Busachi

Da Ula Tirso usciamo verso sud con la via Cagliari che, fuori dall’abitato, assume il nome di SP11, dopo circa due chilometri e mezzo questa strada va ad immetersi sulla SS388 del Tirso e del Mandrolisai che prendiamo verso destra, la seguiamo per novecento metri ed arriviamo all’interno del paese di Busachi. Dal Municipio di Ula Tirso a quello di Busachi si percorrono 4.1 chilometri.

Il comune chiamato Busachi

Busachi-Veduta dell’abitatoBusachi-Stemma del comuneIl comune di Busachi (nome in lingua sarda Busache, altezza metri 379 sul livello del mare, abitanti 1.164 al 31 dicembre 2021) è un antico centro agropastorale di collina con un’economia basata sulle tradizionali attività agro pastorali. L’abitato sorge in un piccolo Anfiteatro naturale, posto quasi alla sommità del versante che costituisce la sponda sinistra del Tirso, in corrispondenza della diga omonima, ed è situato a un’altezza media di 379 metri sul livello del mare, con punte di 416 metri nella sua parte orientale che è la più alta. Tra la parte alta e la parte bassa di Busachi ci sono quasi 80 metri di differenza, avendo la parte più bassa, nella zona occidentale del paese, un’altitudine di 340 metri sul livello del mare. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate.

Origine del nome

Il nome del paese è di origine incerta, tanto che il linguista Massimo Pittau del suo nome dà due differenti spiegazioni. La prima lo ritiene di origine sArdiana o protosarda, come attestato dal suo suffisso -ák-, che si ritrova negli appellativi sArdiani Nuráche ossia Nuraghe, Neuláche ossia oleandro, ed altri; ed anche dalla sua connessione coi nomi Busadda ed altri, che sarebbero tutti da riportare all’appellativo Busa ad indicare una macchia, un grosso cespuglio o una zona cespugliosa. Pertanto è verosimile che Busachi in origine significasse Sito dei grossi cespugli. La seconda spiegazione lo ritiene un nome di origine latina, derivato dal gentilizio latino Byzacius, nome del proprietario romano di una fattoria o tenuta nella zona. Secondo un’altra interpretazione, invece, il nome starebbe ad indicare il Bifolco, ossia il custode dei buoi.

La sua economia

Il perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione, e le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, frutteti e agrumi. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, ovini, caprini, equini, suini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti della produzione di macchine per l’agricoltura e dell’edilizia. Nell’economia locale assume rilievo anche l’artigianato, soprattutto tessile in particolare quello specializzato nella confezione di tessuti lavorati con telai orizzontali, che vanta una tradizione ricca e molto apprezzata. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Il pittoresco paesaggio urbano, dove per le strade può capitare di incontrare le donne nel tipico costume sardo di Busachi, l’artigianato tessile con la produzione di ricami e di tappeti tipici a pibiones, la sua gastronomia, e il prezioso patrimonio archeologico, rappresentano una ragione sufficiente per attirare un discreto flusso turistico sul posto. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Busachi-Gastronomia: culurgionis di Busachi Busachi-Gastronomia: dolce tipico di Busachi

Brevi cenni storici

Il territorio di Busachi è abitato da tempi antichissimi, le prime tracce della presenza umana risalgono al neolitico, come testimoniano i numerosi monumenti risalenti a quest'epoca con circa settanta domus de janas, tra le quali quelle di Campu Majore Maniere, Montigu e Grugos. Poche le testimonianze nuragiche, tra le quali il Nuraghe Sa Jacca e il complesso di Santa Marra, trilobato, con cinta muraria di 450 metri. Viene abitato anche in epoca punica e romana, come attestano numerose iscrizioni e cippi funerari. Tutta l’area, che svolgeva una fondamentale funzione di raccordo tra l’area della costa e le regioni interne della Barbaria, reca importanti tracce del suo passato ricco di storia. In epoca medievale appartiene al Giudicato di Arborea facendo parte della curatoria di Parte Barigadu, della quale è il capoluogo dopo Fordongianus. Nel 1388 è la sede di raccolta per i preliminari della pace con gli Aragonesi. Nel 1420, alla caduta del Giudicato, entra a far parte del Marchesato di Oristano, e nel 1478, alla definitiva sconfitta degli Arborensi, viene incorporato alla corona e diviene un feudo sotto gli Aragonesi. Nel suo territorio sorge anche la villa di Moddaminis, appartenente alla stessa curatoria, che viene distrutta in epoca aragonese, e di cui resta la chiesa gotica di Santa Susanna, consacrata nel 1349. Ricordata agli inizi del cinquecento per l’ufficiatura della parrocchia di San Pietro e nel 1558 per l’esecuzione di un retablo da parte di Antonio Bonato su ordine del marchese Gerolamo Torresani. Nel 1790 il paese forma un Marchesato, concesso a donna Teresa Deliperi, e successivamente passa alla famiglia ledà Manca, ai quali venne riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Del comune di Busachi nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano.

Chi è stato il marchese don Girolamo Torresani

Sagra de su siccu: locandinaFa parte dell’arredo storico della sagrestia della cattedrale di Ozieri la pesante Campana Torresani, che si trovava nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Busachi, fatta realizzare da don Girolamo Torresani che vi ha fatto incidere il titolo di conte di Sedilo da lui ottenuto. La campana ha perso il batacchio ed è acusticamente muta da tempo immemorabile. I Torresani, cagliaritani di probabili origini toscane, nel quattrocento possiedono la signoria delle scrivanie del vicariato reale di Cagliari e del capitanato di Iglesias, dalle quali traggono consistenti rendite. Agli inizi del cinquecento vendono la scrivania del capitanato di Iglesias, e nel corso del secolo si disfanno anche di quella del vicariato reale di Cagliari, impegnando una parte dei capitali ricavati nell’acquisto del feudo del Barigadu, nel quale ricadono i villaggi di Busachi, allai, Fordongianus e di Villanova Truscheddu. Nella seconda metà del settecento costituiscono il Marchesato di Busachi. In seguito, un certo don Nicola Torresani acquista Sedilo e l’Incontrada di Canales, e nomina erede universale il figlio don Girolamo Torresani, che nel 1566 ottiene il titolo di conte di Sedilo, inciso nel 1598 sulla cosiddetta Campana Torresani. Scrive il sacerdote e storiografo Raimondo Bonu che don Girolamo Torresani non fu solo un ricco signore feudale, ma anche un acuto e dinamico uomo politico, attento ai bisogni dei suoi vassalli e aperto ad una sapiente formazione morale e socio culturale di Busachi e delle ville circonvicine. A Busachi, in particolare, don Girolamo Torresani nel 1571 fa erigere la chiesa della Beata Vergine delle Grazie, ancora detta de Su Collegiu, affidata prima ai Gesuiti e poi agli Osservanti, e nel 1577 fa assegnare il monastero chiamato Su Conventu con la chiesa di San Domenico ai Domenicani.

