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Padru visita della città e dei suoi dintorni con il sito archeologico di Santu Miali ed il suo tesoro


In questa tappa del nostro viaggio, da Buddusò ci recheremo a Padru che era una sua frazione e che è divenuto comune autonomo, e che visiteremo con i siti archeologici ed i resti storici presenti nel suo territorio.

La regione storica del Monteacuto, chiamata anche Logudoro Monteacuto

La regione storica del MonteacutoIl Logudoro è stato, nel periodo medioevale, uno dei quattro Giudicati che ha avuto come capoluogo prima Porto Torres, in seguito Ardara, ed infine Sassari. Oggi possiamo dividere questa regione in tre parti: Logudoro Turritano, il cosiddetto Sassarese, a nord; il Logudoro Meilogu a ovest; ed il Logudoro Montacuto a est. Più in particolare, il Monteacuto comprende la piana di Chilivani e le propaggini dei monti del Goceano, di Alà dei Sardi e del limbara. Il nome deriva da quello del Castello giudicale edificato a Berchidda nel tredicesimo secolo. Il paesaggio del Monteacuto è caratterizzato dall’alternarsi di alture e zone pianeggianti. Oggi il Monteacuto si trova economicamente diviso in due zone, il cui confine è segnato dal fiume Coghinas. I comuni che fanno parte del Monteacuto orientale sono: Alà dei Sardi, Berchidda, Buddusò, Monti, Oschiri e Padru. Quelli che fanno parte, invece, del Monteacuto occidentale sono Nughedu San Nicolò, Ozieri, Pattada e Tula. Nel Monteacuto si parla il logudorese, a ovest nell’arcaica variante settentrionale nuorese, mentre a est in quella comune. L’altopiano di Buddusò, a sud est, è la zona di convergenza tra queste due varianti linguistiche.

In viaggio verso Padru

Da Buddusò riprendiamo la SS389 di Buddusò e del Correboi di Buddusò e del Correboi in direzione nord est e torniamo indietro al comune di Alà dei Sardi, che raggiungiamo dopo poco più di una diecina di chilometri. Percorsi circa cinque chilometri e mezzo, svoltiamo a destra ed imbocchiamo la SP24 che, in una ventina di chilometri, ci porterà a Padru. Dal municpio di Buddusò a quello di Padru abbiamo percorso 37.7 chilometri, mentre da quello di Alà dei Sardi a quello di Padru si percorrono 26.2 chilometri.

Prima di arrivare a destinazione, incontriamo diverse frazioni del comune di Padru, che attraversiamo o accanto alle quali passiamo, e che descriveremo più avanti quando illustreremo i dintorni di Padru. Da Padru la SP24 prosegue verso nord e dopo dieci chilometri ci porterebbe a Loiri Porto San Paolo, che vedremo in una delle prossime tappe.

Il comune chiamato Padru

Padru: veduta dell’abitatoPadru-Stemma del comuneSiamo arrivati a Padru (nome in lingua sarda Padru nome gallurese Patru, altezza metri 304 sul livello del mare, abitanti 2.040 al 31 dicembre 2021), grosso villaggio agropastorale del Monteacuto posto al centro di una conca ricca di sorgenti e di macchia mediterranea, ai piedi colline ricche di vegetazione, prevalentemente macchia mediterranea. Si trova in un territorio di frontiera tra la Gallura ed il Logudoro, che risente delle componenti culturali ed economiche specifiche delle rispettive aree. Poco meno di un sessanta per cento degli abitanti vive nel capoluogo Comunale, mentre gran parte della popolazione si distribuisce nelle sue frazioni, ed anche in numerose in case sparse. Padru è attraversata dalla SP24 che parte a nord di Alà dei Sardi e si dirige verso Olbia.

Origine del nome

Il nome Padru potrebbe derivare dalla parola latina Pratum, che significa prato, in relazione alla presenza di pascoli fertili nella zona. Ma è più probabile che il nome derivi dalla tradizione di alternare l’utilizzo dei terreni, destinandoli per due anni alla semina e per due anni al pascolo, per evitare un loro eccessivo sfruttamento con il conseguente loro impoverimento. I terreni utilizzati per la semina, vicini alle abitazioni, venivano denominati Sidattone, Bidattone o Vidazzoni; quelli più distanti erano invece destinati al pascolo o prato, ed il termine prato, tradotto nella lingua locale, diventa appunto Padru.

