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Serramanna nei cui dintorni si trova il Santuario di Santa Maria di Monserrat


In questa tappa del nostro viaggio, da Samassi ci recheremo a Serramanna che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova il Santuario di Santa Maria di Monserrat.

Nel Monreale o Campidano di Sanluri

Il MonrealeIl Monreale detto anche Campidano di Sanluri è una regione della Sardegna sud occidentale. anticamente il territorio del Monreale apparteneva al Giudicato d’Arborea di cui occupava la parte meridionale della Curatoria di Bonorzuli. I comuni che ne fanno parte sono Arbus, Gonnosfanadiga, Guspini, Pabillonis, Samassi, San Gavino Monreale, Sanluri, Serramanna, Serrenti, Vallermosa, Villacidro. I comuni di Serramanna e Serrenti sono ai confini tra il Monreale ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere conderati anche appartenenti a quest'ultimo. Il territorio del Monreale è prevalentemente pianeggiante, con diverse aree collinari. Nel territorio del Monreale esistono testimonianze prenuragiche, nuragiche, fenicio puniche e romane. Il territorio rientra totalmente nella Provincia del Sud Sardegna.

In viaggio verso Serramanna

Usciamo da Samassi verso sud e prendiamo la SS196 diramazione, che ci porta, dopo poco più di sei chilometri, all’interno dell’abitato di Serramanna, che è raggiungibile anche con la SP54bis che si prende dall’uscita Nuraminis sulla SS131 di Carlo Felice. Dal Municipio di Samassi a quello di Serramanna si percorrono 7.0 chilometri.

Il comune chiamato Serramanna

Serramanna: veduta dell’abitatoSerramanna-Stemma del comuneIl comune chiamato Serramanna (altezza metri 30 sul livello del mare, abitanti 8.614 al 31 dicembre 2021) si estende nella parte centrale della provincia, nella zona centroccidentale della pianura del Campidano, all’affluenza tra il fiume Flumini Mannu e il rio leni. L’abitato è facilmente raggiungibile tramite la SS196 diramazione, che attraversa da nord a sud il centro abitato, e la SP54 bis.. Agevole è il collegamento con la rete ferroviaria, dato che la linea che collega Cagliari con Ozieri Chilivani ha uno scalo sul posto. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico vario, con differenze di altitudine appena accennate. Serramanna si trova ai confini del Monreale, o Campidano di Sanluri, e del Campidano di Cagliari, e confina a nord col comune di Samassi e col comune di Sanluri, a sud col comune di Villasor, a ovest troviamo il comune di Villacidro con i suoi monti mentre a nord-est troviamo il comune di Serrenti e a est quello di Nuraminis

Il comune fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda

Questo paese fa parte dell’Associazione delle città della Terra CrudaQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor.

Origine del nome

Il nome, attestato nell’anno 1341 come rectore de Serra Manna, è composto dal termine Serra, inteso come Costa, Monte o Crinale, e dall’aggettivo sardo Manna, che deriva dal latino Magna, e che significa Grande.

La sua economia

Serramanna è un importante centro ad economia agricola e dell’allevamento, che, accanto alle attività tradizionali, ha sviluppato il tessuto industriale. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, agrumi, uva utilizzata per la produzione di vino, e frutta. Si allevano anche bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da imprese che operano nei comparti alimentare, tra cui il lattiero caseario, della lavorazione e conservazione della frutta e degli ortaggi, della stampa, del vetro, dei laterizi, dei materiali da costruzione, metalmeccanico, della fabbricazione di macchine per l’agricoltura, dei mobili ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva e dell’insieme dei servizi. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Brevi cenni storici

Frequentata dall’uomo sino dalla preistoria come dimostrano il villaggio di Cuccuru Ambudu, il menhir Perda Fitta, e diversi Nuraghi. L’abitato nasce in epoca romana quando diviene un centro di notevole importanza per la produzione agricola, e lo rimane anche durante la dominazione bizantina. Nell’undicesimo secolo viene compresa nella curatoria di Gippi, nel Giudicato di Càralis. Nel 1258 viene annessa al Giudicato di Arborea, al quale rimane sino al 1297, anno in cui viene ceduta alla repubblica di Pisa. Nel 1323 viene conquistata dagli Aragonesi. Nel 1363 Pietro IV d’Aragona il Cerimonioso la concede in feudo a Giovanni Civiller, da cui passa alla sua unica figlia, Aldonsa, che sposa Giacomo De Besora. Serramanna-Stemma di Aldonsa De Besora del quale un elemento è presente nello stemma del comuneNel 1455 Aldonsa De Besora riconosce al paese Libertà e franchigie, un atto di eccezionale importanza che anticipa le concessioni che solo nel diciottesimo secolo si avranno nel resto dell’Italia e in Francia. Nel 1460 Aldonsa de Besora, rimasta vedova, vende il feudo a Emanuele Ribelles, che lo rivende a Raimondo Boter, ma nel 1465 Galcerando De Besora lo riscatta con la dote della moglie Angela Bestrau. alla sua morte nel 1480, non avendo avuto figli, il feudo passa alla moglie Angela Bestrau, successione alla quale si oppone la sorella di Galcerando, Isabella De Besora, e la lite tra cognate dura fino al 1506, quando il territorio viene diviso tra Eugenio De Gerp da parte di Angela Bestrau, e Giacomo Alagon figlio di Isabella De Besora Alagon. Con l’estinzione della famiglia De Gerp, il feudo torna al Fisco, che lo vende nel 1594 per 100mila lire aragonesi a Giovanni Gerolamo Brondo, che diventa il primo signore feudale di Villacidro e Serramanna. Nel 1617 Antonio Brondo ottiene da re Filippo III di Spagna il titolo di conte di Serramanna, titolo che passerà ai Bon Crespi di Valdura, ai quali viene riscattato nel 1839, con la soppressione del sistema feudale, quando il paese viene amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Nel diciannovesimo secolo l’economia di Serramanna è concentrata quasi esclusivamente sull’attività agricola, eccezion fatta per il tentativo di industrializzare il paese con la costruzione della Cantina Sociale del Campidano di Serramanna, che fino alla chiusura nel 1988 produceva degli ottimi vini ed era una delle cantine più grandi d’Europa, e della industria conserviera CASAR, ancora attiva nonostante in passato abbia avuto notevoli problemi. Del comune di Serramanna nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova del Medio Campidano, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Serramanna

