Ilbono patria del pittore Andrea lusso nei cui dintorni si trovano il monte Tarè ed il sito archeologico di Scerì
In questa tappa del nostro viaggio, da Lanusei ci recheremo a Ilbono patria del pittore Andrea lusso, che visiteremo con il suo centro ed i dintorni con il monte Tarè ed i siti archeologici che ci si trovano tra i qiali il principale è quello di Scerì. La regione storica dell’OgliastraL’Ogliastra è una regione centrale della Sardegna orientale, sconosciuta al turismo di massa fino a pochi decenni fa, che affascina ancora oggi per la sua natura selvaggia e per le sue spiagge. I comuni che ne fanno parte appartengono tutti alla Provincia di Nuoro, e sono: Arzana, Barì Sardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Talana, Tertenia, Tortolì, Triei, Ulassai, Urzulei e Villagrande Strisaili. Le sue spiagge sono alternate a piccole cale dalle acque di cristallo, contornate da scogliere di granito che, nella parte alta della regione, diventano di porfido rosso. Si tratta di una regione dal paesaggio aspro e selvaggio, dove rilievi e tavolati si alternano a gole profonde. In viaggio verso IlbonoDal centro di Lanusei, prendiaimo la via Roma verso nord, poi a destra la via Umberto che diventa la via Ilbono e ci fa imboccare la SS198 di Seui e Lanusei, la quale si dirige verso nord e, dopo meno di tre chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Ilbono. Dal Municipio di Lanusei a quello di Ilbono si percorrono 3.5 chilometri. Il comune chiamato IlbonoIl comune di Ilbono (nome in lingua sarda Irboni, altezza metri 400 sul livello del mare, abitanti 1.977 al 31 dicembre 2021) è un centro agropastorale situato nella parte sud orientale della Provincia di Nuoro, nell’entroterra costiero, sull’altopiano dell’Ogliastra. è facilmente raggiungibile con la SS198 di Seui e Lanusei, il cui tracciato ne attraversa il territorio, e che prosegue oltre Ilbono, verso est, e porta fino alla costa a Tortolì. Il territorio Comunale ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 40 a un massimo di 900 metri sul livello del mare. Il paese chiamato di ilbono fa parte dell’Associazione nazionale delle città dell’Olio. Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città dell’OlioQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città dell’Olio, che ha tra i suoi compiti principali quello di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità, tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo, diffondere la storia dell’olivicoltura, e garantire il consumatore attraverso le denominazioni di origine. Le città dell’Olio in Sardegna sono ad oggi Alghero, Berchidda, Bolotana, Bosa, Cuglieri, Dolianova, Escolca, Genuri, Gergei, Giba, Gonnosfanadiga, Ilbono, Ittiri, Masainas, Olbia, Oliena, Orgosolo, Orosei, Osini, Riola Sardo, Samatzai, Santadi, Seneghe, Serrenti, Siddi, Sini, Uri, Usini, Ussaramanna, Vallermosa, Villacidro, Villamassargia. Origine del nomeIl toponimo, che è da accostare ad altri e all’appellativo Erbuzu, ad indicare erbaggio non coltivato o erbe mangerecce dei campi, e da confrontare col latino Herba che indica l’erba, è di origine ignota, comunque prelatino. Ilbono, dunque, probabilmente trae la sua denominazione dalla circostanza che in origine il sito in cui il villaggio è sorto sarà stato particolarmente ricco di erba. La sua economiaSi tratta di un comune collinare, la cui economia ha affiancato alle tradizionali attività agricole e zootecniche una discreta produzione industriale. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, agrumeti, viti e altri alberi da frutta, e sopratutto ulivi dato che a Ilbono è significativa la produzione dell’olio di oliva extravergine. Si pratica, inoltre, l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria, discretamente sviluppata, è costituita da imprese che operano nei settori alimentare, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione, dei laterizi, della fabbricazione di mobili ed edile. Gli abitanti di Ilbono sono bravissimi ed abili artigiani come dimostrano i numerosi laboratori in cui si lavora artisticamente il ferro e la pietra, e l’artigianato, è specializzato nella produzione di ceramiche, pizzi e ricami eseguiti con Su vrevolitè, che è un antico attrezzo sardo. Seguendo le antiche tradizioni, in paese si producono delle vere e proprie specialità alimentari di grande piacevolezza, come il Pistoccu e i Culurgiones. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Sebbene non sia una delle mete di maggior afflusso turistico, Ilbono offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare delle piacevoli escursioni nell’incontaminato ambiente circostante e di visitare i numerosi resti di passate civiltà situati sul suo territorio. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl suo insediamento fu abitato sin dall’età preistorica, largamente attestato è il Neolitico recente, periodo nel quale sono stati ricondotte domus de janas e menhir, e del periodo nuragico. In epoca medievale appartiene al Giudicato di Càralis e fa parte della curatoria dell’Ogliastra. alla caduta del Giudicato nel 1258, passa sotto il dominio dei Pisani, e successivamente nel 1324 degli Aragonesi, che lo incorporarono nella conte di Quirra, formatasi nel 1363 e data in feudo dal re d’Aragona Pietro IV il cerimonioso a Berengario Carroz. Nel 1603 la conte viene trasformata in Marchesato e data in feudo ai Centelles e successivamente agli Osorio de la Cueva, ai quali viene riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale e diviene un comune autonomo. La sua storia successiva non mostra avvenimenti di particolare rilievo. Del comune di Ilbono nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Successivamente nel 2003, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro a quella nuova dell’Ogliastra, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, ritorna ad appartenere alla Provincia di Nuoro. Personaggi nati a IlbonoA Ilbono si ritiene sia nato il pittore Andrea lusso. A Ilbono nasce nel 1575 il pittore Andrea lusso considerato tra i maggiori pittori del Manierismo in Sardegna. della sua infanzia e della sua giovinezza si sa poco, solo che la trascorre nel paese natale, all’età di quindici anni parte alla volta del nord Sardegna, e li prende gli insegnamenti pittorici, probabilmente di fronte alle opere del Maestro di Castelsardo, morto già da tempo. è risaputo che nella formazione è solito prendere spunto dai modelli dei libri di stampa, che in quei tempi giungevano dal continente presso le città maggiori dell’isola. Nel 1595 è la sua prima opera pittorica su committenza Miracolo di San Pantaleo che guarisce un paralitico davanti agli occhi dell’Imperatore Diocleziano per la pala di altare della chiesa omonima di Martis, l’anno successivo realizza la pala di altare raffigurante l’Assunzione della Vergine oggi nell’oratorio della Santa Croce e un tempo collocata nell’altare maggiore della parrocchiale di Calangianus, e nel 1597, realizza la Trasfigurazione di Raffaello per la chiesa di Sant’Andrea di Sedini. Nel 1599 torna in Ogliastra, a lotzorai, nel rione di donigala, e gli viene commissionata l’opera La circoncisione per la chiesa di Baunei, che riesce a completare solo nel 1601. A lui si deve anche la Pala d’altare di San Biagio, del 1613, oggi conservata nel Duomo di Sassar, proveniente dalla distrutta chiesa dedicata al Santo che era ubicata in porta Sant’Antonio. Vengono attribuiti a lui persino gli affreschi murali, I martiri turritani, sul transetto della cattedrale di Sant’Antonio Abate a Castelsardo, e anche l’opera Il perdono dell’adultera presso l’Episcopio di Nuoro sempre degli inizi del seicento. Sposatosi a lotzorai nel 1598, in questa città muore nel 1627. Molti capolavori del pittore sono andati perduti, i sopra elencati sono i più importanti, ed oggi Andrea lusso è considerato tra i maggiori pittori del Manierismo in Sardegna. |
Il progetto Progenia per lo studio delle basi biologiche dell’invecchiamentoInsieme a Lanusei, anche Ilbono è patria dei cinquemila volontari sotto osservazione per lo studio delle basi biologiche dell’invecchiamento, nell’ambito del progetto Progenia, finanziato dall’italiano Consiglio nazionale delle Ricerche e dallo statunitense Istituto nazionale della Salute. Il progetto di ricerca si propone di identificare la componente genetica di alcune condizioni legate allinvecchiamento attraverso lo studio della popolazione di Lanusei e paesi limitrofi. Le principali feste e sagre che si svolgono a IlbonoA Ilbono sono attivi il Gruppo Folk di Ilbono, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località, durante le quali è possibile ammirare il costume tradizionale, che si indossa solo in occasione di grandi feste popolari. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Ilbono, si segnalano il Carnevale, con le maschere tradizionali del paese; il 24 giugno, la Festa di San Giovanni Battista, che è la Festa patronale del paese; il 2 luglio, la Festa in onore della Madonna delle Grazie, una tradizionale celebrazione religiosa; il 28 agosto, la Festa di San Cristoforo, in corrispondenza della quale un tempo si teneva anche una Fiera con la partecipazione di molti forestieri; a fine novembre o inizio dicembre, la manifestazione Pane e Olio. Il Carnevale tradizionale di IlbonoNel Carnevale tradizionale di Ilbono rivivono due tra le più arcaiche espressioni della cultura popolare isolana, ossia il Processo a su Maymone ed il rituale di Guarigione de S’Argia, che sono il frutto della ricerca portata avanti dall’Associazione Culturale Janas e Amaymonaus, il sodalizio ilbonese che ha riportato alla luce non solo le maschere tradizionali, che sono S’Ursu, Sa Filongiana e Su Maymone. Ha riportato alla luce anche i canti, le musiche e le danze che accompagnano la Guarigione de S’Argia, ossia la terapia collettiva contro la puntura velenosa di un ragno. Ed i seguito Su Maymone viene processato nella piazza Emilio lusso, con l’accusa di aver commesso durante l’anno appena trascorso imbrogli e fatti spiacevoli. In quello che ha le caratteristiche di un vero e proprio processo, ci sono il giudice, i testimoni, gli accusatori, difensori, ed, alla fine, Su Maymone viene condannato al rogo e bruciato nella pubblica piazza. La manifestazione Pane e OlioA Ilbono, l’ultimo fine settimana di novembre o il primo di dicembre, si svolge la manifestazione Pane e Olio, dedicata alla valorizzazione del comparto dell’olio e del pane locali, ed anche, più in generale, delle tradizioni del territorio. Il programma prevede la dimostrazione e realizzazione di tutti i tipi di pane di Ilbono compresa la molitura del grano, l’apertura delle cantine, ed inoltre esposizioni, convegni, degustazioni, mostre, spettacoli teatrali, visite guidate. Durante questa manifestazione vi è anche la prima uscita delle maschere tradizionali locali proposte dall’Associazione Culturale Janas e Amaymonaus. Visita del centro di IlbonoL’abitato, interessato da espansione edilizia, si adagia su una collina ed è circondato da vasti vigneti e uliveti, da cui si gode un bellissimo panorama sulla zona costiera dell’Ogliastra. Arriviamo da sud con la SS198 di Seui e Lanusei e passiamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, dopo il quale la strada statale assume il nome di via Nazionale. La chiesa campestre di San CristoforoEntriamo in Ilbono con la via Nazionale, cha attraversa la parte nuova dell’abitato, e dalla quale, dopo un chilometro e duecento metri, parte sulla sinistra, in salita, seguendo le indicazioni, la via San Cristoforo che porterà alla chiesa Prendiamo la via San Cristoforo, dopo una cinquantina di metri svoltiamo verso sinistra, dopo quasi centocinquanta metri svoltiamo a destra, proseguiamo per duecento metri ed arriviamo a vedere, alla sinistra, una piazza, nella quale si affaccia la chiesa campestre di San Cristoforo che sovrasta il paese ed è stata di recente restaurata. Questa chiesa, dedicata al protettore dei pellegrini, risale al diciassettesimo secolo, ed un documento del tempo del Regno di Sardegna la definisce come una Cappella edificata sopra un rialto, a cinque minuti dal paese, il che fa pensare come nell’ottocento l’abitato di Ilbono fosse raccolto attorno alla chiesa parrocchiale. Si tratta di una piccola chiesa campestre con una sola aula rettangolare, all’esterno tre contrafforti lungo i due lati, la facciata con il portone di ingresso sovrastato da un piccolo loculo, il tetto a capanna. La piazza davanti alla chiesa, ai primi di settembre si anima per la Festa di San Cristoforo con i festeggiamenti in onore del Santo. Il 28 di agosto si svolge il virtuale passaggio di consegne tra gli Obrieri dell’anno precedente ed il comitato della leva dell’anno in corso, spetta, infatti ai ventunenni ilbonesi il compito di organizzare tutte le feste paesane fino all’anno successivo, prima fra tutte proprio quella in onore di San Cristoforo. Da non perdere, il sabato la suggestiva processione serale a piedi ed a cavallo, con il simulacro del