Ancora nel Campidano di Oristano ad Ollastra nei cui dintorni è la diga di Santa Vittoria cha ha generato il lago di Ollastra
In questa tappa del nostro viaggio da Villanova Truschedu ci recheremo ad Ollastra che visiteremo con le sue quattro Chiese e con i suoi dintorni nei quali si trova la diga di Santa Vittoria cha ha generato il lago di Ollastra. La regione storica del Campidano di OristanoIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. In particolare, il Campidano di Oristano è una regione della Sardegna occidentale il cui territorio apparteneva anticamente al Giudicato d’Arborea. Si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano, e comprende i comuni di Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Nicolò d’Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu. È un territorio caratterizzato dalla presenza di zone umide di altissimo interesse naturalistico, con specie faunistiche rare. In viaggio verso OllastraUsciamo da Fordongianus e proseguiamo verso sud ovest sulla SS388 del Tirso e del Mandrolisai che in quatro chilumetri e settecento metri ci porta all’interno dell’abitato di Ollastra. Dal Municipio do Usciamo da Fordongianus e proseguiamo verso sud ovest sulla SS388 del Tirso e del Mandrolisai che ci porta all’interno dell’abitato di Ollastra. Dal Municipio di Villanova Truschedu a quello di Ollastra si percorrono 5.0 chilometri. Il comune chiamato OllastraIl comune di Ollastra (altezza metri 23 sul livello del mare, abitanti 1.131 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro al confine tra la pianura del Campidano di Oristano e la montagna che conduce verso la Sardegna interna, che alle tradizionali attività agricole ha affiancato un modesto tessuto industriale. Il territorio Comunale, attraversato da una fitta rete di canali che alimentano le risaie, conferisce al paesaggio un’atmosfera inconsueta per la Sardegna, e presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. Nel suo territorio scorre il fiume Tirso, il principale corso d’acqua della Sardegna, e, grazie a questa particolare posizione geografica, è piuttosto vario e presenta una buona parte di pianura, una regione umida costituita dal lago artificiale e dal fiume Tirso, e una zona collinosa, la cui cima più alta è il monte Ollastra che raggiunge 380 metri. In quest'area sono situate due grotte, S'arutta e'conca è mesu e S'arutta è margini figu. Origine del nomeIl nome Ollastra corrisponde all’appellativo ollastru, ollastu, ozastru, che indica l’olivastro, ossia l’olivo selvatico, che deriva dal latino Oleastrum E significa zona di olivastri, dei quali è coperto il suo territorio. La sua economiaIl perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione. Le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo e frutteti. Nella zona di San Martino sono presenti terreni gravati da Uso Civico, nei quali la popolazione può seminare, raccogliere legname e far pascolare i propri greggi gratuitamente. In pianura, grazie alla realizzazione della dighetta Santa Vittoria e alle opere di irrigazione effettuate nel dopoguerra che hanno impedito le inondazioni del Tirso e consentito l’incanalamento delle acque, è stato possibile dare vita a vigneti, agrumeti, carciofaie e orti. A nord ovest gli olivastri sono stati sostituiti dagli ulivi, dai quali si ottiene olio di ottima qualità, mentre a sud ovest i territori che in passato facevano parte dell’antica palude Arcais, sono stati bonificati e resi coltivabili negli ultimi cinquant’anni, ed in essi attualmente si trovano per lo più risaie. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, ovini, caprini, equini, suini e avicoli. Il settore industriale risulta di dimensioni modeste; tuttavia si registrano aziende che operano nei comparti dei materiali da costruzione, della produzione alimentare, della pesca e della piscicoltura. Per il settore terziario una sufficiente rete commerciale riesce a soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Ollastra non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciL’area nella quale sorge l’abitato viene abitata fino dall’epoca nuragica, come dimostra la presenza nel territorio di alcuni Nuraghi. Dell’epoca romana si ricorda la Via Maxima, molto importante ma oggi purtroppo interamente