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Lei con nei dintorni la necropoli di su Furrighesu, il Protonuraghe Ozzastros ed il nuraghe Pattada


In questa tappa del nostro viaggio, da Silanus ci recheremo a visitare il piccolo borgo agropastorale di Lei che visiteremo con i suoi dintorni dove si trova la necropoli di Su Furrighesu.

La regione storica del Marghine

La regione storica del MarghineIl Marghine (pronuncia Màrghine) prende il nome dalla omonima catena montuosa, non molto estesa ed idealmente collegata alla vicina catena del Goceano, dalla quale nascono molti fiumi tra i quali il Tirso. Il Marghine è un grande altopiano formato da colate laviche post Mioceniche ad opera dei vulcani del Montiferru. I comuni del Marghine sono: Birori, Bolotana, Borore, Bortigali, Dualchi, lei, Macomer, Noragugume e Silanus. Il Marghine presenta un paesaggio variegato, che conserva un patrimonio ambientale eccezionale. Nel Marghine e nella vicina Planargia vive, ad esempio, il grifone, in una delle ultime colonie presenti nel bacino del Mediterraneo. Una piccola parte settentrionale del Marghine si trova nella Provincia di Sassari, mentre la parte meridionale appartiene alla Provincia di Nuoro.

In viaggio verso lei

Nella precedente ultima tappa avevamo visitato Silanus, paese dal quale usciamo verso sud sulla SS129 Trasversale Sarda in direzione di Nuoro, percorsi ancora poco meno di tre chilometri, prendiamo l’uscita verso lei dalla quale svoltiamo a sinistra sulla SP32, che, in poco più di un chilometro, ci porta all’interno dell’abitato di lei. Dal Municipio di Silanus a quello di lei si percorrono 7 chilometri.

Potevamo arrivarci anche uscendo da Silanus in direzione est con il corso Vittorio Emanuele che è una strada locale molto meno comoda, e dopo un chilometro e mezzo prendendo a sinistra, e seguendo la strada che ci porta anch’essa all’interno di lei. In questo caso, dal Municipio di Silanus a quello di lei si percorrono solo 5 chilometri.

Il piccolo comune agropastorale chiamato lei

Lei: veduta del paeseLei-Stemma del comuneIl piccolo borgo agropastorale Lei (nome in lingua Lei, altezza metri 456 sul livello del mare, abitanti 466 al 31 dicembre 2021), edificato su una collina, nella parte centro occidentale della Provincia di Nuoro, sui monti della catena del Marghine. L’abitato è raggiungibile dalla SS129 Trasversale Sarda, che si snoda a soli tre chilometri dall’abitato. Il collegamento ferroviario è assicurato dalla linea che collega Macomer con Nuoro, che ha uno scalo sul posto. La totalità degli abitanti vive nel capoluogo Comunale. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni molto accentuate, che vanno da un minimo di 192 a un massimo di 1.133 metri sul livello del mare.

Origine del nome

Il nome del paese compare per la prima volta nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado con la grafia Lee, successivamente, nel periodo giudicale e in quello spagnolo, viene denominato Ley. Di verosimile origine protosarda, l’origine del nome è poco chiara, sebbene alcuni studiosi l’abbiano considerato attinente alla voce latina Laurus, ossia alloro, o a quella fenicia Lehe, ossia fatica o molestia, che potrebbe riferirsi alla ripida salita che si deve effettuare per arrivare all’abitato.

La sua economia

Il comune di lei ha un’economia basata sulle attività agricole e zootecniche. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante, adto che si coltivano cereali, foraggi, ulivi, viti e altri alberi da frutta. Si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, equini e avicoli. Il settore industriale è pressoche inesistente, e mModesta è anche la presenza del terziario. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Sebbene non figuri tra le mete di maggiore afflusso turistico, offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare delle piacevoli e rilassanti escursioni sui monti del Marghine e sugli interessanti e numerosi siti protonuragici e Nuraghi sparsi sul suo territorio, nonche lungo le sponde del vicino Riodi canales.

