Monti dove si sarebbe ritirato in eremitaggio San Paolo con la visita del Santuario di San Paolo
In questa tappa del nostro viaggio, ci recheremo fino al comune di Monti dove si sarebbe ritirato in eremitaggio San Paolo, con la visita del paese e nei suoi dintorni nei quali si trova il Santuario di San Paolo. La regione storica del Monteacuto, chiamata anche Logudoro MonteacutoIl Logudoro è stato, nel periodo medioevale, uno dei quattro Giudicati che ha avuto come capoluogo prima Porto Torres, in seguito Ardara, ed infine Sassari. Oggi possiamo dividere questa regione in tre parti: Logudoro Turritano, il cosiddetto Sassarese, a nord; il Logudoro Meilogu a ovest; ed il Logudoro Montacuto a est. Più in particolare, il Monteacuto comprende la piana di Chilivani e le propaggini dei monti del Goceano, di Alà dei Sardi e del limbara. Il nome deriva da quello del Castello giudicale edificato a Berchidda nel tredicesimo secolo. Il paesaggio del Monteacuto è caratterizzato dall’alternarsi di alture e zone pianeggianti. Oggi il Monteacuto si trova economicamente diviso in due zone, il cui confine è segnato dal fiume Coghinas. I comuni che fanno parte del Monteacuto orientale sono: Alà dei Sardi, Berchidda, Buddusò, Monti, Oschiri e Padru. Quelli che fanno parte, invece, del Monteacuto occidentale sono Nughedu San Nicolò, Ozieri, Pattada e Tula. Nel Monteacuto si parla il logudorese, a ovest nell’arcaica variante settentrionale nuorese, mentre a est in quella comune. L’altopiano di Buddusò, a sud est, è la zona di convergenza tra queste due varianti linguistiche. In viaggio verso MontiNelle scorse tappe del nostro viaggio eravamo entrati nel Monteacuto, e, nell’ultima tappa, eravamo arrivati a Oschiri, da dove raggiungiamo Monti, a cui possiamo arrivare anche da Berchidda. Usciamo da Oschiri sulla SS199 verso est, e, dopo 25 chilometri, arriviamo all’uscita per Monti e Telti. Qui prendiamo, sulla destra, la SP147 che, in tre chilometri, ci porta a Monti. Dal Municipio di Oschiri a quello di Monti abbiamo percorso 24.5 chilometri. Arriviamo a Monti partendo da BerchiddaUsciamo da Berchidda verso sud est sulla SP62 e, dopo un paio di chilometri, svoltiamo a sinistra e ci immettiamo silla SS199. Percorsi poco meno di 15 chilometri, troviamo l’uscita per Monti e Telti. Qui prendiamo, sulla destra, la SP147 che, in tre chilometri, ci porta a Monti. Dal Municipio di Berchidda a quello di Monti abbiamo percorso 16.4 chilometri. Arriviamo a Monti partendo da OlbiaDa Olbia prendiamo corso Vittorio Veneto, poi svoltiamo a sinistra su via Tre Venezie, da qui in via Bazzoni Sircana che ci porta sulla Tangenziale ovest, la seguiamo per circa quattro chilometri, poi proseguiamo prendendo a destra la SS597 del Logudoro che, dopo meno di 17 chilometri. Ci fa arrivare all’uscita per Monti Telti e Calangianus. Ma, prima di raggiungere questa uscita, incontriamo le prime frazioni ad est di Monti. Percorsi alcuni chilometri dopo questa frazioni, arriviamo all’incrocio con la SP147 proveniente da Telti, e la nostra strada, dopo circa tre chilometri, ci porta a raggiungere l’abitato di Monti. Dal muncipio di Olbia a quello di Monti abbiamo percorso 25 chilometri. Il comune chiamato MontiIl comune chiamato Monti (nome in lingua sarda Monte in gallurese Mònti, altezza metri 300 sul livello del mare, abitanti 2.331 al 31 dicembre 2021) è un importante centro agricolo del Monteacuto situato in una posizione che rappresentava il confine orientale del Giudicato di Torres, e che ne ha fatto un importante crocevia delle comunicazioni tra Gallura a nord, Logudoro ad ovest e Barbagia a sud. Il paese è situato nella parte centro orientale della Provincia di Sassari Pusania, nell’entroterra sardo, alle pendici del monte Olia, e si trova alle falde della catena del limbara, in una vasta conca circondata da colline verdeggianti che degradano lentamente verso il mare del golfo di Olbia, con ampie zone coltivate a vigneto e boschi di lecci e quercia da sughero, utilizzata per la produzione dei tappi delle bottiglie di vino. Gli abitanti vivono per la maggior parte nel capoluogo Comunale, mentre il resto della popolazione si divide tra la località La Palazzina, gli aggregati urbani minori di Frades Berritteddos, Frades Tilignas, Sos Rueddos, Stazione di Monti e un discreto numero di case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 80 a un massimo di 811 metri sul livello del mare. L’abitato è attraversato dalla SP147 che proviene da nord, e dalla SS389 di Buddusò e del Correboi di Buddusò e del Correboi. La linea ferroviaria che collega Ozieri con Chilivani e da qui si porta a Golfo Aranci ed a Porto Torres, ha uno scalo sul posto, nella frazione Stazione di Monti. Questo paese fa parte del Consorzio delle città del Miele e delle città del VinoQuesto paese fa parte del Consorzio delle città del Miele, che comprende la rete dei territori che danno origine e identità ai mieli italiani, intesi come interpreti ideali di mete turistiche dove la storia, i miti, le tradizioni, l’arte e la cultura, i profumi e i sapori compongono un itinerario nazionale tutto da scoprire. Il miele come interprete ideale di mete turistiche dove la storia, i miti, le tradizioni, l’arte e la cultura, i profumi e i sapori compongono un itinerario tutto da scoprire. Questo Consorzio comprende, in Sardegna, i comuni di Arbus, Guspini, Monti, San Sperate. Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale città del Vino, il cui obiettivo è quello di aiutare i Comuni a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Le città del Vino in Sardegna sono ad oggi Alghero, Arzachena, Atzara, Badesi, Benetutti, Berchidda, Bonnanaro, Bosa, Calangianus, Dolianova, Donori, Dorgali, Jerzu, Loceri, Luogosanto, Luras, Meana Sardo, Modolo, Monti, Neoneli, Olbia, Samugheo, San Nicolò di Arcidano, Sant’Antioco, Selargius, Sennori, Serdiana, Sorgono, Sorso, Tempio Pausania. Origine del nomeIl nome dell’abitato, che nella dizione locale si presenta come Mònte, fa riferimento alla sua posizione geografica che si trova alle pendici del monte Olia, alle falde della catena del limbara. La sua economiaSi tratta di un comune collinare che basa la sua economia sull’agricoltura, sull’attività sugheriera e sulla produzione vitivinicola. Famoso in tutto il mondo è il vino Vermentino prodotto dalle uve coltivate nella sua zona, ed importante per la sua economia è appunto l’esportazione del Vermentino. Il settore primario della sua economia è presente con la coltivazione di cereali, ortaggi, foraggi, uva da vino, agrumi, frutteti. Si pratica, inoltre, l’apicoltura, Si allevano anche bovini, suini, ovini e caprini. L’industria, modestamente sviluppata, fa registrare un piccolo numero di aziende che operano nei comparti alimentare, della lavorazione del legno e del sughero, metallurgico ed edile. Modesta è anche la presenza del terziario. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Sebbene non rappresenti una delle mete di maggiore afflusso turistico, le bellezze naturali che la caratterizzano e l’estrema vicinanza a luoghi di particolare interesse naturalistico, quale il Monte limbara, offrono a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare delle piacevoli e rilassanti escursioni nei dintorni. Brevi cenni storiciDurante la preistoria, la presenza umana in età neolitica e nuragica è testimoniata da tombe megalitiche, menhir e Nuraghi. Il periodo romano è caratterizzato dall’occupazione del territorio soprattutto nell’ultimo periodo della repubblica e in quello dell’impero, dato che vi scorre un’arteria molto importante, la strada A Karalibus Olbiae, che collega Cagliari ad Olbia, ma le merci in transito diventano spesso preda dei bellicosìBàlari, forse discendenti dagli uomini della cultura del Vaso Campaniforme, che aggrediscono le carovane scendendo dalle pendici del Monte limbara. In seguito, durante il periodo bizantino, la popolazione inizia a sfruttare i prodotti della terra: corbezzolo, miele, mirto, sughero. La zona richiama religiosi, pellegrini ed eremiti che spesso vivono nelle Concas, rifugi naturali di pietra, dei quali alcuni sono ancora visibili. Quindi, nel basso periodo medioevale, arrivano i primi ordini monastici che danno inizio alla coltivazione della vite. In epoca medioevale il territorio appartiene al Giudicato del Logudoro, nella curatoria di Monte Acuto. La zona, ricca e trafficata, viene frequentata da mercanti Pisani, che acquistano pelli, grano, cereali e il legno dei boschi di cui è ricco il territorio. Nel 1255, dopo la morte di Adelasia di Torres, Monti è sottoposto al dominio dei Doria, i quali vi fanno costruire l’imponente Castello di Crasta. Entrati in guerra contro i giudici Pisani del Cixerri, i Doria vengono sconfitti e il Castello espugnato nella seconda metà del tredicesimo secolo. Nel corso del 1300, Monti viene conquistata dai Malaspina e, successivamente, nel quattordicesimo secolo, dai giudici d’Arborea, ed infine agli Aragonesi, finche nel 1338 un accordo tra il Giudicato d’Arborea e gli Aragonesi lo include nel territorio del Montacuto. In periodo aragonese, nel 1412 viene ceduto in qualità di feudo al sassarese Pietro Defenu, poi dai Defenu passa nelle mani della signoria dei Farina, viene eretta a Baronia e, nel diciassettesimo secolo, diviene feudo regio. Il nome del paese appare su documenti ufficiali nel 1603, quando conta solo 188 abitanti. Passata sotto la dominazione sabuada, nel 1839, anno in cui viene abolito il feudalesimo, Monti è riscattato al demanio dello stato. In periodo repubblicano, il comune di Monti nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene trasferito dalla Provincia di Sassari nella nuova Provincia di Olbia e Tempio Pausania, per poi tornare nel 2016, dopo l’abolizione di questa nuova provincia, nella Provincia di Sassari. Le principali feste e sagre che si svolgono a MontiA Monti sono attivi il Gruppo Folk San Paolo di Monti, ed il Gruppo Folk Balari di Balli e Canti sardi a Tenores, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Monti si segnalano i riti della Settimana Santa; la domenica più vicina al 15 maggio le celebrazioni religiose in onore di San Michele Arcangelo; la seconda domenica di maggio la Festa della Madonna della pace; la prima decade di giugno si svolge il torneo internazionale di scacchi Coppa città di Monti Trofeo Funtanaliras, nel quale, dopo la premiazione, è previsto un banchetto per tutti i partecipanti il 24 giugno la Festa di San Giovanni Battista; a metà luglio si svolge il Festival Internazionale del Folklore, una manifestazione che dura due giorni, organizzata dal gruppo folk Balari, che ospita gruppi folkloristici provenienti da tutto il mondo che si esibiscono presentando danze e musiche tipiche del loro paese; a fine luglio si svolge la manifestazione Canti sardi-Teatro in limba: cinema all’aperto, che comprende diversi spettacoli, che vanno dal Teatro in lingua sarda ai canti popolari, ed alla proiezione di film in un cinema all’aperto; dal 14 agosto e per alcuni giorni si festeggia San Paolo Eremita, con l’apertura dell’omonimo Santuario e l’arrivo di numerosissimi pellegrini l’ultima domenica di agosto