Ardauli affacciato sul lago Omodeo con la chiesa dei Santi Cosma e Damiano
In questa tappa del nostro viaggio, da Nughedu Santa Vittoria ci recheremo ad Ardauli affacciato sul lago Omodeo che visiteremo con il suo centro dove si trova la chiesa dei Santi Cosma e Damiano e con i suoi dintorni con le Chiese campestri. La regione storica del BarigaduSulla sponda meridionale del lago Omodeo, il più grande lago artificiale dell’Isola, si affaccia il territorio del Barigadu uno dei distretti amministrativi dell’antico Giudicato d’Arborea. Il Barigadu è una regione storica della Sardegna centrale che si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano. I comuni che ne fanno parte sono allai, Ardauli, Bidonì, Busachi, Fordongianus, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Sorradile, Ula Tirso, Villanova Truschedu. Ne facevano parte anche i comuni che oggi sono considerati appartenenti alla regione storica del Guilcer. Grazie al clima soleggiato, ma non arido, vi si trovano molte foreste di sughero e di quercia e ovviamente macchia mediterranea, come anche alcune specie di animali rari, come cervi sardi, cinghiali, volpi, lepri sarde e molti tipi di uccelli tra i quali anche l’aquila. Il paesaggio della regione storica del Barigadu è composto da una vasta distesa pianeggiante arricchita da una serie di colline. In viaggio verso ArdauliDal centro di Nughedu Santa Vittoria prendiamo verso sud ovest la via Regina Elena al termine della quale prendiamo a sinistra la via Santa Croce che esce dall’abitato, dopo un chilometro e duecento metri svoltiamo a sinistra nella strada provinciale per Ardauli, la seguiamo per settecento metri, finché si immette sulla SP85 che prendiamo verso destra e, dopo due chilometri e mezzo, La SP85 sbocca sulla SP30, che prendiamo verso destra e Che Ci porta all’interno dell’abitato di Ardauli. Dal Municipio di Nughedu Santa Vittoria a quello di Ardauli si percorrono 5.5 chilometri. Il comune chiamato ArdauliIl comune di Ardauli (nome in lingua sarda Ardaule, altezza metri 437 sul livello del mare, abitanti 782 al 31 dicembre 2021) è un piccolo comune di collina del Barigadu,con un’economia basata sulle tradizionali attività agricole e sulla zootecnia. Il territorio Comunale, comprendente parte dell’area speciale del lago Omodeo, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 102 a un massimo di 641 metri sul livello del mare, e offre un panorama di indiscutibile fascino. Il territorio di Ardauli, particolarmente fertile, mostra tracce di attività agricole svolte in passato, ed in esso si trovano antichi mulini ad acqua, macine in pietra, spiazzi adibiti a lavorazione del grano e vasconi per la pigiatura dell’uva. Origine del nomeIl suo nome è di etimologia oscura e di probabile origine preromana. Secondo una prima ipotesi, il nome potrebbe derivare dalla parola Ardia che significa Guardia, il paese infatti, per difendersi dalle incursioni dei Saraceni, creò una serie di punti di avvistamento, dai quali deriverebbe il nome del paese. Un’altra ipotesi è che il nome derivi da Arda ossia altare, ed Uli ossia toro, ad indicare l’altare del dio Toro. Secondo una terza ipotesi, il suo nome potrebbe derivare dall’illirico Ar-daute che significa Presso il fiume, ed il fiume in questione sarebbe il Tirso, dato che Ardauli sorgesu una pianoro trachitico detto Culunzu Pertuntu, ossia la roccia bucata, secondo una leggenda, usata dai marinai come ormeggio, quando il mare arrivava sino all’attuale vallata, bagnata dal rio Canale, sulla quale si affaccia il centro abitato. Infine il linguista Massimo Pittau rituene che il nome potrebbe essere da confrontare col latino Arduum ad indicare un luogo arduo ossia un’altura ripida e scoscesa, che potrebbe essere di origine etrusca. E d’altronde questa è l’effettiva situazione geomorfica del villaggio di Ardauli, il quale è situato in una costa in forte pendenza. La sua economiaIl perno dell’economia locale resta l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione, e le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, ortaggi, foraggi, vite, olivo e frutteti. Si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini, caprini, equini, e suini. Il settore industriale risulta di dimensioni alquanto modeste; tuttavia si registrano imprese che operano nei comparti della produzione alimentare e dell’edilizia. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale, in grado di soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Tipico della cucina aurdaulese è Sa coccoi che è il pane lavorato, ed inoltre i suoi piatti storici, Sos culurzones de patata cun nebidedda e S'ortau, ai quali è dedicata la manifestazione Declinazioni d’Autunno che si svolge ogni anno a metà ottobre. Il suggestivo panorama che si gode dall’abitato di Ardauli, insieme al suo ricco patrimonio storico e culturale, rappresentano due ragioni sufficienti per attirare un discreto flusso turistico sul posto. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciLe numerose domus de janas e alcuni Nuraghi indicano la presenza di attività umana nel territorio sin dal Neolitico. Nel medioevo appartiene al Giudicato di Arborea facendo parte della curatoria di Parte Barigadu. Nel 1388, i rappresentanti della popolazione sottoscrivono l’atto di pace tra Eleonora d’Arborea e gli Aragonesi. Nel 1420, alla caduta del Giudicato, fa parte del Marchesato di Oristano per passare poi sotto la corona aragonese, insieme alla vicina Neoneli. Inizialmente è un feudo regio, amministrato cioè da funzionari reali e non da famiglie di feudatari. Nel 1655 ad Ardauli nasce Fra Tommaso d’Ardauli, francescano dell’ordine dei Cappuccini, uno dei più eloquenti oratori sacri della sua epoca, nonché provinciale dei Cappuccini, esaminatore sinodale e qualificatore del tribunale dell’Inquisizione. Nel 1774, in epoca sabauda, viene incorporato nel Marchesato di Neoneli, concesso in feudo a Pietro Ripoll. Il feudo rimane ai Ripoll’fino al 1837, quando passa ai Sanjust, per il matrimonio di Maria Angela Ripoll’e Carlo Enrico Sanjust, barone di Teulada. Viene riscattato ai Sanjust nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, quando divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Del comune di Ardauli nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Principali personaggi nati ad ArdauliAd Ardauli sono nati Fra Tommaso di Ardauli, al quale nel 1921 è stata dedicata la principale strada del paese, e don Francesco Antonio Tatti. Il più importante personaggio nato ad Ardauli nel 1655 è Fra Tommaso, un frate cappuccino vissuto a Cagliari tra il diciasssettesimo ed il diciottesimo secolo, sconosciuto agli stessi cappuccini ma citato dai padri della storiografia sarda. Il frate distingue a Cagliari e nelle aree dell’interno come grande predicatore al punto da essere denominato dal vescovo della città la fenice della Sardegna, negli ultimi settant’anni del dominio spagnolo, terminato nel 1720 che è anche l’anno della morte di Fra Tommaso, lasciando il posto a un altro dominio, quello piemontese. Si tratta di un frate predicatore, uno dei pochi di cui restano i sermoni in spagnolo antico contenuti in un volume stmpato a Barcellona, uomo di governo dell’Ordine come padre provinciale, e della chiesa come esaminatore sinodale e qualificatore del tribunale dell’Inquisizione in Sardegna, e uomo di cultura come scrittore sacro e predicatore. |
Un altro importante personaggio nato ad Ardauli nel 1876 è Don Francesco Antonio Tatti, un sacerdote di grande disponibilità umana che inizia la sua missione pastorale a Nuragus nel 1903 come viceparroco, passando poi nel 1906 ad amministrare da parroco Ula Tirso, dove rimane fino al 1943, finché ormai in età avanzata torna nel suo paese natale. Egli, che è un amante sia della storia che della lingua sarda, dedica particolare attenzione allo studio delle erbe medicinali, in quanto capaci di porre rimedio alle tante malattie che, in particolare i poveri, non possono curare per ragioni economiche. Questa sua predisposizione al servizio degli altri lo porta a raccogliere e sperimentare tutta una serie di ricette popolari in campo medico e farmaceutico, che divulga tra la popolazione. Si tratta di una luminosa figura di sacerdote che si distingue per generosità e operosità non solo spirituale, ma anche come persona esperta e capace di curare non solo le ferite dell’anima ma anche quelle del corpo. |