Brevi cenni storici

Le origini del suo insediamento sono tuttora incerte. In epoca medievale fa parte del Giudicato di Torres, e successivamente di quello d’Arborea. Il diciottesimo secolo è testimone del suo passaggio al Marchesato del Marghine, e della sua cessione in feudo ai Pimentel e ai Tellez Giron d’Alcantara. Del comune di lei nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro.

Le principali feste e sagre che si svolgono a lei

A lei non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose, tali da richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione del 25 aprile, quando si svolgono i Festeggiamenti in onore di San Marco nella sua chiesa campestre; mentre la Festa di San Marco si ripete nel paese la seconda domenica di settembre; la Festa del Patrono San Pietro si celebra il 29 giugno.

L’evento denominato su Tusorzu

A lei vengono conservate le antiche tradizioni pastorali. Nei primi mesi estivi, ad esempio, nelle campagne del paese è possibile assistere a un evento denominato Su Tusorzu, ossia alla tosatura delle pecore, che rappresenta una importante occasione di incontro per gli abitanti del paese ed i turisti presenti in zona.

Visita del centro di lei

L’abitato, interessato da espansione edilizia, presenta un andamento altimetrico tipico dei paesi di collina. Arriviamo nel paese da sud est, con la SP62, che all’interno dell’abitato assume il nome di corso Vittorio Emanuele.

Il nuovo Cimitero di lei

Lei-nuovo Cimitero di leiArriviamo a lei da sud est con la SP62. Circa duecentocinquanta metri prima del cartello segnaletico che indica l’abitato di lei, troviamo alla destra della strada il Cimitero nuovo di lei, costruito per accogliere i defunti dopo il completamento delle locazioni presenti nel vecchio Cimitero, che si trova all’interno del centro urbano.

La Stazione ferroviaria di lei

Lei: la Stazione ferroviaria di lei prima del recente restauroProseguendo lungo la SP62, passiamo il cartello segnaletico e, dopo trecento metri, passata la curva della strada verso destra, prendiamo sul lato sinistro della strada provinciale la via Stazione, che seguiamo per poco più di cinquecento metri, e che ci porta alla Stazione ferroviaria edificata in un’area campestre a sud ovest dell’abitato. Il fabbricato viaggiatori, al pari di quelli nelle stazioni di Bortigali e Silanus, è edificato nello stile tipico del periodo fascistaanni trenta. Sul lato proveniente da Silanus è affiancato dalla tettoia, con il relativo edificio che veniva utilizzato come deposito merci. Sul lato opposto, in direzione di Bolotana, si trovano il pozzo dell’acqua, un piccolo edificio utilizzato come magazzino, e gli ingressi delle ritirate. Nel mese di gennaio 2012 la stazione si presentava in ottime condizioni, completamente rifatta, sia nei fabbricati che nel piazzale interno e nell’illuminazione notturna, essendo stata sottoposta a lavori di ammodernamento

Il Campo da Calcio di lei

Prendendo una deviazione sulla sinistra, un centinaio di metri prima della stazione, la seguiamo per un altro centinaio di metri ed arriviamo nella regione Mara Era, dove si trova il Campo da Calcio di lei, un campo in condizioni estremamente precarie.

La chiesa di San Michele Arcangelo

Proseguendo lungo la SP62, che assume il nome di corso Vittorio Emanuele, la seguiamo per poco più di duecento metri, ed arriviamo a un bivio, dove, invece di proseguire a destra lungo il corso, prendiamo leggermente a sinistra la via Cesare Battisti. Dopo centottanta metri, arriviamo in piazza San Marco e prendiamo tutto a sinistra la via Giovanni Pascoli, una strada in discesa che, in una cinquantina di metri, ci porta alla piazza San Michele, che si trova sulla sinistra.

