Codrongianos con la basilica della Santissima Trinità di Saccargia il principale monumento romanico pisano
In questa tappa del nostro viaggio, proseguendo da Florinas o partendo direttamente da Sassari, ci recheremo a Codrongianos dove visiteremo il paese e, nei suoi dintorni, la basilica della Santissima Trinità di Saccargia, il principale monumento romanico pisano della Sardegna ed uno dei più importanti d’Italia. La regione storica del Sassarese chiamata anche Logudoro TurritanoIl Logudoro è stato, nel periodo medioevale, uno dei quattro Giudicati che ha avuto come capoluogo prima Porto Torres, in seguito Ardara, ed infine Sassari. Oggi possiamo dividere questa regione in tre parti: Logudoro Turritano, il cosiddetto Sassarese, a nord; il Logudoro Meilogu a ovest; ed il Logudoro Montacuto a est. Più in particolare, il Sassarese (nome in lingua sarda Su Tataresu) è tutta un’area con una forte impronta agropastorale, con splendidi panorami, dominati da rilievi d’origine vulcanica, ampi tratti pianeggianti, scarse foreste che interrompono le grandi distese di pascoli. L’antico popolamento della zona, territorio ideale per i popoli preistorici dal punto di vista ambientale, è testimoniato dai cospicui resti archeologici, cui si aggiungono alcuni notevoli monumenti medioevali. I comuni che fanno parte del Sassarese sono Cargeghe, Codrongianos, Florinas, Ittiri, Monteleone Rocca Doria, Muros, Osilo, Ossi, Ploaghe, Putifigari, Romana, Sassari, Tissi, Uri, Usini, Villanova Monteleone. Oggi alcuni considerano in questa ragione anche Porto Torres, che però attribuiamo alla Nurra. Si parla il Sassarese o Turritano, una lingua romanza nata intorno al dodicesimo secolo da una base toscano corsa, evolutasi poi autonomamente con influenze liguri, iberiche e soprattutto sardo logudoresi. In viaggio verso CodrongianosVediamo i modi per raggiungere Codrongianos da Florinas o da Sassari. Nella precedente tappa del nostro viaggio eravamo arrivati a Florinas, da dove usciamo verso est sulla SP3. A 2,8 chilometri dal centro di Florinas, prendiamo a sinistra la SP26 proveniente da sud, che ci porta a Codrongianos, di cui raggiungiamo il centro dopo altri 1,7 chilometri. Per raggiungere Calangianos, è più comodo arrivarci direttamente da Sassari. Dal centro prendiamo, verso sud, la SS131 di Carlo Felice, e la seguiamo per circa 15 chilometri, fino a poco più di 18 chilometri dal centro di Sassari. Poco prima del cartello indicatore del chilometro 198, troviamo sulla destra l’uscita in direzione di Ozieri, Olbia e Tempio Pausania. Imboccato il raccordo di uscita, invece di prendere a sinistra la SS597 del Logudoro in direzione di Olbia, seguendo le indicazioni prendiamo la strada che corre parallela alla SS131 di Carlo Felice verso sud, che ci porta in direzione di Ploaghe e Codrongianos. La prendiamo, e, seguendo le indicazioni, ci immettiamo verso est sulla SP3 proveniente da Ploaghe, poi, dopo circa cinquecento metri, prendiamo a sinistra la SP26 proveniente da sud, che ci porta a Codrongianos, di cui raggiungiamo il centro dopo altri 1,7 chilometri. Abbiamo percorso poco più di venti chilometri dal centro di Sassari. Il comune chiamato CodrongianosIl comune chiamato Codrongianos o Codrongianos (nome in lingua sarda Codronzanos, altezza metri 317 sul livello del mare, abitanti 1.279 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro in Provincia di Sassari che si erge sui colli del Logudoro. Il nome del paese deriva dal nome Castrum Gordianus, ossia L’accampamento di Gordiano, Imperatore romano, che, per metatesi e alterazioni fonetiche tipiche della lingua sarda, ha dato origine al nome del paese odierno Codrongianos. Il fertile territorio in pianura è destinato all’allevamento del bestiame ed al pascolo, mentre nella zona superiore, tra due colline, è nato e si è sviluppato l’abitato