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Barì Sardo con la costiera della Marina di Barì e con il lido di Cea


In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo da Cardedu lungo la costa verso nord fino ad arrivare a Barì Sardo dove visiteremo la spiaggia di Marina di Barì e con il lido di Cea.

La regione storica dell’Ogliastra

L’OgliastraL’Ogliastra è una regione centrale della Sardegna orientale, sconosciuta al turismo di massa fino a pochi decenni fa, che affascina ancora oggi per la sua natura selvaggia e per le sue spiagge. I comuni che ne fanno parte appartengono tutti alla Provincia di Nuoro, e sono: Arzana, Barì Sardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Talana, Tertenia, Tortolì, Triei, Ulassai, Urzulei e Villagrande Strisaili. Le sue spiagge sono alternate a piccole cale dalle acque di cristallo, contornate da scogliere di granito che, nella parte alta della regione, diventano di porfido rosso. Si tratta di una regione dal paesaggio aspro e selvaggio, dove rilievi e tavolati si alternano a gole profonde.

In viaggio verso Barì Sardo

Da Cardedu, proseguiamo lungo la costa verso nord con la SS125 Orientale Sarda, che ci porta, dopo cinque chilometri, ad entrare nell’abitato di Barì Sardo. Dal Minicipio di Cardedu a quello di Barì Sardo si percorrono 6.0 chilometri.

Il comune chiamato Barì Sardo

Barì Sardo: veduta dell’abitatoBarì Sardo-Stemma del comuneIl comune di Barì Sardo (nome in lingua sarda Barì, altezza metri 50 sul livello del mare, abitanti 3.830 al 31 dicembre 2021) è un importante centro situato nella parte sud-orientale della Provincia ci Nuoro, sulla costa, a sud dell’altopiano dell’Ogliastra, di tradizione agricola ed artigianale che ha recentemente scoperto la sua vocazione turistica. L’abitato di Barì Sardo, che è circondato dalle colline Su Pranu e Pizz ’e Monti e dagli altopiani vulcanici di Teccu e Su Crastu, è tagliato in due dalla SS125 Orientale Sarda lungo la direttrice da nord a sud, ed è Facilmente raggiungibile anche dalla SS390 di Barì Sardo che ne attraversa il territorio. Si tratta di una nota stazione balneare, ed il territorio Comunale, classificato di collina, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che arrivano a un massimo di 294 metri sul livello del mare.

Origine del nome

Come risulta da documenti dell’anno 1217, in periodo medioevale risultava scritto Bary, con la lettera Y finale, dato che era questa una usanza grafica sarda per indicare la caduta dell’accento sulla vocale finale. Dato che la lingua latina non sopportava l’ossitonia, ossia l’accento sull’ultima vocale, il fatto che si pronunzi Barì dimostra che la sua origine non sarebbe neolatina o neosarda, bensì la sua origine sarebbe da ricercare nello strato linguistico sardiano o protosardo. Probabilmente il nome deriva dall’aggettivo Báralu o Bárrinu, ossia basso, bassottino, piccolo, nano, avendo quindi il significato di bassura o pesantezza del clima. In seguito, nel 1862 il nome ha assunto la forma attuale, accompagnata dal determinante Sardo.

La sua economia

Centro rivierasco, che ha un’economia basata su tutti i settori produttivi. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frutteti, ortaggi, foraggi, ulivi, viti e agrumeti; ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. Nel settore secondario, l’industria fa registrare un discreto numero di aziende che operano nei comparti alimentare, cartario, chimico, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione ed edile. Il terziario si compone di una buona rete distributiva. Barì Sardo: creazione di ceste in canne realizzate completamente a manoTra le attività artigianali più rinomate e tipiche del paese vi è quella tessile, che si distingue per la produzione di tappeti, di cuscini e di coperte in lino, lavorato con la tradizionale tecnica cosiddetta a Pibiónis. Vi sono inoltre, artigiani creatori di ceste in legno e canne realizzate completamente a mano, e creatori di Tagéris, ovvero i vassoi realizzati in legno pregiati tipicamente adoperati per arrosti di carne poi successivamente usati anche per gli antipasti. Per il turismo, si tratta di una frequentatissima meta estiva, con le sue belle e tranquille spiagge ed il suo incontaminato paesaggio, sono particolarmente apprezzate da visitatori e turisti. Oltre la costa della Marina di Bari, interessante è anche la vasta e solitaria spiaggia di Tramalitza, che si prolunga verso sud fino al territorio di Cardedu. Nei suoi dintorni è, inoltre, possibile visitare diversi Nuraghi tra i quali il Moru ed il Sa Iba Manna. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. 

Brevi cenni storici

Il territorio è stato abitata già in età preistorica, nel periodo prenuragico, ossia nel Neolitico, epoca in cui vengono innalzati i menhir e scavate le prime domus de janas. In periodo nuragico, durante l’Età del Bronzo, vengono edificati ben quattrodici Nuraghi e alcune Tombe di giganti. Nel periodo romano esiste, in questo territorio, un presidio detto Custodia Rubriensis, dal nome della popolazione protosarda dei Rubrensi che dimorava in queste terre. L’origine del borgo risale all’alto Medioevo quando, per sfuggire alle incursioni di Vandali e Saraceni, le popolazioni si rifugiano nell’interno, a circa quattro chilometri dalla costa. Nel Medioevo la villa di Barì, che appartiena alla diocesi di Suelli, ha una discreta rilevanza, come dimostra il fatto che è citato in numerosi documenti, ed appartiene al Giudicato di Càralis, nel quale fa parte della curatoria dell’Ogliastra, fino al 1258, quando viene annessa prima dal Giudicato di Gallura e poi dalla repubblica di Pisa. Successivamente diviene possedimento dei Visconti di Gallura. Fa poi parte, dal 1324, del Regno di Sardegna sotto gli Aragonesi, che incorporano il paese nella conte di Quirra, feudo dei Carroz. Dal 1603 la conte viene trasformata in Marchesato, feudo dei Centelles e poi degli Osorio, ai quali fu riscattato nel 1839. Nel 1862, con regio decreto numero 825, Vittorio Emanuele II cambia la storica denominazione del comune di Barì in quella di Barì Sardo, con l’intento di distinguere questo piccolo comune dal più grande e più famoso Bari, capoluogo della regione Puglia. Del comune di Barì Sardo nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Successivamente nel 2003, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro a quella nuova dell’Ogliastra, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, ritorna ad appartenere alla Provincia di Nuoro.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Barì Sardo