Le principali feste e sagre che si svolgono a ArdauliAd Ardauli è attivo il Coro Polifonico femminile Bonucaminu, nato nel 2005 con l’intento di creare una formazione corale femminile dedita allo studio e alla ricerca della tradizione popolare regionale, nazionale e internazionale, con un occhio di riguardo verso il recupero del patrimonio culturale ardaulese. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Ardauli e contribuiscono a richiamare visitatori dai dintorni si segnalano il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate nella chiesa campestre a lui dedicata con l’accensione di un falò; tra febbraio e marzo, i festeggiamenti del Carnevale, che viene chiamato Su Carrasegare Antigu de Ardaule; le cerimonie legate ai riti della Settimana Santa che culminano con il rito de S'IncontrU; la terza domenica di maggio, la Festa della Madonna del Carmine ed il lunedì successivo la Festa di San Isidoro, due giornate di festeggiamenti che vengono chimati Sa Festa e maju ossia la Festa di maggio; il 23 giugno, la Festa di San Giovanni Battista con l’accensione di un falò in ogni famiglia o in ogni rione; il 25 agosto, la Festa di San Quirico e Santa Giulitta al termine del novenario a loro dedicato; il secondo lunedì di settembre, si celebra la Festa in onore dei Santi Cosma e Damiano; a metà ottobre la manifestazione Declinazioni d’Autunno, che è la Sagra deS’Ortau e de Sos Culurzones de Ardaule; la terza domenica di ottobre, la Festa patronale in onore della Beata Vergine del Buon Cammino; il 2 novembre, Sa die de sos mortos ossia il giorno dei morti, è ancora oggi tradizione andare in giro per il paese e chiedere Sa coccoi, che è il pane lavorato. I festeggiamenti del carnevaleAd Ardauli ogni anno tra febbraio e marzo sis volgonoi festeggiamenti del carnevale, che viene chiamato Su Carrasegare Antigu de Ardaule ed è un evento di rilievo ovvero l’antico carnevale di Ardauli, durante il quale il gruppo S'Intibidu ripropone l’antica maschera di Ardauli ed il rituale che si svolgeva nel periodo del carnevale. Al termine della sfilata delle maschere del carnevale, si svolgono i balli in piazza e il rinfresco. La Festa della Madonna del Carmine e di Sant’Isidoro che viene chiamata Sa Festa e majuLa terza domenica di maggio si svolge la Festa della Madonna del Carmine ed il lunedì successivo la Festa di San Isidoro, due giornate di festeggiamenti che vengono chimati Sa Festa e maju ossia la Festa di maggio. La domenica, nella quale si festeggia la Madonna del Carmine, alla fine della celebrazione religiosa, Sos oberaios, persone che fanno dei voti in questa occasione, effettuano Sa dita de Sa cressia, un’asta simbolica con bellissime composizioni di ciliegie intrecciate, in ricordo della lunga tradizione nella coltivazione di questo frutto nel paese, che vengono proposte come offerta al Santo. Il lunedì successivo si festeggia San'Isidoro, con Sa dita de su trigu, ossia l’asta delle spighe di grano, che vengono anch’esse proposte come offerta al Santo. Per questa Festa si organizza una processione accompagnata da cavalieri, una volta animata dai gioghi dei buoi e oggi dai trattori addobbati a Festa con Sas tracas, nella quale però ancora oggi vi è la presenza di un carro antico trainato dai buoi. La Festa di San Giovanni Battista con il festival itinerante detto diS’abba muda e fogos incantaosIl 24 giugno, nella ricorrenza della sua natività, si svolge la Festa di San Giovanni Battista, per la quale si rinnovano i suggestivi riti legati agli elementi della natura, facendo rivivere i rituali dell’acqua, dei fuochi e dei fiori che nell’antichità si celebravano la notte della vigilia della ricorrenza di San Giovanni Battista. La manifestazione è organizzata da gruppi di cantori che partecipano al festival itinerante ribattezzato diS’aBba muda e fogos incantaos, con un itinerario interno al centro storico che contempla una tappa alla Casa Tatti, sede della