Due artisti che hanno fatto conoscere Busachi definito il paese dell’amore

A Busachi sono legati due importanti personaggi, il pittore Filippo Figari ed il fotografo Ugo Pellis, che con la loro arte hanno fatto conoscere il nome di Busachi al di fuori dai confini dell’Isola.

Il pittore Filippo FigariFilippo Figari: nozze in SardegnaA chi si chiede quale possa essere stata l’ispirazione per definire Busachi Paese dell’amore, si può rispondere citando il grande artista Filippo Figari, uno dei grandi della pittura del novecento. Nel 1911, quando all’artista viene commissionato il lavoro di decorazione della Sala dei Matrimoni del palazzo municipale di Cagliari, Filippo Figari per trovare la giusta ispirazione pittorica si stabilisce per un paio di anni a Busachi. Quei luoghi ameni, quel romantico borgo, si dimostrano davvero fruttuosi. L’artista vi trova l’ispirazione giusta, che gli consente di realizzare la famosa trilogia de Il matrimonio in Sardegna che oggi adornano la sala del Comune di Cagliari, nella quale immortala le scene dello sposalizio tradizionale con il capolavoro pittorico L’amore in Sardegna..

Il fotografo Ugo PellisUgo Pellis: scatti fotografici a BusachiIl fotografo friulano Ugo Pellis, nativo di Fiumicello in Provincia di Gorizia, centro oggi noto alle cronache per essere il paese di Giulio regeni, nato asburgico nel 1882 e formatosi nelle università austriache di Vienna e Innsbruck, si laurea in lettere italiane e tedesche, con particolare attenzione alla filologia. Insegna tedesco prima a Capodistria e poi italiano a Trieste fino al 1924. Diventato cittadino del regno dopo le vicende belliche, riceve una dispensa l’11 dicembre di quello stesso anno per contribuire in modo significativo alla realizzazione del primo Atlante linguistico Italiano, che lo vedrà impegnato a girare l’Italia fino al 1940. E durante questi viaggi si reca in Sardegna dal 1932 al 1935, dove realizza 7.156 scatti fotografici dei quali 37 a Busachi..

Le principali feste e sagre che si svolgono a Busachi

Busachi-Sfilata ed esibizione del 'Gruppo Folk Busachi bella Mia' di BusachiBusachi-Esibizione del 'Coro Polifonico Santa Usanna' di BusachiA Busachi è attiva l’Associazione Gruppo Folk Busachi bella Mia, nata come tale ai primi del 2002, ma da sempre presente come gruppo dato che si può risalire al primo viaggio effettuato nella penisola, intorno al 1948 al festival di Agrigento, e da questo si può dedurre che Busachi sia stato tra i primi paesi della Sardegna ad aver fatto ammirare i suoi balli ei suoi costumi fuori dall’isola. A Busachi è attivo, inoltre, anche il Coro Polifonico Santa Usanna di Busachi che ha iniziato la sua attività nel 1998 per iniziativa dell’Associazione Culturale Collegiu. I loro componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel paese ed anche in altre località dell’Isola. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Busachi vanno citati il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate, che viene festeggiato la sera della vigilia con le tradizionali Tuvas come in altri paesi del circondario e della zona nord orientale della Provincia di Oristano; una Festa popolare spesso celebrata è il Carnevale; un’altra festività molto sentita è rappresentata dalla Pasqua con i Riti della Settimana Santa, tra cui la cerimonia de S'iscravamentu ossia la deposizione di Cristo dalla croce, rito di origine catalana; il 20 maggio, la Festa di San Berardino; il 13 giugno, la Festa patronale di Sant’Antonio da Padova; la quarta domenica di giugno, la Sagra de su succu; l’11 agosto, la Festa di Santa Susanna, che viene festeggiata nel novenario e nel Santuario campestre a lei dedicato; il terzo fine settimana di settembre, la manifestazione Busachi e i suoi colori.

La Sagra de su succu

Sagra de su siccu: locandinaSagra de su siccu: il corteo con in testa canestri e cestiLa quarta domenica di giugno, a Busachi si svolge la Sagra de su succu, dedicata alla preparazione ed alla degustazione di un piatto di origine antica e ignota, che anticamente, considerati i costi dei suoi ingredienti, si mangiava solo nelle grandi occasioni, come i matrimoni, la Pasqua ed il Natale. La Sagra inizia con un corteo di ragazze nel costume tradizionale del posto, che sfila per le vie del paese con in testa canestri e cesti colmi di pane, pasta e dolci fatti in casa, riproponendo l’antico cerimoniale, legato al matrimonio, con cui si trasportavano gli alimenti occorrenti per la festa, nella nuova dimora degli sposi. alla fine del corteo si tiene la dimostrazione in piazza della preparazione del piatto ed infine lo si mangia tutti insieme. Per l’occasione viene anche allestita una mostra tematica che racconta la vita, gli ambienti e le tradizioni passate attraverso varie esposizioni di prodotti artigianali ed enogastronomici del territorio, nell’antico monastero di Collegiu. Su succu è il piatto tradizionale di Busachi, e si tratta di un tipo di pasta fatta a mano. Viene preparata la sfoglia con semola di grano duro, acqua e sale, che poi viene lasciata asciugare e viene sistemata nelle canne sino a ricavarne una sorta di tagliolini, girandola spesso in modo che mantenga un certo volume. La pasta viene cotta in un brodo di carni miste, soprattutto pecora e vitello, a volte anche polli. Nel brodo, oltre alla pasta, viene messo zafferano, formaggio grattugiato e formaggio acidulo sbriciolato. La carne e il formaggio sono la base principale di Su succu.

La manifestazione Busachi e i suoi colori

manifestazione Busachi e i suoi colori: locandinaBusachi e i suoi colori: rassegna regionale del folcloreLa manifestazione Busachi e i suoi colori si svolge ogni anno nel mese di settembre, chiamato in lingua sarda Capudanni, nome che trae origine dal calendario bizantino, nel quale settembre era il primo mese dell’anno, dato che era l’inizio dell’anno agricolo secondo una tradizione che, in molti aspetti, è arrivata quasi ai giorni nostri. Fino a pochi decenni fa settembre era il mese in cui si rinnovavano i contratti di affitto dei campi, ma anche i contratti con i braccianti che li lavoravano, con i pastori e perfino con le donne di servizio che il 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, finivano il lavoro nella casa della vecchia padrona ed entravano in un’altra casa. L’ultimo fine settimana di settembre a Busachi si tiene la manifestazione, che si svolge in concomitanza con Saperi e Sapori, con il Festival di pittura Filippo Figari, con la Mostra mercato agro alimentare e artigianale, con Antigas Armonias, rassegna di canti polifonici, e con la Rassegna regionale del folclore.