La sua economia

L’economia del paese è basata principalmente sull’agricoltura, in particolare cerealicoltura e viticoltura, oltre che sull’allevamento ovino e bovino. Da alcuni anni Padru è interessata da flussi turistici sempre crescenti, attirati da un’offerta agrituristica di qualità, con disponibilità di ottimi prodotti enogastronomici, e dalle indubbie attrattive ambientali. La sua particolare posizione geografica la fanno una delle mete preferite dai turisti alla ricerca delle tradizioni locali e dell’ospitalità, qualità che da sempre contraddistingue gli abitanti del luogo. La straordinaria posizione geografica privilegia questo territorio conquistando un proprio ruolo specifico anche nel settore turistico, inteso come elemento essenziale per l’economia locale, con la contestuale esaltazione delle proprie, specifiche potenzialità.

Brevi cenni storici

Le sue origini non sono certe ma sicuramente molto antiche, e la sua storia è legata a quella di Buddusò. Fino dal cinquecento, secondo alcuni storici, sarebbe esistito un centro denominato Orgheri, o Olgheri o Erguri. Nel periodo medioevale tutta la Sardegna viene interessata da un fenomeno di urbanizzazione, e molti piccoli centri incominciano a scomparire. Sotto il dominio aragonese, vivendo in regime feudale, i terreni dei feudi non possono passare da un feudo ad un altro. Allora i territori di Ozieri, Buddusò ed Alà erano nella conte Olivà, appartenente a feudatari spagnoli, i duchi di Gandia, mentre Monti era una Baronia dei Manca di Sassari, ed Olbia rientrava nel Giudicato di Gallura. Dovendo assegnare Orgheri ad un centro maggiore della stessa contea, dato che Alà era un allora assai modesto mentre Buddusò era senza dubbio un centro molto più grande e popolato, Padru viene annessa a Buddusò, invece che ad un centro più vicino. Durante il regime sabaudo, il nome Orgheri si ritrova citato anche in un atto di battesimo risalente al 1822. Si ritiene che questo nome sia stato usato fino alla fine dell’ottocento, quando, prima nel linguaggio comune poi anche in quello ufficiale, viene sostituito da Padru. In periodo della repubblica Italiana, nel 1996, Padru si stacca dal comune di Buddusò al quale precedentemente apparteneva, ed a seguito di un referendum popolare riChiesto da una rappresentanza di cittadini, diventa comune autonomo, con zone di territorio scorporate dal territorio di Buddusò. Del comune di Padru nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Sassai a quella nuova di Olbia e Tempio Pausania, per poi tornare nel 2016, dopo l’abolizione di questa provincia, di nuovo in quella di Sassari.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Padru

Padru-Gruppo Folk Santu Miali di PadruA Padru sono attivi il Gruppo Folk Sant’Elia di Sa Pedra Bianca e l’Associazione Giovanile Gruppo Folk Santu Miali Padru, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Padru vanno citate in occasione del Carnevale, il giovedì grasso a Padru si svolge la Festa di Fave e lardo, che prevede l’offerta a tutti i presenti di una cena a base di carne di maiale, patate, cipolle e cavoli, e la domenica successiva c’è la sfilata dei carri allegorici la seconda domenica di maggio si svolge la Festa patronale di San Michele Arcangelo e della Madonna del Rosario; a maggio la Festa di San Giuseppe; l’ultima domenica di maggio si festeggia Sant’Elia Profeta; durante la prima metà di giugno il Premio internazionale di pittura Premio Isole; il 13 giugno o la domenica successiva si svolge la Festa di Sant’Antonio da Padova, che prevede una processione, la messa presso la chiesa campestre, e infine il pranzo a base di carne offerto a tutti i presenti la prima domenica di agosto si festeggia la Madonna del Sacro Cuore; alla fine della prima settimana di agosto, presso il Campo da Calcio di Padru si svolge la Festa della Birra, Con la Festa della musica denominata Rock in Padru, con gastronomia e musica live; ad agosto si svolge anche la Festa di San Massimiliano Kolbe; l’8 settembre la Festa di Santa Maria Bambina; la terza domenica di settembre si festeggia l’Immacolata Concezione; il 29 settembre si svolge la Festa patronale di San Michele Arcangelo.

Visita del centro di Padru

Arriviamo a Padru provenendo da Buddusò, o anche da Alà dei Sardi, ossia da sud, con la SP24 che, all’interno del centro abitato, assume il nome di via Roma.

