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La costiera di San Vero Milis nella parte settentrionale della penisola del Sinis


In questa tappa del nostro viaggio, visiteremo la costiera di San Vero Milis nella parte settentrionale dell’affascinante penisola del Sinis. La costa rocciosa si solleva rispetto alla battigia quasi a preannunciare la falesia calcarea di su Tingiosu, poi riparata dal vento di maestrale Putzu Idu con la sua costa che si estende fino a Mandriola, si innalzano quindi le falesie di Capo Mannu.

La regione storica del Campidano di Oristano

Il Campidano di OristanoIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. In particolare, il Campidano di Oristano è una regione della Sardegna occidentale il cui territorio apparteneva anticamente al Giudicato d’Arborea. Si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano, e comprende i comuni di Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Nicolò d’Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu. È un territorio caratterizzato dalla presenza di zone umide di altissimo interesse naturalistico, con specie faunistiche rare.

La penisola del Sinis

Visitiamo, ora, l’area Marina Protetta dell’affascinante penisola del Sinis, con le sue coste e le sue spiagge.

Quattro VeleNel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 4 Vele al comprensorio del Golfo di Oristano e dell’area Marina Protetta della penisola del Sinis. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali.

Visita della costiera di San Vero Milis

Gli abitanti vivono oltre che nel capoluogo Comunale anche nell’isola amministrativa di Capo Mannu, e nelle frazioni di Mandriola, Putzu Idu, S’Arena Scoada, Sa Rocca Tunda e su Pallosu. La zona occidentale del comune si estende in gran parte nella penisola del Sinis. Nella parte settentrionale della penisola del Sinis sono localizzati diversi insediamenti turistici. Alle spalle di questi, sono presenti diversi Stagni retrodunali, tutte oasi naturalistiche molto importanti, zone umide salvaguardate a livello europeo, nelle quali è rilevante la presenza di fenicotteri rosa che sono divenuti ormai stanziali e che quindi si possono vedere tutto l’anno. L’equilibrio di queste zone umide sta però venendo meno a causa dell’eliminazione delle barriere dunali e soprattutto dopo che, nella realizzazione delle diverse nuove strade di collegamento, si sono ostruiti gli sbocchi a mare di molti stagni che quindi, non avendo più il frequente scambio di acque, al primo sole estivo vanno in secca. Nel territorio Comunale si trova anche una piccola parte della baia di Is Arenas, caratterizzata da una delle più grandi estensioni di pini marittimi della Sardegna. San Vero Milis è anche conosciuto dagli amanti dei gatti per la colonia di gatti di su Pallosu, per proteggere i quali si sono adoperati gli allora Presidente della repubblica Italiana Giorgio Napolitano e ministro della salute Beatrice lorenzin.

Da San Vero Milis ci dirigiamo verso la costa

Dal Municipio di San Vero Milis, la via Eleonora d’Arborea, passata la chiesa di San Michele Arcangelo, incrocia la via San Michele, la prendiamo verso sinistra e la seguiamo per poco più di cinquecento metri, finché questa strada va ad immettersi sulla SP10 che esce dall’abitato e si dirige ad ovest verso Putzu Idu. Dopo quattrocento metri si incrocia un’ampia rotonda, alla quale si prende la prima uscita per rimanere sulla SP10 e, percorsi quattro chilometri, svoltiamo a sinistra e ci immettiamo sulla SP11. Percorso un chilometro e trecento metri sulla SP11, raggiungiano una rotonda alla quale prendiamo la seconda uscita, che ci fa proseguire sulla SP66 e, dopo sette chilometri e trecento metri raggiungiamo uno svincolo, nel quale arriva da sinistra la SP7 preveniente da sud, ossia dalla visita della penisola del Sinis in territorio di Cabras, ossia dall’ipogeo di San Salvatore.

Il borgo turistico nella frazione S’Arena Scoada

Dal punto in cui la SP7 si immette sulla SP66, proseguiamo lungo questa strada lasciando, sulla sua destra, il grande stagno di Sal’e Porcus, che descriveremo nei dettagli più avanti. Dopo circa tredici chilometri e mezzo, troviamo una deviazione con le indicazioni sulla sinistra, che ci porta in trecento metri al borgo turistico situato in località S’Arena Scoada. Il borgo turistico si trova nella frazione S’Arena Scoada (altezza metri 2, distanza 20.37 chilometri da San Vero Milis sul livello del mare, abitanti circa 21), il cui nome deriva da un’errata interpretazione di quello originario, che era S’Aena Scoada, cioè l’Asina senza coda, ed è diventato S’Arena Scoada, ossia la Sabbia... Senza coda.

San Vero Milis-La spiaggia di S’Arena ScoadaDi fronte al borgo turistico di S’Arena Scoada, si trova la spiaggia di S’Arena Scoada una piccola spiaggia di sabbia grigia molto chiara, finissima e compatta, che si affaccia in un mare cristallino, dai colori tra l’azzurro e il verde smeraldo, con un fondale basso e sabbioso. Si tratta di piccole lingue di sabbia, tra le rocce calcaree. La spiaggia, di aspetto quasi oceanico tropicale, è ben riparata dal maestrale grazie alla piccola scogliera situata al suo nord. Mediamente frequentata in alta stagione, non sono presenti servizi su questa spiaggia, ma alle sue spalle si sviluppa il centro abitato.

Lungo la costa dopo S’Arena Scoada si trova la punta S’Architteddu

Da su Tingio su verso Capo Mannu l’arco naturale in località S’Arena ScoadaDa dove eravamo arrivati nella frazione S’Arena Scoada, procediamo verso nord seguendo il lungomare e, dopo ottocentocinquanta metri, svoltiamo a sinistra nella via Punt ’e S’Archittu e in circa quattrocento metri raggiungiamo la Punta S’Architteddu, dove la scogliera che separa la spiaggia di S’Arena Scoada dalla località Putzu Idu è caratterizzata dalla presenza di un suggestivo piccolo arco naturale, denominato appunto S’Architteddu. Si tratta di un bell’arco, scavato all’interno della roccia dall’azione del mare, con due profonde cavità che lo rendono assolutamente unico nel suo genere. L’arco sta nel mezzo di alte scogliere di calcare misto argilla caratteristiche di quella zona, ed essendo la costa esposta ad ovest la sera offre spettacolari tramonti con il sole che si immerge dolcemente nel mare.