Serramanna: il Gruppo Folk 'Su Stentu' di SerramannaA Serramanna è attiva la Associazione Culturale Su Stentu di Serramanna, con il suo gruppo teatrale ed il suo gruppo folk, nelle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale del posto. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Serramanna vanno citati, il primo maggio, la tradizionale Processione in onore della Beata Vergine Maria; una domenica intermedia di maggio, la Festa di Sant’Isidoro; l’ultima domenica di maggio, la Festa di Sant’Ignazio da Laconi; l’8 settembre, la Festa di Santa Maria; il 6 novembre, si celebra il Patrono, nella Festa di San Leonardo.

Visita del centro di Serramanna

L’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. Anche a Serramanna la parte più antica dell’abitato è caratterizzata dalle tradizionali case campidanesi, il cui elemento più prestigioso è l’arco, con la chiave di volta in genere scolpita sulla pietra. Le decorazioni più comuni sono la data di costruzione, le iniziali del padrone di casa, gli strumenti inerenti le attività artigiane che avevano sede nell’abitazione, una foglia di acanto, un particolare di animale.

Il Centro sportivo di corso Italia

Arriviamo a Serramanna da nord con la SS196 diramazione che, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, assume il nome di via della Rinascita. Seguita la via della Rinascita verso sud per duecentocinquanta metri, svoltiamo a sinistra in corso Europa, dopo duecento metri svoltiamo a destra in corso Italia, lo seguiamo per altri duecento metri e vediamo, alla destra della strada, in cancello di ingresso del Centro sportivo di corso Italia. All’interno di questo centro, è presente un Campo polivalente dotato di tribune per un’ottantina di spettatori, utilizzato normalmente per il basket e il calcetto ossia calcio a cinque, quasi esclusivamente d’estate.

Serramanna: centro sportivo di corso Italia: ingresso Serramanna: centro sportivo di corso Italia: campo polivalente

Il Campo Sportivo Campu Sa lua

Proseguendo verso sud lungo il corso Italia per un altro centinaio di metri, vediamo, alla sinistra della strada, una ampia rientranza, nella quale si trova la cancellata di cinta con il cancello di ingresso del Campo Sportivo Campu Sa lua. Si tratta di un Campo da Calcio dotato di tribune per 150 spettatori, con manto in erba sintetica.

Serramanna: Campo Sportivo Campu Sa lua: ingresso Serramanna: Campo Sportivo Campu Sa lua: Campo da Calcio

La chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio da Laconi

Serramanna: chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio da LaconiArrivati a Serramanna da nord con la SS196 diramazione, prendiamo la via della Rinascita, la seguiamo evitando la deviazione in corso Europa e proseguiamo verso sud per altri settecento metri, svoltiamo a sinistra e prendiamo il viale Sant’Ignazio, dopo cinquecento metri vediamo, alla sinistra della strada, la facciata della chiesa di Sant’Ignazio da Laconi che è la seconda parrocchiale di Serramanna creata nel 1971 per servire i fedeli della zona settentrionale dell’abitato, la prima in assoluto ad essere dedicata al più grande Santo della Sardegna. Inizialmente le funzioni vengono celebrate in una struttura privata riadattata allo scopo. Contrariamente alla prassi curiale che assegna ad ogni nuova parrocchia il titolo del Santo Patrono, sono gli stessi parrocchiani, tramite votazione, a scegliere Sant’Ignazio. Nel 1975 si riesce a dotare la parrocchia di una struttura propria, con la costruzione di un capannone prefabbricato, e la nuova chiesa viene benedetta nel 1976. La struttura viene in seguito ampliata, resa più funzionale ed arricchita di arredi ed opere d’arte di grande interesse.

Serramanna: chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio da Laconi: veduta d’insieme Serramanna: chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio da Laconi: interno Serramanna: chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio da Laconi: l’altare Serramanna: chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio da Laconi: la statua di Sant’Ignazio da Laconi

Sull’altare spicca un grande Crocifisso, opera dell’architetto Ferdinando Stufflesser di Ortisei in Val Gardena, come pure sue sono il simulacro della Madonna di Monserratoe di Sant’Ignazio; di grande impatto, inoltre, le vetrate realizzate dal guasilese Adriano Casti con la tecnica del vetro soffiato con legatura in piombo e pittura a caldo; mentre del serramannese Flaviano Ortu sono i dipinti su tavola e foglia oro.

Serramanna-manifesto della Festa di Sant’Ignazio da LaconiI rapporti tra le due parrocchie di Serramanna non sono mai buonii, dati i malumori di campanile fra la storica parrocchia di San Leonardo e la più recente di Sant’Ignazio. E nel 2017, dopo quattro anni nei quali il giorni di Pasqua, per la processione de S’Incontru, La Madonna partiva da Sant’Ignazio e il Cristo risorto da San Leonardo o viceversa, con l’incontro quasi a metà strada in piazza Giacomo Matteotti, l’arcivescovo di Cagliari ha proposto che si svolgessero due processioni distinte. Comunque questa cerimonia religiosa non è la principale per questa parrocchia, infatti ogni anno l’ultima domenica di maggio, presso la chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio da Laconi, si tiene la Festa di Sant’Ignazio da Laconi, con la messa e con la processione con il simulacro del Santo, preceduta il sabato e seguita il lunedì da altre celebrazioni religiose. Dal sabato al lunedì si svolgono anche diverse manifestazioni civili, che accompagnano le cerimonie religiose.

