Sarroch con la sua importante area industriale per la raffinazione del petrolio e con la sua costiera
In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Sulcis Iglesiente recandoci, da Villa San Pietro, a visitare Sarroch con la sua importante area industriale. Visiteremo il paese con la sua costiera ed i suoi dintorni con la importante Villa d’Orrì. Il Sulcis nella regione storica del Sulcis-IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Il Sulcis (nome in lingua sarda Sa Meurreddìa) si estende nella porzione sudoccidentale dell’isola, parte integrante della regione storica del Sulcis-Iglesiente, ed appartiene alla Provincia del Sud Sardegna ed a quella di Cagliari. I suoi comuni nella Provincia del Sud Sardegna sono Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domus de Maria, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Santadi, Siliqua, Teulada, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Quelli nella città Metropolitana di Cagliari sono Pula, Sarroch e Villa San Pietro, che si trovano però tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nel tratto costiero caratterizzato da ampie spiagge, tra cui spicca Piscinas, con le sue metafisiche dune di sabbia, o la splendida insenatura di Masua, che guarda il faraglione calcareo di Pan di Zucchero. In viaggio verso SarrochDall’abitato di Villa San Pietro usciamo con il corso Vittorio Emanuele, verso est, ed imbocchiamo la SS195 Sulcitana, che prendiamo in direzione nord. La seguiamo per circa tre chilometri e mezzo, poi, all’altezza del chilometro 22.6 circa, seguendo le indicazioni, prendiamo la strada verso destra in direzione di Sarroch. Questa strada, dalla quale si può prendere la deviazione per la frazione Monte Arrubiu, arriva a uno svincolo, dove si può prendere sulla sinistra, seguendo le indicazioni per Capoterra e Cagliari, la nuova SS195 Sulcitanabis. Noi proseguiamo, invece, seguendo le indicazioni, sulla SS195 Sulcitana che ci porta in un chilometro a Sarroch, dove entriamo con la via Cagliari, che conduce all’interno dell’abitato. Dal Municipio di Villa San Pietro a quello di Sarroch abbiamo percorso 5.3 chilometri. La frazione Monte ArrubiuUsciti dalla SS195 Sulcitana in direzione di Sarroch, prendiamo subito a destra la deviazione per il Villaggio Angelo Moratti, che ci porta nella frazione Monte Arrubiu o Villaggio Moratti (altezza metri 102, distanza in linea d’aria circa 2.7 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 149), che comprende il villaggio creato dai Moratti, proprietari della Saras. Le due Tombe di giganti di Monte ArrubiuA sud est della frazione, distante un paio di centinaia di metri, si trovano i resti delle Tombe di giganti di Monte Arrubiu due tombe del tipo a filari con esedra, distanti tra loro meno di una cinquantina di metri, la prima più a nord e la seconda più a sud. Il sito risulta inglobato all’interno di una moderna lottizzazione. Il comune chiamato Sarroch con il suo distretto industrialeIl comune chiamato Sarroch (nome in lingua sarda Sarrocu, altezza metri 47 sul livello del mare, abitanti 5.033 al 31 dicembre 2021) è un comune della città metropolitana di Cagliari, conurbato con il capoluogo. Si tratta di un centro che si estende nella parte meridionale della città metropolitana di Cagliari, sulla costa occidentale del golfo di Cagliari. Il paese è situato sulla costa sud occidentale della Sardegna, e dista circa 25 chilometri da Cagliari. Si sviluppa ai piedi un modesto rilievo, dominato da una caratteristica roccia igea effusiva di forma tronco conica, in cima alla quale è issato un crocifisso. L’abitato è raggiungibile tramite la SS195 Sulcitana, che corre a un solo chilometro di distanza dall’abitato. Gli abitanti vivono per la maggior parte nel capoluogo Comunale, mentre la restante parte si distribuisce tra la frazioni di Porto Columbu e Perd ’e Sali, che si estendono in realtà nel tratto di costa all’altezza del territorio di Villa San Pietro, e le frazioni minori, ed anche in un elevato numero di case sparse. Il territorio, classificato di collina, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono i 666 metri di quota. L’entroterra sarrochese è interessato dalla valle di uno degli affluenti del rio di Pula, che si insinua nel settore centrale dei monti del Sulcis fino alla foresta demaniale di Monte Nieddu e alle pendici del monte Maxia. In questo corso d’acqua, a regime torrentizio, è in corso di costruzione un bacino artificiale. Origine del nomeIl nome viene riportato come Saroc in un registro