la Festa di Santa Rosa da lima, organizzata dai due gruppi di lavoro, uno a Telti e l’altro a Monti, riuniti in un unico comitato, che la organizza presso l’omonima chiesa campestre che abbiamo visto nella pgina che ha descritto Telti il 17 settembre si celebra la Festa del Patrono, San Gavino; tradizionalmente l’ultima domenica di settembre si tiene la mostra mercato del vino e dell’uva. I riti della Settimana SantaI riti della Settimana Santa hanno inizio la Domenica delle Palme, quando la parrocchia, in collaborazione con la Confraternita, organizza la via Crucis Vivente alla quale partecipano circa 300 comparse inserite in 12 quadri viventi. Il mercoledì di Pasqua iniziano i primi riti della Settimana Santa, che terminano il venerdì notte con la cerimonia de S’Iscravamentu, ossia la deposizione di Gesù dalla Croce. Ogni levata di un chiodo dalla Croce è accompagnata dall’esecuzione di antichi canti sardi da parte della Confraternita, che terminano con il canto Su Piantu de Maria, che viene eseguito nella Cripta della parrocchiale. Le feste dedicate al vino VermentinoFamoso in tutto il mondo è il vino Vermentino prodotto dalle uve coltivate nella sua zona, e durante tutto l’anno si svolgono diverse feste dedicate al vino Vermentino. Ad aprile tra Berchidda e Monti si svolge il Rally del Vermentino. La gara ha inizio nel paese chiamato Berchidda, da dove prosegue per Monti. Qui si svolge per una visita alla Cantina sociale del Vermentino, a sottolineare il legame fra la gara e il prodotto simbolo della zona. A maggio a Monti si svolge la Fiera dei Vermentini. In occasione di questa rassegna, i turisti ed i cultori del vino possono degustare numerose qualità di vermentini Docg della Gallura e Doc della Sardegna. La prima domenica di agosto Monti celebra il più famoso vino bianco della Sardegna nella Sagra del Vermentino, la principale manifestazione della zona caratterizzata da assaggi di formaggi e salsicce, accompagnati da degustazione di vini, cibi e dolci tipici del territorio. La Sagra permette a turisti e cultori del vino di apprezzare e degustare il vino prodotto dalla Cantina di Monti, oltre ad assaporare altri prodotti tipici sardi. Per quanto riguarda la produzione vitivinicola, è importante segnalare che negli ultimi anni, nella coltivazione del Vermentino, si è passati dalla tradizionale coltivazione ad alberello, ad altre forme che evitano che il calore sprigionato dal terreno e gli acidi organici distruggano i grappoli d’uva. Il che ha consentito di aumentare la quantità e la qualità del vino prodotto. Il 10 agosto, nella notte di San Lorenzo, nel centro del paese in piazza regina Margherita si svolge la manifestazione Calici di Stelle, durante la quale i cittadini ed i turisti possono brindare con un bicchiere di Vermentino prodotto dalla Cantina di Monti, mentre si osservano le stelle cadenti. Visita del centro di MontiL’abitato, disteso in un’ampia conca, circondato da vigneti e sughereti, presenta un andamento plano-altimetrico tipico collinare. Entriamo in Monti dalla SP147, provenendo dalla frazione Stazione di Monti, e la strada ci porta all’interno del centro abitato, dove prende il nome di viale Sassari, e proseguirà poi con il nome di vai Roma. Il Campo da Calcio di MontiEntrati nel paese, proseguiamo sul viale Sassari, a Duecentosettanta metri dal cartello che indica il chilometro 0 della SP147, troviamo sulla destra la via Sos Balaros. La prendiamo, poi, dopo trecento metri, questa strada diventa la via Cuccuru Edre, e, in trecentocinquanta metri, vederiamo alla destra della strada, il Campo da Calcio di Monti, una struttura in grado di ospitare 672 spettatori. La Cantina Sociale del Vermentino con due vini inseriti nella guida 5StarWines di VinitalyProprio all’ingresso del paese, dopo l’incrocio con la via Sos Balaros, il viale Sassari diventa la via Roma. La seguiamo per seicento metri, e prendiamo sulla destra la via San Paolo, dove, al civico numero 2, troviamo alla detra della strada l’importante Cantina del Vermentino. Grazie alla cultura vitivinicola e la volontà degli agricoltori montini, il territorio si orna negli anni di tanti piccoli vigneti. E, ventidue lungimiranti viticoltori nel luglio del 1956, per garantire un’adeguata lavorazione delle vendemmie, danno vita alla Cantina del Vermentino, una Cantina sociale il cui nome rende omaggio al più nobile dei vitigni di Gallura. Oggi è una delle più antiche ed apprezzate Cantine della Sardegna, costituita da 350 soci che coltivano nei territori di Monti, Telti, Olbia, Loiri Porto San Paolo, i 500 ettari, per conferire uve selezionate base di vini eleganti, raffinati e originali. La Cantina produce vini Docg di Gallura come il Vermentino Funtanaliras, Vermentino S’Eleme, Vermentino Superiore Aghiloia, ed anche vini Doc di Sardegna come il Vermentino Soliana. Il Funtanaliras viene ritenuto uno dei migliori Vermentini in commercio, e rispecchia le caratteristiche della versione gallurese di questo vino. Il vino Vermentino di Gallura Docg Funtanaliras 2021, ed il vino Vermentino di Gallura Docg Superiore Arakena 2019 sono stati inseriti nella 5StarWines del 2023 di Vinitaly. |
