Zeddiani che è stata per anni una sorta di capitale sarda del pomodoro
In questa tappa del nostro viaggio, da San Vero Milis ci recheremo a Zeddiani che è stata per anni una sorta di capitale sarda del pomodoro, della quale visiteremo il centro con la chiesa della Madonna delle Grazie conosciuta come chiesa di Sant’Antonio da Padova, e con i suoi dintorni. La regione storica del Campidano di OristanoIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. In particolare, il Campidano di Oristano è una regione della Sardegna occidentale il cui territorio apparteneva anticamente al Giudicato d’Arborea. Si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano, e comprende i comuni di Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Nicolò d’Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu. È un territorio caratterizzato dalla presenza di zone umide di altissimo interesse naturalistico, con specie faunistiche rare. In viaggio verso ZeddianiDa San Vero Milis prendiamo verso sud il corso Umberto I e, passata la rotonda subito fuori dall’abitato, proseguiamo con la SP9 che, dopo appena un paio di chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Zeddiani. Dal Municipio di San Vero Milis a quello di Zeddiani si percorrono 2.5 chilometri. Il comune chiamato ZeddianiIl comune di Zeddiani (nome in lingua sarda Tzeddiani, altezza metri 9 sul livello del mare, abitanti 1.125 al 31 dicembre 2021) è posto su di un terrazzo di sedimenti fluviali in riva al fiume Cispiri, circondato da colture agricole e vigneti che offrono prodotti rinomati. Il comune è sorto in un territorio è reso fertile dalle acque del rio di Mare Foghe, che si sviluppa nella pianura a nord dell’abitato, il quale sorgesu una modestissima elevazione a sud delle rive di questo fiume. Il territorio Comunale, situato nel famoso triangolo di produzione della Vernaccia, classificato di pianura, presenta un profilo geometrico regolare con variazioni altimetriche appena accentuate. Dove il confine tra le proprietà è segnato da recinzioni diverse, si ritrovano le coltivazioni che contraddistinguono il territorio, ossia la produzione cerealicola e quella orticola del pomodoro, la cui Sagra si svolge ogni anno nella seconda settimana di agosto, e la rinomata produzione di Vernaccia, vino dolce e profumato. Origine del nomeIl nome del paese non ha origine chiara, così come la sua storia dato che i suoi documenti sono andati distrutti quando Zeddiani era una frazione San Vero Milis. Notizie provenono dal Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, che accenna nel 1184 a una villa chiamata Cellevani. Il suo nome sarebbe derivato da cella, ossia Cellarium, che indica un magazzino, dove si radunano i raccolti delle ville limitrofe. Cellevane infatti sarebbe stato il centro di raccolta di tutti i prodotti, ma in modo particolare del grano, che veniva conservato in appositi granai costruiti sull’altura del paese chiamata su Sattu, dato che Zeddiani era probabilmente una delle ville più ricche e importanti del Campidano. Secondo il linguista Massimo Pittau, invece, il nome come quello di altri quale Chilivani vicino ad Ozieri e Theddevane vicino ad Oliena, siano tutti e tre forse da confrontare con il latino Caelebs, che indica una persona libera, celibe o vedova. Si tratta di un termine di origine ignota, ma da alcuni prospettato come di origine etrusca. I tre nomi, sArdiani o protosardi, potrebbero pertanto significare sito libero di alberi, ossia sito aperto. La sua economiaSi tratta di un comune di pianura di origine incerta, con un’economia basata soprattutto sulle attività agropastorali, commerciali e industriali. Il settore primario dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione, le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, frutteti e agrumi. Particolarmente diffusa è la produzione di un vino bianco da dessert, la Vernaccia, un vitigno molto diffuso in Sardegna in un’area geografica limitata tra i comuni di San Vero Milis, Zeddiani e Baratili San Pietro. La produzione della vernaccia nel paese avviene sia a livello artigianale sia a livello industriale. Il nome vernaccia sta ad significare uva vernacula cioè uva del luogo, come affermato dallo scrittore Giuseppe Dessì, che sosteneva che Bevendo vernaccia noi Sardi abbiamo combattuto malaria e malgoverno. Senza vernaccia nessun sardo avrebbe potuto sopravvivere. L’economia del paese è basata prevalentemente sulla coltivazione del pomodoro da mensa e da industria, che vengono anche esportati, ed inoltre sulla produzione del riso, infatti Zeddiani è stata per anni una sorta di capitale sarda del pomodoro e, anche con la chiusura della conserviera, ha mantenuto una spiccata vocazione verso questo prodotto della terra. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, ovini, suini e avicoli. Il settore secondario trae sostentamento anche dall’industria, che costituisce un’importante fonte di occupazione; dato che si registrano aziende che operano nei comparti della lavorazione e conservazione della frutta e ortaggi, della produzione alimentare, del tessile, della carta, dei materiali da costruzione, dei laterizi, della metalmeccanica, del petrolio e dell’edilizia. Il terziario si compone di una buona rete commerciale per soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Zeddiani non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciL’area nella quale sorge l’abitato è stata frequentata già in epoca nuragica, come dimostra la presenza sul territorio dei resti di alcuni Nuraghi. Il territorio subisce notevoli influenze da parte dei Romani, che si impongono con ingente forza sia in campo politico che economico. Domate le insurrezioni tra le quali la più grave è quella del 215 avanti Cristo condotta da Amsicora dopo la battaglia di Canne, i Romani diffondono il culto delle loro divinità, riferendole a nomi di paese. Nel medioevo appartiene al Giudicato di Arborea, e fa parte della curatoria del Campidano di Oristano. Nel 1401, alla caduta del Giudicato, entra a far parte del Marchesato di Oristano. Sconfitti definitivamente gli Arborensi, nel 1478 passa sotto il dominio aragonese, parte dei feudi della famiglia Carroz. Nel 1767 il re di Sardegna Carlo Emanuele III di Savoia include il paese nel Marchesato di Arçais, feudo dei Flores Nurra, ai quale rimane fino al 1839, con l’abolizione dei feudi, quando viene a loro riscattato per divenire un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Il comune di Zeddiani nel 1928 viene aggregato al comune di San Vero Milis, dal quale nel 1946 viene nuovamente separato. Il comune di Zeddiani nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene trasferito dalla Provincia di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Le principali feste e sagre che si svolgono a ZeddianiA Zeddiani è attiva l’Associazione Culturale Gruppo Folk Sa Crannazza di Zeddiani, che si esibisce nelle feste che si svolgono nel comune ed anche in altre località, e nelle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale di Zeddiani. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Zeddiani e contribuiscono a richiamare visitatori dai dintorni, si segnalano, a febbraio, il Carnevale; il 9 febbraio, la Festa di Sant’Apollonia, con una processione che si snoda per le strade e si conclude con la messa nella chiesa parrocchiale; molto sentiti i riti della Settimana Santa, vissuta con grande partecipazione da tutta la comunità del paese; il 22 maggio, la Festa di Santa Rita; il 13 giugno, la Festa di Sant’Antonio di Padova; il 29 giugno, la Festa patronale di San Pietro Apostolo; la seconda settimana di agosto, la manifestazione TOMO Che è la Sagra del pomodoro, con divulgazione e conoscenza della cultura e della tradizione sarda; il 10 settembre, la Festa patronale in onore di San Nicolò; il penultimo sabato di settembre, la Festa di Sant’Isidoro. La Festa del Carnevale a San Vero Milis ed a ZeddianiI festeggiamenti del Carnevale oggi si svolgono in parte nel centro di San Vero Milis ed in parte nel vicino comune di Zeddiani. Una delle manifestazioni tradizionali del Carnevale sanverese è Su Carru'e Is Puddas, un carro particolarmente addobbato e ricoperto di alloro che anticamente era trainato da buoi, il quale andava in giro per il paese in cerca di galline e altri animali da cortile per lo spuntino serale del lunedì grasso, e finita la cena il brodo e la carne avanzati venivano distribuiti in diverse famiglie. L’giovedì grasso si organizza a San Vero Milis per i bambini la Corsa dei cavallini di canna, per la quale i piccoli sui loro destrieri di canna, antichi giocattoli ricostruiti e realizzati per l’occasione e abbelliti con addobbi colorati, si sfidano in bravura per centrare Sa loriga, ossia l’anello. E la prima domenica di quaresima, a San Vero Milis per alcuni anni si è tenuta la pentolaccia a cavallo, nella quale i cavalieri singoli o in pariglia dovevano colpire con un bastone un vaso di terracotta sospeso a una fune, manifestazione che veniva conclusa dalla liberazione di due colombi, rinchiusi in un contenitore forato come buon auspicio, mentre oggi si tengono balli in piazza. Il venerdì grasso si organizza per le vie di Zeddiani