Lei: chiesa di San Michele ArcangeloQui si trova la piccola chiesa di San Michele Arcangelo poco più di una Cappella campestre edificata nel tredicesimo secolo, in stile romanico arcaico, che era in origine situata fuori e a poca distanza dall’abitato, a un centinaio di metri dal Cimitero. È un edificio molto semplice, con una unica navata coperta con un tetto a due falde, e conclusa da un abside circolare, che presenta al suo fianco destro, in alto, un semplice campaniletto a vela. La facciata è ingentilita dalla cornice del portoncino realizzata in conci di trachite, e dalla soprastante monofora. La chiesa aveva, un tempo, le Cumbessias, che sono state sostituite ora da un ambiente realizzato sul lato destro in blocchetti di lapillo. La chiesa è stata restaurata di recente.

Il Campu Santu Betzu ossia il Cimitero Vecchio

Dalla via Cesare Battisti, dopo centottanta metri arriviamo in piazza San Marco e prendiamo a sinistra, invece della via Giovanni Pascoli, la via Alessandro Manzoni, che viaggia non in discesa ma un poco più in alto rispetto alla via Giovanni Pascoli. Qui, alla destra della strada, troviamo il Campu Santu Betzu ossia il Cimitero vecchio. Nella piazza antistante, alla destra, si trova il Monumento ai Caduti di lei.

Lei: campu Santu Betzu ossia il Cimitero Vecchio Lei-Monumento ai Caduti

Il Municipio di lei

Lei-Municipio di leiDopo la deviazione al Cimitero vecchio, ritorniamo nella piazza San Marco e prendiamo in direzione nord la prosecuzione della via Cesare Battisti, che è la via su Furraghe. Seguiamo la via su Furraghe per circa cento metri e troviamo, alla sinistra della strada, la piazza John Kennedy, dalla quale parte, sulla sinistra, la via Alessandro Volta. Sulla piazza, a sinistra, ad angolo tra la via Alessandro Volta e la prosecuzione della via su Furraghe, si affaccia l’edificio del Municipio di lei, che ospita la sede e gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini.

La chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo

Lei: chiesa parrocchiale di San Pietro ApostoloPassato il Municipio, prendiamo a destra, verso est, la via Roma e la seguiamo per circa cento metri, fino a che sbocca su una strada che prendiamo verso sinistra, dove assume il nome di via Brigata Sassari, e dopo cento metri prendiamo a sinistra la strada che, in circa cinquanta metri, ci porta nella piazza chiesa. Si tratta di una bella piazza alberata, sulla quale si affaccia, alla sinistra, la chiesa di San Pietro Apostolo che è la chiesa parrocchiale dedicata al Santo patrono del paese. La chiesa è stata costruita nel 1894 grazie ad una donazione privata da parte di tale donna Antonica Serra: Longu vedova Pintore, che la ha fatta edificare a sue spese.

All’interno del paese chiamato lei, il 29 giugno si celebra la Festa di San Pietro Apostolo, che è il Santo patrono del paese, con cerimonie religiose alle quali fanno seguito manifestazioni civili.

Visita dei dintorni di lei

Lettura di 'Ricerche archeologiche nei dintorni di lei'Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di lei, sono stati portati alla luce i resti della domus de janas di su Furrighesu; della Tomba di giganti Cubadda; del Protonuraghe Ozzastros; del nuraghe semplice Pattada; ed anche dei Nuraghi Beraniles, e Santu Martinu, tutti di tipologia indefinita. Sono stati rinvenuti anche, in località Santu Martine, un antico anello di bronzo che nella gemma ha scolpito un cavaliere, e sono stati rinvenuti anche monete, embrici, giare, bronzi, ghiande missili di terracotta, mole asinare di pietra vulcanica. Nei dintorni di lei si trova anche la chiesa campestre di San Marco Evangelista.

