Musei con la chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio di Loyola
In questa tappa del nostro viaggio, da Domusnovas ci recheremo a Musei che visiteremo con il suo centro dove si trova la chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio di Loyola e con i suoi dintorni. L’Iglesiente nella regione storica del Sulcis-IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Dell’Iglesiente (nome in lingua sarda S’Igresienti) fa parte il territorio con la regione metallurgica a nord della valle del Cixerri, che corispondeva all’antica curatoria del Sigerro facente parte del giudicato di Càralis, e comprende la parte occidentale della Provincia del Sud Sardegna. Il territorio dell’Iglesiente comprende i comuni di Buggerru, Domusnovas, Fluminimaggiore, Gonnesa, Iglesias e Musei. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nei rilievi montuosi come nelle valli irrorate da fiumi che talvolta precipitano in spettacolari cascate, nelle profonde grotte. In viaggio verso MuseiDal centro di Domusnovas prendiamo verso sud est la via Musei che, passato il Campo Sportivo, esce dall’abitato come SP87 e che, dopo un paio di chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Musei. Dal Municipio di Domusnovas a quello di Musei si percorrono 3.1 chilometri. Il comune chiamato MuseiIl comune di Musei (pronuncia Musèi, altezza metri 119 sul livello del mare, abitanti 1.491 al 31 dicembre 2021) è un piccolo paese dell’Iglesiente disposto nella piana del Cixerri, collocato lungo la vecchia viabilità tra Iglesias, i centri del basso Campidano e Cagliari. L’abitato è facilmente raggiungibile tramite la SS130 Iglesiente, che ne attraversa il territorio. Agevole si presenta anche il collegamento con la rete ferroviaria, poiché la stazione di riferimento, lungo le linee che collegano Decimomannu con Iglesias e Villamassargia con Carbonia, si trova, infatti, a soli due chilometri di distanza. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico vario, con differenze di altitudine appena accennate, dato che si raggiungono appena i 136 metri di quota. Il suo territorio è ricco d’acqua per la presenza di alcuni fiumi alimentati dalle sorgenti del vicino monte di Domusnovas. Il comune fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra CrudaQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor. Origine del nomeè probabile che il suo nome derivi dal gentilizio latino Museius, vocativo del nome di un romano che poteva essere il proprietario del territorio. Secondo altri studiosi, deriverebbe la sua origine da un luogo che un tempo si chiamava Villa de Prato, e che molti credono sia stato così chiamato da Mosè al quale una colonia di ebrei avrebbero dedicato la villa dove si stanziarono. Secondo altri, invece, si tratterebbe di un anagramma di Jesum, in quanto feudo dei Gesuiti, ai quali qualche storico attribuisce il cambio del nome del paese, da Villa di Prato, come si chiamava precedentemente, in Musej, lettura a rovescio della parola Jesum. Il villaggio viene citato come Musey nel Codex Diplomaticus Sardiniae del 1340, come Musej negli elenchi delle rendite pisane nel Giudicato di Càralis del 1355, e come Musey in due documenti nel Codex Diplomaticus Ecclesiensis del 1436. Questa forma del nome, con la finale -J oppure -Y, Fa comprendere come il nome si pronunziasse con l’accento sulla vocale precedente, ossia Musèi. La sua economiaSi tratta di un comune collinare la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, uva e agrumi; ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti edile e metallurgico. Il terziario si compone di una modesta rete distributiva. Musei non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali ed effettuare interessanti escursioni nel territorio. Le strutture ricettive di Musei offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciL’area viene abitata già in epoca nuragica, punica e romana, come indicato dalla presenza nel territorio di alcuni siti archeologici e di rovine. Si ritiene che in epoca romana possa essere diventato un centro abitato importante, come proverebbero, secondo la testimonianza di Giovanni Spano, I grandiosi ruderi o fondamenta che vi si trovano di pietre smisurate, dove si scuoprono oggetti di bronzo, spade e monete. Nel medioevo appartiene al Giudicato di Càralis facendo parte della curatoria del Sigerro o Sigerso, allora chiamata Cixerri. Viene, però, citato come disabitato nella Chorographia Sardiniae scritta da Giovanni Francesco Fara, che