Barrali visita dell’abitato con la chiesa di Santa Lucia e dei dintorni nei quali si trova il monte Uda
In questa tappa del nostro viaggio, da Pimentel ci recheremo a Barrali che visiteremo con il suo centro dove So trova la chiesa di Santa Lucia e dei dintorni nei quali si trova il monte Uda. La regione storica della TrexentaLa Trexenta è una regione storica della Sardegna situata nella parte settentrionale della Provincia del Sud Sardegna. La regione della Trexenta si trova interamente nella Provincia del Sud Sardegna ed i comuni che ne fanno parte sono Barrali, Gesico, Guamaggiore, Guasila, Mandas, Ortacesus, Pimentel, Sant’Andrea Frius, San Basilio, Selegas, Senorbì, Siurgus Donigala, Suelli. Il territorio è prevalentemente collinare nella parte orientale e più pianeggiante verso ovest. La zona della Trexenta è un susseguirsi di rigogliose campagne, dove i frutteti si alternano a vigne, oliveti e coltivazioni di cereali. Le sue condizioni climatiche, favorite anche dall’abbondanza d’acqua, determinano una rinomata produzione di vino, olio e grano. In viaggio verso BarraliDa Pimentel usciamo verso sud est con la via Roma che assume il nome di SP33, la seguiamo per un paio di chilometri, poi svoltiamo a sinistra sulla SS128 che si dirige verso nord est, la seguiamo per due chilometri e mezzo, quindi deviamo a destra sulla SP11 che in poco più di un chilometro ci porta all’interno dell’abitato di Barrali. Dal Municipio di Pimentel a quello di Barrali si percorrono 6.1 chilometri. Il comune chiamato BarraliIl comune chiamato Barrali (altezza metri 140 sul livello del mare, abitanti 1.094 al 31 dicembre 2021) si estende nella parte centro settentrionale della Provincia del Sud Sardegna, ed è situato in una zona collinosa a ovest dei monti Gerrei, alle pendici del monte Uda, che ha un’altezza di 370 metri e ospita una pineta estesa 300 ettari, attraversata dal rio Cardaxius. Il paese è raggiungibile tramite la SS128 Centrale Sarda, che dista solo un chilometro dall’abitato. La linea ferroviaria che collega Cagliari con Isili ha uno scalo sul posto. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, ed è situato alla confluenza di quattro regioni storiche, il Campidano, la Trexenta, il Parteolla ed il Gerrei. Origine del nomeIl nome deriva dal termine sardo campidanese Barrali, che ha il significato di pergola o pergolato, e che indica quindi la coltivazione di vigneti a pergolato che veniva praticata nella zona. La sua economiaSi tratta di un comune collinare con un’economia basata sulle attività agro pastorali, affiancate da un crescente sviluppo del turismo. Il settore economico primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, foraggi, olivo, agrumi, uva e altra frutta e con l’allevamento di suini e ovini. Il collinoso agro Comunale è prevalentemente coltivato a cereali e vigneti e piccoli oliveti per la produzione domestica del proprio olio extravergine, mentre da alcuni anni sono stati impiantati anche estesi meleti dalle ottime produzioni. Si producono, quindi, ottime varietà di grano duro, uva, pesche, arance e mele. Il settore secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti alimentare ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Situata in una posizione ideale, circondata tutt’intorno da colline e da una catena di monti tra cui il più importante è il monte Uda, rappresenta una meta con notevoli potenzialità turistiche, grazie anche al suo stretto legame con la tradizione e alla buona gastronomia. La gastronomia barralese ha il suo punto di forza nella bontà e genuinità dei prodotti agricoli e dei pascoli, eccellenti carni e formaggi pecorini e caprini. Tra i vini tipici della zona, prodotti in piccola quantità dai produttori locali, spiccano il bianco Nuragus e il rosso Monica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciStudi approfonditi hanno evidenziato la presenza nel territorio già nel Neolitico Medio come attestato dal alcuni rinvenimenti nelle Grutte di Musuleu, mentre maggiori sono le testimonianze in età nuragica. Visibili residui archeologici in diverse zone del territorio appena più a valle, fanno supporre presenze di gruppi umani su quei siti, nel periodo nuragico o immediatamente successivo, dato che è assai improbabile che dove oggi sorge il centro abitato potesse sorgere un insediamento, visto che l’intera vallata era occupata da una laguna. In periodo medievale Barrali appartiene al Giudicato di Càralis nella curatoria di Dolia, con sede in San Pantaleo, come attestato da alcuni reperti reperti risalenti al 1320, trovati in un archivio pisano, dalle cui notizie risulta che Barrali era un villaggio di modeste dimensioni. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, tutta la zona passa sotto il dominio dei Visconti di Gallura e quindi del comune di Pisa. Intorno al 1324 i villaggi della curatoria di Dolia vengono assegnati a signori catalani e aragonesi, e, sotto il dominio aragonese, si verificano degli accorpamenti territoriali che portano Barrali nella Signoria della Trexenta, compresa nella conte di Villasor, feudo degli Alagon. Poco distanti da Barrali si trovano le rovine dell’antico centro medievale di Natali. Nel 1348 il territorio subisce gravi danni a causa di una tremenda epidemia di peste bubbonica, a seguito della quale tutti i villaggi perdono un numero consistente di abitanti e alcuni restano disabitati. Nel quindicesimo secolo la conte di Villasor viene assegnata agli Alagon, e, successivamente, passa ai De Silva Alagon. Nel 1594 la conte viene trasformata in Marchesato. Il primo parroco di Barrali, Biagio Pia di Ussana, rifonda nel 1646, insieme al marchese di Villasor, la villa di Barrali dopo anni di desolazione e abbandono. Nel 1839, con la soppressione del sistema feudale, il paese venne riscattato all’ultimo feudatario, Francesco Da Silva y Alagon marchese della Santa Croce, per divenire un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. resta nella Provincia di Cagliari fino alla riforma del 2016, quando il paese viene aggregato alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a BarraliA Barrali è attivo il Gruppo Folk Santa Lucia di Barrali, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Barralii si segnalano, il 20 gennaio, la Festa di San Sebastiano, con la benedizione e l’accensione del falò, la cui tradizione affonda le sue radici nella cultura contadina e nei riti che anticamente venivano realizzati per la fine dell’inverno e per propiziare una nuova primavera; sempre a gennaio, la Festa degli alberi; le celebrazioni della Settimana Santa, con la processione de S’Incontru, alle quali un tempo partecipava la Confraternita del Rosario, che si occupava anche dei seppellimenti; la prima domenica di luglio, la tradizionale Festa di Santa Lucia; in occasione della Festa di Santa Lucia, il secondo sabato di luglio si svolge la Sagra del pane; In agosto, l’Estate barralese, durante la quale si svolgono giochi e vengono proiettati film in piazza; la prima domenica di settembre, la Festa in onore di San Gemiliano, Santa Giovanna e San Raimondo, con la quale decorreva l’inizio del contratto annuale dei lavoratori agricoli e dei pastori, con la cosiddetta formula della servitù, che in dialetto veniva chiamata S’Accodriu; il 13 dicembre, si celebra la Festa patronale di Santa Lucia. Barrali ha avuto da sempre un grande interesse per il folklore. Fin dal secolo scorso, in occasione delle feste del paese, venivano invitati i più bravi fisarmonicisti e suonatori di launeddas della zona ad esibirsi suonando in piazza. In quella occasione la maggior parte della popolazione partecipava alla festa, e si ballavano prevalentemente i balli sardi tipici campidanesi, a cui si affiancarono dall’inizio del novecento anche balli da oltre Tirreno. La Sagra del paneA Barrali nel secondo sabato di luglio si svolge la Sagra del pane, manifestazione conosciuta in tutta la Sardegna, visitata da molti turisti che vi si recano per assaporare i caratteristici tipi di pane dell’antica tradizione barralese, ossia il Pani pesau, Coccoi, Civrasceddu, Costedda, Pani cun gerda, Pani cun papassa, ed altri. Durante la manifestazione, in un altro spazio appositamente dedicato, viene mostrata anche la lavorazione di altri prodotti artigianali tipici locali, come il vino, il formaggio, ed il cosiddetto làdiri, un laterizio crudo, utilizzato per la costruzione delle abitazioni, nonchché il làdiri po forru, di forma speciale, adatto specificatamente per costruire i forni a legna, usati prevalentemente per cuocere pane. Visita del centro di BarraliL’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, è situato su di un piano umido in seno