Barì Sardo-Gruppo Folk Pro Loco San Giovanni Battista di Barì SardoA Barì Sardo è attivo il Gruppo Folk Pro Loco San Giovanni Battista di Barì Sardo, nelle cui esibizioni è possibilie ammirare il carattteristico costume tradizionale del luogo. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Barì Sardo meritano di essere segnalate, il fine settimana più vicino al 15 maggio, la Festa di Sant’Isidoro; a metà luglio la Sagra di San Giovanni Battista, presso la chiesa in località Sa Marina; il 12 agosto la Festa di San Leonardo, presso la sua chiesa campestre; il 29 agosto, la Festa di San Giovanni Battista; il 30 settembre, la Festa di San Girolamo; l’8 settembre, la Festa della Patrona, ossia la Festa della Beata Vergine di Monserrat; il 22 novembre, la Festa di Santa Cecilia, presso la sua chiesa campestre.

La Festa di Sant’Isidoro

Barì Sardo-Locandina della Festa di Sant’IsidoroNel fine settimana più vicino al 15 maggio, si svolge la Festa di Sant’Isidoro, una Festa che, tra tradizione e fede, riporta alla memoria l’antica anima contadina della comunità, e che nasce come voto per un buon raccolto, dato che Sant’Isidoro è appunto il Santo patrono dei raccolti e dei contadini. Tra musica, balli in piazza, degustazioni di vini e piatti tipici della tradizione ogliastrina, il vero momento solenne si vive quando il simulacro del Santo, posizionato su un antico carro contadino e trainato da un giogo di buoi bardati a festa, attraversa in processione le vie del paese. Molte anche le traccas e i gruppi folk provenienti da vari centri ogliastrini, che accompagnano il passaggio del Santo. La festa, a lungo caduta in disuso, è stata ripristinata negli ultimi anni dai cavalieri dell’Associazione Ippica Bariese.

Visita del centro di Barì Sardo

Nel passato il centro abitato si limitava ad un agglomerato di abitazioni situate intorno alla chiesa parrocchiale. In questa parte del paese, che rappresenta attualmente il suo centro storico, tra vicoli stretti e piccoli cortili, si ergono le antiche case costruite con blocchi di pietra e fango. Con il passare degli anni il paese si è esteso, l’abitato è stato interessato da una forte espansione edilizia, e nuovi rioni sono sorti, conferendogli l’aspetto attuale. Il suo andamento altimetrico è quello tipico delle località collinari, ed oggi continua ad espandersi.

Il Municipio di Barì Sardo

Barì Sardo: il palazzo Municipale davanti al quale si trova il Monumento ai Caduti di tutte le guerreArriviamo nel paese da sud con la SS125 Orientale Sarda. Dal cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, la strada assume il nome di via Cagliari e percorre tutto il paese da sud a nord. Percorsi circa seicentocinquanta metri, alla sinistra della strada, al civico numero 80 della via Cagliari, troviamo il cancello di ingresso che conduce all’interno del piccolo parco nel quale si affaccia l’edificio del Palazzo Municipale di Barì Sardo, che ospita la sua sede e gli uffici in grado di fornire i loro servizi ai cittadini.

Passato il cancello di ingresso, entrati nel parco, subito a destra si trova il Monumento ai Caduti Di tutte le guerre, costituito da un fusto centrale sul quale si trova la lapide con i nominativi dei caduti, sormontato da una scultura in bronzo che rappresenta un soldato in azione di guerra.

Il Palazzetto dello Sport

Passato il palazzo Municpale, proseguiamo verso nord lungo la via Cagliari, dopo un centinaio di metri prendiamo a destra la via Verdi, la seguiamo per circa centocinquanta metri, e vediamo, alla destra della strada, il cancello che immette nel piazzale nel quale si trova il Palazzetto dello Sport di proprietà del comune di Barì Sardo.

Barì Sardo: il palazzetto dello Sport: esterno Barì Sardo: il palazzetto dello Sport: interno

Nel Palazzetto dello Sport è presente un Campo da pallavolo e da pallacanestro dotato di tribune in grado di ospitare 2000 spettatori, nel quale si svolgono incontri di pallavolo e Mini volley, e di pallacanestro e Mini basket.

La chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Monserrat

Proseguendo verso nord lungo la via Cagliari, a trecento metri da dove avevamo trovato il palazzo Comunale la strada termina a un incrocio, dove verso nord est continua la via Tortolì che è la prosecuzione della SS125 Orientale Sarda, verso est si muove la via Venezia, ed inoltre verso nord ovest la via Santa Cecilia che ci porterà a visitare la piccola chiesa di Santa Cecilia, mentre a sinistra si muove verso ovest il corso Vittorio Emanuele, la strada che costituisce la passeggiata di Barisardo, dove si concentra la vita sociale del paese.

Barì Sardo: chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Monserratcon alla sinistra l’oratorio di Nostra Signora del RosarioPrendendo verso sinistra il corso Vittorio Emanuele, dopo poco più di un centinaio di metri verso destra parte la via della parrocchia, e, dopo un altro centinaio di metri, arrviamo a un incrocio, dove verso sinistra parte la via Acquesdotto e verso destra la via monte Grappa. Presa la via della parrocchia o la via monte Grappa, dopo poche decine di metri arriviamo nell’ampia piazza della Beata Vergine di Monserrat, nel cuore del centro storico di Barì Sardo. In questa piazza vediamo la facciata della settecentesca chiesa della Beata Vergine di Monserrat che è la chiesa parrocchiale del paese, una delle più belle Chiese dell’Ogliastra, ed alla sua sinistra la facciata dell’oratorio di Nostra Signora del Rosario che descriveremo più avanti. La chiesa parrocchiale è caratterizzata da una pianta a croce latina con volta a botte, articolata in una sola navata su cui si aprono tre cappelle laterali, ed il transetto sormontato da una bella cupola ottagonale. Al presbiterio, sopraelevato e cinto da una raffinata balaustra in marmo bianco, si accede tramite una scalinata, ed in esso è posto il sontuoso altare con al centro una statua della Madonna. La semplice facciata è scandita in due parti da una cornice aggettante. Nella parte inferiore, preceduto da una scalinata, è posto il portone ligneo con stipiti in granito sovrastato da una lunetta semicircolare. Nella parte superiore del prospetto concluso da un semplice motivo curvilineo, si apre una finestra di forma ogivale. Posteriormente spicca in tutta la sua maestosità il bellissimo cupolone decorato. Sul lato destro si eleva il raffinato campanile di 42 metri aggiunto nel 1813 in stile rococò piemontese, alleggerito da strette monofore ogivali e arricchito da elaborate cornici modanate. La cella campanaria è conclusa da una cupoletta cuspidata con croce.

