Villaperuccio con nei dintorni il Santuario Nostra Signora delle Grazie e la grande necropoli di Montessu
In questa tappa del nostro viaggio, da Tratalias ci recheremo a Villaperuccio che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova la grande ed importante necropoli di Montessu. Il Sulcis nella regione storica del Sulcis-IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Il Sulcis (nome in lingua sarda Sa Meurreddìa) si estende nella porzione sudoccidentale dell’isola, parte integrante della regione storica del Sulcis-Iglesiente, ed appartiene alla Provincia del Sud Sardegna ed a quella di Cagliari. I suoi comuni nella Provincia del Sud Sardegna sono Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domus de Maria, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Santadi, Siliqua, Teulada, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Quelli nella città Metropolitana di Cagliari sono Pula, Sarroch e Villa San Pietro, che si trovano però tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nel tratto costiero caratterizzato da ampie spiagge, tra cui spicca Piscinas, con le sue metafisiche dune di sabbia, o la splendida insenatura di Masua, che guarda il faraglione calcareo di Pan di Zucchero. In viaggio verso VillaperuccioNella precedente tappa eravamo arrivati con la SP77 da Sant’Antioco a Tratalias. Da Tratalias, proseguendo, la SP77 passa accanto al lago di Monte Pranu e prosegue verso nord est in direzione di Perdaxius. Dopo circa quattro chilometri e trecento metri, deviamo sulla destra sulla SP79, che si dirige verso est e dopo poco più di altri cinque chilometri arriviamo all’abitato di Villaperuccio. Dal Municipio di Tratalias si raggiunge quello di Villaperuccio in 11.1 chilometri. Il comune chiamato VillaperuccioIl comune chiamato Villaperuccio (nome in lingua sarda Sa Baronia, altezza metri 68 sul livello del mare, abitanti 1.007 al 31 dicembre 2021) si estende nella parte sud occidentale della Provincia del Sud Sardegna, vicino al lago di Monte Pranu. Si tratta di un piccolo centro agricolo situato in una zona pianeggiante, nel cuore del Sulcis, ed è raggiungibile tramite la SS293 di Giba, che dista soli due chilometri dall’abitato. Il territorio Comunale, comprendente l’area speciale del bacino artificiale di Monte Prano che viene considerato solitamente appartenete al comune di Tratalias, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 43 a un massimo di 480 metri sul livello del mare. Origine del nomeIl nome è un composto di Villa e del nome Peruccio, che deriva probabilmente dal nome del proprietario Perúcciu, corrispondente nome personale toscano Pieruccio, diminutivo di Piero. Nella pronuncia locale il paese viene chiamato Sa Baronía, a ricordo dell’antico possesso feudale dei Baroni di Otger. La sua economiaSi tratta di un comune collinare la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo, e l’agricoltura è ancora alla base dell’economia locale. Si producono cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta. Si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Per il secondario, l’industria è costituita da piccole imprese che operano nei comparti dell’industria metallurgica e dell’edilizia. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. È ancora molto attivo l’artigianato locale soprattutto per quanto riguarda la produzione di cestini di vimini e di tessuti di lana molto pregiata. La gastronomia locale offre squisiti primi piatti, soprattutto ravioli di ricotta e gnocchetti, e una vasta produzione di dolci tipici, molto gustosi sono i formaggi ed i vini tra i quali primeggiano il Moscato, il Carignano del Sulcis e il Nuragus. Il paese chiamato non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni, nei quali degna di una visita è senz’altro la necropoli di Montessu. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio è stato frequentato in epoca prenuragica, sino dal Neolitico come testimoniato dai numerosi ritrovamenti, dato che ancora oggi si possono trovare nella campagna che circonda l’abitato punte di frecce in ossidiana e particolari pietre forate utilizzate probabilmente per la caccia, la presenza delle necropoli prenuragiche di Montessu e di Marchianna, e dei numerosi menhir tra i quali quello imponente di luxia Arrabiosa, quello di Monte Narcao, e quelli denominati Is Perdas Croccadas nella località omonima. Frequentato anche nella successiva epoca nuragica, il centro abitato attuale può essere ricondotto al periodo medioevale, quando Villaperuccio fa parte del Giudicato di Càralis e in particolar modo della curatoria del Sulcis. A partire dal 1258 il territorio viene assegnato alla famiglia dei della Gherardesca, e precisamente al conte Gherardo. Dopo l’arrivo degli Aragonesi, la peste del 1348 si abbatte sul paese decimandone la popolazione. Una sollevazione popolare durante la prima guerra tra Mariano IV d’Arborea e Pietro IV d’Aragona provoca ingenti danni, ma, dopo la pace, Villaperuccio riesce ad inviare i propri rappresentanti al Parlamento del 1355. La seconda guerra tra Mariano IV e Pietro IV porta all’occupazione militare da parte delle truppe giudicali. Agli inizi del quindicesimo secolo il centro abitato si è ridotto notevolmente, il feudo viene quindi ceduto ai Baroni di Otger che lo amministrano anche nei secoli successivi. Il paese si riprese completamente solo alcuni secoli dopo ed in particolar modo a partire dal diciottesimo secolo, quando numerose famiglie di agricoltori vi si insediano facendo ripartire l’economia. All’estinzione della famiglia degli Otger il territorio di Villaperuccio non è più infeudato, nel 1821 il comune viene incluso nella Provincia di Iglesias, e successivamente nel 1853 il paese diviene frazione assieme a Nuxis del neocostituito comune di Santadi. Dal 1848 fa parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 della medesima provincia. Nel 1979, grazie ad un referendum locale, Villaperuccio diviene nuovamente comune autonomo separato dal comune di Santadi, perdendo però parte del territorio che sino al 1821 faceva parte del suo feudo. Del comune di Villaperuccio nel 2005, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a VillaperuccioTra le principali feste e sagre che si svlgono a Villaperuccio figurano a marzo, la Sagra dell’Arancio con la Mostra dell’Artigianato, soprattutto di tappeti; la prima domenica di luglio, la Festa della Madonna delle Grazie; ad agosto si svolge la Gara Poetica campidanese; la penultima domenica di agosto, si svolge la seconda Festa in onore della Madonna del Rosario; l’8 ottobre, la principale Festa dedicata alla Madonna del Rosario, che è la Festa patronale di Villaperuccio; a dicembre, si celebra la Sagra di Santa Lucia. Visita del centro di VillaperuccioL’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Arriviamo a Villaperuccio provenendo da Tratalias con la SP79 che, all’ingresso nel paese, si immette sulla SP80 proveniente da Narcao, la quale entrata nell’abitato assume il nome di via Nazionale. La chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna del RosarioEntrati nell’abitato con la SP80 che assume il nome di via Nazionale, procediamo per duecentocinquanta metri, poi prendiamo a destra la via Indipendenza e, dopo un centinaio di metri, vediamo alla sinistra della strada la piazza chiesa, sulla quale si affaccia la chiesa dedicata alla Madonna del Rosario che è la parrocchiale di Villaperuccio. La chiesa viene edificata a partire dal 1855 e consacrata nel 1913, in seguito alla donazione di un proprietario locale, tale Bartolomeo Argiolu devotissimo alla Madonna, che dona numerosi terreni alla parrocchia, in cambio della costruzione di una chiesa nella reale Baronia di Villaperuccio. L’Argiolu possedeva una statua lignea della Madonna del Rosario di grande valore artistico che dona alla chiesa, statua che viene ancora oggi portata in processione durante la Festa patronale. A metà degli anni ’50 la chiesa è stata restaurata ed ha assunto l’aspetto attuale. ?La chiesa attualmente presenta pianta con forma rettangolare. Il prospetto anteriore presenta un paramento murario liscio, coperto da intonaco. A destra dell’edificio svetta alto il campanile, costruito negli anni ’60, che presenta canna quadrata con muratura liscia. All’aula si accede mediante un portale di medie dimensioni, frutto di una recente sostituzione. L’interno è costituito da aula mononavata con copertura lignea a doppia falda, scandita da archi diaframma gravanti su massicci pilastri. Nel lato destro, tre archi a tutto sesto introducono una stretta navata, in uno spazio intercomunicante tramite arcate. Il presbiterio rettangolare, rialzato da due gradini, fa corpo unico con l’aula ed è privo di vano absidale. La parete di fondo è forata in alto da una