Nuxis ed i dintorni con la chiesa campestre di Sant’Elia Profeta ed il pozzo sacro di Tattinu
In questa tappa del nostro viaggio, ci recheremo a Nuxis che visiteremo con il suo centro ed i dintorni con la localtà Tattinu dove si trovano la chiesa campestre di Sant’Elia Profeta ed il villaggio di Tattinu con il suo pozzo sacro. Il Sulcis nella regione storica del Sulcis-IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Il Sulcis (nome in lingua sarda Sa Meurreddìa) si estende nella porzione sudoccidentale dell’isola, parte integrante della regione storica del Sulcis-Iglesiente, ed appartiene alla Provincia del Sud Sardegna ed a quella di Cagliari. I suoi comuni nella Provincia del Sud Sardegna sono Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domus de Maria, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Santadi, Siliqua, Teulada, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Quelli nella città Metropolitana di Cagliari sono Pula, Sarroch e Villa San Pietro, che si trovano però tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nel tratto costiero caratterizzato da ampie spiagge, tra cui spicca Piscinas, con le sue metafisiche dune di sabbia, o la splendida insenatura di Masua, che guarda il faraglione calcareo di Pan di Zucchero. In viaggio verso NuxisDa Narcao proseguiamo ancora sulla SP78 verso est, dopo otto chilometri raggiungiamo Acquacadda, qui svoltiamo a destra sulla SS293 di Giba che si dirige verso sud e dopo tre chilometri ci porta a Nuxis. Dal Municipio di Narcao a quello di Nuxis, lungo questa stada, si percorrono 8.7 chilometri. Il comune chiamato NuxisIl comune chiamato Nuxis (altezza metri 190 sul livello del mare, abitanti 1.434 al 31 dicembre 2021) si trova nella parte meridionale della Provincia del Sud Sardegna, sulle propaggini nord occidentali del monte Nieddu. L’abitato è attraversato dalla SS293 di Giba. Il territorio Comunale, caratterizzato da splendide leccete e da un sottobosco con stupendi esemplari ed essenze tipiche della macchia mediterranea, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono ben 1.113 metri di quota. Nel suo territorio sono presenti varie miniere, segno di un’attività mineraria estrattiva che dura da millenni, tra le quali è presente una miniera molto importante, la miniera di Monte Tamara. Tra i tipi di materiale estratto, è degno di nota il raro marmo nero di Nuxis, chiamato anche marmo Tamara. Origine del nomeIl suo nome trae origine dal latino Nux o Nuce, da cui deriva Nuxis inteso come il luogo degli alberi di noce. Probailmente viene così chiamato dato che l’albero di noce era una pianta particolarmente diffusa in questa località del Sulcis. Il nome ha subìto numerose trasformazioni, dato che nelle carte medievali il luogo era segnato col nome di Nugis o Nucis, nel dodicesimo secolo con quello di Nughes, ed infine, con l’arrivo nell’isola dei Catalano Aragonesi, con il nome attuale. La sua economiaSi tratta di un comune collinare la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da imprese che operano nei comparti del legno e dell’edilizia. Interessante è l’artigianato, impegnato nella tessitura, tintura, filatura, intrecciatura di cestini, nella fabbricazione di coltelli e strumenti musicali, per la quale vengono utilizzati ancora oggi antichi attrezzi da lavoro ormai dimenticati. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Situata in una posizione vicina a belle spiagge, ha registrato un notevole sviluppo turistico, grazie anche al clima ideale per passeggiate nella più tipica macchia mediterranea. Motivo di richiamo è anche la cucina, rinomata per la qualità e il gusto genuino dei suoi ingredienti, basati soprattutto su olive, ortaggi, formaggi, carni. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio di Nuxis è stato abitato fino dal Neolitico, come testimonia la necropoli di S’Acqua Cadda, riferibile alla Cultura di Monte Claro. Al periodo nuragico appartengono i resti di vari Nuraghi e del pozzo sacro di Tattinu. Solo dopo l’anno Mille, subisce una notevole crescita abitativa, grazie alla presenza sul territorio dei Monaci Benedettini. Nel periodo giudicale, il paese è chiamato Nughes o Nugis, nome che deriva dalla presenza di alberi da noce, e fà parte del Giudicato di Càralis, nella curatoria del Sulcis. Dopo il 1258 passa ad Ugolino della Gherardesca, e successivamente al comune di Pisa, quindi agli Aragonesi che lo affidano a diversi feudatari. A partire dal 1397 circa, il villaggio di Nuxis si spopola per le incursioni