Barì Sardo: chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Monserrat: facciata Barì Sardo: chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Monserrat: la cupola ed il campanile Barì Sardo: chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Monserrat: interno Barì Sardo: chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Monserrat: l’altare maggiore

Barì Sardo-Locandina della Festa della Beata Vergine di MonserratAll’interno della chiesa sono presenti alcuni altari in marmi colorati, e sono custoditi interessanti arredi sacri come il dipinto Mosè in preghiera, la copia della Sacra Famiglia di Raffaello attribuita ad Antioco Mainos, e le statue della Madonna del Rosario, di San Giuseppe e della Madonna dormiente. A Barì Sardo ogni anno, l’8 settembre, si celebra la Festa della Patrona, ossia la Festa della Beata Vergine di Monserrat, a conclusione di quattro giorni di festeggiamenti, tra cerimonie religiose e manifestazioni civili, in un programma variegato e ricco, gestito dal cominato Is Feralis, che è il comitato incaricato di organizzare le feste in programma per tutto l’anno nel paese.

La chiesa di Nostra Signora del Rosario che è l’oratorio della Confraternita del Rosario

Barì Sardo-L’oratorio di Nostra Signora del RosarioLa piccola chiesa di Nostra Signora del Rosario del diciottesimo secolo, è stata l’antica parrocchiale di Barì Sardo, ed oggi è usata dalla Confraternita del Rosario come oratorio della chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Monserrat. Si trova nel centro storico del paese, nella piazza della Beata Vergine di Monserrat, alla sinistra della chiesa parrocchiale. L’interno è caratterizzato da una semplice pianta di forma rettangolare, a una sola navata. Sul prospetto esterno, è presente il portale ligneo, decorato e sovrastato da un’ampia finestra ogivale con cornice. Al centro del terminale ricurvo della facciata è posto un grande campanile a vela con luce ogivale, sormontato da un piccolo timpano triangolare.

La piccola chiesa campestre di Santa Cecilia

Barì Sardo: chiesa campestre di Santa CeciliaDa dove aravamo arrivati al termine della via Cagliari, prendiamo verso nord ovest la via Santa Cecilia, la seguiamo per centocinquana metri, poi svoltiamo a destra per rimanere sulla via Santa Cecilia e, dopo meno di un centinaio di metri, vediamo il cancello che fa entrare all’interno di un grazioso e curatissimo giardino su una collinetta alla destra della strada, nel quale si trova la piccola chiesa di Santa Cecilia. Barì Sardo-Locandina per la Festa di Santa CeciliaÈ stata una chiesa campestre, che ora è inglobata nel tessuto urbano del paese, e che oggi viene utilizzata solo in alcune occasioni particolari. L’edificio, realizzato interamente in pietre a vista, presenta una pianta rettangolare articolata in un’unica navata. All’interno è collocato un semplice altare con basamento con decori in altorilievo, e alle sua spalle una nicchia ogivale ospita una statua della Santa. Nella semplicissima facciata si apre un modesto portone rettangolare mentre al centro del tetto a capanna con copertura in tegole, spicca un piccolo campanile a vela con luce ogivale dotato di una campana. Presso questa chiesa, ogni anno, si svolge la Festa di Santa Cecilia, con quattro giorni di cerimonie religiose e manifestazioni civili che culminano il 22 novembre.

La chiesa campestre di San Leonardo

Dalla via Cagliari, preso a sinistra il corso Vittorio Emanuele e seguito per duecento metri, arriviamo all’incrocio, dove verso destra parte la via monte Grappa che porta alla chiesa parrocchiale, e verso sinistra parte la via Acquedotto. Prendiamo la via Acquedotto e la seguiamo per poco più di duecento metri, dove questa strada termina in un incrocio. Passato l’incrocio, a sinistra si trova un sentiero in salita che conduce sulla sommità di una collina dalla quale si domina l’intero centro abitato. Sulla collina sorge la quattrocentesca chiesa di San Leonardo una chiesa campestre della quale è in corso il restauro conservativo.

Barì Sardo: chiesa campestre di San Leonardo Barì Sardo: chiesa campestre di San Leonardo: facciata Barì Sardo: chiesa campestre di San Leonardo: interno

Barì Sardo-Locandina per la Festa di San LeonardoCostruita interamente in pietre a vista, è caratterizzata da una sola navata di forma rettangolare che ha ospitato in passato la statua in legno dell’omonimo Santo. Nella semplice facciata si apre un portone con architrave in pietra e lunetta semicircolare, con una cornice in mattoncini rossi. Al di sopra è visibile un piccolo oculo di forma quadrata. Sulla parte laterale destra sono posti due contrafforti in pietra. La chiesa è sprovvista di campanile ed il tetto è tipico sardo, con le caratteristiche di una chiesa campestre con tegole sarde e le travi in legno. Presso questa chiesa, ogni anno il 12 agosto si svolge la Festa di San Leonardo. Ancora tradizioni, ancora cerimonie religiose, ancora musica, ancora cibo prelibato preparato nelle corti.

Il Cimitero di Barì Sardo

Barì Sardo: il Cimitero di Barì SardoPreso il corso Vittorio Emanuele e passata la deviazione per la chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Monserrat, proseguiamo verso ovest. La strada diventa la via Giuseppe Garibaldi, che esce dall’abitato come SS390 e si dirige verso Loceri. A ottocento metri da dove avevamo imboccato il corso Vittorio Emanuele, usciti dall’abitato, troviamo, alla destra della strada, il muro di cinta ed il cancello di ingresso del Cimitero di Barì Sardo.