distrutta. Nel medioevo appartiene al Giudicato di Arborea, e fà parte della curatoria di Simaxis, della quale è il capoluogo. Nel 1420, alla caduta del Giudicato, entra a far parte del Marchesato di Oristano, confiscata agli Alagon nel 1477, in seguito alla sconfitta di Leonardo de Alagon, il borgo diviene feudo regio, e nel 1478, alla definitiva sconfitta degli Arborensi, passa in possesso della famiglia Salazar di Iglesias. Gavino Salazar el major nel 1698 dispone nel suo testamento del salto franco di Ollastra in favore di una delle sue figlie. Ollastra diviene poi feudo in possesso dei Carroz. Intorno al 1767, in epoca sabauda, il paese viene incorporato nel Marchesato d’Arcais, feudo dei Flores Nurra, ai quali è riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Il comune era storicamente denominato Ollastra Simaxis, e nel 1928 viene aggregato al comune di Simaxis, dal quale nel 1946 viene nuovamente separato. Del comune di Ollastra Simaxis nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Nel 1991 del comune di Ollastra Simaxis, con una legge regionale, viene cambiata la denominazione in quella di Ollastra, per evitare di confonderlo con il vicino comune di Simaxis. Le principali feste e sagre che si svolgono ad OllastraViste le ridotte dimensioni della comunità, ad Ollastra non sono presenti gruppi folk particolrmente significativi. Tra le principali feste e sagre che si svolgono ad Ollastra si citano il 19 e 20 gennaio, la Festa patronale di San Sebastiano, per la quale viene organizzata la Sagra delle fave e dei ceci, che fa rivivere antiche usanze e sapori tradizionali; le manifestazioni del Carnevale; il 25 aprile, la Festa di San Marco, con la Rassegna zootecnica e agroalimentare che propone anche innovazioni tecnologiche, mostre, spettacoli; il 15 maggio, la Festa di Santa Vittoria, che in passato rappresentava un importante evento che veniva organizzata da Is bagadius, i giovani appunto, mentre ora viene celebrata principalmente come aspetto religioso con la processione e la messa presso la piccola chiesa campestre del tredicesimo secolo; il 24 giugno, la Festa di San Giovanni Evangelista, recentemente riscoperta con la processione e la messa solenne, ma anche l’aspetto civile sta riscoprendo l’antica tradizione dato che si allestisce un importante banchetto che coinvolgeo la popolazione preparato con il classico menù dei pastori ossia Malloreddus e carne di pecora in brodo; il 7 luglio, la Festa di San Costantino per la quale il gruppo spontaneo dei quarantenni cura l’aspetto religioso e l’aspetto civile; il 30 agosto, la Festa di Sant’Ignazio da Laconi, per la quale il gruppo spontaneo dei cinquantenni si fa carico di allestire e organizzare le celebrazioni, e l’aspetto civile prevede la presenza di gruppi folk e band musicali. Il Carnevale di OllastraPer il Carnevale da poco tempo è stata riscoperta l’antica tradizione legata a un personaggio carnascialesco, che è Arrecugnu, un fantoccio vestito di nero, il re carnevale che sarà accompagnato da tanti figuranti vestiti anche loro di nero, e che sarà poi bruciato. Le manifestazioni si tengono nella piazza San Sebastiano, dov’è prevista anche la degustazione di Pasta sciuetta, il dolce tipico di Ollastra, interamente lavorato a mano, a base di semola di grano duro, strutto di maiale, aromatizzato con limone e vernaccia novella. Il Carnevale Ollastrino propone anche serate etniche e degustazione delle fritture di Carnevale, e in occasione di questi festeggiamenti vengono proposti piatti e dolci tipici, si beve la vernaccia, e si esegue il ballo della pentolaccia per una piacevole festa. Visita del centro di OllastraNel centro storico le vecchie case sono costruite con làdiri, mattoni a secco di fango e paglia, solitamente ad un solo piano. Le sue strette viuzze risultano seguire i canoni classici di un impianto rurale, pur se interessato da una forte espansione edilizia. Arriviamo ad Ollastra da nord est con la SS388 del Tirso e del Mandrolisai e, dopo aver passato la chiesa di San Costantino, il Campo Sportivo ed il Cimitero Comunale, che descriveremo più avanti quando vedremo i dintorni dell’abitato, raggiungiamo il cartello segnletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, passato il quale la strada statale