Biblioteca Comunale e del Museo Etnografico Le Cose della vita, e nella chiesa intitolata ai Santi Cosma e Damiano, dove si svolge la parte finale del concerto. Questa Festa rievoca una tradizione pagana, con il rito de S'abba muda, ossia dell’acqua silente, per la quale si procede in assoluto silenzio senza mai voltarsi indietro dirigendosi alla fonte per raccolgiere l’acqua che sana i mali del corpo e dell’anima, ed alla stessa maniera, in silenzio e senza mai girarsi, si fa quindi ritorno indietro. Il culto nuragico dell’acqua salutare e la devozione al Santo cristiano, che con l’acqua scacciava la colpa antica del peccato originale, si sono così amalgamati e fusi e si ripetono anno dopo anno. Inoltre un tempo si prevedeva la notte l’accensione di Unu fogone, ossia di falò, in ogni famiglia od ogni rione. In questa sera si sceglievano Sos compares de santu Juanni che sarebbero come gli odierni amici. Si sanciva il patto di amicizia dandosi la mano e saltando il fuoco acceso insieme. La manifestazione Declinazioni d’AutunnoI piatti storici della cucina di Ardauli, Sos culurzones de patata cun nebidedda che sono ravioli tipici ripeni di patate e dell’origano di Argauli, e S'ortau che è una preparazione gastronomica a base di carne di suino insaccata in budello naturale e precotta, hanno ricevuto il riconoscimento ufficiale da parte dell’Accademia nazionale della cucina italiana di piatti tipici ed esclusivi della tradizione di Ardauli. Ogni anno un sabato e domenica verso la metà di ottobre si svolge la manifestazione Declinazioni d’Autunno, che è la Sagra deS’Ortau e de Sos Culurzones de Ardaule, con laoratori di cucina tradizionale, e con degustazione dei prodotti gastronomici tradizionali, altre a numeroa altre manifestazioni civili. Visita del centro di ArdauliL’abitato, che ha conservato la sua impronta rurale, senza lasciarsi condizionare dal cambiamento dei tempi, come dimostra la mancanza di segni di espansione edilizia, è posizionato su un ripiano che domina tutta la vallata sottostante, seguendo il percorso del fiume Tirso fino alla cascata di Taluschi. Il suo andamento altimetrico è quello tipico delle località collinari. L’abitato e caratterizzato da un gran numero di antiche case in pietra a vista del centro storico, che circondano la chiesa parrocchiale della Beata Vergine del Buon Cammino. L’impianto sportivo Comunale polivalenteArrivando da Nughedu Santa Vittoria con la SP80 che si immette sulla SP30, la prendiamo verso destra e seguiamo questa strada provinciale fino a che raggiungiamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, dopo il quale la strada assume il nome di viale Antonio Gramsci. Dopo il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, prendiamo il viale Antonio Gramsci e proseguiamo per un centinaio di metri fino ad arrare a una rotonda, dove prendiamo la terza uscita, che è la via Gaetano Salvemini. Lungo questa strada, dopo poco più di un altro centinaio di metri, si vede alla destra della strada i cancelli di ingresso dell’Impianto sportivo Comunale polivalente di Ardauli. All’interno di questo complesso sportivo si trova per prima la Piscina Comunale, una piscina all’aperto che non è dotata di tribune per gli spettatori, nella quale è possibile praticare come discipline le diverse forme del nuoto in vasca. Sul retro della piscina Comunale, è present un Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, che non è dotato di tribune per gli spettatori. Intorno alla piscina Comunale ed al Campo da Calcetto, si sviluppa la Pista da atletica, nella quale è possibile praticare come discipline l’atletica leggera con le corse su pista ed i salti in estensione. Il Municipio di ArdauliDalla via Gaetano Salvemini torniamo indietro fino alla rotonda, dove prendiamo l’uscita che porta verso la prosecuzione della strada che era arrivata fino ad essa dalla provinciale, e che con il nome di viale Antonio Gramsci porta in direzione nord verso il centro dell’abitato. Percorsi centoventi metri dalla rotonda, dal viale Gramsci si sviluppa sulla sinistra la piazza Giacomo Matteotti, una piazza molto ampia fino