La chiesa parrocchiale di San Gavino MartireDa dove abbiamo preso la via Roma, la seguiamo per quasi duecento metri, e prendiamo a sinistra la via Giuseppe Verdi, dopo cento metri svoltiamo a destra e imbocchiamo la via Giuseppe Garibaldi. Dopo un’ottantina di metri, subito prima che da destra arrivi la via Solferino, troviamo, alla sinistra della strada, la chiesa di San Gavino Martire che è la chiesa parrocchiale del paese. Edificata in stile neo romanico sulle fondamenta della vecchia chiesa che era stata demolita negli anni ’40, è stata consacrata nel 1955. L’attuale chiesa ingloba, fino all’altare maggiore, l’antica chiesa, della quale restano i muri dell’abside e i muri fino alle cappelle di San Giuseppe e dell’Immacolata. della vecchia chiesa rimangono il campanile e, nella Cripta dell’attuale chiesa, la pietra che ne certifica la avvenuta consacrazione nel 1734 da parte del Vescovo di Alghero. La nuova chiesa è stata affrescata, nel 1966, dagli artisti della Scuola Beato Angelico di Milano, nell’abside e nel sovrastante timpano, con una poderosa immagine a tutto campo del Cristo racchiuso in una mandorla, secondo la tradizione medioevale, che è circondato da sei angeli e alla base c’è il Monte limbara, raffigurato nei tramonti estivi del mese di agosto. La chiesa contiene, negli altari laterali, i mosaici della Madonna e di San Giuseppe, e contiene il Cristo nella Cripta e San Gavino, nella mezzaluna posta nel portone principale. Presso la chiesa è attiva la Confraternita maschile Santu Ainzu Martire, che ha sede nella sua Cripta, in un sotterraneo recuperato durante i lavori di restauro. A metà settembre a Monti si svolge la Festa patronale di San Gavino Martire, detta anche Sa Festa Manna, ossia la Festa grande, con cerimonie religiose e manifestazioni civili. Il Municipio di MontiLungo la via Giuseppe Garibaldi, passata la chiesa, da destra arriva la via Solferino, ed alla sinistra parte la via Giosuè Carducci. All’inizio di quest'ultima strada, proprio a fianco del lato destro della chiesa, si trova la piazza Ferracciu, sulla quale si affaccia il Palazzo Municipale il cui ingresso principale è però sul retro, in via regione Sarda, al civico numero 2. La parte bassa della facciata del Municipio è realizzata in conci di granito, in armonia con le numerose belle costruzioni in conci di granito che si trovano nella parte più antica del centro storico di Monti. Il Cimitero di MontiDa via Giuseppe Verdi, dopo l’incrocio con la via Giuseppe Garibaldi, proseguiamo per una sessantina di metri, e prendiamo a sinistra la via Guglielmo Marconi. La seguiamo per centotrenta metri, ed arriviamo in una piazza, nella quale prendiamo verso destra la via Maria montessori, la seguiamo per duecento metri, ed arriviamo a vedere, alla sinistra della strada, uno slargo, nel quale si trova l’ingresso del Cimitero di Monti. La chiesa di San Giovanni BattistaTornati indietro lungo via montessori fino alla piazza dalla quale è partita, prendiamo sulla destra via Sant’Alvara, che ci riporta su via Garibaldi verso nord est. Passato l’incrocio con via Aldo Moro, prendiamo sulla sinistra via San Giovanni, che seguiamo per trecentocinquanta metri fino alla fine, dove compie una inversione ad U verso destra, per poi rientrare verso il centro. Qui, nella periferia nord del paese, prima della inversione ad U, troviamo una strada sulla sinistra, verso nord, che in una settantina di metri ci porta ai pochi resti della Vecchia chiesa di San Giovanni Battista realizzata nel sedicesimo secolo, che si trova ormai allo stato di rudere. Percorso un centinaio di metri sulla via San Giovanni, subito dopo l’inversione ad U e prima di rientrare verso il centro, una nuova traversa, anch’essa verso nord, ci porta in un’altra sessantina di metri alla Nuova chiesa di San Giovanni Battista una chiesa recente costruita dopo che la chiesa originaria, che si trova a cento metri di distanza, era stata ridotta a un ammasso di macerie, e non era più possibile il suo restauro. Presso questa chiesa si svolge la Festa di San Giovanni, che inizia il 23 di giugno, anniversario della sua nascita, e si conclude il 24. Una settimana prima iniziano le novene. Il primo giorno, dopo la messa, il Santo viene portato in processione alla parrocchiale di San Gavino, dove rimane fino al giorno seguente quando, in processione solenne, il Santo viene riaccompagnato nella sua chiesa d’origine. Dopo la cerimonia religiosa il comitato offre un rifresco a tutti i partecipanti. La serata si conclude con spettacoli musicali di vario genere. Visita dei dintorni di MontiVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Monti, sono stati portati alla luce i resti delle Tombe di giganti logu I, e logu II; dei Nuraghi semplici de Pertuncas, logu, su Casteddu; ed anche dei Nuraghi Piredu, Sa Cobelciada, Serra Bilalzu, Taerra, Tuzzera, tutti di tipologia indefinita. La frazione Stazione di MontiArrivando a Monti, prima che la SP147 proveniente da Telti a nord, incroci la SS199 di Monti proveniente da Berchidda ad ovest, che diventa la SS597 del Logudoro proveniente da Olbia ad est, a duecentocinquanta metri dallo svincolo, troviamo la frazione Stazione di Monti (altezza metri 290, distanza 3.5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 34), posta a nord dell’abitato di Monti, in un’area scarsamente popolata, in prossimità della strada carrozzabile che porta all’abitato di Telti. In questa frazione si trova, appunto, la Stazione ferroviaria di Monti e Telti che serve entrambe le località. Si tratta di una stazione di categoria Silver posta sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda in direzione di Olbia e Golfo Aranci, dopo la stazione di Berchidda e la fermata dismessa di Mandras, e prima della fermata dismessa di Chirialza e della stazione di su Canale. Il fabbricato passeggeri, di architettura tipica delle ferrovie della fine del’ottocento, è disposto su due piani, con cinque ingressi sulla facciata, ed al momento viene utilizzato come abitazione