Visita dei dintorni di Barì Sardo

Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Barì Sardo, sono stati portati alla luce i resti di ben quattordici complessi archeologici costituiti da Nuraghi singoli o veri e propri Nuraghi complessi con piccoli villaggi, alcuni dei quali si trovano ancora in buon stato di conservazione, altri invece risultano difficilmente identificabili. La distribuzione è abbastanza omogenea nel territorio. In particolare, sono starte portate alla luce la domus de janas di Giba ’e Scorca; le tombe di Giganti di Fragori, Iba Manna, Ilixeddu, e Niedda Puliga; i Protonuraghi Baccu Argiolasi, Foxi, e Geperarci; i Nuraghi semplici Giba ’e Scorca, e su Zinnibiru; i Nuraghi complessi Boschinu I, Iba Manna, lurcuri, Mattale, Mindeddu, Moru, Niedda Puliga, Sellersu, e su Crastu; ed il Nuraghe Boschinu II di tipologia indefinita. Il Nuraghe semplice su Zinnibiru ed i Nuraghi complessi Iba Manna, Moru, Sellersu, Niedda Puliga, si trovano sulla Giara di Teccu; il Protonuraghe Foxi, il Nuraghe semplice Giba ’e Scorca, i Nuraghi complessi lurcuri, Mindeddu, Boschinu, il Nuraghe Boschinu II di tipologia indefinita, si trovano nella piana costiera; mentre sulle modeste alture dell’entroterra di Barì Sardo si trovano gli altri Nuraghi qui descritti. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto.

Tre VeleNel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 3 Vele al comprensorio dell’Ogliastra. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali.

Il complesso Polisportivo di Base in località Circillai

Dal Municipio di Barì Sardo, torniamo indietro verso sud con la via Cagliari e la seguiamo per cinquecento metri, poi svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Leonardo da Vinci, la seguiamo per quasi un chilomtero e, arrivati in località Circillai, vediamo, alla sinistra della strada, l’ingresso del Complesso Polisportivo di Base in località Circillai, inaugurato nel 2008.

Barì Sardo: complesso Polisportivo Circillai: ingresso Barì Sardo: complesso Polisportivo Circillai: Campo da Calcio Barì Sardo: complesso Polisportivo Circillai: Campo da Tennis

All’interno del complesso, è presente il nuovo Campo da Calcio dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori, con fondo in erba artificiale. In questo campo disputa le partite interne la società Unione Sportiva Barì Sardo 1971 calcio, nata nel 1971, che partecipa al campionato di Promozione regionale ed ha raggiunto come massima serie l’Eccellenza nell’anno 2004. Accanto al Campo da Calcio, sono presenti anche due Campi da Tennis dotati di tribune in grado di ospitare 200 spettatori. Sono presenti, inoltre, due spazi che possono essere utilizzati anche come campi da Calcetto.

L’altopiano basaltico di Teccu

Barì Sardo: veduta dell’altopiano di TeccuA nord est dell’abitato si sviluppa l’Altopiano di Teccu un’area naturale di origine vulcanica, per la precisione basaltica, materiale che si è riversato nella notte dei tempi per via della presenza di un vulcano, oggi spento. Questa oasi naturalistica ospita una larga varietà di specie di flora e di fauna, inoltre nei suoi pressi si trova un’ampia area archeologica da visitare, nella quale sono presenti ben sette Nuraghi. L’altopiano di Teccu si trova ad est rispetto alla SS125 Orientale Sarda, ed a pochi passi dal mare e da Torre di Barì, il torrione di avvistamento spagnolo che si trova sulla spiaggia. Questa zona, come in tutta la Sardegna, è molto ricca di Nuraghi e di grotte, che si possono scoprire in mezza giornata di trekking, a contatto con la natura e l’aria pulita dell’Ogliastra.

I resti del Nuraghe e della domus de janas di Sa Iba Manna

Barì Sardo-resti del Nuraghe di Sa Iba MannaBarì Sardo-resti del Nuraghe di Sa Iba MannaDal Municipio di Barì Sardo, prendiamo verso nord la via Cagliari e la seguiamo fino a dove termina, qui prendiamo verso nord est la via Tortolì che esce dall’abitato come SS125 Orientale Sarda, e, dopo due chilometri e mezzo, si vedono alla destra della strada, avvolti da una intricatissima vegetazione, i resti del Nuraghe Sa Iba Manna edificato a 169 metri di altezza sulla sommità della collina di Iba Manna. È il più occidentale dei Nuraghi presenti sulla piana basaltica di Teccu. La sua posizione elevata gli garantiva, probabilmente, un ruolo preminente rispetto agli altri. Si tratta di un Nuraghe complesso costruito in basalto, che si presenta oggi in cattivo stato di conservazione, con diversi crolli che ne impediscono una lettura precisa. Si distinguono chiaramente solo due torri fra le quali si apriva probabilmente una piccola corte. Nella torre principale sono presenti nicchie, ed una scala d’andito che conduceva ai livelli superiori, che sono ormai crollati.

Barì Sardo-resti della domus de janas di Sa Iba MannaSull’altro lato della collina, quello occidentale, sono presenti i resti della domus de janas di Sa Iba Manna situata alle pendici del rilievo maggiore di Teccu. L’ipogeo, scavato nel basalto, è monocellulare, comprende un atrio a pianta regolare vagamente semicircolare che si apre a circa un metro e venti centimetri dall’attuale piano di campagna. Il portello a luce rettangolare è strombato verso l’esterno. La soglia si eleva di dodici centimetri dal piano pavimentale della cella, che ha pianta subellittica ed una sezione molto irregolare. Nella sua parete di sinistra si individuano alcune rientranze, due delle quali più accentuate, probabilmente dovute ad una lavorazione molto rozza.

Lungo la via del Mare si vedono i resti del Nuraghe Moru

Lungo la via Cagliari, passato il palazzo Municpale, proseguiamo verso nord, dopo duecentocinquanta metri prendiamo verso destra la via del Mare, che è strada che dal paese si dirige verso la costa. La strada scorre ai margini inferiori dell’altopiano basaltico di Teccu, e, seguita per due chilometri, si trova, alla sinistra, il sentiero che porta, dopo una lunga camminata, ai resti del Nuraghe Moru che si trova all’interno di una proprietà privata. Si tratta di un Nuraghe complesso quadrilobato costruito in basalto, con un antemurale del quale resta almeno una torre. La camera della torre centrale, che ha la tholos ancora intatta, presenta due nicchie e l’accesso alla scala che porta alla sommità del Nuraghe. Dei bastioni esterni si vedono ad oggi solo due torri.

Barì Sardo-resti del Nuraghe Moru Barì Sardo-resti del Nuraghe Moru Barì Sardo-resti del Nuraghe Moru

Il Gruppo archeologico Barì Sardo, in collaborazione con la Polisportiva Barì Sardo, ha organizzato, nel gennaio 2019, Sa Camminara de Ierru, una camminata lungo il margine inferiore dell’altopiano di Teccu il cui percorso prevedeva la visita al Nuraghe Moru e al Nuraghe Niedda Puliga.

