Baratili San Pietro famoso per la costruzione de Is Fassonis
In questa tappa del nostro viaggio da Zeddiani ci recheremo a Baratili San Pietro famoso per la costruzione de Is Fassonis, che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni. La regione storica del Campidano di OristanoIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. In particolare, il Campidano di Oristano è una regione della Sardegna occidentale il cui territorio apparteneva anticamente al Giudicato d’Arborea. Si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano, e comprende i comuni di Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Nicolò d’Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu. È un territorio caratterizzato dalla presenza di zone umide di altissimo interesse naturalistico, con specie faunistiche rare. In viaggio verso Baratili San PietroDal centro di Zeddiani prendiamo verso nord ovest la via 4 Novembre, che esce dall’abitato come SP12 e che, in circa tre chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Baratili San Pietro. Dal Municipio di Zeddiani a quello di Baratili San Pietro si percorrono 3.8 chilometri. Il comune chiamato Baratili San PietroIl comune di Baratili San Pietro (nome in lingua sarda Boatiri, altezza metri 11 sul livello del mare, abitanti 1.206 al 31 dicembre 2021), distante appena una diecina di chilometri da Oristano, è particolarmente rinomato per la produzione del vino bianco da dessert, la Vernaccia, che deriva il suo nome dal vitigno tipico che domina il paesaggio pianeggiante nel quale si trova. Si tratta di un comune di pianura, di origini incerte, con un’economia di tipo prettamente agricolo. Il territorio Comunale, situato in una zona importante sotto il profilo geologico e geografico, comprendente l’area speciale stagno Mare Foghe che sfocia nella peschiera Pischeredda appartenente all’area Mar ‘e Pontis dello stagno di Cabras, presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. Origine del nomeIl nome è di origine oscura e incerta, probabilmente di origine preromana. La prima parte del nome, Baratili, trova riscontro in quelli degli altri comuni Bar(r)adel(l)i, Baradilis, Baraduli, Baratoli, Baradili, Barástula, situati tutti in zone pianeggianti, in zone ricche di stagni nei quali vivono anatre di varie specie. E sono tutti da confrontare coi termini toscani Baràttola, barazzuolo, barúzzola, che indicano l’alzàvola, la più piccola e la più comune delle nostre anatre. Comuneque la vasta diffusione e l’antichità di questi nomi sardi esclude del tutto che essi possano derivare dal toscano. La seconda parte del nome, San Pietro, è stata aggiunta per distinguerlo da un altro comune, Baradili, anch’esso in Provincia di Oristano. La sua economiaIl settore primario dell’economia locale è basato l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione. Le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, agrumi, frutteti, olivo e vite. Particolarmente diffusa è la produzione di un vino bianco da dessert, la Vernaccia, un vitigno molto diffuso in Sardegna in un’area geografica limitata tra i comuni di San Vero Milis, Zeddiani e Baratili San Pietro. La produzione della vernaccia nel paese avviene sia a livello artigianale sia a livello industriale. Il nome vernaccia sta ad significare uva vernacula cioè uva del luogo, come affermato dallo scrittore Giuseppe Dessì, che sosteneva che Bevendo vernaccia noi Sardi abbiamo combattuto malaria e malgoverno. Senza vernaccia nessun sardo avrebbe potuto sopravvivere. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, ovini, equini e avicoli. Il settore industriale risulta di dimensioni molto modeste, tuttavia si registrano aziende che operano nel comparto della produzione alimentare e dell’edilizia. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Il paese non rappresenta una meta turistica particolarmente ricercata; si trova tuttavia in una favorevole posizione, che permette di raggiungere in poco tempo l’oasi di Seu e lo stagno di Cabras, ricchi di meraviglie floristiche e faunistiche.L’apparato ricettivo, comprendente vari agriturismi, offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Il paese è noto per la costruzione de Is FassonisA Baratili San Pietro ha svolto la sua attività uno dei pochi artigiani in Sardegna in grado di mantenere viva l’antica arte di costruzione de Is Fassonis, Efisio Canu, il quale ha ereditato quest’arte dalla famiglia