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Pimentel con la necropoli preistoriche di Corongiu e quella di Pranu Efis o di S’Acqua Salida


In questa tappa del nostro viaggio, da Samatzai ci recheremo a Pimentel che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trovano le sue impotanti necropoli preistoriche, ossia la necropoli preistoriche di Corongiu e quella di Pranu Efis chiamata anche di S’Acqua Salida.

La regione storica della Trexenta

La TrexentaLa Trexenta è una regione storica della Sardegna situata nella parte settentrionale della Provincia del Sud Sardegna. La regione della Trexenta si trova interamente nella Provincia del Sud Sardegna ed i comuni che ne fanno parte sono Barrali, Gesico, Guamaggiore, Guasila, Mandas, Ortacesus, Pimentel, Sant’Andrea Frius, San Basilio, Selegas, Senorbì, Siurgus Donigala, Suelli. Il territorio è prevalentemente collinare nella parte orientale e più pianeggiante verso ovest. La zona della Trexenta è un susseguirsi di rigogliose campagne, dove i frutteti si alternano a vigne, oliveti e coltivazioni di cereali. Le sue condizioni climatiche, favorite anche dall’abbondanza d’acqua, determinano una rinomata produzione di vino, olio e grano.

In viaggio verso Pimentel

Da Samatzai, dove avevamo concluso una delle precedenti tappe del nostro viaggio prima della deviazione per visitare il Parteòlla, usciamo dall’abitato verso est con la via Roma che si immette sulla SP33, si dirige verso nord est nella regione storica della Trexenta, e ci porta in quasi tre chilometri all’interno dell’abitato di Pimentel. Dal Municipio di Samatzai a quello di Pimentel si percorrono 3.9 chilometri.

Il comune chiamato Pimentel

Pimentel: veduta dell’abitatoPimentel-Stemma del comuneIl comune chiamato Pimentel (nome in lingua sarda Pramantellu, altezza metri 154 sul livello del mare, abitanti 1.126 al 31 dicembre 2021) si estende nella parte settentrionale della Provincia del Sud Sardegna, a sud delle colline Trexenta, su un fondovalle percorso dal rio Funtana Brebeis, un affluente del rio Mannu. Si tratta di un piccolo centro agricolo, ed ha una economia basata, appunto, prevalentemente sull’agricoltura. L’abitato è raggiungibile tramite la SS128 Centrale Sarda, che dista solo due chilometri. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico ondulato, in parte collinare e in parte vallivo, con variazioni altimetriche non molto accentuate, dato che si raggiungono appena i 314 metri di quota. A nord dell’abitato si trovano alcune fonti utilizzate sopratutto per abbeverare il bestiame, e la piu ricca d’acqua è quella chiamata Solaris.

Origine del nome

Secondo alcuni il nome, che nella dizione locale compare come Pramantellu, viene interpretato come derivato della voce sarda Pramma, cioè palma, dato che il territorio un tempo sarebbe stato ricoperto di palme nane; altri studiosi ritiengono, invece, che si tratti di una correzione del latino Flumen, nel significato di fiume; tuttavia entrambe le ipotesi non appaiono attendibili. Pertanto, pare che il villaggio tragga il suo nome dalla famiglia nobiliare spagnola Pimentel, la quale ebbe anche un Vicerè della Sardegna, don Girolamo Pimentel, e si ritiene quindi che il villaggio possa essere stato un feudo di questa famiglia.

La sua economia

Si tratta di un comune di pianura, la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. Il settore economico primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, agrumi, uva e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini ed equini. Il settore secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti alimentare ed edile. Il terziario si compone di una modesta rete distributiva. Pur non figurando tra le mete turistiche più celebrate della zona, possiede comunque valide attrattive in grado di richiamare l’attenzione di coloro che amano la natura e l’archeologia. Le due zone archeologiche che si trovano sul territorio, sono, infatti, meritevoli di una visita, nella prima è possibile ammirare una domus de janas di particolare interesse perchché decorata con vari disegni a rilievo, nell’altra zona sono da visitare invece due gruppi di domus de janas con una decina di tombe. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Brevi cenni storici