La via del Mare ci porta alla frazione Torre di Barì con la torre omonima

Presa la via del Mare, che è strada che dal paese si dirige verso la costa, dopo due chilometri e mezzo, passata la deviazione sulla sinistra per la spiaggia di Cea, questa strada diventa la via della torre. Percorsa per meno di due chilometri, la via della torre ci porta all’interno della frazione Torre di Barì (altezza metri 7, distanza in linea d’aria 3.16 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 90), località turistica che si trova nel territorio Comunale di Barì Sardo e che si affaccia sul mare nella Marina di Barì.

Barì Sardo-Marina di Barì: la Torre di BarìQui si affaccia sul mare una costa sabbiosa lunga circa otto chilometri e larga cento metri, di sabbia grossa e di colore leggermente ocra. La costa sabbiosa è divisa in due parti dal promontorio roccioso sul quale si trova la bella Torre di Barì che si trova su un rilievo roccioso dell’omonima spiaggia, a sette metri sul livello del mare. realizzata in periodo spagnolo, secondo quanto si legge sulla Carta sulla descricion de la Isla Y reyno de Sardena di Francesco Vico fra il 1572 e il 1639, di forma tronco conica, è costruita interamente in basalto e granito, con un diametro alla base di undici metri. Ha una sala con la volta a cupola, ed un grosso spessore murario, nel quale è ricavata la scala per l’accesso al terrazzo. Nella pavimentazione è presente una cisterna. La gradinata esterna è stata aggiunta successivamente. La sua funzione originaria, con quindici chilometri di visuale sulla zona che si estende da capo Bellavista a capo Sferracavallo, era quella di avvistamento.

La spiaggia della torre che costituisce la Marina di Barì

La spiaggia della Torre di Barì si sviluppa ai due lati della torre, che si erge su un piccolo istmo granitico sabbioso proteso verso il mare. La spiaggia, che costituisce la Marina di Barì, è quella che si può definire la regina delle spiagge bariesi.

Barì Sardo-Marina di Barì: la spiaggia della torreLa spiaggia della torre nota per la presenza della torre che conferisce un aspetto affascinate al paesaggio, è lunga alcuni chilometri e larga cento metri, ed è divisa in due parti dal promontorio roccioso sul quale si erge la torre. Le antiche denominazioni delle due parti nelle quali è distinta la spiaggia risalgono agli anni del dopo guerra, periodo nel quale le due spiagge erano frequentate separatamente da uomini e donne. La parte a nord della torre veniva, infatti, chiamata Mari de Is Ominis, ossia Mare degli Uomini, mentre la spiaggia a sud della torre era chiamata, nel suo breve tratto iniziale, Mari de Is Femunas, ossia Mare delle Femmine. La spiaggia è dotata di vari servizi, Hotel, bar e locali per chi desidera il divertimento della vita notturna.

Barì Sardo-La spiaggia della Marina di BarìVerso nord, dalla Torre di Barì si apre l’ampissimo arco di sabbia della spiaggia della Marina di Barì, lunga circa un chilometro e molto ampia, che arriva sino alla zona alla foce del rio Mannu. L’arenile è ampio e si configura come una suggestiva spiaggia con fondo di sabbia a grana grossa e di un colore leggermente ocra e ambrata, lambita da un mare limpido la cui acqua presenta colori cangianti tra il verde smeraldo e l’azzurro. Il fondale sabbioso è composto da qualche scoglio nella parte nord della spiaggia. È la spiaggia più frequentata dai turisti, è affollata in alta stagione, ma non eccessivamente grazie alle sua vastità. Alle sue spalle si trova una pineta ideale per consumare il proprio pranzo al riparo dalla calura.

Barì Sardo-La spiaggia della Marina di Barì Barì Sardo-La spiaggia della Marina di Barì Barì Sardo-La pineta della Marina di Barì

Barì Sardo-La spiaggia de Is FemunasA sud della Torre di Barì, invece, la spiaggia assume caratteristiche molto differenti, assume il nome di spiaggia de Is Femunas ed arriva fino al promontorio granitico che la separa dalla spiaggia di Sa Marina. Il suo fondo è caratterizzato da sassolini grigi mescolati con sabbia sottile bianca, e la spiaggia si affaccia su un mare cristallino, di colori cangianti tra il verde smeraldo e l’azzurro, caratterizzato da un fondale basso che degrada rapidamente, con qualche scoglio nella parte sua parte meridionale.

La bandiera BluLa spiaggia della torre è stata insignita, per la prima volta per il 2018, della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.

A nord della torre si sviluppa la spiaggia di Sa Bucca ’e Strumpu

La parte a nord della torre si sviluppa verso nord fino a una piccola collinetta verdeggiante, ai cui piedi scorre sinuoso verso il mare il rio Mannu di Barì Sardo. Qui la spiaggia assume il nome di spiaggia di Bucca ’e Strumpu. Per raggiungerla, una volta arrivati alla torre, occorre prendere e percorrere a sinistra il viale della Pineta, che costeggia la spiaggia per circa un chilometro, fino al punto dove si interrompe davanti al camping Marina con il suo ristorante Shardana.

Barì Sardo-La spiaggia di Bucca ’e StrumpuL’ultimo tratto a nord della spiaggia della torre assume il nome di spiaggia di Sa Bucca ’e Strumpu nome che indica la bocca di una roccia alta da dove l’acqua di un ruscello o fiume cade giù, ed indica quindi la foce del rio Mannu. La spiaggia inizia con una piccola collinetta verdeggiante. Ai suoi piedi scorre sinuoso verso il mare il rio Mannu, che apre una stretta foce sul mare Tirreno. L’arenile è ampio ed è fatto di granelli di sabbia chiari, ma non finissimi. Dalla zona della foce del rio Mannu si apre un ampissimo arco di sabbia che arriva sino alla spiaggia della Torre di Barì. La spiaggia, lunga circa un chilometro, è delimitata alle sue spalle per tutta la sua lunghezza da una ombrosa ed estesa pineta.

La bandiera BluLa spiaggia di Bucca ’e Strumpu è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.