finestra con arco a sesto acuto da cui l’aula riceve la luce. Altre finestre si aprono nei prospetti laterali. All’interno, collocata sulla base di un alto piedistallo ligneo, si trova la statua della Vergine del Rosario, in legno intagliato policromo, databile al diciottesimo secolo. La Festa della Madonna del Rosario si svolge a Villaperuccio due volte l’anno. La Festa principale è quella che ha luogo l’8 ottobre, in occasione della celebrazione appunto della Madonna del Rosario; mentre una seconda celebrazione ha luogo la penultima domenica di agosto, ed il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo a questi festeggiamenti in onore della Madonna. Gli impianti sportivi di VillaperuccioPassata la piazza della chiesa, la prosecuzione della via Indipendenza è la via Quintino Sella, che, dopo centoventi metri, continua sulla via Santa Lucia. Proseguiamo per una cinquantina di metri, poi prendiamo la deviazione in via Sebastiano Satta sulla sinistra che, in poco più di un centinaio di metri ci porta a vedere, alla destra della strada, gli impianti sportivi di Villaperuccio. All’interno degli impianti sportivi, sono presenti un Campo da Calcio con fondo in erba, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori, nel quale gioca le sue partite casalinghe l’Atletico Villaperuccio, che milita in Prima Categoria, girone B della Sardegna; ed un Campo polivalente, nel quale vengono praticate le descipline di calcio, calcetto ossia calcio a cinque, e tennis. È presente anche, all’altro lato della strada, la Palestra Comunale, nella quale vengono praticate attività ginnico motorie, pallacanestro e pallavolo. Il Municipio di VillaperuccioEvitando la deviazione in via Quintino Sella che ci ha portato alla chiesa parrocchiale ed agli impianti sportivi, riprendiamo la via Nazionale e la seguiamo ancora trecentocinquanta metri, fino ad arrivare a vedere sulla destra la piazza 4 Novembre. Prendiamo la piazza ed, all’altro lato rispetto alla via Nazionale, a un centinaio di metri di distanza, troviamo l’edificio che ospita il Municipio di Villaperuccio, con la sua sede e con gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini. Il Cimitero Comunale di VillaperuccioPassata la piazza 4 Novembre, proseguiamo lungo la via Nazionale e, una cinquantina di metri più avanti, svoltiamo a sinistra nella via del Camposanto. Prendiamo la deviazione nella via del Camposanto e la seguiamo per quattrocento metri, fino a vedere, alla sinistra della strada, il muro di cinta con il portone di ingresso del piccolo Cimitero Comunale di Villaperuccio. Visita dei dintorni di VillaperuccioVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Villaperuccio, sono stati portati alla luce i resti della necropoli di Montessu, della necropoli di Marchianna; dei numerosi menhir tra i quali significativi sono quello di luxia Arrabiosa, Is Pedras Crocadas, di Is Pireddas, ed i molti edificati sul monte Narcao; del Nuraghe semplice Is Mocci; dei Nuraghi complessi Frassu, Muentinu e Munserrau; dei Nuraghi Bau di Marchiana, Conchiledda, Cristu, de Is Animas, de Is Paras, de Magai, de S’Angioni, de su Sparau, Is Caus, Is Grazias, Is Mattas, Is Melonis, Is Murronis, Is Pintus, Is Pireddas, Is Stera, Is Tirongias, luisu Impera, Manigas, Marchiana, Merareddu, Merareddu II, Montessu, Niedda, Perde Fogu, Pintus, di Punta Agostino, S’Arriorgiu, Sedda Braccaxius, Serr ’e Tepuis, Serr ’e Trigus, Serra de Mesu, Serra Sa Perda, Sessini, su Sindigu, tutti di tipologia indefinita. I resti della necropoli di MontessuPresa la via Nazionale verso ovest, usciamo dal centro abitato in direzione nord con la SP80 che lo collega a Narcao. Superato il rio Mannu, dopo un chilometro e mezzo svoltiamo a sinistra e, a un chilometro, troviamo l’ingresso dell’area archeologica nella quale si trova la Necropoli di Montessu scoperta e studiata sin dal 1972 sotto la guida di Enrico Atzeni, professore dell’Università di Cagliari, i cui scavi ed indagini archeologiche continuano ancora oggi. È stata realizzata sui fianchi meridionali del colle di Sa Pranedda, in un’ampia conca trachitica che costituisce un Anfiteatro naturale affacciato sulla piana del rio Palmas. È la più vasta di tutta la Sardegna meridionale sia per estensione che per numero di tombe, si sviluppa con un fronte di oltre un chilometro, e comprende una quarantina di domus de janas scavate nella roccia, alcune