Narcao con i suoi siti archeologici e con i resti del Protonuraghe di Monte Atzei e della miniera di Rosas
In questa tappa del nostro viaggio, ci recheremo a Narcao che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trovano numerosi siti archeologici ed anche i resti della miniera di Rosas. Il Sulcis nella regione storica del Sulcis-IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Il Sulcis (nome in lingua sarda Sa Meurreddìa) si estende nella porzione sudoccidentale dell’isola, parte integrante della regione storica del Sulcis-Iglesiente, ed appartiene alla Provincia del Sud Sardegna ed a quella di Cagliari. I suoi comuni nella Provincia del Sud Sardegna sono Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domus de Maria, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Santadi, Siliqua, Teulada, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Quelli nella città Metropolitana di Cagliari sono Pula, Sarroch e Villa San Pietro, che si trovano però tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nel tratto costiero caratterizzato da ampie spiagge, tra cui spicca Piscinas, con le sue metafisiche dune di sabbia, o la splendida insenatura di Masua, che guarda il faraglione calcareo di Pan di Zucchero. In viaggio verso NarcaoDa Perdaxius proseguendo sulla SP78 verso est dopo meno di sei chilometri arriviamo all’interno dell’abitato di Narcao. Dal Municipio di Perdaxius a quello di Narcao si percorrono 6.3 chilometri. Il comune chiamato NarcaoIl comune chiamato Narcao (nome in lingua sarda Narcau, altezza metri 125 sul livello del mare, abitanti 3.089 al 31 dicembre 2021) si estende nella parte sud occidentale della Provincia del Sud Sardegna, ed è raggiungibile tramite la SS293 di Giba, che dista soli otto chilometri dall’abitato. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. Si trova al centro di un bacino geologico risalente al terziario, resto di un’antica insenatura e ricco di trachiti e Lipariti. Il territorio di Narcao è prevalentemente collinoso, e rilievi ondulati fanno da corona a rilievi più elevati dalla tipica forma a giara, con un’ampia sommità pianeggiante. Questo antico bacino ricoperto di colline si estende fino al monte Tamara, al monte Nieddu e ai monti di Terraseo. Tra i rilievi più elevati domina il monte Narcao, la cui sommità piana, denominata Sa Pranedda ossia la piccola pianura, si può raggiungere attraverso un sentiero che permette di accedervi in maniera relativamente agevole, senza dover per forza scalare i pendii ricoperti di fitta vegetazione. A sud est di trovano le foreste di Pantaleo, con la punta sèbera e la punta Rosmarino. Nelle campagne vicine passa il rio Mannu, ed il suo affluente rio Canneddu. Origine del nomeIl nome è attestato nell’anno 1341 nella forma De Noracato, e risulterebbe, nella sua prima parte, composto dall’elemento sardo Nur, e nella seconda si potrebbe riconoscere un derivato in : cato, dal quale provengono le forme toponimiche sarde, come Nuracatena, Nuracato. Sarebbe da confrontare con l’aragonese Keten, nel significato di Pietra grande, e con il basco Katalo, cioè Luogo in pendenza, ed il suo nome potrebbe, quindi, corrispondere a Pietra. La sua economiaCentro collinare, accanto alle tradizionali attività agropastorali ha sviluppato il tessuto industriale. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, agrumi, uva e altra frutta; ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, del legno, dell’estrazione, metallurgico, dei mobili ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. La bella posizione, al centro di un bacino geologico ricco di colline, affascina quanti vi si recano. La vegetazione spontanea è quella tipica della macchia mediterranea, con arbusti come il lentisco, il corbezzolo, il cisto, il mirto. Gli alberi d’alto fusto sono rappresentati dalle querce di vari tipi. Ci sono però anche boschetti non spontanei di pini e di eucalipti. Il clima è quello mediterraneo, con inverni miti ed estati calde. