Ussaramanna con il Nuraghe San Pietro e nei dintorni la chiesa di San Lorenzo Martire ed altri siti archeologici
In questa tappa del nostro viaggio, da Siddi andremo a visitare Ussaramanna che visiteremo con il suo centro dove si trova il Nuraghe San Pietro ed i suoi dintorni dove si trovano altri siti archeologici. La regione storica della MarmillaNella Sardegna centro meridionale, a cavallo del confine che separa la Provincia di Oristano da quella del Sud Sardegna, c’è una zona chiamata Marmilla della quale qui visiteremo la parte settentrionale. I comuni che fanno parte della Marmilla Settentrionale, in Provincia di Oristano, sono: Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Baradili, Baressa, Curcuris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Nureci, Pau, Pompu, Ruinas, Senis, Simala, Sini, Siris, Usellus, Villa Sant’Antonio, Villa Verde. I comuni della Marmilla Meridionale, in Provincia del Sud Sardegna, sono: Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Gesturi, las Plassas, lunamatrona, Pauli Arbarei, Sardara, Segariu, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villamar, Villanovaforru, Villanovafranca. Nella Marmilla meridionale spicca incontrastato il colle di las Plassas, famoso per la sua forma mammellare, che a quanto pare avrebbe dato il nome al territorio circostante. Questo colle aveva in antichità al suo apice un capezzolo gigante attraverso il quale Madre Natura dava nutrimento a tutti i Sardi. Il paesaggio è prevalentemente collinare e comprende la Giara di Gesturi, la Giara di Siddi, la Giara di Serri, l’altopiano di Genoni ed il bacino del rio Mannu d’Isili. Le attività principali della zona sono l’agricoltura ed il turismo. In viaggio verso UssaramannaDal centro di Villamar prendiamo la SP46 verso nord, dopo quasi sette chilometri e mezzo evitiamo la deviazione che ci porterebbe a Siddi, proseguiamo invece dritti, e, in poco meno di tre chilometri, arriviamo nell’abitato di Ussaramanna. Dal Municipio di Villamar a quello di Ussaramanna si percorrono 10.9 chilometri; mentre dal Municipio di Siddi a quello di Ussaramanna si percorrono 4.0 chilometri. Il comune chiamato UssaramannaIl comune Ussaramanna (nome in lingua sarda Ùssara Manna, altezza metri 158 sul livello del mare, abitanti 493 al 31 dicembre 2021) è un piccolo borgo agricolo che si sviluppa nella zona a nord ovest della Provincia del Sud Sardegna, ai confini con quella di Oristano, sui colli della Marmilla, in una valle compresa tra la Giara di Gesturi e quella di Siddi. L’abitato è raggiungibile tramite la SS197 di San Gavino e del Flumini, che dista dieci chilometri dall’abitato. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 132 a un massimo di 357 metri sul livello del mare. Il comune fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda ...Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor. ... E dell’Associazione nazionale delle città dell’OlioQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città dell’Olio, che ha tra i suoi compiti principali quello di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità, tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo, diffondere la storia dell’olivicoltura, e garantire il consumatore attraverso le denominazioni di origine. Le città dell’Olio in Sardegna sono ad oggi Alghero, Berchidda, Bolotana, Bosa, Cuglieri, Dolianova, Escolca, Genuri, Gergei, Giba, Gonnosfanadiga, Ilbono, Ittiri, Masainas, Olbia, Oliena, Orgosolo, Orosei, Osini, Riola Sardo, Samatzai, Santadi, Seneghe, Serrenti, Siddi, Sini, Uri, Usini, Ussaramanna, Vallermosa, Villacidro, Villamassargia. Origine del nomeIl nome, che viene attestato nell’anno 1346 come De Ussara, è divenuto un composto di Ussara, designazione locale di origine preromana, e dell’aggettivo sardo Manna, dal latino Magna ad indicare Grande, quindi la Grande Ussara, che le è stato dato per distinguerla dalla vicina Ussaraminore o Ussaredda. La sua economiaSi tratta di un comune collinare la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo e frutta. Ussaramanna viene ricordato per i suoi vini, la sua Malvasia ed il suo Nuragus, ed anche per i suoi numerosi e maestosi ulivi secolari che si trovano nel suo territorio, che è ricco anche di grandi distese di grano. È presente anche l’allevamento di suini, ovini ed equini. Il settore economico secondario è costituito da poche imprese che operano nei comparti alimentare, metallurgico ed edile. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Ad Ussaramanna viene inscatolato il pregiato tonno sardo pescato a Carloforte, Calasetta e Sant’Antioco. La bella posizione al centro della Marmilla e lo stretto legame con la tradizione, ancora oggi ben visibile sia nell’architettura delle sue case che nei prodotti caratteristici dell’economia agricola del luogo, fanno di essa una meta con notevoli potenzialità turistiche. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio era già abitato in epoca nuragica, come dimostra la presenza di alcuni Noraghi. Il primo abitato sorge in epoca romana, lungo l’antica via del grano che collegava Cagliari a Usellus, come è testimoniato dalla presenza di alcuni reperti archeologici. In epoca medioevale, dall’undicesimo secolo, appartiene al Giudicato di Càralis e viene compresa nella Curatoria di Marmilla, ma viene a più riprese conteso con il Giudicato di Arborea. Nel territorio sorgeva un altro paese chiamato Ussaredda, ossia Ussara Piccola. Con la caduta del Giudicato di Càralis nel 1258, viene assegnato all’Arborea, fino a che, nel 1410, alla caduta del Giudicato di Arborea, entrambi i paesi entrano a far parte del Marchesato di Oristano. In seguito al fallimento della rivolta antiaragonese di Leonardo de Alagon, ultimo marchese di Oristano, dopo la battaglia di Macomer del 1478, tutta l’area passa sotto il dominio aragonese. In epoca aragonese, entra a far parte dell’Incontrada di Parte Montis, appartenente alla conte di Quirra, feudo dei Carroz. Nel 1603 la conte diviene un Marchesato, feudo dei Centelles. Ussaredda va lentamente decadendo, fino a rimanere completamente disabitata alla fine del diciassettesimo secolo. Dopo l’estinzione di questo piccolo villaggio, che secondo la leggenda sarebbe stata invasa da Sa Musca MarceddA, un uccello grandissimo la cui puntura sarebbe stata in grado di causare la morte di ogni essere vivente, che avrebbe sterminato tutti i suoi abitanti, alcuni superstiti fondano il nuovo villaggio di Ussaramanna, ossia Ussara Grande. In periodo sabaudo, come per le altre ville infeudate della Sardegna, il primo embrione del Municipio di Ussaramanna sorge nel 1771, quando in tutta l’isola vengono istituiti i Consigli comunitativi. nel 1798, Ussaramanna passa agli Osorio de la Cueva, in possesso dei quali rimane fino al 1839, quando viene riscattata in seguito alla soppressione del sistema feudale. Diventato ente autonomo in seguito alla fusione con gli Stati della terraferma del regno Sabaudo, nel 1848 il comune venne temporaneamente inserito, all’interno della nuova suddivisione amministrativa dell’isola, nella preesistente Provincia di Isili. Con la legge Rattazzi del 1859, con la quale viene dato un nuovo assetto territoriale al regno, Ussaramanna entra a far parte della Provincia di Cagliari e del mandamento di lunamatrona, sotto la giurisdizione del Tribunale di Isili. Il comune di Ussaramanna nel 1927 viene aggregato al comune di lunamatrona, dal quale nel 1946 viene nuovamente separato. Del comune di Ussaramanna nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova del Medio Campidano, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono ad UssaramannaTra leprincipali principali feste e sagre che si svolgono ad Ussaramanna si segnalano il 17 gennaio, la Sagra di Sant’Antonio Abate, con l’accensione del falò a questa Sante dedicato; a febbraio, il