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Escalaplano con il complesso archeologico di Is Clamoris e la necropoli di Fossada


In questa tappa del nostro viaggio, inizieremo la visita della regione storica del Gerrei. Inizieremo tornando ad Orroli e recandoci a Escalaplano che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trovano il complesso archeologico di Is Clamoris e la necropoli ipogeica di Fossada.

Il Gerrei nella regione storica del Sarrabus-Gerrei

Il Sarrabus-GerreiIl Sarrabus-Gerrei è la regione storica della Sardegna sud orientale che anticamente, come territorio, apparteneva al Giudicato di Càralis, alle Curatorie di Sarrabus, Colostrai e Gerrei. Il Sarrabus-Gerrei viene distinto nei due territori del Gerrei all’interno, caratterizzato dalla pastorizia, e del Sarrabus, verso la costa e verso sud, agricolo e turistico. Il territorio del Gerrei si trova tra il Sarrabus a est, la Trexenta a ovest, il Campidano di Cagliari a sud, e l’Ogliastra a nord. I comuni che fanno parte del Gerrei sono Armungia, Ballao, Escalaplano, Goni, San Nicolò Gerrei, Silius, Villasalto. Questo territorio è un’area occupata da una serie di altopiani e profonde valli in cui cresce rigogliosa la macchia mediterranea, attraversata dal fiume Flumendosa. Sorgenti d’acqua irrorano le valli che sono ricoperte di macchia mediterranea ed hanno abbondanza di sugheri, lecci ed olivastri.

Il viaggio verso Escalaplano

Da Orroli prendiamo verso sud est la SP10, che ci fa uscire dalla regione storica del Sarcidano e ci porta in quella del Gerrei. Proseguiamo il nostro viaggio in un paesaggio molto bello, anche se in diversi punti devastato dai troppo frequenti incendi.

Il Gerrei: il paesaggio in viaggio verso Escalaplano Il Gerrei: il paesaggio in viaggio verso Escalaplano Il Gerrei: il paesaggio devastato dagli incendi Il Gerrei: il paesaggio devastato dagli incendi

Procedendo verso sud est, in diciassette chilometri la SP10 ci porta all’interno dell’abitato di Escalaplano. Dal Municipio di Orroli a quello di Escalaplano si percorrono 18.8 chilometri.

Escalaplano: ingresso del paese Escalaplano-'… voi che siete nati nelle città illustri …' Escalaplano-Entrata nell’abitato

Il comune chiamato Escalaplano

Escalaplano: il panorama dell’abitatoEscalaplano-Stemma del comuneIl comune chiamato Escalaplano (nome in lingua sarda Scalepranu, altezza metri 338 sul livello del mare, abitanti 2.079 al 31 dicembre 2021) è un importante centro ad economia pastorale situato nella parte sud-orientale della Provincia del Sud Sardegna, il cui territorio si sviluppa tra le valli del Flumendosa e del Flumineddu. L’abitato è raggiungibile dalla SS387 del Gerrei, il cui tracciato si snoda a tredici chilometri dall’abitato. Il territorio Comunale, ricchissimo di sugherete, comprende l’area speciale lago del Flumendosa. Il suo profilo geometrico è irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 94 a un massimo di 676 metri sul livello del mare.

Origine del nome

Si tratta di un nome composito, che significa Scala del piano e deriva dai termini latini Scala e Planum. In tutta la Sardegna l’appellativo Scala, oltre che Scala come attrezzo, significa Strada in forte pendenza, sentiero ripido e soprattutto Sentiero che sale a zig-zagsu una costa di collina o di montagna, ed inoltre l’appellativo Plánu, pránu significa Piano, Pianoro, Altipiano. Ed infatti, dal punto di vista geografico, Escalaplano Giace alla pendice meridionale d’un altipiano tra due fiumi, al quale portano strade in salita molto tortuose. In seguito, nel periodo della dominazione catalano aragonese, il primo componente Scala è stato modificato nel corrispondente termine spagnolo Escala.