assume il nome di via lamarmora. La chiesa di Santa SeveraDal certello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, proseguiamo per circa duecento metri lungo la via lamarmora e vediamo, alla sinistra della strada, la facciata della chiesa di Santa Severa, una chiesa romanica fatta risalire al 1450 circa. La chiesa di Santa Severa però è senz'altro di origine molto più antica, probabilmente si trattava di un piccolo tempio paleocristiano con tracce di costruzioni romane e bizantine, che aveva un’unica navata con abside semicircolare. Oggi sulla facciata sono presenti due ingressi, dei quali il secondo di forma più arcaica rispetto al principale, ed in corrispondenza di questo è presente una finestra ottagonale delimitata da due conci di trachite. Ancora superiormente, incavato nell’intonaco, si trova un piccolo piatto fondo raffigurante un cervo. Sull’ultimo tratto dello spiovente di destra troneggia un campanile a vela dall’aspetto quasi imponente rispetto alla semplicità dell’intero edificio, formato da un arco scolpito su unico masso, sostenuto da due grossi parallelepipedi irregolari in trachite. L’abside costituisce quasi un corpo separato, con la classica finestrella rivolta verso oriente voltata a crociera, la cui vetrata crea un effetto piuttosto particolare, dato che quando sorge il sole la luce dipinge una croce sulla parete sinistra dell’abside. L’abside si trova grosso modo sul luogo dove prima probabilmente c'era un tempo l’abside semicircolare. All’interno è un edificio a pianta rettangolare, suddiviso in tre navate collegate da archi a tutto sesto poggianti su pilastri a base quadrata in trachite. Lungo le linee di tali pilastri si sviluppa un piccolo presbiterio delimitato da un arco a tutto sesto in pietra squadrata. Si racconta che lungo la via Santa Severa, o comunque in vicinanza della chiesa, sorgessero piccole case da pellegrinaggio, le cosiddette Domus de nuinas, e pare che queste siano state adibite a lazzaretto nel periodo in cui la popolazione è stata colpita dalla peste. Avvenimenti storici ai quali non si può attribuire una data certa, ma si presume che all’epoca la chiesa fosse isolata, e che il paese fosse senz'altro ubicato altrove. Il Municipio di OllastraSubito dopo aver superato la chiesa di Santa Severa, si arriva a un incrocio dove a sinistra parte la via Santa Severa ed a destra la via Farina. Passato l’incrocio proseguiamo lungo la via lamarmora per quasi un’altra cinquantina di metri, ed arriviamo a vedere partire alla sinistra la via Giovanni Maria Angioy. Presa questa strada, la seguiamo per un’ottantina di metri, e vediamo alla sinistra della strada, al civico numero 25 della via Giovanni Maria Angioy, l’edifico che ospita il Municipio di Ollastra, nel quale si trova la sua sede e si trovano gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti, ossia l’Ufficio del Segretario Comunale, l’Ufficio Amministrativo, l’Ufficio Ragioneria, l’Ufficio Servizi Demografici, l’Ufficio Tributi, l’Ufficio Tecnico, l’Ufficio Servizi Sociali, la Polizia Municipale, l’Ufficio relazioni con il Pubblico, il Comitato Unico di Garanzia. Il Monumento ai Caduti e la bella piazza della Repubblica chiamata anche Pratza de Is ballusDalla via Giovanni Maria Angioy torniamo sulla via lamarmora. Lungo la via lamarmora, appena passata la via Giovanni Maria Angioy, ad angolo tra le due strade si vede alla sinistra uno spazio alberato aperto, un’area verde all’interno della quale si trova il Monumento ai Caduti in guerra. Il monumento è costituito da un basamento su tre gradini, con sulla facciata la lapide commemorativa dei Caduti in guerra, e sormontato da una scultura in bronzo che rappresenta .un militare che fa il saluto, e tiene nella mano sinistra una bandiera. Proprio di fronte all’area verde, alla destra della via lamarmora, si apre l’ampia piazza della Repubblica, chiamata anche Pratza de Is ballus, la piazza dei balli, una bella piazza pedonale nella quale si svolgono numerose manifestazioni folcloristiche e serate etniche e musicali, che interessano tutta la popolazione di Ollastra in occasione delle fiere e sagre che si svolgono nel paese. Il nodo che collega l’area verde con il Monumento ai Caduti alla zona pedonale di piazza della Repubblica rappresenta il