Il Cimitero di Padru con la chiesa di San Michele Arcangelo

Padru: Cimitero di PadruEntriamo nell’abitato di Padru dalla via Roma e percorriamo trecentocinquanta metri, passiamo l’incrocio con via Milano sulla destra e via Torino sulla sinistra, ed arriviamo al successivo incrocio con via Firenze sulla destra e via San Michele sulla sinistra. La via San Michele, in meno di cento metri, ci porta alla periferia sud del paese, dove possiamo andare a visitare il Cimitero di Padru.

Padru: chiesa di San Michele ArcangeloAl termine della fiancata sinistra del Cimitero, si trova l’ingresso dell’antica chiesa di San Michele Arcangelo ossia chiesa di Santu Miali che era stata l’antica parrocchiale del paese, intorno alla quale era situato l’antico Cimitero. Oggi, dato il lento spostamento dell’abitato, è divenuta la Cappella cimiteriale. Edificata nell’ottocento, è un eccellente esempio di architettura rurale sarda, ed è molto simile dalla casa del pastore o del contadino, nella quale si esprimono il raccoglimento e la riservatezza che caratterizzano l’ambiente rurale. Il 29 settembre a Padru si svolge la Festa patronale di San Michele Arcangelo, ma i festeggiamenti più significativi si svolgono presso la chiesa parrocchiale la seconda domenica di maggio.

La chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù

Padru: chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di GesùDal Cimitero, torniamo indietro e riprendiamo la via Roma, che, dopo duecentocinquanta metri, passata la piazza della Repubblica, diventa corso della repubblica. Percorsi altri centocinquanta metri, dal corso della repubblica si muove a sinistra la via Alessandro Manzoni. Dopo un centinaio di metri, al civico numero 2 della via Alessandro Manzoni, si trova la chiesa del Sacro Cuore di Gesù che è la chiesa parrocchiale del paese. Si tratta di una chiesa di costruzione recente, della quale il titolare è il Sacro Cuore di Gesù, ma che rimane dedicata anche a San Michele Arcangelo, il Santo patrono al quale era dedicata la precedente chiesa parrocchialele. La seconda domenica di maggio, presso questa chiesa, si svolge la Festa patronale di San Michele Arcangelo e della Madonna del Rosario, con tre giornate di festeggiamenti religiosi e manifestazioni civili.

Il Municipio di Padru

Padru-Monumento ai Caduti di PadruLungo corso della repubblica, cinquanta metri prima di incrociare la via Alessandro Manzoni, troviamo, alla sinistra della strada, il largo Grazia Deledda, nel quale si trova il Monumento ai Caduti di Padru, costituito da tre grandi lastre granitiche di forma rettangolare irregolare, in quella centrale è raffigurato un soldato in guerra, mentre nelle due laterali sono incisi i nomi dei caduti di Padru. Si tratta del principale Monumento ai Caduti di Padru, che nella sua area Comunale ne ospita anche un altro, nella frazione Sa Pedra Bianca, che descriveremo più avanti. Nella piazza davanti al monumento, è presente anche l’edificio nel quale era ospitata la vecchia sede del Municipio del paese.

Padru-Municipio di PadruDi fronte al largo Grazia Deledda prendiamo, alla destra dal corso della repubblica, la via Nuoro, la quale proseguendo diventa il viale Italia, che uscirà dall’abitato con il nome di SP110 e si dirigerà in direzione nord est verso San Teodoro. Seguiamo il viale Italia per poco più di centocinquanta metri, e vediamo, alla sinistra della strada, in un bel parco, l’edificio nel quale si trova il nuovo Municipio di Padru, che ci viene ospitato con la sua sede e con tutti i suoi uffici.

Il Campo da Calcio di Padru

Proseguiamo lungo il viale Italia, e, percorsi trecentocinquanta metri, troviamo alla sinistra della strada il Campo Sportivo Comunale Marino Putzu di Padru, all’interno del quale sono compresi un Campo da Calcio, con tribune il grado di ospitare fino a 200 spettatori, ed anche un Campo da Tennis. Il Campo da Calcio ospita la Federazione calcio Biasi, che gioca nel girone G della Seconda Categoria.