La sua economia

L’economia del paese è basata principalmente sull’agricoltura e sulla pastorizia. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, ulivi, agrumeti, viti e altri alberi da frutta, ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini e caprini. L’industria è poco sviluppata, dato che si registrano solamente piccole aziende che operano nei comparti estrattivo, alimentare ed edile. A livello artigianale si produce e lavora il sughero. Modesta è anche la presenza del terziario. Sebbene non figuri tra le principali mete turistiche della zona, le sue incontaminate bellezze naturali e la vicinanza al lago Flumendosa costituiscono interessanti attrazioni per un discreto flusso di visitatori. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Brevi cenni storici

La presenza dei corsi d’acqua hanno favorito lo stanziamento dell’uomo nel territorio fin dalla preistoria, lo testimoniano le numerose domus de janas rinvenute nelle località di Fossada e Pedru Euzei, i Nuraghi Ammuai, Fumia e Pedru Euzei e i templi nuragici a pozzo. Si conservano tracce della dominazione romana in località Is Arrantas, Pedru Euzeii ed in Foss ’e Canna. Durante il Medioevo è compreso nella curatoria di Gerrchéi o Villasalto o Galilla, nel Giudicato di Càralis. Dopo l’occupazione aragonese, nel 1323 viene concesso in feudo a Berengario Carroz e, in seguito, incorporato nella conte di Quirra. Riguardo le origini dell’attuale centro abitato, si parla per la prima volta di Escalaplano nel repartimiento de Cerdena, compilato dagli aragonesi nel 1358. Dal 1365 al 1409 Escalaplano, ritorna sotto le istituzioni giudicali, entrando a far parte della curatoria di Siurgus, nel Giudicato di Arborea. Dopo la battaglia di Sanluri del 1409, le popolazioni mantengono ancora uno stato di agitazione contro il sistema feudale dei Carroz, che hanno unito il territorio al feudo di Mandas. Intorno al 1652 la popolazione diminuisce vertiginosamente a causa di un epidemia di peste. Passata sotto il governo dei Mazza, è conquistata poi dai De Silva e nel 1777 passa ai Tellez Giron d’Alcantara, che la tengono in feudo fino al 1839, anno dell’abolizione del sistema feudale. Agli inizi del ventesimo secolo gli avvenimenti bellici segnano molto il paese. Con la fine della seconda guerra mondiale, termina il periodo buio e di crisi e si realizzarono opere importanti, tra le quali la costruzione dei ponti sul Flumendosa e le strade che migliorano le comunicazioni ed eliminano finalmente il suo isolamento. Del comune di Escalaplano nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Successivamente nel 2003, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro di nuovo in quella di Cagliari. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla nuova Provincia del Sud Sardegna.

Le principali feste e sagre che si svolgono ad Escalaplano

Escalaplano: il Gruppo Folkloristico San SalvatoreA Escalaplano è attivo il Gruppo Folkloristico San Salvatore, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono ad Escalaplano meritano di essere segnalate, il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate che prevede la sera precedente l’accensione del falò chiamato Is fogadonis de Is Bixinaus e la prima sfilata delle maschere tradizionali del carnevale, ossia Su Boi e su Domadori; il 20 gennaio, la Festa di San Sebastiano, patrono di Escalaplano, anch’essa preceduta dall’accensione del falò; a giugno si svolge la Sagra dell’Olio di lentischio e del Formaggio, che ha come intento quello di valorizzare la lavorazione e la vendita di questi prodotti; il 15 maggio si svolge la Festa di San Salvatore, col trasporto del simulacro nella piccola chiesa campestre omonima; il 24 giugno, la Festa di San Giovanni Battista, nella chiesa campestre a lui dedicata; a Ferragosto si svolge la famosa manifestazione folcloristica del Ferragosto Escalaplanese, ed il 15 agosto, la Festa di Maria Vergine Assunta; il 31 ottobre e l’1 novembre, la manifestazione chiamata Sa Passillada a Escalaplano; il 4 dicembre, la Festa di Santa Barbara.