Visita del centro di Busachi

Busachi: i rioni del centro storicoIl paese è diviso in tre parti principali. Il primo rione è Busach’e susu ossia di su, nella parte orientale dell’abitato, che è l’antico nucleo originario, nel quale hanno la propria sede le istituzioni più importanti. Il secondo rione, Busach’e josso ossia di giù, nella parte occidentale dell’abitato, in base alla tradizione nasce quando gli abitanti di Camputzei, una villa situata più a valle, si spostano alla ricerca di un luogo più salubre in cui vivere. Il rione di Campu Majore è quello di più recente formazione. Il paese, caratterizzato dalle tipiche costruzioni in trachite rossa, mostra segni di una forte crescita edilizia. Busachi-Lungo una via del centro storicoBello è il centro storico di Busachi, che presenta un aspetto caratteristico, con le vecchie costruzioni in basalto e trachite rosa, e caratterizzato dalla scelta di rispettare la tipologia edilizia locale con l’uso della trachite come materiale da costruzione anche per la maggior parte delle case più recenti, il che ha preservato la tipicità architettonica del paese. Visitando il centro storico di Busachi si compie un tuffo nel passato, dato che non è raro incontrare in gran numero le anziane donne del paese che indossano ancora oggi nella vita di tutti i giorni l’abito tradizionale quotidiano, e quello speciale della domenica per la messa. 

Il Cimitero Comunale

Busachi: ingresso del Cimitero Comunale di BusachiProvenendo da Ula Tirso arriviamo da nord est a Busachi con la SS388 del Tirso e del Mandrolisai e, circa trecento metri prima del cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, vediamo alla sinistra della strada statale il muro di cinta del Cimitero Comunale di Busachi. Al centro del muro di cinta si trova il cancello di accesso del Cimitero, che si trova nella periferia nord orientale dell’abitato. Si tratta dell’attuale Cimitero, che ha sostituito l’antico Cimitero monumentale il quale sorgeva in località Santa Maria, vicino all’antica chiesa di Santa Maria Maddalena.

Nel rione Busach’e susu il monastero dei Domenicani chiamato su Conventu con la chiesa di San Domenico

Dopo circa trecento metri dal Cimitero Comunale lungo la SS388 del Tirso e del Mandrolisai, troviamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, passato il quale la strada statale entra nel paese con il nome di via Brigata Sassari e lo percorre da est ad ovest. Percorsi cinquecentocinquanta metri lungo la via Brigata Sassari, svoltiamo tutto a destra e prendiamo la via Alcide De Gasperi, che ci porta all’interno del rione Busach’e susu ossia di su, che si trova nella parte orientale dell’abitato, ed è l’antico nucleo originario, nel quale hanno la propria sede le istituzioni più importanti.

Busachi-La chiesa sconsacrata di San Domenico nota come su CunventuPercorsi circa centottanta metri lungo la via Alcide De Gaperi, subito prima che a destra parta la via Senatore Musio, si vede alla destra della strada la facciata della chiesa sconsacrata di San Domenico, chiamata anche Su Cunventu perché faceva parte dell’antico monastero dei Domenicani. La chiesa sorge nel rione alto del paese, ed è stata edificata nel 1571 a cura di Gerolamo Torresani, conte di Sedilo e marchese di Busachi. L’edificio comprendeva locali a funzione di convento che lo stesso fondatore aveva affidato ai frati Domenicani, che la occupano dal marzo del 1577 al 1659. Quattro anni dopo, su invito di una discendente dei Torresani, ne ripredono l’officiatura che tengono fino al 16 gennaio del 1835, anno in cui l’arcivescovo Bua ne sopprime le funzioni. chiesa e convento vengono allora acquistati dal sacerdote Domenico Zedda, che la lascierà poi ai suoi eredi. Sconsacrata e lasciata decadere, dopo accurati restauri è diventata prima la sede del Museo del Costume Tradizionale di Busachi e della lavorazione del lino, che nel 2021 si è deciso di trasferire nella nuova sede nel collegio dei Gesuiti, ed ospitarà l’esposizione museale delle opere di Filippo Figari e di Ugo Pellis.

L’esposizione permanente con le opere del pittore Figari e del fotografo Pellis

La nuova Esposizione permanente con le opere del pittore Figari e del fotografo Pellis troverà spazio nella sede di Cunventu, ossia nella chiesa sconsacrata di San Domenico, dove il pittore aveva il proprio atelier durante la permanenza nel paese di Busachi dal 1912 al 1914, per realizzare tra le altre la famosa trilogia de Il matrimonio in Sardegna, esposta nella sala dei matrimoni del Municipio di Cagliari. Al celebre pittore ed al fotografo friulano che ha impresso nella pellicola le immagini di un paese ancora lontano dalle trasformazioni socio economiche del periodo post bellico, l’Amministrazione Comunale di Busachi ha dedicato questo importante progetto culturale. Le opere di Filippo Figari e Ugo Pellis saranno oggetto di una mostra permanente. Per le concessioni sulle opere di Figari l’amministrazione locale ha già mosso i passi necessari ottenendo dal Comune di Cagliari l’autorizzazione a riprodurre nove dipinti evocativi della tradizione nuziale busachese. E saranno anche esposti i lavori di Ugo Pellis relativi al suo viaggio in Sardegna e alcune foto di proprietà privata datate ai primi del novecento.

Il Monumento ai Caduti ed il Municipio di Busachi

Busachi: il Monumento ai Caduti di BusachiBusachi: il Municipio di BusachiProseguendo lungo la via Alcide De Gasperi, subito dopo la traversa sulla destra che è la via Senatore Musio, si sviluppa l’ampia piazza Italia, sulla quale alla sinistra si affaccia in uno slargo alberato il Monumento ai Caduti di Busachi, costituito da un cippo sul quale sono riportati i nomi dei caduti di Busachi in tutte le guerre. Subito più avanti, al fianco dello slargo con il Monumento ai Caduti, si affaccia l’edificio che ospita il Municipio di Busachi, la cui sede è indicata al civico numero 1 della piazza Italia. Nel Municipio di Busachi sono presenti la sede municipale, oltre a tutti gli uffici che offrono i loro servizi ai cittadini del paese, e si tratta in particolare del Segretario Comunale, del Servizio Affari Generali, del Servizio Finanziario, del Servizio Tecnico, e dello Sportello Unico per le Attività Produttive.

La chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova

Busachi-La chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da PadovaDalla piazza Italia prendiamo quella che sembrerebbe la prosecuzione della via Alcide De Gasperi, che è la via Verdi, la quale in un centinaio di metri porta nella piazza Sant’Antonio, sulla quale alla destra si affaccia la chiesa di Sant’Antonio da Padova, che è la parrocchiale di Busachi. La chiesa è ubicata nel vecchio centro storico del paese da dove, secondo una leggenda, sarebbe iniziata la vita del centro abitato. Edificata nel periodo aragonese, viene modificata nel settecento, e la sua consacrazione risale al 5 ottobre 1759, come risulta da un Cabrèo, ossia un memoriale, conservato fra i libri parrocchiali. La facciata, dalle linee essenziali e sobrie, è interamente in trachite rosa a vista e denuncia nella tessitura muraria differenti fasi costruttive. La parte centrale, coronata da elementi curvilinei, ha un grande portale affiancato da lesene e sormontato da una cornice al di sopra della quale è presente una nicchia decorata che contiene una piccola statua lapidea. Una cornice ed una finestra con stipiti e architrave scolpiti completano l’insieme. Accanto alla facciata si erge fiero il campanile, anch’esso in trachite, visibile da grande distanza, di forma quadrangolare alto circa 48 metri, il secondo più alto della Sardegna, che è sormontato da una cupola circondata alla base da una terrazzina balaustrata. Le sue campane all’interno presentano antiche incisioni che testimoniano la loro attività da ormai quattrocento anni.

Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: facciata Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: campanile Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: particolare del campanile Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: il campanile visto da dietro Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: veduta posteriore della chiesa

All’interno la chiesa si presenta ampia, definita Superba come una cattedrale. Edificata in stile gotico aragonese, è suddivisa in tre navate, quella centrale è scandita da cinque archi a sesto acuto in pietra trachite a vista. Altri archi a sesto acuto immettono nelle navate laterali caratterizzate invece da archi a tutto sesto. Il presbiterio è a pianta rettangolare, sollevato di tre gradini rispetto al piano di calpestio della chiesa, ed ha una elaborata volta a crociera in pietra a vista con gemme scolpite. Anche l’arco di trionfo è ogivale e finemente scolpito. Le volte del coro, in stile gotico intrecciato, sono arricchite da rosoni con i volti dei Santi. I muri sono intonacati e pitturati con tinte chiare.

Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: interno verso il presbiterio Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: altare maggiore Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: interno veduta laterale Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: interno verso il portale di ingresso

La chiesa, al suo interno, conserva diversi arredi sacri cinquecenteschi. Conserva il polittico su tavola Madonna con bambino e Santi, raffigurante entro nicchie centinate la Vergine con Bambino, i Santi Pietro e Paolo, in alto Dio padre, Sant’Elena e Santa Barbara, e conserva anche la grande tela Il martirio degli apostoli, entrambi attribuiti a Gregorio Are, pittore residente a Fonni ma di origine cagliaritana, attivo fra gli anni trenta e settanta del settecento. Conserva anche alcuni dipinti del cagliaritano Giovanni Marghinotti tra i quali l’ottocentesco quadro rappresentante la Madonna del suffragio, ossia la Madonna che intercede per le anime del purgatorio.

Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: la grande tela 'Il martirio degli apostoli' di Gregorio Are Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: la tavola 'Madonna con bambino e Santi' di Gregorio Are Busachi: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova: foto in bianco e nero della 'Madonna del suffragio' di Giovanni Marghinotti

È proprio all’interno di questa chiesa che il governatore del Capo di Cagliari e di Gallura don Bernardo Mathias de Cervellon, discendente dei Torresani, aveva indicato nel proprio testamento il luogo nel quale avrebbe voluto essere sepolto, ma sarà invece tumulato a Oran in Algeria, dove morirà inviato in esilio dal governo di Madrid. A Busachi ogni anno il 13 giugno si tiene la Festa di Sant’Antonio da Padova, ed i festeggiamenti sono molto solenni, perché Sant’Antonio ne è il patrono. Le celebrazioni avvengono nell’omonima chiesa consacrata nel 1759.

La ricostruita chiesa di Santa Maria Maddalena

Busachi-La ricostruita chiesa di Santa Maria MaddalenaLa chiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova sorge dove un tempo era presente l’antica chiesa parrocchiale di San Pietro, e per la sua costruzione sono stati utilizzati materiali provenienti da strutture romaniche e gotiche della precedente parrocchiale, che sorgeva su una collinetta dietro l’attuale chiesa parrocchiale. Nel suo cortile sorgeva il vecchio Cimitero di San Pietro, all’interno del quale si trovava la chiesa di Santa Maria Maddalena, che è crollata nel 1850, ed è stata in seguito ricostruita nel cortile sul retro della nuova parrocchiale nel 1910, per venire inoltre ristrutturata nel 1980. Per vederla, dalla piazza Sant’Antonio, sulla quale si affaccia alla destra la chiesa di Sant’Antonio da Padova, iniziamo a costeggiare verso est questa chiesa lungo la sua fiancata destra. La costeggiamo fino a raggiungere il suo abside posteriore, subito dopo il quale parte a sinistra lo stretto vico Martini. Qui sulla piazza Sant’Antonio, proprio all’angolo tra questa e lo stretto vico Martini, si trova la ricostruita chiesa di Santa Maria Maddalena. La facciata della piccola chiesa è interamente costruita in pietra trachite ad opera incerta, con due spioventi ed ha un portale ligneo ed una finestra semicircolare. L’interno è ad aula unica, suddivisa in due parti da un arco lapideo a tutto sesto. La sola zona dell’altare si trova sollevata di un gradino rispetto al pavimento. Sulla parete di fondo si trova una piccola nicchia in trachite sulla quale è poggiato un quadro raffigurante la Santa. I muri sono semplicemente intonacati e pitturati di bianco.

Il monastero dei Gesuiti chiamato su Collegiu con la chiesa di Santa Maria delle Grazie

Busachi-monastero dei Gesuiti chiamato su Collegiu: cancello di ingressoDalla piazza Sant’Antonio, sulla quale si affaccia alla destra la chiesa di Sant’Antonio da Padova, costeggia verso est questa chiesa lungo la sua fiancata sinistra, ossia la via Martini. Se dalla piazza prendiamo la prosecuzione della via Martini verso ovest e la seguiamo per circa seicento metri, arriviamo a vedere alla destra della strada il monastero dei Gesuiti chiamato Su Collegiu, è un antico chiostro edificato in stile sardo catalano ed inaugurato il 4 gennaio 1577 per opera del marchese don Girolamo Torresani, di sua moglie e del canonico Giovanni Sanna. Pochi anni dopo, per ragioni poco chiare, subentrano nella sua gestione i frati Minori Osservanti Francescani, che continueranno l’attività religiosa e di cultura avviata dai Gesuiti. Per secoli il convento ha rappresentato il fulcro della vita culturale e sociale non solo del paese di Busachi ma anche di quelli limitrofi. Successivamente al convento, nel 1588, viene costruito il convento di Santa Maria della Grazie, e subito dopo la volta della chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’edificio viene abbandonato il 15 giugno del 1834 per ordine dell’arcivescovo Bua, ed in seguito acquistato dal sacerdote Domenico Zedda. Anche in questo caso il tempo e l’incuria degli uomini, hanno provocato gravi danni, ai quali si è posto rimedio con un attento restauro.