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Un altro motivo di richiamo di turisti a Narcao è la sua gastronomia, che tra le specialità propone il minestrone di fave, spaghetti alle arselle, Malloreddus, Segundus, aragosta al forno, tonno arrosto, Pillonis de tacula, Druccis, Amarettus, fatti e fritti, Pabassinas, Zippulas. Brevi cenni storiciLe prime testimonianze di insediamenti umani risalgono al periodo prenuragico, quando probabilmente hanno sfruttato le numerose grotte presenti sulle colline. In seguito si diffonde nel territorio la civiltà nuragica. Alcuni reperti archeologici come le tombe rinvenute ad Ollastra Frogheri testimoniano che diviene un centro romano. Nell’undicesimo secolo viene compreso nel Giudicato di Càralis, nella curatoria di Sulcis. Nel dodicesimo secolo i Benedettini sono tra i primi a occupare gran parte delle fertili campagne di Narcao, ricchissime di sorgenti, le quali rappresentarono la più importante risorsa economica del paese per lungo tempo, e vi costruiscono un monastero. Appartiene, in seguito, ai conti della Gherardesca, e dal 1258 passa sotto il controllo del comune di Pisa. Nel 1323, all’arrivo degli Aragonesi, il paese conta già più di 400 abitanti, ma più avanti nei secoli subisce la sorte degli altri centri abitati del Sulcis, e conosce il diradarsi della popolazione, causata dalle continue incursioni dei pirati che si spingono sempre più verso l’interno. La ricostruzione di Narcao avviene solo verso la fine del diciottesimo secolo, quando nella pianura si insediano contadini e pastori, provenienti anche dalla regione della Barbagia, i quali danno vita a un’intensa fase di ripopolamento. Un ulteriore incremento demografico avviene nel secolo successivo, e quando nel 1853 il paese venne elevato al rango di comune, che conserva anche con la repubblica. Del comune di Narcao nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si celebrano a NarcaoA Narcao è attivo il Gruppo folk Is Meurreddus di Narcao, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Molto viva è la tradizione delle feste e sagre che si celebrano a Narcao, tra le quali si segnalano soprattutto, la terza settimana di gennaio, i Festeggiamenti in onore di Sant’Antonio, con un grande falò e cena a base di prodotti tipici; il 2 febbraio, la Festa della Purificazione della Vergine; a febbraio la sfilata per il Carnevale; il 25 aprile, la Passeggiata ecologica nel parco Comunale del monte Atzei, con trekking e pranzo a base di prodotti tipici; a fine aprile o inizio maggio, la Motocavalcata del Ponte, manifestazione di enduro; dal 20 al 22 luglio, il Narcao Blues, festival di musica Blues che rappresenta da diversi anni uno dei festival musicali più importanti in Sardegna, il primo intitolato a questo genere, che convoglia a Narcao i più grandi artisti del panorama internazionale; l’ultima domenica di luglio, la Festa di San Giuseppe nella frazione rio Murtas; la prima domenica di agosto, la Festa di San Gioacchino nella frazione Terraseu; a cavallo del 15 agosto, celebrazioni solenni per la Festa in onore di San Nicola e Santa Barbara, patroni di Narcao; il 4 dicembre, la Festa di Santa Barbara; 6 dicembre, la Festa di San Nicola di Bari. Durante tutto l’arco dell’anno, nel villaggio Minerario di Rosas, si svolgono diverse manifestazioni culturali, musicali, cabaret e religiose. Visita del centro di NarcaoL’abitato, caratterizzato da numerosi murali, è interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, ed ha l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Arriviamo nel paese da ovest con la SP78 che, all’interno dell’abitato, assume il nome di via Carbonia. Gli impianti sportivi di NarcaoArrivando nel paese con la via Carbonia, si incontrano subito dopo l’ingresso nell’abitato gli impianti sportivi di Narcao. Percorsi circa centocinquanta metri dal cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, prendiamo a destra e, dopo una ventina di metri, a sinistra, immettendocisu una parallela alla via Carbonia che, dopo un centinaio di metri, ci porta al Campo da Calcetto liccu Nonnis di Narcao, nel quale praticare calcio e calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, dotato di tribune in grado di ospitare 80 spettatori. Proseguendo lungo la via Carbonia, a circa cinquecento metri dal cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, svoltiamo leggeremte a sinistra la via Pesus e subito, alla destra della strada, vediamo il Campo da Tennis di Narcao, che si trova tra la via Pesus e la prosecuzione della via Carbonia. Il Municipio di NarcaoProseguiamo nella visita dell’abitato continuando lungo la via Carbonia vesto est. Percorsi