fulcro dell’intero centro di Ollastra. La chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martirealla sinistra della piazza della Repubblica parte la via San Sebastiano che, percorsa per un’ottantina di metri, porta nella piazza San Sebastiano, nella quale sulla sinistra si affaccia la chiesa di San Sebastiano, che è la parrocchiale di Ollastra. La chiesa è di ispirazione romanica, e si fa risalire al seicento. La sua struttura su pianta a croce latina, con abside quadrangolare e vota a crociera si richiama allo stile gotico aragonese. La facciata presenta un semplice portale sovrastato da un oculo di forma ottagonale che permette alla luce naturale di entrare. Alcuni elementi decorativi sono le pietre a vista degli spigoli laterali e la modesta cornice che segue la pendenza del frontone. Sul lato destro si erge il massiccio campanile ricostruito nel recente passato, che ha sostituito quello di epoca più arcaica che si trovava alla sinistra dell’edificio. Internamente la chiesa è costituita da un’aula a quattro campate su pilastri più antichi. Le vele delle volta a crociera sono delimitate da costoloni in rilievo intersecati al centro da una caratteristica chiave di volta e terminanti su mensole in pietra che raffigurano visi di angeli. Sulla parete frontale del presbiterio si innalza imponente un crocifisso ligneo di ottima fattura risalente al seicento. La chiesa parrocchiale annovera tra i suoi arredi sacri una croce d’argento detta Crusci de Pratta datata 1630, la Madonna dell’Assunta, definita dalla Soprintendenza Opera di suggestiva bellezza e molto interessante dal punto di vista storico e artistico che pare risalga al tredicesimo secolo. Ad Ollastra ogni anno, presso questa chiesa, il 20 gennaio si svolge la Festa di San Sebastiano, alla vigilia della quale una moltitudine di persone si dedica a formare Su Soziu, un grande falò nell’emiciclo alla destra della parrocchiale. Un carro trainato da buoi, con frasche simili alla coda di un pavone, sfila per le strade del paese fino alla piazza, dove è acceso il fuoco. In concomitanza con questi festeggiamenti si tiene anche la Sagra delle fave e dei ceci, che fa rivivere antiche usanze e sapori tradizionali. Il giorno seguente, che è il giorno della festa, si svolgono le celebrazioni religiose, con la processione e la messa, seguite da manifestazioni civili come Su ballu de pratza ’e Sa cresia manna, ossia il ballo nella piazza della chiesa, con anche la degustazione della vernaccia. chiesa di San Marco EvangelistaDalla piazza San Sebastiano prendiamo verso destra la via San Marco, la seguiamo e dopo una settantina di metri incrociamo la via Sebastiano Satta, superiamo l’incrocio e proseguiamo dritti per un altro centinaio di metri fino ad incrociare la via Dante. Subito dopo, alla destra della strada, si trovano gli scalini che fanno salire sullo spiazzo nel quale si affaccia alla destra la chiesa di San Marco Evangelista, risalente circa al quattrocento, che si ritiene sia la più antica in Sardegna dedicata a questo Santo. Situata alla periferia di Ollastra su di una piccola altura circondata da un muretto a secco, la chiesa è di ispirazione romanica ma ha subito vari interventi di restauro nel corso dei secoli. Originariamente la chiesa pare fosse ad unica navata, infatti sul fronte sud oriantale sono visibili i conci angolari dell’impianto mononavato. Solo successivamente, nel seicento o settecento, è stato realizzato l’ampliamento, con l’aggiunta delle due navate laterali. Oggi si presenta, in seguito ad un ultimo restauro, nella sua struttura trinavata, suddivisa da pilastri a base quadrangolare. Da ciascun pilastro partono tre archi a tutto sesto che sostengono le campate laterali e dividono gli spazi, mentre un successivo arco va a formare la navata centrale partendo da una posizione più elevata rispetto ai precedenti. Sotto la chiesa si trova la Cripta, un preesistene ambiente sotterraneo di epoca romana, alla quale si accede dall’esterno mediante una scala situata nel lato settentrionale. La cripta è suddivisa in tre navate da grossi pilastroni realizzati in cotto. Ognuno di questi pilastri forma con il suo successivo una piccola volte a botte, che poi si alterna con quelle a crociera. al centro dei quattro grossi pilastri. Il 