Busachi-monastero dei Gesuiti chiamato su Collegiu: accesso alla struttura Busachi-monastero dei Gesuiti chiamato su Collegiu: il chiostro con il pozzo Busachi-monastero dei Gesuiti chiamato su Collegiu: resti esterni della struttura con anche la chiesa Busachi-monastero dei Gesuiti chiamato su Collegiu: resti della volta che copriva il prsbiterio della chiesa

I restauri degli anni settanta e ottanta del novecento hanno dato nuova vita al convento che accoglieva tra frati, novizi e allievi studenti oltre Duecento persone, ed è ancora oggi molto suggestivo. Sono stati restituiti gli alloggi per i monaci e per gli studenti della celebre scuola, il refettorio con camino monumentale ricavato nella roccia ed un ampia dispensa che penetra nella montagna. Adiacente a questi, il colonnato forma l’elegante portico in trachite grigioverde che si affaccia sul cortile interno. Dell’antica chiesa di Santa Maria delle Grazie è visibile una volta a botte che ricopre il presbiterio, mentre nulla è rimasto della navata e delle cappelle laterali. In seguito la struttura ha ospitato mostre e spettacoli teatrali, ed in essa è stata recentemente trasferito il Museo del Costume Tradizionale di Busachi e della lavorazione del lino che aveva precedentemente la sua sede presso la chiesa sconsacrata di San Domenico chiamata su Conventu.

Il Museo del Costume Tradizionale di Busachi e della lavorazione del lino

Busachi-Museo del Costume Tradizionale di Busachi e della lavorazione del linoCome abbiamo detto, Busachi è uno dei pochi paesi della Sardegna nei quali non è raro incontrare per strada in gran numero le donne che indossano ancora oggi nella vita di tutti i giorni l’abito tradizionale quotidiano, e quello speciale della domenica per la messa. E quindi, fra le bellezze e i monumenti di Busachi, merita sicuramente particolare attenzione il Museo del Costume Tradizionale di Busachi e della lavorazione del lino, che era situato nei locali della chiesa sconsacrata di San Domenico ed è stato trasferito nel monastero dei Gesuiti chiamato su Collegiu. Il tema principale dell’esposizione è rappresentato dai costumi tradizionali di Busachi e dagli attrezzi per la lavorazione del lino. Il percorso museale si snoda a partire dalla coltivazione, alla lavorazione per ottenere i tessuti occorrenti per la vita di tutti i giorni e per quelli dedicati alla festa. Sono infatti esposti gli abiti che attraversano le varie fasi della vita, dai momenti più importanti, cerimoniali e festivi, a quelli più tristi come il lutto, fino ai costumi quotidiani riconoscibili per la semplicità, ed anche i costumi di neonati e degli adolescenti.

Busachi-Museo del Costume Tradizionale di Busachi e della lavorazione del lino Busachi-Museo del Costume Tradizionale di Busachi e della lavorazione del lino Busachi-Museo del Costume Tradizionale di Busachi e della lavorazione del lino

Pezzi antichi in orbace e panno, camicie in cotone e lino, corpetti in broccato, seta e velluto, fatti esclusivamente a mano, testimoniano l’abilità delle donne busachesi che hanno fatto un’arte della loro manualità, custodendola gelosamente nel tempo e trasmettendola di generazione in generazione. Inoltre, l’esposizione presenta il processo produttivo dal fiore di lino sino al manufatto finito, attraverso tutte le fasi di lavorazione.

Nel rione Busach’e Josso visitiamo la chiesa di San Bernardino da Siena

Dal cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, passato il quale la strada statale entra nel paese con il nome di via Brigata Sassari e lo percorre da est ad ovest. Percorsi cinquecentocinquanta metri lungo la via Brigata Sassari, troviamo a destra la via Alcide De Gasperi, che ci ha portati all’interno del rione Busach’e susu. Passato l’incrocio con la via Alcide De Gasperi, proseguiamo per quattrocento metri ed entriamo nel rione Busach’e josso ossia di giù, che si trova nella parte occidentale dell’abitato, e che in base alla tradizione è nato quando gli abitanti di Camputzei, una villa situata più a valle, si sono spostati alla ricerca di un luogo più salubre in cui vivere.

Busachi-La chiesa di San Bernardino da SienaEntrati nel rione Busach’e Josso, percorriamo altri centisettanta metri e, prima della traversa a destra che è la via Asproni, vediamo alla destra della via Brigata Sassari la facciata della chiesa di San Bernardino da Siena, dedicata al predicatore francescano ed attorno alla quale è nato tutto il rione. Sono discordanti le tesi sulla data della sua edificazione, che è certamente avvenuta tra il cinquecento ed il settecento, e si ritiene risalga a metà del seicento, probabilmente al 1660. La facciata è suddivisa in quattro specchi da lesene in pietra trachite rossa e in due ordini da una cornice orizzontale del medesimo materiale, ed è ricca di particolari, dato che possiede un arco a sesto acuto ed una finestra rettangolare. Il coronamento superiore è curvilineo. Nel prolungamento della specchiatura di sinistra si trova un campanile a vela che accoglie due piccole campane, e che si affianca alla grande cupola a base esagonale munita di lucernario.

Busachi: chiesa di San Bernardino da Siena: facciata Busachi: chiesa di San Bernardino da Siena: particolare della facciata Busachi: chiesa di San Bernardino da Siena: il campanile a vela Busachi: chiesa di San Bernardino da Siena: la cupola

All’interno ha un impianto a croce latina con volte a botte, divisa in tre campate da archi trasversali a sesto acuto, e presenta delle analogie molto forti con la chiesa di San Pantaleo di Macomer. Ha una cupola centrale a pianta ottagonale all’intersezione dei bracci ed sostenuta da quattro archi lapidei a sesto acuto. Ha una sola campata scandita da lesene e archi a sesto acuto in trachite. Il presbiterio è di pianta quadrangolare ed è sollevato di due gradini rispetto al pavimento della navata. Allo stato attuale la mensa si trova su una pedana collocata al di fuori della balaustra marmorea ancora presente. Le campiture murarie sono intonacate e dipinte di bianco senza decorazioni. Lungo la navata principale una cornice in trachite rosa corre lungo il perimetro e raccorda i capitelli delle lesene.