Carnevale Ussaramannese; all’inizio del mese di maggio, la Mostra delle Erbe e Sagra de Sa Pardula, che raccoglie esemplari della flora spontanea della Marmilla; il 15 luglio, si svolge la Festa di San Quirico, che è la Festa patronale di Ussaramanna; il 10 agosto, si svolge la Festa di San Lorenzo Martire, con nei tre giorni precedenti le manifestazioni organizzate dal Comitato di San Lorenzo, che porta in paese complessi musicali di vario genere; ad agosto, il Festival Internazionale del Folklore, la Festa dell’Emigrato e lo Sbiringuda Festival, una manifestazione musicale che rappresenta un evento molto importante per i giovani in quanto è una delle poche occasioni per godere un bello spettacolo senza dover fare troppi chilometri. Il Carnevale UssaramanneseIn occasione dei festeggiamenti legati al Carnevale è usanza fare Sa Predica, una cerimonia nella quale tre persone mascherate con abiti da predicatore tengono un sermone parlando dei vizi di alcuni loro compaesani. Ed il sermone finisce con lo sparo dei mortaretti, e con il rogo di un fantoccio su un carretto che sta a rappresentare il carnevale che muore. La Mostra delle Erbe e Sagra de Sa PardulaA Ussaramanna, nel mese di maggio, si tiene l’interessante Mostra delle Erbe e Sagra de Sa Pardula, che raccoglie esemplari della flora spontanea della Marmilla, dato che, alle pendici della Giara di Siddi, incastonata in uno splendido scenario naturalistico, si trova un’oasi di essenze arboree mediterranee, che crescono rigogliose favorite dal clima mite e soleggiato, nella quale, tra le specie più note, vi sono rosmarino, cardo mariano, timo, mirto, salvia, alloro, aloe, lentischio, camomilla, borsa del pastore, cicoria e convolvolo. Obiettivo della manifestazione è soprattutto la conoscenza delle specie botaniche locali, molte delle quali hanno benefici effetti terapeutici ed un’alta concentrazione di principi attivi. La Mostra propone anche arti e mestieri del passato, per un fine settimana all’insegna della natura e dei laboratori e alla riscoperta dei sapori spontanei del territorio. In programma si trova la preparazione di pane e pardulas, dolce della tradizione pasquale costituito da un cestino di pasta croccante con all’interno un morbido ripieno di ricotta e zafferano al profumo di limone, cui segue la degustazioni di Pardulas e di piatti a base di erbe, ma anche escursioni, spettacoli folk, laboratori e tanto altro ancora. Visita del centro di UssaramannaL’abitato, che non mostra segni di crescita edilizia, ha l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Arriviamo ad Ussaramanna da sud con la SP46, ed, a due chilometri da dove avevamo incontrato la SP50 che ci aveva portati a Siddi, incrociamo la via Dante Alighieri che, presa verso sinistra, ci porterebbe all’interno dell’abitato. Il Cimitero di UssaramannaPassato l’incrocio con la via Dante Alighieri, proseguendo verso nord con la SP46, dopo trecentocinquanta metri troviamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso in Ussaramanna, dove, dopo l’ingresso nell’abitato, la strada provinciale assume il nome di via Marmilla. Passato il cartello segnalico che indica l’arrivo ad Ussaramanna, percorsi appena una cinquantina di metri, si trova un grande masso sul quale è riportata la frase Beni Benius a Ussaramanna Sa Bidda de Is Obias Antigas. Subito più avanti si trova, alla destra della strada, l’ingresso del piccolo Cimitero di Ussaramanna. La chiesa parrocchiale di San Quirico MartireProseguendo lungo la via Marmilla per trecentocinquanta metri, si arriva ad un incrocio, dove da destra arriva la via San Quirico, ed a sinistra parte la via Vittorio Emanuele. Svoltando a sinistra, prendiamo la via Vittorio Emanuele, la seguiamo per duecento metri ed arriviamo ad uno slargo, nel quale, sulla destra, si affaccia la chiesa di San Quirico Martire che è la parrocchiale di Ussaramanna, la cui localizzazione è in via