Visita dei dintorni di Padru

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Padru, sono stati portati alla luce i resti del Nuraghe semplice punta su Nurache. Ci si trovano, inoltre, diverse frazioni con i loro santuari, presso i quali si svolgono varie feste campestri. La presenza di numerosi agglomerati minori all’interno del territorio Comunale, ha fatto sì che si sviluppasse, a partire dagli anni trenta del novecento, una fitta rete di piccole Chiese, o meglio di cappelle, costruite secondo lo stile del periodo fascista, costituite da due distinti locali, uno adibito al culto del Santo a cui esse erano dedicate, l’altro destinato ad attività accessorie, e spesso adibito a scuola. Nel corso degli anni, queste strutture hanno subito continui restauri e rifacimenti, al punto che, oggi, risultano assai differenti rispetto all’aspetto originario.

Verso sud ovest si trova la frazione denominata Sozza con la chiesa intitolata a San Massimiliano Kolbe

Uscendo da Padru verso sud ovest con la SP24 in direzione di Alà dei Sardi e Buddusò, incontriamo diverse frazioni del comune di Padru, che attraversiamo o accanto alle quali passiamo.

Padru-Sozza: chiesa intitolata a San Massimilano KolbePercorsi quattro chilometri e mezzo, troviamo la deviazione sulla destra che in circa novecento metri ci porta alla frazione Sozza (altezza metri 267, distanza 5.4 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 238), il cui nome originario era Sotza. Si tratta di un centro di discrete dimensioni, la cui economia è basata principalmente nell’artigianato, sull’allevamento e sull’agricoltura. Nella periferia nord orientale della frazione, prima di entrare in essa, si trova la chiesa intitolata a San Massimiliano Kolbe edificata nel 1994. Presso questa chiesa, ad agosto si svolge la Festa di San Massimiliano Kolbe, con cerimonie religiose e manifestazioni civili.

La frazione denominata Cuzzola con la chiesa dedicata all’Immacolata Concezione

Padru: cuzzola: chiesa dedicata all’Immacolata ConcezioneRitornati sulla SP24, percorriamo verso sud ovest circa seicentocinquanta metri, e troviamo la deviazione sulla sinistra, che in circa seicento metri, ci porta alla frazione Cuzzola (altezza metri 240, distanza 5.8 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 127). Nella periferia nord occiddentale della frazione si trova la chiesa dedicata all’Immacolata Concezione edificata nel 1930 e interamente ricostruita nel 1995. Presso questa chiesa, la terza domenica di settembre si celebra la Festa dell’Immacolata Concezione, con cerimonie religiose e manifestazioni civili.

Padru: cuzzola: la strada dei vecchi carbonai che percorre il canyon di CuzzolaA est rispetto alla frazione, si trova, immerso nel verde, il Canyon di Cuzzola una panoramica gola transitabile attraverso la vecchia mulattiera che veniva utilizzata un tempo dai carbonai, nella quale si incontra un affascinante connubio tra acqua e granito, che accompagna gli escursionisti nei circa venti chilometri di sentiero che percorrono tutta la gola, tenuto perfettamente dagli Enti locali preposti.

Le frazioni di Padru denominate su Tirialzu e Sos Runcos

Ritornati sulla SP24, percorriamo verso sud ovest poco più di due chilometri, e troviamo la deviazione sulla destra che, in ottocento metri, ci porta alla piccola frazione su Tirialzu (altezza metri 469, distanza 8.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 49).

Ritornati sulla SP24, percorriamo verso sud ovest appena trecento metri, e troviamo la deviazione sulla sinistra, la prendiamo e seguiamo per trecentocinquanta metri, poi Svoltiamo a Destra e imbocchiamo Via della Sughereta, Che, in duecentocinquanta metri, ci porta alla piccola frazione Sos Runcos (altezza metri 438, distanza 7.8 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 20).

La frazione denominata Sa Serra con la chiesa della Beata Vergine del Rimedio

Padru-Sa Serra: chiesa dedicata alla Beata Vergine del RimedioRitornati sulla SP24, percorriamo verso sud ovest poco più di ottocento metri, e troviamo la deviazione sulla sinistra che, in seicentocinquanta metri, ci porta alla frazione Sa Serra (altezza metri 441, distanza 9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 138). Appena entrati nella frazione, alla destra della strada si trova la chiesa dedicata alla Beata Vergine del Rimedio costruita nel 1994 ossia di recentissima costruzione, che costituisce la Cappella della frazione denominata di Sa Serra. La devozione ed il culto alla Beata Vergine del Rimedio, risalgono agli inizi del tredicesimo secolo ed è legato al fondatore dell’Ordine Trinitario, San Giovanni de Matha, in riconoscimento degli interventi della Madonna in aiuto della sua opera di carità cristiana per la redenzione degli schiavi, tanto che quest’Ordine religioso ha sempre considerato Nostra Signora del Rimedio, come titolo primordiale ed ufficiale della propria devozione mariana.

