Nel Neolitico Antico Intermedio nasce la facies culturale della Grotta Verde e nel Neolitico Antico Finale quella di Filiestru
In questa pagina proseguiremo la descrizione della preistoria in Sardegna. Parleremo dapprima della seconda fase del Neolitico Antico, ossia del Neolitico Antico Intermedio, della quale sono stati rinvenuti alcuni reperti lungo la costiera di Alghero, che hanno portato alla definizione della facies culturale della Grotta Verde. Paleremo, poi, della fase successiva, ossia quella del Neolitico Antico Finale, durante il quale si sarebbe sviluppata, nei dintorni di Mara, la facies culturale di Filiestru. Queste espressioni culturali rappresentano la seconda fase della ceramica impressa, caratterizzata dalla riduzione o addirittura dalla scomparsa delle decorazioni cardiali sui vasi. Nel Neolitico Antico Intermedio, tra il 5300 ed il 5000 avanti Cristo, si sviluppa la facies culturale della Grotta Verdealla seconda fase del Neolitico Antico, ossia al Neolitico Antico Intermedio secondo la cronologia calibrata tra il 5300 ed il 5000 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 4700 ed il 4300 avanti Cristo, si attribuiscono i resti attribuito alla facies culturale della Grotta Verde, che prende il nome da una grotta nella costiera di Alghero vicino a Capo Caccia, nella quale nel 1979 sono stati rinvenuti i reperti conservati oggi nel Museo Giovanni Antonio Sanna di Sassari. La grotta deve il suo nome alle infiorescenze che colorano le sue pareti di verde, ed è stata recentemente riaperta al pubblico. La facies culturale della Grotta Verde, come quella di Filiestru che descriveremo più avanti, è presente solo nella Sardegna settentrionale. Gli scavi archeologici nella Grotta VerdeGli scavi archeologici subacquei hanno rilevato che la parte attualmente sotto il livello del mare doveva trovarsi all’asciutto, e che questa grotta non distava molto dalla grotta di Filiestru, situata a Bonu Ighinu, presso Mara, tra Villanova Monteleone e Bosa, nella quale sono stati rinvenuti i resti della facies culturale di Filiestru. Questo giustifica le analogie tra la facies culturale di Filiestru e quella della Grotta Verde. All’interno della Grotta Verde sono stati rinvenuti anche alcuni graffiti rupestri, che costituiscono una prima testimonianza della vena artistica della sua popolazione. L’organizzazione della società e l’economiaNon abbiamo certezze sull’organizzazione della società nel periodo della facies culturale della Grotta Verde, ne sulla sua economia. Trovandoci ancora nel Neolitico Antico, siamo propensi a ritenere, comunque, che non differisca molto da quella della facies culturale di su Carroppu. La lavorazione della ceramicaAll’interno della grotta è stata recuperata una ventina di vasi, tra interi e frammentati, che sono solo in piccola parte decorati con impressioni cArdiali e strumentali, limitate però solo ad alcune determinate parti del vaso, e rappresenta, quindi, la Seconda fase della ceramica impressa, caratterizzata dalla riduzione o addirittura dalla scomparsa delle decorazioni cArdiali sui vasi. Si ritiene, infatti, che qualche evento debba aver modificato le abitudini di vita delle popolazioni. Appaiono anche la ceramica ingabbiata in rosso e quella a cordoni lisci, applicati orizzontalmente, e quella con tacche sull’orlo del vaso. A questo periodo risale quello che è stato definito dal grande archeologo Giovanni Lilliu Il primo segno figurativo conosciuto nella preistoria sarda in cui l’artigianato sfiora l’arte. Si tratta di un primo Accenno di faccia umana, costituito dalla rappresentazione plastica di due testine con lunghi capelli, naso in lieve rilievo e due punti impressi raffiguranti gli occhi, riprodotti con impressione cArdiale nelle ceramiche rinvenute nella Grotta Verde. L’industria liticaL’industria litica di questa fase culturale si può ricostruire in base ai resti di diversi strumenti, realizzati ancora in ossidiana ed in selce. Il culto dei mortiL’esito degli scavi ha permesso di determinare che, nel Neolitico Antico e Medio, una porzione di questa grotta è stata utilizzata per le sepolture, che venivano effettuate, appunto, all’interno delle nicchie presenti nella grotta. La religiositàPer quanto riguarda la facies culturale della Grotta Verde, siamo propensi a ritenere che la religiosità non differisca molto da quella del periodo più antico, ma non ci sono pervenute tracce religiose di questo periodo culturale. Nel Neolitico Antico Finale, tra il 5000 ed il 4700 avanti Cristo, si sviluppa la facies culturale di FiliestruAll’ultima fase del Neolitico Antico, ossia al Neolitico Antico Finale secondo la cronologia calibrata tra il 5000 ed il 4700 