pontificio del 1341 ed in una carta della Sardegna del 1577, ed in seguito Saroch in una cartina d’Europa del 1554. Sarroch è scritto per la prima volta nella forma oggi conosciuta nel 1572. Qualche studioso propone una ipotesi, non confermata, che lo vedrebbe derivare dal fenicio Sciarak, che indicava un grappolo, data la natura del terreno adatto alla coltivazione della vite. L’ipotesi più accreditata è quella secondo la quale il nome prenderebbe origine dalla montagna che domina l’abitato, in lingua sarda la montagna può essere Sa Rocca, e da essa deriverebbe S’Aarroch, che in lingua catalana antica significa appunto La Roccia. La sua economiaIl comune di Sarroch, accanto alle tradizionali attività agricole, ha sviluppato una notevole attività industriale, affiancata da un crescente sviluppo turistico. Nel settore primario, l’attività agricola è del tutto marginale, soprattutto a causa dell’abbandono delle campagne a favore dell’attività industriale. Esistono tuttavia la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta, e con l’allevamento soprattutto di ovini e caprinii, ma anche di suini, equini e avicoli. Il settore industriale è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, tra i quali piccoli caseifici e un oleificio, della chimica, dei laterizi, metalmeccanico, elettrico, della produzione e distribuzione di energia elettrica ed edile. L’attività economica principale è rappresentata dall’industria chimica e dall’indotto ad essa associata, dato che Sarroch ospita l’impianto di raffinazione petrolifera della Saras, uno dei sei supersite presenti in Europa, e alcuni impianti petrolchimici, con la presenza di aziende che effettuano la lavorazione di prodotti petroliferi raffinati. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva e di servizi qualificati. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Meta di soggiorno estivo, il turismo ha tuttavia un interesse marginale nel paese, in quanto le spiagge di Perd ’e Sali e di Portu Columbu sono state irrimediabilmente distrutte dall’edificazione e dal Porto Turistico, mentre il resto della costa è stato sottratto allo sfruttamento turistico dalla presenza del polo industriale. Il turismo rappresenta per lo più un punto di riferimento residenziale per le vicine località turistico balneari dislocate nei territori di Pula e Domus de Maria. Sarroch richiama, comunque, numerosi visitatori grazie anche al suo ricco patrimonio archeologico: i Nuraghi sparsi sul territorio, tra i quali meritano una visita il Nuraghe di Antigori e il Nuraghe Sa Domu ’e S’Orcu, e le le testimonianze della presenza degli antichi greci e dei Fenici e punici. Brevi cenni storiciIl territorio di Sarroch viene abitato fino dall’età preistorica, come dimostrano i diversi Nuraghi ed altri manufatti in esso presenti. Durante il Medioevo appartiene al Giudicato di Càralis, compreso nella curatoria di Nora. Nel 1258 passa al Giudicato di Arborea e nel 1295 al comune di Pisa, sootto il controllo dei della Gherardesca, padroni a quel tempo della parte sud occidentale della Sardegna. Successivamente, con l’invasione aragonese del 1324, venne affidato in feudo a diverse famiglie nobiliari iberiche, e nel 1335 viene incorporato nella Baronia di Capoterra. Tra il sedicesimo secolo e il diciassettesimo secolo, gli Spagnoli erigono tre torri di avvistamento, la Torre di Antigori, la Torre del Diavolo e la Torre della Zavorra, per difendersi dalla continue incursioni dei Saraceni. Il paese inizia progressivamente a spopolarsi a causa delle incursioni barbaresche, e viene ricostruito nel corso del diciassettesimo secolo in una posizione più interna. Scrive lo storico Vittorio Angius: Il luogo di Sarrocco era già da gran tempo spopolato, quando scrisse il Fara la sua Corografia intorno al 1580, e restò ancora deserto per gran tempo. Il primo rione che si popolò fu quello di S. Giorgio, dove gli abitanti pericolavano meno, perché propinqui meno alla spiaggia e più alla montagna. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla città metropolitana di Cagliari. Le principali feste e sagre che si svolgono a SarrochA Sarroch è attivo il Gruppo Folk Sciarak di Sarroch, dove il nome Sciarak deriva da una parola d’origine araba che significava uva, poiché anticamente nelle campagne intorno a Sarroch erano presenti numerose coltivazioni di vite. Nelle sue esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale di Sarroch. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Sarroch vanno citate il 4 aprile, la Sagra delle fave; il primo maggio, la sfilata della processione di Sant’Efisio, che da Cagliari coinvolge le località interessate dal pellegrinaggio fino alla località di Nora, fa tappa nella località di Villa d’Orrì; il 30 maggio, Sa Tundimenta, con i festeggiamenti per la tosatura di un gregge di pecore; dal 4 al 7 giugno, la mostra agroalimentare; dal 24 al 26 luglio, la mostra dell’artigianato sardo; l’8 agosto, la Sagra del pesce; dal 28 al 30 agosto, la Sagra dei dolci di Sapa; il primo week end di settembre, la Festa dei giovani, organizzata dall’associazione culturale Giustizia e Libertà, che ogni anno raggruppa giovani di tutta la provincia, con quattro serate all’insegna della buona musica locale e nazionale accompagnata da vari intrattenimenti la Patrona, Santa Vittoria, si festeggia il 15 maggio con una Festa solo liturgica, e la terza domenica di settembre con una processione che attraversa il centro storico. Le fermate della processione di Sant’Efisio a Villa d’Orrì e poi in centro a SarrochOgni anno, per la Festa di Sant’Efisio, nel pomeriggio del primo maggio la sfilata della processione con il carro sul quale è portato il simulacro del Santo, che coinvolge le località interessate dal pellegrinaggio da Cagliari fino alla località di Nora, fa la sua quarta sosta alla frazione Sarroch chiamata Villa d’Orrì, dove ha luogo il suo primo ricevimento da parte della comunità dei fedeli di Sarroch. Nella Cappella della Vergine del Carmelo, di proprietà dei Marchesi Manca di Villahermosa, viene celebrata una celebrazione eucaristica in commemorazione dei defunti. Segue la benedizione e, dopo il consueto rinfresco offerto dai padroni di casa, il Santo riprende il suo cammino per arrivare a Sarroch. In seguito, la sera del primo maggio, la sfilata della processione arriva, per la sua quinta sosta, all’interno del’abitato di Sarroch. Tutto il paese partecipa all’accoglienza al Santo, imbandierando le vie, profumandole con i petali dei fiori e con le erbe aromatiche, indossando i coloratissimi costumi della tradizione, gelosamente custoditi fino al momento della festa. Il cocchio percorre le vie del paese, illuminatissime per l’occasione, seguito da una folla di devoti che lo accompagnano alla chiesa di Santa Vittoria, dove sarà celebrata una messa solenne. Qui il Santo sosta per la notte, mentre i buoi e il cocchio, che hanno accompagnato il Santo nel lungo tragitto cominciato a Cagliari, trovano riparo nel cortile di casa Mascia. La mattina del giorno successivo, il 2 maggio, dopo la celebrazione eucaristica, si riprende il cammino alla volta di Villa San Pietro. Visita del centro di SarrochL’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra un andamento plano altimetrico tipico delle località collinari. Dalla SS195 Sulcitana, seguendo le indicazioni, prendiamo verso destra la strada che, in circa un chilometro, ci porta nell’abitato. Da questa strada, prendeiamo a destra la via Cagliari, che ci porta nel centro di Sarroch. La Villa SiottoDalla SS195 Sulcitana, seguendo la via Cagliari all’interno dell’abitato, dopo circa un chilometro e trecento metri prendiamo a destra la via Siotto, dopo una cinquantina di metri a destra la via Sassari, che seguiamo per duecento metri, poi a sinistra la via Trento, e, dopo duecento metri, a destra la strada che, in centocinquanta metri, ci porta alla Villa Siotto che si trova alla destra della strada. Si tratta di una villa padronale realizzata agli inizi del novecento in posizione dominante rispetto all’abitato di Sarroch. Circondata da un vasto parco, è stata recentemente restaurata, insieme agli edifici dove un tempo erano le scuderie, ed ai depositi dei prodotti agricoli. Edificio di rappresentanza del comune, attualmente ospita mostre d’arte e convegni, ed è destinata ad ospitare il Museo delle Arti e Tradizioni Contadine. La casa MasciaDalla via Cagliari, presa a destra la via Siotto, la seguiamo per un centinaio di metri, e dove, dalla destra arriva la via Indipendenza, si trova la Casa Mascia qualche anno fa acquisita dal comune di Sarroch e restaurata. L’edificio, di quattordici vani, confina con le proprietà di alcune famiglie storicamente tra le più importanti di Sarroch. Per la Festa di Sant’Efisio, il primo maggio, in serata, quando la processione arriva a Sarroch, i buoi e il cocchio che hanno accompagnato il Santo nel lungo tragitto cominciato a Cagliari, trovano riparo nel cortile di casa Mascia, che offre un’ospitalità secolare. Esiste infatti un testamento datato 20 dicembre 1886 scritto dal