dei Saraceni, e torna a ripopolarsi nel settecento, quando vi si stabilirono agricoltori che iniziano ad abitare nelle tipiche abitazioni rurali, i Furriadroxius, che ancora oggi si possono ammirare nei pressi del paese, ed il paese diviene uno dei più importanti del Sulcis. Dopo il 1853 diviene una località del nuovo comune di Santadi, ed ottiene lo status di comune autonomo nel 1957, staccandosi da Santadi. Del comune di Nuxis nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. I Furriadroxius di NuxisI Furriadroxius erano le tradizionali abitazioni rurali delle campagne e dei monti del Sulcis. Sparsi tra le campagne, erano insediamenti monofamiliari che, fino alla prima metà del novecento, accoglievano famiglie dedite all’agricoltura e alla pastorizia, ed erano edificati in localtà di facile accesso, soprattutto nelle vicinanze di fonti d’acqua, siano state esse Torrenti o pozzi. Ciascuno si presenta come un’unità abitativa composta da una cucina, alcune camere da letto, ed alcuni locali accessori come la dispensa ed il forno per il pane. Nello spazio esterno trovano posto i ricoveri per gli attrezzi, per gli animali, per le scorte, ed una o più corti. Oggi molti sono stati abbandonati, a Nuxis ne sono stati censiti ben 23. Uno di essi è stato inglobato nel centro abitato, alcuni sono stati abbandonati e se ne possono ammirare i ruderi, altri invece si sono trasformati in moderne aziende agricole. Le principali feste e sagre che si celebrano a NuxisA Nuxis è attiva l’Associazione Culturale Gruppo Folk Sant’Elia di Nuxis, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Nelle loro esibizioni è possibile ammirare i tipici costumi tradizionali del paese. Tra le principali feste e sagre che si celebrano a Nuxis figurano, il 29 giugno, la Festa di San Pietro Apostolo, che è la Festa patronale del paese; il 22 maggio, la Festa di Santa Rita, il cui allestimento è da sempre curato da una famiglia del paese come ringraziamento per grazie ricevute; ad agosto, la Festa de su Addeu, la Festa del centro storico, per la quale il centro storico di Nuxis si anima grazie agli stands di artigiani e produttori, che fanno rivivere per un giorno gli antichi mestieri; sul finire dell’estate, dagli anni sessanta si svolge la Festa di Santa Severa, che una leggenda dice essere apparsa in sogno ad una persona chiedendo le venisse dedicata una statua, e la statua in legno è tuttora conservata e viene portata in processione; il 22 settembre, si svolge la Festa di Sant’Elia, per la quale anticamente i festeggiamenti duravano due giorni, e sono stati riproposti nel 1986, dopo essere stati abbandonati per circa venti anni, che prevede una processione dal paese fino alla piccola chiesa del Santo, in località Tattinu. Visita del centro di NuxisL’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Arrivando a Nuxis da nord est con la SS293 di Giba, troviamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, dopo il quale la strada assume il nome di via Grazia Deledda. Gli impianti sportivi di via Meazza in località Su PranuPassato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, dalla via Grazia Deledda prendiamo la prima traversa a destra, ossia la via Meazza, che è la Strada Comunale che collega Nuxis con Is Aios, la seguiamo costeggiando parte degli impianti sportivi di via Meazza e, dopo cinquecento metri, arrivati in località Su Pranu, troviamo alla destra della stada il cancello di ingresso allo Stadio Comunale di Nuxis, realizzato su un’area di circa 20mila metri quadrati nei primi anni ottanta e dotato, nel 1993, di alcuni locali aggiuntivi. All’interno di questa stadio si trova il Campo da Calcio di dimensioni regolamentari, con fondo in erba naturale, ed, intorno al Campo da Calcio, si trova la Pista d’atletica leggera pavimentata in resina poliuretanica elasticizzata, nella quale svolgere competizioni d’atletica leggera e corse su pista. La struttura che ospita il Campo da Calcio e la pista d’atletica leggera è dotata di tribune in grado di ospitare circa 1.000 spettatori. In questo stadio si svolgono le partite casalinghe della Società Sportiva Dilettantistica Acquacadda Nuxis, che gioca in Seconda Categoria, girone C della Sardegna. A metà strada, prima di arrivare al cancello di ingresso allo stadio, si trova, sempre alla destra della strada, l’ingresso dal quale si arriva dopo un certo percorso a piedi al Campo Sportivo polivalente di Nuxis, costruito su una superficie di circa 4mila metri quadrati a metà degli anni novanta. In