Il Nuraghe e la domus de janas di Giba ’e Scorca

Barì Sardo-Planimetria del Nuraghe di Giba ’e ScorcaLa spiaggia di Sa Bucca ’e Strumpu è chiusa a nord dalla foce del rio Mannu di Barì Sardo, che apre una stretta foce sul mare Tirreno, ed è delimitata alle sue spalle per tutta la sua lunghezza da una ombrosa ed estesa pineta. Passata la pineta ed il rio Mannu di Barì Sardo, più a nord rispetto al corso del fiume si trovano, a circa trecento metri di distanza dal mare, i resti del Nuraghe di Giba ’e Scorca, vicino al quale si trova la domus de janas omonima. Il Nuraghe di Giba ’e Scorca viene classificato come Nuraghe monoTorre da Giovanni Lilliu, mentre secondo l’archeologo Corrado Ricci sarebbe un Nuraghe complesso a tancato, ed altre fonti lo riferiscono come un Nuraghe semplice, costruito però con un’avancorpo posizionato sul lato sud orientale. Ad oggi di questo Nuraghe residua solo la base della torre centrale, costruita in basalto a 25 metri di altezza sul livello del mare.

Vicino al Nuraghe a una distanza di un centinaio di metri, a sud est rispetto ad esso, si trova una domus de janas che viene solitamente indicata con il nome di domus de janas di Giba ’e Scorca, della quale riportiamo due foto.

Barì Sardo-Veduta della domus de janas di Giba ’e Scorca Barì Sardo: interno della domus de janas di Giba ’e Scorca

A sud della torre nella località Sa Marina si trova la chiesa di San Giovanni Battista

Barì Sardo-Torre di Barì: chiesa di San Giovanni BattistaNella parte sud occidentale della frazione Torre di Barì, si trova la località Sa Marina, in cui è presente il villaggio nel quale, negli anni novanta del novecento, è stata edificata la chiesa di San Giovanni Battista nella quale si celebrano le Messe nel periodo estivo. Per raggiungerla, lungo la via della torre, quattrocento metri prima di arrivare alla torre, si prende a destra la Strada Comunale Sa Marina, percorsi circa duecento metri si svolta a destra e si prende la via Belvedere e, dopo circa cinquecento metri, si vede alla sinistra della strada la chiesa. Presso questa chiesa, solitamente a metà luglio, si celebra la Festa di San Giovanni Battista, con la Sagra de su Nenniri, una Sagra dalle origini molto antiche che nasce come Festa pagana e tutt’oggi ne conserva i tratti che la rendono molto affascinante. In onore del Santo vengono preparati dei vasi di terracotta contenenti germogli di grano, ossia Su nenniri, che hanno un aspetto dorato perché sono stati fatti germogliare al buio. Barì Sardo-Torre di Barì: la Festa di San Giovanni Battista con la Sagra de su NenniriBarì Sardo-Torre di Barì: la Festa di San Giovanni Battista con la Sagra de su NenniriBarì Sardo-Torre di Barì: la Festa di San Giovanni Battista con la Sagra de su NenniriQuesti vasi vengono adornati con nastri, fiori e una grande croce fatta di canne e abbellita con fili di fieno e avena sapientemente intrecciati, una bella composizione che viene arricchita con Pane pintau, il pane della Festa molto decorato, e con frutta di stagione. La processione parte dalla chiesa preceduta dai cavalieri, che aprono la strada alle donne che portano sul capo il vaso di terracotta contenente Su nenniri e la croce. Accompagnati dal suone delle launeddas e da gruppi folkloristici, si arriva fino alla spiaggia vicino la torre, e qui si ripete un antico rito propiziatorio, Su nenniri vengono benedetti e buttati a mare. I partecipanti prendono la frutta e il pane dalla croce scambiandosi degli auguri di Attrus annus mellusu, ossia auguri per altri anni migliori.

A sud della torre si sviluppa la spiaggia de Sa Marina

A sud della spiaggia de Is Femunas, separata da una piccola scogliera, la costa riprende ad essere pressoché rettilinea, e subito si sviluppa la spiaggia de Sa Marina. Per raggiungerla, lungo la via della torre, quattrocento metri prima di arrivare alla torre, si prende a destra la Strada Comunale Sa Marina, dopo settecento metri si svolta a sinistra e di prende il viale delle Ginestre, che porta in trecentocinquanta metri fino alla spiaggia.

Barì Sardo-La spiaggia de Sa MarinaA sud della spiaggia de Is Femunas, separata da una piccola scogliera, si sviluppa la spiaggia de Sa Marina che è un’affascinante spiaggia caratterizzata da un arenile dalla sabbia bianca e fine, mista a ciottoli e scogli. Le sue acque sono di un azzurro profondo, cangiante grazie ai giochi cromatici creati dai raggi del sole che riflettono sul fondale di sassi. È caratterizzata da un basso fondale, ideali per bambini, ed inoltre, essendo battuta dal vento, è meta ideale coloro che praticano la pesca subacquea o desiderano tuffarsi nelle sue acque con l’utilizzo di maschera e pinne per ammirare un fondale che regala incantevoli sorprese, ed anche per i surfisti e kiters.

Barì Sardo-La spiaggia di Sa Marina Barì Sardo-La spiaggia di Sa Marina

La spiaggia è inoltre accessibile ai diversamente abili ed è dotata di parcheggio e di un punto di ristoro.

Passate le ultime abitazioni della località Sa Marina, la spiaggia de Sa Marina prosegue verso sud con la successiva spiaggia di Foxi Bau Enì.

I resti del Nuraghe Mindeddu

Barì Sardo-resti del Nuraghe MindedduBarì Sardo-resti del Nuraghe MindedduProseguendo verso sud lungo la Strada Comunale Sa Marina, dopo aver visto sulla sinistra il viale delle Ginestre, percorsi altri trecento metri si trovano, sopra le alture alla sinistra della strada, alla distanza di quasi trecento metri, i resti del Nuraghe Mindeddu. Il Nuraghe è costruito in granito e porfido, con zeppature in basalto, a 22 metri di altezza sul livello del mare. Nelle prime indicazioni fornite da Giovanni Lilliu, si riteneva si trattasse di un Nuraghe semplice, mentre invece Corrado Ricci lo descrive come un Nuraghe complesso, con una torre centrale e probabilmente quattro torri aggiunte, e un cortile interno, del quale sarebbero rimasti ad oggi visibili i resti del mastio e forse quelli di una delle torri aggiunte.