delle quali semplici, altre composte da più vani con falsi pilastri di sostegno e decorazioni sulle pareti. Alcune domus de janas sono caratterizzate da motivi incisi a rilievo tra i quali spiccano decorazioni a spirali, motivi geometrici, protomi taurine e denti di lupo. Di straordinario interesse, per tipologia e dimensioni, è la presenza delle cosiddette Tombe Santuario, monumentali cappelle, aperte da portali d’ingresso alti e larghi circa due metri. Di queste due si trovano disposte in posizione diametralmente opposta alle estremità dell’Anfiteatro roccioso naturale, ad oriente Sa Grutta de Is Procus, ossia La grotta dei Porci, e ad occidente Sa Cresiedda, ossia La piccola chiesa, particolari sia per le grandi dimensioni che per l’architettura. La tomba Sa Grutta de Is Procus, ossia la Grotta dei Porci, è una tomba bicellulare a sviluppo longitudinale. Ha un padiglione d’ingresso rettangolare, da una grande apertura del quale si accede al vano centrale, anch’esso a pianta rettangolare, con al centro del pavimento una cavità circolare interpretata come un focolare. L’accesso al vano di fondo è possibile attraverso due ampie aperture ed un piccolo portello situato tra esse. È una delle cosiddette tombe Santuario che, per le dimensioni e la presenza di un’ampia area megalitica all’esterno, è da ritenere sia stata utilizzata per pratiche di culto oltre che funerarie. Sa Cresiedda, ossia la piccola chiesa, presenta un’anticamera quadrangolare la cui volta è crollata, con due grosse aperture che danno sulla camera sepolcrale. Al centro è presente un piccolo portello quadrato dai bordi ben rifiniti, affiancato da due colonne cilindriche. Sul pavimento sono presenti, oltre alle solite coppelle, anche il focolare sacro. In prossimità dell’ingresso sono presentì un menhir e blocchi poligonali di medie dimensioni di non facile interpretazione. È considerata anch’essa una tomba Santuario. Altre due tombe significative sotto l’aspetto della simbologia religiosa prendono il loro nome dai motivi decorativi, incisi o in rilievo, che le caratterizzano, e sono la Tomba delle Spirali e la Tomba delle Corna. La Tomba delle Spirali è caratterizzata da un ampio padiglione quadrangolare da cui si accede all’ipogeo, decorata nell’anticella con denti di lupo in ocra rossa, colore della rigenerazione, all’ingresso da una protome taurina e, nelle celle, da festoni, motivi a candelabro, falsa porta, che indica il passaggio per l’aldilà, e numerose spirali simboleggianti occhi o seni della dea Madre. La Tomba delle Corna è un ipogeo monocellulare a sviluppo verticale con pozzetto d’accesso, provvisto di un gradino a forma di protome taurina. La camera ha il soffitto decorato con motivi simbolici, protomi taurine singole o doppie, con le corna rivolte verso l’alto o verso il basso. Si ritiene che rappresentino il dio Toro, elemento maschile simbolo della fertilità. All’esterno è circondata da una struttura megalitica. Molte tombe presentano nelle pareti tracce di pittura rossa e gialla realizzata con ocra, simbolo di rinascita. Si ritiene che la necropoli risalha al periodo prenuragico, terzo millennio avanti Cristo, ma questo sito funerario viene utilizzato per circa un millennio, durante il quale si avvicendarono le culture di Ozieri, Abealzu-Filigosa, monte Claro, del vaso campaniforme e di Bonnanaro. Nelle tombe della necropoli, a fianco del corpo, venivano deposti gli oggetti di corredo tra cui vasi, armi, pesi da telaio; i corredi trovati a Montessu sono oggi conservati al Museo Civico di Santadi. Intorno alla necropoli si trovano alcuni Nuraghi di tipologia indefinita, e nella pianura nei pressi di Villaperuccio sono presenti vari menhir dello stesso periodo. La frazione Is Grazias con il Santuario di Nostra Signora delle GraziePresa la via Nazionale verso ovest, arrivamo all’incrocio dove parte verso nord la SP80 e verso nord ovest la SP79. Qui prendiamo verso ovest seguendo le indicazioni la strada che, in settecentocinuanta metri, ci porta alla frazione Is Grazias (altezza metri 78, distanza in linea d’aria circa 1.02 chilometri sul livello del mare, abitanti 25). All’interno dell’abitato di questa frazione si trova il Santuario di Nostra Signora delle Grazie, edificato probabilmente al sedicesimo secolo, come suggerisce l’iscrizione di una campana che restituisce la data del 1582. La facciata, conclusa da un