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Villanovaforru con i siti archeologici nei dintorni tra i quali l’importante complesso nuragico di Genna Maria


In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita della Marmilla. Da lunamatrona proseguiremo per Villanovaforru che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trovano diversi siti archeologici tra i quali l’importante complesso nuragico di Genna Maria.

La regione storica della Marmilla

La MarmillaNella Sardegna centro meridionale, a cavallo del confine che separa la Provincia di Oristano da quella del Sud Sardegna, c’è una zona chiamata Marmilla della quale qui visiteremo la parte settentrionale. I comuni che fanno parte della Marmilla Settentrionale, in Provincia di Oristano, sono: Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Baradili, Baressa, Curcuris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Nureci, Pau, Pompu, Ruinas, Senis, Simala, Sini, Siris, Usellus, Villa Sant’Antonio, Villa Verde. I comuni della Marmilla Meridionale, in Provincia del Sud Sardegna, sono: Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Gesturi, las Plassas, lunamatrona, Pauli Arbarei, Sardara, Segariu, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villamar, Villanovaforru, Villanovafranca. Nella Marmilla meridionale spicca incontrastato il colle di las Plassas, famoso per la sua forma mammellare, che a quanto pare avrebbe dato il nome al territorio circostante. Questo colle aveva in antichità al suo apice un capezzolo gigante attraverso il quale Madre Natura dava nutrimento a tutti i Sardi. Il paesaggio è prevalentemente collinare e comprende la Giara di Gesturi, la Giara di Siddi, la Giara di Serri, l’altopiano di Genoni ed il bacino del rio Mannu d’Isili. Le attività principali della zona sono l’agricoltura ed il turismo.

In viaggio verso Villanovaforru

Villanovaforru: veduta dei dintorniPer raggiungere Villanovaforru da lunamatrona, dovremmo continuare verso sud ovest con la SP49, ma dal centro di lunamatrona non possiamo prenderla dato che è senso unico in direzione inversa. Dal centro prendiamo, quindi, verso sud la via Risorgimento, che uscendo dall’abitato va ad immettersi sulla SP5. Le seguiamo per circa un chilometro, poi arriviamo a uno svincolo dove prendiamo a destra la via della Circonvallazione che, in ottocentocinquanta metri, sbocca sulla SP49, la strada provinciale che collega lunamatrona con Villanovaforru, che prendiamo verso sinistra. Prima di arrivare a Villanovaforru si incontra un bellissimo paesaggio, fatto di ampie colline, che si sviluppano tutto intorno alla strada provinciale. Seguiamo la SP49 in direzione sud ovest per poco più di tre chilometri ed arriviamo all’interno dell’abitato di Villanovaforru. Seguendo questa strada, dal Municipio di lunamatrona a quello di Villanovaforru, abbiamo percorso 6.0 chilometri.

Il comune chiamato Villanovaforru

Villanovaforru: veduta dell’abitatoVillanovaforru-Stemma del comuneIl comune Villanovaforru (nome in lingua sarda Biddanoa Forru, altezza metri 310 sul livello del mare, abitanti 611 al 31 dicembre 2021) si estende nella parte nord occidentale della provincia, a sud dei colli Marmilla. L’abitato è raggiungibile tramite la SS131 di Carlo Felice, che dista circa sei chilometri. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate dato che si raggiungono i 408 metri di quota. Sino alla metà del novecento era un piccolo centro agricolo quasi totalmente sconosciuto, poi, in seguito alla scoperta del Nuraghe Genna Maria e all’apertura del Museo Archeologico, è diventato un centro legato anche all’ambito archeologico e culturale.

Origine del nome

Il nome viene attestato nelle Rationes Decimarum dell’anno 1342 con la frase rectore Ville Nove de Fernu, e successivamente nell’anno 1388 viene chiamato Villanovaforru. Si tratta di un nome composto da Villanova, di chiaro significato, e dal termine sardo campidanese Forru, con il significato di Forno.

La sua economia

Villanovaforru: dolci tipiciSi tratta di un comune collinare che, accanto alle tradizionali attività agricole, ha sviluppato il turismo archeologico e culturale. Il settore economico primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta, ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. Il settore secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti alimentare, tra cui il lattiero caseario, e dell’edilizia. Interessante è l’artigianato artistico con il ricamo di scialli e tovaglie, con la lavorazione della ceramica, e con la lavorazione a intaglio del legno. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Propone numerosi itinerari turistici, è diventato un punto di riferimento di importanza internazionale grazie alla scoperta del Nuraghe di Genna Maria, ed ha costituito, insieme ad altri borghi della Marmilla, il Consorzio turistico Sa Corona Arrubia per la valorizzazione, la promozione e lo sviluppo dell’intera zona. Le strutture ricettive, che comprendono un agriturismo, offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Offre, inoltre, la possibilità di gustare i semplici ma genuini prodotti locali, tra cui i dolci Pistokkus de Kappa, Amarettus e Pastissus.