la sfilata delle maschere e dei carri allegorici, che si conclude con una Festa in piazza con musiche e balli, durante la quale vengono offerti Is zippuas che sono dolci tipici, accompagnati dalla vernaccia. Ed infine la seconda domenica di quaresima, sempre a Zeddiani, viene organizzata un’altra manifestazione equestre, Sa cursa de Sa loriga, nella quale i concorrenti sui cavalli lanciati al galoppo devono centrare Sa loriga, col manico della frusta in legno di olivastro chiamato Su fuettu. Cavalieri che si cimentano anche in spericolate pariglias, figure acrobatiche sui cavalli al galoppo affiancati. La manifestazione TOMO che è la Sagra del pomodoroLa manifestazione TOMO, la Sagra del pomodoro di Zeddiani, nasce nel 1987 con l’intento di contribuire allo sviluppo socioeconomico del territorio, basata su iniziative legate alla realtà del patrimonio produttivo locale. Zeddiani vantava una tradizionale Coltura del pomodoro, la cui ricca produzione era già assorbita dall’industria e dai mercati ortofrutticoli. Da qui l’idea originale di dare vita ad una manifestazione che potesse ampliare, attraverso il recupero e il riproponimento di antiche ricette al pomodoro, le potenzialità presenti nel territorio. Pomodori grandi e piccoli, sughi, salse e insalate. Pomodoro di tutti i tipi preparati in tutti i modi. C'è anche Tomo, il pomodoro-mascotte. Si tratta di una Festa con canti e balli popolari, una rassegna di prodotti tipici e anche il concorso gastronomico Tomod’oro. Attorno alla manifestazione centrale tutta una serie di iniziative collaterali di carattere turistico, culturali ed economiche. Visita del centro di ZeddianiL’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha l’andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. L’intero paese, con l’eccezione degli edifici religiosi e di qualche palazzotto, era originariamente costruito in ladiri, mattoni di terra locale e paglia fatti essicare al sole che venivano impiegati nella costruzione delle case, ed alcuni esempi di fabbricati realizzati in ladiri possono ancora oggi essere apprezzati percorrendo le vie del centro abitato. Arrivando a Zeddiani da nord con la SP9 provenendo da San Vero Milis, appena passato il viadotto sopra il rio di Mare Foghe si trova il cartello segnatico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, passato il quale le strada proviciale assume il nome di via Roma, che percorre tutto il paese da nord a sud. La chiesa parrocchiale di San Pietro ApostoloDal cartello segnatico, prendiamo la via Roma, le seguiamo per duecento metri ed arriviamo a vedere sulla destra la piazza della chiesa, qui svoltiamo a destra e la strada, in una cinquantina di metri, ci porta di fronte alla chiesa di San Pietro Apostolo, che è la parrocchiale di Zeddiani. Nello spiazzo a fianco alla chiesa sono presenti una bella statua di San Padre Pio, ed anche un Fassòne, una di quelle imbarcazioni primitive ancora in uso negli stagni della zona. Le prime notizie relative a questa chiesa risalgono al 1668 dal libro dei battesimi, ed in seguito la chiesa è stata chiusa al culto nel 2016 per i lavori di ripristino, ed è stata interamente restaurata e riaperta al culto tre anni dopo. La semplicità formale della facciata, lasciata con la pietra di costruzione a vista, ché scandita dal portale principale sormontato da una piccola luce ottagonale, racchiusi entrambi da cornici in pietra basaltica. Gli elementi costruttivi denotano l’utilizzo di blocchi regolari in basalto fino all’altezza del portale per poi continuare con la muratura in pietrame misto e mattoni cotti. All’interno la chiesa ha una pianta cruciforme, con navata unica e con la copertura a botte. Gli unici elementi in rilievo nella navata sono due coppie di lesene, due archi a tutto sesto e una cornice che corre lungo il perimento a raccordare i capitelli, realizzati in pietra a vista. Le pareti e le volte sono intonacate e bianche. Il presbiterio, sollevato di un gradino rispetto al piano di calpestio della navata, è delimitato dalla balaustra marmorea e incorniciato da pilastri con capitelli lavorati e un arco a tutto sesto in pietra. Vi si trova un altare ligneo barocco, sul quale campeggia il simulacro della Madonna della Neve in legno policromato, caratterizzata da pregevoli finiture in oro zecchino. La parrocchiale è meta finale della processione, momento culminante della Festa di Sant’Apollonia Vergine e Martire del 9 febbraio, considerata la copatrona del paese. Il comitato dei festeggiamenti è da sempre formato da sole donne, e la sua statua viene portata a spalla in processione