esso è presente un Campo da Calcetto, con fondo in erba sintetica, senza tribune, nel quale praticare calcio, calcio a cinque ed altre attività sportive di vario tipo. Il Municipio di NuxisPassato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, entriamo nell’abitato con la via Grazia Deledda, la seguiamo per quattrocentocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la via della lbertà, la seguiamo per centottanta metri, e svoltiamo a destra in via Cagliari, lungo la quale subito, alla destra della strada, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Nuxis. Il palazzo Comunale, realizzato nei primi anni del novecento, è stato ristrutturato e ampliato nel corso del 1988. Successivamente, nel 2001, è stato oggetto di opere di rifacimento, per venire incontro alle cresciute esigenze del paese. In precedenza si sviluppava su due piani con struttura portante in muratura di pietrame nella parte preesistente ed in cemento armato nella parte più recente. Il Centro EtnograficoLa prosecuzione della via della lbertà è il viale Indipendenza, un viale alberato sulla destra, nel quale si trova il Centro Etnografico che è stato costruito su di un unico piano a metà degli anni Novanta, ed è destinato ad ospitare l’esposizione permanente dell’artigianato locale. Il Centro è una esposizione realizzata da Salvatore Arceri, un cittadino di Nuxis depositario di un ricchissimo assortimento di oggetti tradizionali, il quale, oltre alla sconfinata collezione, realizza anche vasellame, concia pelli, tesse tappeti con i tradizionali telai, intreccia cestini, ed altro. Nella esposizione è possibile, tra l’altro, ammirare un telaio risalente ai primi del seicento. Gli impianti sportivi del viale IndipendenzaPercorsi poco meno di trecento metri lungo il viale Indipendenza, di fronte al civico numero 43, alla destra della strada, subito prima dei Giardini Pubblici, si trova l’ingresso degli impianti sportivi del viale Indipendenza realizzati nei primi anni ottanta. All’interno di questi impianti si trova un Campo da Tennis recintato in rete metallica, con pavimentazione in malta di cemento resino bituminosa e con impianto di illuminazione, dove opera il Tennis Club di Nuxis. All’interno di questi impianti sono presenti anche due Campi da bocce con pavimentazione in terra battuta, più servizi e spogliatoi. La piscina di NuxisPercorsi quattrocento metri, al termine del viale Indipendenza, prendiamo a sinistra la via Emilio Lussu, la seguiamo per duecentottanta metri, poi a sinistra in via Pubusa, dopo un’ottantina di metri vediamo l’edificio che ospita i Servizi Sanitari Sant’Elia di Nuxis, dove si trova la Piscina di Sant’Elia nella quale è possibile praticare nuoto in tutti gli stili ed altre attività da esercitare in piscina. La chiesa parrocchiale di San Pietro ApostoloAl termine del viale Indipendenza, prendiamo a destra la via Giuseppe garibaldi, dopo una cinquantina di metri arriviamo a un bivio, dove svoltiamo leggermente a sinistra e, in un’ottantina di metri, arriviamo in piazza San Pietro, dove si trova la chiesa parrocchiale. Avremmo potuto arrivarci anche dal Municipio di nuxis, proseguendo verso sud lungo la via Cagliari, dopo un centinaio di metri prendendo leggermente a sinistra per rimanere sulla via Cagliari, dopo un altro centinaio di metri svoltando a sinistra nella via San Pietro, che, in trecentocinquanta metri, ci porta nella piazza San Pietro. In piazza San Pietro si trova la chiesa di San Pietro Apostolo che è stata inaugurata nel 1853, e in quell’occasione il Vescovo di Iglesias ha consegnato alcune relique del Santo. La chiesa nel 1875 è divenuta la parrocchiale di Nuxis. Edificata con materiali ricavati da un edificio religioso sempre dedicato a San Pietro, che era però situata in una posizione un pò arretrata rispetto a quello attuale, che era stato demolito poco prima. Dal punto di vista architettonico, la facciata della chiesa risulta divisa in tre parti, in alto è presente un timpano di forma triangolare e un campanile a vela. La facciata è arricchita da un imponente portone in bronzo realizzato a spese della popolazione nel 1983 dallo scultore monserratino Gianni Argiolas, raffigurante San Pietro che stringe un mazzo di chiavi in una mano ed una rete da pescatore nell’altra. Al di sopra di questo si apre una finestra bilobata. Sui lati della chiesa esistono dei contrafforti aggiunti, resi necessari a causa dei due crolli delle volte durante l’edificazione. L’interno, di forma molto semplice, presenta una navata