Nella frazione Sa Serra si trova anche la chiesa di Sant’Elia Profeta

Padru-Sa Serra: chiesa di Sant’Elia ProfetaProseguendo verso sud per circa un chilometro oltre il piccolo centro di Sa Serra, possiamo recarci a visitare il Nuovo Cimitero di Sa Serra. Accanto al Cimitero nuovo si trova il Parco di Sant’Elia, all’interno del quale è presente l’Antico Cimitero di Sa Serra. Nel parco si trova anche la chiesa di Sant’Elia Profeta che risale probabilmente al periodo medioevale, nel quattrocento circa, e costituisce un antico edificio circondato da querce secolari, restaurata di recente con la riscoperta dell’antica pavimentazione in cotto e dei due altari delle cappelle laterali. Dalle testimonianze storiche a disposizione si apprende che la chiesa, appartenente amministrativamente alla diocesi di Castro, era in origine la chiesa parrocchiale del villaggio medioevale di Urrà, identificabile, geograficamente, con le attuali località di Sa Serra, ludurru, Sos Runcos e Cuzzola. La Festa di Sant’Elia Profeta si svolge l’ultima domenica di maggio. I festeggiamenti iniziano dal venerdì sera con la cena offerta a tutti i presenti, alla quale segue uno spettacolo. Il sabato e la domenica, dopo la funzione religiosa, vengono offerti il pranzo e la cena per tutti, a base di brodo di carne e di pecora In cappotto, ossia di pecora bollita.

La frazione denominata ludurru con la chiesa di Santa Maria Bambina

Padru: ludurru: chiesa di Santa Maria BambinaRitornati sulla SP24, percorriamo verso sud ovest due chilometri e trecento metri, poi prendiamo la deviazione a sinistra che seguiamo per centottanta metri, svoltiamo a destra e, dopo centotrenta metri, arriviamo alla frazione ludurru (altezza metri 419, distanza 10.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 58), da non confondere con la località omonima, che si trova in territorio di Buddusò ed alla quale appartiene la famosa necropoli. Nella frazione si trova la chiesa di Santa Maria Bambina costruita intorno al 1930, che rispecchialo stile originario in quanto, nel corso degli anni, sono stati eseguiti pochi rifacimenti e restauri. Presso questa chiesa, si svolge l’8 settembre la Festa di Santa Maria Bambina.

La frazione denominata Sa Pedra Bianca con la chiesa dedicata alla Madonna del Sacro Cuore

Riprendiamo il nostro viaggio verso sud partendo dalla frazione denominata Sos Runcos, che abbiamo già incontrato. Proseguendo lungo la via della Sughereta oltre la frazione Sos Runcos, la strada ci porta, dopo quasi otto chilometri, alla frazione Sa Pedra Bianca (altezza metri 627, distanza 15.6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 72). La frazione è di sicuro impatto visivo, sorge in una zona panoramica a settecento metri di altezza, e viene per questo definita Il tetto pietroso della Sardegna. Ha origini nella seconda metà del settecento, in alcune sue abitazioni riecheggia l’architettura povera del tempo, e le sue casette, costruite con fango e pietre, si arrampicano su una montagna tra rocce e ricca di specie arboree, ossia gruppi di lecci, cisti, rovi e corbezzoli. Le vecchie abitazioni in granito, circondate da un paesaggio pittoresco, si affacciano su caratteristiche viuzze che, insieme ai sentieri naturali che si diramano intorno, costituiscono mete predilette dai turisti che ogni estate si avvicendano numerosi in queste zone. In essa è ancora possibile trovare il pane fatto in casa.

Padru-Sa Pedra Bianca: chiesa dedicata alla Madonna del Sacro CuoreAll’interno dell’abitato, alla sinistra della via Baronia, su un rialzo si trova la chiesa dedicata alla Madonna del Sacro Cuore costruita nel 1930 e ristrutturata nel 1990. Presso questa chiesa la prima domenica di agosto si svolge la Festa della Madonna del Sacro Cuore con celebrazioni religiose e civili.