era nato a Sassari nel 1543, e rimasta inedita sino all’ottocento. Nel 1258, alla caduta del Giudicato di Càralis, passa sotto il dominio dei conti della Gherardesca e poi del comune di Pisa, e successivamente, dal 1324, sotto quello aragonese. Nel 1336 il re d’Aragona Alfonso IV il Buono lo concede in feudo ad Arnaldo Mascal, nel 1350 passa ai Carroz e da questi ai Cardona, che lo ottengono a titolo di pagamento di un credito. Una discendente dei Cardona, Beatrice, lo vende all’iglesiente Antonio Serra, ma un figlio di Beatrice lo ricompra. Passa poi ad Adriana Carbonell’e più tardi ad Elena Rossellón, da questa a Monserrato Rossellón, quindi come suoi eredi alla Compagnia di Gesù, che vi fa costruire, nel diciassettesimo secolo, la chiesa tardobarocca ed il convento di Sant’Ignazio di Loyola, intorno ai quali nasce l’abitato. In quei tempi Musei si chiamava villa di Prato. I Gesuiti restano nel paese fino al 1773, quando diviene feudo regio, ritorna alla Corona, e nel 1785 venne dato in feudo ai Bon Crespi di Valdaura, Marchesi di Villacidro e Palmas. Il paese venne riscattato agli ultimi feudatari nel 1839, con l’abolizione del feudalesimo. Del comune di Musei nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Sagre e feste che si svolgono a MuseiTra le principali sagre e feste che si svolgono a Musei si segnalano, il lunedì dopo Pasqua, la Festa di San Lussorio, con processione religiosa, ballo pubblico in piazza, distribuzione gratuita di vino e dolci; il 31 luglio o la domenica più vicina, nella Festa di Sant’Ignazio di Loyola si festeggia il Patrono, con processione religiosa, sfilata di costumi di cavalieri, traccas ossia carri a buoi, ballo pubblico in piazza, spettacoli folcloristici, musica tradizionale sarda, gara poetica, musica, giochi tradizionali e competizioni sportive; a metà novembre la manifestazione Sapori d’Autunno propone la degustazione di prodotti agroalimentari con i sapori ed i profumi della cucina sarda, e con spettacoli ed altro. Visita del centro di MuseiL’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Entriamo nell’abitato da nord ovest con la SP87 che, all’interno dell’abitato, assume il nome di via Domusnovas, e visiteremo il centro del paese Il campo polivalente all’apertoArrivando a Musei da Domusnovas con la SP87, dal cartello indicatore dell’ingresso nell’abitato con la SP87, percorsi trecento metri lungo la via Domusnovas arriviamo a un bivio, dove la via Domusnovas prosegue verso sinistra, ed a destra parte la via Sardegna. Presa la via Sardegna e percorsa appena una cinquantina di metri, subito dopo l’Istituto Comprensivo Fernando Meloni e prima della traversale via Antonio Gramsci, vediamo alla destra della strada il Campo polivalente all’aperto, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori, nel quale è possibile praticare come discipline il calcio, il calcetto ossia calcio a cinque, e la pallacanestro. Il Municipio di MuseiPresa la via Sardegna e passato il campo polivalente all’aperto, proseguiamo per altri duecentocinquanta metri lungo questa strada, poi prendiamo verso destra la via Enrico Fermi, e, dopo centotrenta metri, troviamo, sulla destra, una strada piastrellata che è la via Grazia Deledda, e che, in una cinquantina di metri, ci porta in piazza 4 Novembre, dove, al civico numero 1, alla sinistra della piazza, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Musei, con la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini. Il parco Etfas con i quattro antichi silosPercorsa altri centotrenta metri verso sud lungo la via Sardegna, arriviamo a dove questa strada termina, incrociando a destra la via della Stazione, ed a sinistra la via Vittorio Emanuele III. Ci dirigiamo in quest'ultima e, dopo Duecentoquaranta metri, prendiamo a sinistra la via Domusnovas, dopo una cinquantina di metri svoltiamo leggermente a destra in via Giuseppe Mazzini. Seguita per meno di cento metri, si vede, alla destra della strada, il Parco Etfas dove sono custodite le testimonianze dell’Ente per la Trasformazione Fondiaria e Agraria in Sardegna, che dal dopoguerra alla fine degli anni cinquanta ha segnato il rilancio del comparto agrario in tutto il territorio. Nel parco dominano quattro antichi silos dove veniva conservato il raccolto. Nel 2011 l’amministrazione ha acquisito l’area per creare questo parco Comunale, con strutture sportive e per eventi del paese, e nel piazzale vengono oggi spesso organizzate manifestazioni culinarie, culturali e di intrattenimento. Il