L’insediamento nella frazione Putzu Idu con la sua spiaggia

Superata la punta S’Architeddu, raggiungiamo la frazione Putzu Idu (altezza metri 4, distanza 20.99 chilometri da San Vero Milis sul livello del mare, abitanti circa 72), il più conosciuto insediamento turistico in comune di San Vero Milis, edificato in una insenatura sabbiosa lunga oltre due chilometri, chiamata Cala Salina. Ci si può arrivare anche proseguendo sulla SP66 per circa cinquecento metri, dove troviamo una deviazione sulla sinistra, verso nord ovest, o dopo altri settecentocinquanta metri, dove ci si immette sulla SP10 che, a sinistra, porta all’abitato di Putzu Idu. A Putzu Idu si sarebbe arrivati più comodamente da Oristano, prendendo la SS292 Nord Occidentale Sarda verso nord e, dopo tredici chilometri e mezzo, qualche chilometro dopo Riola Sardo, arriviamo a un grande incrocio e prendiamo sulla sinistra la SP10 proveniente da San Vero Milis, che passa tra il grande stagno di Sal’e Porcus, che si trova alla sua sinistra, ed, alla destra, il più piccolo stagno de Is BenaS. La SP10, in dieci chilometri e mezzo, ci porta all’abitato di Putzu Idu. Non appena terminano le poche case dell’insediamento turistico di Putzu Idu, sul lungomare, proprio dietro l’arenile, si trovano comodi posteggi.

San Vero Milis-Putzu Idu: l’insediamento turistico di Putzu Idu e la spiaggia antistanteDi fronte all’insediamento turistico si trova la spiaggia di Putzu Idu caratterizzata da un arenile bellissimo dalla forma curva, che si estende a nord della magnifica s’Arena Scoada e arriva sino alla spiaggia di Mandriola. San Vero Milis-La spiaggia di Putzu IduÉ costituito da una lunga distesa di sabbia bianca fine, soffice al tatto e calda, con piccoli sassolini levigati dall’azione del mare in alcuni punti dell’arenile, che si affaccia su un mare con acque cristalline, dalle colorazioni che sfumano tra il verde smeraldo, il turchese e l’azzurro, e con un fondale molto basso e sabbioso. La spiaggia, come quella di molti altri centri turistici di questa parte dell’Isola, le cui acque dispongono di onde lunghe, simili a quelle dell’oceano, ultimamente è meta di un gran numero di surfisti. Mediamente frequentata in alta stagione, grazie alla vastità dell’arenile, in essa sono presenti vari punti di ristoro, e c'è la possibilità di organizzare attività diverse, come lo Snorkeling, ossia il nuoto in superficie usando il boccaglio, e anche la possibilità di noleggiare ombrelloni, lettini, pedalò e canoe. Nell’abitato che si sviluppa alla sue spalle, sono disponibili bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari.

Da Putzu Idu si parte, nelle giornate estive di mare calmo, generalmente con barconi o gommoni, per visitare la selvaggia e famosa Isola Mal di Ventre, con le sue spiaggette uniche e inimitabili. Vi sono diverse ditte che offrono il servizio, presenti nel lungomare con i loro gazebo. Non esistendo, a Putzu Idu, ne porto ne pontile, il trasbordo dalla spiaggia sui barconi o gommoni avviene direttamente dall’arenile.

Le strutture sportive degli Evaristiani a Putzu Idu

All’interno della frazione Putzu Idu è presente la Compagnia delle Figlie del Sacro Cuore Evaristiane che svolge attività assistenziale e attività vitivinocola essenziale per l’autosostentamento, e si è imposta sul mercato vinicolo con ottimi risultati fin dall’inizio degli anni ottanta del secolo scorso. Presso la sede della Compagnia, in via Evaristo Madeddu, sono presenti le Strutture sportive degli Evaristiani, che comprendono un Campo da Calcio, con fondo in erba naturale, che non è dotato di tribune per gli spettatori; ed un Campo da Tennis, anch’esso senza tribune.

San Vero Milis-Putzu Idu: ingresso della strutture sportive degli Evaristiani San Vero Milis-Putzu Idu: il Campo da Calcio degli Evaristiani San Vero Milis-Putzu Idu: il Campo da Tennis degli Evaristiani

La Compagnia Evaristiani del Sacro Cuore è una società laicale maschile di vita apostolica di diritto pontificio, eretta nel 1965 come Società laicale di uomini viventi sine votis, fondata dal religioso Evaristo Madeddu di Villaputzu, mentre il ramo femminile fondato dalla moglie Beniamina Piredda è la Compagnia Figlie del Sacro Cuore.

Lo stagno di Sa Salina Manna

Alle spalle della spiaggia di Putzu Idu, si sviluppa il grande stagno di Sa Salina Manna ossia de La Grande Salina, un’area umida di importanza comunitaria, che costituisce l’habitat naturale di flora e fauna protetta. Lo stagno, che ha una superficie di 1.45 chilometri quadrati e una salinità media di 0.54 psu, è frequentato abitualmente da diverse specie di volatili e altra fauna lagunare, e vede anche la presenza dei fenicotteri, ma solo fino a primavera, poi con il caldo estivo lo stagno va in secca, ed i fenicotteri sono costretti a spostarsi verso zone meglio protette.

