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Ollolai che ha dato il nome alla sua Barbagia, dove è nato Ospitone a cui si deve la diffusione del cristianesimo


In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo da Gavoi lungo la SS128 e ci recheremo a visitare Ollolai il paese del re pastore Ospitone a cui si deve la diffusione del cristianesimo nell’isola.

La regione storica della Barbagia di Ollolai

La regione storica della Barbagia di OllolaiLa Barbagia di Ollolai (nome in lingua sarda Barbàgia ’e Ollolai), chiamata anche Barbagia Superiore, è una regione storica della Sardegna centrale. Durante il periodo giudicale ha fatto parte del Giudicato d’Arborea, nellla Curatoria della Barbagia di Ollolai, è stata poi degli Aragonesi, quindi del Ducato di Mandas. Ne fanno parte i comuni: Austis, Fonni, Dorgali, Gavoi, lodine, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Olzai, Orgosolo, Ovodda, Teti e Tiana. Secondo molti, ed anche secondo noi, alla Barbagia di Ollolai apparterrebbe anche il comune di Dorgali, che durante il periodo nel quale la Sardegna era sotto il controllo dell’impero Bizantino e nel primo periodo del Giudicato di Arborea ne costituiva uno sbocco al mare, che è andato perduto a seguito dell’espansione, promossa dai Pisani, verso sud del Giudicato di Gallura. Secondo alcuni, alla Barbagia di Ollolai apparterebbero anche i comuni di Orani e Sarule, che noi attribuiamo, invece, al Nuorese, noto anche come Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti.

In viaggio verso Ollolai

Torniamo a Gavoi e riprendiamo la SS128 verso nord. A meno di due chilometri da Gavoi, prendiamo sulla sinistra la SP29, che percorriamo per un chilometro e mezzo per raggiungere Ollolai. Dal Municipio di Gavoi a quello di Ollolai abbiamo percorso solo 4,1 chilometri.

Il paese chiamato Ollolai dove è nato il re pastore Ospitone

Ollolai: veduta dell’abitatoOllolai-Stemma del comuneIl centro agropastorale di Ollolai (altezza metri 960 sul livello del mare, abitanti 1.190 al 31 dicembre 2021) è il secondo paese più alto della Sardegna, un comune di montagna della Sardegna centrale situato nella parte centrale della Provincia di Nuoro, alle pendici del monte San Basilio, sul versante orientale di Punta S’Aschidorgiu, che affonda le sue radici nella preistoria, e che da il nome alla più ampia parte della Barbagia, chiamata appunto Barbagia di Ollolai. La toponomastica locale rileva chiari influssi greco bizantini, della quale sono un esempio le Chiese di San Michele e di San Basilio, due Santi particolarmente venerati dalla chiesa greca. Fino dal gennaio 2003 gli abitanti di Ollolai, primo caso in Sardegna e tra i primi in Italia e in Europa, hanno avuto l’accesso ad Internet con un collegamento wi-Fi, senza utilizzare la normale linea telefonica, tutto a spese dell’amministrazione Comunale.

Si tratta di uno dei paesi dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale

Area in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondialeIl comune appartiene ad una delle zone blu dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale. Il termine Zone blu, in inglese Blue Zones, viene usato per identificare le aree demografiche o geografiche del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Il concetto è nato quando gli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain hanno pubblicato su Experimental Gerontology il loro studio demografico sulla longevità umana, che identifica la Provincia di Nuoro, in Sardegna, come l’area con la maggiore concentrazione di centenari al mondo. Gli studiosi, per procedere nel lavoro, tracciavano sulla mappa delle serie di cerchi concentrici blu che indicavano le zone con la più alta longevità, da qui il termine Zona blu. I paesi appartenenti alle zone blu in Sardegna sono Arzana, Baunei, Fonni, Gavoi, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Orgosolo, Ovodda, Perdasdefogu, Seulo, Talana, Tiana, Ulassai, Urzulei, Villagrande Strisaili.