complesso sportivo nel parco EtfasConfinante con l’area del parco, si trova il Complesso Sportivo parco Etfas nel quale sono presenti un Campo da Calcetto, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori, nel quale effettuare incontri di calcio e di calcetto ossia calcio a cinque; un Campo polivalente all’aperto, senza tribune, nel quale effettuare incontri di pallacanestro. Nel complesso sportivo è presente anche un Campo da bocce. La Palestra ComunalePresa la via Vittorio Emanuele III, passata la deviazione a sinistra don la via domunovas, proseguiamo per una quarantina di metri e la via Vittorio Emanuele III continua nella piazza Guglielmo Marconi. La piazza Guglielmo Marconi svolta leggermente a sinistra e diventa via Giuseppe Garibaldi, la seguiamo per una cinquantina di metri, prendiamo alla sinistra la via dei Silos, lungo la quale si trova la Palestra Comunale di Musei, che si trova anch’essa all’interno del parco Etfas, ma il cui indirizzo è al civico numero 17 della via Giuseppe Garibaldi. All’interno dell’impianto è presente una Palestra polivalente al chiuso, non dotata di tribune, all’interno della quale si possono praticare come discipline le attività ginnico motorie e la Danza sportiva. La chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio di Loyolaalla destra della piazza Guglielmo Marconi, dopo una cinquantina di metri, si trova la piazza Italia, sulla quale si affaccia alla sinistra la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola che è la chiesa parrocchiale di Musei, costruita dai Gesuiti con l’annesso convento, e dedicata a Sant’Ignazio di Loyola che è stato il fondatore della Compagnia di Gesù. L’edificio potrebbe essere nato nella villa medioevale di Musei, di cui, probabilmente, sarebbe stata la prima parrocchiale, intitolata a San Lussorio, quando le attività devozionali connesse al suo culto ed alla cura della chiesa erano assicurate da una Confraternita dedicata allo stesso Santo. Durante gli scavi di ristrutturazione voluti da Monserrato Rossellón, dopo il 1585, vengono ritrovati diversi oggetti liturgici, alcuni di grande valore. Quando Monserrato Rossellón diviene barone di Musei, il paese risulta abbandonato, e le conseguenze di tale abbandono si ripercuotono anche sull’edificio parrocchiale. Solo alla fine della sua vita, egli decide di intervenire finanziandone i lavori di recupero, opere che non vengono portate a termine forse a causa del peggioramento del suo stato di salute. Per questo motivo, egli avrebbe incaricato del completamento dei lavori i suoi eredi, i Padri Gesuiti della Santa Croce di Cagliari, obbligati a provvedere all’ampliamento e al restauro dell’antica chiesa parrocchiale e al mantenimento decoroso dell’edificio. Le ultime volontà di Monserrato Rossellón vengono esaudite solo in parte, la chiesa viene intestata al Santo fondatore dell’ordine, e a San Lussorio viene dedicata la prima Cappella sulla destra, dove la sua statua è posizionata sopra il simbolo della Compagnia di Gesù. Oggi la chiesa si presenta con forme di stile tardo barocco, con una facciata un pò disarticolata tra corpo superiore ed inferiore. Ha un portone in legno decorato nella parte superiore da un bassorilievo di Luigi Angius, nel quale, oltre al volto del Santo, è scolpito un tomo sacro, un teschio ed elementi botanici. Due massicce paraste, munite di capitelli, contengono una trabeazione coronata da un semplice timpano, soto il quale si apre un finestrone semi circolare. L’insieme esterno si conclude con un campanile a canna quadra, posizionato nel retro dell’edificio. L’interno ha pianta ad aula singola, e si presenta ricco e fastoso, come sono, in genere, le Chiese gesuitiche che conservano il barocco quale funzione decorativa preminente. Conserva un crocifisso ligneo risalente ai primi anni del settecento raffigurante San Sebastiano Martire, un simulacro di San Lussorio anteriore al seicento ed all’arrivo dei Gesuiti a Musei, un simulacro di Sant’Ignazio di lodola portato dai Gesuiti quando presero in mano la parrocchia, una croce professionale del seicento laminata in argento e risalente al periodo in cui nella zona esistevano dei forni per la lavorazione del metallo estratto dalle miniere del circondario, interessanti decorazioni pittoriche di gusto prevalentemente barocco eseguite da Giuseppe Carcangiu di Serramanna, un’acquasantiera in pietra con altorilievi raffiguranti volti di angioletti. Ogni anno, il 31 luglio o la domenica più vicina, presso la chiesa