La città di Tortolì che è stato uno dei due capoluoghi dell’Ogliastra
In questa tappa del nostro viaggio, da Barì Sardo ci recheremo a Tortolì che è stato uno dei due capoluoghi della dismessa Provincia dell’Ogliastra. Lo visiteremo con il suo centro ed i dintorni con alcuni dei più significativi siti archeologici. Poi da Tortolì ci recheremo verso la costa e raggiungeremo la sua frazione Arbatax, che verrà illustrata nella prossima tappa del nostro viaggio. La regione storica dell’OgliastraL’Ogliastra è una regione centrale della Sardegna orientale, sconosciuta al turismo di massa fino a pochi decenni fa, che affascina ancora oggi per la sua natura selvaggia e per le sue spiagge. I comuni che ne fanno parte appartengono tutti alla Provincia di Nuoro, e sono: Arzana, Barì Sardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Talana, Tertenia, Tortolì, Triei, Ulassai, Urzulei e Villagrande Strisaili. Le sue spiagge sono alternate a piccole cale dalle acque di cristallo, contornate da scogliere di granito che, nella parte alta della regione, diventano di porfido rosso. Si tratta di una regione dal paesaggio aspro e selvaggio, dove rilievi e tavolati si alternano a gole profonde. In viaggio verso TortolìRiprendamo il nostro viaggio lungo la costa, dal Municipio di Barì Sardo usciamo verso nord sulla SS125 Orientale Sarda, e, percorsi cinque chilometri ed ottocento metri, vediamo, alla destra della strada, l’area sacra di Sa Perdalonga. Il grande menhir chiamato limba ’e Boi ed i menhir nell’area sacra di Sa PerdalongaLa Provincia di Nuoro e più in generale sulla costa est della Sardegna, comprende numerosi aree archeologiche in cui sono presenti dei menhir. Percorsi, lungo la SS125 Orientale Sarda, poco meno di cinque chilometri dal cartello segnaletico che indica l’abitato di Barì Sardo, alla destra della strada, a circa trenta metri ad est dalla pietra miliare che indica chilometro 135, esiste uno dei più bei menhir fra quelli rinvenuti in Sardegna, detto Limba ’e Boi ossia Lingua di bue, proprio per la sua forma larga e piatta, e chiamato anche Perda ’e Nurtai, Perda de Sa Enna, Perda chi Crescidi, Perda ’e Fa. Il monumento, solenne per le sue proporzioni, sorge sul pendio di un lieve rialzo del terreno, circondato da brevi emergenze rocciose dalle quali la gente poteva assistere alle cerimonie che si svolgevano intorno alla pietra fitta. A circa centoquaranta metri a nord est da questo grande menhir, si trova l’Area sacra di Sa Perdalonga nella quale sono presenti tre menhir conficcati nel suolo perfettamente allineati, ed il più alto di essi è caratterizzato da una insolita forma larga e piatta. Accanto ad essi si trova un quarto monolite ora abbattuto di forma triangolare, con una base molto larga, che era alto oltre quattro metri e largo più di un metro e mezzo. Vicino al menhir rovesciato si trova una tavola in pietra con incise coppelle votive, che potevano forse essere altari, con le coppelle utilizzate per raccogliere le offerte. Non lontano da essi, un poco più a nord, si trovano i resti della Tomba di giganti di Sa Perdalonga, di non facile individuazione, una tomba megalitica a galleria con camera rettangolare, lunga oltre otto metri e con abside, circondata da un recinto di pietre che servivano a sostenere il tumulo di terra che la ricopriva. E non lontano, alla sinistra della strada, di trova la domus de janas di Sa Perdalonga. Arrivo a TortolìPassata l’area sacra di Sa Perdalonga, proseguiamo per altri tre chilometri e trecento metri, ed arriviamo ad uno svincolo, dove prendiamo la deviazione sulla destra nella via Giuseppe Garibaldi che, in poco più di un chilometro, ci porta all’interno dell’abitato di Tortolì. Dal Muncipio di Barì Sardo a quello di Tortolì si sono percorsi 10.4 chilometri. La città di TortolìLa città Tortolì (altezza metri 13 sul livello del mare, abitanti 10.986 al 31 dicembre 2021) è il centro più importante dell’Ogliastra, quando questa regione storica costituiva una Provincia autonoma. Situata oggi nella parte sud orientale della Provincia di Nuoro, sulla costa, nell’Ogliastra, è attraversata dalla SS125, diramazione Orientale Sarda e dalla SS198 di Seui e Lanusei. Il territorio Comunale, comprensivo dell’area speciale dello stagno di Tortolì, presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche, dato che si raggiungono i 332 metri di quota. Il suo porto, situato ad Arbatax, e l’aeroporto di Tortolì Arbatax, ne permettono il collegamento con la penisola italiana e con il resto dell’Europa. Una particolarità geologica è costituita dalla presenza di una cresta di porfido rosso che dal promontorio del capo Bellavista corre, parallelo alla costa, per terminare in mare nella spiaggia di Cea, e si tratta dello stesso filone che ha creato gli scogli rossi di Arbatax. Origine del nomeL’origine del suo nome è controversa. Secondo alcuni, esso deriverebbe dal latino Turturile, a sua volta derivato di Turtur, termine che indica la tortora. Giovanni Spano, nel suo Vocabolario sardo del 1872, sosteneva che Tortueli fosse una corruzione di Portus Ilii, cioè degli Ilienses sul livello del mare, abitanti dei monti vicini alla Barbagia. Altri hanno intravisto la derivazione dal termine Portu con il suffisso Elia, ossia Portuelie, interpretato come Porto di Sant’Elia, ed i Pisani lo indicavano come Tortohelie. La sua economiaSi tratta di un centro collinare, che costituisce una famosa località turistica estiva, la cui economia si basa, oltre che sul settore primario, anche sull’industria e sul terziario. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumeti e alberi da frutt, ed anche con l’allevamento dei bovini, suini, ovini e avicoli. Con un’economia basata fino ad anni recenti prevalentemente sull’agricoltura, soprattutto sulla coltivazione del tabacco di una pregiata qualità chiamata principe, ha visto quindi nascere alcune industrie. è presente un’area industriale consortile dove sono insediate imprese industriali nei comparti della cantieristica navale petrolifera, dell’optoelettronica, del settore alimentare, della costruzione riparazione e rimessaggio di imbarcazioni da diporto, dell’industria ittica, della costruzione di manufatti in cemento prefabbricato, delle manutenzioni industriali e delle energie alternative. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell’insieme dei servizi. Successivamente, con il declino industriale, sono nate la Cantina sociale, la peschiera, e soprattutto si è sviluppata la sua vocazione turistica, con un uso sapiente della sua zona costiera. Le splendide spiagge di Arbatax, con i suoi famosi scogli rossi, concorrono ampiamente a renderla il più importante centro balneare dell’Ogliastra. Di importanza strategica e di livello territoriale il porto, l’aeroporto e la piattaforma intermodale trasporti ferro gomma. L’apparato ricettivo, che comprende vari agriturismo, offre possibilità di ristorazione e di soggiorno, ed è il più importante della Sardegna centrale, con oltre 5000 posti letto nel settore alberghiero con classificazione medio alta. I piatti della cucina tortoliese sono quelli della tradizione agricola della zona, da segnalare i Culurgiones a base di patate formaggio e menta chiusi nella classica forma a spiga, le zuppe e le minestre cucinate con le variegate verdure dei giardini e degli orti della piana, le fave con il lardo, le carni del territorio quali la vitella, il porcetto e l’agnello cucinate allo spiedo e non ultima la carne di pecora bollita con le verdure e le erbe selvatiche A cappottu. A questa cucina tipicamente di terra si sovrappone quella di mare della frazione Arbatax. Brevi cenni storiciLe tracce dei primi insediamenti risalgono al neolitico, con i menhir e le domus de janas, ed in seguito l’area di Tortolì viene abitata sino dall’età nuragica. L’arrivo dei Fenici nel settimo secolo avanti Cristo, e successivamente dei Punici, determinano la nascita dell’insediamento dell’antica Sulci Tirrenica, e, con l’arrivo dei Romani, vengono realizzate diciotto città con diritti di res Pubblica, tra le quali lo storico ottocentesco Ettore Pais individua Sulci sulla costa orientale, probabilmente dove oggi si trova Girasole, oltre alla più nota Sulki sull’isola di Sant’Antioco. Tracce di insediamenti romani sono state rinvenute presso Arbatax, ed altre importanti vestigia sono rappresentate dagli innumerevoli ritrovamenti di relitti di navi romane e del loro carico nelle acque antistanti il golfo di Arbatax. Durante il medioevo Tortolì fa parte del Giudicato di Càralis, nella curatoria dell’Ogliastra, finché, alla fine di questo Giudicato con la distruzione di Santa Igia e con spartizione in tre parti del territorio giudicale, l’Ogliastra viene ceduta nel 1258 al giudice di Gallura, il pisano Giovanni Visconti. Dal 1258, e per circa due secoli, fu sottoposta alla dominazione pisana, cui seguì quella aragonese. Nel 1324 l’Ogliastra viene ceduta in feudo alla conte di Quirra, e nel diciassettesimo secolo Tortolì ne diviene capoluogo, conoscendo un periodo di forte splendore. La dominazione spagnola dura fino al diciottesimo secolo, poi, dopo una brevissima dominazione austriaca, la Sardegna viene assegnata ai Savoia, che prendono possesso del Regno di Sardegna, confluito poi nel regno d’Italia. Diviene capoluogo di Provincia dal 1807 al 1821 e sede vescovile dal 1824 al 1927, e nel centro storico conserva alcuni bei palazzotti settecenteschi ed ottocenteschi. Nel periodo che va dal 1835 al 1838 il re Carlo Alberto promulga le leggi finalizzate all’abolizione dei feudi, e,180 comunità fra le quali ache Tortolì, diventano liberi comuni. Del comune di Tortolì nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Nel 1928 viene cambiata la sua denominazione da Tortolì in Arbatax di Tortolì, ma successivamente nel 1940 viene ripristinata la precedente denominazione di Tortolì. Del comune di Tortolì nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro a quella nuova dell’Ogliastra, della quale costituiva uno dei capoluoghi, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, ritorna ad appartenere alla Provincia di Nuoro. Oggi è il maggiore centro dell’Ogliastra. Nel 2004 Tortolì viene elevata al rango di cittàDopo la costituzione della repubblica Italiana, Tortolì nel 2004 viene elevata da Carlo Azeglio Ciampi al rango di città con Decreto del Presidente della repubblica del 30 marzo 2004. Le principali feste e sagre che si svolgono a TortolìA Tortolì sono attivi il Gruppo Folk Sant’Andrea città di Tortolì, ed il Gruppo Folk Sant’Anna di Tortolì, nelle cui esibizioni, in città ed in altre località dell’Isola, è possibile ammirare il costume tradizionale di Tortolì. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Tortolì si segnalano il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio; il 19 marzo e l’1 maggio, la Festa di San Giuseppe; l’ultima domenica di maggio, la Festa di Santa Lucia; il 26 luglio, la Festa di Sant’Anna; la penultima domenica di agosto, la Festa di San Lussorio; la prima domenica di settembre, la Festa di San Gemiliano; la seconda domenica di settembre, la Festa di San Salvatore; il 30 novembre, la Festa di Sant’Andrea, che è la Festa Patronale di Tortolì. Visita del centro della città di TortolìL’abitato, interessato da forte espansione edilizia, si estendesu una vasta piana coltivata soprattutto ad agrumeti. Arriviamo a Tortolì da sud e, dalla S125 Orientale Sarda, prendiamo verso destra la via Giuseppe Garibaldi che ci porta all’interno dell’abitato. Il Municipio di TortolìArriviamo a Tortolì da sud e, dopo trecento metri da dove avevamo imboccato la via Giuseppe Garibaldi, troviamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato. Da qui, percorriamo ancora circa un chilometro lungo la via Giuseppe Garibaldi, fino a dove questa strada sbocca sul corso Umberto I, nome con il quale all’interno dell’abitato si sviluppa la SS125 Orientale Sarda. Qui, alla destra, ad angolo tra queste due strade, si trova l’edificio del Municipio che ospita la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini di Tortolì. All’interno del Municipio di Tortolì, dal 1998 è ospitata l’opera di Ratto d’Europa, dell’artista Alfredo Pirri, realizzata nell’ambito dell’esposizione permanente d’arte denominata Su logu de S’Iscultura che verrà descritta più avanti. In piazza Racugno si trova l’ex Blocchiera Falchi ristrutturata ed adibita a Centro PolifunzionaleDa dove siamo arrivati con la via Giuseppe Garibaldi, prendiamo verso destra, ossia in direzione est, il corso Umberto I. Dopo che abbiamo percorso meno di un centinaio di metri si vede, alla destra della strada, la Piazza Racugno che si sviluppa tra il corso e quella che un tempo era la via Bosa, e che ora è stata inglobata nella piazza, della quale costituisce il margine inferiore. Al centro di questa piazza si trova l’opera Il Grande sipario dell’artista milanese Umberto Mariani esposta dal 1997 in piazza Racugno, realizzata nell’ambito dell’esposizione permanente d’arte denominata Su logu de S’Iscultura che verrà descritta più avanti. Dall’inizio della piazza parte verso destra la via Eleonora d’Arborea, e su di essa si affaccia il complesso edilizio noto comunemente come antica Blocchiera Falchi. Si presume che questo edificio inizialmente ospitasse un’Osteria, dato che si affacciava sulla via Bosa, strada che ancora nel 1869 era denominata vico Osteria. Dall’archivio Comunale risulta che, in questi locali, il Gavino Falchi impianta, nel 1907, un laboratorio per la lavorazione del cemento, di mattonelle, di lastre per gradini e simili, e per questo oggi è ancora oggi nota come la Blocchiera Falchi. Considerato un palazzo storico di notevole importanza per il comune di Tortolì, lo spazio, che occupa un’area di circa novecento metri quadrati, è stato rinnovato. Il riuso degli spazi è avvenuto in modo molto incisivo, lasciando segni tangibili dell’attività produttiva che ivi si svolgeva, confermati dal ritrovamento di diversi macchinari ad attrezzatura impiegati per la realizzazione dei manufatti. La Bloccheria Falchi è divenuta, quindi, un Centro Polifunzionale nei quale attualmente si tengono corsi, mostre, spettacoli ed eventi culturali di ogni genere. L’ex Seminario vescovile rstrutturato ed adibito a Biblioteca ComunalePassata la piazza Racugno, proseguiamo lungo il corso Umberto I una trentina di metri e prendiamo subito a sinistra, verso nord, la via Vittorio Emanuele. Seguita per un centinaio di metri, all’incrocio con la via Seminario si trova, alla sinistra della strada, l’edificio adibito a Seminario vescovile chiamato appunto Su Seminariu. L’edificio, voluto dal primo Vescovo della diocesi, è stata costruita tra il 1827 e 1830 su progetto di Antonio Pinna. Il seminario episcopale, inaugurato nel 1831, è stato chiuso nel 1834 a causa di difficoltà finanziarie, ma poi riaperto nel 1840. Nel 1882 è divenuto divenne sede di scuole, ma è stato dimesso definitivamente nel 1926. Il Seminario era uno dei più importanti centri culturali dell’Ogliastra ed era dotato di una ricca Biblioteca, vocazione che è stata tramandata, dato che la successiva ristrutturazione ha permesso di farlo diventare la Biblioteca Comunale Emilio e Joice Lussu La quale si prepara oggi ad affrontare le sfide che, con la rivoluzione digitale, ogni centro di cultura non può sottostimare, con numerose iniziative culturali che accompagnano la regolare offerta della struttura. L’ex Episcopio Diocesano del quale è prevista la ristrutturazioneUna settantina di metri più avanti, sempre alla sinistra della via Vittorio Emanuele, si trova quello che è stato il palazzo dei conti Quigini: il puliga, chiamato così proprio perché di proprietà, per un certo periodo, di questa nobile famiglia. Edificato verosimilmente nel settecento, come traspare sia dall’impianto della struttura tipico dell’epoca, sia dalle soluzioni architettoniche adottate, di esso non si conosce la data esatta di costruzione, nè il nome del progettista. È divenuto, in seguito, di proprietà della nobile famiglia locci: cArdia, ed è passato, quindi, alla Curia, dopo essere stato poi messo all’asta dal monte di Riscatto. La Curia lo ha destinato ad Episcopio Diocesano divenendo quindi S’Episcòpiu, ed ha ospitato la sede vescovile della diocesi dell’Ogliastra dal 1824 al 1927. Nel primo ottocento l’edificio si distingueva per eleganza e pregio, ma è stato poi dismesso ed abbandonato. Oggi è in progetto la sua ristrutturazione, e si ritene che l’edificio, che consta di diversi ambienti utili dislocati su tre livelli, a seguito del restauro strutturale e della messa a norma degli impianti, sarà riconvertito in un centro culturale polivalente. I resti della Stazione ferroviaria dismessa di TortolìPercorsi altri centocinquanta metri sempre verso nord lungo la via Vittorio Emanuele, prendiamo a sinistra la via della Stazione, e, dopo