Origine del nome

Il nome del paese è di origine oscura, probabilmente derivante dallo strato linguistico protosardo. È attestato fino dal 1341, nelle forme Alela, allala ed Ollala, ed alcuni ritengono che fossero i Romani di Bisanzio a chiamare in questo modo una delle zone di provenienza delle tribù dei resistenti sardi, che prima di attaccare il nemico, lanciavano potenti grida di guerra. Si ritiene fantasiosa l’interpretazione di alcuni studiosi, che lo considerano derivato della voce fenicia Olohol, che indica un territorio dimora di Dio.

La sua economia

Ollolai ha un’economia basata soprattutto sulle attività agricola e pastorale. L’agricoltura, che costituisce la principale fonte di reddito per la popolazione, è specializzata nella coltivazione di cereali, ortaggi, foraggi e vite. Si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. L’industria è scarsamente sviluppata, ed a livello artigianale vengono prodotti squisiti formaggi tipici, pregiate coperte e tappeti, oltre a cestini di asfodelo intrecciati.

Brevi cenni storici su Ollolai, dove è nato il re pastore Ospitone

Ollolai, nonostante sia oggi un piccolo centro, vanta un antichissimo passato. L’abitato è stato fondato già in età preistorica, ed è stata in seguito sottoposta alla dominazione romana, periodo in cui è stata sede di una delle Civitates Barbarie. Ma la sua popolazione ha mostrato sin dall’inizio una forte resistenza alla penetrazione dei Romani, e si è opposta, inizialmente, anche al Cristianesimo, finche Gregorio Magno non è riuscito a convincere il loro capo, il re pastore Ospitone, a favorire la conversione di tutti i suoi sudditi e, di conseguenza, la penetrazione del Cristianesimo in Sardegna e la diffusione del latino nell’isola.

Ripartizione dell’isola al tempo del re pastore OspitoneRicostruzione fantasiosa di un incontro di Ospitone con papa Gregorio MagnoEra di Ollolai il re pastore Ospitone che, nel periodo della presenza bizantina sull’isola, inizia ad attaccare militarmente i Bizantini e li sconfigge ripetutamente, fino ad arrivare sotto le mura di Cagliari, assediando il Dux bizantino Zabarda. A Roma nel 590 viene eletto papa Gregorio I, detto Gregorio Magno, il cui pontificato dura fino al 604, e che dal 590 al 604 scrive più di 800 lettere dirette ai personaggi più importanti del tempo. Ad Ospitone, nel maggio del 594, papa Gregorio invia una missiva per convincerlo a convertirsi al Cristianesimo. Nella lettera il pontefice fa notare al capo sardo quanto profonda sia la differenza tra chi ha aderito al Cristianesimo, e tutti i barbaricini, Barbaricini omnes, ut insensata animalia vivant, Deum verum nesciant, ligna autem et lapides adorent, ossia che vivono tutti come animali irragionevoli ignorando il vero Dio ed adorando legni e pietre. L’epistolario di Gregorio attesta anche che Ospitone viene convinto a firmare la pace con Zabarda e ad acconsentire alla penetrazione e all’opera di proselitismo dei missionari Felice e Ciriaco nell’area Barbaricina. Ospitone si converte al Cristianesimo, cosa che fa con tutti i suoi seguaci, ed introduce la religione romana in tutta l’isola.

Dal volume <em>Il banditismo in Sardegna</em> di Antonio Pigliaru il testo de <em>Il codice della vendetta barbaricina</em>Così Salvatore Cambosu, lo scrittore di Orotelli, in Miele Amaro, lo racconta: «Ospitone era il re dei pastori. Alto, barbuto, mangiatore di carne, valentissimo fromboliere, era nato a cavallo. Non sapeva ne leggere ne scrivere - illetterato del tutto. Perciò era costretto a farsi leggere e spiegare le lettere latine che il pontefice (Gregorio Magno) gli mandava di tempo in tempo da Roma per rallegrarsi della sua salute, di quella del corpo e di quella dell’anima. Perché infatti, stancatosi di adorare le pietre e le fonti, s’era convertito alla religione di Cristo e a questa convertì le sue genti. La sua sede era l’alpestre Ollolai, città in quel tempo, ora villaggio, il quale sconta con pazienza un suo peccato antico: d’avere bruciato il convento ai frati, dopo averli coinvolti in un delitto di cui erano innocenti». Ma, come scrive Giovanni Lilliu, «La conversione al Cristianesimo non estirpò tradizioni, costumi e statuti: si abbatterono le pietre sacre degli antenati, ma restò il Codice della vendetta barbaricina, ancora oggi non del tutto rimosso, che punisce il furto in casa propria ma lo considera atto di guerra in terreno altrui e lava le offese e tuteL’onore personale e di gruppo vendicandolo col sangue».