San Vero Milis-Sa Salina Manna: lo stagno di Sa Salina Manna è uno stagno retrodunale di origine marina San Vero Milis-Sa Salina Manna: veduta parziale dello stagno de Sa Salina Manna con sullo sfondo i fenicotteri San Vero Milis-Sa Salina Manna: veduta parziale dello stagno de Sa Salina Manna con sullo sfondo i fenicotteri San Vero Milis-Sa Salina Manna: veduta parziale dello stagno de Sa Salina Manna con sullo sfondo i fenicotteri San Vero Milis-Sa Salina Manna: veduta parziale dello stagno de Sa Salina Manna con in primo piano i fenicotteri San Vero Milis-Sa Salina Manna: fenicotteri sullo stagno di Sa Salina Manna

La realizzazione del lungomare tra Putzu Idu e Mandriola ha eliminato non solo le dune, che proteggevano le zone umide interne, ma anche lo sbocco sul mare dello stagno. Per consentire alle acque marine di continuare ad alimentarlo sono state realizzate tubature sotterranee, che però non vengono manutenute, e quindi tendono a ostruirsi.

La Torre delle Saline

San Vero Milis-La sTorre delle SalineA est dello stagno, a una distanza di circa ottocento metri all’interno rispetto alla costa, si trova la Torre delle Saline, edificata in epoca spagnola. Ubicata ad un metro sul livello del mare, è raggiungibile con una passeggiata di circa quindici minuti dall’abitato di Putzu Idu. La torre è composta da materiale in arenaria calcarea, e si trova attualmente allo stato di rudere, quasi abbattuta. Questa torre si ritiene sia più tarda rispetto alle torri costiere, più che a una torre somiglia a una casamatta, infatti si differenzia dalle altre per dimensione, struttura architettonica e localizzazione. Situata ai bordi delle saline, la sua funzione non era di avvistamento costiero in difesa dalle incursioni dei saraceni, bensì con funzione di assistenza alla raccolta del sale e probabilmente anche di estrema difesa in caso di attacco.

L’insediamento della frazione Mandriola con la sua spiaggia

Dall’abitato di Putzu Idu, prendiamo il suo lungomare cha passa tra la spiaggia e la Salina, su di esso procediamo dritti, ed al termine, sulla sinistra, troviamo l’indicazione per la frazione Mandriola (altezza metri 5, distanza 22,56 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 158). Giriamo e procediamo dritti per circa settecentocinquanta metri, arrivando ai parcheggi. La spiaggia è alla nostra sinistra, oltre la schiera di villette che si affacciano sul lungomare. I due insediamenti di Putzu Idu e Mandriola sono collegati dal lungomare litoraneo.

San Vero Milis-La spiaggia di MandriolaSan Vero Milis-La spiaggia di MandriolaDi fronte all’abitato si trova la spiaggia di Mandriola incastonata in una piccola baia protetta alle due estremità da una bassa scogliera. Si tratta dell’ultima spiaggia affacciata a sud verso l’isola Mal di Ventre, ed è costituita da un piccolo arenile di sabbia bianca a grani medi, con la presenza di rocce e piccole pietre, che si affaccia su un mare di un colore di tutte le tonalità del verde, con un fondale misto sabbioso e roccioso, e una buona profondità. L’arenile risulta abbastanza riparato dal vento, ma al largo soffia spesso il maestrale. Mediamente frequentata in alta stagione, non sono presenti servizi direttamente sulla spiaggia, ma alle sue spalle si sviluppa il complesso residenziale, immerso nel verde della macchia mediterranea.

Sul litorale di Mandriola esiste un piccolo molo, per l’attracco di piccole imbarcazioni.

La chiesa di San Lorenzo nella frazione Mandriola

Nella periferia settentrionale dell’abitato della frazione Mandriola, è presente la chiesa intitolata alla Beata Vergine Assunta e a San Lorenzo diacono, una chiesa di recente edificazione con un campanile è a vela in calcestruzzo, di piccole dimensioni. La chiesa è concepita in due spazi distinti, l’aula vera e propria, rettangolare, con presbiterio posto entro un’abside semicircolare e soprelevato di due gradini rispetto all’aula, ed uno spazio antistante l’ingresso principale, semicircolare, esterno all’area di culto vera e propria. Il semicerchio esterno, concepito ad anfiteatro, è separabile dalla zona di culto tramite una vetrata a scomparsa e potrebbe essere adibito anche ad altri usi.

San Vero Milis: chiesa della Beata Vergine Assunta e San Lorenzo: esterno San Vero Milis: chiesa della Beata Vergine Assunta e San Lorenzo: l’altare San Vero Milis: chiesa della Beata Vergine Assunta e San Lorenzo: la vetrata a scomparsa San Vero Milis: chiesa della Beata Vergine Assunta e San Lorenzo: la vetrata aperta

Le pareti interne si presentano con pittura chiara e paramenti lapidei in pietra locale. All’esterno le pareti si presentano intonacate e pitturate, mentre la zona semicircolare antistante l’ingresso è rivestita di arenaria.

Le principali feste e sagre che si svolgono nelle frazioni sulla costiera di San Vero Milis

Tra le principali feste e sagre che si svolgono nelle frazioni sulla costiera di San Vero Milis e contribuiscono a richiamare visitatori dai dintorni, si segnalano, a fine aprile, l’evento Sapori del Mediterraneo con la Festa dei ricci di mare, o la manifestazione Sapori e Profumi di mare, sul lungomare di Putzu Idu e Mandriola, borgate marine di San Vero Milis, che fanno gustare le prelibatezze della gastronomia e ammirare le eccellenze dell’artigianato; a inizio luglio, l’evento Strade di Birra, il festival della birra artigianale con undici microbirrifici, numerose proposte culinarie, street food locale, musica live, il tutto sul lungomare di Putzu Idu e Mandriola; a inizio agosto, la Sagra dell’Anguria e dell’Agroalimentare, sul lungomare di Mandriola e Putzu Idu; prima della metà di agosto, la rassegna estiva Altrimari, meticci in Sardegna e nel Mediterraneo, tra sport e mare e divertimento in diverse località nel centro del paese e sul lungomare di Putzu Idu e Mandriola.