un’ottantina di metri si vede, alla destra della strada, l’edificio che ospitava la Stazione ferroviaria di Tortolì, che serve il comune di Tortolì, che, dal 1997, viene utilizzata esclusivamente come ferrovia turistica con il Trenino Verde. La stazione viene realizzata dalla Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna prima della fine dell’ottocento, quando, per la ferrovia che collega Cagliari con Isili, viene costruita la linea che dalle vicinanze della stazione di Mandas giunge sino al porto di Arbatax, passando anche per Tortolì. alla società costruttrice nel 1921 subentrano le Ferrovie Complementari della Sardegna, ed a queste nel 1989 le Ferrovie della Sardegna. In epoca fascista la stazione assume il nome di Arbatax di Tortolì, er poi tornare a quello originale. Durante la gestione delle Ferrovie della Sardegna, l’impiego dello scalo viene molto ridotto, e, nel 1997, come l’intera linea per Mandas, viene chiusa al regolare esercizio venendo destinata all’impiego quasi esclusivamente nel periodo estivo, periodo in cui è in funzione con viaggi a calendario, mentre negli altri periodi dell’anno i treni vi transitano solo in occasione di viaggi organizzati a riChiesta dei turisti o su iniziativa delle ex Ferrovie della Sardegna, confluite nel 2010 nell’ARST che è quindi subentrata nella gestione della stazione. La chiesa di Sant’Antonio AbateProseguendo verso nord lungo la via Vittorio Emanuele, dopo una sessantina di metri, in prossimità del passaggio a livello all’uscita per lotzorai, si vede alla destra della strada la facciata della chiesa di Sant’Antonio Abate intitolata a Sant’Antoni de su Fogu. I documenti storici attestano l’esistenza della chiesa già dal quattrocento, nel 1579 è la sede delle elezioni del Capitano di Giustizia del Giudicato d’Ogliastra, mentre nel seicento ospita il convento dei Frati Agostiniani, di cui restano ancora delle tracce negli edifici attigui alla chiesa. Intorno alla seconda metà del settecento ci si lamenta per la sua insalubrità, dovuta alla vicinanza con lo stagno, che provoca febbri ai frati. Successivamente, la scarsità dei fondi riducono notevolmente il numero dei monaci, ed il convento viene soppresso nel 1866, ed, all’inizio del novecento, ospita le Monache Clarisse. La chiesa ha pianta longitudinale ad aula unica ma articolata da tre cappelle per lato. I paramenti murari evidenziano all’esterno la natura della struttura, composta da conci sbozzati di granito consolidati mediante malta. Il peso dell’edificio scarica lateralmente su esili contrafforti. La facciata, modesta per fattura, appare semplice e decorata unicamente da tre finestre che campeggiano nella parte superiore. L’arredo sacro del suo interno è composto da simulacri lignei di Sant’Agostino e Sant’Efisio datati attorno al seicento, un bel dipinto della Madonna della Mercede posizionato sopra l’altare, è inoltre presente la statua di Sant’Antonio con il bastone in ferula e il porcellino, probabilmente del settecento. La Festa di Sant’Antonio cade il 17 gennaio, e viene festeggiata con la preparazione la sera precedente di un grande falò nel piazzale della chiesa, da parte di un gruppo di devoti, non si ha infatti notizia di un comitato organizzativo. Passata la piazza Roma troviamo l’edificio che ospitava la chiesa di San SebastianoRitorniamo sul corso Umberto I e lo riprendiamo verso est, dopo l’incontro con la via Vittorio Emanuele. A duecento metri dal Municipio, troviamo sulla destra la Piazza Roma una bella piazza alberata dotata di una fontana, panchine e luoghi di incontro e di ritrovo. Passata questa piazza, incrociamo sulla sinistra la via Mazzini, e, subito dopo questa strada, alla sinistra del corso ad angolo si trova l’edificio che un tempo ospitava la chiesa di San Sebastiano Sa Crèsia de Santu Sebastianu, oggi sconsacrata. Le origini di questa chiesa sono state fatte risalire all’epoca pisana, ed è stata dedicata a San Sebastiano in seguito ad un voto pubblico fatto in tempo di pestilenza. Nel seicento conteneva delle cappelle o, forse, semplicemente altarini o nicchie, dedicate a San Diego e alla Vergine d’Itria. Sappiamo, inoltre, che nell’oratorio si tenevano le riunioni dei Sindaci del Giudicato. L’originaria destinazione dell’edificio, ora adibito a negozio, non è più riconoscibile, se non fosse per i due capitelli che ne delimitano la facciata rettangolare, dato che all’ex chiesa è stato sconsideratamente murato il rosone centrale. Nell’ex Mercato Civico realizzato dove sorgevano le vecchie Carceri BaronaliPercorsa un’altra trentina di metri lungo il corso Umberto I, troviamo sulla sinistra la via Fratelli Cairoli ed a destra la via Cagliari. Dal corso prendiamo verso destra la via Cagliari, all’inizio della quale, sulla destra, si trova l’edificio che ha ospitato la Carceri Baronali. Nel periodo della dominazione aragonese, i conti di Quirra fissarono a Tortolì la sede del Capitano di Giustizia del Giudicato di Ogliastra e quella dei suoi subalterni, ossia del luogotenente di Capitano e dello Scrivano di Corte, rendendolo centro amministrativo feudale di tutto il Giudicato. A queste mansioni si aggiunge anche, dal diciassettesimo e diciottesimo secolo, quello di Sede delle Carceri Baronali della regione, la cui realizzazione sarebbe dovuta ad un certo Salvatore Madao. Queste Carceri sono state chiuse e demolite negli anni quaranta, lasciando posto al Mercato Civico in seguito anch’esso dismesso, diventando una struttura a forte connotazione culturale, nelle cui stanze, il comune di Tortolì ha portato mostre di pittura, presentazioni di libri e convegni. L’esposizione