unica rettangolare senza cappelle, coperta con volta a botte. All’interno della chiesa si possono ammirare una bella statua lignea di Sant’Elia, risalente al seicento, proveniente dalla piccola chiesa omonima; il reliquiario della Santa Croce, che custodisce la reliquia di San Pietro, realizzato in argento sbalzato con una lavorazione molto ricca ed elaborata, della fine del seicento o inizio del settecento; ed anche un crocifisso risalente alla metà del diciannovesimo secolo. San Pietro è il patrono di Nuxis e la Festa di San Pietro Apostolo, che è la più sentita dalla popolazione, si celebra il 29 giugno. alla vigilia viene acceso un grande falò nella piazza della chiesa, che simboleggiava luce, purificazione, speranza, ma che probabilmente, nei tempi più lontani, aveva anche il fine più pratico di servire da guida per i pellegrini in arrivo e di riscaldare la gente durante la veglia notturna. Il fuoco è talmente grande da durare tutta la notte e il giorno successivo, e con le sue braci vengono poi arrostite le carni offerte per l’occasione ai partecipanti, da mangiare tutti insieme. Sul sagrato della chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, proprio di fronte al suo ingresso, si trova il Monumento dedicato da Nuxis ai caduti di tutte le guerre. Il Cimitero di NuxisDa dove, sulla SS293 di Giba, abbiamo trovato il cartello segnaletico indicativo dell’ingresso nell’abitato, proseguiamo lungo la via Grazia Deledda, dopo trecentocinquanta metri incrociamo la via della lbertà che ci ha portato al Municipio, proseguiamo lungo la via Grazia Deledda e, dopo altri trecento metri, svoltiamo a sinistra, prendiamo la via Roma, la seguiamo per duecento metri, poi svoltiamo a destra in via Santadi, dopo centocinquanta metri arriviamo a una rotonda dove prendiamo la seconda uscita, che ci porta in via Giuseppe Verdi. Lungo la via Giuseppe Verdi, dopo centocinquanta metri, vediamo alla sinistra della strada il muro di cinta e l’ingresso del Cimitero di Nuxis, costruito negli anni cinquanta del novecento, ampliato negli anni novanta, che comprende anche una cappella. Visita dei dintorni di NuxisIl patrimonio archeologico di Nuxis è ricchissimo. Nei dintorni di Nuxis, sono stati portati alla luce i resti delle domus de janas chiamate Is Gruttixeddas; della necropoli di S’Acqua Cadda; dei Nuraghi Chiccu Mei, Ega Is Marsinis, Guardia Cristo, Is Cuccus, Is Cuccus II, Is messaius, Is Pittaus, Perdosu, su Sinibidraxiu, tutti di una tipologia indefinita. A nord ovest di Nuxis si trova la frazione Is SantusDal centro di Nuxis riprendiamo verso nord la via Grazia Deledda, che è la SS293 di Giba, prima di arrivare al cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato di Nuxis, prendiamo verso sinistra, la via Meazza, che è la Strada Comunale che collega Nuxis con Is Aios. La seguiamo passando accanto agli impianti sportivi di via Meazza, e, dopo poco più di un chilometro, prendiamo a sinistra, ossia verso ovest, la strada seguendo le indicazioni per la località Is Santus. La seguiamo per cinquecento metri, poi a destra raggiungiamo le abitazioni della frazione Is Santus (altezza metri 167, distanza in linea d’aria circa 1.16 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 16), una piccola frazione Nuxis. A nord la frazione su Peppi MereuPresa verso nord la SS293 di Giba, dal cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato di Nuxis, percorsi cinquecento metri, in corrispondenza del cartello che indica il chilometro 52, la strada statale passa all’interno della frazione su Peppi Mereu (altezza metri 195, distanza in linea d’aria circa 1.33 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 28). Ad ovest rispetto a questa frazione, sono presenti i resti della Miniera di su Sinibidraxiu una vecchia miniera di piombo e zinco ubicata presso l’omonimo Nuraghe, all’ingresso di Nuxis, in un’area nella quale sono presenti profonde cavità carsiche. Nei pressi di questa miniera, a sud ovest, si trovano i resti del Nuraghe di su Sinibidraxiu un Nuraghe di tipologia indefinita edificato a 259 metri di altezza. La frazione CrabìPercorsi verso nord lungo la SS293 di Giba altri cinquecento metri, entrimo all’interno dell’abitato della frazione Crabì (altezza metri 200, distanza in linea d’aria circa 1.88 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 41), La frazione Acquacadda con la necropoli trovata nella grotta di S’Acqua CaddaPercorso verso nord lungo la SS293 di Giba ancora un chilometro, deviamo verso sinistra seguendo le