altri quattrocento metri, a novecento metri dal cartello segnaletico che aveva indicato l’ingresso nell’abitato, vediamo svilupparsi alla sinistra della strada la grande piazza Guglielmo Marconi, sulla quale, al civico numero 12, si trova il Palazzo Comunale che ospita il Municipio di Narcao. In esso è presente la sede dell’amministrazione Comunale, e si trovano i diversi uffici in grado di fornire i loro servizi ai cittadini. La chiesa parrocchiale di San Nicolò da BariDalla via Carbonia, abbiamo trovato sulla sinistra la piazza Guglielmo Marconi. Attraversata tutta la piazza, dopo un centinaio di metri, prendiamo leggermente verso destra la via Principe Umberto, che, perorsa per un altro centinaio di metri, ci porta nella piazza Giacomo Matteotti. alla destra in questa piazza, nel centro del paese, al civico numero 2 della piazza Giacomo Matteotti, si trova la chiesa di San Nicolò di Bari che è la parrocchiale di Narcao. Un documento conservato nell’archivio Comunale ci ricorda che la chiesa originaria era stata edificata nel 1300 dai Padri Benedettini, e che il 22 maggio del 1854 la chiesa di Narcao viene eretta a parrocchia. Conservando la dedicazione a San Nicolò Vescovo di Bari. Ma con il passare del tempo la condizione del tempio è degenerata, a tal punto da rendere necessaria, nel 1971, la sua demolizione, affinché si potesse costruire quello nuovo, che è risultato un edificio molto moderno, del tutto differente da quello antico. La demolizione ha lasciato in piedi solo il campanile e la lapide in marmo a ricordo della consacrazione della chiesa. La nuova chiesa parrocchiale è caratterizzata da un impianto rettangolare ad una sola navata. esternamente l’edificio si presenta suddiviso in due diversi ordini, quello inferiore realizzato in mattoncini rossi e zoccolo in pietra, in cui si apre il portone d’ingresso, e quello superiore di forma cuspidata, arricchito da una grande croce al centro. Nella chiesa trecentesca era custodita una statua in legno del cinquecento di San Nicola, di grande valore storico ed artistico, ed oggi, all’interno della chiesa, viene custodita una pregevole statua di San Nicola risalente al sedicesimo secolo. Accanto all’edificio, staccato di qualche metro, si innalza il campanile a canna quadrata di epoca medievale, che è sicuramente il suo elemento più importante. La torre campanaria, intonacata con un colore chiaro, si presenta a canna quadrata con gli spigoli smussati, ripartita orizzontalmente in quattro ordini da cornici aggettanti e modanate, delle quali quella che sovrasta l’ordine inferiore è più alta rispetto alle altre. Una fila di archetti pensili a tutto sesto, che mostrano una sola ghiera liscia e poggiano su peducci modanati, è collocata sotto questa cornice più spessa. Il portale d’ingresso si apre nell’ordine inferiore della torre campanaria. Risultano in asse con il portale una monofora con centina ospitata nel secondo ordine, ed un orologio circolare dislocato nel terzo ordine. Il quarto mostra delle aperture su tutti i fianchi, dalle quali si possono vedere le campane. A Narcao, presso questa chiesa parrocchiale, ogni anno a cavallo del 15 agosto si svolgono le celebrazioni solenni per la Festa in onore di San Nicola e Santa Barbara, patroni di Narcao, nella quale le Sante Messe e le processioni sono seguite dai festeggiamenti. Ed inoltre, il 6 dicembre, nella sua ricorrenza, si svolge la Festa di San Nicola di Bari. Il Cimitero di NarcaoDa dove aravamo arrivati con la via Carbonia, che è la prosecuzione all’interno dell’abitato della SP78, nella piazza Giacomo Matteotti, che si trova alla sinistra della strada, la strada provinciale prosegue dritta con il nome di via Cagliari, mentre a destra parte la via Villaperuccio. Prendiamo verso destra quest'ultima strada e la seguiamo in direzione sud per trecento metri, fino a che vediamo, alla sinistra della strada, il muro di cinta e l’ingresso del Cimitero di Narcao. I resti del Nuraghe Santa CrescenziaNel territorio di Narcao si trovano diversi Nuraghi, ed uno di essi si trova nella periferia dell’abitato. Dalla piazza Giacomo Matteotti, prendiamo verso est la via Cagliari, che è la prosecuzione della via Carbonia, e la seguiamo per settecento metri, poi, appena usciti dall’abitato, prendiamo verso sinistra una strada bianca, la seguiamo