25 aprile, giorno della sua ricorrenza, presso questa chiesa si svolge la Festa di San Marco, una Festa religiosa che inizia il pomeriggio del 24 con la celebrazione dei vespri. Il 25, che è il giorno della festa, il simulacro del Santo viene portato in processione e sosta alla fontanella che si trova lungo la strada principale, per la benedizione dell’acqua. Questo rituale viene tutt'ora rinnovato quale buon auspicio per l’annata agraria. La processione termina con la messa solenne nella chiesa parrocchiale. Il giorno seguente, dopo la processione, l’effigie del Santo fa rientro alla sua chiesa, dove la messa conclude i riti religiosi. Accanto alle cerimonie religiose, si svolge anche la Rassegna zootecnica e agroalimentare che propone anche innovazioni tecnologiche, mostre, spettacoli. Le manifestazioni civili si concludono il 26, e le cerimonie religiose con la messa presso la chiesa di San Marco la sera del 26. Gli impianti sportivi delle Scuole ElementariAll’interno dell’abitato si trovano gli impianti sportivi delle Scuole Elementari. Per visitarli, dal Municipio proseguiamo verso sud est lungo la via Giovanni Maia Angioy che, dopo centocinquanta metri, sbocca sulla via Azuni, la prendiamo verso sinistra e, dopo una ventina di metri, prendiamo di nuovo a sinistra la via San Martino, la seguiamo per una quarantina di metri, poi svoltiamo a destra nella via Giacomo Matteotti. Percorso quasi un centinaio di metri, vediamo alla sinistra della strada, al civico numero 1 della via Giacomo Matteotti, l’ingresso delle Scuole Elementari di Ollastra. All’interno di questo complesso scolastico, è presente una Palestra dotata di tribune in grado di ospitare una cinquantina di spettatori, nellq quale praticare attività ginnico motorie, calcio, calcetto ossia calcio a cinque, pallacanestro, pallavolo, ed altre attività diverse. Accanto alla palestra, è presente un Campo di minipitch, con fondo in erba artificiale, senza tribune per gli spettatori, nel quale praticare come discipline calcio, calcetto ossia calcio a cinque, pallacanestro e mini basket, pallavolo e mini volley, tennis. Visita dei dintorni di OllastraVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Ollastra si trova la diga di Santa Vittoria sul Tirso. Sono stati, inoltre, portati alla luce i resti del Nuraghe semplice San Marco; e dei Nuraghi Accas, Crabilis, de S’Orcu, de su Forru, Gravivisi, Murru Arra, Nuragongolo, Paiolu Mannu, Santa Vittoria, Santu Pedru, Serra laccus, Sinnadroxiu, tutti di tipologia indefinita. Il Campo Sportivo ComunaleDal centro di Ollastra torniamo verso nord est con la via lamarmora fino a dove eravamo arrivati provenedo con la SS388 del Tirso e del Mandrolisai provenendo da Fordongianus. Passato il cartello segnaletico sulla sinistra che aveva indicato l’ingresso nell’abitato, prendiamo subito a sinistra la prima traversa dopo il segnale, e deviamo subito a destra in una strada bianca che scorre parallela alla strada statale, la seguiamo per circa quattrocento metri e vediamo, alla sinistra, l’ingresso del Campo Sportivo Comunale. All’interno di questo complesso sportivo si trova il Campo da Calcio Comunale, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in gradi di ospitare un’ottantina di spettatori. Oltre al Campo da Calcio, all’interno di questo complesso sportivo è presente anche un Campo da Calcetto ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, dotato anch’esso di tribune per un’ottantina di spettatori, nel quale praticare come discipline il calcio, il calcetto ossia il calcio a cinque, ed il tennis. Passata la piazza Europa con l’Anfiteatro Comunale si trova il Cimitero ComunaleEvitando la deviazione per il Campo Sportivo Comunale, all’altro lato della SS388 del Tirso e del Mandrolisai che conduce verso Fordongianus, ossia alla sua destra, si trova l’ingresso che permette di accedere alla Piazza Europa, un’area verde che costituisce un ampio parco Comunale. All’interno di quest'area verde si trova l’Anfiteatro Comunale di Ollastra, nel quale si tengono concerti ed altre manifetsazioni in occasione delle sagre che si svolgono nel paese. Passato l’ingresso che permette l’ingresso nella piazza Europa, riprendiamo la SS388 del Tirso e del Mandrolisai che si dirige verso nord est, e che