Busachi-Festa di San Bernardino da Siena: locandinaNell’altare interno il simulacro di San Bernardino reca, appesa ad un dito, una cavalletta d’argento memoria di un ex voto. Si narra infatti che il Santo, in occasione di una tremenda invasione di locuste, abbia scongiurato il flagello inducendole a riversarsi nel Tirso. La chiesa è quotidianamente visitata da numerose donne che mostrano grande devozione al Santo. A Busachi ogni anno, presso questa chiesa, il 20 maggio si svolge la Festa di San Berardino, preceduta dalla celebrazione della novena che si svolge a partire dal 10 maggio. Il giorno in cui si svolge la festa, nella chiesa dedicata al Santo si celebra la messa con panegirico preceduta dalla processione solenne per le vie del paese, con la partecipazione anche dei giovani a cavallo. Alle celebrazioni religiose seguono anche numerose manifestazioni civili sia la vigilia che il girono della festa.

La Palestra polivalente

Passata la chiesa di San Bernardino, proseguiamo in direzione ovest lungo la via Brigata Sassari, dopo quattrocentocinquanta metri arrivati in località Argiolantine svoltiamo a destra e prendiamo la Via Ponte'cciu, la seguiamo per poco più di centocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la via Barigadu e, in un’ottantina di metri, vediamo alla sinistra della strada l’edificio che ospita la Palestra polivalente di Busachi, che non è dotata di tribune per gli spettatori, con pavimentazione in materiali sintetici vari, nella quale praticare come discipline il calcetto ossia calcio a cinque, la ginnastica, la pallacanestro, e la pallavolo.

Busachi-Palestra polivalente: esterno Busachi-Palestra polivalente: interno

Il Campo da Calcetto ossia calcio a cinque

Passata la palestra, proseguiamo lungo la via Barigadu e, dopo una cinquantina di metri, si arriva a una deviaziona a sinistra, e tra questa deviazione e la prosecuzione della via Barigadu si trova il Campo da Calcetto ossia calcio a cinque di Busachi, che non è dotato di tribune, dotato di fondo in erba sintetica, nel quale praticare come discipline il calcetto ossia calcio a cinque, e la pallavolo.

Busachi-Campo da Calcetto ossia calcio a cinque: ingresso Busachi-Campo da Calcetto ossia calcio a cinque: il Campo da gioco

Il Campo da Calcio

Dalla via Brigata sassari avevamo preso a destra la via Pont'ecciu, dopo poco più di centocinquanta metri avevamo visto a sinistra la via Barogadu, la superiamo e prosguiamo lungo la via Pont'ecciu fino a vedere, dopo una settantia di metri, alla sinistra della strada il cancello di ingresso del Campo da Calcio di Busachi, dotato di tribune in gradi di ospitare 300 spettatori, con fondo in tarre battuta.

Busachi-Campo da Calcio: ingresso Busachi-Campo da Calcio: il Campo da gioco

Nel rione Campu Majore si trova la necropoli di Campu Majore

Seguendo la via Brigata Sassari verso ovest, prima di arrivare alla chiesa di San Bernardino da Siena, prendiamo l’ultima deviazione verso sinistra che è la via lados e la seguiamo verso sud, e che ci porta all’interno del rione di Campu Majore, che è quello di più recente formazione.

Dopo quattrocenocinquanta metri la via lados va ad immettersi sulla via Dottor Tola.che poi diventa la via Camillo Benso di Cavour, dopo centoventi metri prendiamo a destra la via Taramelli che in un centinaio di metri porta in località Corte Janas al piccolo tavolato trachitico lungo il cui costne nord occidentale sono scavate le sepolture a domus de janas che costituiscono la Necropoli di Campu Majore, complesso che comprende ventiquattro tombe. Pedarole e gradini scavati nella parete rocciosa agevolano l’accesso alle sepolture. Gli ingressi degli ipogei, rivolti verso sud e sud est, situati a diverse altezze dal piano di campagna e su piani sovrapposti. Le tombe sono prevalentemente pluricellulari, anche se il numero dei vani non è molto elevato. Lo schema planimetrico, rilevabile solo in parte in alcuni ipogei a causa del cattivo stato di conservazione, è quasi sempre a proiezione longitudinale, con padiglione d’accesso, anticella e cella principale arricchita, talvolta, da uno o più ampliamenti laterali. Le celle presentano piante circolari, sub circolari, rettangolari, trapezoidali e pareti verticali o leggermente concave. I soffitti sono generalmente piani e più raramente concavi.

Busachi-Necropoli di Campu Majore Busachi-Necropoli di Campu Majore Busachi-Necropoli di Campu Majore

La necropoli si ritiene risalga alla Cultura di Ozieri che si sviluppa nel Neolitico Finale, secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 ed il 2800 avanti Cristo, e che sia stata utilizzata anche nell’Eneolitico che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tfino al 2200 avanti Cristo, e secondo una datazione più tradizionale fino al 1900 avanti Cristo. Nell’area circostante sono state rinvenute anche monete puniche.

Visita dei dintorni di Busachi

Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Busachi sono stati trovati i resti della domus de janas di Grugos, e della necropoli di domus de janas di Campu Majore; della Tomba di giganti Saolle; della fonte sacra Cugutzu Aiola; dei Protonuraghi Candelli, liggiu, Marapala, Pranu Nurache, Sa Giacca o Sa Jacca, Sa Pala ’e Sa Pira, Serra ’e Codes; del Nuraghe complesso misto Santa Marra; del Nuraghe complesso Bedusta; dei Nuraghi semplici Ariolu, Bidanzolu, Bilardinu, Ira, Saolle, Scala ’e linu; del Nuraghe Satza de Pranu di tipologia indefinita; e dell’insediamento abitativo Sas Muras che presenta una struttura nuragica ed il villaggio. Sono stati trovati inoltre i resti di una strada romana, della quale affiorano ancora in località Pranu Maiore due spezzoni di circa mezzo chilometro ciascuno, paralleli alla SSP23, compresi nel tratto che collegava Forum Traiani che è l’attuale Fordongianus con Ad Medias che è l’attuale Abbasanta. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto.

La frazione Santa Susanna

Dal centro di Busachi, dove la via Alcide De Gasperi diventa la via Brigata Sassari, prendiamo a sinistra la via Manno che si dirige verso sud ed andrà ad immettersi dove la via Dottor Tola diventa la via Camillo Benso di Cavour. Seguiamo la via Manno per circa centocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la via Tasso. Dopo duecento metri la via Tasso prosegue sulla via su Cungiau de su Monte. Lungo la via su Cungiau de su Monte, percorsi trecento metri, parte a destra la strada Comunale di Santa Susanna e, dopo un chilometro e settecento metri, troviamo una deviazione sulla destra nella strada Comunale Umbolos, la quale porta all’abbeveratoio lungo il cammino dei novenanti di Santa Susanna, che vedremo più avanti. Evitata la deviazione, proseguiamo invece lungo la strada per Santa Susanna e, in circa due chilometri e seicento metri, arriviamo alla frazione Santa Susanna (altezza 275 metri, distanza in linea d’aria circa 4.7 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Busachi-Santa Susanna: il portale di accesso al novenarioBusachi-Santa Susanna: le cumbessias del novenarioLa frazione sorge al di fuori del paese, nell’adiacente vallata di Moddamene, attorniata da piccole case che, insieme ad essa, costituiscono uno dei villaggi campestri di epoca medievale meglio conservati della zona. All’interno di questa frazione si trova infatti il piccolo villaggo chiamato Novenario di Santa Susanna, nome che gli deriva dal fatto che viene occupato dai fedeli per nove giorni ogni anno in occasione della Festa di Santa Susanna. Vi si accede da un ampio portale spagnolesco sormontato da una croce. Le case del villaggio si susseguono in cerchio secondo lo schema de Sas Cumbessias e, conservate integralmente, offrono un complesso arcaico e suggestivo. 