alla successiva traversa a sinistra che è la via Giacomo Matteotti. Sulla piazza, dopo un’ottantina di metri, alla sinistra al civico numero 2, si affaccia l’edificio che ospita il Municipio di Ardauli, nel quale si trova la sua sede, e si trovano anche i diversi uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese. Proseguiamo fino alla piazza dell’EmigrantePassato il Municipio di Ardauli, proseguiamo dalla piazza Giacomo Matteotti verso nord lungo la prosecuzione della via Antonio Gramsci, che assume il nome di via Fra Tommaso. Percorsi trecentocinquanta metri, alla sinistra ed alla destra della via Fra Tommaso si apre la bella Piazza dell’Emigrante, nella quale alla sinistra si affaccia il bar Centrale e nella quale il giovedì mattina si tiene il mercato settimanale. Invece a destra la piazza collega la via Fra Tommaso con la via Roma, ed in essa si trovano giardini ed un edificio storico con un bel porticato. La chiesa parrocchiale della Beata Vergine del Buon CamminoDalla via Fra Tommaso, passata la piazza che si apre alla destra, ci immettiamo nella via Roma. Seguiamo la via Roma verso nord. per circa duecento metri, e vediamo aprirsi sulla destra il largo Salvatore Deiana, passato il quale ci immettiamo nella parallela via Brigata Sassari che prendiamo verso sinistra, e, in poche decine di metri, vediamo alla destra della strada l’interessante chiesa della Beata Vergine del Buon Cammino, che è la parrocchiale di Ardauli. Nel tessuto urbano Ardauli conserva, in prossimità della chiesa parrocchiale, numerose case d’epoca costruite in trachite, abbellite da architravi scolpiti secondo lo stile gotico aragonese. I lavori per la costruzione della chiesa parrocchiale vengono avviati per volontà del rettore GiosSanto Cossu, in adempimento alla volontà testamentaria di un suo predecessore, il rettore Sebastiano Dessì, morto nel 1610, che aveva lasciato tutti i suoi beni per l’erezione della nuova parrocchiale. La chiesa viene edificata tra il 1630 e il 1690 in stile gotico sardo catalano con influssi rinascimentali. Il prospetto, in conci vulcanici accuratamente tagliati, si presenta dilatato in orizzontale per la presenza di due antemurarie che fungono da base ai leoni scolpiti a tutto tondo. Sul coronamento a cuspide si apre un ampio rosone cigliato con una ricca decorazione che raffigura animali e piante. Quattro lesene scandiscono la parte inferiore della liscia superficie muraria vibrata solo leggermente da un sottile pittoricismo giocato sulla sobria differenziazione delle tonalità della pietra trachitica ma soprattutto nelle increspature dei rilievi scolpiti con un’incredibile varietà di motivi, in un’efficace sintesi di temi romanici, gotici e classicheggianti. La torre campanaria è settecentesca. La chiesa ha un interno gotico a navata unica realizzata in conci di trachite grigio rosa, voltata a botte, ripartita e rinforzata da sottarchi. Su di essa si affacciano quattro cappelle per lato, sei delle quali a pianta quadrata e volta a botte, mentre le due più prossime al presbiterio sono a pianta ottagonale con copertura a crociera costolonata. La Capilla mayor, leggermente rialzata, ha pianta quadrangolare e copertura a crociera costolonata e gemmata. Ad Ardauli ogni anno, presso questa chiesa parrocchiale, la terza domenica di ottobre si svolge la Festa patronale in onore della Beata Vergine del Buon Cammino, con cerimonie religiose e diverse manifestazioni civili. La piazza con il Monumento ai CadutiDalla chiesa parrocchiale di Santa Maria della Guardia torniamo nella piazza dell’Emigrante, dove prendiamo la prosecuzione della via Fra Tommaso, la seguiamo verso nord per un’ottantina di metri, fino a che parte a destra in discesa la via Cagliari, la seguiamo e, dopo un’altra ottantina di metri, si vede alla sinistra della strada la piazza del Monumento ai Caduti, che si sviluppa tra la via Cagliari e la quasi parallela via Carlo Alberto, e dalla quale parte a volte il festival itinerante S'abba muda e fogos incantaos. Al centro della piazza si vede il Monumento ai Caduti di Ardauli, un monumento che consiste in un ara di