San Vero Milis-Locandina della rassegna Sapori del Mediterraneo e Festa dei ricci di mare San Vero Milis-Locandina della rassegna Sapori e Profumi di mare San Vero Milis-Locandina della rassegna Strade di birra San Vero Milis-Locandina della Sagra dell’Anguria e dell’Agroalimentare San Vero Milis-Locandina della rassegna estiva Altrimari meticci in Sardegna e nel Mediterraneo

Lungo la costa verso Capo Mannu si trova la Cala su Figu

Arrivati a Mandriola, procediamo dritti per circa un chilometro, superando il centro abitato e percorrendo la strada sterrata costiera sino al suo termine, dove raggiungiamo la piccola Cala Sa Figu con la sua spiaggetta.

La spiaggia della Cala Sa Figu e formata da un arenile costituito da una piccola distesa di sabbia ambrata, con la sabbia fine e compatta, affacciato su un mare cristallino dal colore verde smeraldo cangiante, con un fondale composto da sabbia misto a scogli. Poco frequentata dai turisti anche in alta stagione, e però meta di tanti surfisti. Non sono presenti servizi in questa spiaggia. Alle sue spalle si trova la macchia mediterranea che caratterizza tutto il territorio di Capo Mannu.

Dopo la Cala su Figu si vede la bella Cala dei Tedeschi

Dalla Cala Sa Figu, prendiamo un sentiero che costeggia il litorale verso nord, e, poco più avanti, troviamo sulla destra la bella Cala dei Tedeschi.

San Vero Milis-Capo Mannu: la Cala dei TedeschiLa bella Cala dei Tedeschi prende il nome dai resti di un molo in cemento armato e da alcune postazioni antiaeree, che secondo le testimonianze sarebbe servito come punto di rifornimento durante la Seconda Guerra Mondiale per gli U-Boat tedeschi che incrociavano tra la Sardegna e le Baleari. Il sito è stato bombardato dagli alleati nel 1945, ma sono ancora visibili il molo, parte della strada di accesso, ed i resti di due postazioni di mitragliatrici. La Cala dei Tedeschi, molto piccola dato la sua spiaggia è lunga appena centotrenta metri, non è assolutamente frequentata neppure in alta stagione, ed è assolutamente priva di servizi. Rappresenta un’ottima località di immersione per i sub.

L’isola amministrativa di Capo Mannu

San Vero Milis-Capo Mannu: veduta dal mare di Capo MannuProseguendo lungo la strada costiera oltre Mandriola raggiungiamo l’isola amministrativa di Capo Mannu, che è un promontorio situato a 22 chilometri da Oristano, che costituisce il punto più a nord della penisola del Sinis. È una località molto nota agli amanti del Surf e del windsurf, essendo esposto a tutti i venti dei quadranti occidentali, e in particolar modo al maestrale. Durante le mareggiate è possibile osservare onde che arrivano fino ad alcuni metri di altezza. Dal punto di vista surfistico, è stato scoperto verso la fine degli anni ottanta da alcuni surfisti e windsurfisti della zona e, tuttora, rappresenta in Europa una delle mete più ambite per la pratica di questo sport. Da alcuni anni è diventato uno dei punti di riferimento in Italia per Kitesurf sulle onde, lo sport velico nato nel 1999 come variante al surf, che consiste nel farsi trainare da un aquilone che usa il vento come propulsore e che viene manovrato attraverso una barra, collegata all’aquilone da sottili cavi. Da alcuni anni, il Capo Mannu ospita con cadenza annuale il Capo del Capo, una competizione surfistica di livello nazionale.

Il faro di Capo Mannu

San Vero Milis-Capo Mannu: il faro di Capo MannuSulla sommità del capo si vede il Faro di Capo Mannu, un vecchio faro abbandonato con il segnalamento ad ottica fissa ancora funzionante, che si trova a 59 metri di altezza sul livello del mare, attivato dalla Marina Militare nel 1960 e dismesso nel 1984. È costituito da una torre quadrata alta undici metri, che si innesta in un fabbricato di servizio rettangolare ad un piano nel quale erano situati due appartamenti per i custodi che sono attualmente disabitati. Il faro non è mai stato oggetto di ristrutturazioni, per cui la sua fisionomia odierna è uguale a quella originaria. Da quando è stato dismesso ad oggi è stato lasciato andare in rovina, completamente abbandonato alle intemperie, ed adesso è un edificio pericolante.

La Torre di Sa Mora

San Vero Milis-Capo Mannu: il faro e la torre Sa Mora di Capo MannuSan Vero Milis-Capo Mannu: la torre Sa Mora di Capo MannuA breve distanza dal faro, circa duecento metri più a sud, si vedono anche i resti della Torre di Sa Mora, una torre costiera costruita in epoca spagnola. Collocata a poco meno di trentacinque metri sopra il livello del mare, la Torre di Sa Mora si trova in continuità visiva con le torri di Sevo, di Scal’e Sali, di Salinas e di Capo Mannu. È stata edificata nel 1639 secondo Francesco Vico, la fortificazione di difesa è caratterizzata da una struttura in roccia calcarea comune a quasi tutte le torri costiere dell’isola, con una forma tronco conica, un’altezza di otto metri e un perimetro dal diametro di circa cinque metri. L’apertura di ’ingresso è posizionata a poco più di quattro metri dal suolo, e la camera interna si presenta con un soffitto basso coperto da una cupola raggiungibile attraverso una scala scavata lungo la cinta muraria. Innalzata in un punto tale da consentire il controllo delle Saline di Oristano e della Tonnara, agli inizi dell’ottocento era in grado di ospitare una guarnigione composta da un alcalde, due soldati e un artigliere, dotati di cannocchiale, due fucili, due mortaletti e un mortaio con proiettili di pietra. Presidiata fino alla prima metà dell’ottocento, per poi essere dismessa completamente, la Torre di Sa Mora risulta oggi difficilmente accessibile a causa della sua posizione a picco sul mare e dei frequenti rischi di crollo derivanti dalle sue precarie condizioni di conservazione.