indicazioni per Cuccu AF Infissi nella via Sardegna che, in duecento metri, ci porta all’interno dell’abitato della frazione Acquacadda (altezza metri 181, distanza in linea d’aria circa 2.73 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 161), una delle frazioni più rinomate di Nuxis. Nel 1964 la frazione Acquacadda, che apparteneva al comune di Narcao, si è aggregata a quello di Nuxis, con apposita legge regionale. Si tratta di una località situata nel cuore di un’area montana molto verde, dove è possibile imbattersi in numerose sorgenti quali quelle di Su Tippu S’Acqua ‘e su Stampu, e inbacini artificiali quali quello di Bau Pressiu. A vocazione prettamente agro pastorale, in questo angolo di Sardegna si trovano numerose miniere appartenenti al parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, alcune delle quali ancora oggi risultano aperte al pubblico per poterne apprendere la storia e il ruolo economico svolto in passato. Nelle vicinanze di questa frazione montuosa è possibile imbattersi anche in alcuni tra i più rilevanti siti archeologici della Sardegna. Per conoscere la storia passata di Acquacadda e del territorio Comunale di Nuxis, nei dintorni dell’abitato si trovano i resti della Necropoli di S’Acqua Cadda che si trova nella grotta omonima, e che viene fatta risalire alla Cultura di Monte Claro. In questa grotta sono state rinvenute sepolture umane con le ossa bruciacchiate perché poste al di sopra di uno strato di carbone, secondo un rito funerario che serviva per la purificazione delle tombe. La vecchia miniera di Sa Marchesa ed il Cantiere IlarioA nord est rispetto alla frazione Acquacadda, si trova un rilievo nel quale era stata edificata la vecchia Miniera di Sa Marchesa Aperta nel 1883 dall’imprenditore Julien Hilarion Roux marchese di Escombrera, per la coltivazione di minerali di Piombo, Zinco, Rame e Argento. Il titolo minerario comprendeva una superficie complessiva di 379 ettari, che, dopo varie vicissitudini, passa all’Ingegnere Belga Emilio Jacob. Nella miniera di Sa Marchesa si coltivava un filone mineralizzato a solfuri lungo quasi due chilometri, e la coltivazione avveniva soprattutto a cielo aperto, ma anche in sotterraneo con la Galleria rio Mannu, ed il Cantiere Ilario ubicato alla periferia nord ovest di Acquacadda, in direzione del filone mineralizzato, potrebbe essere considerato come un cantiere di Sa Marchesa. L’attività mineraria a Sa Marchesa si alterna dal 1896 fino al 1951, ma le prime difficoltà sono nate già nel 1899, quando dopo vani tentativi di arricchire il minerale utilizzando i crivelli, si opta per un arricchimento a mano. Nel 1951 la chiusura è già imminente, e si prelevava il minerale dalle discariche per essere trattato nelle laverie della miniera di Rosas. Oggi il cantiere conserva un forno di calcinazione in buono stato. La sorgente chiamata Sa Turri ed i resti di S’Omu de Sa donnaDa nord arrivamo a Nuxis con la SS293 di Giba e, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, dove parte a destra la via Meazza che porta agli impianti sportivi, prendiamo a sinistra la via Pubusa, dopo una settantina di metri arriviamo a un trivio, dove prendiamo a sinistra la strada che, dopo Duecentosettanta metri, sbocca sulla via Emilio Lussu. La prendiamo verso destra, la seguiamo per cento metri, poi prendiamo a sinistra la via Giorgio Asproni, che, dopo centotrenta metri, continua sulla via monte Tamara, che seguiamo per settecento metri costeggiando l’acquedotto, fono ad arrivare alla grande Sorgente di Sa Turri che si trova a monte dell’abitato. Ci si trova di fronte a un getto d’acqua davvero consistente, sufficiente per i bisogni della popolazione e altre necessità. Davanti alla sorgente si trovano i pochi resti di un rudere chiamato dalla notte dei tempi S’Omu de Sa donna che viene citato anche nel Dizionario geografico-Storico-Statistico: commerciale degli Stati di S. M. il re di Sardegna di Goffredo casalis e Vittorio Angius, dove si legge: I sulcitani dicono Scioppadroxius le grandi fessure delle roccie, donde erompono abbondantissime acque e Quindi indicherò presso Nugis a piè del monte ghiandifero la grossa vena, su scjoppadroxiu di Cosina, che versa le acque gorgoglianti dalle fauci di una roccia calcarea, dove chi entri, abbassandosi sopra il laghetto, trova due spelonche successive. Presso a questa fonte sono le rovine di un’antica costruzione, che dicono 'su palaziu dessa Marchesa', ed alcuni nominarono 'de donna Binita': che indicherebbe la Benedetta