marmo posta su un basamento formato da tre gradini di pietra. Sulla facciata el monumento è riportata la frase Ardauli ricorda i suoi caduti, e sulle fiancate sono indicati i nomi di tutti i caduti di Ardauli. Sulla sommità dell’ara è presente una corona di spine in bronzo. La Casa Tatti sede della Biblioteca Comunale e del Museo EtnograficoPassata la piazza del Monumento ai Caduti, prendiamo la strada che la fiancheggia sul lato sinistra, che è la via Carlo Alberto, la seguiamo verso nord per centocinquanta metri, fino a che questa strada termina sulla via San Damiano. Proprio dove sbocca la via Carlo Alberto, sulla via San Damiano, al civico numero 13, si affaccia la splendida struttura a corte denominata Casa Tatti, che oggi è la sede della Biblioteca Comunale, istituita nel 1962, rimasta inattiva dal 1975 al 1992 quando ha ripreso la sua attività, e che attualmente possiede un patrimonio librario e multimediale di circa 9.500 documenti. L’edificio ospita anche il Civico Museo Etnografico di Ardauli intitolato Le Cose della vita, gestito dall’associazione turistica Pro Loco. Nel cortile interno alla Casa Tatti si svolgono spesso eventi e presentazioni. La chiesa dei Santi Cosma e DamianoDa dove siamo arrivati con la via Carlo Alberto, presa la via San Damiano verso destra, in una trentina di metri vediamo alla sinistra della strada aprirsi la piazza San Damiano. Ad essa saremmo potuti arrivare anche dal largo Salvatore Deiana, alla quale aravamo arrivati con la via Roma prima di deviare verso la chiesa parrocchiale, e da qui proseguendo verso nord con la via Roma per una settantina di metri, per poi prendere a sinistra la via San Damiano che, in un centinaio di metri, ci porta a vedere sulla destra la piazza San Damiano. Si tratta di un’ampia piazza con gradinate in pietra per accogliere i fedeli, e sulla quale si affaccia la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, ossia Santos Cosomo e Damianu, che è collocata nella periferia settentrionale di Ardauli. La chiesa, che si ritiene risalga al 1155, viene citata per la prima volta in documenti d’archivio del diciassettesimo secolo, è stata restaurata nel 1684 e nuovamente restaurata e modificata nella facciata nel 1828. La facciata è tripartita con larghe lesene e murature in pietra faccia a vista. Sul portale d’ingresso si apre una finestra rettangolare, ed a è dotata di un campanile a vela posizionato nella parte centrale della facciata principale. All’interno ha un impianto a navata unica divisa in quattro campate da paraste e archi a tutto sesto. Il presbiterio è sopraelevato di un gradino rispetto alla navata. Le murature, in pietrame misto, sono intonacate e tinteggiate, gli archi e le paraste in pietra faccia a vista. Ad Ardauli ogni anno, il secondo lunedì del mese di settembre, dopo lo svolgimento della novena, nella chiesa a loro dedicata all’interno del paese si celebra la Festa in onore dei Santi Cosma e Damiano, con le cerimonie religiose e diverse manifestazioni civili. Il comitato organizzatore, con il contributo della popolazione, in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio della Provincia e del Comune, organizza i festeggiamenti in onore dei Santi Cosma e Damiano che hanno una durata di tre giorni. Essendo i due Santi dei medici, il martedì si svolge la messa alla quale partecipano tantissimi infermi. Le statue dei Santi vengono ricoperte da nastrini colorati, che sono benedetti e poi offerti ai fedeli. Il Cimitero Comunale di ArdauliDal largo Salvatore Deiana, alla quale aravamo arrivati con la via Roma prima di deviare verso la chiesa parrocchiale, proseguiamo verso nord con la via Roma per una settantina di metri, qui evitiamo di prendere a sinistra la via San Damiano e proseguiamo invece dritti seguendo la via Roma, la quale dopo una trentina di metri diventa il viale del Cimitero. Percorso un centinaio di metri lungo il viale del Cimitero, arriviamo a vedere di fronte a noi il muro di cinta, con al centro il diversi cancelli di ingresso, del Cimitero Comunale di Ardauli. Visita dei dintorni di ArdauliPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Ardauli, gli insediamenti individuati coprono un arco di tempo assai lungo e risultano numerosi quelli neolitici, come quello di domus de janas di Muruddu; sono stati inoltre portati alla luce i resti del Nuraghe semplice di Monte Irao sommerso dalle acque del lago Omodeo e visibile quando il livello dell’acqua del lago è basso; del Nuraghe di Monte Calighe di tipologia indefinita; mentre il Nuraghe Bingiales, che un tempo era presente ma in passato è stato distrutto. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. I campi sportivi comunaliDal centro di Ardauli prendiamo la via Fra Tommaso verso sud ed usciamo con la SP30 in direzione di Neoneli. Dal cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato percorriamo trecento metri e, subito dopo l’uscita a sinistra per Funtana lidone, prendiamo seguendo le indicazioni una stretta strada bianca sulla destra che ci porta all’ingresso dei Campi sportivi comunali di Ardauli. All’interno di questo complesso sportico è presente un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, che non è dotato di tribune in grado di ospitare gli spettatori. Accanto al Campo da Calcio, si trova anche un Campo da basket, con fondo in piastrelle, anch’esso senza tribune, nel quale praticare come disciplina la pallacanestro. Il campo di tiro a voloDal centro di Ardauli prendiamo la via Fra Tommaso verso sud ed usciamo con la SP30 in direzione di Neoneli. Dal cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato percorriamo due chilometri, poi prendiamo una deviazione a sinistra in una strada stretta che collega la SP30 con la SP15, la seguiamo per due chilometri e quattrocento metri e vediamo, alla destra, le indicazioni per il Campo di tiro a volo di Ardauli, gestito dal campo di Tiro Club Barigadu. IL’campo è dotato di fondo in terra, e non è dotato di tribune per gli spettatori. La chiesa campestre di Sant’Antonio AbateDal centro di Ardauli prendiamo la via Fra Tommaso verso nord e, da dove parte a destra la via San Damiano, la strada esce dall’abitato come SP30. Da qui percorriamo un chilometro ed ottocento metri e, arrivati a una curva a gomito in discesa verso destra, subito dopo la curva vediamo alla sinistra della strada il cancello che permette l’accesso alla chiesa campestre di Sant’Antonio Abate. Secondo il libro storico composto dal canonico Tatti nel 1947, la chiesa sarebbe stata ricostruita tra il finire del cinquecento ed i primi del seicento dai padri Cappuccini che vi costituirono un eremo e costellarono il territorio di piccole comunità, come quella non distante che ha dato il nome ad una zona, nota come Sos Eremos. Intorno alla chiesa, inoltre sono ancora visibili le tracce di antiche presenze abitative e sepolcrali. È rimasta in abbandono per diversi secoli, tanto che l’arcivescovo Saliano, che la visita nel 1788, la definisce indecente e la interdice al culto, facendo prelevare il quadro che si trovava all’interno e decidendo che la Festa debba essere celebrata nel paese nella chiesa del Carmine. Il suo successore, monsignor Sisternes, la sconsacra nel 1807, ordinando di prelevarne le tegole ed altro materiale che poteva essere utile alla parrocchia. Solo recentemente è stata riattivata grazie ad un intervento che ha preso forma sul finire del secolo scorso, dopo un primo tentativo ad opera di un privato, che si era ripromesso di restaurarla, all’indomani della seconda guerra mondiale. Viene in seguito ricostruita nel rispetto dell’assetto originario ed è composta in blocchi faccia a vista, con prospetto a capanna, portale arcuato e campaniletto a vela, che si erge sul primo contrafforte della fiancata sinistra. L’unica aula, è scandita da due arcate a sesto acuto ed al suo fianco, si trovano alcuni ambienti di servizio. Presso questa chiesa campestre ogni anno il 17 gennaio si celebra le Festa di Sant’Antonio Abate, detto Sant’Antoni de su fogu, termine sardo che significa Sant’Antonio del fuoco ed identifica una Festa sarda che unisce devozione cristiana e riti pagani. Il giorno prima della Festa del Santo, nel pomeriggio, i bambini escono con dei sacchetti e