privata. La stazione è stata realizzata nel 1880 dalla Compagnia reale delle Ferrovie Sarde, con l’apertura del tratto da Oschiri a Monti della futura linea per Cagliari e Golfo Aranci. In quegli stessi anni prende forma anche il progetto della rete secondaria della Sardegna, che porta, nell’1888, all’inaugurazione di una linea delle Strade Ferrate Secondarie della Sardegna che doveva collegare Monti con Tempio Pausania, e della quale viene realizzato il solo tratto fino a Calangianus. Inizialmente le due compagnie ferroviarie si accordano per l’esercizio in comune della stazione, in seguito le Strade Ferrate Secondarie si dotano di un proprio fabbricato viaggiatori, salvo poi chiuderlo dopo una nuova intesa con le Ferrovie reali per l’utilizzo promiscuo della stazione di queste ultime. Nel 1920 la stazione passa di proprietà alle Ferrovie dello Stato, e nel 1958 viene chiusa la linea per Calangianus. Dall’area vengono rimossi i binari a scartamento ridotto, che lasciano spazio, nei decenni successivi, ai soli nuovi binari a scartamento ordinario. La chiesa campestre di Santa Rosa da limaIn territorio di Telti si trova la chiesa campestre di Santa Rosa da lima, che citiamo in questa pagina dato che si trova ai confini fra i territorio comunali di Monti e Telti, e le sua festività viene organizzata da due gruppi di lavoro, uno per paese. Proseguendo per sei chilometri e duecento metri in direzione di Telti, a circa un chilometro e quattrocento metri dalla Cantoniera di Telti, seguendo le indicazioni, prendiamo a destra la strada, che ci porta nella antica Cussoriga chiamata di Sa Cialda in logudorese, e chimata La Cialda in Gallurese, detta anche località Santa Rosa. La seguiamo per un chilometro, poi troviamo la deviazione sulla sinistra che, in circa trecento metri, ci porta alla piccola chiesa campestre di Santa Rosa da lima una delle tante piccole Chiese erette alla fine degli anni venti del novecento in seguito ad un contributo straordinario, concesso da papa Pio XI per la costruzione di case parrocchiali e Chiese in Sardegna e nel meridione d’Italia. In questo angolo di paradiso ambientale, fra olivastri, sugherete e vigneti hanno sempre convissuto in simbiosi le due culture, e, anni, sono stati costituiti due gruppi di lavoro, uno per paese, per la raccolta delle offerte, riuniti in un successivo unico comitato, che, l’ultima domenica di agosto, organizza la Festa di Santa Rosa da lima. Si svolge una processione accompagnata dalla banda musicale e da gruppi folk. Dopo la messa, il comitato organizzatore offre un rinfresco a base di bibite e dolci tipici, ed i festeggiamenti proseguono fino a tarda notte con intrattenimenti musicali. I resti del Nuraghe semplice logu e delle due Tombe di gigantiPer raggiungere da Monti il Nuraghe logu, dalla frazione Stazione di Monti prendiamo la SS199 in direzione di Berchidda. Dopo poco più di un chilometro e mezzo, si vede il Nuraghesu una altura alla sinistra della strada. Il Nuraghe Logu il cui nome deriva dalla località in cui sorge, viene chiamato anche Concanu Calvu, ed è senza dubbio il monumento meglio conservato e di maggiore interesse della zona. Si tratta di un Nuraghe semplice, che consta di una torre che si appoggia a 300 metri di altezza su un doppio affioramento granitico di notevoli dimensioni, ed include una specie di cortile. Possiede una camera a tholos marginata da quattro nicchie nella camera. Intorno i resti di un villaggio e nelle vicinanze si trovano due Tombe di giganti. Nel corso di una ricognizione sul posto sono state rinvenuti anche, a duecento metri di distanza, i resti di due Tombe di giganti, chiamate Tomba di giganti logu I costruita con filari di pietre e con esedra semicircolare, e Tomba di giganti logu II costruita anch’essa con filari di pietre e con esedra. Sono state rinvenute anche altre strutture delle quali non è stato chiarito il significato. La ex stazione ferrroviaria di Chirialza ed il Nuraghe semplice de PertuncasPrendiamo, dalla frazione Stazione di Monti, la SS597 del Logudoro in direzione di Olbia e la seguiamo per quattro chilometri e duecento metri, e prendiamo la deviazione verso destra in direzione della località Chirialza, tra i boschi di sugherete, che costituisce il confine tra Gallura e Logudoro. Seguiamo questa deviazione per una cinquantina di metri, prendiamo a destra seguendo le indicazioni, e, dopo quattrocentocinquanta metri, vediamo alla sinistra della strada la Ex Stazione ferroviaria di Chirialza una fermata ormai dismessa posta sulla Dorsale Sarda in direzione di Olbia e Golfo Aranci, dopo la stazione di Monti e Telti, e prima di quella di su Canale. Percorsi altri trecento metri dopo la stazione, prendiamo una deviazione sulla destra, e, dopo circa cinquecento metri, vediamo sulla destra, su una collina, i resti del Nuraghe de Pertuncas un Nuraghe semplice monotorre, edificato a 237 metri di altitudine. La Tenuta Masone Mannu con un vino premiato dal Gambero RossoPrendendo, dalla frazione Stazione di Monti, la SS597 del Logudoro in direzione di Olbia, la seguiamo per circa cinque chilometri e mezzo, poi, seguendo le indicazioni, seguiamo sulla destra la deviazione che ci permette, in quasi novecento metri, di raggiungere la Tenuta Masone Mannu. In una terra che profuma di mirto e ginepro, dove una natura rigogliosa e frutti prelibati danno il benvenuto agli amanti nei veri saporti, nasce la Tenuta Masone Mannu azienda agricola sarda che già dall’antico nome logudorese Grande proprietà esprime tutta la potenzialità e la ricchezza dei suoi 60 ettari del cuore della Gallura. Questa è la terra del Vermentino, l’uva a bacca bianca più diffusa in Sardegna ma che qui ha caratteristiche tutte sue. Il terreno da disfacimento granitico, il microclima particolare e la vicinanza al mare fanno si che in Gallura il Vermentino sia in grado di dare origine a vini unici e inconfondibili. Infatti il Vermentino di Gallura è l’unica Docg sarda, il che certifica l’alta qualità di queste produzioni e dell’ambiente circostante. Attualmente nella tenuta sono impiantati a vite diciassette ettari, di cui tredici a Vermentino, i rimanenti a Cannonau, Carignano, Bovale Sardo, Malvasia. La Tenuta Masone Mannu ha ottenuto dalla guida Vini d’Italia 2023 del Gambero Rosso il riconoscimento Tre Bicchieri per il suo vino Vermentino di Gallura Petrizza 2021. |