Brevi cenni storici

I primi insediamenti umani nel suo territorio risalgono all’epoca nuragica. Dopo i Fenici, la Sardegna viene occupata militarmente dai Cartaginesi, che danno origine alla civiltà punico sarda che dura per secoli, che nemmeno i Romani, venuti dopo, riescono a soppiantar del tutto. I primi insediamenti di tipo comunitario sorgono probabilmente tra Musius e Funtana Manna, dove sono stati trovati molti cocci e muretti che fanno pensare a delle costruzioni. Dei viottoli nascosti e segreti uniscono questi rioni a Pinn'è Maiolu, e forse una traccia di questi viottoli può essere ancora oggi individuata in Su Buidinu, il budello, uno strettissimo vicoletto della lunghezza di oltre 70 metri che viene spesso utilizzata come scorciatoia. I Romani hanno lasciato numerose tracce della loro presenza, basti pensare alle numerose tombe venute alla luce durante gli scavi per l’impianto di vigneti nelle regioni Is Melas, Santa Caterina, Stuppoi. Nel 534 dopo Cristo, la Sardegna passa sotto il dominio bizantino, e con loro si diffonde nell’isola il Cristianesimo. Secondo la tradizione, la villa viene fondata in questo periodo da alcuni abitanti di Forru, l’attuale Collinas. Nel Medioevo appartiene al Giudicato di Arborea, nella curatoria della Marmilla, ed ecclesiasticamente appartiene alla diocesi di Usellus, che verrà unita a quella di Ales e Terralba nel 1503. Nel 1342, il presbitero Anthonio Arduni rectore Ville Nove de Fernu, paga una decima alla Santa Sede. Nell’atto della pace tra Eleonora d’Arborea e Giovanni d’Aragona del 1388, presenzia con tre soli rappresentanti che vengono citati come il Majore Ville Noa de Forru ed i due Juratis. Dopo la caduta del Giudicato di Arborea, passa sotto il diretto controllo della Corona d’Aragona, e successivamente viene incorporato nella conte di Quirra, feudo dei Carroz. Nel 1603 la conte viene eretta a Marchesato e concessa in feudo ai Centelles de Riusech, ai quali seguono gli Osorio de la Cueva Castelvi, sino all’abolizione dei feudi fatta da re Carlo Alberto nel 1839 Villanovaforru diventa comune autonomo nel 1848, all’interno della Provincia di Isili e soppressa questa, nel 1859 viene annesso alla Provincia di Cagliari. Nel corso del novecento, il comune di Villanovaforru nel 1927 viene aggregato al comune di Collinas, dalla quale nel 1946 viene nuovamente separato. Il 17 luglio 1977, nella chiesa di Villanovaforru viene introdotta, per la prima volta nella storia recente della Sardegna, la celebrazione della messa in lingua sarda. Del comune di Villanovaforru nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova del Medio Campidano, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Villanovaforru

Villanovaforru-Gruppo Folk su Enau di VillanovaforruA Villanovaforru è attivo il Gruppo Folk su Enau di Villanovaforru, il cui significato è La primavera, che si propone di partecipare a tutte le manifestazioni religiose, culturali e folkloristiche con l’intento di divulgare il patrimonio culturale della Sardegna, e si esibisce in balli coreografici tipici della Marmilla con il passo scandito dalle note della fisarmonica, che immancabilmente caratterizza la Festa religiosa e popolare. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Villanovaforru si segnalano, il 20 gennaio, la Festa di San Sebastiano; la domenica più vicina la 15 maggio, la Festa di Sant’Isidoro, Santo protettore degli agricoltori, che partecipano alla processione in onore del Santo con i propri trattori; il 17 luglio, la Festa di Santa Marina, nella chiesa campestre a lei dedicata; il 15 agosto, la Festa dell’emigrato; il 4 ottobre, la Festa patronale di San Francesco; l’8 dicembre, la Festa della famiglia.

Visita del centro di Villanovaforru

Villanovaforru: centro storicoL’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Il centro abitato di Villanovaforru ha la topografia tipica del seicento, quando viene fondato sotto gli Spagnoli, il paese è stato realizzato con un impianto urbanistico basato su una via principale e sulle secondarie che la intersecano ortogonalmente. La struttura delle abitazioni del centro storico ha conservato i tratti tradizionali dell’architettura locale, ma la maggior parte delle abitazioni non possiedono che un piano rialzato, quasi tutte si affacciano direttamente sulla strada e qualcuna ha il balconcino. Nonostante i riadattamenti, è possibile ancora notare diversi grandi portali in legno, attraverso i quali un tempo transitavano i carri da trasporto.

La piazza Costituzione che è il cuore del paese con il Monumento ai Caduti

Villanovaforru: la piazza CostituzioneSeguita la SP49 per tre chilometri e quattrocento metri da dove la avevamo imboccata provenendo dalla via della Circonvallazione di lunamatrona, la strada provinciale scorre a nord dell’abitato di Villanovaforru con il nome di viale dei Pioppi, e passa con un breve viadotto sopra il viale degli Ulivi. Villanovaforru-Monumento ai CadutiSuperato il viadotto, seguendo le indicazioni prendiamo la deviazione subito a sinistra che conduce al parcheggio. Proseguendo raggiungiamo il viale degli Ulivi, che arriva da sinistra, e girando verso destra prendiamo la sua prosecuzione verso il centro, che è la via Marmilla, che si dirige verso sud. La via Marmilla, in un centinaio di metri, ci porta nella centralissima Piazza Costituzione La piazza della Parrocchiale dedicata a San Francesco d’Assisi, che è il cuore del paese. Arrivando, vediamo che su di essa si affacciano il Museo Archeologico a destra, il Municipio di fronte, e la chiesa parrocchiale sulla sinistra. Nella piazza, sulla destra, proprio di fronte all’ingresso del Museo Archeologico, si trova il Monumento ai Caduti Che ricorda i caduti in Guerra del paese di Villanovaforru.

