Tiana il paese conosciuto soprattutto per la produzione dell’orbace
In questa tappa del nostro viaggio, riprenderemo da Tonara la SS295 e risaliremo verso nord nella Barbagia di Ollolai. Ci recheremo a visitare Tiana detto il paese dell’orbace, e conosciuto anche per la longevità dei suoi abitanti. Possiamo recarci a visitarla anche provenendo da Teti, dove eravamo arrivati nella precedente tappa del nostro viaggio. La regione storica della Barbagia di OllolaiLa Barbagia di Ollolai (nome in lingua sarda Barbàgia ’e Ollolai), chiamata anche Barbagia Superiore, è una regione storica della Sardegna centrale. Durante il periodo giudicale ha fatto parte del Giudicato d’Arborea, nellla Curatoria della Barbagia di Ollolai, è stata poi degli Aragonesi, quindi del Ducato di Mandas. Ne fanno parte i comuni: Austis, Fonni, Dorgali, Gavoi, lodine, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Olzai, Orgosolo, Ovodda, Teti e Tiana. Secondo molti, ed anche secondo noi, alla Barbagia di Ollolai apparterrebbe anche il comune di Dorgali, che durante il periodo nel quale la Sardegna era sotto il controllo dell’impero Bizantino e nel primo periodo del Giudicato di Arborea ne costituiva uno sbocco al mare, che è andato perduto a seguito dell’espansione, promossa dai Pisani, verso sud del Giudicato di Gallura. Secondo alcuni, alla Barbagia di Ollolai apparterebbero anche i comuni di Orani e Sarule, che noi attribuiamo, invece, al Nuorese, noto anche come Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti. In viaggio verso TianaDa Tonara proseguiamo verso nord sulla SS295, incontriamo dopo tre chilometri la SS128 che avevamo preso, sulla sinistra per raggiungere Sorgono, nella tappa precedente. Prendiamo la SS128 verso nord e dopo otto chilometri arriviamo al piccolo borgo agricolo di Tiana. Dal Municipio di Tonara a quello di Tiana si percorrono 10,2 chilometri. A Tiana potevamo arrivare anche da Teti, dove eravamo arrivati nella precedente tappa del nostro viaggio, prendendo verso sud est la strada provinciale SP60. Dal Municipio di Teti a quello di Tiana si percorrono 5,8 chilometri. Il comune chiamato Tiana considerato il paese dell’orbaceIl borgo agricolo di Tiana (altezza metri 64 sul livello del mare, abitanti 444 al 31 dicembre 2021) è un comune di montagna situato nella parte centrale della Provincia di Nuoro, alle pendici della Punta Concuso situata sul versante nord occidentale del Gennargentu, nella valle del fiume Tino, circondato da montagne rivestite da una fitta vegetazione di castagni, noccioli e lecci. È raggiungibile mediante la SS128 Centrale Sarda, il cui tracciato ne attraversa il territorio Comunale, coperto da boschi e ricco di corsi d’acqua. Tiana vanta un gran numero di supercentenari, e, come Ovodda, Perfugas ed Erula, è oggetto di numerosi studi per individuare la causa della insolita longevità dei suoi abitanti, testimoniata anche dal fatto che in questo paese è nato, vissuto e morto l’uomo italiano più longevo di tutti i tempi, ossia Antonio Todde, nato nel 1889 e morto nel 2002, che è vissuto 112 anni e 346 giorni, lasciando una cugina già centenaria e una sorella che lo era quasi. Si tratta di uno dei paesi dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondialeIl comune appartiene ad una delle zone blu dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale. Il termine Zone blu, in inglese Blue Zones, viene usato per identificare le aree demografiche o geografiche del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Il concetto è nato quando gli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain hanno pubblicato su Experimental Gerontology il loro studio demografico sulla longevità umana, che identifica la Provincia di Nuoro, in Sardegna, come l’area con la maggiore concentrazione di centenari al mondo. Gli