La spiaggia di Foxi

Proseguendo oltre la spiaggetta della Torre di Barì verso sud, si trova la spiaggia di Foxi, che si prolunga sul litorale fino a poco dopo la foce del rio Bau Samuccu. Proseguendo verso sud, la Strada Comunale Sa Marina dopo novecento metri sbocca sulla Strada Comunale Bau Samuccu, la prendiamo verso sinistra e, in seicentocinquanta metri, arriviamo sulla costa, verso la fine della spiaggia di Foxi, vicino alla foce del fiume.

Barì Sardo-La spiaggia di Foxi Bau EnìLa lunga spiaggia di Foxi chiamata anche spiaggia di Foxi Bau Enì, è contigua a quella di Sa Marina, e si sviluppa in continuità sia geografica che paesaggistica rispetto ad essa. Questa spiaggia prende il nome dalla foce, chiamata appunto in sardo Foxi, del torrente Riu Bau Samuccu che la chiude a sud, il quale regolarmente in inverno, a seguito delle abbondanti piogge, sfocia in questo tratto di mare nel suo tratto terminale. Ha anch’essa un fondo formato da sabbia dorata chiara, fine e grossolana, con ciottolini, affacciato su uno spettacolare mare cristallino di colore azzurro e profondo. È incorniciata da una ricca vegetazione, composta da macchia mediterranea ed eucalipti, una particolarità non trascurabile è data dalla presenza del fiume Bau Enì che si affaccia proprio nei pressi della spiaggia.

Barì Sardo-La spiaggia di Foxi Bau Enì Barì Sardo-La spiaggia di Foxi Bau Enì

La foce del fiume Bau Samuccu abbonda di specie faunistiche quali folaghe, germani reali, gallinelle d’acqua, aironi, e non mancano poi alcune delle specie ittiche che popolano questo tipo di acque, come muggini, spigole e anguille. Non meno importante anche in questa spiaggia è la comodità rappresentata dalla presenza di un ampio parcheggio e di numerose altre attività nella zona che soddisfano tutte le esigenze.

Nella spiaggia di Foxi è stata realizzata la terza area della Sardegna in cui i naturisti possono esercitare il loro diritto di prendere il sole in nudo integrale, dopo quella nella spiaggia di Porto Ferro e la spiaggia di Piscinas di Ingortosu, nel comune di Arbus. In queste spiagge la pratica del naturismo e del turismo nudista è autorizzata, significa che ci si può stare come si preferisce, in costume o senza.

La spiaggia di Foxi prosegue, verso sud, passata la foce del rio Bau Samuccu, nella lunga spiaggia di Pranargia, detta anche spiaggia di Tramalitza.

La spiaggia di Pranargia o di Tramalitza

La spiaggia di Foxi prosegue, verso sud, passata la foce del rio Bau Samuccu, nella lunga spiaggia di Pranargia, detta anche spiaggia di Tramalitza, che dopo circa due chilometri arriva fino alla Marina di Cardedu, di cui abbiamo parlato nella precedente tappa del nostro viaggio. È raggiungibile da Barisardo, prendendo la Strada Comunale Sa Marina fino a che questa sbocca sulla Strada Comunale Bau Samucciu, prendiamo questa strada verso destra e la seguiamo per trecento metri superando il ponte sopra il fiume, poi svoltiamo a sinistra e, dopo ottocento metri, arriviamo sulla costa. Un centinaio di metri prima, si può prendere a destra una strada che segue verso sud tutta la costiera fino alla Marina di Cardedu.

Barì Sardo-La spiaggia di Pranargia detta anche spiaggia di TramalitzaLa lunga spiaggia di Pranargia detta anche spiaggia di Tramalitza è una lunga distesa di sabbia bella e solitaria che si estende per un paio di chilometri. Ha anch’essa un fondo di sassolini grigi e sabbia sottile. Immersa in una natura interessante, per ampi tratti solitaria e selvaggia, ha un litorale di grandi dimensioni, formato da sabbia dorata chiara, fine e grossolana, con ciottolini, ed affacciato su un mare di un bellissimo colore che varia tra l’azzurro ed il blu, con un fondale sabbioso e profondo. La spiaggia è affollata, ma non molto, in alta stagione, e solamente presso i posteggi ed i punti di accesso.

Barì Sardo-La spiaggia di Pranargia detta anche spiaggia di Tramalitza Barì Sardo-La spiaggia di Pranargia detta anche spiaggia di Tramalitza

Ideale per gli amanti delle spiagge poco affollate e da quanti praticano la pesca subacquea o semplicemente desiderano immergersi nelle sue acque, magari in compagnia di maschera e pinne per ammirarne i fondali ricchi di piacevoli sorprese.

La bandiera BluLa spiaggia di Planargia è stata insignita, per la prima volta per il 2018, della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.

Questa lunghissima spiaggia è delimitata, alle sue spalle, per tutta la sua lunghezza da una ombrosa ed estesa pineta. Al centro di questa spiaggia si trova la Bau Beach Planargia, che è una spiaggia riservata ai cani.

Lungo la strada per Cea si trovano i resti del Nuraghe Nieddu Puliga

Lungo la via Cagliari, passato il palazzo Municpale, proseguiamo verso nord, dopo duecentocinquanta metri prendiamo verso destra la via del Mare, che è strada che dal paese si dirige verso la costa.

Barì Sardo-resti del Nuraghe Nieddu PuligaLa strada scorre ai margini inferiori dell’altopiano basaltico di Teccu, e, seguita per due chilometri e mezzo, prima che questa strada diventi la via della torre, si trova la deviazione sulla sinistra per l’insediamento turistico del lido di Cea. Seguita questa deviazione, dopo centocinquanta metri si svolta a sinistra, si prosegue per quattrocento metri, e si trova a sinistra il sentiero che porta, dopo una lunga camminata, ai resti del Nuraghe Nieddu Puliga che si trova all’interno di una proprietà privata. Si tratta di un Nuraghe complesso costruito in basalto a 78 metri di altezza, costituito da due torri collegate con un muro, e probabilmente quello che resta di un cortile. Il Nuraghe si trova a una distanza in linea d’aria di circa cinquecento metri dal Nuraghe Moru.

