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Lula il paese del malessere nel Nuorese famoso per il Santuario di San Francesco


In questa tappa del nostro viaggio, da Onanì ci recheremo a visitare Lula il paese del malessere nel Nuorese, famosa per il Santuario di San Francesco che si trova nel suo territorio.

La regione storica del Nuorese o Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti

La Barbagia di NuoroIl Nuorese (nome in nuorese Su Nugorèsu, in logudorese Su Nuorèsu), indicato da alcuni anche con il nome di Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti, è una regione storica della Sardegna nord orientale. In periodo giudicale il suo territorio apparteneva per lo più al Giudicato di Torres, nella Curatoria di Dore-Orotelli. In realtà oggi per Nuorese si intende un territorio molto più ampio, che comprende anche parte dei territori che in periodo giudicale appartenevano alle curatore di Bitti e di Orosei-Galtellì, nel Giudicato di Gallura. I comuni che ne fanno parte sono Bitti, Lula, Nuoro, Onani, Oniferi, Orani, Orotelli, Orune, Osidda, Ottana, e, secondo molti, ed anche secondo noi, al Nuorese apparterrebbe anche il comune di Sarule. Secondo alcuni vi apparterrebbe anche il comune di Dorgali, che, a nostro avviso, appartiene invece alla Barbagia di Ollolai, dato che durante il periodo nel quale la Sardegna era sotto il controllo dell’impero Bizantino e nel primo periodo del Giudicato di Arborea ne costituiva uno sbocco al mare, andato perduto a seguito dell’espansione, promossa dai Pisani, verso sud del Giudicato di Gallura. Il Nuorese è costituito da luoghi, paesi, tradizioni, enogastronomia, artigianato artistico, musica e cultura, che si sviluppano nei paesaggi dei paesi del comprensorio barbaricino, richiamati nelle opere letterarie del Nobel per la letteratura Grazia Deledda.

In viaggio verso Lula

Usciamo da Onanì verso est con la via Roma che, fuori dall’abitato, ritorna ad esssere la SP3, la seguiamo per poco più di tre chilometri, e ci porta a Lula, dove entra nell’abitato con il nome di via Giovanni Maria Angioy. Dal Municipio di Onanì a quello di Lula si sono percorsi solo 5.2 chilometri.

Il comune chiamato Lula

Lula: veduta dell’abitatoLula-Stemma del comune di LulaIl comune chiamato Lula (nome in lingua Lùvula, altezza metri 516 sul livello del mare, abitanti 1.263 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro ad economia agropastorale, situato nella parte nord orientale del territorio della Provincia di Nuoro, alle pendici del monte Turuddò, sul versante occidentale della catena calcarea del Mont'Albo, che domina con la sua affascinante mole tutto il paesaggio della Baronia, ai piedi dell’unione di due maestose vette di questo complesso montuoso, ossia di Punta Catirina e punta Turuddò, entrambe di 1.127 metri di altezza, separate tra loro dalla Janna Nurai. Il Mont'Albo è stato recentemente dichiarato dall’Unione Europea SIC, ossia Sito di Interesse comunitario, dato che ospita numerosi endemismi animali e vegetali. Il comune di Lula, situato in una natura incontaminata, è circondato da una fitta vegetazione, costituita prevalentemente da boschi naturali di leccio, ma anche da ginepri, da maestosi fusti di tasso, da corbezzoli e lentischi. Il territorio, ricco di giacimenti carboniferi e di galene, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 43 a un massimo di 1.127 metri di quota.

Sulle montagne di Lula sorge la chiesa di San Francesco. La scrittrice Grazia Deledda, che era una fervente devota di San Francesco di Lula, nelle sue opere ricorda spesso questo Santuario. In Elias Portolu, racconta: Intanto madre e figlio si preparavano a sciogliere il voto a San Francesco.

Origine del nome

Il nome del paese, che nella dizione locale si presenta come Lùvula e Lùgula, non è di chiara origine, sebbene gli studiosi siano d’accordo nel considerarlo comune allo strato linguistico protosardo. Il suo nome, tradizionalmente fatto risalire ad una denominazione latina Julia frequente negli insediamenti romani, secondo alcuni studi starebbe, invece, a significare Sacro al Dio dei boschi. Del tutto fantasiosa è, invece, l’interpretazione di chi rintraccia il suo etimo nella voce fenicia Lel, ossia giro a lumaca, in riferimento alla disposizione dell’abitato.

La sua economia

Comune di montagna, ha un’economia basata sul settore agropastorale esu una discreta produzione industriale. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, ulivi, viti e altri alberi da frutta, oltre che con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. L’industria ha fatto registrare un discreto sviluppo negli ultimi anni, con aziende che operano nei comparti estrattivo, metallurgico, della fabbricazione di macchine per l’agricoltura, della gioielleria e oreficeria ed edile. Modesta è la presenza del terziario, le strutture ricettive, che comprendono alcuni agriturismo, offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Le sue splendide e incontaminate bellezze naturali rappresentano una forte attrazione di tipo turistico. Particolarmente adatti a escursioni e a passeggiate nel verde sono i numerosi sentieri naturalistici che permettono ai visitatori di raggiungere spettacolari punte e le cime del Monte Albo, zone montuose nelle quali vive una varia e rara fauna, tra cui il muflone.