L’area nella quale sorge l’abitato viene abitata già in epoca prenuragica e nuragica, come dimostra la presenza nel territorio di alcune testimonianze archeologiche. Durante il medioevo appartiene al Giudicato di Càralis e fa parte della curatoria della Trexenta che originariamente comprendeva Trecento comuni. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, il territorio passa per breve tempo sotto il controllo del Giudicato di Arborea, ma il giudice Mariano II nel 1295 lascia i territori che erano appartenuti al Giudicato di Càralis in eredità alla repubblica di Pisa, feudo dei Visconti. Nel 1324 il paese passa sotto il controllo degli Aragonesi, insieme a tutti i centri delle curatorie di Trexenta e di Gippi. Nel 1421 il villaggio, con tutti gli altri paesi di quella che era la curatoria della Trexenta, viene dato in amministrazione a Giacomo de Besora, che nel 1434 ne ottiene la concessione feudale. Nel 1497 il paese viene unito alla conte di Villasor, feudo di Giacomo de Alagón, e nel 1594 la conte è trasformata in Marchesato. Secondo uno storico il borgo sarebbe sorto nel 1670, ad opera di Maria Josefa Pimentel, moglie di Biagio Alagon, che avrebbe dato il nome al paese unendo i due villaggi presenti ai due lati del rio Funtana Brebeis, ossia Nuraxi ad est e Saceni a ovest. Ma si ritiene che il villaggio non sia stato formato allora, ma esistesse già da prima con un altro nome, dato che sarà stato uno di quei numerosi villaggi della curatoria della Trexenta che Giovanni Francesco Fara, nella sua Chorographia Sardiniae, nel 1580 cita come distrutti. Nel 1703 il feudo viene donato da Artale de Alagón alla figlia Isabella, sposata con Giuseppe da Silva. Nel censimento del 1861 figura con appena 658 abitanti. Ai Da Silva: alagon è riscattato nel 1839 con l’abolizione del sistema feudale. Durante il fascismo, per un periodo che va dal 1936 al 1946, il comune di Pimentel viene accorpato al vicino comune di Samatzai, dal quale dipende amministrativamente, per riconquistare la sua piena autonomia nel 1946. resta nella Provincia di Cagliari fino alla riforma del 2016, quando il paese viene aggregato alla nuova Provincia del Sud Sardegna.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Pimentel

Pimentel: il Gruppo Folk Sa PramaPimentel: il costume tradizionale maschileA Pimentel è attivo il Gruppo Folk Sa Prama dell’Associazione Pro Loco di Pimentel, nelle cui esibizioni è possibile ammirare una ricostruzione del costume tradizionale. L’antico costume tradizionale femminile, che è stato smesso ai primi del novecento, era costituito da un giubbotto di seta nera ricamato su polsini A puntu vau anche con l’applicazione di fili dorati e di perline, da una gonna di colore rosso o blu, molto plissettata, per la quale occorrevano molti metri di stoffa, la camicia era in tela bianca, mentre il grembiule Su divantagliu e lo scialle erano interamente ricamati a mano, molto vistoso era anche il corsetto, Su cossu, realizzato in broccato ed adornato dai fili dorati, perline e striscioline di tela colorata o di velluto pregiato. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Pimentel vanno ricordate, a febbraio, i festeggiamenti per il Carnevale, con sfilata di carri, pentolaccia e una ricca degustazione di zeppole; l’11 febbraio, la Festa della Madonna di lourdes, con processione fino alle grotte di Sa Ruta; a fine giugno, la Festa di San Giovanni, preceduta la sera dal rito dei falò propiziatori nelle strade, e con la stipulazione dei patti del Comparatico col vecchio rito dei fiori; il 16 luglio, la Festa della Madonna del Carmine, ossia della Madonna de su Cramu, cui è dedicata la chiesa parrocchiale; l’ultimo sabato di agosto o il primo lunedì di settembre, la Sagra de S’Accodiu, a ricordo della ripartizione degli utili alla fine della mietitura; il primo di settembre, la Festa de su Cramixeddu, dedicata anch’essa alla Madonna del Carmine, una Festa secolare fra le più importanti della Trexenta; solitamente il terzo sabato di settembre, la Sagra de su Gattou.

La Sagra de S’Accodriu

Pimentel-manifesto della Sagra de S’AccodiuA Pimentel, a ricordo della sua grande vocazione cerealicola, si svolge da sempre l’ultimo sabato di agosto o il primo lunedì di settembre la Sagra de s’Accodriu. Si tratta di una Festa importante che ricalca un’antica usanza nella quale, alla fine della mietitura, sia il datore di lavoro che i contadini stilavano il resoconto della mietitura. In base a quanto realizzato ci si metteva d’accordo sulla spartizione degli utili, solitamente si stabiliva con un gran pranzo a cui partecipavano tutte le persone che avevano lavorato. La sagra, che si fa tutt'oggi, consiste nella distribuzione a tutti gli intervenuti di un piatto di Malloreddus, Brabei a capottu ossia pecora lessa con patate e cipolle, salsiccia arrosto, formaggio, vino e bibite. La serata viene vivacizzata da musica folkloristica e balli di gruppo.