terminale piatto sottolineato da una cornice modanata, è unita da un semplice campanile a vela ad unica luce, ed al centro del frontone si apre il portale d’ingresso. La muratura del prospetto anteriore è in parte costituita da conci squadrati di trachite, alcuni dei quali originari ed altri sostituiti a seguito del recente restauro effettuato negli anni novanta del secolo scorso, poiché la chiesa risultava in condizioni assai gravi. Il prospetto posteriore, su cui si apre un oculo sottostante il culmine del terminale a capanna, è quasi interamente coperto da intonaco, poiché la presenza dei conci di trachite e arenaria è limitata agli spigoli. Internamente l’edificio presenta una pianta rettangolare mononavata molto allungata e priva di cappelle laterali, con copertura lignea nella zona presbiteriale, ed orditura in canne sorrette da capriate nell’aula. Nella nicchia con sportello sopra l’altare in pietra, si trova la statua della Vergine delle Grazie, in legno dorato e policromato, databile tra la fine del sedicesimo ed i primi decenni del diciassettesimo secolo. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione alla statua della Vergine delle Grazie presente al suo interno. A Villaperuccio, presso la frazione Is Grazias, la prima domenica di luglio si svolge la Festa della Madonna delle Grazie, con la processione che si svolge nelle strade della frazione e si conclude presso questa Santuario, nel quale si tengono le cerimonie religiose, accompagnate da manifestazioni civili. I menhir chiamati Is Pedras Crocadas a sud dell’abitatoUsciamo dall’abitato di Villaperuccio verso sud con la via Santa Lucia, che ci ha portati verso gli impianti sportivi, e, percorsi circa trecento metri, si cominciano a vedere, alla sinistra della strada, diverse piccole abitazioni e, dietro queste abitazioni, subito a sud delle serre di un vigneto, all’estremità morta di una strada diritta, si trovano i menhir chiamati Is Pedras Crocadas ossia le pietre coricate. Il nome di questi menhir appare piuttosto strano, ma probabilmente essi erano un tempo conosciuti in posizione non eretta, pietre coricate appunto, e sono stati poi risollevati in epoca recente. Si tratta di due pietre che sono oggi in piedi, ed una pietra che cade. La frazione Terrazzu con il menhir di luxia ArrabiosaUsciamo dall’abitato di Villaperuccio verso sud con la via Santa Lucia, che ci ha portati verso gli impianti sportivi, e, percorsi circa settecentocinquanta metri, si vedono, alla sinistra della strada, gli edifici della frazione Terrazzu (altezza metri 64, distanza in linea d’aria circa 0.95 chilometri sul livello del mare, abitanti 47). Nella frazione Terrazzu si trova l’importante menhir di luxia Arrabiosa, e nella zona di Terrazzu vi sono anche altri menhir difficilmente rintracciabili, poiché non indicati da alcuna informazione segnaletica o situati all’interno di terreni privati. All’interno della frazione Terrazzu è ubicato il menhir più grande e imponente che si trova nei dintorni di Villaperuccio, detto Menhir di luxia Arrabiosa. Se il cancelletto di legno che chiude il terreno nel quale si trova il menhir si trova chiuso, basta aprirlo, e ricordarsi di richiuderlo quando si va via. Il monolite, con la faccia principale esposta a sud est, presenta la sezione trasversale trapezoidale con angoli arrotondati, ed è alto circa cinque metri, ma in passato, prima di venir mutilato da un fulmine, doveva essere sicuramente più imponente. Il nome luxia Arrabiosa, ossia Lucia Rabbiosa, è legato ad una gigantessa del luogo, che, secondo una leggenda, avrebbe portato il pesante masso fino a Sant’Antioco per la costruzione del ponte che avrebbe collegato l’isola alla terraferma. Avendo però trovato tale ponte già costruito, luxia sarebbe tornata a casa col pesante carico e, per la rabbia dell’inutile fatica, lo avrebbe scagliato violentemente al suolo. La chiesa campestre di Santa LuciaPassata la frazione Terrazzu, proseguiamo lungo la via Santa Lucia verso sud, e poi la strada si dirige verso ovest. Percorsi circa novecentocinquanta metri, in corrispondenza con l’arrivo di una sterrata da sinistra, vediamo alla destra della strada, a circa centoventi metri di distanza, immersa nel verde della campagna, la chiesa campestre di Santa Lucia. realizzata nel diciannovesimo secolo, purtroppo si trova attualmente allo stato di rudere. Comunque, nel 2018, nell’ambito