bussando alle porte delle abitazioni di parenti e compaesani chiedono Su panizzeddu, un dolce tipico della tradizione gastronomica a base di mandorle e sapa, ossia mosto cotto, che viene preparato in altri paesi anche per la Festa dei morti il 2 novembre. E la sera del giorno della vigilia, dopo la benedizione da parte del parroco dei tronchi che sono stati raccolti i giorni precedenti, si procede all’accensione di un grance falò, al quale segue l’offerta ai partecipanti da parte degli organizzatori di dolci tipici e di vino. Il novenario e la chiesa campestre di San QuiricoDal centro di Ardauli prendiamo la via Fra Tommaso verso nord e, da dove parte a destra la via San Damiano, la strada esce dall’abitato come SP30. Da qui, dopo un chilometro ed ottocento metri, arrivati a una curva a gomito in discesa verso destra, evitiamo il cancello che permette l’accesso alla chiesa campestre di Sant’Antonio Abate, lo superiamo e proseguiamo verso nord. Arrivati a quattro chilometri da dove è partita la via San Damiano, prendiamo una deviazione a destra che porta al novenario al centro del quale si trova la chiesa campestre di San Quirico, una piccola chiesa affacciata sulle rive del lago Omodeo, a circa 400 metri di altezza, realizzata nell’anno 1101. La chiesa è circondata da alcune Cumbessias, tradizionali abitazioni appartenenti alle famiglie del paese e adibite a ospitarle nei giorni della novena che precede la Festa del Santo, che richiamano una tradizione originaria addirittura dell’età nuragica. La comunità di Ardauli ogni anno esprime la propria devozione a San Quirico e a sua madre Giulitta, due martiri dell’Asia Minore, il cui culto si tramanda da secoli, con la popolazione ardaulese che si reca presso il novenario campestre, per sciogliere annualmente il voto. Durante la persecuzione di Diocleziano ad Iconio, città della licaonia in quella che oggi è la Turchia, si trova Giulitta, donna ricca e nobile, la quale era rimasta vedova con un figlio in tenera età, Quirico. Lasciata la sua città e i suoi averi, per sfuggire alla persecuzione, scende con le sue ancelle verso la Seleucia e prosegue per Tarso, in Cilicia, dove è raggiunta e arrestata col suo bambino dal governatore romano Alessandro, con l’accusa di essere cristiana. Sottoposta a lunghi interrogatori per farla abiurare, rifiutandosi di sacrificare agli dei, confessa la sua fede. Una leggenda narra che Alessandro tiene il fanciullo sulle sue ginocchia. Quirico, vista la madre sofferente e sentite le sue parole, si dichiara anch’egli cristiano e muore scaraventato a terra dal governatore. La madre, pur impietrita dal dolore, resta ferma nella fede e, dopo strazianti torture, viene consegnata al boia per essere decapitata. |
Presso questa chiesa campestre ogni anno il 25 agosto si celebra la Festa di San Quirico e Santa Giulitta, al termine del novenario a loro dedicato. La tradizione vuole che i Santi vengano portati a piedi il 16 agosto dalla chiesa parrocchiale sino alla chiesa campestre in Su cammineddu sardu, una strada di campagna che arriva sino al novenario, e vengono riportati in paese alla fine delle cerimonie. Per l’intera durata del novenario i fedeli dimoravano nelle Cumbessias, dove la sera ancora oggi si organizzano balli e canti. Di grande importanza è Sa notte e Sa chena, la notte della cena, il 19 agosto, quando le famiglie o gruppi di amici si riuniscono per mangiare insieme i piatti locali. Mentre la sera della vigilia il 24, chiamata Sa notte de S’izzadorzu poiché si rimane svegli per vegliare i Santi che rientreranno in paese il giorno seguente, viene organizzata una rassegna culinaria di prodotti tipici del posto, ossia i Culurzones e S’ortau. I festeggiamenti hanno termine il giorno 25 agosto, con la celebrazione della messa alla presenza dei novenanti e degli abitanti di Ardauli e il rientro dei Santi nella chiesa parrocchiale. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Ardauli ci recheremo a Neoneli paese noto per il suo coro di canto a Tenore che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni nei quali si trova l’Oasi Faunistica di Assai. |