per poco più di un centinaio di metri, e vediamo che alla sua sinistra si vedono in lontananza i resti del Nuraghe Santa Crescenzia un Nuraghe di tipologia indefinita, edificato a 131 metri di altezza. Il Protonuraghe di Monte AtzeiDalla piazza Giacomo Matteotti, prendiamo verso est la via Cagliari, che è la prosecuzione della via Carbonia, e la seguiamo per cinquecentocinquanta metri, poi svoltiamo a sinistra la via Giuseppe Mazzini che, seguita per quattrocentocinquanta metri, arriva ad un bivio, al quale verso sinistra si trova l’indicazione per il parco di Monte Atzei, e verso destra per il Nuraghe monte Atzei. Presa la strada verso destra, seguiamo per circa quattrocento metri, poi arriviamo ad un cancello, che troviamo chiuso ma che si può aprire agevolmente, seguiamo centocinquanta metri di un viottolo sterrato che ci porta sulla sommità dove è presente il Protonuraghe di Monte Atzei che si trova all’interno dell’omonimo parco. Si tratta di un Protonuraghe edificato a 176 metri di altezza, che dista appena quattrocento metri dal Nuraghe Santa Crescenzia. Il Protonuraghe di Monte Atzei è di forma irregolare con struttura a corridoio, con due ingressi alle estremità, assume quindi una forma ellittica, che si estende per una lunghezza di circa trenta metri, ha un diametro di circa ventidue metri, e si conserva per un’altezza di circa quattro metri. È stato realizzato mediante l’utilizzo di poderosi blocchi di roccia vulcanica locale del peso medio di quattro tonnellate, tra gli interstizi dei quali si trovano pietre più piccole per il rincalzo. Nel settore nord ovest del bastione murario è possibile osservare un ingresso collegato a un corridoio interno che fungeva da vettore tra le due torri principali, e che era dotato in origine una copertura fatta di possenti lastroni collocati a piattabanda. A ridosso dell’edificio principale sono presenti numerose tracce di capanne di forma circolare, pertinenti ad un villaggio di vaste dimensioni. Uno scavo archeologico eseguito nel 1999, ha portato alla luce numerosi frammenti ceramici inquadrabili tra il bronzo medio e il bronzo recente. All’interno del parco sono state individuate anche alcune grotte abitate fin dall’epoca neolitica. Oggi, dopo i recenti lavori di scavo e ripulitura del monumento, si può visitare in parte anche l’interno del Protonuraghe. Visita dei dintorni di NarcaoSotto l’aspetto archeologico e ambientale, il territorio appare particolarmente ricco di resti nuragici, si possono osservare anche alcuni menhirs rovesciati, mentre il terreno è disseminato di schegge di ossidiana, tra le quali è possibile recuperare qualche strumento integro. Nei dintorni di Narcao, sono stati portati alla luce i resti del Protonuraghe di Monte Atzei; ed anche quelli dei Nuraghi Bega Arrosu, Calabresi, Is linzas, Margani, Panicani, Perdu Spada, Pran ’e Truttuis, Pran ’e Truttuis II, rio Murtas, Santa Crescenzia, Serra Posannas, Sorau Becciu di tipologia indefinita. Nella parte sud orientale del suo territorio si trovano le foreste di Pantaleo, punta sèbera e Rosmarino. Le frazioni Is Cherchis-Is Canes e PesusDal centro di Narcao riprendiamo la via Carbonia verso ovest, in direzione di Perdaxius, a poco meno di un chilometro dal Municipio di Narcao si trova il cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato. Proseguiamo lungo la SP78 e, percorso circa un altro chilometro, la strada provinciale ci porta all’interno dell’abitato della frazione Is Cherchis-Is Canes (altezza metri 118, distanza in linea d’aria circa 2.11 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 145). Percorsi ancora ottocento metri, arrivamo all’interno della frazione Pesus (altezza metri 105, distanza in linea d’aria circa 3.32 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 44), una frazione Narcao che dista appena circa settecento metri dalla prossima omonima frazione Pesus che si trova in territorio di Perdaxius. In località Is Sais si trova lo stadio Comunale di NarcaoPresa dal centro di Narcao la via Carbonia verso ovest, in direzione di Perdaxius, a meno di un chilometro dal Municipio di Narcao si trova il cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato. Qui, seguendo le indicazioni per lo stadio Comunale, svoltiamo verso destra nell’ampia strada che seguiamo per poco meno di trecento