Il Cimitero Comunale

Passata la chiesa di Sant’Ignazio da Laconi, proseguiamo ancora lungo il viale Sant’Ignazio, superiamo una rotonda, proseguiamo e, a meno di trecento metri dalla chiesa, vediamo alla sinistra della strada il muro di cinta con diversi ingressi del Cimitero Comunale di Serramanna. I lavori di costruzione del Cimitero hanno inizio nella seconda metà del diciannovesimo secolo e si protraggono sino al 1898. Viene costruito a oriente rispetto all’antico nucleo abitato, in località Sa Roja, termine che indica un sito basso ed acquoso, su terreni precedentemente di proprietà del convento dei padri Domenicani ed acquisiti dal Comune nel 1859 in seguito al Decreto regio che aveva ordinato la soppressione degli ordini religiosi e la confisca dei loro beni. Viene progettato dall’Ingegnere Enrico Pani che costruisce anche la cappella, ed ampliato all’inizio del ventesimo secolo dall’Ingegnere Ernesto Ravot.

Serramanna: Cimitero Comunale di Serramanna: ingresso Serramanna: Cimitero Comunale di Serramanna: la Cappella cimiteriale

Di particolare pregio architettonico è la cappella, sopraelevata dal terreno per mezzo di alcuni gradini, che presenta nella facciata un pronao con quattro pilastri architravati su cui poggia un frontone classico, la copertura, a cupola con base ottagonale, esternamente è rivestita con tegole disposte a squame. All’interno meritano particolare attenzione il pavimento originale in mattoni cotti di toni diversi di colore, tipico delle cotture in forni a legno, e i candelabri di legno meccati a oro che arredano il grazioso altare di marmo decorato con fiorami dorati; sulla parete destra si trova un pannello di legno che incornicia le targhette in ferro smaltato contenenti i nomi dei serramannesi caduti nella Grande Guerra, sepolti lontano dal loro paese d’origine. La Cripta sottostante, costruita contestualmente e con dimensioni identiche alla cappella, funge da ossario.

La Stazione ferroviaria di Serramanna e Nuraminis

Dove dalla via della Rinascita parte a sinistra il viale Sant’Ignazio, alla destra si apre l’ampia piazza Giacomo Matteotti, una piazza alberata dalla quale parte verso destra il viale Giacomo Matteotti, lo seguiamo per centocinquanta metri, poi svoltiamo a sinistra nel corso Unione Sovietica che porta nella zona ovest dell’abitato, e, dopo poche decine di metri, vediamo alla destra della strada la Stazione ferroviaria di Serramanna e Nuraminis identificata un tempo come Stazione di Serramanna, per la quale in seguito è stata adottata la doppia denominazione attuale, inserendo il nome del limitrofo comune di Nuraminis, distante circa otto chilometri. È una stazione di categoria Silver posta sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda, dopo la stazione di Villasor e prima di quella di Samassi e Serrenti. Costruita dalla Compagnia reale delle Ferrovie Sarde, ha ospitato i primi treni nel 1871, quando è stato aperto al transito il tronco da Villasor a San Gavino Monreale, il secondo tratto della linea che una volta completata avrebbe assunto il nome di Dorsale Sarda.

Serramanna-Stazione ferroviaria di Serramanna e Nuraminis: esterno Serramanna-Stazione ferroviaria di Serramanna e Nuraminis: interno

A partire dall’estate 2005 la stazione è stata interessata ai lavori per la realizzazione del raddoppio della linea tra Decimomannu e la nuova stazione di San Gavino Monreale, che hanno portato all’adattamento di binari e banchine e alla realizzazione di un sottopassaggio pedonale e ciclabile per adeguare l’impianto al funzionamento su linea a doppio binario.

Il Municipio di Serramanna

Serramanna: il Municipio di SerramannaPassata la piazza Giacomo Matteotti, la prosecuzione della via della Rinascita è la via Roma, un poco a sinistra della quale parte la via Serra. La seguiamo e, dopo circa centottanta metri, vediamo, alla destra della strada, al civico numero 40, l’edificio che ospita il Municipio di Serramanna, nel quale si trovano la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese. Sono gli uffici compresi nell’Area Amministrativa, Area Finanza, Tributi e Personale, Area Socio: assistenziale, Area Tecnica 1, Area Tecnica 2, e nell’Area Vigilanza.

Il Teatro Comunale

Subito alla destra dell’edifico che ospita il Municipio, un cartello indica l’ingresso del Teatro Comunale di Serramanna, che si trova al civico numero 32 della via Serra. alla fine del 2010, l’Associazione culturale Sine Nomine Theatrum ha raggiunto un accordo per la gestione della struttura, che prima della riqualificazione, veniva definito in modo spregiativo Il teatrino. Il Teatro è stato quindi ristrutturato, dotato di quadratura, quinte, impianto audio e luci, ed in esso, nei successivi anni di attività, si sono esibiti artisti da tutto il mondo, che hanno apprezzato in modo particolare l’acustica del locale.