Santo accompagnata dalla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista alla piccola piccola chiesa campestre di San Cristoforo, e il giorno successivo la processione di ritorno verso la chiesa parrocchiale con gli immancabili cavalieri e i vestiti tradizionali di Ilbono e di altri paesi. Il Municipio e la Biblioteca Comunale di IlbonoDa dove avevamo preso la via San Cristoforo, proseguiamo con la via Nazionale che, dopo centosettanta metri, sbocca su una trasversale e continua verso destra con il nome di via Roma, mentre a sinistra parte la via Elini. Percorso appena un centinaio di metri lungo la via Elini, vediamo, alla sinistra della strada, le scalinate che conducono all’edificio situato al civico numero 5 della via Elini, che ospita il Municipio di Ilbono, nel quale si trovano la sua sede e gli uffici in grado di fornire i loro servizi ai cittadini. Di fronte al Municipio, all’altro lato della strada, si trova la Biblioteca Comunale di Ilbono, ospitata in un edificio dalle linee molto moderne. Il Cimitero di IlbonoPresa la via Elini e passato l’edificio che ospita il Municipio, proseguiamo lungo questa strada che uscirà dall’abitato verso nord ovest con il nome di SP23, ossia Strada provinciale Elini, e che si dirige appunto verso l’abitato di Elini. Percorsi circa cinquecento metri dal Municipio, vediamo, alla sinistra della strada, il muro di cinta e le scalinate che portano all’ingresso del Cimitero di Ilbono. La chiesa parrocchiale di San Giovanni BattistaTorniamo a dove la via Nazionale è sboccata su una trasversale e proseguiamo verso destra, in direzione nordest, con la via Roma. Dopo trecentocinquanta metri svoltiamo tutto a sinistra nella via Principe Amedeo, percorso meno di un centinaio di metri svoltiamo leggermente a sinistra e prendiamo la via Principessa Iolanda che, dopo un centinaio di metri, continua sulla via San Giovanni. Dalla via San Giovanni, dopo una cinquantina di metri, svoltiamo a destra in via Francesco Crispi, che ci porta in poche decine di metri in piazza San Giovanni, di fronte alla chiesa intitolata a San Giovanni Battista che è la parrocchiale di Ilbono e si trova all’interno del centro storico, nella parte bassa del paese. La chiesa sorge sulle rovine di un precedente edificio probabilmente romanico, del quale probabilmente ha mantenuto l’impianto. All’esterno l’ampio portone è incorniciato e sovrastato da una finestra su cui poggia un timpano triangolare. Il campanile a base quadrata è ornato da delle cornici aggettanti che lo fasciano su tre livelli, concludendosi sulla cuspide piramidale che sovrasta la cella campanaria. Presenta tre navate, con quella centrale piuttosto ampia ed accogliente, mentre quelle laterali, più semplici, si articolano su grossi pilastri che sostengono degli archi romanici. All’interno è possibile ammirare la vasca del battistero risalente al settecento e un’acquasantiera, oltre ad alcuni marmi dell’antica chiesa che sono stati utilizzati per abbellire la nicchia che accoglie la statua della Madonna delle Grazie, di fattura tardo rinascimentale di ambito spagnoleggiante, che è stata recentemente restaurata, e che viene conservata insieme alla cassa nella quale, secondo la leggenda, sarebbe stata rinvenuta sulla spiaggia di Cea. Grande sarebbe stata la sorpresa dei contadini provenienti dai vari paesi della zona, che non sarebbero riusciti a mettersi d’accordo sul paese in cui portarla. Si sarebbe, così, deciso di collocarla su un carro trainato da buoi, con l’accordo che il simulacro sarebbe diventato proprietà della chiesa del paese in cui il loro viaggio fosse terminato. Fu così che, misteriosamente, la statua sarebbe giunta ad Ilbono dove fu immediatamente venerata per i suoi prodigi. A Ilbono ogni anno, il 24 giugno, si svolge la Festa di San Giovanni Battista, che è la Festa patronale del paese, caratterizzata dalla messa, da cerimonie religiose e dalla processione con il simulacro del Santo per la vie dell’abitato, seguite da manifestazioni civili, tra le quali nel campetto vicino alla chiesa balli sardi, l’accensione del falò sul quale i giovani si esibiscono saltando il fuoco per dimostrare il proprio coraggio, competizioni del gioco della morra, e a gara di traduzione poetica dall’italiano al sardo. Ma è più importante, la prima domenica di luglio, la Festa della Madonna