In periodo medioevale, nell’undicesimo secolo Ollolai è stata inclusa nel Giudicato d’Arborea e nominata capoluogo della curatoria della Barbagia di Ollolai. Nel 1478, a seguito della conquista degli Aragonesi, viene incorporata nel Ducato di Mandas, ma subito dopo, il 5 agosto 1490, un rovinoso incendio distrugge completamente gran parte dei rioni del villaggio, e sopravvive un unico quartiere, nel quale si sviluppa una terribile pestilenza. Gli abitanti sopravvissuti, però, non si danno per vinti e si mettono al lavoro per ricostruire ciò che era andato perduto. In seguito Ollolai viene ceduta in feudo ai Maza, e successivamente ai Tellez Giron d’Alcantara. Nel periodo della dominazione sabauda, a fine ottocento ad Ollolai, presso la casa dell’zio rettore Nonnis, ha trascorso gli anni della giovinezza il pittore Carmelo Floris, di Olzai, e gli anziani lo ricordavano mentre, seduto su una pietra presso la piccola chiesa di Santa Susanna, spesso in compagnia dell’amico Giuseppe Biasi, disegnava su cartoni scene della vita paesana. Nel periodo repubblicano, del comune di Ollolai nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro.

Alcuni dei principali personaggi che sono nati a Ollolai

Tra i ersonaggi nati ad Ollolai, oltre al politico e scrittore Michele Columbu nato nel 1914 e morto nel 2012, allo storico Carlo Felice Casulla nato nel 1947, va citato soprattutto il pittore Franco Bussu.

Franco Bussu: 'Azzurro in terrapieno', olio su telaIl pittore Franco Bussu è nato nel 1943 a Ollolai, nel cuore della Barbagia. Ha avuto i primi contatti con l’arte guidato dai noti maestri Carmelo Floris, suo zio, e da Stanis Dessy. Dopo il diploma all’Istituto d’Arte di Sassari, per qualche tempo ha insegnato nelle scuole. Stringe amicizia con Carlo Contini ed Antonio Corriga. Ha una stagione americana, dove espone alla Sisti Gallerie di Buffalo e New York. Soggiorna per alcuni anni a Firenze dove, all’Accademia delle Belle Arti, consegue l’abilitazione all’insegnamento in decorazione pittorica. Dal 1983 dipinge a tempo pieno. Oggi vive e ha il suo studio a Cagliari.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Ollolai

Ollolai-Sfilata del 'Gruppo Folk Balladores’ di OllolaiA Ollolai sono attivi il Gruppo Folk Balladores di Ollolai, i tenores del gruppo Pastores Tenores, ed il Coro Polifonico S’Ispera, e durante le loro manifestazioni è possibile ammirare i caratteristici costumi tradizionali. Anche a Ollolai, come in gran parte della Sardegna, il 17 di gennaio si svolge la Festa dedicata a Sant’Antonio Abate, con la sera precedente l’accensione del grande falò; questa Festa apre i festeggiamenti del Carnevale, che era molto sentito, con le Mascheras limpias, gli Intintos ed i Bumbones; seguono i riti della Quaresima, e quelli della Settimana Santa culminanti con la cerimonia di S’Incontru della Pasqua, con gli auspici per la bella stagione; la Festa patronale di San Michele Arcangelo si svolge due volte l’anno, l’8 maggio ed il 29 settembre; il 24 giugno si svolge la Festa di San Giovanni Battista; il 28 e 29 giugno la Festa campestre di San Pietro nell’omonima località sulla strada per Ollolai dal 23 al 26 agosto si svolge la Festa di San Bartolomeo, con l’esibizione di S’Istrumpa, che costituisce il campionato regionale dell’antica lotta; San Basilio Magno viene festeggiato nella piccola chiesa sull’omonimo monte, l’1 di settembre.