Serramanna: il Teatro Comunale: esterno Serramanna: il Teatro Comunale: interno

Quella che è stata un tempo la chiesa di San Sebastiano

Lettura del testo 'I Domenicani a Serramanna'alla sinistra del Municipio, passato l’edificio che ospita dal 1908 la Società Operaia, la stretta via Municipio porta a raggiungere quella che è stata un tempo la chiesa di San Sebastiano eretta per un voto dopo una pestilenza nel sedicesimo secolo. In seguito, nel 1631 viene fondato il convento dei padri Domenicani e intitolato a San Sebastiano, come la chiesa che sorge nelle vicinanze e che ad esso viene annessa. L’edificazione della struttura prosegue negli anni successivi, grazie ai numerosi lasciti testamentari da parte dei fedeli, e quindi dal 1631 questa chiesa ospita i frati Domenicani. La chiesa è la sede della Confraternita della Madonna del Rosario, detta dei Cunfradis biancus, i confratelli bianchi, che venivano chiamati in questo modo per via della veste bianca che indossavano durante i riti. Essi si occupavano del culto della Madonna del Rosario, e curavano le festività mariane, come l’Annunciazione, la Candelora ed il Rosario. Partecipavano il giorno di Pasqua alla cerimonia de S’Incontru, accompagnando in processione il simulacro della Vergine Maria sino ad incontrare, nell’attuale piazza dei Martiri, quello del Cristo risorto, portato dall’oratorio delle Anime dl Purgatorio dai membri della Confraternita delle Anime, detta dei Cunfradis arrubius, i confratelli rossi.

Serramanna-Facciata della chiesa di San SebastianoI Domenicani rimangono a San Sebastiano fino al 1854, anno in cui, per effetto del regio decreto che impone la riduzione di tutti gli ordini religiosi minori e la conseguente confisca dei loro beni, la chiesa ed il convento vengono abbandonati. Il caseggiato attiguo alla chiesa, che ospitava il convento, diviene sede del Municipio, mentre la chiesa rimane sotto la giurisdizione della parrocchia di San Leonardo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la chiesa viene definitivamente sconsacrata, ed oggi è di proprietà del Comune, che l’ha completamente restaurata e la utilizza come location per rappresentazioni teatrali, concerti e mostre artistiche. La chiesa ha una struttura classica a due navate. La facciata è senza dubbio la parte di maggior pregio, con un portale elegante inserito in un’elaborata cornice retta da mensole e un frontone con finestra a ventaglio. In passato San Sebastiano era celebre per la collezione di statue lignee, molte delle quali sono andate purtroppo perdute.

Il Monumento ai Caduti

Serramanna: il Monumento ai Caduti di SerramannaDalla piazza Matteotti prendiamo verso sud la prosecuzione della via della Rinascita che è la via Roma e la seguiamo per quattrocento metri, fino alla piazza di Martiri, dove, alla destra della via Roma, si trova il Monumento ai Caduti di Serramanna, inaugurato nel 1922 per commemorare i soldati di Serramanna caduti nella Prima Guerra Mondiale. L’opera consiste in una colonna dorica di calcare dolomitico di Gonnesa, realizzata dallo scultore Giuseppe Maria Sartorio, molto attivo in Sardegna in quel periodo. alla base del monumento, recentemente restaurato, sono presenti i nominativi dei serramannesi caduti o dispersi nelle Guerre di Indipendenza per l’Unità d’Italia e nei conflitti Mondiali. Ogni 4 Novembre hanno luogo nelle sue vicinanze le celebrazioni della Giornata dell’Unità nazionale, delle Forze Armate e della commemorazione dei caduti di tutte le guerre, con la deposizione di una corona d’alloro ai piedi del monumento.

La chiesa parrocchiale di San Leonardo

Serramanna: chiesa parrocchiale di San LeonardoDalla via Roma, arrivati in piazza dei Martiri, svoltiamo a destra e, dopo poche decine di metri, arrivati nella piazza del Popolo, si vede alla sinistra della strada la scalinata di accesso alla chiesa parrocchiale di San Leonardo protettore dei prigionieri e delle donne incinte. La realizzazione della struttura principale della chiesa, ossia la navata longitudinale con il campanile, viene collocata nel quindicesimo secolo, mentre viene modificata con la costruzione del transetto e della cupola ottagonale in stile aragonese e rinascimentale nel sedicesimo secolo. In origine, dunque, la chiesa doveva avere una pianta semplice come tutte quelle di influenza gotico catalana, e solo in seguito ha acquisito la forma a croce latina che la caratterizza attualmente. La chiesa è ubicata fra due piazze a diversa quota, ed il bastione, di epoca settecentesca, presenta una scala centrale e due laterali che conducono al sagrato antistante il portale d’ingresso. La sua facciata rettangolare presenta un profilo orizzontale merlato di pietra a vista, preceduta da un sagrato bastionato, raggiungibile tramite una scalinata. A sinistra si eleva la torre campanaria, opera dell’architetto Antonio Calabrès, che rappresenta una rarità nel sud Sardegna per la sua pianta ottagonale che è più comune nelle torri delle Chiese di origine gotico catalana del nord dell’Isola. Il semplice prospetto è arricchito dal portale, architravato e cuspidato, costruito sul modello del portale del braccio destro del transetto del duomo di Cagliari, ed all’interno della cuspide, un arco trilobato contiene la nicchia con la statua di San Leonardo. L’architrave, decorato da un motivo a volute che ricorda l’architrave del portale mediano, ancora del duomo di Cagliari, è retto da colonne con capitelli corinzi, a cui si affiancano altrettante esili semicolonne.

Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: facciata Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: cuspide del portale Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: la cupola con la torre Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: sommità della torre Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: veduta dal retro

La struttura interna è a croce latina, composta da una sola navata ricoperta da strutture lignee che poggiano su diaframmi arcuati di forma ogivale, ed è fiancheggiata da otto cappelle. Le cappelle sono state aggiunte in epoche diverse; la più antica databile alla metà del diciassettesimo secolo è la Cappella di Santa Maria o del Santissimo Sacramento, nella quale è presente l’altare sormontato da un’ancona in legno intagliato e dorato, che originariamente era utilizzato come altare maggiore; la seconda sul lato sinistro, che presenta un interessante connubio tra lo stile gotico e quello rinascimentale; in legno è anche l’altare della Cappella di Sant’Antonio, la quinta a destra; la prima Cappella a destra ospita il fonte battesimale, in marmo e legno, del 1732. I due altari marmorei, presenti nei bracci del transetto, risalgono al 1752 e sono ornati da due tele del napoletano Domenico Tonelli raffiguranti la Crocifissione e la Santissima Trinità, e sempre di questo autore è la tela, del 1794 raffigurante la Madonna delle Anime con San Leonardo, Sant’Efisio e le Anime Purganti, collocata sopra la porta di accesso alla sacrestia. Il presbiterio, cinto da una balaustra marmorea del 1830, ospita il settecentesco altare maggiore, in stile barocco, e risale al diciottesimo secolo anche nell’abside il coro ligneo con l’organo, costruito nel 1937 dalla ditta Piras di Pimentel.

Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: interno Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: altare maggiore Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: crocifisso Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: interno con la Cappella di Santa Maria o del Santissimo Sacramento Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: altare della Cappella di Santa Maria Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: altare della Cappella di Sant’Antonio

La navata, con copertura lignea, è scandita da archi diaframma a sestro acuto. La decorazione pittorica delle pareti e delle volte, sono state realizzate tra il 1954 e il 1956 dal pittore serramannese Giuseppe Carcangiu.

Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: interno della cupola con affreschi Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: affresco sulla volta Serramanna: chiesa parrocchiale di San Leonardo: affresco sulla volta

Serramanna-Festa di San Leonardo-ocandinaSerramanna-Festa di San Leonardo: il processioneA Serramanna ogni anno il 6 novembre si celebra il Patrono, nella Festa di San Leonardo, per la quale le cerimonie religiose si tengono nella chiesa e le manifestazioni civili sul sagrato della chiesa e nella piazza del Popolo. I festeggiamenti iniziano il giorno della vigilia e si prolungano per diversi giorni dopo la data della festa, quando si celebra la messa e si tiene la processione con il simulacro del Santo per le vie dell’abitato, seguita dal tradizionale Cumbidu, ossia dall’invito a mangiare o a bere. Sul sagrato della chiesa si tiene l’esibizione dei gruppi folk, accompagnati dal suono delle launeddas e dall’organetto diatonico. Nei gironi dei festeggiamenti si tengono, inoltre, numerosi eventi civili in accompagnamento alle cerimonie religiose.

Serramanna: antica foto del vecchio campanile della chiesa di San LeonardoIl campanile della chiesa parrocchiale di San Leonardo è stato ritenuto per molto tempo il più alto di tutta la Sardegna, ma tale primato è stato perduto nel 1918 quando, a seguito dei seri danni causati da una scarica di fulmini, è stato parzialmente demolito, e si è proceduto quindi alla sua ricostruzione in una forma non perfettamente fedele all’originale, negli anni cinquanta del novecento. Da allora il campanile è sempre molo alto, ma meno di quanto non lo fosse precedentemente la chiesa parrocchiale di San Leonardo a Serramanna nel 2008 è stata dichiarata di interesse culturale storico e artistico, ed è dunque sottoposta alla tutela della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna.

Il Montegranatico

Di fronte al retro della chiesa parrocchiale, alla sinistra della via Roma, si trova l’edificio che era un tempo la sede del Montegranatico il quale si affaccia anche sulla via Giulio Cesare e sulla parallela via Montegranatico. Il Montegranatico di Serramanna viene istituito nel 1761, ma non è certo che inizialmente fosse dotato di una sua sede, si suppone quindi che il grano venisse conservato in locali privati. L’attuale struttura viene realizzata nei primi anni dell’ottocento, ed è costruito con làdiri, ossia mattoni di terra cruda. L’edificio, di cui una parte è proprieta del Banco di Sardegna, dopo aver ospitato la Biblioteca Comunale, è stato restaurato e destinato ad usi socio culturali. Il piano terra, dotato di un pavimento in cotto, ospita convegni ed incontri culturali di vario genere, ed il solaio che lo separa dal primo piano è l’unico esempio a Serramanna di struttura realizzata con travi in ferro a doppio T e volte in mattoni pieni. Il secondo piano, utilizzato prevalentemente per mostre ed esposizioni, è pavimentato in parquet flottante, ed il solaio di copertura è realizzato con capriate, orditura e tavolato in legno e tegole tipo coppo sardo.

Serramanna: il monterganatico: affaccio sulla via Roma Serramanna: il monterganatico: veduta del retro in via Giulio Cesare Serramanna: il monterganatico: interno durante una eposizione

Nel cortile che circondava la chiesa sorgeva l’antico Cimitero chiamato su Gimitoriu

Serramanna: antica piantina della zona della chiesa di San Leonardo con il suo Cimitero, l’oratorio delle Anime ed il MontegranaticoIl cortile che circondava la chiesa, chiuso da alte mura in pietra, anticamente veniva usato come Cimitero, ed anche all’interno della chiesa si seppellivano i defunti, dietro pagamento, pare ancora nel 1922. Nelle cappelle di Santa Maria ed in quella della Madonna di Pompei sono rimasti gli antichi pavimenti in lastroni di pietra, sotto i quali è presumibile ci siano ancora delle tombe. L’Antico Cimitero chiamato Su Gimitoriu, era accessibile attraverso un cancello chiuso a chiave, e sul sagrato ancora oggi è visibile la sagoma della base di una colonna crucifera, non più esistente. Nonostante il Consiglio Superiore della Sanità, con nota del 18 marzo 1850, proibisse la sepoltura all’interno dei centri abitati, dettando anche le norme per la realizzazione di nuovi cimiteri, che dovevano essere ubicati ad almeno quattrocento metri dal centro abitato, su terreno arenoso e argilloso ed esposto ai venti di libeccio, levante e ponente e recintato con muri alti un metro e mezzo, a Serramanna si è continuato a seppellire i morti nel Cimitero attiguo la chiesa parrocchiale ancora per alcuni anni, fino a quando è stato sostituito dal Cimitero Comunale costruito in località Sa Roja, i cui lavori sono proseguiti a rilento e a fasi alterne per la solita mancanza di fondi, e sono stati completati solo nel 1898.