permanente d’arte denominata Su logu de S’IsculturaNella strade di Tortolì e nei dintorni è stata inaugurata, da qualche tempo, un’esposizione permanente d’arte contemporanea a cielo aperto, denominata Su logu de S’Iscultura ossia il paese della scultura, nato come progetto nell’ottobre del 1994, quando viene invitato a Tortolì per contribuire con la propria esperienza all’organizzazione di una rassegna di scultura all’aperto il gallerista genovese Edoardo Manzoni, nella cui galleria la Polena, a partire dalla seconda metà degli anni sessanta, sono passati i nomi più importanti del panorama artistico internazionale. Il Museo viene fondato ufficialmente nel settembre del 1995, in occasione dell’esposizione antologica di Mauro Staccioli, ed, a partire dall’estate del 1997, il Museo dà il via ad una vera e propria attività espositiva, intenzionata ad illustrare alcune delle tematiche più interessanti del panorama odierno. Caratteristica particolare è la sua divisione in due zone espositive completamente distaccate, quella interna, utilizzata per mostre temporanee, collocata al piano terra dell’ex Mercato Civico, antica sede del Carcere Baronale, mentre la zona espositiva esterna si articola lungo le vie del paese e nel territorio circostante, soprattutto ad Arbatax. E per questo, dà vita all’esperienza del Museo d’arte contemporanea a cielo aperto. Una deviazione a nord ci porta nel quartiere Santa LuciaDa qui possiamo effettuare una deviazione verso nord per recarci nel quartiere Santa Lucia. Dal corso Umberto I prendiamo verso sinistra la via Fratelli Cairoli, dopo centocinquanta metri svoltiamo a destra e prendiamo la via Oristano, la seguiamo per una cinquantina di metri e questa strada prosegue sulla via Siotto Pintor. Seguiamo la via Siotto Pintor attraversando il quartiere Santa Lucia, passiamo sotto la ferrovia e proseguiamo, dopo quattrocento metri quasta strada incrocia a destra la via Pintor, e, nel giardino tra questa due strade, si vede esposta l’opera Magnete dell’artista Alessandra Bonoli, nata da un progetto iniziato nel 1996 e portato a termine nel 2010, quando la scultura è stata installata nel rione Santa Lucia, con l’intento di rivitalizzarlo. Si tratta di un’opera realizzata nell’ambito dell’esposizione permanente d’arte denominata Su logu de S’Iscultura. Verso sud raggiungiamo la cattedrale di Sant’Andrea ApostoloPresa la via Cagliari verso sud, in centocinquanta metri arriviamo nella piazza della cattedrale, nella parte meridionale del paese, non lontano dalla sponda sinistra del rio Foddeddu. Nella piazza, alla sinistra, si trova la cattedrale di Sant’Andrea Apostolo dedicata all’Apostolo originario di Betsaida, patrono dei pescivendoli e dei pescatori, un’imponente costruzione settecentesca dalle belle linee barocche. Alcuni documenti storici fanno risalire le origini della chiesa al 1100, viene attribuita infatti all’epoca dei Pisani. Nei documenti degli ultimi due secoli si legge che la chiesa era spesso umida e soggetta ad inondazioni a causa della sua vicinanza al rio Fodeddu, e, nel 1784, l’arcivescovo di Cagliari afferma che la parrocchia di Tortolì era Profonda, umida, bassa e stretta e Giudicata degna di riforma. Viene, quindi, rimaneggiata il secolo successivo. Nel 1836 il consiglio Comunale decide di procedere al suo restauro, che doveva renderla grande e spaziosa, degna del paese che stava crescendo rapidamente. Il progetto viene affidato ad un valente architetto che potrebbe essere il Viana, cui si devono notevoli costruzioni sacre in Sardegna. Egli idea una chiesa con la forma a croce latina, un corpo centrale a tre navate, scandito da archi a tutto sesto su pilastri quadrati, ed una cupola all’incrocio del transetto. La facciata con lesene e cornici, ha un fastigio a doppia curvatura sulla cui sinistra svetta un’elegante campanile. Per fare questi lavori di ampliamento è stata sacrificata gran parte dell’antica chiesa di cui sono rimasti pochi resti, inglobati nei locali a sinistra del coro, oggi sacrestia. Nel 1824, in occasione dell’insediamento a Tortolì della sede del vescovado d’Ogliastra, la chiesa viene elevata a cattedrale e vi si istituisce il capitolo che conserva fino al 1927. Negli stessi anni la diocesi d’Ogliastra viene dedicata alla Madonna del Rosario, come ricorda una lapide affissa nella chiesa. Non è detto la devozione Sant’Andrea sia arrivata in Ogliastra, è stato ipotizzato che essa sia stata portata da mercanti cagliaritani che veneravano il Santo in una località vicino a Quartu, dove ancora esiste una chiesa dedicata a questo Santo. La celebrazione del Santo Patrono si celebra ogni anno il 30 novembre nella Festa di Sant’Andrea, con manifestazioni reliose, poi, terminata la messa, il Santo viene issato su un cocchio trainato dai buoi portato in processione per le vie del centro addobbate a festa, mentre le fiaccole accese dei fedeli illuminano la serata di fine novembre, ed, al rientro in chiesa, l’arrivo del Santo viene accolto dai fuochi d’artificio. La piccola chiesa di Sant’AnnaPassata la cattedrale, si trova quasi subito la piccola chiesa di Sant’Anna che si affaccia su un cortiletto chiuso da un cancello. L’edificio presenta una pianta rettangolare articolata in un’unica navata absidata coperta da una volta a botte. Sono presenti inoltre semicolonne che sporgono dai muri laterali e una lapide che ricorda che l’attuale chiesa, grazie al finanziamento della Pia Confraternita del Santo Rosario, è stata ricostruita nel 1881. La semplice facciata di un tenue colore giallo, ospita un piccolo portone con cornice in granito sovrastato da un rosone circolare