La Torre di Capo Mannu

San Vero Milis-Capo Mannu: la Torre di Capo MannuAll’estremo nord del promontorio di Capo Mannu, poco prima dell’insenatura nella quale si trova la spiaggia di Sa Mesa longa, si trovano i resti della Torre di Capo Mannu, una torre costiera costruita anch’essa in epoca spagnola. Collocata a cinquanta metri sul mare, è stata edificata probabilmente nel 1639, e sorvegliava la costa settentrionale della regione storica del Sinis, le scogliere di Santa Caterina, l’area di su Pallosu, la spiaggia di Is Arenas, mantenendo una costante continuità visiva con le torri limitrofe di Sa Mora, su Puttu, di Scal’e Sali, delle Saline, di capo Nieddu e di Pittinuri. Innalzata presumibilmente con lo scopo di proteggere le Saline e le Tonnare di Oristano, presenta una struttura in roccia calcarea a forma cilindrica, con un’altezza di dieci metri, un basamento dal perimetro di nove metri e una camera interna costituita da un unico ambiente, con il soffitto a cupola sotto una terrazza, denominata piazza d’armi, di circa otto metri di diametro. Al suo interno poteva ospitare una guarnigione composta, nel 1842, da un comandante, due soldati e un artigliere dotati di tre fucili e due mortai, che si aggiungevano all’equipaggiamento presente già dai primi dell’ottocento e che comprendeva due cannoni e una spingarda. Caduta in disuso dopo il 1846, si trova allo stato di vero e proprio rudere. Si può raggiungere a piedi in mezz’ora dalla Torre di Sa Mora o dalla spiaggia di Sa Mesa longa, ed è oggi facilmente visitabile seppure con prudenza, poichché sul ciglio della scogliera, attraverso alcuni gradoni che consentono l’accesso al suo interno.

Il Maneggio lungo la strada statale che collega Mandriona con su Pallosu

Descriviamo, ora, la parte settentrionale della penisola di Capo Mannu, che va dalla sommità del promontorio fino alla penisola di su Pallosu, da dove in seguito proseguiremo lungo la costa orientale del promontorio, con i suoi stagni e le altre zone umide. Da Putzu Idu, imbocchiamo la prosecuzione della SP10 e procediamo sempre dritti lungo la costa, fino a che la strada curva verso nord fiancheggiando l’abitato di Mandriola, per portarci in direzione di su Pallosu. Percorso un chilometro e seicento metri lungo la SP10, si vede alla destra della strada l’ingresso del ristorante Pizzeria Entu & Sole, al cui interno opera il Circolo Ippico San Lorenzo, che nell’annesso Maneggio propone corsi di equitazione per Pulcini e Juniores, corsi avanzati ed escursioni nello splendido panorama della marina di San Vero Milis. Oltre ai cavalli nella struttura sono presenti altri animali come asinelli, caprette tibetane e conigli.

San Vero Milis: ingresso del ristorante e Pizzeria Entu & Sole San Vero Milis-Circolo Ippico San Lorenzo: postazioni dei cavalli San Vero Milis-Circolo Ippico San Lorenzo: la pista del maneggio

La spiaggia di Sa Mesa longa

Dopo altri circa quattrocento metri, arriviamo a un’incrocio che, sulla sinistra, ci porta verso la costa nord occidentale della sommità del promontorio. Raggiungiamo il parcheggio di Sa Mesa longa, dove posteggiamo sullo sterrato presso le dune, e raggiungiamo a piedi la spiaggia di Sa Mesa longa.

San Vero Milis-Capo Mannu: la spiaggia di Sa Mesa longaLa spiaggia Sa Mesa longa, il cui nome significa Tavola lunga, perché un basso bancone roccioso la protegge dalle onde, creando un effetto piscina. Si tratta di una spiaggia di medie dimensioni, che si trova in una baia nella quale, quasi al centro, vi è il caratteristico isolotto di forma grossolanamente circolare, ricoperto di vegetazione, che si trova di fronte a un piccolo promontorio che divide l’arenile in due parti. È una spiaggia con sabbia bianca, fine, calda e compatta, che si apresu un mare con colori tra il verde e l’azzurro cangianti, con il fondale basso e sabbioso. Sul lato sud, si possono ammirare le imponenti e scenografiche scogliere di Capo Mannu, mentre la baia è protetta dalle dune retrostanti, impreziosite dalla rada vegetazione che arriva vicinissima al mare. Parzialmente affollata in alta stagione, non sono presenti servizi su questa spiaggia.

La frazione nella località su Pallosu con la sua importante colonia felina e con la sua spiaggia

Proseguiamo sulla SP10 fino alla sua fine, che ci porta alla frazione su Pallosu (altezza metri 2, distanza 21.83 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 11) la quale si trova sulla punta estrema a nord orientale della penisola del Sinis. In condizioni di mare buono, si possono godere le piccole piscine naturali, oltre alla bellezza delle dune di sabbia quasi a picco sul mare. Secondo alcuni, il nome deriverebbe dal termine sanverese Su Pozzosu, ossia posto riparato; mentre secondo altri l’origine del nome deriverebbe dal fatto che in sardo paglia si dice Pazza, e le palle marine sono una sorta di paglia di mare. Arrivati nella località Su Pallosu, alla destra della SP10 incontriamo l’area di sosta per la spiaggia di su Pallosu, la spiaggia che si trova più a nord di tutta la penisola del Sinis.

San Vero Milis-Capo Mannu: la spiaggia di su PallosuLa spiaggia di su Pallosu è costituita da un sottile lembo di terra, con una sabbia con grani medi, di colore dorato e ambrato, misto a terriccio e ciottoli, e si affaccia su un mare trasparente, dal colore verde cangiante, con un fondale prevalentemente roccioso e spesso si trovano banchi di posidonia spiaggiata. Da un lato della spiaggia è possibile fare il bagno immergendosi nelle piscine naturali che si formano tra le rocce. La spiaggia è protetta alle sue spalle da un’alta barriera in terra. La spiaggia non è molto frequentata se non in alta stagione, ed è poco frequentata anche nei mesi estivi. Nelle vicinanze è presente un bar tabacchi ed alle spalle della spiaggia, tra la macchia mediterranea, sono presenti numerose abitazioni private che costituiscono l’insediamento abitativo di su Pallosu..