Padru-Sa Pedra Bianca-Monumento ai Caduti di Sa Pedra BiancaLungo la via Baronia, poco più avanti del rialzo sul quale di trova la chiesa, si può vedere il Monumento ai Caduti Di Sa Pedra Bianca, si tratta del secondo Monumento ai Caduti di Padru, dopo quello situato nell’abitato, in largo Grazia Deledda. Il monumento mostra una tipologia costruttiva che riconduce al mondo rurale. Blocchi granitici quadrangolari sono stati disposti, l’uno accanto all’altro, sotto forma di piramide, culminante con un masso di forma cilindrica sul quale, un tempo, era incastonata la statua della Madonna.

Il parco regionale dell’Oasi di Tepilora

Padru: la punta Tepilora all’interno del neonato parco regionale dell’Oasi di TepiloraAll’interno della frazione Pedra Bianca, svoltiamo a destra e imbocchiamo la via Baronia, che seguiamo fuori dall’abitato in direzione sud ovest per quasi cinque chilometri e mezzo. La strada sbocca sulla SP95, e, proprio di fronte a noi, si vede la Punta Tepilora, un massiccio roccioso dell’altezza di 528 metri. Il territorio Comunale di Padru confina con il neonato Parco regionale dell’Oasi di Tepilora che ricade però interamente nel comune di Bitti, e che ci riserva un panorama mozzafiato, nel quale la Sa Contra ’e S’Ifferru, ossia la Roccia che conduce all’Inferno, lo sguardo spazia su vallate e rilievi montuosi sino a portarci a scorgere il massiccio del Gennargentu.

Verso sud raggiungiamo la frazione denominata Piras

Dalla frazione Pedra Bianca, imboccata la via Baronia, che seguiamo fuori dall’abitato in direzione sud ovest per quasi cinque chilometri e mezzo, fino a che la strada sbocca sulla SP95, che prendiamo verso destra, ossia verso ovest, e che seguiamo per due chilometri e mezzo, poi prendiamo una deviazione sulla destra che, in duecentocinquanta metri, ci porta nella frazione Piras (altezza metri 185, distanza 26.7 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), nella quale si trovano abitazioni che appartengono al comune di Padru.

A nord i Padru si trova il sito storico di Santu Miali dove è stato rinvenuto il suo tesoro

Padru-Sito archeologico di Santu MialiTorniano all’interno dell’abitato di Padru e percorriamo un chilometro dall’uscita dal paese verso nord. Dal lato destro della SP24 che da Padru porta in direzione di Olbia, parte una strada Comunale asfaltata che penetra la fertile valle che ospita il Sito storico di Santu Miali che dimostra che l’area era abitata anche nel periodo storico che va dall’epoca romana al periodo medioevale. L’area archeologica, che dista un chilometro e mezzo dalla SP24, è rimasta chiusa peranni a causa dei contrasti tra il comune e i proprietari dei terreni, ed era praticamente sepolta dalla vegetazione, ma è stata ripulita dalla nuova amministrazione Comunale a partire dal 2011. Il sito archeologico è stato inizialmente ritenuto una necropoli costituita da venti Dolmen, ma successive ricerche hanno accertato che non si trattava di Dolmen, ma di una grande necropoli risalente al sesto secolo dopo Cristo, eredità dell’età bizantina, costituita da Tombe tardo romane, messe in opera con il lato più lungo a vista, e dette, per questo, tombe a ortostati. Si tratta di una tipologia assai rara e sono le uniche ritrovate in Sardegna. È stata rinvenuta anche una Tomba romana che si ritiene antecedente rispetto alla necropoli ad ortostati.

Padru-Tesoro di Santu MialiNell’area sono presenti anche due Chiese romaniche, venute alla luce durante le campagne di scavi del 2002 e del 2004. Sotto l’altare della chiesa che è stata riconosciuta come Dedicata a Santa Lucia, è stato rinvenuto il Tesoro di Santu Miali, costituito da ben 3500 genovini d’argento, monete minute coniate dalla repubblica di Genova nel periodo tra il 1100 e il 1300. Questo tesoro sarebbe stato depositato sotto l’altare verso il 1200, quando la costa orientale della Sardegna subiva gli attacchi dei pirati saraceni. Sotto la chiesa si è trovata anche una Tomba medioevale con all’interno un sarcofago in pietra ancora integro che conteneva le ossa di quello che, secondo la leggenda, dovrebbe essere stato proprio Santu Miali. Sulle ossa, che si ritengono comunque appartenenti a qualche importante personaggio medievale, sono tuttora in corso esami per fornirne la datazione. Presso la chiesa sono stati trovati, inoltre, i resti di una Grande villa rustica del periodo tardo romano, che non è stata finora oggetto di studi approfonditi.