dai fedeli che indossano costumi tipici del posto e invocano contro il malintenzionati. Nella stagione estiva rispetta la sequenza della processione e della messa finale la Festa di San Pietro Apostolo, che è la Festa patronale di Zeddiani, e viene celebrata ogni anno il 29 giugno, presso questa chiesa parrocchiale e nel centro dell’abitato. Municipio di ZeddianiEvitando la deviazione nella piazza della chiesa, proseguiamo verso sud lungo la via Roma. A circa cinquecento metri dal cartello segnaletico che aveva indicato l’ingresso nell’abitato, subito dopo l’incrocio con la via Trento, alla sinistra della strada, al civico numero 103 della via Roma, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Zeddiani, nel quale si trovano la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese, quelli del Segretario Comunale, dell’Area Amministrativa, dell’Area Finanziaria, e dell’Area Tecnica. Il Monumento ai CadutiLungo la via Roma, passato il Municipio, proseguiamo verso sud per appena una cinquantina di metri e, alla destra dalla strada, si apre la bella Piazza del Popolo, un’ampia piazza piastrellata al centro della quale si trova un’aiuola con due palme. Al centro della piazza del Popolo, nell’aiuola, tra le due palme, è posizionato il Monumento dedicato ai caduti di Zeddiani nella prima e nella seconda guerra mondiale. Si tratta di un monumento a stele con presente un’iscrizione che riporta i nomi dei caduti, con in alto lo stemma di Zeddiani e con diverse rappresentazioni di scene di guerra, ma con un soggetto principale assente. Il monumento è stato realizzato in pietra tra il 1990 ed il 1999. La chiesa della Madonna delle Grazie conosciuta come chiesa di Sant’Antonio da PadovaProseguendo verso sud, la via Roma, a circa centosettanta metri dal Municipio, termina in un’ampia rotonda. Qui prendiamo la prima uscita che ci fa imboccare la via 4 Novembre, la quale si dirige verso nord ovest, la seguiamo per duecentottanta metri, poi svoltiamo a sinistra nella via XXIV Maggio, e, dopo una trentina di metri, vediamo sulla sinistra uno spazio aperto, nel quale si affaccia la chiesa della Madonna delle Grazie, conosciuta in paese come chiesa di Sant’Antonio da Padova e chiamata anche chiesa di Sant’Antonio di Cellevane dall’antico nome di Zeddiani. Questa chiesa risale alla prima metà del tredicesimo secolo, edificata in stile romanico, con un’unica navata. In seguito nel seicento è stata quasi interamente ricostruita, della precedente sopravvivono tratti dei fianchi e la facciata, la quale però è stata modificata tanto che ora si presenta con forme baroccheggianti. Da un’attenta analisi si può però notare la forma primitiva data dai conci in arenaria e basalto, sui quali sono stati aggiunti i mattoni. Sempre sulla facciata si possono notare gli spazi circolari dove in origine erano posti i piatti policromi, tipici dell’architettura romanica, mentre nel fianco sinistro si riconoscono due monofore a doppio strombo e una parte centinata, a differenza di quella architravata presente nel fianco destro. Probabilmente in origine la facciata era sovrastata da un campanile a vela, del quale si nota la base, analogo a quello ancora oggi visibile sul retro, che non ha subito modifiche. Nella stagione estiva ogni anno, il 13 giugno, si tiene presso questa chiesa la Festa di Sant’Antonio da Padova, la qule rispetta la sequenza della processione con il simulacro del Santo, e della messa solenne che conclude le celebrazioni religiose, Il Cimitero ComunaleLa via Roma è terminata in un’ampia rotonda, dove avevamo presa la prima uscita che ci aveva fatto imboccare la via 4 Novembre, dopo Duecentottanta metri avevamo svoltato a sinistra nella via XXIV Maggio, e, dopo una trentina di metri avevamo visto sulla destra la facciata della chiesa della Madonna delle Grazie. Se proseguiamo lungo la via XXIV Maggio, dopo un centinaio di metri incrociamo la via Pardu, la prendiamo verso destra e la seguiamo per duecento metri, arrivando a vedere, alla destra della strada, il muro di cinta con il cancello di ingresso del Cimitero Comunale di Zeddiani. Gli impianti sportivi nel parco giochi ComunaleTorniamo alla rotonda alla fine della via Roma e prendiamo, questa volta, le terza uscita che è la via Eleonora d’Arborea, che si dirige in direzione est. Percorsa per trecentocinquanta metri, arriviamo a un incrocio doce arriva da sinistra la via Trento, mentre parte a destra la strada per la Borgata Santa Lucia. Subito più avanti, sulla destra, si vede l’ingresso del Parco giochi Comunale, all’interno del quale sono presenti diversi impianti sportivi. Nel