La Cala di S’abba ’e S’Ulimu con la sua spiaggia

Dalla via del Mare, prendiamo a sinistra la strada per l’insediamento turistico del lido di Cea, e, dopo centocinquanta metri, svoltiamo a sinistra nella strada per punta su Mastixi, la percorriamo per due chilometri e quattrocento metri, poi prendiamo la deviazione a sinistra nella via del Muflone. La seguiamo per seicentocinquanta metri, quindi svoltiamo a destra sulla strada che porta alla punta Niedda, la seguiamo per duecentocinquanta metri ed arriviamo a un bivio, dove prendiamo a sinistra e, dopo altri duecento metri, raggiungiamo la Cala di S’abba ’e S’Ulimu, nella quale si trova la spiaggia omonima.

La Cala e la spiaggia di spiaggia di S’Abba ’e S’UlimuLa Cala di  S’abba ’e S’Ulimu, nome che indica l’acqua dell’olmo, è una piccola Cala per lo più rocciosa, formata prevalentemente da rocce vulcaniche, che compongono una lunga scogliera, delimitata nelle estremità nord e sud da pareti basaltiche che cadono a picco sul mare. All’interno della Cala si trova la spiaggia di S’Abba ’e S’Ulimu caratterizzata da una sabbia composta di grani medi e ciottoli levigati di colore grigio. Il mare cristallino impressiona per le sue trasparenze, ha un colore verde profondo con sfumature azzurre e verdastre. Tutta la zona è incorniciata da una ricca macchia mediterranea che le conferisce un carattere rude e selvatico. Alle spalle della spiaggia è possibile ammirare l’altopiano basaltico di Teccu.

I resti del Nuraghe Sellersu

Dalla strada per punta su Mastixi, prendiamo a sinistra la via del Muflone, la seguiamo per un chilometro, fino a trovare sulla destra la deviazione nella via dell’Astore, che porta al lido di Chia. Barì Sardo-resti del Nuraghe SellersuBarì Sardo-resti del Nuraghe SellersuPassata questa deviazione, proseguiamo lungo la via del Muflone per altri trecento metri, e troviamo sulla sinistra il sentiero che porta ai resti del Nuraghe Sellersu. Si tratta di un Nuraghe complesso costruito in basalto, edificato a 43 metri di altezza, con mastio centrale con camera a tholos, e con due nicchie, da una delle quali parte la scala che conduce sulla sommità. Addossate alla torre centrale, sono presenti una o due torri aggiunte, ed anche una struttura con due ingressi e corridoi che si incontrano. Il Nuraghe si conserva in ottime condizioni, anche se alcuni crolli impediscono di visitare l’interno della torre centrale. Vicino al Nuraghe si vedono l’antemurale, e tracce di un insediamento abitativo.

La frazione Cea con il lido di Cea

Dalla strada per punta su Mastixi, prendiamo a sinistra la via del Muflone, la seguiamo per un chilometro, fino a trovare sulla destra la deviazione nella via dell’Astore, che porta al lido di Chia. Presa questa deviazione, in poco più di cinquecento metri arriviamo all’interno della frazione Cea (altezza metri 10, distanza in linea d’aria 4.14 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 8), una frazione Barì Sardo, con la sua spiaggia che si trova a cavallo tra il territorio di Barì Sardo e quello di Tortolì, al quale appartiene per circa due terzi della sua estensione. Ad essa possiamo arrivare anche da altre deviazioni della SS125 Orientale Sarda verso il mare, più avanti di Barì Sardo in direzione di Tortolì.

La spiaggia di Cea detta anche de Is Scoglius Arrubius

Da qui, proseguiamo per la bella spiaggia di Cea, detta anche spiaggia de Is Scoglius Arrubius, ossia degli scogli rossi, nell’omonima insenatura, situata a cavallo tra il territorio di Barì Sardo e quello di Tortolì.

Lido di Cea: veduta panoramica della spiaggia di CeaLa spiaggia di Cea detta anche spiaggia de Is Scoglius Arrubius, ossia degli scogli rossi, è lunga più di un chilometro e dotata di possibilità di accesso da nord e da sud. Sul lato nord della spiaggia si vedono uscire dall’acqua, a circa trecento metri dalla linea di riva, due grandi faraglioni rossi che si elevano dal mare per circa venti metri, che vengono presi d’assalto da chi si vuole tuffare nel mare limpido della spiaggia, e che appaiono isolati e circondati da acque di un bel colore azzurro intenso. I faraglioni possono essere raggiunti a nuoto in qualche minuto. L’arenile è bianchissimo e piuttosto esteso, costituito da una sabbia dorata chiara, fine, con ciottolini, ed affacciato su un mare verde azzurro chiaro, con fondali bassi fino al largo, per questo adatta anche per i bambini. È una spiaggia affollata in alta stagione, ma non tanto date le sue dimensioni, ed alle spalle una fitta vegetazione di macchia mediterranea dona riparo nelle giornate più assolate.

Lido di Cea: i custodi del parcheggio che qualche anno fa ci hanno fatto da guida alla spiaggia di Cea Lido di Cea: ... E abbiamo trovato anche giovani sardi con gli occhi azzurri Lido di Cea: la spiaggia di Cea Lido di Cea: la spiaggia di Cea Lido di Cea: la spiaggia di Cea Lido di Cea: la spiaggia di Cea Lido di Cea-mare e i faraglioni rossi di Cea Lido di Cea: i faraglioni rossi di Cea Lido di Cea: gli scogli di Punta Niedda

La spiaggia, che si chiude a sud con una scogliera scura e dalle pietre piatte, è tra le più frequentate della zona, ed è ricca di servizi, essendo dotata di ampio parcheggio, bar, punto di ristoro e locali. è possibile noleggiare ombrelloni, sdraio e patino. Inoltre è meta ideale per i surfisti ed è amata da quanti praticano la pesca subacquea. Questa spiaggia, è inoltre caratterizzata da una serie di piccoli stagni di retro spiaggia, alcuni dei quali sono collegati al mare durante l’alta marea, dove molti appassionati praticano la pesca al cefalo.

La bandiera BluLa spiaggia di Cea, considerata però appartenente al territorio di Tortolì, è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.

Inizia qui e si sviluppa verso nord il lungo tratto di costiera di porfido rosso, che troverà nelle rocce rosse di Arbatax il suo punto di massima bellezza, ed infatti quasi una metà della spiaggia di Cea, e in particolare la zona con gli scogli rossi, si trova in territorio di Tortolì. La spiaggia di Cea è chiusa a sud da una lingua di scogli detta punta Niedda, e proseguendo oltre la spiaggia arriviamo all’altopiano vulcanico di Teccu.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Barì Sardo spostandoci all’interno arriveremo a Loceri che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nel suo entroterra.


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