Entro il recinto dell’antico Cimitero si trovava l’oratorio delle Anime del Purgatorio

Serramanna: vecchia foto in cui si vede l’oratorio delle Anime del PurgatorioIn quella che un tempo era chiamata la via Cagliari ed oggi è la via Roma, sul retro della chiesa di San Leonardo e di fronte al Montegranatico, sorgeva l’oratorio delle Anime del Purgatorio. Si trovava entro il recinto dell’antico Cimitero, dietro l’abside della chiesa parrocchiale ma staccato da questa, vicino al portale di stile gotico che dava accesso all’antico Cimitero, e quest ’edificio comprendeva due locali, il primo in pietra e calce ed a volta solida e l’altro, senza volta solida. L’oratorio, che viene demolito nel 1925 in seguito ai lavori di ampliamento della strada, era la sede della Confraternita delle Anime, detta dei Cunfradis arrubius, i confratelli rossi, che venivano chiamati in questo modo per via della veste rossa che indossavano durante i riti. Essi si occupavano prevalentemente del culto per le anime dei defunti, con la celebrazione di messe in suffragio. Partecipavano inoltre il giorno di Pasqua alla cerimonia de S’Incontru, accompagnando in processione il simulacro di Gesù Cristo sino ad incontrare, nell’attuale piazza dei Martiri, quello della Vergine Maria, accompagnata dai Cunfradis biancus, i Confratelli bianchi, che erano i membri della Confraternita della Madonna del Rosario, che aveva sede nella chiesa di San Sebastiano. Quando nel 1935 l’oratorio viene demolito per dare spazio alla Stradone, la Confraternita delle Anime si trasferisce nell’oratorio di Sant’Angelo, dove rimane sino al suo scioglimento.

La Palestra di via Svezia

Dalla piazza del Popolo, prendiamo leggermente a destra la via Torino, la quale dopo duecento metri continua sulla via Albania, che dopo centocinquanta metri sbocca sulla via Sveza. La prendiamo vero sinistra, ossia in direzione ovest, la seguiamo per altri centocinquanta metri, e vediamo alla destra della strada il cancello di ingresso della Palestra di via Svezia. In questa palestra, dotata di tribune in grado di ospitare 350 spettatori, si praticano come discipline la pallacanestro e la pallavolo.

Serramanna: il Palestra di via Svezia: ingresso Serramanna: il Palestra di via Svezia: interno della palestra

La chiesa di Sant’Angelo

Serramanna: chiesa e oratorio di Sant’Angelo: facciatePassata la deviazione che porta nella piazza del Popolo, proseguiamo verso sud lungo la via Roma per trecento metri, e vediamo che si apre alla destra della strada la piazza Venezia, passata la quale sulla prosecuzione della via Roma, che diventa via Cagliari, si affaccia sulla destra la chiesa di Sant’Angelo che risale al sedicesimo secolo. Precedentemente era intitolata a Santo Stefano, ed è stata in seguito dedicata all’Angelo Custode, di cui conserva una statua lignea del diciassettesimo secolo. Le forme architettoniche della facciata, come il portale gotico con lunetta ad arco a sesto acuto, la fascia terminale piatta e la merlatura ornamentale, richiamano numerosi edifici di stile tardogotico riconducibili a modelli spagnoli dei secoli quindicesimo e sedicesimo. Nel 1630 viene proposta ai Domenicani come sede del nascente convento, ma al suo posto i frati scelgono la chiesa di San Sebastiano. Nel rifacimento della pavimentazione sono inoltre venuti alla luce numerosi reperti archeologici comprendenti frammenti di ceramica e manufatti databili a partire dal tredicesimo secolo. Successivamente alla demolizione dell’oratorio delle Anime del Purgatorio, situato nelle vicinanze della chiesa di San Leonardo, avvenuta nel 1925, viene costruito, al fine di dare una nuova sede all’omonima Confraternita, un nuovo oratorio accanto alla chiesa di Sant’Angelo.

Serramanna: chiesa di Sant’Angelo: facciata Serramanna: chiesa di Sant’Angelo: veduta da destra Serramanna: chiesa di Sant’Angelo: interno

Il Museo delle memorie e delle tradizioni religiose

Nei locali una volta adibiti a sede della Confraternita delle Anime del Purgatorio è allestito Il Museo delle memorie e delle tradizioni religiose. Il percorso espositivo si articola in sezioni tematiche e comprende sculture di varie dimensioni, suppellettili e arredi sacri di grande rilievo sia storico che artistico. Particolare importanza rivestono la croce processionale in argento realizzata dell’argentiere Antonio Giovanni Pixoni, risalente alla metà del sediceimo secolo, vari calici dorati, un turibolo con navicella ed una vasta collezione di monili e campanelle. Tra le opere scultoree più interessanti si segnalano due statue lignee in estofado de oro dei primi del seicento, raffiguranti l’Angelo Custode e San Carlo Borromeo, riconducibili alla Scuola barocca italiana di influenza spagnola, e due gruppi scultorei settecenteschi, l’Angelo Custode e la Madonna del Rosario con le anime del Purgatorio, che rimandano all’ambito dello scultore sardo Giuseppe Antonio Lonis.