alla falda del monte Uda, e conserva la tipologia tradizionale trexentese dell’abitazione, rappresentata dalla casa a corte in Mattoni di fango e paglia, ossia làdiri, nella quale manca però totalmente Sa lolla, ossia il loggiato, che viene sostituito da un cortile di origine montana. Il Cimitero ComunaleArriviamo a Barrali da nord con la SP11 che, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, prosegue percorrendolo tutto, da nord a sud, con il nome di via Roma, e che in centro ha ospitato, fino alla metà del secolo scorso, l’edificio che ospitava il Monte Granatico. Percorsa appena una cinquantina di metri della via Roma dal cartello segnaletico, si vede, alla sinistra della strada, il viale di accesso al Cimitero Comunale di Barrali. Il viale scorre tra due serie di imponenti alberi, che si trovano ai suoi lati, e si dirige fino al cancello di ingresso del Cimitero. Il Municipio di BarraliPassato il punto in cui parte viale che porta al Cimitero Comunale, proseguiamo verso sud lungo la via Roma per trecento metri ed arriviamo a una rotonda, dove attiva da destra la via Nuoro, prosegue dritta la via Roma, mentre noi prendiamo leggermente a sinistra la via Cagliari. La seguiamo per duecentocinquanta metri, e vediamo, alla sinistra della strada, l’edificio con il Municipio di Barrali, che ospita la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese. Il Municipio si trova al civico numero 9 della via Cagliari. Passata la Cappella del Sacro Cuore di Gesù ci recheremo in piazza ai cadutiPassato il Municipio, percorse poche decine di metri la via Cagliari sbocca sulla via Enrico Berlinguer, e, ad angolo tra questa strada e la prosecuzione della via Cagliari, sulla sinistra, si trova in un prato la Cappella votiva dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Dalla fine della via Cagliari, prendiamo verso destra la via Enrico Berlinguer, la seguiamo per una trentina di metri e questa strada arriva a una rotonda dove sbocca sulla via donori, che prendiamo verso sinistra. Seguiamo la via donori per centocinquanta metri ed arriviamo dove arriva da sinistra la via Giacomo Matteotti. Passato l’incrocio, alla siniatra si trova il portale di accesso alla Piazza ai caduti una piccola piazzetta che si trova verso l’uscita dal paese in direzione di donori, che vale la pena visitare perché, con l’antico portale e varie scene murales, è molto originale e a dir poco suggestiva. Il bellissimo portale fa da cornice al Monumenti dedicata ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale, realizzato tra il 1990 ed il 1999, costituito da un recinto con la scultura che rappresenta la Madonna con Bambino, e con una lapide commemorativa. La chiesa parrocchiale di Santa LuciaDalla fine della via Cagliari, prendiamo verso destra la via Enrico Berlinguer, la seguiamo per una trentina di metri e questa strada arriva a una rotonda dove sbocca sulla via donori, che prendiamo verso sinistra. Seguiamo la via donori per centoventi metri e prendiamo a destra la via Guglielmo Marconi, la seguiamo per un centinaio di metri, poi svoltiamo a destra nella via Santa Lucia che, in una quarantina di metri, ci porta nella piazza della chiesa. Qui, alla destra ossia ad est, si affaccia la chiesa di Santa Lucia che è la parrocchiale di Barrali, e di cui non si hanno notizie certe circa l’anno della sua costruzione. Il culto per Santa Lucia, patrona di Barrali ed alla quale è dedicata la chiesa parrocchiale, ha una tradizione antica a cui la comunità è tuttora molto legata. Una leggenda narra che l’edificio sarebbe stato eretto in onore della Santa a seguito di una sua apparizione, che aveva salvato il paese da una grave epidemia. Alcune fonti fanno risalire al diciassettesimo secolo il primo impianto della chiesa, localizzato nell’area dell’attuale transetto. Intorno al primo trentennio del diciannovesimo secolo l’edificio inizia a subire importanti ampliamenti. Le navate laterali, la cupola, il campanile ed il salone parrocchiale risalgono alla seconda metà del ventesimo secolo. Il prospetto della chiesa, preceduto da un ampio portico e affiancato dal campanile, è un complesso di volumi che presenta finiture diverse, ad intonaco ed a conci lapidei. All’interno la chiesa ha una distribuzione planimetrica a croce latina, con tre navate, abside quadrata e cappelle comunicanti