che la ha tramandata di generazione in generazione. A Baratili San Pietro qualche anno fa siamo andati a visitare Efisio Canu, che perpetuava l’antica arte della costruzione de Is Fassonis, i Fascioni, le tipiche barche dei pescatori dello stagno di Cabras. Si tratta di imbarcazioni originarie dei paesi di Cabras e di Santa Giusta, usate anticamente per la pesca lacustre, che venivano realizzate coni fasci di fieno palustre, legati insieme con corde di giunco intrecciate, a formare scafi piatti, lunghi circa quattro metri, con la prua appuntita e la poppa tronca che rende più stabile l’imbarcazione. Il materiale e la forma restituiscono all’imbarcazione un’impareggiabile leggerezza che permette una maggior velocità utile in passato sia per la pesca che per la caccia in quanto era anche silenziosa. I pescatori le utilizzarono fino alla fine degli anni sessanta per navigare le impervie zone paludose della zona e vennero sostituite solo agli inizi degli anni settanta da barche di legno più maneggevoli e veloci. Negli stagni spesso, il canneto, in caso di eccessiva salinità delle acque, lascia spazio al falasco, meglio noto col nome sardo di Su Sessini o Su Cruccuri. È proprio con lo stelo dell’infiorescenza di Su Sessini che per tradizione si costruivano Is Fassonis, tre dei quali abbiamo potuto vedere nell’abitazione di Efisio Canu. Due di questi erano destinati alle Università di Cagliari e Sassari, e uno alla città di lima, in Perù, promotrice della regata avvenuta nel luglio 2003 sul lago Titicaca tra Is Fassonis e le Barche di totore, una pianta palustre peruviana. Nel giardino del signor Canu vediamo un’infiorescenza di totore importata in Sardegna ed in casa un modellino di barca della quale notiamo le forti analogie con Is Fassonis. |
Brevi cenni storiciDelle sue vicende storiche si sa ben poco, ma dal momento che recenti ricerche archeologiche hanno individuato tracce di insediamento preistorici in tutto il territorio al nord dello stagno di Cabras, una ricerca più attenta potrebbe forse, individuare tracce di insediamenti anche nel territorio di Baratili San Pietro. Il territorio viene abitato già in epoca fenicia, dipendente da Tharros. Nel Medioevo, nell’undicesimo secolo, appartiene al Giudicato d’Arborea e fa parte della curatoria del Campidano di Oristano col nome di Oiratili, infatti nell’atto redatto il 31 ottobre 1157, il giudice di Arborea Barisone dà, a titolo di donazione per le nozze, a favore della sua sposa, la nobildonna catalana Agalbursa, le tre corti di San Teodoro, Bidoni e Oiratili. In occasione del trattato di pace, stipulato il 31 agosto 1368 e trascritto il 24 gennaio 1388, tra Eleonora d’Arborea e Pietro IV d’Aragona, tra rappresentanti delle ville presenti all’adesione vi erano anche quelli di Baratili, che a quel tempo aveva il nome di Ville de Baratili. Nel 1410, alla caduta del Giudicato, entra a far parte del Marchesato di Oristano, concesso a Leonardo Cubello. Nel 1470, All’estinzione dei Cubello, il Marchesato passa a Leonardo de Alagòn, al quale viene confiscato nel 1477 in seguito alla sua ribellione nei confronti del viceré che non considerava legittimo il passaggio del Marchesato a Leonardo d’Alagon. Dopo la battaglia di Macomèr, l’Alagòn sconfitto si dà alla fuga; ma viene consegnato agli Aragonesi e imprigionato a Jàtiva, luogo in cui rimane fino alla morte. In seguito alla riChiesta dei cittadini di Oristano di mantenere unito il feudo, nel 1479 lo stesso re Ferdinando il Cattolico assume il titolo di marchese di Oristano, e incorpora il feudo definitivamente nel Patrimonio reale, dove rimane sotto la dominazione spagnola sino al 1762 circa, per poi passare sotto la dominazione piemontese. Nel 1767 viene incorporato nel Marchesato d’Arcais, feudo dei Flores Nurra, ai quali è riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Nel 1864 viene cambiata la storica denominazione del comune di Baratili in quella di Baratili San Pietro. Il comune di Baratili San Pietro nel 1928 viene aggregato al comune di Riola Sardo, dal quale nel 1946 viene nuovamente separato. Il comune di Baratili San Pietro nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene trasferito dalla Provincia di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Le principali feste e sagre che si svolgono a Baratili San PietroA Baratili San Pietro è attivo il Gruppo Folk Santu Pedru e Femmiasa de campidanu di Baratili San Pietro, che