Il Carnevale di Ollolai

Nella tradizione di Ollolai Harrase 'Are, ossia il Carnevale ollolaese, ha inizio il giorno di Sant’Antonio, ma i festeggiamenti veri e propri cominciano la domenica di Carnevale, e proseguono per tre giorni fino al mercoledì delle Ceneri. Il Carnevale viene reso particolarmente suggestivo dalla presenza di numerose maschere tradizionali, chiamate Sos Bumbones delle quali le principali sono Sos Turcos detti anche Sos Truccos, avvolti in un telo di pizzo bianco, chiamato Inghirialettu, in passato utilizzato per ricoprire i piedi del letto ove giaceva il defunto prima della sepoltura, e portano sulle spalle Sa Mantella Rubia, uno scialle ricamato in rosso, viola e blu che per tradizione veniva usato per avvolgere il neonato durante il battesimo. Significative sono anche le figure femminili di Maria Vressada, così chiamata in quanto avvolta in un copriletto, di Maria Ishoppa e di Sa Mamm ’e su Sole, che rappresentano tre maschere spauracchio che spaventano i bambini capricciosi, le quali sono figure femminili rappresentate da uomini avvolti anch’essi in un telo di pizzo bianco, che sulle spalle portano una mantella e uno scialle rosso, viola e blu.

I festeggiamenti della Settimana Santa a Ollolai

I festeggiamenti della Settimana Santa iniziano il mercoledì delle Ceneri si celebra la sfilata de Su Ziommo, che è un fantoccio di paglia. La Domenica di Pasqua si svolge la singolare processione con S’Incontru della Madonna col Cristo risorto, con i simulacri che si incontrano nella piazzetta di Sant’Antonio dove le statue si inchinano per tre volte.

La Festa di San Giovanni Battista

A Ollolai il 23 ed il 24 giugno si svolge la Festa di San Giovanni Battista, una Festa che viene organizzata dai pastori locali, con la processione alla quale partecipano numerosi cavalli, e con una cena collettiva a base di pecora bollita. Come in tutte le feste estive, anche in questa Festa dominano i cavalli. Prima del sorgere del sole, si raccolgono erbe medicinali e antiparassitarie, si compiono riti terapeutici e si traggono auspici per una buona stagione e un buon matrimonio.

A Ollolai si conserva la tradizione de S’Istrumpa con il torneo in occasione della Festa di San Bartolomeo

Uta: bronzetti: i lottatoriS’Istrumpa o Sa Strumpa La Lotta dei Sardi o Lotta sarda, è un tipo di lotta originaria della Sardegna, che grazie al riconoscimento del CONI è diventata un vero e proprio sport. L’antica caratteristica lotta sarda, già praticata dai nuragici, è in parte simile alla lotta greco-romana ma molto più antica, e viene raccontata anche nel libro Padre padrone di Gavino Ledda. Abbiamo numerose testimonianze sulle remote origini di tale lotta: un famoso bronzetto, detto dei lottatori, riproduce due atleti nella tipica posizione di questa lotta. La somiglianza con le più note lotta libera e lotta greco-romana, fa ipotizzare che abbiano avuto una origine comune. Secondo la tradizione, S’Istrumpa veniva praticata nelle feste campestri, cerimonie religiose, fiere di bestiame, in occasione della mietitura, trebbiatura e tosatura del bestiame. Gli atleti si pongono l’uno di fronte all’altro e, una volta dato il Via, si afferrano per la vita e cercano, con la sola forza delle braccia, di mettere l’avversario con la schiena al tappeto. Per vincere contano la forza, la rapidità e l’equilibrio: spesso basta un solo sgambetto, fatto al momento giusto, per vincere la gara. Gli atleti, chiamati Gherradores, indossano vestiti tradizionali in velluto scuro e calzano scarpe realizzate in modo artigianale apposta per questa lotta. Il primo torneo a livello locale si è svolto a Ollolai nel 1985, quindi nel 1989 si è svolto il primo campionato regionale. Nel 1994 si è costituita, sempre a Ollolai la Federazione de S’Istrumpa, che ha effettuato un’indagine basata sui ricordi degli anziani e la tradizione orale, ed ha codificato in un apposito regolamento le tecniche di lotta, per riproporre l’antico sport all’attenzione di un pubblico più vasto. Dal 1995 aderisce alla Federazione Internazionale lotte Celtiche (FIL) e partecipa ai campionati internazionali in Bretagna. Nel 1997 c’è il riconoscimento ufficiale da parte del Comitato Olimpico nazionale Italiano (CONI), grazie al quale S’Istrumpa è diventata uno sport praticato a livello agonistico, che da origine a veri e propri campionati divisi per le varie categorie di peso.