Il Museo Archeologico Genna Maria

Villanovaforru: Civico Museo Archeologico Genna MariaVillanovaforru: Civico Museo Archeologico Genna MariaArrivando nella piazza Costituzione dalla via Marmilla, alla destra della piazza si trova il bel palazzetto ottocentesco che originariamente ha ospitato la casa Comunale, la Scuola elementare, oltre alla Guardia nazionale, e che dal 1905 è stato riadattato per essere destinato a sede del monte di Soccorso, una istituzione presente a Villanovaforru almeno dagli inizi del diciannovesimo secolo, meglio conosciuta come Monte Granatico, nata intorno al 1624 con l’intento di fornire ai contadini i cereali per la semina a tassi agevolati. Dal 1982 ospita il Museo Archeologico Genna Maria disposto su due piani, che conserva numerosi e preziosi reperti rinvenuti non solo nel territorio di Villanovaforru, ma anche in altri paesi, quali Collinas, lunamatrona, Siddi e Gesturi. La Sala nuragica propone gli oggetti dell’epoca nuragica ritrovati tra gli ambienti del villaggio ed in particolare il ricchissimo corredo della cosiddetta Casa a corte centrale, abitazione composta da più vani che si aprono sul cortile interno; le vetrine della saletta posteriore contengono frammenti di oggetti datati dal sedicesimo al quattordicesimo secolo avanti Cristo; nella saletta d’accesso al piano superiore è posizionato il plastico che riproduce la collina di Genna Maria con il complesso nuragico, e le sue vetrine contengono reperti provenienti da varie aree della campagna di Villanovaforru. La Sala prenuragica ospita reperti databili a partire dal terzo millennio avanti Cristo, rinvenuti in diversi comuni della Marmilla. La Sala Pinn ’e Maiolu, conserva le testimonianze dell’omonimo villaggio nuragico ubicato nell’immediata periferia del paese, frequentato almeno sino all’epoca altomedievale. La grande Sala punico romana nel piano superiore è dedicata ai ritrovamenti effettuati con gli scavi del Nuraghe di Genna Maria e da altre aree del territorio Comunale e dei paesi circostanti, e con gli oggetti votivi dedicati al culto di Demetra e Core. Si conclude la visita del Museo con la Sala medioevale, Con reperti di epoca medioevale provenienti da varie aree della Marmilla.

Villanovaforru: Civico Museo Archeologico Genna Maria: la sala nuragica Villanovaforru: Civico Museo Archeologico Genna Maria: la sala prenuragica Villanovaforru: Civico Museo Archeologico Genna Maria: la sala Pinn ’e Maiolu Villanovaforru: Civico Museo Archeologico Genna Maria: la sala punico romana Villanovaforru: Civico Museo Archeologico Genna Maria: la sala medioevale

Di fianco al Museo Archeologico, sul retro del palazzetto che lo ospita, si trova la Sala Mostre temporanee, nella vecchia casa con cortile e loggiato riadattata per esposizioni culturali di vario genere, provvista inoltre di sala proiezioni e book shop.

La chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi

Villanovaforru: chiasa parrocchiale di San Francesco d’AssisiArrivati nella piazza Costituzione dalla via Marmilla, alla sinistra della piazza, di fronte al Museo Archeologico, si trova la chiesa di San Francesco d’Assisi che è la parrocchiale, edificata nel diciassettesimo secolo in stile gotico aragonese ma successivamente modificata in stile barocco, che è stata restaurata di recente. Nelle Rationes Decimarum dell’anno 1342 la frase rectore Ville Nove de Fernu attesta che la chiesa era già esistente almeno dal quattordicesimo secolo, ma la prima testionianza scritta che la riguarda risale solo al 1592, quando riceve la visita pastorale del Vescovo Pietro Clemente. Prima di allora era composta da un semplice edificio rettangolare senza cappelle, poi, forse nella prima metà del Seicenti, vengono aggiunte le tre cappelle nel lato settentrionale, ed allungata l’aula con la realizzazione del presbiterio, del coro, e dell’altare maggiore che nel 1604 viene descritto di legno dipinto, con una nicchia centrale fra due colonne ritorte e dedicato a San Francesco. Nel 1787 viene eretto l’attuale altare in marmo, conservando nella parte alta l’altare ligneo, che nel 1933 viene rimosso e collocato nella Cappella dell’Immacolata. Il fonte battesimale in marmo viene realizzato nel 1900, e dal 1983 il battesimo si somministra nell’originario fonte, risalente al 1600 e sistemato all’interno di una nicchia. Il pulpito in marmo policromo barocco risale al 1925, e nel 1941, al centro della fiancata meridionale, viene costruita un’ultima cappella, comunicante con l’esterno grazie all’ingresso secondario che si apre dietro il campanile. Durante i restauri del 1981, sotto la la pavimentazione vengono portate alla luce undici tombe del periodo in cui l’area cimiteriale si trovava all’interno e nei pressi della chiesa, che sono state lasciate ben visibili, protette da lastre in cristallo. La chiesa ha un impianto con orientamento da est verso ovest, col sagrato rialzato di quasi due metri rispetto alla piazza sulla quale si affaccia. Il prospetto frontale formato da cantoni a vista in arenaria, culmina con un profilo curvilineo, presenta un ampio portale e, nella parte superiore, un finestrone rettangolare, recentemente impreziosito da una vetrata. Il campanile, a pianta quadrata, costruito nel 1912 in sostituzione di quello originario a vela che era fornito di un orologio pubblico, termina con una cupoletta ottagonale. Tra gli arredi, oltre all’altare maggiore in marmo ed a quello antico in legno, si possono segnalare la seicentesca vasca battesimale a base rettangolare in pietra, la campana del presbiterio datata 1723, l’acquasantiera posta sulla destra dell’ingresso principale risalente al diciassettesimo secolo, ed una moderna via Crucis in ceramica realizzata dallo scultore Claudio Pulli, uno dei maggiori talenti dell’arte sarda nato a Sassari e morto a Cagliari nel 2004.

Villanovaforru: chiasa parrocchiale di San Francesco d’Assisi: facciata Villanovaforru: chiasa parrocchiale di San Francesco d’Assisi: interno Villanovaforru: chiasa parrocchiale di San Francesco d’Assisi: altare maggiore Villanovaforru: chiasa parrocchiale di San Francesco d’Assisi: il portale dell’oratorio

Di fianco alla chiesa di San Francesco d’Assisi, alla sua sinistra, si trova l’oratorio parrocchiale, situato nella sagrestia vecchia, simmetrico con la sagrestia nuova che si trova alla dua destra. In esso si conserva la portantina dorata della Madonna Assunta, col relativo tavolino di sostegno. Nella sagrestia nuova sono conservate le reliquie della Santa Croce e la reliquia di Santa Marina, ambedue con i documenti di autenticità. Attorno alla chiesa era presente il Cimitero, ora sistemato fuori dal centro abitato.