delle Grazie, una celebrazione solenne che si ripete da secoli. Si apre con un vespro, cui partecipano anche tante persone di fuori, ed il culmine della manifestazione è la processione, che parte dalla piazza di chiesa col simulacro addobbato di oggetti d’oro o argento che sono stati offerti per grazie riChieste o ricevute. La Madonna viene trasportata su un carro a buoi, anch’esso abbellito da drappeggi e fiori. Precedono il simulacro persone vestite con il tradizionale costume sardo e con torte o dolci, che, dopo la processione, vengono offerti. Il percorso è allietato da canti, preghiere e fuochi d’artificio. La processione si conclude alla chiesa, dove viene celebrata la messa, poi si rientra a casa per festeggiare, più tardi ci si ritrova al campetto vicino alla chiesa dove, al suono della fisarmonica, si balla il ballo sardo. impianti sportiviTorniamo a dove la via Nazionale è sboccata su una trasversale e proseguiamo verso destra, in direzione nordest, con la via Roma. Seguiamo la via Roma verso est e poi verso sud per circa un chilometro, fino ad arrivare nella piazza Bau Carrus, al centro della quale si trova una rotonda. Prendiamo la prima uscita, che è la via Giovanni Pascoli, e, dopo circa cinquecento metri, arriviamo in località Ulestri, dove troviamo l’ingresso degli impianti sportivi Ulestri di Ilbono. All’interno di questi impianti, è presente un Campo da Calcio, con fondo in erba artificiale, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori. Qui gioca le sue partite casalinghe la principale squadra di calcio della città, ossia il Gruppo sportivo Ilbono calcio, che milita nel girone A sardo di Prima Categoria. Accanto al Campo da Calcio, è presente anche un Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, anch’esso con fondo in erba sintetica, non dotato di tribune. Visita dei dintorni di IlbonoVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Ilbono, sono stati portati alla luce i resti delle domus de janas di Perda Carcina, di Texere, di Sceri, di S’Abba ’e Sa Murta; dei Nuraghi semplici Elurci, Mattale, Perda Carcina, Piranseri, Sartalai, Tedili; dei Nuraghi complessi monte Forru, Sa Campana, Sceri, Teddiso; ed anche del Nuraghe Semida di tipologia indefinita. I ruderi della chiesa campestre di San RoccoDalla via Roma presa verso sud, arriviamo in piazza Bau Carrus, al centro della quale si trova la rotonda, prendiamo la prima uscita, che è la via Giovanni Pascoli, la quale, dopo gli impianti sportivi, esce dall’abitato verso sud est. Seguiamo la via Pascoli per ottocentocinquanta metri, poi prendiamo verso sinistra la via Ulestri, dopo una settantina di metri svoltiamo leggermente a destra, proseguiamo per un centinaio di metri, poi svoltiamo a sinistra, proseguiamo per centoventi metri e vediamo, alla sinistra della strada, i pochi resti della chiesa campestre di San Rocco di cui rimangono, purtroppo, soltanto i ruderi. Si tratta di una chiesa il cui impianto originario risalirebbe, probabilmente, al periodo bizantino, come dimostrato da studi molto recenti. Un tempo, presso questa chiesa, si svolgeva la Festa di San Rocco, che, benché sentita religiosamente dalle persone, si riduceva alla celebrazione della messa campestre, seguita da balli sul sagrato. La Cooperativa COSPATDalla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, prendiamo la continuazione della via San Giovanni, che è la via Regina Elena. La seguiamo per poco meno di centocinquanta metri, poi svoltiamo a sinistra e, dopo una trentina di metri, Svoltiamo a Destra e prendiamo la vIa Circonvallazione, che prendiamo verso sud est, che prosegue diventando la via Aldo Moro, e che in circa un chilometro ci porta nell’area industriale di Ilbono in localtà Giralecce, dove, alla sinistra della strada, ai lotti 12 e 13, si trova l’edificio che ospita la Cooperativa Cospat. La Cooperativa C.O.S.P.A.T. si dedica da oltre trent’anni con passione a diffondere e promuovere nel territorio isolano e in quello nazionale le eccellenze culinarie tradizionali della parte orientale della Sardegna, l’Ogliastrache per il suo ancestrale isolamento geografico, ha mantenuto più di ogni altra area della Sardegna, le sue intense e autentiche tradizioni.. Ricercando nel tempo la qualità in ogni aspetto della produzione, dalle materie prime ai macchinari, dal confezionamento alla distribuzione, alla formazione del personale, la Cooperativa riesce a mantenere intatti i tradizionali sapori e profumi dei suoi prodotti, tra i quali vanno citati i Culurgiones d’Ogliastra, le Sebadas, le Pardulas, il pane Pistoccu. |