Brevi cenni storici

Abitata sino dalla preistoria, è stata sottoposta alla dominazione dei Romani, i quali vi hanno creato un importante centro minerario per lo sfruttamento delle ricche risorse del suo terreno, come testimoniano le miniere attive fino ad un decennio fa. Durante il periodo medioevale viene compresa nella curatoria di Galtellì, nel Giudicato di Gallura, per essere, poi, spostata, nel 1438, sotto la giurisdizione della Baronia di Orosei, di cui segue le vicende storiche, senza evidenziare avvenimenti di particolare rilievo. La sua storia è, comunque, legata alla presenza di giacimenti carboniferi e di galene, dato che già in epoca romana è stato un centro minerario ed ha mantenuto la sua importanza per diversi secoli. Lula ha, infatti, un passato minerario, legato allo sfruttamento delle miniere di Sos Enathos, S’Arghentaria e Guzzurra, che ora sono state inserite all’interno dei percorsi del parco Geominerario della Sardegna, un progetto dell’UNESCO. A Lula si è verificato uno dei primi scioperi dei minatori, contro la società mineraria Jacob, il 16 aprile 1899. Il comune di Lula nel 1890 viene aggregato al comune di Onanì, dal quale nel 1895 viene nuovamente separato. Del comune di Lula nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro.

Alcuni dei principali personaggi che sono nati a Lula

A Lula, nel dopoguerra, nascono i banditi e sequestratori Francesco Porcu e Matteo Nicolò Boe, detto Matteo Boe.

Il bandito Francesco PorcuA Lula, il 22 ottobre 1954, nasce il bandito e latitante Francesco Porcu. Il pericoloso latitante di Lula, autore di sequestri di persona, attentati, e della detenzione delle armi e degli esplosivi, viene arrestato nel 1990, dopo una operazione della squadra mobile di Nuoro. Condannato per il sequestro e l’omicidio nel 1989 di Mirella Silocchi, tra le altre accuse, grava su Francesco Porcu anche la sua partecipazione al sequestro di esteranne Ricca in Toscana. Nel 2003 viene condannato all’ergastolo per avere organizzato a Roma, nel 1989, un agguato con un’autobomba contro i Carabinieri, sotto lo scudo di una organizzazione rivoluzionaria anarchica insurrezionalista.

Matteo Bove, detto il bandito dagli occhi di ghiaccioA Lula, il 9 novembre 1957, nasce Matteo Nicolò Boe detto Matteo Boe detto il bandito dagli occhi di ghiaccio, famoso protagonista degli anni d’oro dell’anonima sequestri e del brigantaggio sardo. Si tratta di un intellettuale, studente alla facoltà di Agraria di Bologna, dove frequenta ambienti dell’estrema sinistra al confine tra la politica e la malavita comune. Arrestato e condannato a 16 anni di carcere a seguito, nel 1983, del sequestro di Sara Niccoli, riesce, insieme al complice Salvatore Duras, a fuggire, il primo settembre 1986, dal carcere dell’Asinara utilizzando un gommone, e per questa evasione si vedrà infliggere altri 4 anni di reclusione. È questo l’unico caso di fuga dal carcere di massima sicurezza dell’Asinara. Nel 1988 viene coinvolto nel sequestro dell’imprenditore romano Giulio De Angelis, rapito nell’area del Consorzio Costa Smeralda il 12 giugno e liberato il 31 ottobre dello stesso anno, dopo il pagamento di 3 miliardi lire come riscatto. Da latitante viene indicato come uno degli artefici del sequestro, il 15 gennaio 1992, del piccolo farouk Kassam. Il 13 ottobre 1992 viene arrestato, su indicazione della polizia francese che lo rintraccia a Porto Vecchio, in Corsica, dove sta trascorrendo qualche giorno assieme alla compagna laura Manfredi e ai due figli luisa e Andrea. Incarcerato a Marsiglia con l’accusa di possesso d’armi e dichiarazione di false generalità, nel 1995 viene estradato per il processo relativo al sequestro Kassam, a seguito del quale viene condannato, nel 1996, a 20 anni di carcere. Il 25 novembre del 2003 venne uccisa, in un agguato, la sua figlia primogenita luisa Manfredi, di soli 14 anni, ma per gli inquirenti l’obiettivo era forse la madre laura Manfredi, data la notevole somiglianza tra madre e figlia. Per il delitto si sviluppano due piste investigative: una tiene in considerazione l’omicidio passionale, per il quale risulta indagato un ventiquattrenne poi completamente scagionato dalla Cassazione, mentre l’altra ipotesi di matrice politica, viste le posizioni politiche di estrema sinistra di laura Manfredi. A due anni dalla morte, dato il clima di omertà, laura Manfredi fà trasferire la salma nel Cimitero di Castelvetro di Modena, sua città natale, in Emilia, trasferendosi lì insieme agli altri due figli avuti con Matteo Boe. Il 28 luglio 2009 viene riaperta l’inChiesta, ordinando accertamenti sul bossolo, per cercare tracce organiche utili a risalire al Dna dell’assassino. Da una lettera scritta dopo aver letto la pagina che lo riguardava su Wikipedia: Dio e lo Stato di Bakunin l’ho tradotto durante la mia detenzione in regime di 41bis, ed è stato stampato da un compagno anarchico sardo. Così ho fatto con altri libri, per non scordare la mia lingua e riaffermare con forza la mia appartenenza etnica. Ca est Sa terra de sos Nurakes Sa natzione mea non S’Italia colonialista. Matheu Boe.