Marchesana di Massa, e giudicessa di Cagliari essersi qui ricoverata in quel tempo infelice quando lamberto ed Ubaldo le avevano occupata la massima parte del regno. E si fa riferimento a quando, intorno al 1215, la giudicessa Benedetta era fuggita da Cagliari ed era riparata all’interno, dopo che lamberto Visconti, giudice di Gallura, aveva riunito una grande flotta, era sbarcato con un esercito a Cagliari, aveva occupato la collina di Santa Gilla, ed aveva lasciato al fratello Ubaldo I il compito di conquistare il resto del territorio. I resti della miniera di Is Pilius nota come Sa MiniereddaA sud rispetto alla sorgente Sa Turri, ad una certa distanza, si trovano i resti della Miniera di Is Pilius nota come Sa Minieredda ossia la Piccola miniera. Che era una antica ed affascinante miniera di galena e di pirite, ubicata alle spalle di Nuxis. In questa miniera si coltivava un giacimento colonnare ricco di blenda, galena, arsenopirite, calcite e calcopirite. Attualmente sono presenti, imbocchi di galleria con ancora l’armatura in legno originale, discariche di sterili, e quel che resta del forno di calcinazione. La si può raggiungere percorrendo all’interno dell’abitato verso sud la via Grazia Deledda, circa cinquecento metri dopo aver incrociato la via Indipendenza, si incrocia la via Dante Alighieri, che conduce verso la zona archeologica Tattinu ed il monte Nieddu. Dopo poco più di centocinquanta metri, la via danta Alighieri incrocia a sinistra la via Santadi ed a destra la via Giuseppe Verdi, e prosegue nella via Brigata Sassari, la si segue per quattrocento metri, poi si prende verso destra una strada bianca, che conduce dalla periferia est del paese fino all’interno della zona mineraria. A sud di Nuxis le frazioni in località S’Acqua Callenti e Is PittausDa dove la via Grazia Deledda incrocia la via della lbertà che porta al Municipio di Nuxis, proseguiamo verso sud e la strada esce dall’abitato verso sud come SS293 di Giba, la seguiamo per un chilometro e duecento metri ed arriviamo in località S’Acqua Callenti. Incontriamo per prima la frazione S’Acqua Callenti de Basciu (altezza metri 166, distanza in linea d’aria circa 1.22 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 111), che troviamo prendendo a destra una deviazione che ci porta al suo interno in poche decine di metri. Proseguendo verso sud per circa cento metri lungo la SS293 di Giba, prendiamo a sinistra la deviazione verso est che, in circa centocinquanta metri, ci porta nella frazione S’Acqua Callenti (altezza metri 166, distanza in linea d’aria circa 1.07 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 91). Altri centocinquanta metri lungo questa deviazione verso est, e raggiungiamo la frazione S’Acqua Callenti de Susu (altezza indefinita, distanza in linea d’aria circa 1.06 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Dalla deviazione che ci aveva condotti verso est, riprendiamo la SS293 di Giba, la seguiamo per altri quasi trecento metri, e prendiamo una deviazione sulla destra che ci conduce all’interno della frazione Is Pittaus (altezza indefinita, distanza in linea d’aria circa 1.69 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), In località Pranedda si trovano due Nuraghi e le domus de janas dette Is GruttixeddasDalla frazione Is Pittaus, a più di un chilometro di distanza verso ovest si trova la località Pranedda, una località interessante ed assai conosciuta per i suoi resti archeologici. Tra essi si annoverano il Nuraghe Ega Is Marsinis di tipologia indefinita, edificato a 182 metri di altezza; più a sud, a quattrocento metri di distanza, il Nuraghe Is Pittaus anch’esso di tipologia indefinita, edificato a 186 metri di altezza. A circa cinquecento metri ad ovest rispetto al Nuraghe Ega Is Marsinis, in un costone roccioso affiorante, sono state individuate le due domus de janas di Pranedda che vengono solitamente chiamate Is Gruttixeddas. La frazione Is Pinnas che è la più a sud nel territorio di NuxisProseguendo verso sud per quasi quattro chilometri, all’altezza del chilometro 58.6, prendiamo la deviazione verso sinistra, la seguiamo per quattrocentocinquanta metri, poi a destra la via Is Sollais ch conduce all’interno della frazione Is Pinnas (altezza indefinita, distanza in linea d’aria circa 0.80 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che è la frazione più a sud nel territorio di Nuxis. Il monte TamaraAlle spalle del paese, a sud est, domina il paesaggio il Monte Tamara alto 849 metri, alle cui pendici sono