La Sagra de su Gattou

Pimentel-manifesto della Sagra de su GattouA Pimentel ogni anno, solitamente il terzo sabato di settembre, si svolge la Sagra de su Gattou, il delizioso croccante a base di mandorle, tipico della tradizione dolciaria sarda, in particolare della zona del Campidano, con origini molto remote, dato che il suo nome deriva dal francese Gateau, e probabilmente è entrato a far parte della tradizione sarda durante la dominazione dei Savoia. Il programma della sagra, oltre alla dimostrazione della lavorazione de Su Gattou con la partecipazione delle massaie di Pimentel, ed alla sua degustazione, prevede anche stand espositivi, mostra mercato di prodotti artigianali ed enogastronomici, esposizioni, proiezioni di foto, visite ai monumenti, ed a conclusione uno spettacolo musicale.

Visita del centro di Pimentel

Pimentel: il rio Funtana Brebeis che attraversa l’abitatoL’abitato, che non mostra segni di crescita edilizia, ha l’andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti, ed è ubicato in una zona di fondovalle, lungo il tracciato del rio Funtana Brebeis, affluente del rio Mannu, e si sviluppa quasi simmetricamente rispetto allo stesso rio che lo attraversa interamente da nord ovest a sud est. Arriviamo a Pimentel provenendo da ovest con la SP33 dove, in corrispondenza del chilometro 7, si trova il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato. Passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, la strada assume il nome di via Roma.

Il Municipio di Pimentel

Pimentel: il piazza della LibertàPimentel: il Municipio di PimentelPrendiamo la via Roma, che percorre tutto il paese da nod ovest a sud est costeggiando il rio Funtana Brebeis, e, percorsi ottocento metri, troviamo sulla destra la bella piazza della Libertà, dalla quale parte a destra la via Giuseppe Zanardelli. Su questa strada si affaccia, a sinistra, al civico numero 1, l’edificio che ospita il Municipio di Pimentel, con la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese.

La chiesa parrocchiale della Madonna del Carmine

Pimentel: la piazza con la chiesa parrocchiale della Madonna del CarminePresa la via Roma dal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso nell’abitato, percorsi cinquecento metri, troviamo a sinistra la via Alfonso lamarmora, prima della quale e ad angolo con essa, si trova la piazza della chiesa, sulla quale si affaccia la chiesa dedicata alla Madonna del Carmine detta chiesa parrocchiale Beata Vergine del Carmelo. Di essa si sa che sorgesu un’aria dove un tempo sorgeva la vecchia chiesa di San Giuseppe, della quale esistevano sino a pochi anni fa dei ruderi, ora sepolti, ed attorno alla quale si era andato formando, spontaneamente secondo le usanze del tempo, un piccolo Cimitero. Si ritiene che la Chesa parrocchiale risalga probabilmente alla seconda metà del seicento, ma la data sulla campana, 1670, non concorda con quella incisa su un costone della navata centrale, che è 1703, e che forse si riferisce ad un successivo intervento di restauro. Preceduta da un’ampia scalinata, presenta un’essenziale facciata caratterizzata da un terminale piatto, al centro della quale il portale ligneo si apre in linea con un rosone ad esso soprastante. Il campanile cuspidato a base quadra, che si innalza a sinistra del prospetto, è contraddistinto da una cornice marcapiano che lo divide in due ordini di cui, quello superiore, caratterizzato da un orologio.

Pimentel: chiesa parrocchiale della Madonna del Carmine: facciata Pimentel: chiesa parrocchiale della Madonna del Carmine: interno Pimentel: chiesa parrocchiale della Madonna del Carmine: altare maggiore

Internamente la chiesa presenta un’unica aula di forma rettangolare con copertura a botte, nella quale sui lati sono presenti delle cappelle. L’area del presbiterio risulta rialzata rispetto al piano della navata. L’altare marmoreo, al centro del presbiterio delimitato da una balaustra, è anch’esso datato, e risale al 1818. Oggetto di particolare devozione è la statua della Madonna del Carmine contenuta all’interno della chiesa. Esiste, inoltre, sempre all’interno della chiesa, un organo antico costruito dall’artigiano Piras di Pimentel con una tecnica unica in Sardegna.