San Vero Milis-Capo Mannu: l’isolotto di Sa TonnaraDagli anni venti del novecento fino al 1942 a su Pallo su c'era una Tonnara, e le case dei tonnaroti si trovavano nell’attuale vico Tziu Triagus, area oggi compresa nel territorio della Colonia Felina. L’attività di pesca del tonno si svolgeva sotto costa ed era gestita dalla famiglia genovese dei Plaisant. Di fronte alla Punta su Pallosu, protagonista all’orizzonte è l’Isolotto di Sa Tonnara, che ha una superficie di 20mila metri quadrati, ed è stato sede fino agli anni quaranta del novecento di alcuni edifici usati dalla Tonnara, ed era un ricovero degli attrezzi dei pescatori. Sono visibili ancora oggi i resti dei muri della Tonnara. All’interno dell’isolotto è possibile vedere un pozzo di probabile origine punica, riutilizzato sin ai tempi della Tonnara. Probabilmente l’attività di pesca al tonno ha indirettamente dato vita alla Colonia Felina attuale di su Pallosu.

La colonia felina di su Pallosu

San Vero Milis-Capo Mannu: la colonia felina di su PallosuProbabilmente l’attività della pesca al tonno ha, indirettamente, dato vita alla attuale Colonia felina di su Pallosu nella quale i gatti presenti possono scendere fino in spiaggia. Una vera e propria rarità, poiché come notoriamente si sa i gatti hanno una paura folle dell’acqua. Lungo la spiaggia e le dune di su Pallo su i gatti giocano e si spingono sino sulle rocce con tranquillità. I felini danno vita a esibizioni incredibili, ed in qualche occasione arrivano anche a sfiorare l’acqua del mare con le zampe o con il muso. Si tratta di una delle colonie feline più longeve e conosciute d’Italia, ed, in essa, la presenza dei gatti, con ogni probabilità, risale addirittura sin agli inizi del ventesimo secolo. Il numero dei gatti presenti è variabile essendo in Libertà e randagi, comunque al censimento del 30 giugno 2011 erano ufficialmente 36. Ogni gatto ha un nome, una scheda, e sono seguiti sanitariamente uno per uno. Sono possibili visite turistiche guidate gratuite tutto l’anno, organizzate dall’Associazione Culturale Amici di su Pallosu. Solo nell’ultimo anno, la colonia è stata visitata da oltre duemila persone, provenienti da tutta Europa.

San Vero Milis-Capo Mannu: nella colonia felina la pianta rara chiamata Helianthemum caput-felis BoissAll’interno della vasta area della colonia felina, è presente anche una pianta molto rara, a rischio di estinzione, chiamata Helianthemum caput-felis Boiss, ossia in termini semplici Eliantemo testa di micio, ed in lingua sarda Conch’e pisittu. Si tratta di una pianta molto ramificata, con fusti da eretti a eretto-arcuati, alti dai venti ai quaranta centimetri, finemente ricoperti da una peluria bianco grigiastra. Presenta foglie brevemente picciolate, da ellittiche a lanceolate, ed i fiori, che si chiudono alla sera, sono di colore giallo con un punto centrale rosso arancio e presentano numerosi stami fertili. Il nome comune testa di micio, deriva dalla forma dei due sepali esterni del bocciolo, che assomiglia appunto ad una piccola testa di gatto.

L’anello sigillo di su Pallosu

San Vero Milis--L’anello sigillo di su PallosuNei dintorni di su Pallosu è stato rinvenuto il cosiddetto Anello sigillo di su Pallosu, veramente bellissimo, recante dei simboli che attesterebbero la presenza di una persona ritenuta in qualche modo sacra. Si tratta di un capolavoro con incisi ben 36 caratteri paleocananei, esempio incredibile di microscrittura, considerato dapprima medievale con iscrizione araba da Raimondo Zucca, Curatore dell’Antiquarium Arborense di Oristano, ribadendo l’opinione della scuola di Giovanni Lilliu dell’inesistenza di una scrittura della Sardegna nuragica dell’Età del Bronzo, ma successivamente ripreso da Gianni Atzori e Gigi Sanna, i quali nei loro libri in esso riconoscono scritte nuragiche con caratteri protocananei risalenti alla seconda metà del secondo millennio avanti Cristo. Da questo importante ritrovamento, si deduce che i Nuragici usassero sigillare e che quindi, verosimilmente, si scambiassero anche delle missive.

L’epigrafista Gigi Sanna, nato ad Abbasanta nel 1939, che ha insegnato lingua e letteratura Greca e latina ed è stato docente presso l’Istituto di Scienze religiose dell’Arcidiocesi di Oristano, a partire dal 1995 aveva analizzato diversi reperti in ceramica, in bronzo e in pietra rinvenuti in Sardegna, che mostrano delle incisioni a sua opinione considerabili come scritte nuragiche risalenti alla seconda metà del secondo millennio avanti Cristo. I testi studiati appartengono a svariate tipologie alfabetiche, protosinaitica, ugaritica, gublitica, protocananaica e fenicia. Lo studioso, che identifica gli autori con l’antico popolo degli Shardana, sostiene che essi parlassero una lingua indoeuropea simile al latino, e che utilizzassero codici di scrittura semitici, esibendo a sostegno delle sue tesi svariati documenti come la celebre Stele di Nora, le Tavolette di Tzricottu di Cabras, il Sigillo di Sant’Imbenia rinvenuto vicino ad Alghero, l’Anello sigillo di su Pallosu rinvenuto a San Vero Milis, l’iscrizione rinvenuta su un’anfora nel sito di S’Arcu e Is Forros presso Villagrande Strisaili, e da ultimo il Coccio di Pozzomaggiore.