Dante Alighieri, la strada che arriva nella slargo costeggiando la fiancata sinistra della chiesa. Di essa non si conosce l’anno di edificazione, ma si sa che essa sorgesu un edificio preesistente. Si suppone che la sua costruzione risalga al cinquecento, poiché in occasione del restauro della Capella del Rosario, chiamata anche Capella Pintada dato che un tempo sulla sua volta erano presenti numerosi affreschi che però ora non sono più visibili, è stata rinvenuta un’iscrizione in latino contenente la data del 1608, il che farebbe supporre che già da tempo la chiesa fosse presente. La chiesa è stata sottoposta a numerosi interventi di ristrutturazione e ampliamento, iniziati nel 1700, conclusi da poco dato, che è stata riaperta e benedetta nel gennaio del 1953. Al suo interno si possono ammirare preziosi arredi marmorei, tra cui l’acquasantiera e il pulpito. Nell’altare maggiore, anch’esso in marmo policromo, all’interno di una nicchia si trova il simulacro del Santo a cui è intitolata la chiesa. Presso questa chiesa ogni anno, il 15 luglio, si svolge la Festa di San Quirico, che è la Festa patronale di Ussaramanna. In occasione di tale celebrazione, si svolge una processione durante la quale si porta il Santo a spalle per le vie del paese, seguita dalla messa. A conclusione i fedeli cantano Is Coggius de Santu Cirigu e ballano il tradizionale Ballu Sadru. La Cantina LilliuEvitiamo la deviazione per la visita alla chiesa parrocchiale di San Quirico Martire, e proseguiamo, invece, verso nord lungo la via Marmilla. Percorsa circa un’ottantina di metri, svoltiamo a destra nel Vico Marmilla, e, dopo una cinquantina di metri, prendiamo a destra la via Sardegna. La seguiamo verso sud per una sessantina di metri e vediamo, alla destra della strada, al civico numero 13, l’edificio che ospita la Cantina Lilliu, una importante Cantina vinicola di Ussaramanna. I quattro ettari di terra della Cantina Lilliu sono coltivati a vite ormai da 15 anni con una prevalenza delle varietà di uva Cannonau e Bovale. In piccole quantitaà produce anche Cabernet, Merlot, Sirah e Malvasia di Cagliari. L’esposizione della vigna va da est ad ovest in leggero declivio, mentre la composizione del terreno è un disfacimento marneo basaltico. La Cantina non fa uso di prodotti chimici, niente diserbanti, niente pesticidi e niente concimi artificiali. Le vigne vengono seguite e curate con strategie naturali che proteggono e rafforzano la pianta. Come in naturopatia, Pietro Lilliu applica sulle foglie della vite una soluzione di alghe marine. Un prezioso regalo del mare che crea una patina protettiva capace di respingere i raggi solari più aggressivi, che brucerebbero la pianta, facendo filtrare solo l’energia positiva che rende più forte e sana la vite. |
Il Municipio di UssaramannaEvitata la deviazione per la visita alla chiesa parrocchiale di San Quirico Martire, proseguendo verso nord lungo la via Marmilla, percorso circa un centinaio di metri, ossia una ventina di metri dopo la deviazione nel Vico Marmilla che ci ha portati nella via Sardegna, si vede alla destra della strada l’edificio nel quale si trova il Municipio di Ussaramanna, che ospita la sua sede e gli uffici comunali. un’apposita sezione del sito Comunale è dedicata al giornale del Paese Pispisalla Soramannesa, ed un’apposita risorsa è dedicata allo Sportello lingua Sarda. La ex chiesa sconsacrata di Santa Maria del CarminePassato l’edificio nel quale si trova il Municipio, proseguiamo verso nord lungo la via Marmilla per altri cento metri, ed arriviamo a un incrocio, dove da destra arriva la via 4 Novembre, ed a sinistra parte la via Dante Alighieri. Svoltando a sinistra, prendiamo la via Dante Alighieri, la seguiamo per una settantina di metri, e prendiamo verso destra la via Roma. Dopo una trentina di metri, parte sulla destra la via Roma, e, parallela a questa, prima di prenderla, si trova una salita che porta