poste lungo le navate laterali. Davanti all’altare sono custodite alcune reliquie, che consistono in un frammento osseo di Santa Lucia, e piccoli pezzi di tessuto appartenuti ad alcuni Santi, tra cui fra Nicola da Gesturi e fra Ignazio da Laconi. Le coperture sono realizzate con volte a botte e cupola ottagonale. Sino dal 1777, la data dei festeggiamenti in onore della Santa coincideva con la prima domenica di luglio. Numerosi erano i fedeli provenienti dai paesi vicini, che arrivavano a Barrali per la festa, con i carri chiamati traccas, trainati da animali, che per l’occasione sostavano abitualmente, sotto un albero plurisecolare di rovere, situato in località Sa Matta ’e S’Arrobi. Ancora oggi la Festa di Santa Lucia è molto sentita dai cittadini, che ogni anno organizzano la Festa la prima domenica di luglio, che viene chiamata Santa luxia Manna per distinguerla dall’altra, meno importante, ossia la Festa chiamata Santa luxiedda, che cade il 13 dicembre. A luglio la domenica della festa, prima della messa, il simulacro viene portato in processione trasportato dai fedeli a mano su un cocchio, per le vie del paese. Di particolare interesse è la vestizione della Santa, che avviene il giovedì o il venerdì precedente la festa. Oltre alla Festa religiosa, si svolge anche una Festa civile, della durata di quattro giorni circa, con fuochi d’artificio e serate musicali. La grande piazza del Popolo che ospita eventi e manifestazioniDa dove la via Enrico Berlinguer era arrivata a una rotonda ed era sboccata sulla via donori, se prendiamo la via donori verso destra, la seguiamo per poco più di una cinquantina di metri, vediamo, alla sinistra della strada, la grande e bella Piazza del Popolo che oggi forma un unico spazio con la adiacente piazza della chiesa, la quale si trova rispetto ad essa subito più a sud. Questa piazza è stata realizzata negli anni ottanta del novecento, e la si può ritenere senza ombra di dubbio come la più grande piazza della zona. Oggi l’intera area compresa in questa piazza viene utilizzata per ospitare grandi eventi e per manifestazioni di ogni genere. Nel 2019 sono stati realizzati i lavori di riqualificazione della Piazza del Popolo, con una nuova pavimentazione e con l’obbiettivo di realizzare una riqualificazione del contesto urbanistico, sociale, e d’un miglioramento della fruizione del centro storico di Barrali durante la realizzazione di pubblici spettacoli e sagre. La piazza Funtana Manna con la sua fontanaDa dove dalla via Guglielmo Marconi avevamo preso la via Santa Lucia, che ci aveva portati alla chiesa parrocchiale, ora invece proseguiamo lungo la via Guglielmo Marconi. Questa strada procede verso ovest e poi, dopo una sessantina di metri, prosegue a sinistra mentre a destra si sviluppa la Piazza Funtana Manna nella quale è presente un parco giochi, con attrezzature soprattutto per i bambini. Il suo nome deriva dalla presenza di una fontana, ancora oggi esistente, sebbene chiusa e inutilizzata. La piazza Funtana Manna è adiacente alla piazza della chiesa, che si trova rispetto ad essa più ad est. Percorsa una quarantina di metri costeggiando la piazza, si vede alla sinistra la fontana chiamata Funtana Manna che per secoli è stata la fonte di approvvigionamento idrico del paese, ruolo che ha mantenuto fino alla costruzione della locale rete idrica. File di donne con in testa la brocca e col secchio in mano si dirigevano verso la Funtana Manna per portare a casa l’acqua potabile. Il secchio serviva per attingere l’acqua dal pozzo e come contenitore supplementare portato a braccio, mentre la brocca veniva caricata dalle donne con maestria ed equilibrio sulla testa, portando così a casa il prezioso liquido che serviva per tutti gli usi domestici. La casa MaxiaPassata la fontana, alla sinistra della piazza Funtana Manna parte la via Funtana Manna. Lungo questa strada, alla sinistra, al civico numero 9, si trova il portone di ingresso della Casa Maxia un’antica dimora padronale campidanese della fine dell’ottocento, restaurata e destinata dal comune a centro polifunzionale per le attività culturali e sociali del paese. è da Efisio Maxia, del 1869, e da Carolina Serrelis, del 1875, che nasce la storia di casa Maxia. I due si erano sposati e abitavano nella casa dove avevano avuto cinque figli, ossia Antonio, Adelina, Pasquala e infine