La manifestazione chiamata Sa Passillada

Escalaplano: locandina di Sa PassilladaIl 31 Ottobre e l’1 novembre si svolge la tradizionale Sa Passillada a Escalaplano, manifestazione che vede come scenario il centro storico, e le corti private delle case si aprono al pubblico. Pittori, musicisti, gruppi folk, esibizionisti, scrittori fanno da cornice all’evento. Elemento che caratterizza questa manifestazione è il pranzo itinerante che si tiene l’1 novembre, dopo la processione con il simulacro di San Sebastiano, accompagnato dai suonatori e da gruppi folk. Per il pranzo itinerante, acquistando una Forchetta e muniti di mappa, i visitatori possono fare il giro delle varie Cortes e partecipare al pranzoaccompagnati da quelle opere, note e parole che gli artisti regalano, immersi nel cuore del centro storico, provocando nell’animo del visitatore svariate emozioni. La manifestazione punta di anno in anno a crescere e a raggiungere obiettivi sempre migliori, per questo si organizzano diversi altri eventi che possano catturare l’attenzione di un pubblico sempre più ampio.

Visita del centro di Escalaplano

L’abitato, interessato da forte espansione edilizia, si estende sull’orlo di un piccolo altopiano a banchi di arenaria, ed è caratterizzato da un andamento altimetrico tipico delle località collinari. Entriamo nel paese da sud ovest con la SP10 cha assume il nome di via Flumendosa, e sboccherà poi sul corso Sardegna.

In largo Caduti sul lavoro si trova l’edificio che ospitava il Monte Granatico

Escalaplano: il largo Caduti sul lavoro con l’edificio che ospitava il Monte GranaticoEntriamo nel paese da sud ovest con la SP10, cha assume il nome di via Flumendosa. A Duecentosettanta metri dal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso nell’abitato, la via Flumendosa sbocca sul corso Sardegna, che è il nome che ha assunto nell’abitato la SP13 proveniente da sud. Seguiamo il corso Sardegna per centottanta metri, ed arriviamo il largo Caduti sul lavoro, nel quale si trova si trova l’edificio che ospitava il Monte Granatico. La piazza è stata interessata da un intervento di riqualificazione ed è utilizzata attualmente come spazio pubblico. Sono previsiti anche lavori di ristrutturazione del Monte Granatico, un vero e proprio bene identitario, che sarà pienamente funzionale e verrà messo a disposizione della comunità.

La chiesa parrocchiale di San Sebastiano

In largo caduti sel lavoro, il corso Sardegna prosegue verso destra, mentre noi continuimo dritti sulla via Roma, e, dopo centocinquanta metri, vediamo, alla sinistra della strada, la facciata della chiesa di San Sebastiano che è la parrocchiale di Escalaplano. Viene edificata tra il 1614 e il 1623, infatti dai registri parrocchiali risulta che nel 1599 durante una visita pastorale, l’arcivescovo di Cagliari, Antonio lasso, viste le condizioni della preesistente chiesa, ordina la costruzione di un nuovo edificio di culto. I lavori non iniziano subito, e l’ordine viene ripetuto nel 1606 e nel 1614. Nel 1623 i lavori debbono essere probabilmente terminati, in quanto il Vescovo ausiliare Sebastiano Carta, in visita a Escalaplano, ordina al parroco di costruire un pulpito ligneo ancora oggi esistente. La chiesa è stata realizzata in stile rinascimentale, mentre il grande e originale rosone della facciata è in stile aragonese, e si ritiene che probabilmente la chiesa attuale sia stata costruita sulla preesistenze chiesa aragonese. Il campanile  attuale viene, invece, fatto costruire in pietra lavorata a vista circa un secolo dopo, e precisamente dal 1778 al 1785, dal parroco Francesco lai. La chiesa presenta gli interni con influssi aragonesi, e conserva al suo interno interessanti decorazioni scultoree, con, ai lati dell’altare, delle belle sculture incastonate nei pilastri.

Escalaplano: chiesa parrocchiale di San Sebastiano Escalaplano: chiesa parrocchiale di San Sebastiano: interno Escalaplano: chiesa parrocchiale di San Sebastiano: l’altare maggiore Escalaplano: chiesa parrocchiale di San Sebastiano: l’altare maggiore

L’architetto e scrittore Vico Mossa, di Serramanna, dice che La chiesa è derivata dal Rinascimento Italiano, sia nelle strutture che nelle decorazioni plastiche. L’armoniosa navata, fiancheggiata da cappelle coperte da belle volte, è illuminata da un grande, originale rosone. Le decorazioni scultoree nell’arcone dell’abside rappresentano la Vergine e gli Apostoli e, nel catino, il martirio di San Sebastiano. È uno dei rari esempi di organismi cinquecenteschi di penetrazione classicistica italiana.