Il Santuario campestre di Santa Susanna

Passato il portale, si raggiunge il piccolo Santuario campestre di Santa Susanna, edificato al di sopra di una sommità dove, presumibilmente, sorgeva un tempio pagano pertinente ad una mansio qui impiantata da truppe romane in epoca imperiale. La chiesa, documentata dal 1341 e consacrata nel 1349, era la parrocchiale della villa medioevale abbandonata di Moddamene, ed è stata originariamente dedicata a Santa Susanna, insieme a Santa Barbara ed a San Biagio. realizzata in stile gotico giudicale, presenta due portici, dei quali uno antistante chiamato S'Accraru, risalente al settecento, e l’altro contemporaneo dell’impianto originario chiamato S'Istaulleddu. Il portico laterale, all’esterno della chiesa, è contemporaneo all’impianto originario. La facciata, di grande interesse, presenta numerosi elementi caratteristici, come il campanile a vela, il portoncino d’ingresso a sesto acuto e, sopra di questo, le maioliche incastonate, ossia decori ceramici ben conservati risalenti al quattordicesimo secolo.

Busachi-Santa Susanna: Santuario di Santa Susanna Busachi-Santa Susanna: facciata della Santuario di Santa Susanna Busachi-Santa Susanna: ingresso della Santuario di Santa Susanna

All’interno il Santuario presenta un’unica navata coperta da capriate lignee e presbiterio voltato a botte. All’interno conserva grandi affreschi datati 1755, che avvolgono interamente le pareti e la volta e attraverso delle sequenze narrano le vicende della Santa. Questi ultimi, di fattura molto buona e non riconducibile ai lavori di artigiani locali, sono la testimonianza degli scambi arabo ispanici o arabo siculi che in quel tempo facevano dell’Isola il centro dei traffici nel mediterraneo. All’interno del Santuario si venera una statua in legno colorato di Santa Susanna con la palma del martirio in man, opera di datazione incerta anche se antecedente ad un’altra statua seicentesca con lo stesso soggetto utilizzata per le processioni. Tra gli altri arredi sono presenti una preziosa acquasantiera in trachite grigia di epoca bizantina di un certo pregio, proveniente dalla chiesa bizantina di San Gabriele che sorgeva anticamente non lontano da qui.

Busachi-Santa Susanna: affreschi nella Santuario di Santa Susanna Busachi-Santa Susanna: particolare degli affreschi nella Santuario di Santa Susanna Busachi-Santa Susanna: affreschi nella Santuario di Santa Susanna

In questa località, come in altri luoghi della Sardegna, vi è un riferimento alla peste che, intorno al 1650, ha imperversato in tutta l’Isola, ed anche nella villa di Moddammene, e che ha costretto i suoi abitanti a lasciare le loro abitazioni per insediarsi nel rione ligios di Busachi. Secondo la leggenda, la rimozione del simulacro della Santa posta sull’altare avrebbe causato il diffondersi della Musca maghedda, che avrebbe seminato morte e distruzione nella villa.

Busachi-Santa Susanna: locandina della Festa di Santa SusannaBusachi-Santa Susanna: statua di Santa SusannaLa chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli all’antica statua in legno colorato di Santa Susanna. Ogni anno l’11 agosto a Busachi si svolge la Festa di Santa Susanna, che viene festeggiata nel novenario e nella chiesa campestre a lei dedicata. Le celebrazioni iniziano il 2 agosto con la processione che parte dalla chiesa di San Bernardino e porta il simulacro della Santa accompagnato dai cavalieri attraverso la strada campestre di Sas Coronas, fino al novenario di Santa Susanna, seguita all’arrivo dalla celebrazione della messa e dall’inizio della novena. Dal 3 al 9 agosto nel novenario si svolge la novena con celebrazioni religiose serali, poi la sera del 10 agosto si tengono la messa con panegirico e la processione solenne con il simulacro della Santa. Infine l’11 agosto, il giorno della festa, la Santa messa solenne, seguita dal rientro della statua. Le celebrazioni religiose sono accompagnate da numerose manifestazioni civili.

L’abbeveratoio lungo il cammino dei novenanti di Santa Susanna

Busachi-L’abbeveratoio lungo il cammino dei novenanti di Santa SusannaDal centro di Busachi prendiamo la strada Comunale di Santa Susanna, la seguiamo per un chilometro e settecento metri e troviamo la deviazione sulla destra nella strada Comunale Umbolos che, in una sessantina di metri, porta all’Abbeveratoio lungo il cammino dei novenanti di Santa Susanna. Qui la processione effettuava una sosta per permettere ai novenanti di dissetarsi durante il loro lungo pellegrinaggio lungo l’antico sentiero in discesa, che era in parte sterrato, dal centro del paese fino alla chiesa campestre.

Passato l’abbeveratoio raggiungiamo il Protonuraghe Sa Giacca o Sa Jacca

Busachi-Protonuraghe Sa Giacca o Sa Jacca: planimetriaPassato l’abbeveratoio, dopo una trentina di metri prendiamo una deviazione tutta a destra in una strada bianca che, dopo settecentocinquanta metri, diventa un sentiero, seguendo il quale in altri cinquecento metri, si raggiungono alla destra i resti del Protonuraghe Sa Giacca o Sa Jacca, chiamato anche Nuraghe ’e su Cungiau ’e Cotte. Si tratta di un Nuraghe a corridoio di forma irregolare per l’inclusione al suo interno della roccia naturale. È stato edificato il trachite e granito a 303 metri di altezza sul livello del mare. Dispone di due ingressi, i quali portano a una camera allungata con una nicchia e un vano scala di accesso al terrazzo, che si apre nella parte destra della camera, anticipando moduli architettonici rinvenibili in Nuraghi successivi. Uno dei due corridoi è marginato da una nicchia. Busachi-Veduta del Protonuraghe Sa Giacca o Sa JaccaQuesto pseudoNuraghe rappresenta una tappa dell’evoluzione dell’architettura nuragica verso il tipo a tholos, dato che la sua copertura di disegno ogivale prelude a quella della torre classica a falsa cupola. Nel Nuraghe Sa Jacca emergono ancora forti i legami con le esperienze degli pseudoNuraghi nella forma esterna che è finora l’unica a tricuspide, ed anche nella possibilità che esso aveva originariamente due ingressi, il secondo dei quali potrebbe essere stato occluso posteriormente per consentire un ampliamento del corpo murario, in modo da ottenere un ampio spazio d’uso. Ma nello stesso pseudoNuraghe viene adottata la copertura a tholos nella camera e a piattabanda nei corridoi, generando un’armonica coesione di due tecniche costruttive. Nei dintorni del Protonuraghe si trovano tracce di un insediamento abitativo preistorico, ed anche deposizioni funerarie del periodo storico risalenti al quinto ed al sesto secolo dopo Cristo.