padrone di casa, Efisio Mascia, che invita gli eredi a tenere fede al suo voto e continuare ad ospitare il cocchio del Santo. Il volere del primo proprietario di casa Mascia, oggi viene rispettato dal comune che ogni anno continua ad onorare quel voto. Il Municipio di SarrochProseguendo lungo la via Siotto per duecento metri dopo l’arrivo dalla destra della via Indipendenza, arriviamo al civico numero 2, dove si trova l’edificio che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Sarroch. Si tratta di un edificio costruito ai primi del novecento, poi restaurato alla fine degli anni ’80 del novecento. Nato per ospitare la caserma dei Carabinieri, ad esso in seguito è stata aggiunta un’altra ala, che ha ospitato il vecchio Municipio, che è stato in seguito trasferito. Dal 1998 è tornato nuovamente la sede municipale del comune. La chiesa parrocchiale di Santa Vittoria Vergine e MartireDa via Siotto ci portiamo, alla destra, in piazza della Repubblica, dove si affaccia la chiesa di Santa Vittoria Vergine Martire La chiesa parrocchiale di Sarroch, che ha sede in piazza della Repubblica, al civico numero 18. Questa chiesa, nel 1966, ha preso il posto della precedente chiesa parrocchiale, la cosiddetta chiesa vecchia. L’esigenza di una chiesa più grande nasce già dal 1922, e la costruzione della nuova chiesa parrocchiale, la chiesa grande come la chiamano i parrocchiani, ha inizio nel 1958. La chiesa grande viene inaugurata nel 1966, ha all’interno un’unica navata nella quale spicca l’altare maggiore settecentesco. In questa chiesa è conservata una bella acquasantiera del dodicesimo o tredicesimo secolo, formata da un tronco di colonna e da un capitello, con i simboli degli evangelisti, che era posizionata nella chiesa di San Giorgio, e che è stata dichiarata monumento nazionale. La Festa popolare più sentita a Sarroch è la Festa della patrona Santa Vittoria, che si celebra il 15 maggio, con un programma religioso e manifestazioni civili, che si svolgono nei tre o quattro giorni a cavallo della festività. Ogni anno, per la Festa di Sant’Efisio, la sera del primo maggio la sfilata della processione con il carro sul quale è portato il simulacro del Santo, che coinvolge le località interessate dal pellegrinaggio da Cagliari fino alla località di Nora, dopo aver fatto tappa nella località di Villa d’Orrì, riprende il viaggio ed arriva, per la sua quinta sosta, a Sarroch. La chiesa vecchia di Santa Vittoria Vergine e MartireLa chiesa vecchia di Santa Vittoria Vergine e Martire situata alla sinistra della nuova chiesa grande, risale al settecento, ha una facciata in stile barocco delineata da strette lesene che mettono in rilievo il rosone. Il tetto è a due falde. All’interno è presente una sola navata, frammezzata da due archi a sesto acuto, e si è certi che il suo altare maggiore è stato costruito nel 1744, come da un’iscrizione in esso inserita. Nella chiesa si trovano vari oggetti d’arte, come un turibolo di stile gotico, una navicella di gusto catalano rinascimentale, una lampada lavorata a sbalzo. Il Cimitero di SarrochDalla SS195 Sulcitana, seguendo la via Cagliari all’interno dell’abitato, dopo circa novecento metri prendiamo a sinistra la via San Giorgio, la seguiamo per quattrocento metri, e vediamo, alla destra della strada, l’ingresso del Cimitero di Sarroch, eretto nel 1871. Il palazzetto dello sportDalla via Cagliari, percorsa la via San Giorgio per soli duecentocinquanta metri, incrociamo e prendiamo a destra la via Giuseppe Verdi, la seguiamo per circa trecento metri, e prendiamo a sinistra la via Giotto, sulla quale, subito sulla destra, si trova l’ingresso del Palazzetto dello sport di Sarroch. Lo stadio Comunale di SarrochEntrando in Sarroch dalla SS195 Sulcitana con la via Cagliari, la seguiamo per un chilometro e trecento metri, poi, arrivati in un incorcio, prendiamo verso destra la via al Mare, la seguiamo per trecento metri, e prendiamo a sinistra il viale Umbria, alla cui destra, dopo un centinaio di metri, al civico numero 2, si trova l’ingresso dello Stadio Comunale di Sarroch, nel quale sono presenti tribune con una capienza di 1.500 posti. Lo stadio Comunale ospita le partite dell’A.D.S. Sarroch calcio, che gioca in Prima categoria. Visita dei dintorni di SarrochVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Sarroch, sono stati portati alla luce i resti delle Tombe di giganti Antigori I, Antigori II, Bacch’e linna, Balloi I, Balloi II, Baracca su Basoni I, Baracca su Basoni II, Cuccuru ’e su Fraus, Guardia Sa Mendula, Is