Escalaplano: locandina della Festa di San SebastianoI lavori di restauro della chiesa e della piazza antistante sono stati conclusi alcuni anni fa. Nella piazza della chiesa ogni anno si tiene, il 20 gennaio, la Festa di San Sebastiano, patrono di Escalaplano. La sera precedente si svolge la processione con il simulacro del Santo per le vie del paese, accompagnato dai gruppi folk locali, dai fucilieri di Escalaplano e dai suonatori locali di launeddas e organetto. Al rientro in piazza, la benedizione e l’accensione del falò in onore del Patrono, e segue la degustazione di prodotti locali e l’intrattenimento musicale. Ed in seguito, il giorno della festa, nella chiesa parrocchiale si celebra la messa animata dal coro parrocchiale locale.

Una deviazione al vecchio Cimitero di Escalaplano

Escalaplano-Spazio nel quale si trovano i resti del vecchio Cimitero di EscalaplanoDalla piazza della chiesa, prendiamo la via Speranza che costeggia il lato destro della parrocchiale e procede in direzione nord. Dopo centottanta metri, svoltiamo leggermente a sinistra e prendiamo la via Eleonora d’Arborea, la seguiamo per una quarantina di metri, poi svoltiamo a destra in via pace, e, dopo meno di un centinaio di metri, arriviamo a un bivio. Al centro delle due strade si trova quello che resta del Vecchio Cimitero di Escalaplano, che è rimasto attivo sino al 1934, quando è stato aperto il nuovo Cimitero.

Il Municipio di Escalaplano

Escalaplano: il Municipio di EscalaplanoDalla chiesa parrocchiale di San Sebastiano, proseguiamo lungo la via Roma verso nord est, dopo poco più di una cinquantina di metri svoltiamo a sinistra e prendiamo la prosecuzione del corso Sardegna, che è il nome che ha assunto nell’abitato la SP13, lo seguiamo per centocinquanta metri poi svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Indipendenza. Dopo una settantina di metri, la via Indipendenza continua sulla via Sindaco Giovanni Carta, la seguiamo in direzione nord per un centinaio di metri ed, alla destra della strada, al civico numero 18, vediamo l’edificio nel quale si trova il Municipio di Escalaplano, che ospita la sua sede con gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini.

Il Cimitero Comunale di Escalaplano

Escalaplano: il Cimitero Comunale di EscalaplanoPassato il Municipio, proseguiamo in direzione nord con la via Sindaco Giovanni Carta che, dopo una settantina di metri, fa una leggera curva a destra e diventa la via don Vincenzo Nieddu. La seguiamo per cerca centicinquanta metri, poi svoltiamo a sinistra e riprendiamo il corso Sardegna e, dopo duecentocinquanta metri, vediamo, alla destra della strada, il muro di cinta ed il rialzo sul quale si trova l’ingresso del Cimitero Comunale di Escalaplano, ossia del nuovo Cimitero inaugurato nel 1934.

L’ampia piazza Sedda con il suo anfiteatro

Escalaplano: il Cimitero Comunale di EscalaplanoDalla chiesa parrocchiale di San Sebastiano, proseguiamo lungo la via Roma verso nord est, dopo poco più di una cinquantina di metri svoltiamo a sinistra e prendiamo la prosecuzione del corso Sardegna, che è il nome che ha assunto nell’abitato la SP13. Seguiamo ancora verso nord est il corso Sardegna per quattrocento metri, e vediamo, alla sinistra della strada, l’ampia piazza Sedda, che si trova tra il corso Sardegna ed alla sinistra la successiva traversa che è la via Indipendenza. Al centro della piazza si trova l’Anfiteatro che ospita i cittadini durante le numerose feste e manifestazioni che si svolgono ad Escaaplano.