Ollolai: a Ollolai si impara S’Istrumpa fin da bambiniOllolai-Torneo di S’Istrumpa del 2009Oggi si valuta che i praticanti sardi tale disciplina siano circa 200, distribuiti principalmente nella Barbagia. I campioni di questo sport provengono, infatti, principalmente dai paesi di Ollolai, Villagrande Strisaili ed altri, dove esistono palestre ad essa dedicate. Dal 23 al 26 agosto si svolge a Ollolai la Festa più importante, che è la Festa di San Bartolomeo, ossia di Santu Porthulu, caratterizzata da diverse manifestazioni religiose e civili, ed inizia il 23 agosto, con i vespri in onore del Santo, prosegue nei giorni 24, con la messa solenne, una bellissima processione lungo le vie dell’abitato con accompagnamento dei cavalieri e dalle ragazze in costume tradizionale e con esibizioni equestri, e prosegue il 25 ed il 26 con altre manifestazioni civili. Tra le principali manifestazioni civili durante questa Festa si svolge, il 24 agosto, il Torneo di S’Istrumpa.

Visita del centro di Ollolai

L’abitato, interessato da forte espansione edilizia, si sviluppa a ridosso di due spuntoni granitici, ed ha un andamento tipico dei paesi di montagna. Entriamo in Ollolai da est, provenendo da Gavoi con la SP29, che all’interno dell’abitato assume il nome di via Giuseppe Mazzini.

Le belle antiche fontane

Ollolai: la fontana di Gupunnio conosciuta come Sa Untana MannaIl territorio di Ollolai è ricco d’acque e sorgenti. All’interno dell’abitato, la più famosa e abbondante è la Fontana di Gupunnio conosciuta come Sa Untana Manna e ribattezzata in seguito con il nome di regina fontium. La si può raggiungere entrando nell’abitato, percorsi circa trecentocinquanta metri dal cartello indicatore di Ollolai prendiamo, sulla destra della via Giuseppe Mazzini, la via Regina fontium, che in poco più di cento metri ci porta in una piazzetta, nella quale si trova la fontana.

Il Municipio di Ollolai

Proseguendo lungo la via Giuseppe Mazzini dopo aver passato l’imbocco della via Regina fontium, percorsi circa centotrenta metri, arriviamo in via Giuseppe Mazzini al civico numero 2, dove si trova l’edificio nel quale si trovano la sede e gli uffici del Municipio di Ollolai.

La chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo

Ollolai: chiesa parrocchiale di San Michele ArcangeloProseguendo lungo la via Giuseppe Mazzini, dopo poco più di cinquanta metri arriviamo in piazza Guglielmo Marconi, la piazza principale del paese, sistemata ai primi del novecento incanalando il torrente su Rivu Mannu che la attraversava. Qui, al civico numero 15, si trova la chiesa di San Michele Arcangelo che è la chiesa parrocchiale di Ollolai, realizzata in stile tardo gotico ma più volte rimaneggiata nel tempo. In origine la chiesa doveva essere probabilmente dedicata a San Bartolomeo Apostolo, ed infatti, all’interno della chiesa, c’è ancora una Cappella gotica dedicata a questo Santo, la quale è sicuramente l’unica parte sopravissuta dell’antica chiesa. All’interno della chiesa parrocchiale, oltre ad alcune tavole del pittore Carmelo Floris di Olzai, si trova nell’abside, sopra il coro ligneo del 1600, il grande crocifisso dipinto dal pittore ollolaese Franco Bussu. Nei pressi della piazza, sorgeva anche la piccola chiesa dedicata a Santa Susanna, che è stata in seguito completamente demolita. La Festa patronale di Ollolai è la Festa dedicata a San Michele Arcangelo, che, nella tradizione orale del posto, viene visto come se fosse Giove Pluvio, la divinità che apre e chiude le porte del cielo. La Festa ricorre due volte l’anno, l’8 di maggio, con i temporali estivi ed i lampi e tuoni altamente dannosi, ed il 29 di settembre, con l’arrivo delle prime piogge e con i lampi e tuoni non più pericolosi. In entrambe le ricorrenze si svolge una rocessione lungo le vie dell’abitato, con accompagnamento di gruppi in costume provenienti dalla Sardegna e non solo, serata con esibizione dei gruppi folk e canti a tenore. Data la presenza all’interno della chiesa parrocchiale della Cappella dedicata a San Bartolomeo, a lui è dedicata la Festa di San Bartolomeo Apostolo, che si svolge dal 23 al 26 agosto, con il 24 il torneo de S’Istrumpa, e che abbiamo già descritte in precedenza.

Il Campo da Calcio di Ollolai

Dalla piazza Guglielmo Marconi, prendiamo la strada che costeggia la fiancata sinistra della chiesa e si dirige verso sud, ossia la via Taloro, che seguiamo per circa cinquecento metri, poi prendiamo verso sinistra la via Cedrino che, in duecento metri, ci porta al Campo da Calcio di Ollolai.

La chiesa di Sant’Antonio da Padova

Ollolai: chiesa di Sant’Antonio da PadovaDalla piazza Guglielmo Marconi, prendiamo la strada che costeggia la fiancata destra della chiesa, ossia la via repubblica, e poi, dopo meno di cento metri, svoltiamo a destra nella stretta via Barbagia. La seguiamo per circa duecento metri nel centro del nucleo più antico del paese, e troviamo sulla destra della strada una piazzetta sulla quale si affaccia la chiesa dedicata a Sant’Antonio di Padova. Caratterizzata da una semplice pianta rettangolare, presenta una facciata in muratura con un ampio portone ligneo sovrastato da un oculo circolare e da una piccola croce. Al centro del tetto, in tegole a doppio spiovente, si trova un campaniletto a vela con campana. È presso questa chiesa che, per tradizione, si svolge il 17 gennaio la Festa di Sant’Antonio Abate, chiamata anche la Festa di Sant’Antoni de su Ho’u, per la quale la sera della vigilia vengono benedetti nella pizzola adiacente il falò e le arance, a cui si da grande potere taumaturgico, e viene acceso Su Fogulone, il grande falò nella piazzetta di San Antoni, dove si svolge la processione con tre giri intorno al falò. Segue la degustazione di vino e del dolce tipico di Ollolai, ossia Su pistiddu. La serata vine animata dai balli sardi a canti a tenore, e da Sa Pandela, ossia dall’albero della cuccagna.

Il Cimitero di Ollolai

Dalla piazzetta antistante la chiesa di Sant’Antonio da Padova, proseguiamo lungo la via Barbagia per una ventina di metri, poi prendiamo a destra e imbocchiamo la via Sant’Antonio che seguiamo per duecento metri, poi prendiamo tutto a destra, e, dopo cento metri, svoltiamo a sinistra nella via Sebastiano Satta, che proviene dalla piazza Guglielmo Marconi. Seguiamo verso nord la via Sebastiano Satta che, in trecentocinquanta metri, ci porta davanti al’ingresso del Cimitero di Ollolai.

Visita dei dintorni di Ollolai

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Ollolai, sono stati portati alla luce i resti del Nuraghe semplice Torota; del Nuraghe Unerte, di tipologia indefinita; mentre non restano che poche tracce del Nuraghe Palai.