La frazione su Canale con le borgate che la costituiscono ossia la Palazzina, Frades Berritteddos, Frades TilignasProseguendo lungo la SS597 del Logudoro in direzione di Olbia per circa un chilometro e mezzo, e troviamo sulla destra la deviazione per la frazione su Canale (in gallurese Lu Canali, altezza metri 88, distanza 10 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 600), che si trova tra il Monti ’Ncappiddhatu, nel comune di Telti, ed il Monti Ultulatu, nel comune di Monti. Il suo territorio è attraversato dal torrente rio Aghiloia. L’economia della frazione è basata principalmente nella coltivazione della vite, precisamente del rinomato Vermentino, e sull’apicoltura. La frazione è suddivisa in varie borgate, ossia la Borgata la Palazzina (altezza metri 92, distanza 10 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 208), che costituisce il centro della frazione e si trova alla sinistra della strada statale; la Borgata Frades Berritteddos (altezza metri 110, distanza 10.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 125), che si trova alla destra della strada statale; la Borgata Frades Tilignas (altezza metri 101, distanza 12.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 47), che si trova alla destra della strada un poco più ad est, in direzione di Loiri Porto San Paolo. La frazione comprende, inoltre, anche la località La Piana, un piccolo centro abitato che si trova, però, per buona parte nel comune di Loiri Porto San Paolo, mentre il restante territorio si trova in piccola parte nei comuni di Telti e di Olbia. La Cappella della Madonna della pacePassata la prima deviazione per Su Canale, a circa sei chilometri da dove abbiamo preso la SS597, dopo poco più di un centinaio di metri, alla destra della strada si trova la piccola Cappella della Madonna della pace che era stata costruita un poco fuori dal paese, circa un chilometro e duecento metri prima di arrivare allo vincolo che porta, alla sinistra della strada, alla borgata La Palazzina, ed, alla destra della strada, alla borgata Frades Berritteddos. Questa Cappella ospitava le cerimonie religiose prima della costruzione della nuova chiesa. La chiesa della Madonna della pace che è la parrocchiale della frazione su CanalePercorsi un chilometro e duecento metri, entrando nell’abitato dalla svincolo verso sinistra, in direzione della borgata La Palazzina, dopo quattrocento metri prendiamo verso destra la via la Palazzina, e, dopo duecento metri, troviamo, alla destra della strada, la chiesa della Madonna della pace che è la chiesa parrocchiale della frazione. La nuova chiesa è stata costruita nell’anno 2006 per ospitare le funzioni religiose, al posto della precedente piccola cappella, che non era più in grado di accogliere i numerosi fedeli. La seconda domenica di maggio, presso la chiesa parrocchiale si svolge la Festa della Madonna della pace, una Festa che dura tre giorni con la celebrazione, la domenica, della messa. Evitando di andare alla chiesa parrocchiale, proseguendo lungo la strada che ci ha portato alla via la Palazzina, si raggiungono le abitazioni che costituiscono la borgata La Palazzina, nella quale si trova anche un Campo da Calcio. La Stazione ferroviaria di su CanalePreso lo svincolo verso destra, in direzione della borgata Frades Berritteddos, arriviamo dopo circa cinquecento metri, proprio in via Frades Berritteddos, alla Stazione ferroviaria di su Canale una fermata di categoria Bronze posta sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda in direzione di Olbia e Golfo Aranci, che si trova dopo la Stazione ferroviaria di Monti Telti, prima della stazione ormai dismessa situata in località Enas, che si trovava ai limiti del territorio del comune di Loiri Porto San Paolo, e prima della successiva stazione di Olbia. Proseguendo lungo la strada che ci ha portato alla stazione, si trovano le abitazioni della borgata Frades Berritteddos, mentre un chilometro più ad est si trovano quelle della borgata Frades Tilignas, che è raggiungibile anche con una strada che possiamo imboccare dopo lo svincolo, e che costeggia la strada statale, per poi deviare verso destra in direzione della borgata. La Cantina Vini Tani con un vino inserito nella guida 5StarWines di VinitalyPer raggiungere la Cantina Tani, dal centro di Monti prendiamo verso nord est la via Garibaldi, che poi diventa viale Italia, che esce dal paese, e ci porta in una valle colma di lecci e macchia mediterranea. Percorsi circa cinquecento metri, seguendo le indicazioni, prendiamo una deviazione sulla sinistra che, in trecento metri ci porta, in località Conca Sa Raighina, all’Agriturismo il Vermentino ed alla Cantina Vini Tani. In Gallura, patria del Vermentino di Gallura, accoglienza e ospitalità si sposano con il grande amore della famiglia Tani per