L’oratorio e la Cappella di Santa Barbara

Escalaplano: l’oratorio e la Cappella di Santa BarbaraDa dove abbiamo preso la prosecuzione del corso Sardegna, passata la piazza Sedda, proseguiamo ancora verso nord est per una cinquantina di metri, e troviamo la deviazione a destra nella via Santa Barbara. Percorsa la via Santa Barbara per circa duecentocinquanta metri, arriviamo a dove la strada termina e continua nella via Canonico Zedda, incrociando a destra la via Canonico Spano, ed a sinistra la via don Antonio Follesa. All’inizio della via Canonico Spano di vede l’edificio che ospita l’oratorio di Santa Barbara accanto alla quale è posizionata la Cappella di Santa Barbara. Ogni anno, il 4 dicembre Escalaplano celebra la Festa di Santa Barbara.

Visita dei dintorni di Escalaplano

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Escalaplano, sono stati portati alla luce i resti delle necropoli di Fossada, e quella di Perdu Euzei; del complesso archeologico di Is Clamoris; dei Nuraghi semplici Amuai, Fumia, Perducatta, San Giovanni; ed anche dei Nuraghi ’e Genna Piccinu, Perda Utzei, Pranu Ilixi, tutti di tipologia indefinita.

Il Campo da Calcio Comunale

Dal centro di Escalaplano prendiamo il corso Sardegna, che esce dall’abitato verso nord in direzione di Perdasdefogu con il nome di SP13. Percorsi circa novecento metri, passiamo il cartello segnaletico che indica l’uscita dal paese ed incrociamo sulla sinistra la Circonvallazione. Poco più avantii, percorsi altri centocinquanta metri, vediamo, alla sinistra della strada, l’ingresso del Campo da Calcio Comunale. Si tratta di un campo con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare 1000 spettatori.

Escalaplano: Campo da Calcio Comunale: ingresso Escalaplano: Campo da Calcio Comunale: Campo da gioco

In questo Campo da Calcio gioca le sua partite casalinghe la squadra di calcio locale, che è la Escalaplano, la quale milita nel campionato di Seconda Categoria, Girone D - Sardegna.

Il complesso archeologico di Is Clamoris

Escalaplano: il ponte vecchio sul rio FluminedduPassato il Campo da Calcio Comunale, proseguiamo verso nord lungo la SP13, dopo un chilometro e mezzo arriviamo a un bivio, dove a sinistra parte la SP53, mentre a destra prosegue la SP13. Prendiamo a destra la prosecuzione della SP13, la seguiamo per sei chilometri e trecento metri, poi prendiamo la deviazione sulla sinistra sulla vecchia SP35 che collegava Escalaplano con Perdasdefogu e, in settecentocinquanta metri, raggiungiamo il Ponte vecchio sul rio Flumineddu. In un recente passato, la vecchia SP35 transitava su questo ponte, ma oggi il fondo del ponte è in terra battuta, ed è in più parti dissestato. Nei dintorni della vecchia SP35 si possono vedere, alla sinistra della strada, le diverse strutture che compongono il Complesso archeologico di In Clamoris che si trova ai limiti dell’area Comunale di Escalaplano, ai confini con quella di Perdasdefogu. Il complesso archeologico comprende un’area santuariale nuragica, dove sono presenti una fonte nuragica, attualmente visibile dal ponte che attraversa il corso d’acqua e posta nelle immediate vicinanze della strada, e, ad una distanza di circa trecento metri in direzione nord est, un tempio nuragico a pozzo, ossia un pozzo sacro, in prossimità del greto del rio Flumineddu.

Escalaplano-fonte nuragica di Is ClamorisEscalaplano-fonte nuragica di Is Clamorisalla sinistra dell’inizio del ponte vecchio sul rio Flumineddu, vicinissimo ad un guard-rail, si possono vedere i resti della Fonte nuragica che conserva ancora dieci filari di blocchi di scisto ben lavorati ed un tratto del vestibolo, ma presenta problemi di cedimento a causa dell’azione di dilavamento delle acque meleoriche. Questo piccolo tratto dell’avancorpo è l’unico sopravvissuto ai lavori stradali e agli scavi abusivi che hanno distrutto completamente la scala d’accesso alla polla sorgiva, compromettendo seriamente la stabilità del monumento. La fonte presenta un piccolo vano scala coperto da due pareti molto aggettanti culminanti in una lastra orizzontale, mentre la tholos che sovrasta la vena sorgiva è costituita con blocchi di travertino lavorati a sezione di cerchio e chiusi da una lastra di pietra verde.