metri, poi prendiamo la traversa a destra sempre seguendo le indicazioni per lo stadio, del quale raggiungiamo l’ingresso in circa duecento metri, alla destra della strada. Lo Stadio Comunale è un Campo da Calcio che si trova in località Is Sais, dotato di fondo in erba, e con tribune in grado di ospitare circa Duecento spettatori. In questo Campo da Calcio gioca le sue partite casalinghe la squadra della società Atletico Narcao, nata nel 1925, che gioca in Prima Categoria nel girone B di Sardegna. E vi gioca le sue partite casalinghe anche la squadra della società Perdaxius, che partecipa al campionato di calcio di Seconda Categoria Girone B di Sardegna, dopo che è stato dismesso la stadia di Perdaxius. Proseguendo raggiungiamo le frazioni Is Sais Inferiore e Is Sais SuperioreDa dove abbiamo lasciato la strada provinciale ed abbiamo svoltato verso destra seguendo le indicazioni per lo stadio Comunale, seguiamo questa strada evitando la traversa per lo stadio, e proseguiamo invece dritti. Percorso circa un chilometro e cento metri, raggiungiamo la frazione Is Sais Inferiore (altezza metri 137, distanza in linea d’aria circa 1.92 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 41). Proseguendo nerso nord, la strada che ci ha portati a Is Sais Inferiore dopo centosettanta metri si immettesu una trasversale, la prendiamo verso sinistra e, in quattrocento metri, ci porta all’interno della frazione Is Sais Superiore (altezza metri 134, distanza in linea d’aria circa 2.43 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 23). In località Perruxia si trova il Campo da Calcio Santa LuciaDal centro di Narcao riprendiamo la via Carbonia verso ovest, in direzione di Perdaxius, la seguiamo per seicento metri e, seguendo le indicazioni per Terraseo, prendiamo a destra la via delle Miniere. Percorsa per cinquecento metri, prendiamo una deviazione sulla sinistra che ci porta in località Perruxia. La seguiamo per poco più di centocinquanta metri, e troviamo, a destra, l’ingresso del Campo da Calcio Santa Lucia un campo con fondo in terra battuta, che non è dotato di tribune per il pubblico. I resti della miniera di Mont’EgaDal centro di Narcao riprendiamo la via Carbonia verso ovest, in direzione di Perdaxius, la seguiamo per seicento metri e, seguendo le indicazioni per Terraseo, prendiamo a destra la via delle Miniere, che uscirà dall’abitato diventando la strada Comunale che collega appunto Narcao con Terraseo. Passata la deviazione per la località Perruxia, proseguiamo dritti e lasciamo sulla sinistra i resti della Miniera di Mont'Ega che è stata interessata da diversi permessi minerari per piombo, zinco, rame e argento sin dal 1814, ma la presenza di fosse romane e pisane fa presupporre che l’area mineraria fosse già nota in tempi antichi. Il primo permesso di estrazione viene concesso nel 1874, e nel 1893 viene rilasciata la concessione per un’area di 358 ettari. alla fine dell’Otttocento nella miniera sono impiegate 40 persone. Dal 1907 vengono realizzati un mulino di macinazione, costruiti edifici amministrativi, case per gli operai, un’infermeria, ed una filovia per il trasporto della barite sino alla stazione di Narcao. Nel 1935 nella miniera sono impegnati 30 operai. Dopo diversi passaggi della concessione, la miniera resta inattiva tra il 1948 e il 1953 a causa della crisi nazionale del mercato della barite. Nel 1956 la concessione passa alla Società Mineraria Sarda, che nel 1965 la cede alla Società Anonima IMC Italia, una multinazionale americana interessata alla barite per impieghi nelle perforazioni petrolifere, il cui tentativo di attuare un sfruttamento intensivo del giacimento, porta molti problemi con la regione Sardegna. Nel 1972 la concessione passa alla Bariosarda Spa, costituita dall’Ente Minerario sardo per farsi carico delle miniere del settore baritico abbandonate dai privati, ma, nonostante il giacimento non sia esaurito, la miniera chiude definitivamente nel 1999. La frazione Terraseo con la chiesa parrocchiale di San GioacchinoDal centro di Narcao riprendiamo la via Carbonia verso ovest, in direzione di Perdaxius, la seguiamo per seicento metri e, seguendo le indicazioni per Terraseo, prendiamo a destra la via delle Miniere, che uscirà dall’abitato diventando la strada Comunale che collega appunto Narcao con Terraseo. La