si celebra la Festa di Sant’Ignazio di Loyola, una Sagra popolare con la processione con il simulacro del Santo e diverse manifestazioni religiose, sfilata di costumi di cavalieri, traccas ossia carri a buoi, ballo pubblico in piazza, spettacoli folcloristici, musica tradizionale sarda, gara poetica, giochi tradizionali e competizioni sportive. Si tratta di una Festa alla quale partecipa una grande folla proveniente anche dai paesi vicini. La villa Asquer nell’ex convento dei GesuitiGuardando la facciata della chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio di Loyola, alla sua destra si trova l’edificio denominato Villa Asquer ossia il cosiddetto palazzotto degli Asquer, che in seguito ha inglobato il più antico ex Conventi dei Gesuiti, che prende il nome dalla famiglia nobile degli Asquer, di origine ligure. L’edificio è stato costruito come convento di Sant’Ignazio di Loyola dai Gesuiti nel sedicesimo secolo. Attualmente in essa si trova la bella sala consiliare, ed ospita la Biblioteca Comunale e la mediateca, altre parti dell’edificio sono in fase di restauro. È, inoltre, la sede dell’Unione dei comuni Metalla e il Mare, costituita tra i comuni di Buggerru, Domusnovas, Fluminimaggiore, Gonnesa, Musei, Narcao e Villamassargia, per l’esercizio di servizi e funzioni proprie dei comuni che la compongono, con la finalità di promuovere attività e iniziative congiunte per gestire con efficienza ed efficacia l’intero territorio, mantenendo in capo ai singoli comuni la competenza all’esercizio delle funzioni amministrative che più da vicino ne caratterizzano le specifiche peculiarità. Il Campo da Calcio ComunaleDalla piazza Italia, dove abbiamo visitato la chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio di Loyola, proseguiamo verso sud con la via Cagliari, dopo una sessantina di metri svoltiamo a sinistra per rimanere sulla via Cagliari, la seguiamo per quattrocento metri per trovare, alla sinistra della strada, in località Is Argiolas, il Campo da Calcio Comunale di Musei. Nel complesso sportivo, si trova un Campo da Calcio dotato di tribune in grado di ospitare 200 spettatori. Vicino al Campo da Calcio, nel complesso sportivo sono presenti due Campi da Tennis, con tribune per un centinaio di spettatori. Il Cimitero di MuseiDalla piazza Italia, dove abbiamo visitato la chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio di Loyola, proseguiamo verso sud con la via Cagliari. Dopo una sessantina di metri, evitando la deviazione a sinistra per il Campo da Calcio, proseguiamo invece dritti con la via Cagliari che, dopo duecento metri, diventa la via del Cimitero. Percorsa per un una centinaio di metri, si incontra il muro di cinta con l’ingresso del Cimitero di Musei, che si sviluppa interamente alla destra della strada. Visita dei dintorni di MuseiVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Musei non sono stati portati alla luce resti archeologici particolarmente significativi. I resti della Stazione ferroviaria dismessa di MuseiProseguendo lungo il viale del Cimitero per un chilometro e trecento metri, incrociamo la linea ferroviaria, passata la quale, alla sinistra della strada, si trova l’edificio nel quale era ospitata la Ex Stazione ferroviaria di Musei una stazione posta sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario del Sulcis Iglesiente, che collegava Decimomannu con Iglesias, dopo la stazione di Siliqua e prima della stazione di Villamassargia e Domusnovas. L’abitato di Musei, fino dall’inaugurazione della linea ferroviaria nel 1872, veniva servito da una Stazione ferroviaria della Compagnia reale delle Ferrovie Sarde, situata nelle campagne a sud ovest dell’abitato, ma in seguito, negli anni novanta dell’ottocento, viene progettata una nuova stazione a sud est del paese, a circa tre chilometri di distanza dalla originaria stazione di Musei. La nuova stazione prende il nome di stazione di Musei, mentre la stazione preesistente viene ribattezzata come stazione di Villamassargia e Domusnovas. Passata sotto la gestione delle Ferrovie dello Stato nel 1920, la fermata di Musei, nel secondo dopoguerra, vede diminuire il numero di treni in sosta nell’impianto, sino a cessare il servizio passeggeri all’inizio degli anni ottanta del novecento. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Domusnovas ci recheremo a Villamassargia che visiteremo con il suo centro ed i dintorni, dove si trovano S’Ortu Mannu, ossia l’orto grande, ed i resti del Castello di Gioiosa Guardia. |