L’insediamento turistico nella località Sa Marigosa con lo stagno Pauli Marigosa

Da su Pallosu, torniamo indietro con la SP10 ed arriviamo all’incrocio, che ci aveva portato, in direzione ovest, alla spiaggia di Sa Mesa longa. Presa dall’altra parte, in direzione est, la strada ci porta al piccolo ’insediamento turistico in localtà Sa Marigosa. Nel tratto tra su Pallo su e Sa Marigosa, si sviluppa lo stagno di Marigosa, ossia il Pauli Marigosa, uno stagno retrodunale caratterizzato dalla bella vegetazione, poco esteso, che non comunica col mare.

Pauli Marigosa: lo stagno con la bassa vegetazione sulle rive e sulla destra le dune che lo separano dal mare distante poche decine di metri Pauli Marigosa: lo stagno con la bassa vegetazione sulle rive e sulla destra le dune che lo separano dal mare distante poche decine di metri Pauli Marigosa: l’elevata salinità e limpidezza per piogge danno colore azzurro alle acque che sono generalmente marroni o rossicce per eutrofizzazione Pauli Marigosa: sullo sfondo si vedono le dune e poco distanti i pescherecci della flottiglia della rada di su Pallosu Pauli Marigosa: nello stagno Pauli Marigosa: piante palustri in riva allo stagno di Pauli Marigosa Pauli Marigosa: un bell’esemplare di juncus acutus 0ssia di giunco fotografato lungo la riva dello stagno di Pauli Marigosa

In una foto vediamo, per l’elevata salinità e la limpidezza dovuta ad abbondanti piogge, le acque di un colore azzurro raramente osservabile nello stagno le cui acque sono generalmente marroni o rossicce a causa dell’eutrofizzazione.

La spiaggia di Sa Marigosa

Di fronte all’abitato si trova l’estremo sud dell’ampia spiaggia di Pauli Marigosa, che prosegue verso nord ovest, e si sviluppa tra il mare e lo stagno retrostante.

Di fronte allo stagno, affacciata sul mare, si trova la spiaggia di Sa Marigosa costituita da un lungo arenile di quattro chilometri di sabbia, affacciato verso nord su Cala su Pallosu, una splendida Cala riparata dal vento. È poco segnalata dalle guide, ma che non teme confronti con le altre spiagge della zona. La spiaggia, rivolta a nord est, è caratterizzata da sabbia dal colore ambrato chiaro, di grana media, e si affaccia su un mare con acque cristalline dai colori tenui tra il verde smeraldo e l’azzurro, e con il fondale basso e sabbioso. Alle spalle dell’arenile si trovano distese di prati verde chiaro, in un paesaggio impreziosito da qualche palma situata nei pressi dell’abitato, e dallo stagno frequentato da numerose specie di uccelli acquatici. Mediamente frequentata nei mesi estivi, soprattutto dai residenti, non sono presenti servizi su questa spiaggia.

L’insediamento turistico nella frazione Sa Rocca Tunda con la sua spiaggia

Proseguendo lungo la strada che percorre in direzione est la parte settentrionale del promontorio del Sinis, arriviamo all’insediamentto turistico di Sa Rocca Tunda. Ci si può arrivare anche seguendo la SP10 proveniente da San Vero Milis, e, due chilometri prima di raggiungere Putzu Idu, prendendo verso destra, seguendo le indicazioni per Sa Rocca Tunda, la SP80, che porta proprio a questo insediamento turistico di Sa Rocca Tunda. Arrivati all’insediamento turistico nella frazione Sa Rocca Tunda (altezza metri 3, distanza 20.46 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 48), svoltiamo a destra sulla strada che costeggia il litorale, e poi svoltiamo a sinistra in una delle trasversali, che portano fino alla lunga spiaggia di Sa Rocca Tunda.

L’ampia spiaggia di Sa Rocca Tunda che prende il nome dal villaggio balneare che le è stato costruito a ridosso, costituita da una lunga porzione di arenile caratterizzato da sabbia a grani medi, di colore bianco dorato chiaro, affacciato su un mare con un’acqua bassa e trasparente, di varie tonalità di verde e di azzurro chiaro, e con un fondale mediamente basso e sabbioso. La spiaggia, rivolta a nord ovest ed esposta al maestrale, è mediamente affollata anche in alta stagione, grazie alla vastità dell’arenile. Non sono presenti servizi su questa spiaggia, ed alle sue spalle si trovano piccole dune, sormontate da cespugli di macchia mediterranea, oltre le quali si sviluppa il centro abitato.

Su Pallosu: la Cala di Sa Rocca Tunda Su Pallosu: la spiaggia di Sa Rocca Tunda Su Pallosu: la spiaggia di Sa Rocca Tunda Su Pallosu: rocce sul mare di Sa Rocca Tunda

Peccato esserci arrivati in una giornata con la sabbia coperta di alghe portate dalle correnti marine, quelle alghe che, seccate dal sole e trascinate dal vento, formano delle palle che rotolano sulla sabbia, ed hanno dato il nome alla località Su Pallosu.

La scogliera di Scala ’e Sale

La scogliera di Scala ’e Sale con sulla sommità la torreProseguendo dalla spiaggia di Sa Rocca Tunda verso est, procediamo fino alla fine dell’abitato ed arriviamo dove la costiera si alza, per diventare la Scogliera di Scala ’e Sale. La Scogliera di Scala ’e Sale è caratterizzata da bellissime alte falesie dorate, alte quasi trenta metri, caratterizzate dalla presenza di diverse piccole cale, con acque cristalline, di un colore verde smeraldo e azzurro chiaro, e con un fondo prevalentemente ciottoloso, dovuto all’erosione delle falesie, misto a terriccio di colore dorato chiaro. La scogliera è scarsamente frequentata durante tutto l’anno, e su essa non sono presenti servizi di alcun tipo. Accedere a questa scogliera risulta difficoltoso oltre che pericoloso, è pertanto consigliato accedervi via mare, facendo attenzione al fondale caratterizzato dalla presenza di scogli.