due gemelli Raffaele e Angelo. Le attività in casa Maxia durano fino alla morte di Adelina e degli altri figli, dei quali rimane solo Raffale, il più piccolo, che fà il ragioniere e abita a Cagliari, per cui la casa si spopola e negli anni settanta del novecento viene chiusa, fino al 1999, quando una delibera del consiglio Comunale di Barrali ne decide l’acquisto e la destinazione a centro sociale. Tutte le caratteristiche tipiche delle antiche case padronali della Trexenta sono presenti in questo edificio. La casa è composta da un vastissimo vano chiamato Sa lolla, da dove si accede al resto dei vani, le stanze da letto, uno o più soggiorni, e la cucina, e da dove si accede anche al granaio. Presenti poi tutte le dipendenze accessorie, che vertono sul cortile centrale. All’ingresso si trovano il portale in legno con atrio che dà sul cortile assieme alle altre dipendenze accessorie, ossia la stalla per gli animali, il pagliaio, il ripostiglio per gli attrezzi, la Cantina per la vinificazione, la legnaia sospesa su quattro pilastri di granito. Adiacente all’abitazione è presente il vano per la macina del grano, azionabile a trazione circolare da un asino o da un cavallo, nonché l’alloggio per la servitù. Al centro del cortile è presente il pozzo con adiacente Su laccu, contenitore usato come abbeveratoi per gli animali, scolpito su pietra, quasi sempre da riempire attingendo col secchio a mano oppure con l’ausilio della carrucola. Gli impianti sportiviDa dove, con la via Cagliari, siamo arrivati sulla via Enrico Berlinguer, prendiamo questa strada verso sinistra e, dopo centoventi metri, arrivati in località Sa Nuraxedda, vediamo alla destra della strada il cancello di ingresso degli impianti sportivi di Barrali. All’interno di questi impianti è presente un Campo da Calcio, ossia il Campo Sportivo Comunale, con fondo in erba, dotato di tribune in grado di ospitare 200 spettatori. Ed, accanto al Campo da Calcio, è presente una Pista di atletica leggera, con pavimentazione in Materiali cementizi o asfaltoidi, nella quale svolgere come attività sportive atletica leggera e Corse su pista. Presso questo campo gioca la squadra della Polisportiva Santa Lucia Barrali, ossia dei Galacticos barralesi, che milita nel settore calcistico da molti decenni e partecipa al campionato provinciale Uisp. All’interno di questi impianti è presente anche una Palestra, con pavimentazione in materiali cementizi o asfaltoidi, dotata di tribune per un centinaio di spettatori, nella quale praticare Handball’ossia pallamano, e pallacanestro. La squadra di pallamano di Barrali ha militato in Serie A. Visita dei dintorni di BarraliVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Barrali sono stati portati alla luce resti della necropoli a domus de janas di Sa Rocca de Sa Trinitadi; della Tomba di giganti di Cuccuru Sa Gruxi; del Nuraghe complesso di Monte Uda, che si trova al confine tra i territori comunali di Barrali, Ortacesus e Sant’Andrea Frius, e del Nuraghe a corridoio domu ’e S’Orcu, che si trova al confine tra i territori comunali di Barrali e donori. Il monte UdaEntrati nell’abitato, proseguendo verso sud lungo la via Roma, dopo trecento metri ed arriviamo alla rotonda, dove prosegue dritta la via Roma, parte leggermente a sinistra la via Cagliari, e qui prendiamo tutta a sinistra la via Sant’Andrea. La seguiamo per trecento metri, ed arriviamo a un’altra rotonda con al centro la statua di Padre Pio, dove la via Sant’Andrea prosegue verso destra, mente noi prendiamo verso sinistra la via Nuraxi Uda, che dopo poco più di un chilometro ci porta alle pendici di un rosario di colline culminanti con il Monte Uda inlingua sarda Monte Auda, alto 370 metri. Dalla cima del monte Uda si può ammirare un vastissimo paesaggio. In direzione nord è visibile l’alta Trexenta con tutti i paesi, guardando oltre sono visibili le colline dell’alto Sarcidano, le montagne del Gennargentu che sovrastano le due Barbagie di Belvì e di Seulo. Nella direzione opposta si può notare il resto della Trexenta e gran parte delle Marmilla, fino all’altopiano della Giara. Guardando in direzione sud est, si vede una vasta estensione del Campidano fino alle propagini delle montagne di Villacidro con i monti Mannu sulla catena del linas, tutta la catena delle montagne di Capoterra con il monte Arcosu, nonché