Lula, il paese del malessere nel Nuorese

Lula è stato, per molto tempo, definito il Paese del malessere nel Nuorese al centro di attentati contro gli amministratori locali e vendette, tanto che il comune era rimasto senza sindaco dal 1992, dopo le dimissioni della democristiana Mariangela Marras, ed era stato commissariato. Le elezioni per 12 anni sono andate deserte. Solo il 3 giugno del 2002 viene eletta sindaco Maddalena Calia, di Forza Italia, presa di mira in paese e a Cagliari dove era stato appiccato il fuoco all’ingresso del suo studio. In questa clima, quasi da guerra civile, tra minacce e allentati, la giunta guidata da Maddalena Calia riesce comunque a portare a termine il suo mandato, ottenendo un importante risultato democratico, perché è soprattutto grazie alla reiterata scelta del sindaco di non tirarsi indietro che si sblocca la situazione nel paese. A Lula, nonostante Ie intimidazioni, gli agguati e l’ostilita di una parte della comunità, si può ancora fare politica. La sua elezione non ha portato ad una vera svolta nei rapporti tra la popolazione ed i suoi amministratori, ma la situazione si normalizza lentamente quando sul paese vengono riversati decine di milioni di euro per la realizzazione di impianti sportivi, scuole e strade che hanno anche significato posti di lavoro. Una serenità soltanto apparente visto che a tenere alta la tensione contribuisce, nel 2003, il feroce delitto di Luisa Manfredi,14 anni, figlia dell’ex primula rossa Matteo Boe e di Laura Manfredi, da sempre una delle più fiere oppositrici del sindaco Maddalena Calia. Alle elezioni successive, infatti, il 27 e 28 maggio 2007, viene presentata anche una lista civica di centrosinistra guidata da Gavino Porcu, che vince contro quella del sindaco uscente. Un vero ritorno alia democrazia quindi, che non segna tuttavia la fine della stagione delle bombe. Il 29 maggio una bomba viene fatta esplodere davanti all’abitazione di Nicola Calia, esponente dell’Italia dei Valori. Nel mese di ottobre viene incendiata con un ordigno la macchina del nuovo vicesindaco, Michele Calia. Nel successivo mese di luglio, un candelotto di dinamite rimasto inesploso per un difetto viene trovato sotto ìauto del consigliere di minoranza Ignazio Spanu, già consigliere di maggioranza durante il governo di Maddalena Calia. Lo stesso Ignazio Spanu è vittima anche di un nuovo attentato che riempie le pagine delle cronache locali, dato che nel dicembre del 2010, la sua macchina prende fuoco dopo essere stata colpita con una bottiglia molotov. Nel 2012 viene eletto sindaco Mario Calia, esponente della lista civica Pro luvula, ma la situazione non migliora, dato che nel giugno 2014, in un agguato in serata, viene gravemente ferito a fucilate l’ex vicesindaco del paese nei primi anni ’90, Giovanni Cabua.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Lula

Lula-Gruppo Folk LulaLula: costume tradizionale di LulaA Lula sono attivi diversi gruppi folkloristici, in particolare il Gruppo Folk Lula, il Gruppo Folk Montalbo di Lula. É inoltre attivo il Coro Polifonico Lula, che aveva mosso i primi passi nel 2003 nelle Chiese del paese e di altri centri, poi in piazze più rinomate della Sardegna, e che adesso si fregia del nome Associazione Coro Polifonico Maschile Omines Agrestes di Lula. Durante le loro esibizioni, si assiste alla sfilata di donne ed uomini nell’abito tradizionale di Lula. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Lula si segnalano il tradizionale Mercatino del mercoledì; la Festa di Sant’Antonio Abate, il 16 e il 17 gennaio; il Carnevale di Lula con la maschera de Su Batiledhu, che ne è la vittima protagonista; la Festa patronale dedicata al Santa Maria Assunta si svolge il 14 e 15 agosto; durante le prime tre domeniche di settembre, si svolgono Feste di grande valore religioso e sociale nelle piccole Chiese della Madonna del Miracolo, di San Nicola, ed, infine, di San Matteo; la Festa in onore di San Francesco si celebra presso il Santuario a lui dedicato due volte l’anno, la seconda domenica di maggio ed ai primi di ottobre, con grande partecipazione di fedeli.