Villanovaforru-Festa di San Francesco d’AssisiA Villanovaforru ogni anno il 4 ottobre si celebra la Festa patronale di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, preceduta da un triduo di preparazione, con una messa in mattinata, nel pomeriggio alle 17 la processione per le vie del paese, accompagnata dal gruppo folkloristico, e seguita dalla messa solenne. alla fine delle celebrazione, si effettua la distribuzione del pane benedetto. Le manifestazioni civili si svolgono dal 2 al 4 ottobre nella piazza Costituzione, con giochi ed intrattenimenti musicali. L’intera organizzazione viene curata da un comitato annuale scelto appositamente da Is Obreris, ossia dai membri che hanno composto il comitato dell’anno precedente.

Il Municipio di Villanovaforru

Villanovaforru-Municipio di VillanovaforruArrivati nella piazza Costituzione dalla via Marmilla, abbiamo visto alla destra della strada il Museo Archeologico Genna Maria, davanti al quale si trova il Monumento ai Caduti, ed alla sinistra la chiesa parrocchialedi San Francesco d’Assisi. Attraversata la piazza, a destra parte la via Umberto I, a sinistra la via Vittorio Emanuele III, e di fronte la via Sardegna, che si dirige verso sud e che può essere vista come una continuazione della via Marmilla. All’inizio della via Sardegna, alla sinistra, ad angolo con la piazza, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Villanovaforru, al civico numero 1 della piazza Costituzione, nel quale si trovano la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini.

Passata la via su Buidinu si arriva alla Funtana Manna

Villanovaforru: dalla via Sardegna parte alla destra il vicolo chiamato via su BuidinuPercorsa una settantina di metri verso sud lungo la via Sardegna, si vede partire sulla destra la caratteristica viuzza chiamata Via su Buidinu ossia il budello, chiamato un tempo Vico I Sardegna, che è uno strettissimo vicoletto della lunghezza di oltre settanta metri, e sbocca sulla via Umberto I che parte dalla piazza Costituzione.

Villanovaforru: la Funtana MannaProseguendo per un’altra trentina di metri, arriviamo all’incrocio della via Sardegna con la via Tirso, e, nello slargo, alla destra, si vede la cosiddetta Funtana Manna un complesso composto da due monumentali fontane situate lungo la vena costante del corso d’acqua denominato Riu Sera, oggi totalmente interrato. In passato le donne si recavano al piccolo spiazzo ed, utilizzando alcune grandi vasche scavate nella pietra che nella parlata locale vengono chiamate Laccus, lavavano gli indumenti, ma questo lavatoio pubblico si trovava completamente all’aria aperta, non protetto da alcuna copertura. Attorno alla metà del secolo scorso, in questo sito, sono state realizzate le due attuali fontane. I due pozzi si trovano in posizione sopraelevata rispetto alla strada, raggiungibili con tre brevi scalinate in pietra, disposte sui lati. Oggi il complesso ha perso l’originaria funzione di approvvigionamento idrico per quasi tutto il paese. Un altro pozzo si trova all’esterno dell’abitato, ed è la Funtana Acqua Frida.

La casa del Cavalier Spanu

Dalla piazza Conciliazione, prendiamo verso ovest la via Vittorio Emanuele III, la seguiamo per circa quaranta metri, fino a che parte sulla destra la via Sanluri. Seguita quest'ultima per una sessantina di metri, alla sinistra, al civico numero 13, si vede l’ingresso della Casa del Cavalier Spanu un’antica abitazione signorile che risale a metà del settecento, ed è una dimora campidanese restaurata, disponibile per eventi e mostre.

Villanovaforru: casa del Cavalier Spanu: ingresso Villanovaforru: casa del Cavalier Spanu: cortile interno

Dove esisteva la chiesa di San Sebastiano Martire

Villanovaforru: campetto alla destra della via San SebastianoDalla piazza Conciliazione, prendiamo verso ovest la via Vittorio Emanuele III, la seguiamo per circa duecento metri e poi prendiamo a sinistra la via San Sebastiano, in un’area che all’epoca era aperta campagna, e si trova sulla destra della strada il campetto che porta la sua intitolazione, sullo stesso punto in cui sino a pochi anni fa, prima che vi fosse realizzato il parco giochi, si rinnovava l’arcaica tradizione del falò, che attualmente si svolge in altro sito.

Qui era ancora in piedi nel 1761 la piccola chiesa di San Sebastiano della quale oggi non rimane più alcuna traccia, ma che viene citata in una nota delle Chiese rurali della diocesi di Ales del 1763, che tradotta dallo spagnolo scrive A Villanovaforru vi sono due Chiese rurali, Santa Marina e San Sebastiano, entrambe senza dote. Sicuramente gli anziani avranno conosciuto le sua mura cadenti, approfittandone per asportare le pietre, da utilizzarsi nella costruzione di case e recinzioni, ed ancora oggi, in alcune abitazioni, sono murati interessanti conci lavorati, anche con fregi e preziose decorazioni scolpite a motivi floreali e simbolici. In particolare, presso il Museo Archeologico, nella Sala medioevale, è esposto un masso in arenaria che rappresenta la scultura mutilata di un elefante con gualdrappa che potrebbe provenire proprio dalla chiesa di San Sebastiano.

Villanovaforru: chiesa di San Sebastiano-resti usati nella costruzione di una casa Villanovaforru: chiesa di San Sebastiano: masso di arenaria esposto nel Museo Archeologico Villanovaforru: chiesa di San Sebastiano: masso di arenaria esposto nel Museo Archeologico

Villanovaforru-Festa di San SebastianoA Villanovaforru la domenica più vicina al 20 gennaio si celebra ancora oggi la Festa di San Sebastiano, in suo onore si accende il falò la sera della vigilia, con l’intento di simbolizzare l’imminente fine dell’inverno e l’arrivo della primavera che rigenera la natura a propiziare la prosperità dei raccolti. A Villanovaforru l’organizzazione di Su Fogadoni, il grande fuoco, è affidata al Gruppo Folk su Enau, con l’allestimento della pira da ardere, che viene benedetta dal parroco, prima di essere accesa. La festa, che si svolge nella serata del sabato, è anche un momento di convivialità gastronomica, con l’offerta di carne arrosto accompagnata da un bicchiere di vino.