Baccas, Mereu, monte Arrubieddu II, Monte Arrubiu I e Monte Arrubiu II che abbiamo già descritte, Mussara I, Mussara II, Perd ’e Sali, Podere S. Cesare, Sa Femmina Morta, San liberno, S’Arcu de Mussara, Sarroch I, Sarroch II, su Nuraxeddu, Tanca su Foxi, villaggio Moratti; dei Protonuraghi Giummo, Monte Arrubiu, Portu Columbu; dei Nuraghi semplici canale Peppino, de Is Baccas, Guardia Sa Mendula, Guardia Santali, Motti, Mussara, San Nicola II; dei Nuraghi complessi Antigori, domu e S’Orcu, Mereu; ed anche dei Nuraghi Perda longa, San Nicola, S’Arcu de Mussara, su Macciaroni, tutti di tipologia indefinita. I resti del Nuraghe complesso domu e S’OrcuDa Sarroch, usciamo dall’abitato verso sud est con la via Alfonso lamarmora, dalla quale prendiamo a destra, seguendo le indicazioni di un cartello, e, dopo seicento metri, raggiungiamo uno spiazzo. Continuiamo sulla strada bianca in salita verso sinistra, che sale lungo la collina, dove troviamo, a 87 metri di altezza, il Nuraghe domu e S’Orcu. È un Nuraghe complesso bilobato di tipo arcaico, costituito da due torri a tancato, con cortile. Dall’ingresso principale si accede a un cortile interno che collega le due torri. La parte più antica del Nuraghe è la torre alla destra di chi entra, mentre quella a sinistra e i muri di collegamento sono stati aggiunti in seguito. Nella camera centrale della torre principale la scala per il terrazzo inizia all’altezza di quattro metri e mezzo sopra il livello del pavimento. Il Nuraghe è costruito con rozzi blocchi di porfirite. Il monumento è stato scavato da Torquato Taramelli nel 1924, e negli anni ’80 sono state riprese le ricerche. Al suo interno sono state rinvenute tracce di occupazione risalente all’Età del Bronzo e di riutilizzo in epoca romana. Sono stati rinvenuti anche frammenti di ceramica micenea, il che testimonia come la zona fosse interessata da scambi che raggiungevano l’Egeo e il mediterraneo orientale. La punta Zavorra dove si trovano i resti della batteria antiaerea e pochi ruderi della torre omonimaDa Sarroch, usciamo dall’abitato verso nord est con la via Sant’Anna, che, dopo un chilometro, continua sulla strada Comunale di Perd ’e Sali, dopo trecentocinquanta metri svoltiamo a sinistra sulla strada che ci porta verso la costa. Dopo un chilometro questa strada, raggiunta la costa, termina in una rotonda, dove prendiamo a destra la strada per Sa punta. La seguiamo per un chilometro e mezzo, ed arriviamo alla Punta Zavorra, dove si trovano i resti della Batteria antiaerea Zavorra utilizzata durante l’ultima guerra. Poco distanti si trovano solo i pochi ruderi della Torre Zavorra. Si trattava di una Torre difensiva costruita dagli Spagnoli verso la fine del cinquecento, a difesa del territorio dalle incursioni dei pirati saraceni, che nel 1785 viene ristrutturata e ampliata, e dotata di due cannoni di grosso calibro, due cannoncini e una spingarda. Nel 1835 viene disarmata, ma continua ad essere utilizzata come stazione di vedetta, fino al 1916, quando viene fatta saltare per esigenze belliche. La frazione SpagnoluDa Sarroch, usciti dall’abitato verso nord est con la via Sant’Anna, che, dopo un chilometro, continua sulla strada Comunale di Perd ’e Sali, dopo trecentocinquanta metri svoltiamo a destra sulla strada 9, la seguiamo per quasi tre chilometri e mezzo, e, seguendo le indicazioni, prendiamo a destra la strada che ci porta nella frazione Spagnolu (altezza metri 30, distanza in linea d’aria circa 5.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 135). Si tratta di una frazione del comune di Sarroch, alla quale è, comunque, più comodo arrivare da Villa San Pietro. Dal centro svoltiamo a destra in viale Cagliari, che, dopo l’incrocio con la SS195 Sulcitana, continua sulla via Grazia Deledda, e, dopo circa un chilometro e mezzo, dove la strada continua sulla via del Porto, svoltiamo invece a sinistra silla strada 9, la seguiamo per duecento metri, e, seguendo le indicazioni, arriviamo alla frazione Sarroch. I resti del Nuraghe complesso Mereu con la Tomba di giganti omonimaArrivati alla frazione Spagnolu con la strada 9, prendiamo a destra la via Grazia Deledda che, in circa un chilometro e mezzo, ci porta a Villa San Pietro. Dal centro di Villa San Pietro prendiamo la SS195 Sulcitana verso sud, in direzione di Pula, dopo circa un chilometro prendiamo a sinistra il viale Europa e lo seguiamo per trecento metri, poi prendiamo a sinistra la strada che porta al B&B monte Mereu, e, percorso circa un chilomentro, prendiamo a sinistra e seguiamo la