la sua terra e per i prodotti che essa offre, praticando un sistema di produzione integrata attento all’ambiente circostante. La Cantina Vini Tani e il suo progetto nasce a Monti, paese collinare a soli quindici minuti dalla costa di Olbia, in un territorio di grande interesse naturalistico e ricco di tradizioni. I vigneti di proprietà, per lo più coltivati a Vermentino e Cannonau, sono dislocati in differenti zone dell’azienda e si alternano a pascoli e boschi, per una superficie aziendale di novanta ettari. La Cantina con l’intera linea di produzione è ubicata nel cuore dei vigneti per consentire un’immediata vinificazione delle uve appena colte apportando così giovamento alla qualità del prodotto finale. alla Cantina è annessa una struttura seminterrata per l’affinamento in botte e la conservazione del vino rosso, ed un’area dedicata alle degustazione. Si tratta di una struttura all’avanguardia che permette la produzione di etichette meritevoli di lodi. Il suo vino Isola Dei Nuraghi Igt Rosso Serranu 2018 è stato inserito nella 5StarWines del 2023 di Vinitaly. |
La chiesa campestre di San Michele ArcangeloPer raggiungere la chiesa campestre, dal centro di Monti prendiamo verso nord est la via Garibaldi, che poi diventa viale Italia, che esce dal paese, e ci porta in una valle colma di lecci e macchia mediterranea. Percorso circa un chilometro e settecento metri a est di Monti, arriviamo a un bivio, dove, seguendo le indicazioni, prendiamo sulla destra la sterrata che, in circa trecento metri, ci porta alla chiesa campestre di San Michele Arcangelo ossia di Santi Migali. La chiesa è stata edificata nel seicento, e sorgesu un preesistente impianto di origine bizantina, realizzato per il controllo della strada che collegava Karalis con Olbia. La domenica più vicina al 15 maggio, presso questa chiesa campestre si svolge la Festa di San Michele Arcangelo, che prevede la celebrazione della messa dopo la quale viene offerto ai partecipanti il pranzo a base di Pecora in cappotto, ossia bollito di pecora. I pochi resti del Castello di CrastaNel Medioevo il territorio di Monti rappresenta il confine orientale del Giudicato del Logudoro, e risente positivamente dei nuovi sviluppi storici. Viene assiduamente frequentato dai mercanti Pisani, che qui acquistano pelli, grano, cereali e il legno dei boschi di cui sono ricoperte le valli e le colline della zona. Per arrivare ai resti del Castello, dal centro di Monti prendiamo verso ovest la via montebello, che, prima di arrivare alla Cantina del Vermentino, svolta a sinistra e si dirige fuori dall’abitato verso sud ovest. La seguiamo per più di quattro chilometri in direzione di un’altura vicina all’abitato, denominata Monte Casteddu, dalla quale ci dirigiamo verso la Sa punta ’e Sa Pregione, sulla quale, dopo la morte di Adelasia di Torres, i Doria, durante il loro dominio, nella seconda metà del tredicesimo secolo, fanno edificare il Castello di Crasta che si trova a quota 461 metri. Sicuramente su quella cima era stato costruito un Nuraghe, fortificato poi dai romani, e, solo nel Medioevo, è stato trasformato in Castello. fortezza di importanza strategica durante le guerre tra i Doria ed i conti Pisani della Gherardesca, viene da questi ultimi espugnato poche decine di anni dopo, sul finire del tredicesimo secolo. Oggi di esso non restano che poche rovine, assai difficilmente visitabili. Le frazioni Sos Rueddos e San PaoloUsciamo da Monti verso sud lungo la SS389 di Buddusò e del Correboi. A sette chilometri da Monti, prendiamo una deviazione sulla sinistra, che ci porterebbe alla frazione Sos Rueddos (altezza metri 512, distanza 8.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 49), nella quale sono presenti diverse abitazioni. Invece che procedere per Sos Rueddos, prendiamo subito a sinistra e, dopo altri quasi sette chilometri, arriviamo nella frazione San Paolo (altezza metri 319, distanza 12.7 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Nella frazione San Paolo si trova il Santuario di San Paolo EremitaAll’interno della frazione San Paolo si trova il bel Santuario di San Paolo Eremita che viene chiamato anche Santu Paulu ’e monte, all’interno di un bel bosco di lecci, olivastri e lentischi. Inizialmente il Santuario apparteneva a un monastero del quale non restano che poche tracce. La chiesa è stata edificata tra il 1796 e 1818, dopo la demolizione di quella trecentesca, probabilmente un piccolo oratorio, della quale si parla in una pergamena conservata nell’archivio parrocchiale, che ne fa risalire la consacrazione al 1348. Lo storico Fara, nel suo De Chorographia Sardiniae, scrive che nella chiesa di San Paolo Eremita, in agro di Monti, esisteva un Priorato di Ordine non precisato, si pensa appartenesse ai Cistercensi che avevano, nella zona, anche altre abbazie. L’attuale chiesa è interamente realizzata in conci di granito a vista, ha un’unica navata e la facciata a forma di capanna. All’interno, nel presbiterio, conserva due pietre miliari romane. Il Santuario comprende, oltre alla chiesa con l’ampio sagrato, anche la casa d’accoglienza e una fonte. Questo Santuario, con la chiesa di Nostra Signora a Luogosanto, rappresentano in Gallura i più importanti luoghi di culto, dove ogni anno migliaia di persone si recano a portare omaggio e ringraziare per le grazie ricevute. Chiamato l’Apostolo dei Gentili, San Paolo Apostolo ossia Paolo di Tarso, non è stato uno degli Apostoli di Gesù, essendo nato verso il 10 dopo Cristo, ma è così chiamato essendo stato missionario del vangelo tra i pagani greci e romani. Era un ebreo