di Codrongianos. Per quanto riguarda l’economia di Codrongianos, l’agricoltura è specializzata nella coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumi e frutta. Si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria risulta discretamente sviluppata, con aziende operanti nei comparti alimentare, tessile, elettrico, della gioielleria e oreficeria, edile e dell’energia elettrica. Brevi cenni storiciIl territorio di Codrongianos, frequentato fino dalla Preistoria presenta un ricco patrimonio archeologico, tra i quali i resti del Nuraghe Nieddu e di altri 56 siti archeologici che circondano il paese, a testimoniare che già in epoca nuragica la zona era densamente popolata. Il comune si sviluppa dopo il 225 dopo Cristo, quando, annessa parte della Sardegna all’impero Romano per difendere la via militare e commerciale che univa Turris, ossia Porto Torres, a Kalaris, ossia a Cagliari, passando per Macomer, i Romani costruiscono un accampamento militare, ossia un Castrum, denominato Castrum Gordianus, dal nome dell’Imperatore Gordiano III, detto Marco Antonio Gordiano Pio. L’accampamento è organizzato su due livelli, nella zona superiore vi è il Castrum vero e proprio, mentre i terreni della vallata vengono destinati al pascolo del bestiame, e vi viene costruiti locali nei quali vengono distribuiti i prodotti derivati dall’allevamento. Durante il periodo medioevale, Codrongianos fa parte del Giudicato di Logudoro, nella curatoria della vicina Florinas. Tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo viene governata dall’Abbazia camaldolese della Santissima Trinità, successivamente viene conquistata dagli Aragonesi, i quali la accorpano alla Baronia di Ploaghe e, in seguito, la cedono come feudo a Serafino di Montagnana. Passata ai Savoia nel 1720, entra a far parte del regno di Piemonte e di Sardegna, quindi del regno d’Italia. Successivamente passa alla repubblica Italiana. Alcuni personaggi nati a CodrongianosA Codrongianos sono nati la Venerabile Elisabetta Sanna, per la quale è stao impostato un processo di beatificazione, ed il professor Giovanni Antonio Crispo Brandis. La Venerabile Elisabetta Sanna nasce a Codrongianos nel 1788. A tre mesi il vaiolo le fa perdere l’uso delle braccia, tanto che non è più in grado di lavarsi o vestirsi da sola, e fa fatica a portare il cibo alla bocca. Si sposa ed alleva conque figli, fino a quando, nel 1825, rimasta vedova, fa voto di castità. Nel 1831 si imbarca per un pellegrinaggio in Terra Santa, ma, arrivata a Roma, per i disturbi fisici non riesce più a tornare. Si dedica, allora, totalmente alla preghiera ed a servire i malati ed i poveri, seguendo l’insegnamento del suo direttore spirituale Vincenzo Pallotti, che diventerà in seguito Santo. muore a Roma nel 1857, e viene seppellita nella chiesa del San Salvatore in Onda, in via dei Pettinari. Leone XIII ha iniziato la causa per la sua beatificazione. |
Il professore Giovanni Antonio Crispo Brandis nasce a Codrongianos nel 1843. Dopo aver studiato medicina e chirurgia nelle università di Sassari e Firenze, si trasferisce nel 1872 in Uruguay, dove ottiene dal 1876 la cattedra di patologia medica, e muore a Buenos Aires nel 1926. Nel 1920 dona al suo paese natale i finanziamenti per la realizzazione di un acquedotto. |