Serramanna: il Museo delle memorie e delle tradizioni religiose Serramanna: il Museo delle memorie e delle tradizioni religiose

Il Centro sportivo di via Cagliari

Passata la piazza Venezia, la via Roma prosegue diventando la via Cagliari. La seguiamo per trecento metri, e vediamo, alla sinistra della strada, il cancello di ingresso del Centro sportivo di via Cagliari. All’interno di questo centro sportivo, sono presenti tre Campi da Tennis, dotati di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori; e un Campo Sportivo polivalente senza tribune, normalmente utilizzato per la pallacanestro.

Serramanna: centro sportivo di via Cagliari: ingresso Serramanna: centro sportivo di via Cagliari: Campo da Tennis Serramanna: centro sportivo di via Cagliari: Campo Sportivo polivalente

Il Bocciodromo Comunale

Proprio di fronte alla facciata della chiesa di Sant’Angelo, parte la via Serra. Presa la via Serra, dopo una ventina di metri parte a destra la via ventesimo V Aprile, che si dirige verso sud, la seguiamo per duecentocinquanta metri e vediamo, alla destra della strada, le indicazioni ed il cancello di ingresso del Bocciodromo Comunale. All’interno del bocciodromo sono presenti tre piste per il gioco delle bocce, ed il bocciodromo è dotato di tribune per un’ottantina di spettatori.

Serramanna: bocciodromo Comunale: ingresso Serramanna: bocciodromo Comunale: esterno Serramanna: bocciodromo Comunale: interno

Il Campo Sportivo Comunale Fausto Coppi

Proseguendo poco più di un centinaio di metri verso sud lungo la via ventesimo V Aprile e svoltiamo a sinistra nella via Vincenzo Gioberti, lungo la quale, dopo duecento metri, vediamo alla destra della strada il muro di cinta con il cancello di ingresso del Campo Sportivo Comunale Fausto Coppi che è stato costruito nel 1955, ed è considerato lo stadio di Serramanna. Lo stadio contiene un Campo da Calcio che è tutt'oggi la struttura sportiva principale del paese, con fondo in erba naturale, dotato di tribune in grado di ospitare un migliaio di spettatori.

Serramanna: Campo Sportivo Comunale Fausto Coppi: ingresso Serramanna: Campo Sportivo Comunale Fausto Coppi: Campo da Calcio

In questo cmpo giocano le loro partite casalinghe la squadra della Associazione Sportiva Dilettantesca Serramanna calcio, che milita in Prima Categoria nel Girone A di Sardegna; e la squadra di calcio della Polisportiva Gialeto, fondata nel 1909, che milita in Prima Categoria nel Girone B di Sardegna.

Visita dei dintorni di Serramanna

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Serramanna sono stati portati alla luce due menhir, tra i quali il più significativo è quello denominato Perda Fitta; sono stati inoltre portati alla luce resti di alcuni Nuraghi, dei quali il più significativo è il Nuraghe di Santa Maria, di tipologia indefinita.

Il Centro sportivo Bia Nuraminis

Arrivati con il viale Sant’Ignazio davanti all’ingresso del Cimitero Comunale, subito dopo il suo muro di cinta si arriva a un incrocio dove la strada principale prosegue verso destra come via del Cimitero, a sinistra parte la SP55, mentre noi continuiamo dritti sulla Bia Nuramins e, percorsi circa duecento metri, si vede alla destra della strada l’ingresso del Centro sportivo Bia Nuraminis. All’interno di questo centro sportivo, è presente un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune per 300 spettatori.

Serramanna: centro sportivo Bia Nuraminis: ingresso Serramanna: centro sportivo Bia Nuraminis: Campo da Calcio

Vicino al Campo da Calcio, sono presenti una Pista da atletica leggera, nella quale praticare discipline di atletica leggera e corse su pista; una Pedana di lancio del giavellotto; una Pedana di salto in alto; una Pedana di salto in lungo nella quale praticare salti in estensione; una Pedana di lancio del peso; ed una Pedana lancio del martello.

Serramanna: centro sportivo Bia Nuraminis: il pista da atletica leggera Serramanna: centro sportivo Bia Nuraminis: il pedana di lancio del giavellotto Serramanna: centro sportivo Bia Nuraminis: il pedana di salto in alto Serramanna: centro sportivo Bia Nuraminis: il pedana di salto in lungo Serramanna: centro sportivo Bia Nuraminis: il pedana di lancio del peso Serramanna: centro sportivo Bia Nuraminis: il pedana di lancio del martello

All’interno del centro sportivo, è presente anche un Palazzetto dello sport che solo da qualche anno è stato aperto alle società sportive, all’interno del quale è presente una Palestra coperta, dotata di tribune in grado di ospitare 176 spettatori, nella quale praticare diverse discipline tra le quali pallacanestro e Mini basket, pallavolo e Mini volley.

Serramanna: centro sportivo Bia Nuraminis: esterno del palazzetto dello sport Serramanna: centro sportivo Bia Nuraminis: interno del palazzetto dello sport

Le piste di atletica sono sede degli allenamenti della Polisportiva Atletica Serramanna e della Polisportiva Gialeto, mentre il campo di calcio ospita a rotazione le tre società di calcio del paese, ossia della Associazione Sportiva Dilettantesca Serramanna calcio, della Polisportiva Gialeto, della Associazione Sportiva Dilettantesca DLF Serramanna.