La Festa di Sant’Antonio Abate

Lula-Falò di Sant’Antonio del 16 gennaioUna Festa importante per la popolazione di Lula è quella che si svolge il 16 ed il 17 gennaio, in onore di Sant’Antonio Abate, durante la quale, la sera del 16, si accendono dei grandi falò sulle cui ceneri viene issato l’albero della cuccagna, del quale i premi consistono soprattutto in viveri alimentari. Inoltre ai partecipanti viene offerto un caratteristico dolce aromatizzato con la buccia d’arancia chiamato Aranzata.

Il Carnevale di Lula con le maschere de su Batiledhu, Sas Gattias e Sos Massaios

Nel Carnevale di Lula La cerimonia rappresenta la passione della vittima sacrificale, come in tutti i carnevali dell’interno della Sardegna, ed è caratterizzata dalla maschera de Su Batiledhu La figura principale del Carnevale, riguardo alla cui origine molte teorie riportano ai riti dionisiaci, con la rappresentazione della passione e morte del dio, e più in generale ai riti agrari arcaici di fecondazione della terra con il sangue. La denominazione Battiledhu deriva dalla parola sarda Battile, una sorta di tappetto usato come sottosella per gli asini e per i cavalli, ma in seguito il suo significato è stato riferito ad un oggetto di scarso valore o, se riferito a persona, allude al suo essere trascurato e sporco. La maschera, che è la vittima protagonista del Carnevale di Lula, è vestita di pelli di pecora o montone, ha il volto sporco di fuliggine e di sangue, la testa coperta da un fazzoletto nero femminile sulla quale porta un copricapo con corna caprine, bovine o di cervo, tra le quali è sistemato uno stomaco di capra, chiamato Sa ’Entre Ortata. Sul petto porta i campanacci detti Marrazzos, e sulla pancia, seminascosto dai campanacci, porta uno stomaco di bue pieno di sangue e acqua detto Su Chentu Puzone, che ogni tanto viene bucato per bagnare la terra e fertilizzare i campi. La figura principale di Su Batiledhu è seguita da Sas Gattias che sono uomini con abiti da donne, che rappresentano le vedove, anch’essi anneriti in volto, che si disperano per la morte dei loro mariti agitando bambole di pezza che rappresentano il loro dolore, che fanno baciare agli spettatori, e infine ci sono Sos Massaios ossia Sos Battileddos Issocadores che sono invece gli aguzzini che portano Su Battileddu al laccio, a sfilare nelle vie del paese, mentre lo percuotono con calci e frustate, e lo aggrediscono fino ad ucciderlo. Su Battileddu viene, quindi, fatto sfilaresu un carro, ma alla fine risorgerà, caratteristica che dimostrerebbe come anche la maschera di Lula, come la maggior parte delle maschere sarde, tragga origine dai riti Dionisiaci.

Lula: carnevale: la maschera di su Batiledhu Lula: carnevale-e maschere di Sos Battileddos e Sas Gattias

In questo piccolo centro barbaricino si sono conservati fino agli anni trenta del novecento gli aspetti più arcaici e più crudi quello che doveva essere il supplizio della vittima in tempi lontani. La maschera è stata, quindi, abbandonata forse a causa della miseria e dei lutti provocati dalla guerra, ed era caduta nell’oblio, per essere poi riproposta, dal 2001, in un clima teso alla rinnovata valorizzazione delle antiche maschere sarde.

Su Ballu e Sa Vaglia, ossia il ballo delle vedove

A Lula sopravvivono, come in altre località della Sardegna, dei riti curativi di origine nuragica contro la spossatezza e i disturbi causati da un mitico insetto chiamato Argia o Arza, ossia una sorta di taranta. Tra le tradizioni locali, merita menzione Su Ballu e Sa Vaglia, ossia il ballo delle vedove, una sorta di rito per vanificare il potere malefico del malocchio. Si tratta di rituali preparatori svolti nella casa dell’ammalato e di una danza eseguita all’aperto, intorno al malato, da sette vedove e sette vergini.

Visita del centro di Lula

L’abitato, interessato da forte espansione edilizia, si sviluppa ai piedi una catena calcareo-dolomitica. Entriamo nell’abitato da ovest con la SP3 che proviene da Onanì, ed all’interno dell’abitato assume il nome di via Giovanni Maria Angioy.

Il Vecchio Cimitero di Lula

Percorsi lungo la via Giovanni Maria Angioy circa quattrocento metri da dove si trova il cartello indicatore di lùvula sulla SP3, prendiamo una deviazione sulla destra che ci porta al Vecchio Cimitero di Lula. In seguito, per ospitare i nuovi defunti, è stato costruito al di fuori dell’abitato, in una deviazione dalla SP3 che porta verso est, il Nuovo Cimitero di Lula, che visiteremo più avanti.

La chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta

Percorsi altri duecentocinquanta metri sulla via Giovanni Maria Angioy, dove questa strada termina per proseguire sulla via Municipio, si trova alla sinistra della strada un’ampia piazza. Da qui partono la via dei Mille, il corso Antonio Gramsci e la via Municipio. Tra il corso Antonio Gramsci e la via Municipio,su un rialzo, si affaccia la chiesa dedicata a Santa Maria Assunta chiamata anche Sa Creja Mazore che è la chiesa parrocchiale di Lula, il cui indirizzo è nella retrostante via Giorgio Asproni, al civico numero 1. Eretta in una data imprecisata, è stata costruita probabilmente sui resti di una sinagoga ebraica, e si ritiene risalga al dodicesimo o tredicesimo secolo. È stata più volte restaurata nella facciata e negli interni, questi ultimi ridipinti alla fine degli anni venti del novecento. Al suo interno è possibile ammirare una statua lignea del diciassettesimo secolo. Nella piazza antistante la chiesa, era esposta una statua dello scultore Diego Asproni di Bitti, che rappresentava un Monumento alle donne minatrici.

Lula: chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta Lula: la statua di Diego Asproni che rappresentava un monumento alle donne minatrici

I Festeggiamenti in onore di Santa Maria Assunta, patrona del paese, si svolgono in una due giorni fra riti religiosi, musica leggera, folklore e tradizione. In contemporanea con i festeggiamenti, nei giorni 14 e 15 agosto, nel salone Comunale Giovanni Paolo II viene allestita la mostra Mercato dei prodotti enogastronomici e artigianali locali.

Il Municipio di Lula

Lula-Municipio di LulaDalla piazza che si trova alla sinistra del termine della via Giovanni Maria Angioy, prendiamo tutto a sinistra la via dei Mille, dove, al civico numero 11, vediamo l’edificio nel quale si trovano la sede e gli uffici del Municipio di Lula. Qui sono presenti tutti gli uffici comunali, tranne la Biblioteca Comunale, che si trova in via della repubblica o via Municipio, in quella che era la precedente sede del Municipio.

La chiesa di Sos Anzelos ossia di Nostra Signora degli Angeli

Lula: chiesa di Sos Anzelos ossia di Nostra Signora degli AngeliRitorniamo sulla piazza che si trova alla sinistra del termine della via Giovanni Maria Angioy, prendiamo alla sinistra della chiesa parrocchiale il corso Antonio Gramsci, che seguiamo per trecentocinquanta metri, e prendiamo alla sinistra della strada una parallela sopraelevata che, tornando indietro, ci porta di fronte alla chiesa di Sos Anzelos ossia di Nostra Signora degli Angeli che viene fatta risalire ai primi decenni del settecento. La chiesa conserva al suo interno dei simulacri in legno che risalgono al seicento o al settecento.

La chiesa di Valuvirde ossia di Nostra Signora di Valverde

Lula: chiesa di Valuvirde ossia di Nostra Signora di ValverdeRitorniamo sulla piazza che si trova alla sinistra del termine della via Giovanni Maria Angioy, prendiamo alla destra della chiesa parrocchiale la via Municipio, che prosegue su via Ignazio Mannu, e poi, leggermente sulla destra, sulla via Giuseppe Garibaldi. Percorsi circa quattrocento metri, vediamo sulla destra la via Valverde. All’angono tra le due strade si trova la chiesa di Valuvirde ossia di Valverde che che viene fatta risalire ai primi decenni del settecento. Si tratta di un ex convento dei Frati Minori di San Francesco.

Il Nuovo Cimitero di Lula

Lula-Nuovo Cimitero di LulaProseguendo lungo la via Giuseppe Garibaldi per una settantina di metri, prendiamo a sinistra la via Dettori, e, dopo trecento metri, sbocchiamo sul corso Antonio Gramsci, che esce dall’abitato con il nome SP3. Dopo poco meno di centocinquanta metri, prendiamo una strada sulla sinistra che seguiamo per duecento metri, e che ci porta di fronte all’ingresso del Nuovo Cimitero di Lula, che è stato costruito quando il Vecchio Cimitero di Lula non è stato più in grado di ospitare i nuovi defunti.

Visita dei dintorni di Lula

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Lula, sono stati portati alla luce i resti la domus de janas Sa Conchedda ’e su Printeru, scavata in un roccione calcareo dal particolare colore rosa datole dalle venature ferrose; e quelli dei Nuraghi Colovros e Puzzittu, entrambi di tipologia indefinita. Nei dintorni di Lula si trovano anche numerosi santuari, tra i quali il bel Santuario di San Francesco che fa parte di un complesso di diverse Chiese campestri situate sotto il Monte Albo.