seguiamo per quasi sei chilometri e mezzo, e, prima di arrivare nell’abitato, si vede, alla sinistra della strada, il muro di cinta con i cancelli di ingresso al Cimitero di Terraseo. Subito più avanti, si arriva a un trivio, dove a destra parte la SP85 che conduce verso Iglesias, a sinistra la SP107 che conduce verso Perdaxius, mentre proseguendo dritti si entra nell’abitato della frazione Terraseo (altezza metri 312, distanza in linea d’aria circa 6.69 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 408), una delle più importanti frazioni di Narcao. All’interno dell’abitato, in piazza della Parrocchia, si trova la chiesa di San Gioacchino dedicata all’omonimo Santo, che è la chiesa parrocchiale di Terraseo. La piccola chiesa presenta una struttura molto semplice, con una facciata costituita dal solo portone in legno, un rosone grezzo posizionato superiormente, sovrastato da un piccolo campanile ad arco, con annessa una campana. Accanto alla chiesa è presente, come costruzione indipendente, un campanile a quattro campane con pianta quadrata, di più recente costruzione. Dal 2012 il Fagiolo bianco di Terraseo viene tutelato dall’Agenzia regionale sarda per la Ricerca Scientifica e la Sperimentazione nel Settore agricolo e nella Tutela delle Biodiversità, con l’obiettivo di rivitalizzare questa coltura tipica, le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono dal territorio in cui viene prodotta. Il tempio punico di TerraseoCirca trecento metri prima di arrivare al Cimitero di Terraseo, si trova sulla sinistra una stretta strada bianca che conduce nella località Strumpu Bagoi. La percorriamo per circa cinquanta metri e troviamo il Tempio punico di Terraseo un antico tempio campestre di epoca tardo punica e romana. Questo tempio è stato scoperto casualmente nel 1971 durante dei lavori di aratura, e sono iniziati allora gli scavi che hanno rivelato l’importante scoperta archeologica. Edificato nel quarto secolo avanti Cristo, è stato dedicato dai punici alle dee Astarte e Tanit, ed è stato successivamente dedicato dai Romani al culto agrario delle dee greche Demetra e Kore. Attualmente il tempio, chiuso da una recinzione, presenta la struttura originaria punica, dato che i successivi rifacimenti romani non hanno mutato il suo impianto originale. È composto da tre ambienti distinti. In esso si trova un pozzo sacro con edicola, che conteneva molti ex voto; un sacello a pianta rettangolare diviso in due locali, il primo con le pareti inclinate che fanno pensare ad una copertura a volta, l’altro invece con un tetto di copertura piatto; ed un terzo ambiente che doveva probabilmente essere l’abitazione del sacerdote della dea. Davanti al sacello si trova un basamento, ed erano allineati cinque grossi altari di dimensioni uguali più un sesto, più piccolo, presso i quali sono stati ritrovati abbondante quantità di cenere, piccoli frammenti ossei, e denti di animale, compatibili con i sacrifici animali tipici dei riti dell’epoca. Le numerosissime statuette ritrovate all’interno del tempio raffiguravano Demetra, specialmente come una donna con il velo, che stringe al seno un maialino e regge con la mano destra una torcia. Questi ex voto si presentano cavi all’interno e sono alti circa quindici centimetri. Vi sono tuttavia esemplari più grandi come la statua di culto della dea Demetra Cruciforme, rinvenuta nell’altarino presente in uno dei due locali del sacello. La grotta di Margani ed il Nuraghe MarganiPassata la deviazione per entrare nell’abitato di Terraseo, proseguiamo verso destra lungo la SP85 in direzione di Iglesias, percorriamo un chilometro e novecento metri e troviamo una deviazione in una strada bianca leggermente verso destra. Seguita per trecento metri, prendiamo poi un sentiero sulla sinistra, che, in quasi cinquecento metri, conduce alla Grotta di Margani una cavità carsica di interesse archeologico, sfruttata in passato anche come cava di alabastro. A nord est rispetto alla grotta, si trova un alto rilievo, sul quale sono presenti i resti del Nuraghe Margani un Nuraghe di tipologia indefinita edificato a 480 metri di altezza, che si trova ai confini fra il territorio Comunale di Narcao e quello di Villamassargia. La frazione Is MeddasDal centro di Narcao, prendiamo verso sud la via Villaperuccio, che costeggia il Cimitero