Pimentel-manifesto della Festa della Madonna del Carmine ossia della Madonna de su CramuPimentel-manifesto della Festa de su CramixedduPresso questa chiesa ogni anno, il 16 luglio, si svolge la Festa della Madonna del Carmine, ossia della Madonna de su Cramu, che è la Festa patronale dedicata alla Madonna cui è dedicata la chiesa parrocchiale, con cerimonie religiose e manifestazioni civili che durano dal 15 al 17 luglio. Oltre alla Festa patronale, il primo di settembre se ne svolge un’altra, che è la Festa de su Cramixeddu, una Festa secolare fra le più importanti della Trexenta, organizzata in onore della Madonna del Carmine dal comitato de Is bagadius, ossia degli scapoli, caratterizzata da cinque giorni di riti religiosi, processione con costumi, cavalieri e gruppi folcloristici, ed anche gare sportive, canti sardi, Teatro e fuochi artificiali. È la Festa che un tempo segnava l’inizio della nuova annata agraria, in un paese caratterizzato da una grande vocazione cerealicola.

Il Cimitero di Pimentel

Pimentel: il Cimitero di PimentelPresa la via Roma dal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso nell’abitato, percorsi quattrocento metri svoltiamo a sinistra e prendi la piazza Fontana, qui svoltiamo a destra nella via Margherita che, dopo un centinaio di metri, continua sulla via Baccarini e, dopo un’altra ottantina di metri, di nuovo a destra nella via San Lorenzo. La via San Lorenzo, la seguiamo per duecento metri, fino a che la strada sbocca di fronte al muro di cinta con il cancello di ingresso del Cimitero di Pimentel.

I campi di Bocce comunali

Presa la via Roma dal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso nell’abitato, percorsi quattrocento metri svoltiamo a sinistra e prendi la piazza Fontana, qui svoltiamo a sinistra nella via Guasila, dopo una cinquantina di metri, si vede, alla sinistra della strada, il cancello che porta al parco Comunale di Pimentel. Passato il cancello ed entrati nel parco, seguiamo la strada piastrallata fino a che, dopo un’altra cinquantina di metri, porta di fronte ai Campi di Bocce comunali.

Pimentel: campi di Bocce comunali: ingresso Pimentel: campi di Bocce comunali: interno

Il Campo Sportivo Comunale

Da dove avevamo preso la via Guasila, la seguiamo per centottanta metri, poi svoltiamo a destra e prendiamo la via Solaris che, in duecentocinquanta metri, ci porta di fronte al Campo Sportivo Comunale del quale troviamo il cancello di ingresso lungo la traversa a destra. All’interno del Campo Sportivo, si trova un Campo da Calcio omologato, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori. All’interno di questo campo gioca la squadra di calcio di Pimentel, che è la Cribbio 78, la quale milita nel campionato FIGC di Seconda Categoria.

Pimentel: Campo Sportivo Comunale: ingresso Pimentel: Campo Sportivo Comunale: Campo da Calcio Pimentel: Campo Sportivo Comunale: Campo da Tennis

Oltre al Campo da Calcio, all’interno di questo impianto sportivo si trova anche un Campo da Tennis omologato, con fondo in materiali cementizi o asfaltoidi, che non è dotato però di tribune per il pubblico.

Visita dei dintorni di Pimentel

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Piemntel, sono stati portati alla luce i resti delle due importanti necropoli preistoriche di Corongiu e di S’Acqua Salida; dei Nuraghi San Filippu e Santu Perdu, di tipologia indefinita; mentre non resta più nulla del Nuraghe su Talloraxiu, che è stato completamente distrutto.

Le grotte di Sa Ruta

Pimentel-manifesto della Festa della Madonna di lourdesPimentel-Statua della Madonna di lourdes portata nella grottaNelle campagne di Pimentel si trovano le Grotte di Sa Ruta presso le quali ogni anno, l’11 febbraio, si svolge la Festa della Madonna di lourdes. Per questa festa, dopo cerimonie religiose che vengono svolte presso la chiesa parrocchiale, il simulacro della Madonna viene portata fino all’interno della grotta, dove ci si raccoglie in preghiera, ed inoltre nella quale vengono celebrate varie Messe, tra le quali una delle più toccanti è quella dedicata alle preghiere per i malati. Per due notti la Madonna rimane nella grotta, ed infine viene riportata nella chiesa che si trova nel paese. Significativi sono i numerosi riti religiosi e la fiaccolata serale.