La chiesa campestre di Nostra Sennora ’e su Meraculu ossia di Nostra di Nostra Signora del Miracolo

Lula: chiesa campestre di Nostra Sennora ’e su Meraculu ossia di Nostra di Nostra Signora del MiracoloUsciamo da Lula verso est seguendola via Municipio, che prosegue su via Ignazio Mannu, e poi, leggermente sulla destra, sulla via Giuseppe Garibaldi. La seguiamo fuori dall’abitato in direzione est per due chilometri e mezzo, e troviamo sulla destra della strada le indicazioni per il Parco delle chiesa del Miracolo, all’interno del quale si trova la chiesa campestre di Nostra Sennora ’e su Meraculu ossia di Nostra Signora del Miracolo. Costruita nel 1899 per volontà di alcuni cittadini di Lula, è stata consacrata due anni dopo. Durante le prime tre domeniche di settembre, si svolgono feste di grande valore religioso e sociale nelle piccole Chiese della Madonna del Miracolo, di San Nicola e, infine, di San Matteo. Il gruppo che aveva deciso la costruzione della chiesa costitui un comitato e promise che ogni prima domenica del mese di settembre si sarebbe svolta la Festa di Nostra Signora del Miracolo. Prima di tutto veniva la funzione religiosa con annessa novena, poi, nel giorno della festa, il pranzo offerto a tutta la popolazione di Lula intervenuta alla festa. Il pranzo è costituito da pecora bollita, minestra in brodo di pecora e le Zurrette, il sanguinaccio preparato con lo stomaco della pecora bollito, pulito e riempito del sangue dell’animale. A fine pasto è prassi salutare il priorato con una frase che, dal 1901, è sempre la stessa: Atteros annos menzus, ossia Gli anni a venire ancora meglio. La domenica dopo la messa e la professione di fede, vengono sorteggiati i nuovi priori per l’anno a venire, poi si dà vita ai festeggiamenti civili con balli e canti.

Il Santuario di Santu Franziscu ossia di San Francesco d’Assisi

Lula-Santuario di San Francesco: il paesaggio andando verso il SantuarioLula-Santuario di San Francesco: veduta da lontano del SantuarioUsciamo da Lula verso sud prendendo la SP38 per un paio di chilometri, fino alla deviazione sulla sinistra che ci porta al Santuario di Santu Franziscu ossia di San Francesco d’Assisi che raggiungiamo dopo circa trecento metri. È uno dei più suggestivi ed importanti santuari campestri della Sardegna, edificato su un costone collinare dominato dal Monte Albo. Secondo la tradizione, sarebbe stato costruito nel seicento da Francesco Tolu e da altri banditi nuoresi, per onorare San Francesco che avevano invocato per essere discolpati dai delitti dei quali erano ingiustamente accusati. Il Santo è particolarmente venerato in quanto patrono dei cosiddetti Balentes, ossia degli uomini d’onore. La chiesa è stata successivamente ristrutturata e l’aspetto attuale risale al 1795. All’interno troviamo una scultura in legno raffigurante San Francesco, realizzata nel seicento. Fanno parte del Santuario le Cumbessias, ovvero gli alloggi nei quali vengono ospitati i pellegrini. Sono disposte a cerchio intorno al Santuario. Buona parte delle Cumbessias sono però moderne. Inizialmente affidato ai Frati Francescani e da loro abitato, il Santuario viene oggi amministrato dalla parrocchia di Lula. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli dato che all’interno del Santuario si venera la grande statua del Santo in posizione eretta e con espressione ieratica e assorta, opera di Scuola napoletana di epoca seicentesca. Presso il suo Santuario due volte l’anno si celebra la Festa in onore di San Francesco, feste che si svolgono dal primo al dieci maggio ed ai primi di ottobre, con grande partecipazione di fedeli.

Lula-Santuario di San Francesco: veduta del Santuario Lula-Santuario di San Francesco: veduta dall’esterno Lula-Santuario di San Francesco: il portone di ingresso Lula-Santuario di San Francesco: le <em>Cumbessias</em> per accogliere i pellegrini Lula-Santuario di San Francesco: chiesa di San Francesco

Presso il Santuario, dal primo al dieci maggio, si tiene la Festa di San Francesco organizzata dai nuoresi, che la considerano un loro patrimonio. Durante i giorni della festa, i devoti vi giungono a piedi e portano al Santo ceri votivi. I religiosi offrono ai pellegrini il Filindeu, una minestra pastorale cotta nel brodo di pecora con abbondante formaggio di media stagionatura, e le Zurrette, il sanguinaccio preparato con lo stomaco della pecora bollito, pulito e riempito del sangue dell’animale. La novena dura 10 giorni durante i quali i pellegrini alloggiano presso la chiesa. Il decimo giorno i pellegrini si avviano verso Nuoro, in processione, con una piccola statua del Santo. A metà strada incontrano i fedeli che arrivano da Nuoro, e tutti insieme si recano in un bosco di querce, dove si tiene S’Arbore, un grande pranzo all’aperto a base di pecora bollita, pane carasau, dolci, vino e formaggi, alla presenza del simulacro del Santo.