si esibisce nelle feste che si svolgono nel comune ed anche in altre località, e nelle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale di Baratili San Pietro. Tra le principali feste e sagre che allietano il borgo e contribuiscono a richiamare visitatori dai dintorni, meritano di essere citate a febbraio, le manifestazioni del Carnevale tradizionale baratilese; la prima domenica di maggio, la Festa della Madonna del Rosario, Festa che si ripete la prima domenica di ottobre; la prima o seconda settimana di maggio, la Sagra degli asparagi; il 29 giugno, la Festa patronale di San Pietro; la fine della terza settimana di luglio, la Rassegna regionale del folklore si svolge solo alcuni anni; il 6 agosto, la Festa di San Salvatore che è l’ex patrono del paese, Festa che si ripete il 9 novembre; a chiudere la Festa di San Salvatore, la prima domenica di agosto si svolge la tipica Sagra chiamata la Sagra della vernaccia, con la mostra mercato; l’8 settembre, la Festa della Madonna del Rimedio. Il carnevale tradizionale baratileseIl Carnevale tradizionale baratilese coinvolge tutto il paese, a partire dalla prima domenica dopo Natale fino a martedì grasso. È caratterizzato da balli sardi come Su ballu tundu, accompagnati dal fisarmonicista, posto al centro della piazza, che acquistano particolare intensità a partire dal giovedì grasso detto Sa zobia de perdaiou. Su questo giorno era tradizione preparare e consumare Is gabadiasa de Sa zobia de perdaiou, cioè il piatto tipico del carnevale di Baratili realizzato a base di cotenne, orecchie, nervetti e piedi maiale in gelatina. Il martedì grasso, detto Su mattisi coau, i balli iniziano la mattina per le vie del paese e culminano con Su ballu de Sa zappitta alla presenza dei Zappittatorisi che, con andatura saltellante, fanno la riChiesta di offerte di denaro e battendo il piede per terra e inchinandosi, approvano l’offerta fatta. Questa tradizione è stata ripresa con particolare interesse dal 1974. Attualmente balli mascherati e serate danzanti completano il Carnevale tradizionale. La Sagra della vernacciaDal 1986, la prima domenica di agosto si svolge la tipica Sagra chiamata la Sagra della vernaccia, vino liquoroso Doc e prodotto tipico del paese Baratili San Pietro e dell’oristanese, che chiude la Festa di San Salvatore, con la mostra mercato, con esposizione e con degustazione accompagnata da piatti tipici tra i quali sono peculiari e prelibate le pietanze a base di agnello e coniglio, insaporite dall’vino locale. Si tratta di un importante momento di incontro, sfilate e vendita di prodotti locali, nonchché di degustazioni della vernaccia. La degustazione è arricchita da manifestazioni folcloristiche sarde quali balli, canti e sfilata in costume. L’obiettivo della Sagra è fondamentalmente quello di riporre e favorire la commercializzazione del vino tipico baratilese e, contemporaneamente costituisce un momento di richiamo turistico per il paese, dove l’agriturismo è ormai un settore di sviluppo economico. Visita del centro di Baratili San PietroL’abitato è interessato da una fase di forte espansione edilizia, ed il suo andamento altimetrico è quello tipico delle località di pianura. Nel centro storico del paese si trovano diverse abitazioni dei secoli scorsi, con le finestre e le porte intagliate e decorate con tecniche diverse, e tra l’altro possiamo ammirare il particolare intaglio A fiamma di tradizione islamica, diffuso nell’oristanese dai maestri catalani. Arriviamo a Baratili San Pietro da est con la SP12 provenendo da Zeddiani che, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, entra con il nome di via Roma e precorre tutto il centro da est ad ovest. Il Monumento ai CadutiPercorsi cinquecento metri con la via Roma, svoltiamo a destra nella via Giacomo Leopardi, che in una sessantina di metri porta a uno slargo, al centro del quale è stato posto nel dicembre 2019 il nuovo Monumento ai Caduti di tutte le guerre. Si tratta di un’opera del maestro Roberto Ziranu di Orani, che negli anni e attraverso le sue opere si è costruito una solida fama a livello nazionale. Il nuovo monumeto ha sostituito la statua andata distrutta nel 2017, ed è posta sul monumento realizzato nel 1981 dall’architetto Ottavio Ponti. L’artista Roberto Ziranu e un maestro nell’arte della lavorazione del metallo, ed ha saputo cogliere l’essenza dei ricordi, dei rimpianti e del dolore, compendiandoli in un’opera che