strada fino alla fine. Qui prendiamo un sentiero che ci porta all’interno della proprietà Schirru, dove si possono visitare, con l’autorizzazione dei proprietari, le rovine nel Nuraghe Mereu ancora parzialmente interrato, posizionato a 91 metri di altezza sulla collina che prende il nome di Monte Mereu, la quale si posiziona al confine tra il territorio di Villa San Pietro e quello di Sarroch. Si tratta di un Nuraghe complesso, quadrilobato, con torre centrale e quattro torri aggiunte, e con antemurale. Si pensa che la torre centrale dovrebbe conservare integra la tholos della camera al pianterreno. È stata ipotizzata la presenza di un villaggio intorno al Nuraghe, dato che nei versanti della collina sono presenti numerose tracce di crolli, che potrebbero essere riconducibili ad un agglomerato di capanne. All’insediamento era sicuramente collegata la Tomba di giganti Mereu distante un centinaio di metri a nord est, situata a 99 metri di altezza, che ricade interamente nel territorio di Sarroch. La frazione Porto Columbu e di Perda ’e Sali con la chiesa dell’AssuntaDalla frazione Spagnolu riprendiamo la strada 9 in direzione sud e la seguiamo per un chilometro e duecento metri, poi prendiamo a sinistra la via Cristoforo Colombo, che ci porta nella frazione Porto Columbu e Perd ’e Sali (altezza metri 6, distanza in linea d’aria circa 6.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 243), una grande frazione Sarroch che si sviluppa lungo la costa, con le sue spiagge e, verso nord, il porticciolo turistico. Potevamo arrivare direttamente al porticciolo prendendo, dalla frazione Spagnolu, la strada 9, e, dopo duecento metri, prendendo a sinistra la via del Porto, che seguiamo per un chilometro e settecento metri e ci porta a destinazione. Nella frazione Porto Columbu si trova la chiesa dell’Assunta localizzata nell’area adiacente gli impianti sportivi, nella zona residenziale, nella parte più alta della collina. I lavori della sua costruzione sono iniziati nel 2004 e sono terminati un anno dopo. Si tratta di un edificio composto da due volumi, collegati tra loro da un muro e porticato esterno, un percorso coperto che dalla strada porta alla chiesa. La chiesa vera e propria, è formato da due corpi laterali di forma rettangolare che affiancano un corpo centrale, sempre rettangolare, di dimensioni maggiori, riproponendo la caratteristica struttura a navate della tradizionale architettura di culto. Il porticciolo turistico e le spiagge di Porto Columbu e Perd ’e SaliNella frazione si trova il Porticciolo turistico di Perda ’e Sali che rappresenta uno dei più importanti riferimenti per il turismo nautico della costa sud occidentale della Sardegna, È una moderna marina che ospita 250 imbarcazioni ma manca della pompa carburante. alla sinistra del porticciolo c’è una vasta insenatura, mentre sulla destra è possibile visitare la spiaggia di Perda ’e Sali, che prosegue verso sud nella spiaggia di Porto Columbu. La Torre del DiavoloDal porto, superata la Punta Perda ’e Sali e, seguendo la costa, verso nord in direzione della Punta Zavorra, si trova la Torre del Diavolo situata sul promontorio del Monte Arrubiu, a cinquanta metrisu una prominenza rocciosa a picco sul mare, ed occorre disporre un mezzo idoneo per raggiungerla, considerate le condizioni della stradina sterrata. L’ultimo tratto si percorre a piedi in circa venti minuti. La torre è stata innalzata in periodo spagnolo, probabilmente nel 1639, a difesa del territorio dalle incursioni dei pirati saraceni, per sorvegliare la sottostante Grotta del Diavolo, chiamata così perché luogo di sosta dei corsari, nonche per controllare un’area molto vasta che va da Capo Sant’Elia a Chia. Il materiale che la compone è un misto di rocce vulcaniche, mentre i fregi sono in arenaria calcarea, e nella volta a cupola è ricavato un foro per accedere al terrazzo. Dalla torre si tenevano i contatti con le altre torri della zona. Il nome originale della torre era Guardia Grande di Pula; in seguito, per il fatto che nella zona nidificassero aquile e colombi, il suo nome cambiò in La Aguila nel 1639 e in Colombo nel 1720. Il nome popolare Torre del Diavolo è invece più recente, dato che risale al 1867. Sotto la Torre del Diavolo si trova, come abbiamo detto, la piccola Grotta dl Diavolo una stretta grotta molto suggestiva alla quale si può accedere, però, solo dal mare. La frazione GenniauriSeguendo la SS195 Sulcitana da Villa San Pietro, poco prima dell’uscita per Sarroch, subito dopo il cartello segnaletico del chilometro 