La Palestra Comunale

Dalla piazza Conciliazione, prendiamo verso ovest la via Vittorio Emanuele III, la seguiamo per circa duecento metri e poi prendiamo a sinistra la via San Sebastiano, che, dopo circa settanta metri, sbocca sulla via Argiolas. La prendiamo verso destra, ossia in direzione sud est e la seguiamo per un’altra settantina di metri, fino a vedere, alla destra della strada, l’ingresso della Palestra Comunale situata al civico numero 34 della via Argiolas, annessa alla Scuola media di Villanovaforru.

Villanovaforru: il Palestra Comunale: ingresso Villanovaforru: il Palestra Comunale: interno

La Palestra è dotata di tribune in grado di ospitare 60 spettatori, ed in essa si svolgono diverse attività sportive, tra le quali soprattutto la pallavolo. In essa opera la Polisportiva Villanovaforru, l’Associazione Sportiva dilettantistica senza fine di lucro.

Il complesso sportivo Comunale

Dalla piazza Conciliazione, prendiamo verso ovest la via Vittorio Emanuele III, la seguiamo per poco più di trecento metri ed arriviamo a un bivio, dove la via Vittorio Emanuele III prosegue verso destra, mentre noi prendiamo la prosecuzione dritta, che è la via Bonaria. Seguita per una cinquantina di metri, prendiamo a sinistra la via delle grotte ed, in una settantina di metri, vediamo alla destra della strada il vancello del civico numero 8, che è l’ingresso al Complesso Sportivo Comunale di via delle Grotte. Nel complesso sono presenti il Campo da Calcio con tribune in grado di ospitare quasi 500 spettatori, il Campo da Calcetto dove giocare incontri di calcio, ed il Campo da Tennis e pallavolo.

Villanovaforru: complesso sportivo Comunale: ingresso Villanovaforru: complesso sportivo Comunale: Campo da Calcio Villanovaforru: complesso sportivo Comunale: Campo da Calcetto ossia da Calcio a cinque Villanovaforru: complesso sportivo Comunale: Campo da Tennis e pallavolo

Per quanto riguarda le competizioni di calcio a cinque, a Villanovaforru in questo campo gioca le sue partite interne la Società Sportiva VNF C5 Villanovaforru, che milita nel Girone B delle provinciali del Medio Campidano.

Il laboratorio di restauro archeologico

Villanovaforru-Laboratorio di restauro archeologicoDalla piazza Conciliazione, prendiamo verso est la via Umberto I, e la seguiamo per trecentocinquanta metri, dove la strada prosegue con la via lodovico Pusceddu. Qui, al civico numero 1, alla sinistra della strada, si trova l’edificio che ospita il Laboratorio di restauro archeologico una struttura Comunale gestita dalla Cooperativa Turismo in Marmilla, che ospita da diversi anni i laboratori tecnici del Civico Museo Archeologico, nei cui spazi vengono accolti, restaurati ed assemblati migliaia di reperti, in maniera tale da renderli pienamente fruibili prima della loro esposizione al pubblico. Il laboratorio si compone della sala di accoglienza, dove vengono illustrate le attività precedenti gli scavi, le tecniche di scavo e le attività del dopo scavo, ed inoltre la Biblioteca, l’archivio, il laboratorio fotografico, grafico, di restauro ceramico e osteologico, tutti dotati di attrezzature e strumenti innovativi che permettono di studiare i reperti. La visita permette di illustrare ai visitatori le attività svolte, e comprende l’accompagnamento nelle diverse sezioni.

Visita dei dintorni di Villanovaforru

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Villanovaforru, sono stati portati alla luce i resti del villaggio nuragico di Pinn ’e Maiolu; dei Nuraghi semplici Marramutta, e Mori Siliqua; ed anche dell’importante Nuraghe complesso Genna Maria. Già quando siamo arrivati a Villanovaforru da lunamatrona, abbiamo incontrato un bellissimo paesaggio, fatto di ampie colline, che si sviluppano tutto intorno alla strada provinciale.

Villanovaforru: veduta dei dintorni Villanovaforru: veduta dei dintorni Villanovaforru: veduta dei dintorni

Il Cimitero di Villanovaforru

Villanovaforru: Cimitero di VillanovaforruDalla piazza Conciliazione, dove si trova il Municipio di Villanovaforru, prendiamo verso nord la via Marmilla, la seguiamo fino a che questa strada, in un centinaio di metri, termina per continuare sul viale degli Ulivi. Seguiamo il viale degli Ulivi, che passa sotto la SP49 e si dirige verso Siddi, dopo centocinquanta metri, prendiamo la deviazione verso destra seguendo le indicazioni, e, dopo altri circa centocinquanta metri, vediamo sulla sinistra della strada il muro di cinta e l’ingresso del piccolo Cimitero di Villanovaforru.

I resti dell’area archeologica con il villaggio nuragico di Pinn ’e Maiolu

Dalla piazza Conciliazione, prendiamo verso est la via Umberto I, la seguiamo per centoventi metri e prendiamo a destra il Vico I Umberto I, che termina dopo un’ottantina di metri. Al suo termine si trova un ampio spazio aperto che si trova nell’immediata periferia, ed in parte le odierne case ne hanno inglobato gli edifici.

Villanovaforru-resti dell’area archeologica di Pinn ’e MaioluAll’interno di quest'area, utilizzata in passato  come cava di pietre, si trovava l’insediamento chiamato Villaggio nuragico di Pinn ’e Maiolu che è stato portato alla luce nei primi anni ’80 del secolo scorso, durante lo scavo per la realizzazione delle fondamenta di una casa. In base alle leggi di tutela del patrimonio culturale, il terreno è stato espropriato e sono state avviate le indagini archeologiche, che hanno portato alla luce numerosi ambienti di uso abitativo che costituivano il villaggio nuragico, che sono stati frequentati almeno sino all’epoca altomedievale, ed inoltre tracce di un Nuraghe complesso, e quello che è stato definito un pozzo sacro, ancora da scavare. I numerosi reperti in esso rinvenuti sono esposti nel Museo Archeologico Genna Maria. Alcuni ritengono che questo sito potrebbe essere stato il nucleo originario del paese di Villanovaforru.