costringe l’osservatore a fermarsi e a riflettere sul passato e sulla brutalità delle guerre, ma allo stesso tempo aprendo, nell’animo dell’osservatore attento, una finestra di ottimismo e speranza per un futuro di Libertà e di pace. Il Municipio di Baratili San PietroPercorsi centocinquanta metri lungo la via Roma, svoltimo leggermente a destra in via della chiesa che, in un’ottantina di metri, ci porta a uno slargo alla destra della strada, sul quale verso destra, al civico numero 18 della via della chiesa, si vede la facciata dell’edificio che ospita il Municipio di Baratili San Pietro, nel quale si trova la sua sede e si trovano gli uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese. I servizi sono presenti nell’Area amministrativa con il Servizio Affari Generali e Segreteria, i Servizi Sociali, la Polizia Municipale e lo Sportello Unico per le Attività produttive, il Servizio Demografico, il Servizio Protocollo e Notifiche, e la Biblioteca; nell’Area Finanziaria con il Servizio Finanziario, ed il Servizio Tributi; e nell’Area tecnica con il Servizio Tecnico, l’Edilizia Pubblica, e l’Edilizia Privata. La chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo in passato intitolata a San SalvatoreNella slargo alla destra della via della chiesa, verso sinistra, al civico numero 16, si vede la facciata della chiesa intitolata a San Pietro Apostolo, in passato intitolata a San Salvatore, che è la parrocchiale di Baratili San Pietro. La chiesa, risalente al 1741, ha subito numerosi restauri e modifiche durante i secoli, fino ad essere completamente ristrutturata negli anni sessanta del novecento, conservando però gli affreschi originali nelle capelle dello Spirito Santo, di Sant’Anna e del Rosario. realizzata in stile neoclassico, presenta una facciata a capanna articolata in due specchi da paraste in pietra e culmina con un timpano, che è rivestita in arenaria e presenta gli elementi tipici del Campidano di Oristano. alla sua sommità è stata posta, in sostituzione di quella precedente ormai rovinata dal tempo, la nuova statua di San Salvatore. Sul lato destro della chiesa si eleva l’elegante torre campanaria, a canna quadrata, sormontato da una piccola cupola a cipolla, realizzata nel 1912, interamente costruita in pietra arenaria chiara, e ad ogni piano si notano le belle bifore, finestrelle ad arco divise da una colonnina, che danno luce all’interno e arricchiscono il campanile. All’interno la chiesa presenta una planimetria a croce latina, ha l’impianto a una navata, completata dal presbiterio, e la copertura con volte a botte. Negli anni cinquanta del novecento la chiesa presentava la struttura attuale, dopo i lavori di completamento degli anni 1946 e1947 e il rifacimento della facciata. Le pareti dell’interno, erano ancora tutte affrescate e il pavimento e di piastrellato marmoreo. Nel 1957 il campanile pericolante, è stato ristrutturato e si è proceduto alla nuova fusione delle due campane in cui comparivano le date 1545 e 1662. Sopra il frontale della chiesa è stata innalzata la statua marmorea di San Salvatore. Negli anni sessanta si è effattuata la ritinteggiatura in bianco delle pareti laterali, della volta e dell’abside, mantenendo solo gli affreschi, meglio conservati, delle cappelle laterali dello Spirito Santo, di Sant’Anna e del Rosario. Nel 1964, nella Cappella di Cristo Crocifisso,è stato costruito un altare marmoreo, restaurato negli anni novanta dalla Sovrintendenza. La chiesa conserva all’interno anche un pregevole e bellissimo altare in legno con colonne dorate e attorcigliate. Presso questa chiesa parrocchiale ogni anno il 29 giugno si tiene la Festa patronale di San Pietro, ed il 6 agosto si svolge anche la Festa di San Salvatore che è l’ex patrono del paese, Festa che si ripete il 9 novembre. A chiudere la Festa di San Salvatore, la prima domenica di agosto si svolge la tipica Sagra chiamata la Sagra della vernaccia, con la mostra mercato. Il complesso polisportivo ComunaleDallo slargo nel quale si affaccia il Municipio, prendiamo alla destra della chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo la via Giuseppe Mazzini e, dopo appena una quarantina di metri, svoltiamo a sinistra nella via Amsicora, che passa sul retro della chiesa, la seguiamo per centoquaranta metri e vediamo, alla destra della strada, il cancello si ingresso del Complesso polisportivo Comunale. All’interno di questo complesso, è presente