Le principali feste e sagre che si svolgono a CordronganosGli eventi di ispirazione tradionale e popolare sono sempre accompagnati da ricchi piatti della cucina locale e dall’ottimo vino. L’ultima settimana di luglio, si svolge a Codrongianos il Festival del Folklore Santu Paulu de Codronzanu con esibizione di gruppi folk della Sardegna, che si esibiscono durante la manifestazione, alla quale si affianca la degustazione dei prodotti tipici codrongianesi. Le tradizioni artistiche e culturaliA Codrongianos le tradizioni artistiche vengono tenute vive dall’Associazione Folkloristica Culturale San Paolo Codrongianos costituita nel 1998 da un gruppo di appassionati di tradizioni sarde e logudoresi. Già nel 1980 era stato costituito a Codrongianos un gruppo folklorico che, nel 1985, si è sciolto. A distanza di 15 anni, l’associazione folkloristica Culturale San Paolo intende portare avanti, con la sua attività, le tradizioni popolari sarde, ma soprattutto quelle codrongianesi e logudoresi. Il Coro di Codrongianos ed il groppo di canto a tenore Su Cuncordu Codronzanesu prendono parte alle manifestazioni folcloristiche. Il costume caratteristico codrongianese si identifica con la sua grande eleganza, soprattutto nella versione femminile, con i bei ricami di seta nel grembiule, e i fili d’oro nel busto, la gonna finemente plissettata, in velluto blu nella versione di gala, in panno nella versione giornaliera, unica nella zona. Visita del centro di CodrongianosMolto bello l’antico centro storico, con le vie strette, saliscendi e vicoli che si sviluppano in modo irregolare, a formare piccole corti. L’attuale centro storico di Codrongianos conserva l’impianto originario del paese, che era divisa in due parti, come testimoniano la denominazione di epoca medievale della villa di Codronzanu ’e Susa, in cui il termine Susa è l’aggettivo che ne definisce la posizione alta, ossia posta in altura; in contrapposizione all’altra villa, e Codronzanu ’e Josso, o bassa. La parte alta comprende l’attuale centro storico, sviluppatosi tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo intorno alla chiesa parrocchiale dedicata alla Conversione di San Paolo, possedimento Camaldolese dalla fine dell’undicesimo secolo. Si tratta di una parte dell’abitato costituito da allineamenti paralleli, realizzati nella collina ad est, lungo la direttrice segnata dalla chiesa del Rosario, con ad est e a sud i nuovi sviluppi dell’abitato. La parte bassa è stata edificata, invece, a valle, ed è disposta ad Anfiteatro a sud della parrocchiale, sulla sponda del rio Santa Lucia. Il Campo da Calcio di CodrongianosEntriamo in Codrongianos da sud est, provenendo da una deviazione a sinistra dalla SP3, che è la SP26 e, all’interno del centro abitato, assume il nome di via Europa. La via Europa prosegue nella via Cagliari, che seguiamo fino a trovare sulla destra la via Enrico Costa, che prosegue sulla via Velio Spano ed, in meno di trecento metri, ci porta la Campo da Calcio di Codrongianos. Il Municipio di CodronganosRitorniamo sulla via Sassari che ci porta, con ampie curve, nel centro storico, e la seguiamo per circa cinquecento metri. Prendiamo sulla destra la via decimoquattordicesimo Maggio, dalla quale prendiamo sulla destra la via Roma. Al civico numero 5 di via Roma di trova l’edificio che ospita il Municipio di Codrongianos. L’oratorio della Santa CroceRitornati indietro da via Roma, riprendiamo la via decimoquattordicesimo Maggio, sulla quale si trova, sulla sinistra, la facciata della chiesa oratorio della Santa Croce nel quale veniva ospitata, un tempo, la Confraternita della Santa Croce. Al suo interno è conservato un quadro che rappresenta la Deposizione del pittore pittore esule fiorentino Baccio Gorini, attivo nel nord dell’isola a partire dal 1604 circa, e che ha operato tra Sassari e numerosi villaggi della Sardegna settentrionale. La casa natale della Venerabile Elisabetta SannaRitorniamo sulla via Sassari e, subito più avanti, svoltiamo a sinistra in una stretta via di acciottolato, la via Venerabile Elisabetta Sanna, dove, al civico numero 10, si trova la Casa natale della Venerabile Elisabetta Sanna che costituisce un punto di riferimento per i numerosi devoti che vi si recano per invocare grazie. Si trattasi di una modesta abitazione che, donata dalla parrocchia di Codrongianos, è stata restaurata dall’amministrazione