I resti della necropoli di Corongiu

Pimentel: la necropoli di CorongiuPer raggiungere le due domus de janas che costituiscono la Necropoli di Corongiu dal centro di Pimentel prendiamo la via Roma verso nord ovest, che esce dall’abitato come SP33 verso Samatzai e, appena fuori dal paese, svoltiamo a destra sulla SP34 in direzione di Guasila. Percorsi quasi ottocento metri, seguendo le indicazioni di un cartello sulla sinistra, giriamo in una strada sterrata, lungo la quale, percorsi circa trecentocinquanta metri, appare improvvisamente a destra la tomba, a una diecina di metri dal ciglio della strada. Violata da tempi immemorabili, è costituita da una tomba a pozzo verticale, con la anticella e la cella, nella quale sono presenti decorazioni a rilievo sopra ed ai lati del portello d’ingresso, che separa l’anticella dalla cella. Del graffito fa parte un interessantissimo ornato simbolico inciso e sottolineato in rosso. La fascia superiore è decorata al centro da un elemento verticale che si apre superiormente in due spirali. Si ipotizza possa rappresentare la Dea degli Occhi, una variante della Dea Madre neolitica che proteggeva i defunti, in cui le spirali sono gli occhi e l’elemento al centro il profilo del naso. Ai lati in basso una linea a zigzag è limitata a destra da una spirale e a sinistra da due doppi cerchi. In alto, ai lati della doppia spirale od occhi della dea, sono rappresentati due motivi a zig-zag che sembra ricordare un mare con delle barche, e potrebbe richiamare il mondo dell’aldilà. Due lunghi elementi verticali che si aprono superiormente e inferiormente in due spirali decorano le pareti ai lati del portello.

Pimentel-Necropoli di Corongiu: la prima tomba Pimentel-Necropoli di Corongiu: antecella della prima tomba con le decorazioni a rilievo

Proseguendo lungo la strada sterrata, più avanti, dopo circa un’ottantina di metri, si scorge proprio sul margine della strada la seconda tomba, anch’essa a pozzo verticale, che però è assai poco valorizzata dato che, a differenza della prima, non possiede decorazioni che la valorizzino.

Pimentel-Necropoli di Corongiu: esterno della seconda tomba Pimentel-Necropoli di Corongiu: interno della seconda tomba

Si ritiene che le domus de janas di Corongiu risalgano al Neolitico Finale, ai tempi della Cultura di San Michele di Ozieri, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 d’il 2800 avanti Cristo, ma non mancano attestazioni di un riuso ai tempi della Cultura di Bonnanaro, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 2200 ed il 1900 avanti Cristo, e secondo una datazione più tradizionale tra il 1900 ed il 1600 avanti Cristo.

I resti della necropoli di Pranu Efis o di S’Acqua Salida

Pimentel: la necropoli di Pranu Efis o di S’Acqua SalidaPassata la deviazione per la necropoli di Corongiu, proseguiamo lungo la SP34 in direzione di Guasila per un chilometro e duecento metri, e, passati i resti di una cava di argilla sulla destra, seguendo le indicazioni di un cartello sulla sinistra, giriamo in una strada sterrata, lungo la quale, percorsi trecento metri, prendiamo un sentiero a sinistra. Percorsa una quarantina di metri, alla destra si trovano i resti della Necropoli di Pranu Efis dal nome della località in cui si trova, o Di S’Acqua Salida dal nome di un’antica sorgente presente nella zona. L’intero complesso tombale comprende una diecina di tombe, dai più svariati impianti planimetrici, davanti o sopra le quali ci sono resti di focolari rituali e coppelle.

Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: veduta delle tombe del gruppo BLa necropoli è articolata in due aree poste a centocinquanta metri di distanza, scavate in due distinti banconi di arenaria poco distanti tra loro, e comprende una diecina di ipogei. Il primo gruppo di tombe che si incontrano, chiamato gruppo B, si trova nel lato sinistro della strada sterrata e comprende tre tombe del tipo a pozzetto, con anticella e cella. La prima che si incontra è la Tomba 5, costituita da un pozzetto, un’anticella e una cella funeraria provvista di una colonna in parte distrutta. La Tomba 6 si articola in un dromos d’accesso, un’anticella con nicchia semicircolare ricavata nella parete di destra, una cella con nicchia rettangolare in origine decorata con ocra rossa, un bancone sepolcrale tra la parete destra e quella di fondo e un pilastro in gran parte distrutto. La Tomba 7 presenta un lungo dromos d’accesso, una piccola anticella e una grande cella funeraria semicircolare con bancone sui tre lati.

Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 5 dromos Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 5 anticella e pozzetto d’accesso Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 5 anticella e accesso alla cella funeraria Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 5 cella con basamento del pilastro Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 6 dromos Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 6 antecella Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 6 anticella con nicchia a destra Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 6 cella con basamento del pilastro Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 6 bancone sepolcrale Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 7 veduta della tomba Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 7 dromos Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 7 anticella e accesso alla cella funeraria Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 7 cella con tetto crollato e bancone

Riprendendo Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: veduta delle tombe del gruppo ALa strada sterrata, sulla destra è possibile visitare il secondo gruppo di tombe, chiamato gruppo A, che presentano tracce riconducibili alla celebrazione di riti funebri. Particolarmente notevole la monumentale Tomba 1, risultato di diverse fasi costruttive, originariamente del tipo a pozzetto, con una anticella nella quale è presente il riquadro dipinto in ocra rossa ed una grande cella. La tomba è stata in seguito dotata di un lungo corridoio d’accesso al posto del pozzetto, ed ampliata sulla destra della grande cella, annettendo tre camerette sepolcrali di una confinante sepoltura. La Tomba 2 è costituita da un pozzetto d’accesso e da una cella rettangolare il cui soffitto, parzialmente crollato, era originariamente sorretto da due pilastri. Sul pavimento è presente una vasca dove sono ricavate delle coppelle. La parete opposta all’ingresso presenta un ornato dipinto in ocra rossa, che rappresenta il simbolo della divinità maschile, ossia il Toro, dato che sono presenti due protomi taurine con schema a T entro un riquadro rettangolare, attualmente quasi invisibili a causa dell’incuria. Il colore rosso, colore del sangue e della vita, e la protome taurina sono i segni più comuni della religiosità neolitica sarda, simbolo di rigenerazione. Anche la Tomba 3 è caratterizzata da una dromos di accesso. Ha destato particolare attenzione la Tomba 4, articolata in un corridoio d’accesso, un’anticella e una cella. Questa tomba, secondo gli archeologi, riproduce lo schema delle capanne circolari, come dimostrano i particolari delle pareti e del soffitto dove corrono larghe fasce in rilievo simulanti il tetto e il relativo impianto ligneo di sostegno.

Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 1 dromos Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 1 ingresso della sepoltura Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 1 anticella con portello con tracce di ocra rossa Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 1 cella funeraria Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 1 cella e ingresso delle celle laterali Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 2 veduta Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 2 dromos Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 2 vasca nella cella priva di copertura Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 2 ornato dipinto di ocra rossa con protomi taurine Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 3 dromos Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 4 accesso Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 4 fasce in rilievo simulanti il tetto Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba 4 fasce in rilievo simulanti l’impianto ligneo di sostegno del tetto

Nella stessa area sono presenti altre due tombe che presentano interessanti  caratteristiche che denotano la loro monumentalità, ma che attendono di essere indagate scientificamente, anche se il loro stato di conservazione è fortemente compromesso e rischiano di scomparire se non si interviene.

Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: tomba distrutta con ampio dromos e anticamera rettangolare Pimentel-Necropoli di Pranu Efis: altra tomba distrutta

Si ritrovano, nelle necropoli di Pimentel, entrambe le divinità della grande religione naturalistica protosarda, ossia la Dea Madre a Corongiu ed il Dio Toro a Pranu Efis, entrambi simboli di vita e di fecondità, la cui collocazionesu una tomba si pone emblematicamente a sconfitta e superamento della morte stessa.

Pimentel: i resti di una cava romanaAnche la necropoli di Pranu Efis risale al Neolitico Finale, ai tempi della Cultura di San Michele di Ozieri, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 d’il 2800 avanti Cristo, ma non mancano attestazioni di un riuso ai tempi della Cultura di Bonnanaro, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 2200 ed il 1900 avanti Cristo, e secondo una datazione più tradizionale tra il 1900 ed il 1600 avanti Cristo. Poco più avanti rispetto allarea A si trovano anche i resti di una cava romana, e nella necropoli sono state ritrovate ceramiche romane repubblicane, oltre che altre del periodo alto medievale.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Pimentel ci recheremo a Barrali che visiteremo con il suo centro dove si trova la chiesa di Santa Lucia e dei dintorni nei quali si trova il monte Uda.


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