all’ingresso della Ex chiesa di Santa Maria del Carmine. Edificata alla fine del sedicesimo secolo come piccolo Santuario, è stata poi sconsacrata nel settecento. È divenuta, quindi, la sede del Monte Granatico o monte Frumentario, ossia dell’antica Banca del grano, un Istituto per il prestito del grano agli agricoltori con l’obbligo della restituzione dopo il raccolto. Successivamente restaurata, viene attualmente utilizzata dal comune come sala congressi. I resti del Nuraghe complesso San PietroDa dove parte la via Roma, proseguiamo lungo la via Dante Alighieri che, in centoventi metri, ci porta alla chiesa parrocchiale di San Quirico Martire, fiancheggiando il sul lato sinistro ed arrivando allo slargo dove si trova la sua facciata. Qui, di fronte alla chiesa, partono quasi parallele due strade, più a sinistra la prosecuzione della via Dante Alighieri, mentre leggermente più a destra la via Alfonso lamarmora. Presa la via Alfonso lamarmora, dopo un’ottantina di metri arriviamo a un bivio, dove a destra prosegue la via Alfonso lamarmora ed a sinistra parte la via del Nuraghe. Seguendo quest'ultima, dopo un centinaio di metri si trova, alla sinistra, la salita di accesso al Nuraghe San Pietro che si erge a 165 metri sul livello del mare, sulla sommità di una collina nell’immediata periferia del paese. Il Nuraghe prende il nome dalla chiesa di San Pietro, che è oramai scomparsa. Quattro distinte campagne di scavo hanno, in parte, evidenziato lo sviluppo planimetrico del complesso, costituito da una torre centrale ed un bastione quadrangolare, con quattro torri equidistanti, orientate verso i quattro punti cardinali, ma la maggior parte del Nuraghe è ancora interrata. Le quattro torri laterali hanno forma circolare, e sono collegate tra loro da cortine murarie rettilinee. Le strutture sono realizzate in massi irregolari di pietra sovrapposti in filari orizzontali, il paramento esterno della torre è realizzato in conci di basalto, quello interno, invece, in marna e arenaria. Quattro distinte campagne di scavo hanno evidenziato che a torre centrale, che è meglio conservata rispetto al resto della costruzione, raggiunge un’altezza residua di sette metri. L’ingresso si apre con un largo corridoio strombato provvisto di una copertura ogivale, oggi in parte crollata. Il mastio contiene una camera circolare, costruita con blocchi di arenaria, nella quale si aprono due nicchie contrapposte. All’interno della camera si possono riconoscere alcune nicchie ricavate negli spazi intercorrenti tra blocchi del filare posto a circa metà altezza del vano, e alla sua sinistra si trovano i resti di una scala anulare che veniva utilizzata per accedere ai piani superiori, parzialmente coperta, che si interrompe, dopo qualche gradino, e conduceva sulla cresta dell’edificio. Di fronte al vano scala, si trova una garitta. Vecchi e nuovi scavi effettuati in zona hanno evidenziato, all’esterno del Nuraghe, un insieme di diversi ambienti rettangolari, il cui impianto probabilmente si deve far risalire all’età romana. Il parco FuntaneddaRitorniamo a dove avevamo imboccato la via Alfonsa lamarmora. La seguiamo fino al bivio dove, invece di prendere a sinistra la via del Nuraghe, proseguiamo verso destra lungo la via Alfonso lamarmora. Seguita questa strada per duecento metri, da essa parte sulla destra la via Trento. La prendiamo e vediamo, subito a destra, una fontanella che è rivestita con la forma di un Nuraghe, mentre proseguendo, alla sinistra della strada si trova il Parco Funtanedda un bel parco alberato. Il Campo Sportivo Comunale di UssaramannaPresa la via Trento, percorsi trecentocinquanta metri, prima che essa esca dall’abitato come Strada Comunale di Ussaramanna, si vede alla sinistra della strada l’ingresso del Campo Sportivo Comunale di Ussaramanna. Si tratta di un Campo da Calcio, in grado di ospitare 50 spettatori, con fondo in terra ed erba tenuto però molto