La chiesa campestre di San Pietro Apostolo

Ollolai: chiesa di San Pietro ApostoloDal centro di Ollolai usciamo verso gavoi con la via Giuseppe Mazzini, che, fuori dall’abitato, assume il nome di SP29. Percorso circa un chilometro e mezzo, in corrispondenza di una curva verso destra, vediamo alla sinistra della strada la facciata della chiesa dedicata a San Pietro Apostolo ricostruita, negli anni settanta, nel luogo in cui in passato sorgeva un’antica chiesa romanica, dopo la sua demolizione. L’edificio in pietra presenta una pianta rettangolare ad unica navata. Il prospetto esterno ospita al centro il portale ad arco a tutto sesto preceduto da alcuni gradini, mentre il tetto a capanna è contraddistinto da un piccolissimo campaniletto con campana. Il 28 e 29 giugno nell’omonima località sulla strada per Ollolai si svolge la Festa di San Pietro, una Festa campestre caratterizzata dai riti religiosi, con una processione, e da manifestazioni civili come la corsa all’anello.

La chiesa chiesa campestre di San Basilio

Ollolai: chiesa di San BasilioEntrati nel paese, seguiamo la via Giuseppe Mazzini, passiamo il Municipio ed arriviamo in piazza Guglielmo Marconi, dove si trova la chiesa parrocchiale. Da qui, prendiamo la via Taloro, che è la SP39, verso sud e la seguiamo per circa settecento metri, poi prendiamo a destra verso la via San Basilio. Dopo circa cento metri, prediamo seguendo le indicazioni a sinistra una strada che, in 1,7 chilometri, ci porta sul monte San Basilio, in una valle nascosta e ben protetta dagli ammassi granitici delle cime circostanti. Qui si trova la chiesa dedicata a San Basilio Magno cui anticamente era annesso un convento, edificata dai monaci basiliani e utilizzata, dopo la loro cacciata da Ollolai, dai Frati Francescani. Rimaneggiata nel 1925, la piccola chiesa di forme semplici, tipiche dell’architettura campestre, si compone di una navata su cui si impostano archi a tutto sesto con intradosso in granito. Sulle pareti esterne spiccano gli stipiti in trachite rossa di moderna fattura, che sono modellati su quelli più antichi. Accanto al Cimitero, prima dei recenti ampliamenti, erano ancora visibili le tracce della chiesa dedicata a Santa Vittoria. Gli scavi realizzati tra il 2006 e il 2008 presso la chiesa di San Basilo hanno riportato alla luce una vecchia fonte e le strutture di un antico leggendario convento dei Frati Francescani presenti a Ollolai verso la fine del quattrocento. La Festa di San Basilio Magno si svolge nella piccola chiesa sull’omonimo monte, l’1 di settembre, che viene chiamato il lingua sarda Qapidanni, dato che era il primo giorno dell’anno, secondo il calendario bizantino. Il giorno della Festa tutto il paese si trasferisce nel monte di San Basilio per godersi una fantastica scampagnata.

I resti del convento di San Basilio con la fuga dei Frati da Ollolai

Nei dintorni di Ollolai, sul monte San Basilio, esisteva un convento medioevale, costruito nel 1472. Del convento rimane la oggi solo la piccola chiesa di San Basilio, vicino alla quale si trovano un villaggio nuragico e un pozzo sacro. Il 5 agosto 1490, un rovinoso incendio distrugge completamente gran parte dei rioni del villaggio, e sopravvive un unico quartiere, nel quale si sviluppa una terribile pestilenza. Le cause del disastro sono state viste nella Disamistade che in quegli anni contrapponeva le due famiglie più potenti del paese, ossia gli Arbau, favorevoli agli Aragonesi, e i ladu, che parteggiavano per Arborea. Ollolai: il pregevole crocifisso ligneo conservato oggi nella cattedrale di Santa Giusta vicino ad OristanoDell’uccisione, probabilmente imputabile agli Arbau, di un figlio dei ladu, istruito dai Frati Francescani, il cui corpo fu ritrovato nel pozzo dell’orto del convento, vennero accusati i Frati che, abbandonando in tutta fretta il villaggio, portarono con loro solo un Pregevole crocifisso ligneo che oggi viene conservato nella cattedrale di Santa Giusta, a qualche chilometro da Oristano. Due giorni dopo la loro partenza, si scatena improvvisamente l’incendio, che la leggenda attribuisce alla maledizione lanciata dai Frati che, nel partire, del paese batterono anche la polvere dai calzari, affinche niente andasse con loro. È molto più probabile che l’incendio fosse dovuto a una rappresaglia contro gli ollolaesi, ancora fedeli alla ormai estinta casata degli Arborea a cui i Francescani erano legati.