23, prendiamo sulla sinistra la deviazione che ci porta alla frazione Genniauri (altezza metri 71, distanza in linea d’aria circa 2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 20), una piccola frazione del comune di Sarroch. La chiesa campestre di San GiorgioDal centro del paese prendiamo la via San Giorgio che ci ha portato fino al Cimitero, lo superiamo e, subito dopo, prendiamo il sottopasso che permette di superare la SS195 Sulcitana. Proseguiamo per poco più di un chilometro, poi la strada curva verso sinistra costeggiando la nuova SS195 Sulcitanabis, percorso poco più di un centinaio di metri, prendiamo una deviazione sulla sinistra che seguiamo per circa trecento metri, poi a sinistra si trova la sterrata in salita che ci porta alla chiesa campestre di San Giorgio situata in località Sa Tanca de Sa Cera e dedicata a San Giorgio di Suelli. La data di costruzione è incerta, e vi sono due versioni storiche che documentano la costruzione della chiesa. La prima sostiene che la chiesa sarebbe stata eretta per commemorare la vittoria contro Is Morus Saraceni. L’altra racconta che nel cinquecento il villaggio di Sarroch, in località Sant’Anna, con al centro la chiesa dedicata alla Santa della quale rimangono pochi ruderi, è completamente disabitato per le continue incursioni barbaresche, durante le quali vengono rapite donne, fanciulli e uomini validi per essere venduti come schiavi, mentre vecchi e malati vengono uccisi senza pietà, e tutto ciò che costituisce fonte di ricchezza viene depredato. Intorno al seicento Sarroch si ripopola di contadini e pastori provenienti da Gerrei, particolarmente devoti a San Giorgio, alla cui intercessione viene attribuita la vittoria contro i Saraceni. Così viene edificata una piccola chiesa, intorno alla quale cominciano a sorgere modeste abitazioni in mattoni crudi. Il nuovo villaggio prende il nome di San Giorgio, ma è meglio detto Barracas de Susu, in contrapposizione a quello di Barracas de Basciu, abbandonato proprio per le incursioni barbaresche. Un tempo il 23 aprile presso questa chiesa si celebrava la Festa di San Giorgio, ma al momento non si celebra più. Ridotta a poco più di un rudere, nel 2008 è stata oggetto di lavori di completo restauro. La frazione Forada Is OliasSeguendo la SS195 Sulcitana da Villa San Pietro, passata l’uscita per Sarroch, al cartello segnaletico del chilometro 21, prendiamo la deviazione sulla sinistra, la seguiamo per una settantina di metri, poi a sinistra alla prima traversa, che in circa novecento metri, ci porta alla frazione Forada Is Olias (altezza metri 55, distanza in linea d’aria circa 3.6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 61), un’altra piccola frazione del comune di Sarroch. L’area industriale di SarrochSarroch è un piccolo centro noto per il grande agglomerato industriale, che a partire dagli anni ’60 del novecento è stato estremamente attivo nella Raffinazione del petrolio che si è sviluppato a partire dalla raffineria di petrolio della Saras, e che ha reso la zona uno dei più importanti poli petroliferi del Mediterraneo. All’agglomerato industriale della Saras si accede dal chilometro 19 della SS195 Sulcitana, prendendo lo svincolo che conduce verso destra. L’agglomerato industriale di Sarroch si estendesu una superficie di 734,56 ettari, occupati per il 90% dalla raffineria di petrolio della Saras e dalle attività petrolchimiche e di servizio a questa collegate. La Saras è una società costituita nel 1962, operativa nel settore della raffinazione del petrolio e nella produzione di energia elettrica, e rappresenta una delle maggiori raffinerie del Mediterraneo, in grado di trattare fino a 18 milioni di tonnellate annue di petrolio greggio, per produrre benzina, GPL, jet fuel, gasolio, olii combustibili, cariche petrolchimiche e zolfo. L’insieme degli enormi complessi relativi alla raffineria della Saras e Polimeri Europa, forma un grosso polo industriale. L’agglomerato industriale petrolchimico, è stato eretto in un tratto costiero che presentava, in precedenza, una spiaggia con un elevato potenziale turistico. I resti del Nuraghe complesso Antigori con le due Tombe di giganti omonimeRipresa la SS195 Sulcitana, al chilometro 17,4 svoltiamo a sinistra in una strada asfaltata senza indicazioni, subito dopo giriamo a sinistra in una strada bianca in salita, che arriva ai piedi della collina dove, a 61 metri di altezza, sorge il Nuraghe Antigori. Il nome deriva da quello della zona in cui è stato costruito, Antigori, che significa anticaglie. La