stati effettuati numerosi lavori minerari, alcuni dei quali molto antichi. La morfologia di questo tratto di montagna è varia, ed è caratterizzata da forme abbastanza aspre nei calcari, che terminano con la Punta Portellittus e la Concai Antoni Airi, addolcite, nelle metamorfiti e negli scisti. I calcari sono interessati anche da fenomeni carsici di profondità, tra i quali la Grotta dell’Acquedotto, di rilevante importanza, poich&eavute; da essa si approvvigiona per buona parte l’acquedatto del comune, ed ancora in località Su Fossu de Tamara vi è una grotta a pozzo profonda ventisette metri, con delle bellissime colate e la presenza faunistica di geotritoni, anfibi urodeli fortemente protetti, considerati dei veri e propri fossili viventi. Il territorio di Nuxis, offre sul monte Tamara, oltre alle antiche miniere, anche la bella piccola chiesa campestre di Sant’Elia, di epoca bizantina, ed il pozzo sacro nuragico di Tattinu. Entrambi i siti sono distanti circa quattro chilometri dal paese, in direzione sud est. Alle pendici del monte Tamara si trova la chiesa campestre di Sant’Elia ProfetaA sud del paese, sulla SS293 di Giba, a circa un chilometro e trecento metri dall’incrocio con la via della lbertà che porta al Municipio, prendiamo a sinistra la strada che conduce fino alla frazione S’Acqua Callenti de Susu, e percorsi trecento metri incrociamo la via Giuseppe Verdi proveniente dal centro di Nuxis. La prendiamo verso destra, ossia in dierzione sud, seguendo le indicazioni e la seguiamo per due chilometri e duecento metri, arriviamo a un bivio nel quale, seguendo le indicazioni, proseguiamo dritti sino ad arrivare, in località Tattinu ossia nella valle del rio Tattinu, sulla collina dove si trova la chiesa campestre di Sant’Elia Profeta chiamata anche Sant’Elia di Tattinu. Edificata in periodo bizantino con pietre non squadrate e di piccole dimensioni in un periodo ricompreso tra il nono e il decimo secolo, è molto simile alla basilica di San Saturno a Cagliari, anche se di dimensioni molto inferiori. Nell’undicesimo secolo, è stata rimaneggiata in stile romanico. Un unico documento che ne parla, inedito, è del 1560, e propone l’immagine di un eremo nel bosco, affidato verosimilmente alla custodia di un eremitano. Nel 1909 a causa del crollo della cupola, avviene un primo restauro, e dal 1968 è oggetto di studio da parte di renata Serra, in seguito, grazie alla relazione storico artistica allegata al progetto di restauro dell’architetto Augusto Garau del 1987, viene riaperta al culto. La chiesa ha pianta a croce greca, con quattro bracci uguali voltati a botte, sormontati nel punto d’incrocio da un tiburio quadrangolare sovrastato da ciò che appare la parte più alta della cupola centrale troncoconica, molto allungata, completamente intonacata. Nella facciata, sormontata da un campanile a vela, si apre il portale principale del tipo ad architrave monolitico, gravante sulle murature perimetrali. L’interno è costituito dalla semplicità dell’altare maggiore, in pietra, situato nella profondità del braccio orientale, ripristinato con l’ultimo restauro. Ogni anno, il 22 settembre, si svolge la Festa di Sant’Elia, per la quale anticamente i festeggiamenti duravano due giorni, e sono stati riproposti nel 1986, dopo essere stati abbandonati per circa venti anni, che prevede una processione dal paese fino alla piccola chiesa del Santo, in località Tattinu. La grotta Romana di TattinuIl territorio di Nuxis in località Tattinu è stato abitato sin da tempi antichissimi, come documentato nella Grotta Cava Romana di Tattinu, che si trova un poco più a nord rispetto alla chiesa, ed è raggiungibile lungo la strada che ci ha porati ad essa un poco prima, prendendo un sentiero sulla sinistra poco prima di arrivare al parcheggio. Si tratta di una cavità di origine carsica, la cui parte iniziale è stata utilizzata come cava di onice sino agli anni settanta del novecento da una ditta del lazio, e da questo deriva il suo nome. Ricca di stalattiti e stalagmiti, questa grotta ha restituito tracce di una frequentazione umana di età neolitica con il ritrovamento di una statuetta della Dea Madre. Oggi, la grotta è chiusa con un cancello, e quindi non è visitabile senza prenotazione. L’area archeologica di Tattinu con il villaggio nuragico ed il suo pozzo sacroImportante è il villaggio nuragico di Tattinu. Lo si raggiunge prendendo al bivio, seguendo le indicazioni, la strada verso sinistra, e dopo cinquecento metri arriviamo all’area archeologica nella quale