del programma 100 ChiesE per il recupero di diverse chiesa del Sulcis, la regione Sardegna ha deciso di stanziare un finanziamento per il suo restauro. I resti della necropoli di MarchianaPassata la chiesa campestre di Santa Lucia, proseguiamo per poco più di due chilometri, prendiamo una sterrata sulla destra e la seguiamo per quattrocentocinquanta metri, quindi, passato un guado sul rio Mannu percorribile agevolmente a piedi saltando tra una pietra e l’altra, imbocchiamo un sentiero sulla destra che ci porta alla Necropoli di Marchiana o Marchianna. Si tratta di un sito archeologico situato sul fianco di una collina, molto più piccolo rispetto alla necropoli di Montessu, composto da alcune domus de janas a forno, una delle quali presenta ancora oggi la pietra di chiusura dell’ipogeo. Quando è stato studiato, al loro interno sono stati rinvenute testimonianze delle culture archeologiche della Sardegna prenuragica, tra cui frammenti fittili collegabili alla cultura del Vaso Campaniforme. Accanto alla necropoli erano presenti altre domus de janas andate a distrutte, ed anche altre ancora nascoste e da scavare. Oltre alle domus de janas nella parete di roccia vulcanica sono presenti numerosi tafoni che all’epoca sono usati come ripari sotto roccia. Intorno alla necropoli si trovano alcuni Nuraghi di tipologia indefinita. Verso sud est si trovano le frazioni Matta S’Olia e Is PireddasDal centro di Villaperuccio prendiamo la via Nazionale che si dirige verso sud est, e che continua sulla Cagliari, in direzione di Santadi. Un centinaio di metri dall’inizio della via Cagliari, prendiamo la deviazione a sinistra, dopo duecento metri ancora a sinistra, e, dopo altri duecento metri, a destra, la strada che, in un centinaio di metri, ci porta alla frazione Matta S’Olia (altezza metri 90, distanza in linea d’aria circa 1.27 chilometri sul livello del mare, abitanti 22). La via Cagliari, novecento metri da dove la avevamo imboccata, ci porta all’interno della frazione Is Pireddas (altezza metri 88, distanza in linea d’aria circa 1.45 chilometri sul livello del mare, abitanti 69), al confine con l’area Comunale di Santadi, infatti, subito più avanti, si trovano la Cantina Sociale e la latteria Sociale di Santadi. A sud ovest dell’abitato della frazione, nella campagna, si trova il Nuraghe Is Pireddas, e un poco più a nord, a circa cinquecento metri di distanza verso est dal menhir chiamato Is Perdas Croccadas che abbiamo già descritto, si trova il Menhir di Is Pireddas che in tempi recenti è stato ricomposto e restaurato, ricomponendolo dai tre grossi frammenti nei quali era stato diviso. In direzione di Tratalias ai trova il Nuraghe complesso MunserrauVillaperuccio è conosciuta più per i numerosi resti prenuragici presenti nel suo territorio, in particolare per le necropoli e per i numerosi menhir, che per i resti del periodo nuragico, tra i quali il più significativo è il Nuraghe Munserrau. Presa la SP79 in direzione di Tratalias, dopo poco più di cinque chilometri la provinciale si immette sulla SP77 provenianta da Perdaxius, che prendiamo verso sinistra in direzione del lago di Monte Pranu e di Tratalias.Percorso un chilometro e mezzo, alla sinistra della strada si vede il Nuraghe Munserrau costruito in basalto e localizzato a 88 metri di altezza in posizione panoramica sulla sommità di un rilievo collinare. Appartiene alla tipologia dei Nuraghi a tholos complessi, con ogni probabilità del tipo Ad addizione tangenziale laterale, con una torre principale ed una torre secondaria ad essa addossata. Il mastio ha attualmente tre metri di altezza residua sul crollo, e si presenta in buone condizioni, benché l’ingresso sia occluso dal materiale del crollo stesso. Ad un livello inferiore si trova la torre secondaria, tangente al lato orientale del mastio, che conserva la camera a tholos quasi integra. Il paramento murario è del tipo a filari irregolari, con massi basaltici di medie e piccole dimensioni. La morfologia del sito dove è stato edificato, sulla sommità di un rilievo, ha inoltre condizionato la costruzione del Nuraghe, che ingloba ampi tratti degli spuntoni rocciosi. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Villaperuccio ci recheremo a Santadi famosa per la cerimonia del Matrimonio Mauritano, che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trovano le grotte di su Benatzu e di Is Zuddas. |