studiosi, per procedere nel lavoro, tracciavano sulla mappa delle serie di cerchi concentrici blu che indicavano le zone con la più alta longevità, da qui il termine Zona blu. I paesi appartenenti alle zone blu in Sardegna sono Arzana, Baunei, Fonni, Gavoi, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Orgosolo, Ovodda, Perdasdefogu, Seulo, Talana, Tiana, Ulassai, Urzulei, Villagrande Strisaili. Origine del nomeIl nome del paese, di probabile origine preromana, sembra derivare dal nome di Tinia, una delle maggiori divinità etrusche, oppure dalla divinità romama Diana, in considerazione dei templi a lei dedicati di cui si è rilevata qualche traccia nella zona. La sua economiaIl settore primario dell’economia di Tiana è l’agricoltura, che rappresenta ancora oggi la principale fonte di reddito dei tianesi, ed è presente con la coltivazione di cereali, ortaggi, foraggi, vite, ulivi e alberi da frutta. È presente anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore industriale, scarsamente sviluppato, è costituito solamente da qualche piccola realtà produttiva che opera nel comparto edile, ed anche il terziario non assume dimensioni rilevanti. In un recente passato, Tiana lega il suo nome alla produzione di fagioli, che vengono scambiati e commercializzati in numerosi centri dell’Isola, oltre che allo sfruttamento delle abbondanti acque per mezzo dei mulini e delle gualchiere, che sorgevano numerosi lungo il rio Torrei-Tolovisco-Tino, che nei secoli ne ha condizionato le attività economiche e la realtà sociale. Sebbene non figuri tra le mete turistiche più importanti della zona, Tiana offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare delle piacevoli escursioni nei dintorni, ed un altro motivo di richiamo è la gastronomia locale. Tipica di Tiana è la produzione del pane, in particolare del Pane carasau che qui viene chiamato Su pane ’e fresa, e dei dolci, tra i quali i principali sono i Pavassini e le Fruttine. Tiana e la produzione dell’orbaceTiana è stato il principale Centro della produzione dell’orbace chiamato in sardo Orbaci che deriva all’arabo Al: bazz, che indica la stoffa o la tela. L’orbace è un tessuto di lana tipico della Sardegna, ottenuto mediante una specifica lavorazione che risale ad epoche molto antiche, dato che probabilmente questo tessuto era già usato per il vestiario dei soldati dell’antica Roma. La particolarità dell’orbace, ottenuto selezionando i peli più lunghi durante la fase della cardatura, è quella di subire, dopo la tessitura, un processo di follatura, che ne provoca l’infeltrimento, in modo da ottenere un panno robusto ed impermeabile, caratterizzato da evidenti irregolarità del filato, con armatura a spina. La follatura richiede di esercitare grandi pressioni sul tessuto imbevuto di acqua calda insaponata, allo scopo di far penetrare tra loro le fibre e ottenere un tessuto compatto, e veniva tradizionalmente effettuata calpestando a piedi nudi i tessuti, oppure utilizzando magli appositi detti gualchiere, che erano messi in movimento da ruote che sfruttavano la corrente dei fcorsi d’acqua. Possiamo ancora vedere numerose gualchiere, ossia i macchinari azionati dall’acqua che scorreva copiosa sul fondovalle, e che servivano per la follatura. Normalmente l’orbace viene prodotto in colori scuri, soprattutto nero o grigio. Con l’orbace si confezionavano cappotti, pantaloni, giacche, gonne, l’ampio mantello con cappuccio chiamato Su saccùe fresi o Su furesi, il pesante pastrano detto Su gabbanu, con i quali i pastori si difendevano dal freddo dell’inverno, e molti indumenti dell’abbigliamento tradizionale sardo. L’orbace, per le sue doti di grande resistenza e durata nonché per la sua quasi totale impermeabilità, è stato usato dalle marine inglese ed italiana, e, durante il fascismo, è divenuto il tessuto prescritto