di Narcao e poi esce dall’abitato con il nome di SP80 in direzione appunto di Villaperuccio. Percorsa per circa due chilometri, si trova alla destra della strada l’abitato della frazione Is Meddas (altezza metri 109, distanza in linea d’aria circa 2.11 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 45). La frazione rio Murtas con la chiesa parrocchiale di San Giuseppe ArtigianoDal centro di Narcao prendiamo verso est la via Cagliari, che è la prosecuzione della via Carbonia, e che esce dall’abitato con il nome di SP78. Seguita per due chilometri e duecento metri, troviamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato della frazione rio Murtas o Riomurtas (altezza metri 165, distanza in linea d’aria circa 4.00 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 696). Si tratta di una frazione molto grande, che è la principale di Narcao, e si sviluppa per oltre due chilometri ai lati della via Nazionale, che è il nome che assume all’interno dell’abitato la SP78. Arrivati all’interno della frazione, percorriamo lungo la via Nazionale quasi un chilometro dal cartello segnaletico che indica l’ingresso nella frazione, prendiamo a sinistra la via Europa, e, dopo una cinquantina di metri si trova, alla sinistra della strada, la chiesa di San Giuseppe Artigiano che è la chiesa parrocchiale della frazione rio Murtas. Dopo aver trovato alla sinistra la via Europa, percorriamo ancora seicento metri lungo la via Nazionale, e prendiamo la strada sulla sinistra seguendo le indicazioni per il villaggio minerario Rosas. Dopo un’ottantina di metri arriviamo a un bivio, dove per il villaggio minerario si prende a destra, mentre noi proseguiamo verso sinistra. Seguiamo questa strada per trecento metri, e vediamo, alla sinistra della strada, il muro di cinta e l’ingresso del Cimitero di rio Murtas. Nella frazione rio Murtas si trovano diversi impianti sportiviDopo aver trovato alla sinistra la via Europa, percorriamo solo trecento metri lungo la via Nazionale, e su di essa sbocca da sinistra la via Europa. Percorsa per una trentina di metri, vediamo alla sinistra la stretta strada bianca che porta al Campo Sportivo polivalente di rio Murtas, dotato di tribune in grado di ospitare 60 spettatori, nel quale si praticano le discipline della pallavolo e del tennis. Percorso altri ottocentocinquanta metri lungo la via Nazionale, usciti dall’abitato in località Su Terratzu, si vede alla sinistra della strada l’ingresso del Campo Sportivo Comunale di rio Murtas, un Campo da Calcio con fondo in terra, dotato di tribune in grado di ospitare 80 spettatori. La frazione Is Aios con la chiesa di Santa Barbara Vergine e MartireProseguiamo lungo la SP78 e, a due chilometri e settecento metri dal cartello segnaletico che aveva indicato l’ingresso in rio Murtas, si arriva a uno svincolo, dove a sinistra la strada conduce verso Terrubia, mentre a destra continua la SP78. Prendiamo a destra e, dopo un chilometro, troviamo la deviazione a destra in via Santa Barbara, che ci porta all’interno della frazione Is Aios (altezza metri 155, distanza in linea d’aria circa 6.15 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 69). Percorsi trecento metri lungo la via Santa Barbara, che ci conduce all’interno dell’abitato, si trova alla sinistra della strada la piccola chiesa di Santa Barbara Vergine e Martire dedicata alla protettrice dei minatori, costruita con le offerte e con il lavoro degli abitanti. La particolarità di Is Aios, che prende il nome dai primi abitanti del paese che avevano come cognome Aiò, è che si posiziona al confine tra l’area del comune di Narcao e quella del comune di Nuxis, e una strada, la via della Margherite, divide in due il paese, facendo sì che la maggior parte degli abitanti della frazione appartengano al comune di Narcao, mentre una piccola parte appartiene al comune di Nuxis. La frazione Terrubia stazione con resti della Stazione ferroviaria dismessa di TerrubiaDallo svincolo tra la strada che conduce a Terralba e la prosecuzione della SP78, prendiamo a destra la SP78 e, appena iniziata la strada, svoltiamo a destra sulla via della Stazione, alla sinistra della quale si trova la frazione Terrubia Stazione (altezza indeterminata, distanza in linea d’aria circa 5.83 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), con alla