Ai primi di ottobre si svolge la seconda Festa di San Francesco, caratterizzata da un pellegrinaggio in onore del Santo, con partenza dalla chiesa della Solitudine fino al Santuario, dove si svolge con una tradizionale Festa campestre. Anche per questa ricorrenza, viene offerto ai pellegrini il Filindeu, una minestra pastorale cotta nel brodo di pecora con abbondante formaggio di media stagionatura, e le Zurrette, il sanguinaccio preparato con lo stomaco della pecora bollito, pulito e riempito del sangue dell’animale.

La chiesa campestre di San Nicola da Tolentino

Proseguendo lungo la deviazione sulla sinistra della SP38 che ci ha portato al Santuario di San Francesco, dopo circa settecento metri arriviamo alla chiesa di San Nicola da Tolentino situata a circa tre chilometri dal paese in una collinetta dirimpettaia al Montalbo. Ci si poteva arrivare anche proseguendo sulla SP38 per quasi un chilometro e mezzo, e prendendo una deviazione subito a sinistra che, in duecento metri, ci avrebbe portato alla chiesa.

Lula: chiesa campestre di San Nicola da Tolentino Lula: chiesa campestre di San Nicola da Tolentino

La seconda domenica di settembre ed il sabato precedente si svolge la Festa di San Nicola, che celebra il Santo con una bella Festa campestre. Il sabato sera viene offerta la cena a base di brodo di pecora, carne bollita e le Zurrette, il sanguinaccio preparato con lo stomaco della pecora bollito, pulito e riempito del sangue dell’animale, mentre la serata si anima con i balli e le musiche tradizionali. La domenica, dopo la messa e la processione, viene servito il pranzo. Nel pomeriggio, avviene per sorteggio la nomina dei nuovi priori.

La chiesa campestre di San Matteo Apostolo

Lula: chiesa campestre di San Matteo ApostoloUsciamo da Lula verso sud prendendo la SP38 per un paio di chilometri, saltiamo la deviazione sulla sinistra per il Santuario di San Francesco e proseguiamo per circa 3.4 chilometri, dove evitiamo la deviazione sulla destra che ci porterebbe alla miniera di Sos Enattos e proseguiamo verso destra sulla SP38 per circa 1.2 chilometri. Qui troviamo una deviazione tutta a sinistra che, in quasi un chilometro e mezzo, ci porta alla chiesa campestre di San Matteo Apostolo ubicata alle falde del Montalbo, sotto Punta Casteddu, antica colonia degli ebrei condannati ai lavori forzati nelle vicine miniere di Sos Enattos. Presso questa chiesa lla terza domenica di settembre ed il sabato precedente si svolge la Festa di San Matteo, che celebra il Santo con una bella Festa campestre.

Nei giorni precedenti si procede al sacrificio degli animali offerti dai pastori nel nome di San Matteo, protettore della gente dei campi. Con le frattaglie e la carne di pecora e bovina vengono preparati i piatti della cucina pastorale, da offrire ai partecipanti che accorrono numerosi. I festeggiamenti iniziano il pomeriggio del sabato dopo la celebrazione dei vespri, la serata di sabato e la giornata di domenica sono allietate da diversi organettisti. La domenica si svolge la messa, segue la processione attorno al sagrato, la estrazione della nuova terna dei priori, la benedizione dei campanacci con Sas gutturattas de pedde, che verranno donati ai pastori che hanno offerto un animale da sacrificare. Poi il pranzo comunitario e ancora balli e canti sino a sera.

I resti dell’attività estrattiva

Nei dintorni di Lula si trovano, inoltre, i resti dell’attività estrattiva, che a Lula ha origini antichissime, secondo alcuni storici risalirebbe all’epoca nuragica e quasi certamente al periodo romano. I segni oggi visibili sono quelli dell’industria mineraria sviluppatasi dalla seconda metà del 1800 fino ai nostri giorni, con varie interruzioni. Essi sono notevoli soprattutto nelle vecchie miniere di galena argentifera e di blenda a Sos Enathos, a sud ovest dell’abitato; e a Gosurra o Guzzurra, e all’Argentaria o Arghentaria, a nord est, che oggi costituiscono una delle otto aree del parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna patrocinato dall’UNESCO.