ellenizzato che godeva del paesenza romana, e si sarebbe convertito al cristianesimo mentre, recandosi da Gerusalemme a Damasco per organizzare la repressione dei Cristiani, sarebbe stato avvolto da una luce fortissima e avrebbe udito la voce del Signore che diceva Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?. Convertitosi, inizierà la sua opera di evangelizzazione, e compirà anche il viaggio in Spagna della cui intenzione aveva scritto in una lettera ai Romani, ma del quale non esiste evidenza storica. Secondo una leggenda diffusa in Sardegna, dopo avere a lungo vagato, al rientro da tale viaggio sarebbe sbarcato sulla spiaggia dove ora sorge l’abitato di Porto San Paolo, per recarsi poi a Monti, e qui si sarebbe fermato ed avrebbe piantato il suo bastone. Dopo un certo tempo avrebbe visto che il suo bastone aveva germogliato, ed avrebbe deciso di costruire li una chiesa. C'è anche chi racconta che quel bastone che aveva germogliato, sarebbe diventata una enorme edera, che qualcuno è convinto di averla vista, diversi anni fa, ma che oggi non esiste più. |
Ma il Santo qui venerato non è San Paolo Apostolo, bensì San Paolo Eremita ossia Paolo di Tebe, che è stato il primo eremita. Giovane cristiano egizio di ricca famiglia e molto colto, nato a Tebe nel 228, all’età di quindici anni, durante la breve ma crudele persecuzione di Decio verso i Cristiani, si ritira nel deserto dove vive in completa solitudine e in preghiera, trovando rifugio in una grotta nelle cui vicinanze si trovava una sorgente d’acqua e un albero di palma. Dalla palma trae le foglie che intreccia per fare il suo abito e i datteri con cui si nutre fino all’età di circa 43 anni, quando un corvo comincia a portargli ogni giorno un mezzo pane. All’età di 89 anni incontra un altro grande eremita, Sant’Antonio Abate, al quale chiede in caso di morte di essere seppellito col mantello che Antonio aveva ricevuto in dono dal Vescovo Atanasio, ottavo papa della chiesa copta. Antonio si mette in Viaggio, ma al suo ritorno trova San Paolo già morto, all’età di 113 anni, in ginocchio e con gli occhi rivolti al cielo. Lo avvolge nel mantello di Atanasio e lo seppellisce, secondo la leggenda, in una fossa scavata da due leoni. |
La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua di San Paolo custodita al suo interno. Il comune chiamato Monti festeggia il culto a San Paolo dal 14 agosto e per alcuni giorni, con l’apertura dell’omonimo Santuario, e la tradizione religiosa si ripete ogni anno con la Festa di San Paolo, per la quale arrivano al Santuario migliaia di pellegrini da tutta la Sardegna, dopo aver percorso a piedi il lungo sentiero. Il 16 agosto si festeggia l’incontro de Sas Bandelas, per il quale tutti i paesi che vi partecipano portano al Santuario il loro stendardi e le bandiere del Santo. È un incontro di preghiera, di fede e di Festa per tutta la popolazione di questo territorio gallurese, dove San Paolo Eremita di Monti è molto venerato. La chiesa campestre di San Paolo Eremita ossia Santu PauledduPassata la deviazione per la frazione Sos Rueddos, proseguiamo lungo la SS389 di Buddusò e del Correboi verso sud, e, dopo circa un chilometro e duecento metri, vediamo, ad angolo con la deviazione per Marranca, alla destra della strada, uno spiazzo nel quale si trova la chiesa campestre di San Paolo Eremita che viene chiamata localmente chiesa di Santu Pauleddu. Si tratta di una delle cinque Chiesette erette alla fine degli anni venti del novecento nel territorio di Monti, in seguito ad un contributo, concesso da papa Pio XI, per la costruzione di case parrocchiali e Chiese in Sardegna e nel meridione d’Italia. Questa chiesa ha la stessa dedicazione del Santuario di San Paolo Eremita, ma si tratta di una piccola chiesa campestre edificata in epoca relativamente recente, simile per stile ad altre presenti nella zona, con la facciata che ospita il portale, sovrastata da un campanile a vela. Passata la frazione Cantoniera Zuighe entriamo nella foresta demaniale di Monte OliaPercorsi un altro paio di chilometri sulla SS389 di Buddusò e del Correboi, arriviamo alla frazione Cantoniera Zuighe (altezza metri 534, distanza 9.8 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), con la casa cantoniera che si trova alla destra della strada. Passata la casa cantoniera, un chilometro e mezzo più avanti, svoltando a destra, troviamo la caserma della Forestale, che ci fa entrare nella Foresta di Monte Olia un’oasi di ripopolamento e di salvaguardia agro-Faunistica nata nel 1957, che si sviluppa sul vasto altopiano granitico. È di proprietà del demanio forestale sardo ed è popolata da cinghiali, capre selvatiche, astori, falchi e talvolta si avvista anche la poiana sarda, chiamata in lingua sarda S’Intulzu. Vi è stata istituita anche un’area di ripopolamento per mammiferi in rischio di estinzione, soprattutto il cervo sardo ed il muflone, ed è previsto un successivo inserimento anche di rapaci come l’aquila e il grifone. Dal punto di vista turistico, sono presenti alcuni fabbricati per l’attività degli operatori forestali e l’accoglienza dei visitatori. La zona circostante è anche munita di una vasta area di ristoro attrezzata. Da segnalare, inoltre, in località Sa Toa, un’area destinata al campeggio estivo, ed un laghetto artificiale meta di gite e di saltuari pic-nic. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, ci recheremo ad Alà dei Sardi che visiteremo con il suo centro e con i suoi siti archeologici che si trovano nei suoi dintorni, tra i quali i resti del villaggio nuragico di Sos Nurattolos. |