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 4300 ed il 4000 avanti Cristo, si attribuiscono i resti della facies culturale di Filiestru che prende il nome dalla grotta di Filiestru, situata a Bonu Ighinu, presso Mara, tra Villanova Monteleone e Bosa, nella quale nel 1971 sono stati rinvenuti i suoi reperti. La facies culturale di Filiestru, come quella della Grotta Verde che abbiamo già descritta, è presente solo nella Sardegna settentrionale. È raro il rinvenimento di suoi reperti nel meridione dell’Isola, dove è stato ritrovato solo un frammento di ansa decorato con taccheggiature in una stazione del Neolitico nel Rione su Stangioni a Portoscuso. Si ritiene, però, che non sia stato prodotto sul luogo, ma che sia stato portato sul posto successivamente. L’organizzazione della società e l’economiaL’organizzazione della società e l’economia della facies culturale di Filiestru, non cambiano molto rispetto a quella più antica. In particolare, l’economia è, ancora, basata sulla caccia e sulla raccolta. La presenza di resti del piccolo farro, denominato Triticum monococcum, e del farro dicocco, ossia Triticum dicoccum, oltre che il rinvenimento di alcune macine, attestano l’inizio di una prima attività agricola, mentre l’allevamento è documentato da resti di pecora e di capra, del maiale e dei bovini. I tre momenti della lavorazione della ceramica nella facies culturale di FiliestruLa facies culturale di Filiestru ha restituito ceramiche più grossolane quasi totalmente prive di decorazione, e rappresenta, quindi, la Seconda fase della ceramica impressa, caratterizzata dalla riduzione o addirittura dalla scomparsa delle decorazioni cArdiali sui vasi. Anche in questo caso si ritiene, quindi, che qualche evento debba aver modificato le abitudini di vita delle popolazioni. Particolarmente significativo è stato il ritrovamento, in una cavità del terreno, di un gruppo di vasi interi con corpo arrotondato, collo concavo e quattro piccole anse. Dei vasi, uno conteneva ocra rossa, mentre gli altri due erano colmi di una sostanza nera, usata probabilmente come colorante. Il colore poteva essere utilizzato per dipingere le ceramiche, oppure per colorare le fibre vegetali o animali, ma anche, forse, per tatuare il corpo. Nella grotta, che è stata abitata anche successivamente, sono stati riconosciuti tre differenti momenti. Il più antico, il Primo momento della facies culturale di Filiestru è caratterizzato da una ceramica cArdiale con prevalenza di forme semplici, con anse a maniglia o prese a lingua. Si sono trovate ciotole emisferiche, vasi ovoidi a collo, ma con maggior percentuale di olle. La decorazione può essere ad impressione, con bande, triangoli, riquadri tratteggiati oppure ad incisione; o anche semplicemente plastica, costituita da un cordone orizzontale che corre lungo il vaso. Il Secondo momento della facies culturale di Filiestru è caratterizzato da una ceramica che presenta una decorazione limitata ad alcune parti del vaso, generalmente il collo e le anse. Si sono trovati vasi a fiasco con collo distinto con due, tre e persino quattro anse, a maniglia o a gomito. I vasi sono modellati secondo una forma che ricorda un viso umano stilizzato. Il Terzo momento della facies culturale di Filiestru viene definito anche Facies di Filiestru. Di questo periodo si sono trovati vasi con anse a maniglia o apicate, decorati con motivi plastici, mentre è del tutto assente la decorazione cArdiale. L’industria liticaL’industria litica della facies culturale di Filiestru è rappresentata da strumenti vari, realizzati in ossidiana ed in selce. Si tratta, soprattutto, di reperti dell’industria microlitica, caratterizzata dalla lavorazione geometrica per produrre piccoli oggetti, come punte di lancia, raschiatoi ecc., simili a quella sviluppatasi nel mesolitico. Il culto dei mortiLa pianta della grotta è stata divisa in più vani attraverso strutture litiche, per creare veri e propri ambienti, ed, oltre a servire come abitazione, veniva anche usata, nella zona più interna, per seppellire i defunti. La religiositàAnche per quanto riguarda la facies culturale di Filiestru, siamo propensi a ritenere che la religiosità non differisca molto da quella del periodo più antico, ma non ci sono pervenute tracce religiose neppure di questo periodo culturale. La prossima paginaNella prossima pagina proseguiremo la descrizione della preistoria in Sardegna. Parleremo del Neolitico Medio, quando nasce, come evoluzione della facies culturale di Filiestru, la Cultura di Bonu Ighinu durante la quale vengono realizzate ceramiche di buona fattura, e vengono realizzati i primi idoletti della Dea Madre obesa, chiamati per questo idoletti di tipo volumetrico. |