I resti dell’importante Nuraghe complesso Genna Maria

Villanovaforru: complesso nuragico Genna Maria: il planimetriaVillanovaforru: complesso nuragico Genna MariaDalla piazza Conciliazione, prendiamo verso est la via Umberto I, la seguiamo per quattrocentocinquanta metri, quando questa strada, passato il cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato, va ad immettersi sulla SP49 diretta verso Collinas. Percorsa la SP49 per cinquecento metri, prendiamo a sinistra, seguendo le indicazioni per il Nuraghe, il viale dei lecci, che, in duecento metri, ci porta a vedere alla destra la deviazione che ci porta al parcheggio del Complesso nuragico Genna Maria, che oggi è un imponente complesso archeologico compreso in un parco fitto di alberi, fruibile dai visitatori. Il nome Genna Maria, ossia Porta dei Mari, deriva dal fatto che, verso occidente, dalla collina di quattrocento metri dove si trova il complesso, lo sguardo attraversa tutto il Campidano ed arriva fino a vedere sia il mare di Oristano sia quello di Cagliari. Il sito è stato riportato alla luce solo nel 1977, e dalla collina sono emerse le strutture di un insediamento nuragico costituito da un Nuraghe e da un villaggio di capanne.

Il Nuraghe Genna Maria situato a 394 metri di altezza, è un Nuraghe complesso trilobato, costruito in pietra marnosa, costituito da un mastio centrale al quale sono state successivamente aggiunte tre torri laterali, con un cortile interno. Il monumento è in cattivo stato di conservazione a causa del materiale usato per la costruzione, è infatti realizzato adoperando la tenera roccia locale marnosa e arenacea. Gli architravi e altre parti sotto sforzo sono meglio conservati percè costruiti in materiale vulcanico più resistente. Successivamente è stato realizzato un antemurale difensivo nel quale sono state innalzate sei torri, ed è stato anche rinforzato il bastione con un rifascio murario per circa due terzi del perimetro.

Villanovaforru: complesso nuragico Genna Maria Villanovaforru: complesso nuragico Genna Maria Villanovaforru: complesso nuragico Genna Maria Villanovaforru: complesso nuragico Genna Maria

Molto interessante è il villaggio che circonda il Nuraghe, edificato demolendo parte dell’antemurale, ed è composto da case tra le quali numerose sono quelle con pianta a corte centrale, cioè in diversi ambienti gravitanti intorno ad un cortile centrale scoperto. All’interno delle capanne sono state rinvenute suppellettili per la casa, armi ed altro. Nel villaggio sono presenti i resti di diverse fucine, che fanno immaginare una notevole produzione di oggetti in metallo ed armi. Il villaggio viene abitato sino all’ottavo secolo avanti Cristo, per poi essere abbandonato a causa di un violento incendio. Verrà poi frequentato sporadicamente fino in età punica, intorno al quarto secolo avanti Cristo, quando il Nuraghe, già parzialmente distrutto, viene dedicato al culto della dea Kore, durante la dominazione di Roma trasformato nel culto della corrispondente divinità Cerere. In epoca bizantina risulta ancora utilizzato come Santuario. Sono forti le analogie tra questo villaggio, quello di Sant’Imbenia nei dintorni di Alghero, e quello di Soroeni a lodine.

Villanovaforru: il Nuraghe Genna Maria: tegame e scodella a settori Villanovaforru: il Nuraghe Genna Maria: borraccia decorata Villanovaforru: il Nuraghe Genna Maria: brocca askoide decorata

Nelle aree degli scavi e nella collina di Genna Maria è stata effettuata un’importante opera di rimboschimento, dove prima il paesaggio risultava brullo e spoglio ora si configura come un parco archeologico di grande interesse culturale e naturalistico. Tutto il materiale rinvenuto nel sito, comprese le ceramiche decorate, è visibile nel nel Museo Archeologico Genna Maria.

Le pintadere di Villanovaforru

Villanovaforru: le pintadere rinvenute negli scavi del Nuraghe Genna Maria di VillanovaforruNello studio di Salvatore Sebis e lucio Deriu Le pintaderas della Sardegna nuragica della Prima Età del Ferro è riportata la riproduzione di ben cinque diverse pintadere rinvenute negli scavi del complesso nuragico Genna Maria, delle quali due sono estremamente significative. Il termine Pintadera, parola di chiara derivazione spagnola da Pintado ossia dipinto, è il nome che viene dato a strumenti che servivano forse per decorare il corpo, il pane o i tessuti, ipotesi resa plausibile dal rinvenimento di vari bronzetti raffiguranti offerenti che portano sulla mano sinistra una focaccia decorata con i motivi geometrici che ornavano le pintadere. Ma diversi studiosi hanno ipotizzato che questi particolari dischi con le loro iscrizioni potessero essere degli antichi calendari, dei segnatempo lunari o solari, in uso presso le antiche popolazioni nuragiche.