I resti della necropoli di su Furrighesu

Lei-tomba della necropoli di su FurrighesuDal Municipio di lei prendiamo a destra, verso est, la via Roma e la seguiamo per circa cento metri, fino a che sbocca su una strada che prendiamo verso destra, dove assume il nome di via S’Iscaleddu. Seguiamo questa strada che esce dall’abitato verso est per circa un chilometro, poi prendiamo a destra una deviazione che, in circa cinquecento metri, ci porta a trovare, subito fuori dal centro abitato, a meno di cinquanta metri dalla riva destra del rio Vacchetta ed a duecentocinquanta metri dalla ferrovia, la Necropoli di su Furrighesu. È costituita da due domus de janas di piccole dimensioni, poco distanti l’una dall’altra. La prima tomba è scavata in un grande banco di trachite, mentre la seconda è scavata in un masso isolato. Nei dintorni sono state rinvenute asce, ossidiane, bracciale di bronzo, attualmente conservati nel Museo Archeologico ed Etnografico Giovanni Antonio Sanna di Sassari.

La chiesa campestre di San Marco Evangelista

Lei: chiesa campestre di San Marco EvangelistaDal centro di lei prendiamo la SP32 verso sud, che ci porta sulla SS129 Trasversale Sarda. La prendiamo verso ovest, al chilometro 82.3, quando la statale prende verso sinistra, imbocchiamo dritti la strada che porta verso Silanus, la seguiamo per novecento metri, poi prendiamo tutto a destra, dopo seicento metri, a un bivio, prendiamo verso sinistra, e dopo poco più di cinquecento metri troviamo, alla sinistra della strada, la chiesa campestre di San Marco Evangelista. La chiesa campestre, pur appartenendo al paese chiamato lei, si trova, però, in territorio di Silanus.

Presso questa chiesa campestre, il 24 e 25 aprile, viene celebrata, con grande e devota partecipazione popolare, la Festa campestre di San Marco Evangelista, ed il 25 è per gli abitanti di lei un giorno di astensione dal lavoro. Dal paese il 24 si svolge la processione religiosa con il simulacro del Santo scortato dalle Confraternite in direzione della chiesa campestre. Le massaie portano in processione anche il pane votivo chiamato Su Pane ’e Santu Marcu, che le loro abili mani hanno lavorato in grande quantità. Per la serata, nel sagrato della chiesa, sono previsti canti e balli accompagnati dal suonatore di organetto e la cena per tutti. Ed il 25 la processione fa rientro in paese, dove per tutta la giornata prosegono le manifestazioni civili e religiose.

La Festa di San Marco Evangelista è particolarmente sentita dalla popolazione di lei, che, la seconda domenica di settembre, la celebra con nuovi festeggiamenti, e con quattro giornate di iniziative che si tengono, però, nel centro abitato.

Il Protonuraghe Ozzastros

Dal centro di lei prendiamo la SP32 verso sud, passiamo il raccordo con la SS129 e prosegioamo sulla continuazione della SP32, che seguiamo per circa un chilometro. alla sinistra della strada, nella campagna, si trovano i resti del Protonuraghe Ozzastros che è, però, ridotto solo ad un cumulo di pietrame.

I resti del nuraghe semplice Pattada

Lei: il nuraghe PattadaProseguendo per altri circa cinquecento metri, si trovano i resti del Nuraghe Pattada. Si tratta di un nuraghe semplice, monotorre, che è conservato solo parzialmente. Ha un diametro di quasi dieci metri, e l’ingresso, ancora integro, introduce in un corridoio oggi scoperto, sul quale si affaccia la nicchia ancora intatta. La camera circolare ha un diametro di tre metri e mezzo, e si trova a un’altezza di tre metri e mezzo dal piano di calpestio attuale. Non ha nicchie, ed in essa si apriva, sopraelevato da terra, l’accesso alla scala inserita nella muratura, che conduceva al piano superiore.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da lei ci recheremo a Bolotana che visiteremo con i suoi dintorni, tra i quali l’ampio parco di Badde Salighes e la chiesa campestre di Santa Maria ’e Sauccu. Con la visita di Bolotana completiamo il nostro viaggio nella regione storica del Marghine.


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