il golfo degli Angeli, il mare di Cagliari, e la Sella del Diavolo. Sul monte Uda c’è il verde e rigoglioso parco Comunale, che comprende una grande pineta, unico polmone verde della Trexenta e del Campidano di Cagliari, che si estende nel nord ovest del comprensorio barralese, confinando con i territori dei comuni vicini. Tutti i terreni, come nella maggior parte del Campidano, sono assiepati a fichi d’india, che vi vegetano senza particolari problemi. Il vicino fiume, durante l’inverno, è popolato di anatre e di galline acquatiche, ed in esso si possono pescare anguille, tinche e persino delle trote. Il parco Comunale presente sulla sommità del monte Uda consiste in circa 300 ettari di bella pineta e macchia mediterranea, ed è attrezzato con aree di sosta per il pic-nic e percorsi jogging. Vi è anche un angolo per la preghiera, intorno ad una nicchia in onore della Madonna Ausiliatrice, che guarda verso l’abitato barralese. Si tratta di una struttura all’aperto costituita da un suggestivo altare in marmo grezzo e pietra, e da un’edicola costruita utilizzando un bancone di roccia naturale e rifinita in pietra, contenente la statua di Maria Ausiliatrice. I resti del Nuraghe complesso di Monte UdaSulla cima del monte Uda sono presenti resti di un villaggio nuragico, che testimoniano la presenza dell’uomo in quel territorio già durante l’età nuragica. I resti del Nuraghe di Monte Uda si trovano al confine tra i territori comunali di Barrali, Ortacesus e Sant’Andrea Frius. Si tratta di un Nuraghe complesso edificato a 343 metri si altezza, costituito da una torre principale, con una o due torri aggiunte, costruito in pietra calcarea. La camera centrale è marginata da due nicchie. Costituisce un formidabile punto di vedetta in quanto da esso si domina un vastissimo territorio e, nelle giornate più limpide, si può vedere anche la Sella del Diavolo. La Stazione ferroviaria di BarraliUsciamo dall’abitato verso nord con la SP11 e, dal Cimitero Comunale, proseguiamo per seicentocinquanta metri. Subito dopo aver passata la strada ferrata, prendiamo la prima deviazione a sinistra che, dopo un centinaio di metri, ci porta alla Stazione ferroviaria di Barrali, che è una fermata ferroviaria. Lo scalo viene inaugurato con caratteristiche di stazione nel 1888, contemporaneamente all’attivazione della linea che collega Cagliari con Isili, realizzata dalla Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna. A questo gestore, nel 1921 succedono la Ferrovie Complementari della Sardegna, con le quali lo scalo prende la denominazione di Barrali: il pimentel, nome che mantiene sino a fine secolo, quando viene abbandonato in luogo dell’originaria denominazione. La gestione passa nel 1989 alle Ferrovie della Sardegna, e viene dismesso lo scalo merci della stazione, ormai inutilizzato. Dal 2008 passa alla ARST Gestione FdS. Nel 2010 lo scalo di Barrali viene sottoposto ad interventi di ristrutturazione, ed al declassamento dell’impianto a fermata, con la rimozione di tutti i binari all’infuori di quello di corsa. Negli ultimi mesi dell’anno inoltre la gestione dello scalo passa all’ARST, che oggi collega la fermata con treni aventi destinazione a Monserrato verso sud ed a Mandas e Isili verso nord. La necropoli a domus de janas di Sa Rocca de Sa TrinitadiSubito prima della strada ferrata, prendiamo una strada bianca sulla destra che seguiamo per circa seicentocinquanta metri. Non lontano si trova, senza indicazioni e quindi difficile da raggiungere, un affioramento roccioso nel quale sono state realizzate le tombe della necropoli a domus de janas di Sa Rocca de Sa Trinitadi. alla base di tale affioramento, a sud, a est ed a nord, si aprono numrose cavità poco profonde note popolarmente col nome di I Gruttas de Sa Trinidadi due delle quali, con soffitto arcuato, possono essere interpretate come la camera funeraria residua di altrettante domus de janas crollate, altre come saggi per tombe mai ultimate. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Barrali ci recheremo a Senorbì dove è nato lo scultore Giuseppe Antonio Lonis, con i dintorni dove in località Turriga è stata rinvenuta la Mater Mediterranea di Senorbì, con la necropoli di Monte luna, l’insediamento punico di Santu Teru e il villaggio nuragico dove è stato rinvenuto il famoso bronzetto chiamato Miles Cornutus. |