dopo un poco inizia a costeggiare sulla destra il muro di cinta del Cimitero Comunale di Ollastra. Percorsi poco più di centocinquanta metri troviamo, alla destra della strada statale, il cancello di ingresso, che permette di accedere all’interno della struttura cimiteriale. La chiesa di San Costantino ImperatorePassato l’ingresso del Cimitero Comunale, proseguiamo per una cinquantina di merti e vediamo, alla destra della SS388 del Tirso e del Mandrolisai, partire la SP87 che si dirige ad est per poi curvare verso sud, e che porterà in direzione di Siapiccia. Presa la SP87, dopo apena una cinquantina di metri si trova sulla sinistra l’ingresso di una strada che, in un centinaio di metri, porta alla chiesa di San Costantino Imperatore. realizzata molto probabilmente in epoca medievale, sorge su di una piccola collina e la sua struttura attuale è di origine piuttosto recente, si tratta infatti di una ricostruzione per la quale sembra siano stati usati i ruderi della vicina chiesa di Santa Vittoria, che pare fosse situata sulle sponde del fiume Tirso. Dall’inventario settecentesco ad opera della diocesi oristanese, non compare tra le Chiese del territorio e neppure lo storico Angius la nomina, alla metà dell’ottocento, per cui è pensabile che la sua condizione fosse assai degradata. Sono particolarmente visibili i diversi rifacimenti ed ampliamenti, sia in altezza che in lunghezza, evidenziati dalla diversità del materiale in basalto e trachite, in parte composto da blocchi squadrati e da pietrame di varia fattura. La chiesa attuale presenta una struttura essenziale, l’ingresso frontale a doppio battente è sormontato da un’apertura rettangolare ed in asse, all’apice del tetto, un campaniletto a vela in mattoncini, con piccola campana bronzea. Interessante, benchché degradata dal tempo, una formella in arenaria grigia che rappresenta l’imperatore Costantino a cavallo, fatto Santo, come è ben noto, dalla devozione popolare. La copertura è a capanna, sostenuta da assi di legno. Negli anni Cinquanta del secolo scorso la chiesa aveva una conformazione diversa, dato che possedeva una sacrestia laterale, ma l’unica testimonianza dell’esistenza di questa struttura è la porta di accesso perfettamente visibile dall’interno, riportata alla luce nei lavori dell’ultimo restauro. All’intenro il corpo si sviluppa in un’unica navata rettangolare sulla quale sono presenti due aperture, di cui una situata lateralmente sul lato destro. Sulla parete sinistra della chiesa, trovano posto i così detti ex voto, a testimonianza del sentimento religioso della popolazione, che spesso si reidentificava in antiche credenze pagane. Si tratta di oggetti rappresentanti arti umane e addirittura piccole statue di animali utilizzati nel lavoro dei campi. Questi venivano offerti al Santo in segno di grazia ricevuta, a risoluzione di qualche promessa. Presso questa chiesa, ogni anno il 7 luglio si svolge la Festa di San Costantino, per l’organizzazione della quale un gruppo spontaneo costotuito da quarantenni cura sia l’aspetto religioso che l’aspetto civile dei festeggiamenti. La Festa viene preceduta da una novena che si svolge dal 26 giugno al 6 luglio. Poi il giorno della festa, dopo la messa nella chiesa di San Costantino, si parte in processione da questa chiesa e ci si dirige fino alla parrocchiale dove si tiene un’altra messa, ed il giorno seguente si ritorna sempre in processone alla chiesa di San Costantino dove si tiene la messa di chiusura dei festeggiamenti. Alle celebrazioni reliose si accompagnano anche diverse manifestazioni civili che si tengono soprattutto in piazza della Repubblica e all’interno dell’Anfiteatro Comunale. A nord dell’abitato si trova il lago di OllastraDal centro di Ollastra torniamo verso nord est con la via lamarmora fino a dove eravamo arrivati provenedo con la SS388 del Tirso e del Mandrolisai provenendo da Fordongianus. Passato il cartello segnaletico sulla sinistra che aveva indicato l’ingresso nell’abitato, proseguimo con la SS388 del Tirso e del Mandrolisai e, dopo un chilometro ed ottocento metri, arriviamo al ponte che passa sopra il Lago di Ollastra, un piccolo lago artificiale realizzato sul fiume Tirso dalla diga di Santa Vittoria, circondato da un fitto cannetto, dove si trovano black