La diga Eleonora d’Arborea

Busachi-La casa cantoniera dismessa sulla SS388 del Tirso e del MandrolisaiDal centro di Busachi prendiamo verso ovest la via Brigata Sarrari e la seguiamo finché esce dall’abitato come SS388 del Tirso e del Mandrolisai dirigendosi verso Fordongianus. Dal cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato, percorriamo tre chilomentri e novecento metri e, al chilometro 33.4, subito prima della casa cantoniera dismessa che si vede alla destra della strada, svoltiamo a destra e prendiamo la deviazione che in circa un chilomtro porta alla Diga Eleonora d’Arborea, chiamata anche Diga Cantoniera dal suo posizionamento non lontano dalla casa cantoniera. Si tratta di un imponente sbarramento artificiale inaugurato nel 1997 lungo il medio corso del fiume Tirso, che ha innalzato di alcuni metri il livello del lago Omodeo raddoppiandone la capacità rispetto al volume precedentemente generato in territorio di Ula Tirso dalla diga di Santa Chiara, che è stata dismessa e ora giace semisommersa nel lago che essa stessa aveva creato. Lo sbarramento è di tipo a gravità in calcestruzzo, con asse composto da due tratti rettilinei e uno ad arco di cerchio, lunga al coronamento 582 metri, alta 100 metri, che col suo specchio liquido di 29 chilometri quadrati e mezzo, aveva una capacità massima di oltre 792 milioni di metri cubi dei quali 745 utili agli effetti idroelettrici ed irrigui.

Busachi-La diga Eleonora d’Arborea: veduta verso nord in direzione del lago Busachi-La diga Eleonora d’Arborea: veduta verso sud in direzione di dove scorreva il fiume

La diga è stata progettata nel 1978 dall’ingegnere Filippo Arredi, in collaborazione con gli ingegneri Ugo Ravaglioli e Augusto Pinto, ed edificata tra il 1982 e il 1996. Inaugurata il 23 gennaio 1997 dal Presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro e intitolata alla giudicessa Eleonora d’Arborea, e all’epoca vantava il primato di diga più grande d’Europa. ha sostituìito la diga di Santa Chiara, ubicata qualche chilometro più a monte, che già da qualche anno manifestava importanti lesioni nella struttura portante e per tale motivo ne era stata ridotta la capacità d’invaso del cinquanta per cento.

I resti del Nuraghe Santa Marra

Busachi-Veduta dall’alto dei resti del Nuraghe Santa MarraPassata la casa cantoniera dismessa, proseguiamo lungo la SS388 del Tirso e del Mandrolisai per circa due chilometri ed ottocento metri, ed al chilometro 30.6 prendiamo una deviazione sulla destra che è la strada Comunale di collegamento della SS388 con la SP23, asfaltata ma molto dissestata. La seguiamo per una settantina di metri, poi svoltiamo a sinistra e dopo una cinquantina di metri tutto a destra, e continuiamo per quattrocentocinquanta metri. A questo punto prendiamo e destra il sentiero di accesso al Nuraghe Santa Marra e alle domus de janas di Grugos. Dopo circa cinquecento metri, vediamo alla sinistra della strada i resti del Nuraghe Santa Marra, edificato a 195 metri in materiale indeterminato. Si tratta di un Nuraghe complesso con una torre prinicpale e bastioni con tre torri aggiunte, una cinta muraria di ben quattrocentocinquanta metri, e vicino tracce di un insediamento abitativo preistorico. Il Nuraghe presenta ora una altezza residua di tredici metri, e rivela la sua pertinenza al tipo trilobato a profilo concavo-Convesso, simile come tipologia al Nuraghe Santu Antine di Torralba e al Losa di Abbasanta, ma rielaborato in modo originale. Curiosa è la presenza di più di quindici cumuli di pietre attorno al Nuraghe, che si possono identificare dalle foto con il drone. Il ritrovamento di vasellame di età repubblicana e di ceramica del periodo imperiale ha documentato il riutilizzo del Nuraghein età romana.

Busachi-resti del Nuraghe Santa Marra Busachi-resti del Nuraghe Santa Marra Busachi-resti del Nuraghe Santa Marra Busachi-resti del Nuraghe Santa Marra

Manca menzione di questo Nuraghe nell’elenco dei Nuraghi a corridoio, comunque potrebbe essere un Nuraghe di tipo misto, nato come Nuraghe a corridoio e poi traformato in un Nuraghe di tipo misto. Infatti, nonostante sia rilevabile un mastio che costituirebbe il nucleo centrale ed originario del complesso, al quale poi in epoca successiva sarebbero state aggiunte le ulteriori torri e le cortine murarie. Di fatto la planimetria di questo Nuraghe si sviluppa in maniera differente da quella classica, rinvenibile negli altri Nuraghi complessi della Sardegna.

I resti della domus de janas di Grugos

Busachi: i resti della domus de janas di GrugosProseguiamo lungo il sentiero di accesso al Nuraghe Santa Marra e alle domus de janas di Grugos fino alla sua conclusione, dopo poco meno di un paio di chilometri. Arrvati qui si trova una deviazione sulla destra che porta fino ai margini del lago Omodeo, dove si poteva vedere i resti della domus de janas di Grugos, che ora non è più visitabile dato che attualmente è sommersa dalle acque del lago Omodeo. alla destra del portello d’accesso della tomba si trova un’artistica protome taurina in rilievo, scolpita a martellina nella roccia, che presenta le corna più lunghe del consueto, ma una grande precisione nella forma stilistica. La domus de janas è stata edificata dalle popolazioni della Cultura di San Michele di Ozieri che si sviluppa nel Neolitico Finale secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 d’il 2800 avanti Cristo.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Busachi faremo una deviazione verso sud e ci recheremo ad allai che visiteremo con il suo centro nel quale si trova il Museo MIDA ed i suoi dintorni nei quali si trovano numerosi importanti siti archeologici.


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