Così il teologo, canonico di Oristano, Salvatore Aangelo Scintu, in Memorie Arborensi, racconta La fuga dei Frati da Ollolai: Come avenne dunque che i religiosi Osservanti abbandonarono il convento di Ollolai? l’anno 1470 cominciarono in Ollolai due partiti, uno dei ladu e l’altro degli Arbau. Tanto furono accaniti che non la perdonavano neppure alla stessa innocenza. Andava al convento (era sito fuori di popolato, e fino al 1840 se ne vedevano chiaramente i vestiggi) per studiare un ragazzo dei ladu, ed il partito contrario lo uccise e lo gittò nella fontana del convento, e fece intendere al volgo che gli uccisori furono i frati. Vissero e per qualche tempo i religiosi pernottando sopra gli alberi ma quando viddero che, invece di cessare aumentava la persecuzione, scrissero al Vicario generale dell’isola fra Rafaele di S. Severino il quale comandò che abbandonassero, come fecero al tre di agosto 1490, quel convento e ritornarono ad Oristano al convento di Santa Maria Maddalena, portando un crocefisso che si venerava nell’altare posto alla parte del Vangelo e vicino alla porta, per cui dal chiostro si entrava alla chiesa. Al 5 del medesimo mese, e senza saper come, si vide un gran fuoco che ridusse in cenere il paese, eccettuato il vicinato, che anche oggidì esiste, ma sempre miserabile. Sul monte San Basilio si trova anche un fontanile denominato Sa Untana de sos Pardes, ossia la fontana dei frati. Secondo la tradizione orale, dovrebbe essere quello, il pozzo dove fu gettato il corpo del ragazzo, ma la cosa sarebbe stata impossibile, dato che la fonte si trova dentro un anfratto e, il bacile di raccolta delle acque ha un diametro massimo di cinquanta centimetri e una profondità di appena trenta.

Sulla cima San Sebastiano i resti della chiesa di San Sebastiano oltre al Nuraghe Palai ed alla sorgente Orthiai

Per raggiungere i resti dell’antica chiesa di San Sebastiano, torniamo nel centro del paese con la SP39 per 1,7 chilometri, poi prendiamo a sinistra verso nord ovest la via San Basilio, che seguiamo per settecentocinquanta metri, poi la strada prosegue sulla via Palai. La strada prosegue con la SP29, che seguiamo per circa un chilometro, poi, seguendo le indicazioni, prendiamo a sinistra una strada che in un paio di chilometri ci porta ai pochi resti della chiesa di San Sebastiano che sono situati in mezzo alla campagna, lontani, alla sinistra della strada. alla voce Ollolai del Dizionario di Vittorio Angius, l’autore, sbagliando, indica come presente nelle campagne di Ollolai una chiesa dedicata a Santo Stefano. Si tratta, in realtà, di quella dedicata a San Sebastiano le cui rovine sono ancora visibili sull’omonima cima che domina la vallata di Ottana. L’errore deriva certamente dalla somiglianza del nome dei due Santi nella parlata locale, ossia Istene ad indicare Stefano, e Istianu ad indicare Sebastiano. Proseguendo lungo questa strada, arriviamo in località Palai dove, secondo Vittorio Angius, si trovava il Nuraghe Palai del quale non restano che poche tracce. Proseguendo lungo la strada, arriviamo anche alla Sorgente Orthiai.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo da Ollolai e ci recheremo a Olzai dove è vissuto ed ha operato il pittore Carmelo Floris, e dove concluderemo la nostra visita della Barbagia di Ollolai.


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