bass ossia persico trota, specie originaria dell’america settentrionale introdotta in Europa a fine ottocento, ed anche carpe, tinche, pesci gatto, anguille, alborelle e cavedani. Ma la pesca dalla sponda si rivela difficile, ed è consigliato l’utilizzo di una piccola barca a remi. I resti del Nuraghe Serra laccus chiamato anche Nuraghe de Is Tre Bias e del Nuraghe OllastraAppena cento metri prima del ponte sul lago di Ollastra, alla sinistra della SS388 del Tirso e del Mandrolisai parte una deviazione su strda sterrata, la prendiamo e, dopo trecentocinquanta metri, la sterrata curva verso destra. All’interno della curva si vedono i resti del Nuraghe Serra laccus chiamato anche Nuraghe de Is Tre Bias, il quale non conserva tratti di struttura muraria vera e propria, ma solo pietre di grandi dimensioni disposte casualmente come da crollo. Presente una folta vegetazione infestante costituita prevalentemente da rovi. Il Nuraghe di tipo non classificato, edificato in materiale indeterminato, è posto su una altura ad una quota di 37 metri di altitudine. La doppia denominazione del Nuraghe deriva da due cartografie di epoche differentin dato che la cartografia I.G.M lo riporta con la prima denominazione, mentre il catasto De Candia lo riporta con la seconda.. Proseguando, la sterrata curva verso sinistra e prosegue per circa cinquecento metri, fino ad arrivare a un ponte sopra il canale adduttore Tirso Arborea, che arriva qui dopo avere fiancheggiato sulla sinistra tutto l’abitato di Ollastra e che si andrà ad immettere nel lago di Ollastra subito a monte della diga di Santa Vittoria. Subito prima del ponte, parte un’altra sterrata a desta che, in circa trecento metri, porta a un edificio, ad ovest rispetto al quale si trovano i pochi resti del Nuraghe Ollastra, un Nuraghe di tipo non classificato, edificato in materiale indeterminato a 32 metri di altitudine, del quale non rimangono che pietre di grandi dimensioni disposte casualmente come da crollo. Il suo nome deriva da quello dell’antice chiesa di Santa Vittoria, che pare fosse situata sulle sponde del fiume Tirso nelle sue vicinanze, e che è caduta in rovina ed è stata abbattuta, ed i cui ruderi sembra siano stati usati per edificare la chiesa di San Costantino. La diga di Santa Vittoria che ha generato il lago di OllastraPassato il ponte sopra il canale affluente del fiume Tirso, ci si immette sopra la SP9 che costeggia il canale adduttore Tirso Arborea sulla sinistra. La prendiamo verso destra e la seguiamo per duecento metri, fino ad arrivare al cancello che delimita l’area, dopo il quale altri duecento metri portano alla diga sul fiume Tirso chiamata Diga di Santa Vittoria, sbarramento realizzato sul fiume Tirso che ha dato origine al lago di Ollastra. Si tratta di uno sbarramento artificiale situato nell’omonima località, tra i comuni di Ollastra, Simaxis e Zerfaliu, che deviava le acque del Tirso con un canale lungo circa sessanta chilometri, per l’irrigazione della piana d’Arborea appena bonificata. Edificata su progetto redatto da Siemens, poi rivisto dall’ingegnere Velio Princivalle, l’opera è stata realizzata tra il 1929 e il 1930 e collaudata il 6 novembre del 1931. Si tratta di una traversa fluviale dell’altezza di poco più di quandici metri, che sviluppa un coronamento di centottanta metri, a 23.40 metri sul livello del mare. alla quota di massimo invaso, prevista a 19,75 metri sul livello del mare, il bacino generato dalla diga ha una superficie dello specchio liquido di circa 65 ettari mentre il suo volume totale è calcolato in 2,81 milioni di metri cubi. La superficie del bacino imbrifero direttamente sotteso risulta pari a 3.296 chilometri quadrati. I due abitati di Ollastra a sudprima della diga e di Zerfaliu ad ovest dopo la diga, avrebbero potuto essere collegati direttamente dalla strada che congiunge i due abitati alla diga di Santa Vittoria, ma il collaudo ha escluso la transitabilità della diga, che era stata inizialmente prevista. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Ollastra ci recheremo a Zerfaliu, paese famoso per la Sagra degli Agrumi e per la chiesa romanica di San Giovanni Battista, che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni nei quali si trovano i resti del Nuraghe complesso de Mesu. |