vetrato. Il tetto a capanna è arricchito nella parte superiore da una sottile croce. Sui muri laterali dell’edificio si aprono delle finestrelle di forma circolare uguali al rosone del prospetto, mentre nella parte posteriore è visibile un piccolo campanile a vela a una sola luce e dotato di una campana. All’interno della chiesa è conservata una bella statua di Sant’Anna. A Tortolì ogni anno il 26 luglio si celebra la Festa di Sant’Anna, con festeggiamenti religiosi che culminano la sera con la messa e la processione solenne nelle vie del centro storico, ed, al termine della processione, in piazza cattedrale si tengono balli ed un rinfresco per i fedeli. Ad ovest del Municipio si raggiunge la piazza fra locciDal Municipio di Tortolì prendiamo verso ovest il corso Umberto I e, dopo poco più di una cinquantina di metri, si vede, alla destra della strada, la grande Piazza fra locci che era anche tristemente nota con il nome di S’Impiccadorgiu, perché era il luogo dove avvenivano le esecuzioni delle pene capitali sulla forca, un posto macabro anche perché la testa del condannato veniva esposta per lungo tempo sul patibolo come monito per la comunità. La piazza è dedicata a un frate Cappuccino, maestro muratore, cui viene attribuita, nel diciottesimo secolo, la sistemazione a fonte pubblica di una sorgente posta nelle prossimità del monte Attu a circa due chilometri dal paese, oggi detta Sorgente dei frati, alla quale si arriva con la via Frau locci Becciu, la quale veniva ricordata nell’ottocento per il grande utilizzo che se ne faceva in virtù dell’ottima qualità della sua acqua. Verso il 1880 è stato inaugurato l’acquedotto che ha portato l’acqua nel paese e, a questo scopo, nell’attuale piazza fra locci, che un tempo era denominata piazza Cappuccinus, si eresse una bella fontana pubblica, che oggi, però, non è più presente. Nel 1721, nella piazza, è stato edificato un convento ad opera di Padre Luigi da Nureci, il frate Cappuccino che era stato maestro di fra Ignazio da Laconi nel convento di San Benedetto a Cagliari, il religioso del quale erano apprezzate da tutti le virtù religiose, amato dai confratelli e venerato dai fedeli che a lui ricorrevano nelle loro necessità spirituali, e che sarebbe morto nel convento di Tortolì in fama di Santità. Nella piazza fra locci si trova il Teatro San FrancescoMa già nel 1766 a seguito del regio Governo che confiscava i beni religiosi, e gli edifici sono divenuti di proprietà Comunale. Chiuso il convento, il campo nel quale era stato edificato è stato per molto tempo destinato alla Roadìa, l’antico ordinamento sardo che obbligava i contadini a lavorare gratuitamente la terra a profitto del monte Frumentario per fornire la scorta occorrente al monte stesso. Mentre il convento, nel corso del tempo, ha avuto diversi usi, ossia è stato utillizzato in tempi successivi prima come granaio, poi come caserma, è diventuo in seguito una prigione, ed infine è divenuto un caseificio, fino agli anni cinquanta dopo di che è rimasto a lungo in condizioni di abbandono. Infine, negli ultimi anni, è stato effettuato un significativo intervento di ristrutturazione edilizia, che lo ha riconvertito ed è divenuto il Teatro San Francesco di Tortolì. Numerose realtà locali animano costantemente questo interessante luogo di cultura, come per esempio una Compagnia di Teatro ed una moderna Accademia di Musical, proponendo quindi durante tutto l’anno un interessante calendario di eventi. Il Campo Sportivo Comunale Fra locciArrivato in piazza fra locci, la SS125 Orientale Sarda, che all’interno dell’abitato aveva assunta il nome di corso Umberto I, prosegue verso ovest con il nome di via Pirastu. Dove dalla piazza parte la via Pirastu, si muove un poco più verso destra, in località fra locci, la via Antonio Scorcu, alla destra della quale si vede il Campo Sportivo Comunale Fra locci il nuovo impianto sportivo che ha sostituito per le società calcistiche tortoliesi il precedente impianto situato in località Ziddias. Si tratta di un Campo da Calcio omologato, con fondo in erba artificiale, dotato di tribune in grado di ospitare 2000 spettatori. Questo campo ospita le partite casalinghe della squadra della Unione Sportiva Tortolì calcio 1953, che gioca in Serie D, Girone G. A nord ovest dell’abitato si sviluppa il rione Monte AttuNella parte nord occidentale dell’abitato si trova il Rione Monte Attu un popoloso quartiere residenziale di Tortolì svilluppatosi soprattutto intorno alla fine degli anni ottanta ed ai primi degli anni novanta del novecento. Arrivando a Monte Attu dalla piazza fra locci con la via Pirastu, che costeggia il rione a sud, percorsi trecento metri si vede, alla sinistra della strada, l’opera Forma: rapporti e misure dell’artista Giovanni Campus dal 1999 in via Pirastu. Mentre arrivando con la via Antonio Scorcu, dopo duecento metri prendendo a destra la via Santa Chiara, e dopo cento metri a sinistra il vico fra locci Becciu, che costeggia il rione a nord, dopo cinquecento metri si vede, alla sinistra della strada, l’opera Big Pinocchio del giovane artista sardo Alex Pinna dal 2009 in vico fra locci Becciu, che sorveglia, sdraiato, l’ingresso in città. Sono entrambe opere realizzate nell’ambito dell’esposizione permanente d’arte denominata Su logu de S’Iscultura. All’interno di questo quartiere, che avrebbe dovuto diventare un nucleo residenziale vero e proprio, ma non è stato realizzato nulla dei negozi, uffici, centri commerciali, farmacia, servizi, previsti. Tolte diverse scuole di secondo grado, si contano solo due bar e neanche un negozio. Oggi sarebbe necessaria una