parco giochi Comunale è presente un Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, dotato di tribune in grado di ospitare 60 spettatori. Un poco più avanti, è inoltre presente un Campo da basket, con tribune per 200 spettatori, nel quale praticare come disciplina la pallacanestro. La Palestra Comunale nell’area delle ex Scuole MedieTorniamo alla rotonda alla fine della via Roma e prendiamo, questa volta, la seconda uscita che è la via 4 Novembre, che si dirige in direzione sud est. Percorsa per duecento metri, vediamo alla destra della strada, al civico numero 130 della via 4 Novembre, l’ingresso dell’Area delle ex Scuole Medie. All’interno di quest'area è presente la Palestra Comunale, nella quale praticare come disciplina la ginnastica. Una visita a casa di amiciArrivati a Zeddiani, siamo Andati a visitare una famiglia di amici, che ci hanno accolti con una ottima cena sarda aprendo per noi una rara bottiglia di vernaccia secca di Nicolino Pinna che nel 1958 vantava già oltre venti anni di invecchiamento. In casa abbiamo visto una stuoia realizzata con la vegetazione palustre, un prodotto purtroppo ormai scomparso per la morte di tutte le persone che sapevano confezionarla, perfettamente identica a quelle utilizzate dai popoli sud americani da millenni. La ricevettero in dono i genitori poco dopo la nascita del figlio Claudio, che vi ha dormito tante volte e la custodisce gelosamente. In una delle prossime tappe Claudio ci accompagnerà in barca sull’isola di Mal di Ventre. Visita dei dintorni di ZeddianiPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Zeddiani, sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi Couau, Santa Lucia, Urigu, tutti di tipologia indefinita e dei quali non rimangono che pochissimi resti. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Il campo Comunale da CalcioTorniamo alla rotonda alla fine della via Roma e prendiamo la seconda uscita che è la via 4 Novembre, che si dirige in direzione sud est. Percorsa per duecento metri, vediamo alla destra della strada, l’ingresso dell’area delle ex Scuole Medie. Proseguendo lungo la via 4 Novembre, percorsi altri trecentocinquanta metri, prendiamo a destra la deviazone nella strada vicinale per Urrai. La seguiamo e, dopo un centinaio di metri, vediamo alla destra della strada vicinale il cancello di ingresso del Campo Comunale da Calcio, un Campo da gioco con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori. Il nuovo stabilimento della distilleria Sivio Carta operante nel campo dei liquori e dei distillatiProseguendo, la via 4 Novembre esce dall’abitato con il nome di SP12 che si dirige verso sud est in direzione di Siamaggiore. Proseguendo per un paio di chilometri, alla dinistra della strada, Al chilometro 7.8 della SP12, si trova il nuovo stabilimento della Silvio Carta, una delle principali aziende sarde che producono vini, liquori e distillati. L’azienda Silvio Carta è una realtà produttiva della Sardegna che ha conquistato il favore del pubblico anche oltre i confini regionali, dedicandosi da subito alla più tradizionale delle produzioni vitivinicole locali, quella della Vernaccia di Oristano. La sapiente vinificazione, il lungo riposo in botte e l’attenta e amorevole cura dell’azienda ha reso questo incredibile vino un’autentica gloria dell’enologia sarda. Sono trascorsi sessant’anni da allora, ma la Vernaccia resta ancora una questione di famiglia. Dopo oltre mezzo secolo Silvio, insieme al figlio Elio al timone già dal 1973, ancora si dedicano alla produzione della migliore Vernaccia di Oristano, ma oggi la Silvio Carta è anche Mirto riserva, london Dry Gin, Vermouth e distillati tipici, distribuiti in tutto il mondo, quali preziosi assaggi di una terra antica e rigogliosa. Dal 2011 l’azienda separa le proprie produzioni attraverso l’utilizzo di due sedi distinte, così, mentre lo stabilimento storico di Baratili San Pietro ritorna all’antica destinazione, cioè la produzione della Vernaccia, il nuovissimo stabilimento di Zeddiani concentra la produzione di liquori e distillati e inaugura la linea dedicata allo sviluppo del progetto destinato alla produzione di olii essenziali. Al successo dell’azienda, che abbina la costante ricerca di soluzioni innovative al rispetto scrupoloso della tradizione, contribuisce ancora ai nostri giorni il fondatore Silvio Carta, con la sua vastissima esperienza. |
La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio da Riola Sardo ci recheremo a Baratili San Pietro famoso per la costruzione de Is Fassonis che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni. |