Villanovaforru: la famosa pintadera solare quadripartita di VillanovaforruUna delle più belle pintadere rivenute in Sardegna è la famosa Pintadera solare quadripartita di Villanovaforru, in terracotta, caratterizzata da otto sezioni incise come nella Pietra di Nurdole rinvenuta a Orani, che, a detta dello studioso Leonardo Melis, che lo pubblica nel 2008 nel suo volume Shardana. I calcolatori del tempo, sarebbe assai simile al Calendario celtico delle stagioni, nel quale sono riportate otto tappe nel percorso dell’anno che simbolizzano altrettante tappe nella vita del dio, che nasce dalla dea, cresce fino a diventare adulto, si accoppia con lei, regna durante l’estate per poi indebolirdsi e morire, dando così inizio al nuovo anno. Comprende le feste solari con i due solstizi ed i due equinozi, e le feste delle stagioni, ciascuna delle quali è posta a circa quaranta giorni dalla precedente e dalla successiva Festa solare. Inizia con l’Equinozio di primavera il 21 marzo, poi la Festa di primavera, il solstizio d’estate il 21 giugno, la Festa del raccolto, l’Equinozio d’autunno il 21 settembre, la Commemorazione dei defunti, il solstizio d’inverno il 21 dicembre, la Festa dei fuochi. Il primo calendario che noi conosciamo bene per la sua forma di ruota a otto parti è stato creato nella città sumerica di Nippur in Mesopotamia nel 3761 avanti Cristo, e originariamente aveva l’aspetto di una + con sovrapposta una x. Aveva il nome di Dn.Gir o Dan.Gir, che significa anche Colui che ha il comando in cielo, ed era il simbolo stesso della massima divinità, che in quel periodo era il sumerico An chiamato anche Anum o Anu in accadico; poi Enlil; ed in seguito il sumerico Nanna chiamato anche Sin in accadico. Da questo segno evolsero le stelle a otto punte che noi ben conosciamo, presenti in numerosi calendari antichi che riportavano sempre la suddivisione in otto parti, che non poteva quindi essere casuale, in particolare al calendario egizio, a quello atzeco, a quello maya, a quello cinese e ad altri.

Villanovaforru: la pintadera a 22 e 37 fori di VillanovaforruIl volume Da Stonehenge a Genna MariaEstremamente significativa è anche la Pintadera a 22 e 37 fori di Villanovaforru. Il professor Nicolino De Pasquale, che aveva studiato l’uso dell’abaco di calcolo Inca ed applicazioni della matematica andina precolombiana, l’uso dell’abaco Tiwanaku, l’uso dell’abaco egizio ed applicazioni della matematica dell’antico Egitto, e si era quindi dedicato alla pintadera di Torralba, ritiene che questa pintadera di Villanovaforru possa essere interpretata come un calendario lunare. Il prezioso disco in terracotta del diametro di circa sette centimetri, presenta quattro incisioni circolari, probabilmente usate per segnare i quarti di luna, un foro centrale per i noviluni, e due corone circolari, una interna con 22 fori e l’altra esterna con 37 fori, nei quali potevano essere inseriti sassolini o semi con la funzione di segnare i giorni. Entrambe le corone hanno una spettacolare, intrinseca simmetria, e dato che 22 più 37 dà 59, e in 59 giorni si hanno due lunazioni, il piccolo disco potrebbe essere interpretato come un calendario a due lunazioni. Riportiamo lo studio del professor De Pasquale.

Il maneggio Comunale

Villanovaforru-maneggio Comunale gestito dall’Associazione AxterixDalla piazza Conciliazione, prendiamo verso est la via Umberto I, la seguiamo per centocinquanta metri, quando la strada inizia a salire, prendiamo sulla sinistra la stretta deviazione nella via Santa Marina. La seguiamo per circa trecento metri, quando questa strada va ad immettersi sulla SP49, che prendiamo verso destra. Seguiamo la SP49 per una cinquantina di metri e prendiamo la deviazione sulla sinistra in una strada bianca, che, in cinquecento metri, ci porta al Maneggio comunale immerso nel verde ad una altitudine di 420 metri, con vista panoramica, offre un ambiente pulito e silenzioso, ideale per chi ama la serenità della campagna. L’impianto si compone una decina di box, di una club house, di due piste all’aperto ed una al coperto. La sua struttura è gestita dall’Associazione Asterix, che oltre ai corsi d’equitazione ed al trekking equestre, si occupa di servizi di ippoterpia. Offre servizi di riabilitazione equestre, escursioni a cavallo per persone esperte, percorsi programmati di particolare interesse, lezioni di equitazione per i meno pratici, sport per disabili, con istruttore del C.I.P., Comitato Paralimpico Italiano.

Villanovaforru-maneggio Comunale gestito dall’Associazione Axterix Villanovaforru-maneggio Comunale gestito dall’Associazione Axterix

La chiesa campestre di Santa Marina Vergine e Martire

Dove la via Santa Marina va ad immettersi sulla SP49, prendiamo quest'ultima verso sinistra, la seguiamo per quattrocento metri, e prendiamo verso destra la deviazione che porta alla chiesa campestre di Santa Marina che sorge sopra il colle che si eleva a sud ovest dell’abitato. La costruzione è molto antica, e, come testimonia un’epigrafe scolpita nel 1686, la cui copia è murata all’esterno di fianco all’ingresso principale, risale al 1280. Riadattata o forse completamente ricostruita nel 1583, anno in cui è stato fabbricato il porticato, come si usava in periodo spagnolo per assicurare riparo ai pellegrini o agli agricoltori che sostavano nei campi durante il caldo periodo del raccolto. realizzata in pietra locale intonacata, è di fattura popolare, molto semplice, con un’aula rettangolare, alla quale nel 1966 sono state aggiunte due piccole cappelle laterali, accessibili anche dall’esterno grazie alle rispettive porte. Sulla parete del presbiterio, vi è una nicchia ricavata nel muro, coronata da un’edicola con semplici fregi, e sostenuta da due semicolonnine modanate. La copertura, che anticamente era in travi di ginepro a sostenere un incannucciato, ha la tipica spiovenza a capanna. Sul portale centrale si trova il campanile a vela, con una campana in bronzo del 1842. Il loggiato si apre frontalmente, con tre archi che ne abbelliscono la struttura. Nel 1995, nell’ultimo restauro, sono stati effettuati importanti interventi per riportare la struttura allo stile originario, eliminando le parti marmoree della metà del secolo, tra le quali i pavimenti, il pulpito, ed anche l’altare, che è stato rimosso e sostituito con una nuova mensa in pietra.