Il Santuario di Santa Maria di Monserrat

Dal centro di Serramanna, raggiugiamo la Stazione ferroviaria e continuiamo verso nord ovest con il viale Giacomo Matteotti, all’uscita del paese arriviamo a una rotonda dove prendiamo la seconda uscita, che è la prosecuzione del viale Giacomo Matteotti, e ci fa imboccare la SP106. Percorsi seicentocinquanta metri, passati con un ponte sopra il Flumini Mannu, vediamo alla sinistra della strada il cancello di ingresso del Parco del Santuario di Santa Maria di Monserrat, all’interno del quale si trova il Santuario di Santa Maria di Monserrat immerso nel verde di alberi secolari di eucalipto e pioppi. La chiesa apparteneva alla curatoria di Gippi, villa di Gurgo De Sipollo, un piccolo villaggio scomparso negli anni. Viene citata per la prima volta nel 1089, quando Costantino I di Lacon, giudice di Torres, dona ai monaci dell’Abbazia di San Vittore di Marsiglia la chiesa di Santa Maria di Gippi. Con l’arrivo degli Aragonesi la chiesa ha cambiato nome, da Santa Maria di leni a Santa Maria di Monserrat, ossia alla Vergine Morenita, dalla pelle scura. Il fiume leni è un corso d’acqua che scende da Villacidro e che si getta poco più a valle nel Flumini Mannu, e che passa nelle vicinanze della chiesa, per questo motivo vi era una folta vegetazione di pioppi, ora in larga parte sostituiti da un parco di eucalipti. Nel tempo ha subito numerosi cambiamenti, con l’ampliamento della navata e la costruzione delle logge laterali per il riposo dei pellegrini. Attualmente la chiesa, che è stata restaurata più volte nei secoli, si presenta con una facciata in stile romanico corredata da un portale ad arco a sesto ribassato e sormontata da un campanile a vela, sul quale poggia a sua volta una bella croce in pietra. L’interno, ad una sola navata, risulta privo di abside e dotato di una copertura a travi lignee.

Serramanna: chiesa campestre di Santa Maria di Monserrat: veduta d’insieme Serramanna: chiesa campestre di Santa Maria di Monserrat: la facciata Serramanna: chiesa campestre di Santa Maria di Monserrat: l’interno Serramanna: chiesa campestre di Santa Maria di Monserrat: l’altare

Nell’altare marmoreo di foggia recente, all’interno di una nicchia dorata, è custodita un’antica statua in legno del simulacro della Madonna, rimaneggiata intorno al diciassettesimo o diciottesimo secolo per esigenze rituali. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua della Madonna custodita al suo inteno. Nel 1992 la chiesa di Santa Maria è stata eletta a Santuario Diocesano e, in occasione del Giubileo del 2000, è stata designata come chiesa Giubilare.

Serramanna-Festa di Santa Maria-ocandinaSerramanna-Festa di Santa Maria: il processioneOgni anno, l’8 dicembre si celebra la Festa di Santa Maria, che è la festività più importante di Serramanna e si svolge tra il paese e la chiesa campestre dedicata proprio a Santa Maria. Sono cinque i giorni di Festa in onore di Santa Maria, dal 6 al 10 settembre, tra cultura, tradizione, musica, intrattenimenti, degustazioni, preghiera e solennità. La processione verso il Santuario si svolge il 7, con partenza dalla chiesa parrocchiale di San Leonardo. Il giorno 8 è quello nel quale i festeggiamenti raggiungono il culmine, e nel programma spicca la grande processione coi gruppi folk e i suonatori di launeddas, al termine del quale si svolgono anche spettacoli folk. E alla fine dei festeggiamenti, il 10 la Santa rientra nella chiesa parrocchiale.

Dove era stato costruito il Nuraghe di Santa Maria

Nel 1843, durante gli scavi per la costruzione della nuova sacrestia, sono state scoperte le fondamenta di una costruzione nuragica, ossia del Nuraghe di Santa Maria sul quale è stata edificata la chiesa. Si tratta di un Nuraghe di tipologia indefinita, che era edificato a 38 metri di altezza. Sono stati rinvenuti anche i resti di diverse tombe del periodo punico ed oggetti del periodo romano. Tutto il materiale è attualmente custodito presso il Museo Nazionale Archeologico di Cagliari.

Il menhir Perda Fitta

Dalla chiesa parrocchiale, rendiamo verso sud ovest la via San Leonardo che esce dall’abitato ed arriva a una rotonda. Passata la rotonda, proseguiamo dritti sulla strada chiamata Su Ponti Nou per un chilometro e mezzo, poi all’altezza della Torre dell’acqua arriviamo a un bivio dove svoltiamo a destra e proseguiamo per due chilometri e ottocento metri, fino a vedere alla sinistra della strada l’ingresso della Fattoria Diattica, mentre di fronte, alla destra della strada, parte un sentiero che porta nella campagna, in un terreno privato in località Turriga, un agrumeto per l’esattezza, a quanche centinaio di metri dalla strada.

Serramanna: il menhir 'Perda Fitta'Qui si trova il Menhir Perda Fitta ossia pietra infissa nel terreno, un masso in granito di notevole importanza storica riconducibile alla Cultura di Ozieri, nel Neolitico recente che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 ed il 2800 avanti Cristo. Il menhir Perda Fitta raffigura, con forme solo abbozzate, la Dea Madre, simbolo e portatrice di fertilità, fecondità ed abbondanza. Si tratta di un monolite granitico dalla forma arrotondata di un metro e mezzo di altezza, con una circonferenza alla base di tre metri e venti. Di grande rilevanza è la presenza di dieci coppelle, atte a simboleggiare le mammelle della Dea, in rilievo negativo, ovvero rappresentate con incavi. In cima alla facciata anteriore, sul vertice, sono localizzati altri due incavi appaiati in posizione trasversale, a rappresentare gli occhi del menhir, e questa facciata è rivolta verso est ossia verso il levare del sole, caratteristica comune nella maggior parte dei menhir sardi, presumibilmente per motivazioni inerenti al culto.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Monreale recandoci a visitare Vallermosa della quale vedremo il centro ed i dintorni, nei quali si trovano le tombe di Matzanni.


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