riqualificazione urbanistica di Monte Attu che sottragga il quartiere e i suoi abitanti ad un degrado altrimenti ineludibile. Nel rione Monte Attu si trova la chiesa parrocchiale di San GiuseppeProseguendo lungo la via Antonio Scorcu, che ci porta all’interno di questo rione, percorsi cinquecento metri da dove la abbiamo imboccata, la strada incrocia la via Frugoni. La prendiamo verso destra e, in meno di duecento metri, raggiungiamo la chiesa di San Giuseppe che è la sua parrocchiale, situata al centro di una bella piazza arricchita da ampi spazi di verde, all’interno di un vasto e curato giardino. realizzata tra il 1992 ed il 1995, è una recente e moderna struttura in cemento armato. L’interno della chiesa è caratterizzato da un grande ambiente a forma di rombo in cui è posto il presbiterio con cupoletta piramidale. L’originale facciata presenta nel livello inferiore un ampio portone d’ingresso in legno, mentre quello superiore, con terminale appuntito, è alleggerito da una grande vetrata. Sulla sinistra dell’edificio S’innalza un particolare campanile, sottile e slanciato, ornato da una lunga croce. Sono annessi alla chiesa altre parti del complesso, che donano all’insieme un certo movimento. Nel 2015 la chiesa ha subito un adeguamento liturgico del presbiterio, i cui lavori hanno rafforzato l’ambone, l’altare e valorizzato il tabernacolo. La Festa di San Giuseppe si celebra il 19 marzo, giorno della Festa del Papà, e l’1 maggio, giorno della Festa dei lavoratori, organizzata dal comitato di San Giuseppe. Nella celebrazione dell’1 maggio, il simulacro del Santo viene portato in processione per le vie del quartiere, e a seguire viene celebrata la messa solenne che si conclude con il canto dei Goccius in onore del Santo. Il Cimitero di TortolìArrivato in piazza fra locci, la SS125 Orientale Sarda, che all’interno dell’abitato aveva assunta il nome di corso Umberto I, prendiamo verso nord ovest la via Antonio Scorcu, dopo duecento metri prendiamo a destra la via Santa Chiara, dopo cento metri evitiamo a sinistra il vico fra locci Becciu e proseguiamo dritti per altri duecentocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la strada Comunale del Cimitero. Seguita per poco più di un centinaio di metri, alla destra della strada si vede il muro di cinta e l’ingresso del Cimitero di Tortolì. Ad est del Municipio verso Arbatax si raggiunge la grande piazza RinascitaDal Municipio di Tortolì prendiamo verso est il corso Umberto I, passiamo l’incrocio con la via Cagliari che ci aveva portati alla chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo e proseguiamo, percorsi quattrocentocinquanta metri arriviamo dove il corso Umberto I prosegue con il nome di viale Monsignor Virgilio. Allo sbocco del corso Umberto I sul viale Monsignor Virgilio, prendiamo verso destra la via Cedrino e, dopo una trentina di metri, si apre alla sinistra di questa strada la grande Piazza Rinascita che si sviluppa fino alla successiva via Tirso, ed è situata in pieno centro a ridosso delle più importanti strade commerciali di Tortolì. La piazza è dotata di un grande parcheggio, in essa si trovano l’ufficio postale e la stazione dei Carabinieri, ed in essa ogni venerdì si tiene il mercato delle bancarelle. Nella piazza è presente anche un parco giochi per i bambini, che è stato recentemente intitolato a Daniela e Carlotta, le due sorelline, di 7 e 9 anni, uccise nell’estate 2002, all’ora di pranzo del 26 agosto, dal padre nella loro villetta di via Praga, nella zona residenziale del villaggio Cartiera ad Arbatax Porto Frailis. Il genitore ha ucciso le sue due bimbe con un coltello da cucina, dopodiché, si è tolta la vita con la stessa arma da taglio. Una deviazione per visitare la Cantina Sociale dell’OgliastraDal viale Monsignor Virgilio, passata la deviazione a sinistra in via Cedrino, prendiamo verso destra la via Boccasara che si dirige verso nord est e porta fino alla Zona Industriale di Arbatax. La seguiamo per circa un chilometro, e vediamo, alla sinistra della strada, l’ingresso della Cantina Sociale dell’Ogliastra. A Tortolì e nei paesi vicini viene prodotto il famoso vino Cannonau Doc, vinificato nelle versioni classico e riserva nella locale Cantina sociale. A Tortolì ha sede la Cantina Sociale dell’Ogliastra Che prende il nome dall’omonima regione famosa per la coltivazione di uve Cannonau. Il terreno, il clima, l’esposizione e la particolare lavorazione conferiscono al Cannonau d’Ogliastra le caratteristiche che lo differenziano sostanzialmente dagli altri vini. La Cantina Sociale Ogliastra produce un’ampia gamma di vini: aperitivi, da tavolo e da dessert. Produce vini Doc di Sardegna (Vermentino Flavus, Cannonau Frailis, Cannonau Marchesu, Cannonau Riserva, Cannonau Rosato Selise, Cannonau Violante de Carroz, Vermentino menhir, Cannonau Primus) e vini IGT (Bianco Birdesu, Rosato Birìola, Tancau Rosso, Minus Bianco, Minus Rosso). Oltre Trecento soci conferiscono le pregiate uve del più famoso vitigno della Sardegna per una produzione di oltre 1.500.000 bottiglie ogni anno. |