Escalaplano-tempio nuragico a pozzo di Is ClamorisEscalaplano-tempio nuragico a pozzo di Is ClamorisPiù a nord, lungo il corso del rio Flumineddu, sono presenti i resti del Tempio nuragico a pozzo che presenta un vestibolo di forma rettangolare lungo tre metri e rivollo ad ovest, ancora provvisto, sul lato sinistro, del bancone sedile originario destinato alla sosta dei pellegrini. Dal vestibolo, delimitato da un recinto sacro, si accedeva, sulla destra, alla scala che conduceva al pozzo vero e proprio. Per la costruzione del pozzo sacro sono stati impiegati materiali locali, in particolare scisti e marne, e il travertino, una pietra non locale adottata dagli ingegneri nuragici per la realizzazione di blocchi regolari da disporre in opera isodoma.

Si ritiene che, originariamente, la fonte nuragica ed il tempio nuragico a pozzo di Is Clamoris dovessero essere compresi in un unico, grande contesto sacro abitativo, sviluppatosi lungo la riva destra del rio Flumineddu.

Il Nuraghe semplice Fumia

Piùa nord rispetto al complesso archeologico di Is Clamoris, si trova il Nuraghe Fumia, che però e raggiungibile più facilmente percorrendo un’altra strada. Passato il Campo da Calcio Comunale, proseguiamo verso nord lungo la SP13, dopo un chilometro e mezzo arriviamo a un bivio, dove a sinistra parte la SP53, mentre a destra prosegue la SP13. Prendiamo a sinistra la SP53, la seguiamo per quasi sei chilometri, poi, seguendo le indicazioni per la diga Flumineddu, svoltiamo a destra, proseguiamo per due chilometri e settecento metri, svoltiamo di nuovo a destra in una strada bianca e, dopo quasi tre chilometri, vediamo, alla sinistra della strada, i resti del Nuraghe semplice Fumia che prende il nome dalla località nella quale è stato realizzato. Si tratta di un Nuraghe probabilmente monotorre, edificato a 521 metri di altezza, con nei dintorni pochi resti di un insediamento abitativo.

Escalaplano-resti del Nuraghe semplice Fumia Escalaplano-resti del Nuraghe semplice Fumia Escalaplano-resti del Nuraghe semplice Fumia

In località Fossada si trova la chiesa campestre di San Giovanni Battista

Dal centro di Escalaplano prendiamo verso ovest il corso Sardegna, che arriva a un bivio, dove proseguendo dritti si esce dall’abitato con la SP13, mentre a destra si prende la via Flumendosa che continua come SP10, e si dirige verso Orroli. Percorsa la SP10 per quasi due chilometri e mezzo, seguendo le indicazioni si prende a sinistra la strada che, in seicento, metri, ci porta a vedera alla sinistra il cancello, passato il quale si entra nel Parco di San Giovanni e si prende il vialetto che conduce alla chiesa campestre di San Giovanni Battista. La chiesa è ubicata in località Fossada, sulla vetta di una collina lungo la strada che collega Escalaplano ad Orroli. L’edificio è stato edificato nel corso degli anni sessanta a breve distanza dai ruderi della vecchia chiesa intitolata al Santo. La chiesa, realizzata in muratura con rifiniture in pietra, presenta al centro del prospetto un semplice portone d’ingresso, sormontato da un oculo ottagonale con una grossa croce. Sul tetto a doppio spiovente con copertura in tegole spicca un campanile a vela ad una sola luce. All’interno della chiesa è custodita una bella e antica acquasantiera proveniente della vecchia chiesa intitolata al Santo. I ruderi della vecchia Chesa di San Giovanni Barrista si trovano a duecenticinquanta metri di distanza, lungo un sentiero che conduce verso sud est, fuori dal Parco di San Giovanni.