La sughereta dove si svolge la Sagra di Sant’Antonio

Padru: la Sagra di Sant’AntonioEstremamente significativa, per la popolazione di Padru, è, la seconda domenica di giugno, la Sagra di Sant’Antonio, che viene organizzata da tutte le persone di nome Antonio del paese. La Sagra si svolge lungo la SP110 che porta a San Teodoro, in una ampia sughereta posta alla destra della strada, che si raggiunge a ottocentocinquanta metri dal Municipio del paese, una cinquantina di metri dopo la deviazione che porta all’Agriturismo Boltei, e prevede la celebrazione della messa in un piccolo altare sotto gli alberi, cui segue un pranzo a base di carne, che viene cotta in grandi pentoloni sul posto, e che viene offerto a tutti i presenti.

La frazione denominata Biasì o Biaxi con la chiesa di San Giuseppe

Padru: biasì: chiesa di San GiuseppeProseguendo sulla SP110, a tre chilometri dal centro, si trova la deviazione sulla sinistra che, in un centinaio di metri, porta al centro della frazione Biasì (altezza metri 161, distanza 3.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 135), il cui nome in origine era Biaxi. La lingua parlata in questa frazione è il Gallurese, a differenza con le altre frazioni di Padru nelle quali invece si parla il sardo logudorese. Presa sulla sinistra la via Giuseppe Ungaretti, qrriviamo nel centro della frazione, e, dopo centocinquanta metri, si trova alla sinistra della strada una piazza sulla quale si affaccia la chiesa di San Giuseppe che rispecchia ancora oggi lo stile originario in quanto, nel corso degli anni, sono stati eseguiti pochi rifacimenti e restauri. Qui a maggio si svolge la Festa di San Giuseppe, con festeggiamenti religiosi e civili in onore del Santo.

Arriviamo alla frazione denominata Budò

A poco più di un chilometro di distanza, deviando dalla SP110 sulla destra, in quattrocento metri si arriva alla frazione Budò (altezza metri 160, distanza 4.8 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), nella quale si trova qualche abtazione ed anche l’agriturismo denominato L’Olivastro.

Verso sud est si trova il Crossodromo Sas Taras di Padru

Padru-Sfilata ed esibizione sul Crossodromo Sas Taras di PadruDal centro di Padru, prendiamo la prosecuzione della via San Michele verso est. Si tratta della via Firenze, che, dopo duecento metri, continua sulla strada denominata Sorgente Sos Pantamos, e che, percorsa fino alla fine, esce dall’abitato e ci porta nella campagna, in direzione sud est. Qui, a poco più di due chilometri e mezzo dall’abitato, si trova alla destra della strada il Crossodromo Sas Taras ossia la pista di Motocross del Motoclub di Padru.

Proseguendo verso sud si arriva al monte Nieddu con la sua foresta demaniale

Padru: il panoramica dal monte Nieddu verso la costa di San TeodoroProseguendo lungo la stessa strada, si arriva al Monte Nieddu La cui Punta Maggiore raggiunge i 971 metri di altezza, all’estremità del complesso granitico dei Monti di Alà. Da qui inizia una catena di altopiani che attraversa l’isola in diagonale scendendo verso sud ovest e separando le province settentrionali di Gallura e di Sassari, da quelle centrali di Nuoro e di Oristano. La foresta demaniale di Monte Nieddu è ubicata nella parte nord orientale dell’Isola, con un territorio di natura granitica caratterizzata da una morfologia di alta collina, caratterizzata da forme arrotondate proprie delle strutture costituite da rocce ignee intrusive granitiche della Gallura. Circa quarantaquattro ettari della superficie sono sottoposti a vincolo idrogeologico, mentre solo sette ricadono nell’ambito paesaggistico di Budoni e San Teodoro, e centonove nella Riserva Naturale di Monte Nieddu.

La prossima tappa del nostro viaggio

Inizieremo ora a seguire un itinerario che ci farà visitare le località all’interno della regione storica della Gallura. Nella prossima tappa del nostro viaggio, partendo da Olbia, ci recheremo con la SS127 Settentrionale Sardaa Telti dove visiteremo il paese con i suoi dintorni.


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