Lungo il viale Monsignor Virgilio in direzione di ArbataxAllo sbocco del corso Umberto I sul viale Monsignor Virgilio, passiamo la deviazione verso destra nella via Cedrino e verso sinistra nella via Boccasara, e proseguiamo verso est in direzione di Arbatax. Lungo questo viale, dopo circa quattrocentocinquanta metri, si vede, alla destra della strada, l’opera Scultura dell’artista Antonio Ievolella dal 1997 in via Monsignor Virgilio. Percorsi altri trecento metri, si vede, alla sinistra della strada, l’opera Monumento ai Caduti sul lavoro di Igino Panzino dal 2008 in via Monsignor Virgilio. Proseguiamo lungo il viale Monsignor Virgilio e, prima che questa strada uscendo dall’abitato diventi il viale Arbatax, dopo altri settecentocinquanta metri, vediamo, alla destra della strada, un insieme di aiuole all’interno di una delle quali si vede l’opera Wetterfahne di Ascanio W. renda, esposta dal 1996 in via Monsignor Virgilio, opera che ha subito gravi danni nel corso del tempo ma, ma è stata sottoposta a vari interventi di restauro. Sono tutte opere realizzate nell’ambito dell’esposizione permanente d’arte Su logu de S’Iscultura. Il Campo Sportivo Comunale in località ZiddiasProseguiamo lungo il viale Monsignor Virgilio e, in circa duecentocinquanta metri, arriviamo in località Zinnias, dove prendiamo verso destra la via Giovan Battista Melis. La seguiamo per quasi duecentocinquanta metri, fino a che questa strada sbocca sulla via Antonio Segni, la prendiamo verso destra e, dopo una quarantina di metri, svoltiamo a sinistra nella via Cocco Ortu che si dirige verso sud. alla sinistra di questa strada, dopo un centinaio di metri si trova l’ingresso del Campo Sportivo Comunale Ziddias nel quale si trova un Campo da Calcio omologato, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare 1600 spettatori. Questo impianto era utlizzato dalle società calcistiche tortoliesi prima della costruzione del nuovo impianto in località fra locci. Attualmente questo campo ospita solo la squadra della società Castor 1977, che gioca in Seconda Categoria, girone D Sardegna. Il Teatro Tenda in località ZiddiasDa dove la via Giovan Battista Melis sbocca sulla via Antonio Segni, la prendiamo invece verso sinistra e, dopo una trentina di metri, svoltiamo a destra nella strada che si dirige verso sud. alla destra di questa strada, dopo una novantina di metri, si trova l’ingresso del Teatro Tenda all’interno del quale si trova un Campo da basket omologato, con fondo in Materiali sintetici vari, non dotato di tribune, nel quale la disciplina praticabile è la pallacanestro. Nel Teatro Tenda gioca le sue partite di pallacanestro l’Associazione Sportiva basket Tortolì, che, probabilmente, è una delle squadre di basket più forti di tutta la Sardegna. Visita dei dintorni della città di TortolìVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Tortolì, sono stati portati alla luce i resti della domus de janas di Perdalonga, della necropoli di Monte Terli; dei menhir nell’area sacra di Perdalonga, e dei menhir nell’area di S’Ortali ’e su Monte; della Tomba di giganti di Perdalonga, della Tomba di giganti S’Ortali ’e su Monte; dei Protonuraghi Costa Arangiu, Monte Terli, Nuraxeddu; dei Nuraghi semplici Baccu Arzula, Baccu Arzula II, Cea, Musciu, Nurta, Serras in Terazzas; dei Nuraghi complessi Corrus de Trubutzu, Corti Accas, Serras ’e ladami, S’Ortali ’e su Monte, Turuddis; ed anche dei Nuraghi II, Santa Giusta, tutti di tipologia indefinita. Numerosi di questi resti archeologici si trovano nei dintorni della frazione marittima Arbatax, ed alcuni di essi verranno illustrati nella prossima pagina. Il monte Attu con i resti del Protonuraghe Costa Arangiu e della necropoli di Monte AttuAd ovest dell’abitato, passato il rione omonimo, si trova la strada che conduce fino alla sommità della collina denominanta Monte Attu. Per raggiungere la sommità, dal Municipio di Tortolì si prende verso ovest il corso Umberto I, per poi continuare sulla via Pirastu. Percorsi settecento metri, la strada diventa la SS198 di Seui e Lanusei, dopo centocinquanta metri si svolta a destra sulla via monte Attu, che gira intorno alla collina in senso antiorario, e, in un chilometro ed ottocento metri, ci porta sulla sommità, che si trova all’altezza di 129 metri. Da dove abbiamo preso la via monte Attu, percorso un chilometro e trecento metri, si vedono,su un’altura alla destra della strada, i resti del Protonuraghe Costa Arangiu o meglio di un probabile Protonuraghe a corridoio, costruito in granito a 68 metri di altezza nella località omonima. Percorsi altri quasi trecento metri, alla sinistra della strada, nella roccia, è stata scavata la Necropoli a domus de janas di Monte Attu costituita da tre tombe ipogeiche. Percorsi ancora poco più di duecento metri, si raggiunge la sommità della collina. I resti del Nuraghe Corrus de TrubutzuDa dove avevamo preso verso destra la via monte Attu, proseguiamo lungo la SS198 di Seui e Lanusei e la seguiamo per circa due chilometri, fino ad arrivare ad uno svincolo, dove la SS198 prosegue verso sinistra, mentre noi prendiamo a destra la SP27. La percorriamo per seicento metri e troviamo, alla destra della strada, una sentiero che porta ad una rete con un cartello che indica la proprietà privata, oltre il quale si trovano i resti del Nuraghe Corrus de Trubutzu. Si tratta di un Nuraghe complesso trilobato con un piccolo cortile interno, costruito in granito a 79 metri di altezza, e situato all’interno della proprietà privata. Ad est la costiera di Tortolì ed i siti archeologici che si trovano vicino alla costaAbbiamo visto i principali siti archeologici ad ovest dell’abitato, mentre ad est dell’abitato si trova Arbatax con tutte le spiagge della costiera di Tortolì, oltre ai principali siti archeologici che si trovano vicino alla costa, e che verranno descritti nella prossima pagina del nostro viaggio. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, partendo da Tortolì, andremo a vistare la sua costiera. Visiteremo la sua frazione marittima Arbatax famosa per le sue splendide rocce rosse, la costiera con le spiagge tra le quali il lido di Orrì ed i suoi principali siti archeologici. |