Villanovaforru: chiesa di Santa Marina Vergine e Martire Villanovaforru: chiesa di Santa Marina Vergine e Martire Villanovaforru: chiesa di Santa Marina Vergine e Martire: interno Villanovaforru: chiesa di Santa Marina Vergine e Martire: simulaco della Santa

Villanovaforru: il processione per la Festa di Santa Marina Vergine e MartireQuesta è l’unica chiesa sarda dedicata a Santa Marina di Ourense, una Martire spagnola del secondo secolo. Gli abitanti di Villanovaforru le sono particolarmente devoti, e la Festa di Santa Marina si celebra due volte l’anno, il lunedì e martedì dopo Pasqua, ed il 16 e 17 luglio. La sera prima, il simulacro, che è custodito in parrocchia, viene portato in processione, con i canti paraliturgici, l’Ave Maria e il Rosario cantato in sardo, accompagnando il cocchio trainato dai buoi, ed all’arrivo si celebrano i vespri. Il giorno della festa, dopo la messa solenne, c'è il rientro in serata, al canto del Rosario in sardo.

Villanovaforru: il film 'is frabbicas de Santa Marina' di Piero TattiLe donne anziane di Villanovaforru coltivano appositamente numerose piante di basilico, che, in occasione della Festa di Santa Marinsa, viene benedetto e posto accanto alla statua della Santa. Durante le cerimonie religiose, tutti i fedeli ne prendono un ramoscello che portano nelle proprie abitazioni. Su questa particolare usanza, è stato girato, a Villanovaforru, dal regista villanovese Piero Tatti il film Is frabbicas de Santa Marina, ossia Il basilico regale di Santa Marina. Si tratta di un film sulle tradizioni locali e religiose, girato nel paese, che nel 2007 ha avuto una nomination tra i film religiosi al 61º Festival Internazionale del Cinema di Salerno.

Strutture presenti all’interno del parco di Santa Marina

La chiesa campestre di Santa Marina Vergine e Martire si trova all’interno del Parco di Santa Marina un piccolo parco alberato attrezzato, molto ben curato, nel quale si trovano le Cumbessias, spazi chiusi destinati oggi ad un utilizzo artistico, artigianale e di ristorazione. È presente, inoltre, un’area attrezzata per pic nic, ed anche un Teatro all’aperto.

Villanovaforru: il parco di Santa Marina-e <em>Cumbessias</em> trasformate in laboratori artistico ed artigianali Villanovaforru: il parco di Santa Marina: area attrezzata per pic nic Villanovaforru: il parco di Santa Marina-teatro Comunale

Il Teatro Comunale è uno spazio all’aperto dotato di quasi 500 posti a sedere, che viene utilizzato nel periodo estivo per manifestazioni di vario genere, soprattutto in agosto l’Estate villanovese, con spettacoli vari nel Teatro all’aperto di Santa Marina.

La Funtana Acqua Frida

Villanovaforru: la Funtana Acqua FridaDal centro di Villanovaforru prendiamo la via Sanluri che porta alla casa del Cavalier Spanu. Seguita per centotrenta metri, va ad immettersi sulla via Tirso, dove prendiamo verso sinistra la continuazione della via Sanluri, dopo un centinaio di metri arriviamo a un bivio con a sinistra la via Giovan Battista Tuveri, e continuiamo sulla destra con la via Sanluri. Percorsa per un altro centinaio di metri, arriviamo a un altro bivio con a sinistra la via delle Tamerici, e continuiamo ancora verso destra con la via Sanluri, che ora esce dal paese. La seguiamo per settecento metri, vediamo sulla sinistra l’ampio Parco Acqua Frida con le sue aree attrezzate, ed arriviamo e vedere di fronte a noi la Funtana Acqua Frida un abbeveratoio per animali chiamato in lingua sarda Mitza Acqua Frida, ossia Fonte dell’Acqua Fredda.

Nell’area Comunale di Sanluri si trovano i pochi resti della chiesa di Sant’Antioco Vecchio

A grande distanza dall’abitato, subito oltre i confini tra la sua area Comunale e quella di Sanluri, si trovano i pochi resti della chiesa di Sant’Antioco. Per raggiungerla, proseguiamo verso sud lungo la strada che ci ha portati al parco Acqua Frida, che da questo punto assume il nome di Strada Vicinale da Serra Sparau a Bogodina, la strada di penetrazione agraria che conduce a Sanluri.

Villanovaforru: i pochi resti della chiesa di Sant’AntiocoLa seguiamo per due chilometri e settecento metri, ed arriviamo a vedere, subito alla destra della strada, i pochi resti della chiesa di Sant’Antioco Vecchio ossia Sa Cresi ’e Sant’Antiogu Becciu, che si trova nel territorio del comune di Sardara, a soli trecento metri dal confine con Villanovaforru, che i villanovesi sentono come propria, percè la maggior parte dei terreni che la circondano sono di loro proprietà. Ridotta oramai ad un rudere, l’arco del cui portale era ancora in opera sino a pochi anni fa. Grazie ad alcuni testamenti sappiamo che venne realizzata dopo il 1610 per volontà di alcuni devoti che donarono somme anche per l’edificazione di un loggiato. Gli anziani ricordano che sino al 1910 o 1911, in occasione della Festa di Sant’Antioco alla quale la comunità di Villanovaforru partecipava attivamente, si correva un Palio equestre. La chiesa di Sant’Antiogu Nou, in realtà mai dedicata percè incompiuta, si trova sulla strada che da Sanluri conduce a lunamatrona, la sua storia è misteriosa, i lavori vennero intrapresi al termine del secondo dopoguerra e la tradizione racconta che non vennero mai ultimati a causa di una maledizione.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita della Marmilla. Da Villanovaforru proseguiremo per Collinas il paese un tempo chiamato Forru, dove è nato Giovanni Battista Tuveri, che visiteremo con i dintorni dove si trova la chiesa di Santa Maria Bangiargia con i resti delle Terme e del pozzo di Su Angiu.


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