La miniera di Sos Enattos

Usciamo da Lula verso sud prendendo la SP38 per un paio di chilometri, saltiamo la deviazione sulla sinistra per il Santuario di San Francesco e proseguiamo per circa 3.4 chilometri, dove prendiamo la deviazione sulla destra che ci porta alla Miniera di Sos Enattos ubicata in un contesto paesaggistico di notevole attrattiva per una natura in parte ancora incontaminata, che la catena del Monte Albo contribuisce a rendere di eccezionale bellezza. Il giacimento di Sos Enattos è stato coltivato sin da epoca romana mediante la realizzazione di scavi, pozzi e gallerie, le cui tracce sono state osservate e conservate fino al 1960, anno in cui lo sfruttamento intensivo del giacimento ha inevitabilmente cancellato tali testimonianze. Oltre ai Damnati ad Metalla è certa la presenza di una colonia di schiavi ebrei del undicesimo secolo dopo Cristo, quando un ricco possidente di nome Nabat o Nabatha è stato ucciso e seppellito in prossimità del Nuraghe denominato Nabella, poco distante dalla miniera. Inizialmente gli scavi si sono concentrati sulla galena argentifera, e solo in tempi moderni è stata data importanza alla blenda, il minerale dal quale si estrae industrialmente lo zinco. Nel 1997 viene fermata la produzione ed iniziano gli scioperi e le occupazioni del personale della miniera, che chiede garanzie per il futuro. Cessata definitivamente l’attività estrattiva, è continuata l’attività di manutenzione e messa in sicurezza degli impianti. Aperta al pubblico con visite guidate, è possibile visitare alcuni chilometri di galleria, la laveria e i macchinari con le attrezzature. La nascita del parco Geominerario restituisce speranza all’intero sito minerario, che attende di essere musealizzato per essere reso fruibile dai turisti. All’interno di questa miniera, in ricordo delle centinaia di donne che vi hanno lavorato, nel 2006 il pittore Diego Asproni di Bitti ha realizzato alcuni bei murali.

Lula-Miniera di Sos Enattos: la laveria Fioretti in fase di restauro Lula-Miniera di Sos Enattos: il pozzo Rolandi Lula-Miniera di Sos Enattos: murales dell’artista Diego Asproni

Miniera di Gosurra o Guzzurra

Lula: la miniera di Gosurra o Guzzurra: la laveria su Barraconi dove si nota il camino per lo scarico dei fumi della macchina a vaporeUsciamo da Lula verso nord est con il corso Antonio Gramsci, che diventa la SP3. La seguiamo per poco più di sei chilometri, poi prendiamo, seguendo le indicazioni, una deviazione sulla sinistra che, in circa tre chilomteri, ci porta a quello che resta della Miniera di Gosurra o Guzzurra i cui giacimenti di galena argentifera e zinco sono stati scoperti nel 1867. Nel 1870 viene realizzata una delle prime laverie meccaniche della Sardegna, della quale rimane ancora la massiccia struttura, chiamata Su Barracconi, al cui interno erano alloggiati i crivelli meccanici, azionati da un motore a vapore. Purtroppo la gestione al risparmio della miniera la portato la stessa alla chiusura negli anni venti del secolo corso, in prossimità del primo conflitto mondiale. Negli anni ’60 si è tentata senza successo la ripresa dei lavori. Delle antiche strutture rimangono i ruderi del villaggio minerario arroccato su una collina panoramica, quelli della laveria Su Barraconi priva del tetto ma con i muri perimetrali sono ancora integri e solidi, di un forno con camino, di un vascone. Tutte le strutture sono inserite nelle splendido scenario del Monte Albo.

Miniera dell’Argentaria o Arghentaria

Lula: la miniera dell’Argentaria o Arghentaria: il panoramica della laveria nei cui pressi si trova un ponticello in pietraPercorsi altri 2.3 chilometri sulla SP3, prendiamo una nuova deviazione sulla sinistra che, in circa tre chilometri, ci porta alla Miniera dell’Argentaria o Arghentaria un antico centro minerario ubicato un poco più a nord della miniera di Guzzurra. Le prime notizie sullo sfruttamento di tale giacimento di galena argentifera risalgono al 1862, quando sono stati sfruttati gli antichi scavi a giorno di epoca romana ed i filoni emergenti, fino a che l’esaurirsi degli stessi non ha causato l’abbandono del sito, e nel 1920 la concessione è stata revocata. Sono presenti modeste discariche di materiale sterile, alcuni imbocchi di galleria oltre che piccoli ruderi minerari, fra cui spicca l’edificio della laveria ubicata in prossimità di un rigagnolo.

A est di Lula si trova il Monte Albo

Lula: vista del Monte AlboUna delle principali attrazioni naturalistiche nel territorio di Lula è rappresentato dal Monte Albo chiamato così per le sue bianche rocce calcaree, caratterizzato da una linea di cresta lunga ben tredici chilometri, con un’altezza media superiore ai 1.000 metri, che è stato frequentato sino dall’antichità dall’uomo. La catena calcarea del Montalbo, che è stata dichiarata dall’Unione Europea un Sito di Interesse comunitario, si trova nei territori comunali di Lula a sud, ed a Lodè e soprattutto Siniscola a nord. Sulle cime del Monte Albo trovano il loro ambiente naturale l’aquila reale, il muflone, il cinghiale, l’astore sardo, il raro gracchio corallino, un elegante corvide dal colore rosso vermiglio.

La prossima pagina

Nella prossima tappa del nostro viaggio entriamo nella Baronia Meridionale, dove ci recheremo a visitare il borgo agropastorale di Loculi che vedremo con il suo centro ed i suoi dintorni.


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