Escalaplano: chiesa campestre di San Giovanni Battista Escalaplano: chiesa campestre di San Giovanni Battista Escalaplano: chiesa campestre di San Giovanni Battista Escalaplano-resti della vecchia chiesa di San Giovanni Battista

Escalaplano: il processione per la Festa di San Giovanni BattistaOgni anno, i quattro giorni vicini al 24 giugno, che è il giorno della sua natività, si svolge nella sua chiesa campestre la Festa di San Giovanni Battista. Il giorno 21, dopo la messa nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano, si svolge la processione verso la chiesa campestre con il simulacro del Santo accompagnato dal giogo dei buoi, dai gruppi folk locali, dai fucilieri, dai cavalieri e dai suonatori, ed a seguire rinfresco nella piazza per tutti i partecipanti. Le celebrazioni e gli spettacoli seguono i due giorni successivi, fino alla sera del 24, quando si celebra la messa nella chiesa campestre, alla quale segue la processione di ritorno verso la chiesa parrocchiale. Nei quattro giorni, non mancano momenti dedicati alla musica ed allo spettacolo.

La necropoli ipogeica di Fossada

Vicino alla nuova chiesa campestre di San Giovanni Battista, a poche centinaia di metri di distanza, si trova la Necropoli ipogeica di Fossada. Il complesso è costituito da numerose domus de janas, finora ne sono state rinvenute sette, che sono scavate su più livelli in pareti rocciosi di arenaria.

Escalaplano-domus de janas della necropoli ipogeica di Fossada Escalaplano-domus de janas della necropoli ipogeica di Fossada Escalaplano-domus de janas della necropoli ipogeica di Fossada Escalaplano-domus de janas della necropoli ipogeica di Fossada

La chiesa campestre di San Salvatore

Dal centro di Escalaplano prendiamo verso ovest il corso Sardegna, che arriva a un bivio, dove proseguendo dritti si esce dall’abitato con la SP13, mentre a destra si prende la via Flumendosa che continua come SP10. Procedendo verso sud lungo la SP13, che si dirige verso Goni e Ballao, dopo due chilometri e trecento metri prendiamo la deviazione a destra seguendo le indicazioni per l’area di San Salvatore, proseguiamo per settecento metri, poi svoltiamo tutto a destra e, in centocinquanta metri, raggiungiamo la chiesa campestre di San Salvatore. La chiesa sorge sull’altopiano Is Sceasa, che scende dolcemente fino alla strada, ed ha dato il nome al gruppo folk del paese. Una vecchia chiesa si presentava come una piccola baracca costruita con grossi blocchi di pietra marrone uniti da un impasto di fango e paglia, poi alcuni anni fa è stata realizzata la nuova costruzione. L’attuale edificio, immerso in una folta vegetazione, è una semplice struttura in pietra con al centro del prospetto un modesto portone ligneo. Sul semplice tetto a capanna con copertura in tegole spicca una piccola croce. Nei lati dell’edificio si aprono due piccole finestre quadrate.

Escalaplano: chiesa campestre di San Salvatore Escalaplano: chiesa campestre di San Salvatore

Escalaplano: il processione per la Festa di San SalvatoreDa qualche anno, il 15 maggio si svolge la Festa di San Salvatore, organizzata dal Comitato costituito dagli abitanti di Escalaplano che hanno il nome di Salvatore, che in questi anni hanno dimostrato un grosso impegno, col trasporto del simulacro dalla chiesa parrocchiale di San Sebastiano alla piccola chiesa campestre a lui dedicata. Infatti era dal 1946 che non si accompagnava in processione il Santo nella chiesa in suo onore, a causa della morte di un uomo, e da ciò si può capire per quale motivo la vecchia chiesa sia stata abbandonata per tanto tempo, caduta in disuso, e addirittura destinata ad accogliere al suo interno greggi di pecore.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Escalaplano ci recheremo a Goni che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trova il parco archeologico di Pranu Mutteddu con le sue numerose sepolture megalitiche del tipo a circolo ed i suoi circa sessanta menhir.


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