sinistra della strada il serbatoio idrico della stazione e la ex casa Cantoniera posta a ridosso della SP78, e, subito più avanti, l’edificio dell’ex Stazione ferroviaria di Terrubia. La Stazione ferroviaria di Terrubia era una Stazione ferroviaria lungo la linea che collegava Siliqua con San Giovanni Suergiu e poi Calasetta. L’impianto, che faceva parte della rete ferroviaria pubblica a scartamento ridotto portata avanti dalla Ferrovie Meridionali Sarde, viene inaugurato nel 1926, in un’area in cui all’epoca vertevano diversi scavi minerari, tra i quali quello di Rosas. Classificato dalle FMS come stazione, è originariamente solo una fermata, ma nel secondo dopoguerra viene potenziato e trasformato in una stazione a tutti gli effetti, che rimane attiva sino al 1968, data della sospensione del servizio ferroviario tra le stazioni di Siliqua e Narcao dovuta alla realizzazione della diga di Bau Pressiu, il cui omonimo lago artificiale avrebbe poi sommerso un breve tratto di linea. Per questo, sino alla realizzazione di una variante che aggirasse a monte il nuovo bacino idrico, la linea ferroviaria viene sostituita da autolinee, situazione che resta invariata per i sei anni successivi, e nel 1974 la stazione viene definitivamente dismessa insieme alla linea. L’impianto viene successivamente disarmato, ed il fabbricato viaggiatori ristrutturato per usi residenziali. La frazione TerrubiaDallo svincolo tra la strada che conduce a Terralba e la prosecuzione della SP78, prendiamo a sinistra la trada che si dirige verso nord ovest e, in ottocento metri, raggiungiamo l’abitato della frazione Terrubia (altezza metri 160, distanza in linea d’aria circa 5.56 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 77). Oggi questa frazione fonda la sua economia sull’agricoltura e l’allevamento ma, fino agli anni sessanta e Settanta, era un’importante centro minerario del Sulcis. La miniera più importante si trova più a nord, a circa tre chilometri dall’abitato, ed è conosciuta come miniera di Rosas, che vedremo più avanti. Più a nord si trova la frazione Rosas con la miniera di RosasProseguendo verso nord per altri ottocento metri, si raggiunge la frazione Rosas (altezza indeterminata, distanza in linea d’aria circa 5.33 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), nella quale si trova la interessante miniera di Rosas, ormai abbandonata, situata in una piacevole cornice di colline boscose. La Miniera di Rosas viene scoperta nel 1832 da Enzo Perpignano, che sotto il monte Rosas, così chiamato per la presenza della rosasite ossia un minerale di colorito rosato che prende il nome dalle miniere di Rosas dov'è stata scoperta, rileva un giacimento di metalli misti. Nel 1851 viene emessa la concessione reale per l’estrazione di galena, la terza concessione mineraria in ordine cronologico per l’attività estrattiva nel Sulcis. l’estrazione avviene quasi a cielo aperto, ma ad un certo punto diviene più onerosa e la società abbandona i lavori. Nel 1890 nuove esplorazioni mettono in luce discreti giacimenti di carbonati di zinco e piombo, solfuri misti e solfuri di rame, e la miniera di Rosas torna ad essere appetibile, viene quindi costruita una moderna laveria. I moderni macchinari consentono di trattare dieci tonnellate di minerale al giorno, vengono costruiti un tratto di ferrovia da Rosas a Terrubia e tutte le infrastrutture necessarie ad un’attività viva e fiorente. Nel 1911 comincia, però, un nuovo declino, a causa del crollo dei prezzi sul mercato del piombo e dello zinco, sino all’inesorabile declino degli anni settanta del novecento. Del vecchio villaggio minerario restano alcuni edifici, probabilmente usati un tempo dai minatori come alloggio, e la laveria. La miniera di Rosas a Narcao è ancora oggi uno dei siti minerari più belli e significativi della Sardegna. Rimessa in luce e trasformata in struttura ricettiva, ogni anno accoglie migliaia di visitatori offrendo oltre alla possibilità di visitare il Museo e le antiche gallerie, ed ospita spettacoli di diverso genere. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossimatappa del nostro viaggio, ci recheremo a Nuxis che visiteremo con il suo centro ed i dintorni con la localtà Tattinu dove si trovano la chiesa campestre di Sant’Elia Profeta ed il villaggio di Tattinu con il suo pozzo sacro. |