La Torre di Scala ’e Sale

La Torre di Scala ’e Sale crollataSul promontorio che chiude più a nord la Scogliera di Scala ’e Sale, si trova la Torre di Scala ’e Sale che localmente più precisamente viene chiamata Turri ’e Scab ’e Sai. Edificata in epoca spagnola per difendere le coste dalle incursioni dei pirati saraceni, secondo Francesco Vico nel 1639, ma già nel 1578su uno scritto del vicerè De Moncada, si legge che sull’allora chiamato Monte Perdosu sovrastante la Cala di su Pallosu, dovrà essere innalzata una Torre dal costo di 150 ducati. Già due anni dopo ne dà nota anche il Fara, che riferisce la presenza di una Torre di Guardia vicina alle saline, nella Cala di capo Bianco. Sorge a 32 metri sul mare, ed è raggiungibile dalla spiaggia di Sa Rocca Tunda, con una passeggiata di circa venti minuti. realizzata in arenaria calcarea, rimane della sua struttura una parte della cupola voltata a botte, che aveva un foro centrale di areazione e di illuminazione. Nell’agosto 2012 la torre è però crollata e la falesia sottostante ha ceduto.

Lo stagno di Is Benas

Is Benas: veduta parziale dello stagno de Is BenasOltre la Costa di Scala ’e Sale, si trova un vasto promontorio, al di là del quale si sviluppa la grande pineta e la vastissima spiaggia di Is Arenas. La pineta si trova parzialmente in territorio di San Vero Milis, ma per la sua maggior parte si trova in territorio di Narbolia, e la abbiamo già visitata nella tappa che ci ha portato da Bosa a Oristano. Prima dell’inizio della spiaggia di Is Arenas, è presente il canale di sbocco sul mare dello stagno di Is Benas con un sistema delle paratie che regolano gli scambi d’acqua con il mare. Lo stagno ha una superficie di circa 120 ettari, e la sua profondità massima, la più elevata tra gli stagni del Sinis, si aggira intorno ai tre metri e mezzo, mentre mediamente si colloca intorno a 1 metro e 30 centimetri. Nel suo lato settentrionale, lo stagno comunica con il mare attraverso una bocca artificiale costruita nel 1953, lunga seicento metri, larga sei metri e profonda un metro, che tende, però, periodicamente ad interrarsi, in seguito all’accumulo di sabbie e resti vegetali marini. Lo stagno non presenta immissari naturali, mentre nella sponda sud-orientale riceve le acque di bonifica di Benetudie.

Is Benas: canale a mare artificiale dello stagno de Is Benas Is Benas-muraglione artificiale che protegge il canale a mare dello stagno de Is Benas Is Benas: tratto finale del canale de Is Benas con sullo sfondo il sistema delle paratie che regolano gli scambi d’acqua con il mare Is Benas: veduta complessiva dello stagno con i lavorieri e parte del canale a mare Is Benas-Sistema dei lavorieri della peschiera di Is Benas Is Benas: una camera della morte nella peschiera dello stagno de Is Benas Is Benas-Sistema dei lavorieri della peschiera di Is Benas Is Benas: barca di pescatori nello stagno di Is Benas

Frequentato abitualmente da diverse specie di volatili e altra fauna lagunare, vede anche la presenza dei fenicotteri, ma solo fino a primavera. Nello stagno, molto pescoso, è presente la importante Peschiera di Is Benas nella quale sono utilizzati impianti fissi e vagantivi, per il prelievo di muggini, anguille, orate, saraghi, dentici, pagelli, granchi, gamberetti, ed altro.

Lo stagno di Sal’e Porcus

Sal’e Porcus: veduta dello stagno d’estate completamente in seccaUna volta collegato allo stagno di Is Benas, a sud di esso, si trova il più ampio stagno di Sal’e Porcus ossia del Sale di pessima qualità. Lo stagno ha una superficie di circa 450 ettari, una profondità massima di un metro e media di quaranta centimetri, ed è caratterizzato dall’assenza di immissari e di emissari. Il canale di collegamento tra i due stagni è stato interrotto con la costruzione della SP10, ossia della strada che da San Vero Milis porta a Putzu Idu, e quindi anche questo grande stagno risente della mancata alimentazione delle acque marine in estate. Infatti, dopo l’interruzione del canale di collegamento, lo stagno di Sale Porcus rappresenta un bacino indipendente dalle altre aree stagnali presenti nel Sinis, ed è diventato uno stagno temporaneo che in estate va in secca. Frequentato abitualmente da diverse specie di volatili e altra fauna lagunare, è sede dello stanziamento dei fenicotteri, che si vedono in esso in grande abbondanza, ma solo fino a primavera, poi con il caldo estivo lo stagno va in secca, ed i fenicotteri sono costretti a spostarsi verso zone meglio protette. Lo stagno è stato dichiarato Sede Permanente di Protezione Faunistica. Durante il periodo estivo, infatti, la forte evaporazione determina il totale prosciugamento dello stagno, che si presenta come una grande distesa di sale. Lo abbiamo fotografato in agosto in secca, trasformato in una pista per motocross e fuoristrada...

Sal’e Porcus: lostagno Sal’e Porcus: lo stagno fotografato dalle alture dietro le falesie di su Tingiosu, nella strada provinciale detta de su Cuccuru Mannu (della grande collina) Sal’e Porcus: veduta parziale della riva occidentale dello stagno che sta già iniziando a prosciugarsi a causa dell’elevata temperatura estiva Sal’e Porcus: veduta parziale dello stagno che sta già iniziando a prosciugarsi a causa dell’elevata temperatura estiva facendo affiorare gli isolotti Sal’e Porcus: lostagno d’estate completamente in secca si trasforma in pista per motocross e fuoristrada

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da San Vero Milis ci recheremo a Zeddiani che è stata per anni una sorta di capitale sarda del pomodoro, della quale visiteremo il centro con la chiesa della Madonna delle Grazie conosciuta come chiesa di Sant’Antonio da Padova, e con i suoi dintorni.


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