male. In questo campo gioca le sue partite casalinghe la squadra Medio Campidano Ussaramanna, squadra di Seconda Categoria, girone e Sardegna. Visita dei dintorni di UssaramannaVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Ussaramanna sono stati portati alla luce solo i resti dei Nuraghi complessi San Pietro, che si trova nella periferia dell’abitato, ed anche del Nuraghe complesso su Sensu, situato a nord ovest dall’abitato, che però non e ancora stato scavato. La chiesa campestre di San Lorenzo MartireDal Municipio di Ussaramanna, prendiamo verso sud la SP46 e la seguiamo per ottocento metri, fino ad incrociare la via Dante Alighieri, la prendiamo verso destra e la seguiamo per centottanta metri, poi prendiamo la deviazione a sinistra, la seguiamo per settecento metri ed arriviamo a un bivio dove prendiamo a sinistra, dopo trecentocinquanta metri deviamo a destra, e, in una sessantina di metri, troviamo alla destra della strada la chiesa campestre di San Lorenzo Martire. Ci si può arrivare anche dal centro di Ussaramanna, prendendo la via Trento che esce dall’abitato come Strada Comunale di Ussaramanna, passato il Campo Sportivo Comunale proseguiamo per duecentocinquanta metri, poi svoltiamo a sinistra e, dopo centocinquanta metri, prendiamo a destra, proseguiamo per centottanta metri, poi deviamo a destra, e, in una sessantina di metri, troviamo alla destra della strada la chiesa. La chiesa campestre di San Lorenzo Martire che si trova a un paio di chilometri dal paese tra ulivi secolari e vegetazione tipica della macchia mediterranea, è stata edificata nel quattordicesimo secolo, ed è l’unica struttura rimasta dell’antico villaggio di Ussaredda, dalla cui estinzione si deve l’origine dell’antico borgo di Ussaramanna. Intorno alla chiesa sono presenti blocchi, laterizi, e ceramiche romane, a testimonianza di antichi insediamenti. L’edificio sacro ha una struttura molto semplice, costituita da un unico ambiente, coperto da capriate in legno. Dalla chiesa provengono due tavole di un Polittico raffiguranti uno San Rocco e l’altro San Sebastiano, realizzati dal Maestro di Oliena e attualmente custoditi nella Pinacoteca nazionale di Cagliari. La tavola di San Sebastiano, lo rappresenta con il corpo trafitto dalle frecce, mentre San Rocco, accompagnato da un cane, è colto nell’atto di indicare la piaga presente nella gamba sinistra. Presso la chiesa, ogni anno si svolge nel mese di agosto la Festa popolare di San Lorenzo, una solenne Festa religiosa che si caratterizza per la sua processione accompagnata dal canto del rosario e dalla musica delle launeddas. Questa processione, molto sentita dalla popolazione, è seguita dalla messa, durante la quale i fedeli si affidano con le proprie preghiere al Santo, nella speranza di ricevere da lui le grazie. A seguito, come tradizione, si svolge la Festa civile, tra le più importanti del territorio della Marmilla, occasione per il rientro in paese di numerosi emigrati, che aspettano il mese di agosto per riunirsi a familiari e amici. I resti del Nuraghe complesso su SensuDa dove abbiamo raggiunto la chiesa campestre di San Lorenzo, percorriamo ancora centocinquanta metri ed arriviamo a un bivio, dove prendiamo a sinistra, dopo ottocentocinquanta metri, al successivo bivio, prendiamo di nuovo a sinistra, proseguiamo per seicentocinquanta metri, poi prendiamo a destra e, dopo duecento metri, vediamo, alla sinistra della strada, l’altura, alla sommità della quale si trovano i resti del Nuraghe complesso su Sensu situato a 338 metri di altezza. Si tratta di un Nuraghe complesso del quale si ignora l’esatta struttura, essendo ancora completamente interrato. Il Nuraghe su Sensu è costruito interamente in basalto. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Ussaramanna ci recheremo a vistitare Turri che vedremo con il parco degli Ulivi secolari ed i dintorni nei quali si trova il Nuraghe Serissi. |