per la giacca della divisa fascista, passando quindi ad indicare l’intera divisa, e divenendo uno degli emblemi del regime: indossare l’orbace, gerarchi in orbace... Brevi cenni storiciIl territoriodi Tiana è stato abitato sin dall’età preistorica. In epoca medievale nasce l’abitato, che appartiene al Giudicato di Arborea, nella curatoria della Barbagia di Ollolai, e, successivamente, al Marchesato di Oristano. Con la conquista dell’isola da parte degli Aragonesi, viene sottoposta al dominio spagnolo, e, nel diciassettesimo secolo, viene ceduta in feudo agli Amat di San Filippo. La sua storia successiva non evidenzia avvenimenti di particolare rilievo e segue quella dei territori circostanti. In periodo repubblicano, del comune di Tiana nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Le principali feste e sagre che si svolgono a TianaTra le principali feste e sagre che si svolgono a Tiana, meritano di essere citate la Festa della Santa patrona, Sant’Elena, che si festeggia il 18 agosto; la seconda settimana di settembre la Festa di San leo con la caratteristica processione a cavallo; a metà novembre, nell’ambito della Sagra Autunno in Barbagia, la manifestazione denominata gualchiere, mulini e antichi sapori d’autunno. Visita del centro di TianaArrivando a Tiana da sud con la SS128, la strada all’interno del centro abitato assume il nome di via Nazionale. L’abitato, interessato da forte espansione edilizia, si estende in un’ampia valle ed è caratterizzato da tipiche casette montane a due piani accostate le une alle altre e separate da stradine molto strette. Il Cimitero di TianaArrivando a Tiana lungo la SS128, circa trecentocinquanta metri prima di trovare il cartello indicatore dell’abitato, prendiamo una deviazione sulla sinistra che torna indietro fiancheggiando la strada statale, e dopo una settantina di metri, troviamo alla destra della strada l’ingresso del Cimitero di Tiana. La chiesa parrocchiale di Sant’Elena ImperatriceRitornati sulla SS128, dopo trecentocinquanta metri troviamo il cartello indicatore dell’ingresso a Tiana. Da qui percorriamo altri trecentocinquanta metri sulla via Nazionale ed arriviamo nel centro del paese. Qui troviamo, al civico numero 40, alla destra della strada, su un sopralzo al quale si può accedere con una scalinata, la chiesa di Sant’Elena Imperatrice che è la chiesa parrocchiale di Tiana, ed è dedicata alla patrona del centro barbaricino. La parrocchiale di Sant’Elena è stata costruita alla fine dell’ottocento, sul modello di una chiesa precedente, secondo le linee stilistiche gotiche. La Festa di Sant’Elena si svolge per cinque giorni a partire da metà agosto, e culmina il 18 di agosto con un programma ricco di spettacoli musicali e folcloristici, di appuntamenti civili e religiosi, di manifestazioni sportive e di balli tradizionali. Il Monumento ai Caduti di TianaSempre sul sopralzo che ospita la chiesa parrocchiale, alla destra dell’ingresso della chiesa, si trova una piazza alberata, nella quale è situato il Monumento ai Caduti di Tiana. Il Municipio di TianaProseguendo per un’ottantina di metri sulla via Nazionale, alla destra della strada, al civico numero 27, si trova il nuovo edificio nel quale sono ospitati la sede e gli uffici del Municipio di Tiana. Il Campo Sportivo di TianaLungo la via la Marmora, una ventina di metri prima di incontrare la chiesa parrocchiale, prendiamo verso sinistra una strada che si dirige in direzione sud e che, dopo dopo un’ottantina di metri, sbocca sulla via Roma, che prendiamo verso destra e che esce dall’abitato il direzione nord ovest con il nome di SP60 e si muove in direzione di Teti. Percorso circa un chilometro, troviamo la deviazione sulla sinistra che, in un centinaio di metri, ci porta all’ingresso del Campo Sportivo di Tiana. Visita dei dintorni di TianaVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Tiana non sono stati portati alla luce resti archeologici particolarmente significati, tranne la interessante necropoli di domus de janas chiamate i Forredos de Mancosu. É stata, inoltre, portata alla luce una tomba medioevale risalente al dodicesimo secolo. La chiesa campestre di San Leone Magno detta anche chiesa di San leoDal centro del paese prendiamo la via la Marmora in direzione sud ovest, e, dopo trecentocinquanta metri, prendiamo la SP60 verso sinistra, ossia verso sud est. Dopo circa cinquecento metri, prendiamo tutto a sinistra una strada che esce dall’abitato in direzione nord ovest. La seguiamo per circa cinquecento metri, poi prendiamo leggermente a sinistra, e, dopo altri quattrocentocinquanta metri, arriviamo in località Santu leo, dove troviamo alla destra della strada, la chiesa campestre di San Leone Magno detta anche chiesa di San leo. I ruderi dell’antica piccola chiesa a lui dedicata erano in piedi fino ad alcuni decenni orsono, e, nel 2009, l’amministrazione Comunale ha provveduto a costruire la nuova chiesa in granito, per conservare la devozione per il grande pontefice, che a metà del quinto secolo ha fermato nella pianura padana l’avanzata degli Unni di Attila. Nella seconda settimana di settembre si celebra la Festa di San Leone Magno, detta anche Festa di San leo, che dura tre giorni e comprende, oltre alla tradizionale processione a cavallo, anche originali manifestazioni folcloriche, sacre e profane. La tomba di un cavaliere medioevale rinvenuta in localtà Santu leoSan Leone Magno era il Santo protettore dell’antico villaggio di Santu leo, all’interno del quale, nel 1912, è venuta alla luce la Tomba di un cavaliere medioevale il cui cadavere appariva intatto, ma al primo contatto con l’aria si è decomposto rapidamente lasciando soltanto gli elementi metallici del suo corredo personale, costituiti da una spada di ferro e una cintura, forse d’oro, in cui era incisa la frase Berenguer regnante, per cui si pensa che la salma risalisse al quattrocento e che appartenesse a un graduato dell’esercito aragonese, impegnato in quel tempo alla riconquista dell’Isola. I reperti sono stati donati al medico Francesco Putzu, di Tiana, che li avrebbe poi consegnati al Museo di Nuoro. Il sistema museale le Vie dell’Acqua con la dismessa gualchiera ZeddaUscendo dall’abitato sulla SS128 proveniente da Tonara, la seguiamo per circa un chilometro, prendiamo una deviazione sulla destra ed arriviamo a poca distanza dall’abitato, in località Gusabu lungo le rive del torrente Tino, affluente del Taloro, dove è possibile visitare il sistema museale di archeologia industriale denominato Le Vie dell’Acqua. Il sistema museale comprende i locali della dismessa Gualchiera Zedda un impianto ad acqua per la follatura dei tessuti, in particolar modo dell’orbace, e la corrente del torrente Tino veniva usata per il suo funzionamento. È una semplice costruzione in pietra con copertura in legno, che è stata in attività fino agli anni ’60 ed è ancora in buone condizioni. La gualchiera costituisce un esemplare unico in tutta la Sardegna, con un grande maglio di legno utilizzato per follare l’orbace, che costituisce un utensile costruito con materiali poveri, utilizzato per la follatura dell’orbace, il tessuto che veniva battuto con dei magli, azionati dalla ruota idraulica, con lo scopo di dargli una maggiore resistenza e morbidezza. Un tempo le gualchiere erano numerose, tutte situate lungo il fiume per poter sfruttare la forza motrice dell’acqua, e costituivano la principale risorsa economica del paese. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, seguendo verso nord la SS128 ci recheremo da Tiana a visitare Ovodda paese conosciuto per il suo Carnevale ed anche per la longevità dei suoi abitanti. |