I resti della chiesa campestre di San PietroDalla via Roma presa verso sud, arriviamo in piazza Bau Carrus, al centro della quale si trova la rotonda, prendiamo la seconda uscita, che è la continuazione della via Roma. La seguiamo per ottocento metri, e raggiungiamo il punto dove arriva da sinistra la via Aldo Moro. Passato questo incrocio, prendiamo verso destra la stretta continuazione della via Aldo Moro, e, percorsi altri quattrocentocinquanta metri, vediamo,su un’altura alla destra della strada, i resti della chiesa campestre di San Pietro di cui rimangono, purtroppo, soltanto i ruderi. Si tratta di un’altra chiesa il cui impianto originario risalirebbe, probabilmente, al periodo bizantino, come dimostrato da studi molto recenti. Un tempo, anche presso questa chiesa, si svolgeva la Festa di San Rocco, che, benché sentita religiosamente dalle persone, si riduceva alla celebrazione della messa campestre, seguita da balli sul sagrato. Il sito paesaggistico ed archeologico del monte TarèProseguiamo lungo la strada che ci ha portati alla chiesa campestre di San Pietro, che attraversa la Parendaddai, la zona dove si concentrano i siti archeologi più importanti del comune di Ilbono. Percorsi circa tre chilometri, vediamo alla destra della strada la zona più importante, sotto l’aspetto naturalistico, nei dintorni di Ilbono, ossia quella del Monte Tarè un interessante sito paesaggistico e archeologico ai confini tra Loceri, Lanusei e Ilbono. È alto 550 metri e presenta zone scoscese e irte, ed è caratteristico per il colore rossiccio del porfido di cui è costituito. L’area del monte Tarè, vasta 77 ettari, è interessante per la fauna e la vegetazione, in prevalenza lecci, con all’interno due belle sorgenti, una delle quali, Intramontes, nasce proprio tra i due monti, dando anche il nome alla località. L’area archeologica di ScerìDalla via Roma presa verso sud, arriviamo in piazza Bau Carrus, al centro della quale si trova la rotonda, prendiamo la seconda uscita, che è la continuazione della via Roma. La seguiamo per ottocento metri, e raggiungiamo il punto dove arriva da sinistra la via Aldo Moro, dopo la quale la strada esce dall’abitato verso est con il nome di SS198 di Seui e Lanusei. Percorsi poco più di cinque chilometri, subito prima del cartello segnaletico che indica il chilometro 102, prendiamo la deviazione a destra seguendo l’indicazione per l’area archeologica, dopo trecentocinquanta metri svoltiamo di nuovo a destra, percorriamo ottocento metri, ed arriviamo dove, alla sinistra della strada, si sviluppa l’Area archeologica di Scerì nella quale si trova un importante insediamento di epoca nuragica. All’interno dell’area sono presenti anche alcune panchine dove è possibile trovare refrigerio sotto le chiome degli alberi. L’insediamento comprende un imponente Nuraghe complesso, situato su un torrione granitico nel punto più alto della collina dove sorge l’insediamento. Il Nuraghe è stato edificato in granito a 108 metri di altezza, ed è costituito da una torre centrale ed un corpo aggiunto, dove si individuano tracce di un corridoio con nicchie, ed anche una probabile torre secondaria. Accanto al Nuraghe si trovani i resti del villaggio nel quale erano presenti numerose Capanne circolari destinate ad uso abitativo e produttivo, di cui solo alcune sono state interessate da indagini scientifiche. Nell’area di Scerì sono presenti anche abbondanti tracce di epoca neolitica, testimoniata in primo luogo dalla presenza di due tombe a domus de janas scavate anche in un grande masso erratico di granito, di tipo monocellulare, delle quali una appena abbozzata. Le indagini archeologiche hanno portato alla luce abbondanti materiali di questo periodo, forse collegati alla frequentazione a scopo funerario del sito che è sicuramente uno dei più interessanti della zona e che attende ancora di essere compiutamente esplorato. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Ilbono raggiungeremo Elini il più piccolo comune dell’Ogliastra che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova la chiesa campestre della Madonna del Carmine. |