un Campo da Calcio, con fondo in erba naturale, dotato di tribune in grado di ospitare 150 spettatori. Accanto al capo da Calcio, è presente una Pista rettlinea di atletica leggera, che condivide con esso le tribune, nella quale particare attività di atletica leggera ed in particolare le corse su pista. È inoltre presente un più piccolo Campo da Calcio per allenamenti, con fondo in terra battuta, non dotato di tribune per gli spettatori. La Palestra Comunale delle Scuole Medie e gli impnati sportivi correlatiDalla via Roma, arrivati dove avevamo preso a destra la via della chiesa, proseguiamo invece dritti e, dopo un centinaio di metri, svoltiamo a sinistra nella via Oristano, le seguiamo per trecento metri, poi prendiaimo a sinistra la via Giuseppe Garibaldi, e subito a destra la strada che, in una trentina di metri, ci porta di fronte all’ingresso della Scuole Medie di Baratili San Pietro. In queste Scuole Medie è presente la Palesta Comunale, dotata di tribune in grado di ospitare un’ottantina di spettatori, nella quale praticare come discipline la pallavolo, la pallacanestro, diverse Attività ginnico motorie, ed il kickboxing. Accanto alla palestra, in queste Scuole Medie sono presenti un Campo Sportivo all’aperto, nel quale particare attività ginnico motorie, ed un Campo da Tennis, ed entrambi questi campi non sono dotati di tribune per gli spettatori. Il Cimitero ComunaleDalla via Roma, arrivati dove avevamo preso a destra la via della chiesa, proseguiamo invece dritti e, dopo un centinaio di metri, svoltiamo a sinistra nella via Oristano, le seguiamo per duecentoquaranta metri, poi prendiaimo a destra la via papa Giovanni e percorsa un’ottantina di metri, arriviamo di fronte all’ingresso del Cimitero Comunale di Baratili San Pietro, il cui lato destro si sviluppa lungo la continuazione della via papa Giovanni, mentre il lato sinistro si sviluppa lungo un sentiero quasi parallelo. Di fronte all’ingresso è presente in parcheggio per i visitaori del Cimitero. L’azienda Silvio Carta operante nel campo dei liquori e dei distillatiDal punto dove avevamo preso verso sinistra la via Oristano, proseguiamo per cinquecento metri lungo la via Roma e, prima dell’uscita dal paese in direzione di Riola Sardo, al civico numero 2 delal via Roma, alla sinistra della strada, si trova lo stabilimento originario della Silvio Carta, una delle principali aziende sarde che producono vini, liquori e distillati. L’azienda Silvio Carta è una realtà produttiva della Sardegna che ha conquistato il favore del pubblico anche oltre i confini regionali, dedicandosi da subito alla più tradizionale delle produzioni vitivinicole locali, quella della Vernaccia di Oristano. La sapiente vinificazione, il lungo riposo in botte e l’attenta e amorevole cura dell’azienda ha reso questo incredibile vino un’autentica gloria dell’enologia sarda. Sono trascorsi sessant’anni da allora, ma la Vernaccia resta ancora una questione di famiglia. Dopo oltre mezzo secolo Silvio, insieme al figlio Elio al timone già dal 1973, ancora si dedicano alla produzione della migliore Vernaccia di Oristano, ma oggi la Silvio Carta è anche Mirto riserva, london Dry Gin, Vermouth e distillati tipici, distribuiti in tutto il mondo, quali preziosi assaggi di una terra antica e rigogliosa. Dal 2011 l’azienda separa le proprie produzioni attraverso l’utilizzo di due sedi distinte, così, mentre lo stabilimento storico di Baratili San Pietro ritorna all’antica destinazione, cioè la produzione della Vernaccia, il nuovissimo stabilimento di Zeddiani concentra la produzione di liquori e distillati e inaugura la linea dedicata allo sviluppo del progetto destinato alla produzione di olii essenziali. Al successo dell’azienda, che abbina la costante ricerca di soluzioni innovative al rispetto scrupoloso della tradizione, contribuisce ancora ai nostri giorni il fondatore Silvio Carta, con la sua vastissima esperienza. |
Visita dei dintorni di Baratili San PietroVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Baratili San Pietro sono stati portati alla luce solo i resti di un Nuraghe, il Nuraghe Saevoras di tipologia indefinita. Non sono stati portati alla luce altri resti archeologici significativi. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Baratili San Pietro ci recheremo a Riola Sardo che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni che arrivano fino sulla costa della pensola del Sinis. |