si trova il Villaggio nuragico costituito da capanne di diversa tipologia planimetrica, che si estende per un’ampia area. Il villaggio era collegato al vicino pozzo sacro come si riscontra anche in altri siti archeologici, ossia Santa Vittoria a Serri, Sant’Anastasia a Sardara, su Putzu ad Orroli. Si tratta di una grossa testimonianza dell’età nuragica è il pozzo sacro, edificato attorno all’undicesimo secolo avanti Cristo. Si tratta di un tempio a pozzo per il culto delle acque per soddisfare la credenza religiosa degli antichi popoli del circondario, che è ancora oggi accessibile e molto ben conservato. Il pozzo sacro è stato fatto oggetto di una serie di campagne di scavi che hanno permesso di portare alla luce le strutture interne, e che lo differenziano dagli altri pozzi nuragici, per l’assenza di strutture a vista e del vestibolo. Ha una scala di ventotto gradini, e l’ambiente che conserva il pozzo, ha copertura a tholos dell’altezza di sei metri e venti centimetri. Una sua particolarità è costituita dalla continuità lineare della scala e del vano d’acqua, che formano nel loro insieme un vuoto rettangolare, lungo oltre otto metri e largo più di un metri. Tra gli ex voto rinvenuti nel sacello, tutti in ceramica, vanno ricordate alcune olle globoidi a collo, ollette ovoidi con orlo piano, vasi panciuti con ansa a gomito rovescio, scodelle carenate biansate, e ciotole a spigolo, ed alcuni vasi piriformi con ornato a tratteggio, tutti riferibili al Bronzo finale. La miniera di San pitero sul monte TamaraProseguiamo in direzione est lungo la strada che ci ha portati all’area archeologica di Tattinu. Dopo quasi due chilometri e mezzo, dalla strada, che è diventata bianca, prendiamo una deviazione a sinistra, ossia verso nord, che, in circa un chilometro, ci porta ai resti della Miniera di San Pietro sul monte Tamara, che è stata un ampio giacimento di piombo, zinco e rame posto a contatto tra gli scisti e i calcari del cambrico. La sua storia ha inizio con i permessi ottenuti da Leon Gouin dal 1867 al 1869, per ricerche di piombo e zinco sul monte Tamara, e successivamente per piombo, zinco, rame, nichel, cobalto e bismuto nelle località su Sinnibidraxiu e Baccu Arrosu. Una volta effettuate le ricerche vennero aperte le miniere. Nel 1892 sul versante occidentale del monte viene accordata al canonico Murgia di Iglesias una concessione mineraria per l’estrazione di piombo e zinco, ed in questa miniera, detta miniera di San Pietro, già nel primo anno vennero estratte con solo sette operai ottanta tonnellate di Calamine. Nel 1897 gli eredi del canonico cedono la concessione alla Vieille Montagne, interessata all’estrazione dello zinco, che effettua in modo più razionale i lavori. Ma negli anni successivi l’attività mineraria va sempre più diminuendo, e, nel 1922, i lavori di estrazione passano alla Società di Monte Tamara di Iglesias, che tiene la concessione fino al 1938, quando vengono revocate le due concessioni. Altre società nel frattempo fanno altre ricerche in varie località ai fianchi del giacimento oramai ben definito, senza però ottenere risultati soddisfacenti. Nella zona di Tattinu veniva astratto il marmo nero di Nuxis, un tesoro da tutelareL’unicità di Nuxis va ricercata nel suo raro e prezioso marmo nero, che viene estratto dalle miniere che fanno da cornice all’abitato. A Nuxis, nella zona di Tattinu, si trovava l’unica cava produttrice di Marmo Nero Tamara che era entata in attività, ma è stata poi chiusa, dopo pochi anni, per problemi tecnici. Il Nero Tamara è un marmo cristallino, il quale annovera una gamma cromatica che, dalle tonalità grigie più classiche della varietà Grigio Cristallino, si spinge fino al Nero Tamara, un colore pressoché assente nella categoria dei cristallini, dato che i marmi neri esistenti sono praticamente sempre ad aspetto noncristallino. Questa peculiarità cromatica, fa del Nero Tamara un marmo con caratteristiche abbastanza insolite che, come tali, ne accrescono l’interesse in senso commerciale. Il calcare nero di Nuxis ha almeno seicento milioni di anni e in tutta Europa esistono solo altri due giacimenti con caratteristiche analoghe. Si tratta, quindi, di un tesoro da tutelare, e si spera che la cava possa essere in un futuro riaperta. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Carbonia ci recheremo a San Giovanni Suergiu che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trovava anche l’antico villaggio di Palmas di Sols, con la chiesa medioevale di Santa Maria di Palmas. |