salita è molto difficoltosa perché non esiste un sentiero che porta sulla sommità ed è necessario passare tra i cespugli. Il complesso nuragico si compone di numerose torri e di mura, non tutte in buono stato di conservazione. Il Nuraghe meglio conservato, visibile anche dai piedi della collina, è accessibile anche all’interno per mezzo di una scala. La copertura si presenta intatta, e al di sopra diversi filari di pietre fanno ipotizzare che si componesse di più piani. All’esterno del complesso nuragico è presente un villaggio composto da capanne circolari, circondato da poderose mura di cui restano alcuni tratti. Le mura sono costruite con blocchi di pietra di grosse dimensioni, che si appoggiano direttamente sulle asperità rocciose naturali. Gli scavi e gli studi su questo complesso nuragico sono iniziati nel 1982 sotto la guida di Ferrarese Ceruti, ed hanno portato alla luce, assieme alla ceramica nuragica, anche ceramica micenea proveniente dall’Argolide, da Creta e da Cipro, oltre che una piccola ascia bipenne in piombo. È stato rinvenuto, inoltre, del ferro, che in quel periodo incomincia a diffondersi presso le popolazioni antiche, proveniente da Cipro. Vicino al Nuraghe si trova un vasto insediamento abitativo, e si trovano anche due Tombe di giganti. La prima è la Tomba di giganti Antigori I edificata a 46 metri di altezza, posizionata a nord ovest rispetto al Nuraghe, dal quale dista circa duecento metri. La seconda e la Tomba di giganti Antigori II edificata a 78 metri di altezza, posizionata a sud ovest rispetto al Nuraghe, dal quale dista circa seicento metri. Pochi ruderi della torre AntigoriSulla costa, non lontano dal Nuraghe, un poco più a sud, si trovano i pochi ruderi della Torre Antigori costruita in riva al mare, davanti a dove oggi si trovano gli impianti della Polimeri Europa, in periodo spagnolo, nel 1578, che nel 1590 era operativa e rimase tale sino allo scioglimento dell’Amministrazione delle torri. Nel 1690, la Torre Antigori dipendeva dal governatore della Torre Zavorra, che si trovava sulla costa tra la Torre del Diavolo e la Torre Antigori. Era una torre troncoconica di piccole dimensioni, simile ad altre torri della zona, sorta a difesa del territorio dalle incursioni dei pirati saraceni, ma nel 1721 era già priva di gurnigione. Essa, come tutto quel tratto di litorale fino a villa d’Orri, ha risentito degli effetti dell’erosione marina, che pian piano la ha fatta crollare. si sa che attorno al 1956 la torre era già in pessime condizioni, e solo qualche anno dopo, sarebbe crollata e oggi rimangono solo alcuni pezzi di muro. La Villa d’OrrìSeguendo la SS195 Sulcitana verso nord, poco prima del cartello indicatore del chilometro 16 arriviamo in frazione Villa d’Orrì (altezza metri 7, distanza in linea d’aria circa 5.6 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), dove si trova l’omonima tenuta agricola. alla destra della strada statale, si trova l’antica e bella Villa d’Orri edificata nel sedicesimo secolo da Stefano Manca, marchese di Villahermosa e Santa Croce, che ne ha fatto un importante centro culturale, e qui egli ha ospitato, nei primi dell’ottocento, re Carlo Felice e la sua corte, in esilio nel periodo napoleonico. La villa è inserita in un giardino, al centro di una vasta tenuta agricola che conserva le caratteristiche della pianificazione settecentesca. In località villa d’Orri, sul bordo della SS195 Sulcitana, si ergono due maestosi pini, classificati come alberi monumentali, la cui origine risale probabilmente alla metà dell’ottocento, residui di un giardino allestito dal marchese. Il più grande ha una circonferenza di circa tre metri e mezzo e un’altezza di oltre quindici metri. Ogni anno, per la Festa di Sant’Efisio, nel pomeriggio del primo maggio la sfilata della processione con il carro sul quale è portato il simulacro del Santo, che coinvolge le località interessate dal pellegrinaggio da Cagliari fino alla località di Nora, fa la sua quarta sosta in località Villa d’Orrì. Usciamo dal Sulcis Iglesiente ed entriamo nel territorio di CagliariCon la visita di Sarroch concludiamo il nostro itinerario nel Sulcis Iglesiente, del quale rimane da visitare solo Siliqua che vedremo in una prossima tappa del nostro viaggio. Dal Sulcis Iglesiente entriamo nel Capidano di Cagliari con la visita a Capoterra. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, lasciato il Sulcis Iglesiente, entreremo nel Campidano di Cagliari recandoci a visitare Capoterra dove è nato lo scrittore Sergio Atzeni. |