Comunale. Costituita da due vani, uno al piano terra nel quale si trovano un grande quadro ed una raccolta di indumenti ed altri oggetti appartenuti alla donna, ed un altro sotterraneo, spoglio, accessibile attraversando una botola, nel quale è stato recentemente posizionato un piccolo altare. Andiamo a visitare la piazza CrispoPassata la casa natale della Venerabile Elisabetta Sanna, prendiamo la prima a destra e, poi, subiito a sinistra. Seguiamo questa strada, che ci porta in via su Stadoneddu, dalla quale arriviamo a trovare sulla destra la Piazza Crispo La piazza più grande del centro storico, dedicata al professore Giovanni Antonio Crispo Brandis. La chiesa parrocchiale dedicata alla conversione di San Paolo ApostoloDalla piazza Crispo prendiamo verso nord est la via Giuseppe Mazzini, che ci porta in via Principessa Mafalda. La prendiamo verso sinistra, ossia verso ovest, ed, al civico numero 5, troviamo la grande chiesa di San Paolo dedicata alla Conversione di San Paolo Apostolo che è la chiesa parrocchiale di Codrongianos. Nel 2010, con una solenne cerimonia, è stata riaperta al culto dopo essere stata chiusa per ottoanni, avendo subito gli insulti del tempo con conseguenti problemi anche strutturali. Edificata in stile romanico nel dodicesimo secolo, quella che vediamo è il risultato della ricostruzione settecentesca della struttura romanica, che era stata modificata già nel seicento. Ha un impianto a navata unica, con volta a botte lunettata con sottarchi. Al suo interno sono esposti quadri di elevatissimo valore artistico, come quello che capeggia sull’altare maggiore, che rappresenta La conversione di Saulo, anch’esso opera del pittore pittore esule fiorentino Baccio Gorini, attivo nel nord dell’isola a partire dal 1588, e che ha operato tra Sassari e numerosi villaggi della Sardegna settentrionale. Il campanile, rifatto in forme classicistiche nel 1767, ha pianta ottagonale ed è visibile da ogni zona del paese. Chiamato l’Apostolo dei Gentili, San Paolo Apostolo ossia Paolo di Tarso, non è stato uno degli Apostoli di Gesù, essendo nato verso il 10 dopo Cristo, ma è così chiamato essendo stato missionario del vangelo tra i pagani greci e romani. Era un ebreo ellenizzato che godeva del paesenza romana, e si sarebbe convertito al cristianesimo mentre, recandosi da Gerusalemme a Damasco per organizzare la repressione dei Cristiani, sarebbe stato avvolto da una luce fortissima e avrebbe udito la voce del Signore che diceva Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?. Convetitosi, inizierà la sua opera di evangelizzazione, e compirà anche il viaggio in Spagna della cui intenzione aveva scritto in una lettera ai Romani, ma del quale non esiste evidenza storica. |
La Festa patronale di Codrongianos è la Festa di San Paolo Apostolo, che si svolge il 29 giugno e prevede la celebrazione di una messa in suo onore nella chiesa situata nel centro storico. Museo e centro documentazione di CodrongianosTornando indietro dalla via Principessa Mafalda, prendiamo a sinistra una via che ci porta nella quasi parallela via don Bernardino Solinas. Prima di arrivare in questa strada, prendiamo a destra la via San Paolo. Qui, in un palazzo dalla architettura di primo novecento detto Pinacoteca, è ospitato il Ce.Do.C. ossia il Museo e centro documentazione di Codrongianos nel quale è presente un centro che documenta la storia del territorio attraverso la multimedialità e la comunicazione tecnologica. In esso si trovano le sue maggiori testimonianze artistiche, tra le quali spiccano per importanza i retabli pittorici della fine del quindicesimo secolo e dell’inizio del quindicesimoI, che erano originariamente collocati nella basilica della Santissima Trinità di Saccargia, e che appartevano all’arcidiocesi turritana. L’oratorio di Nostra Signora del RosarioIn via don Bernardino Solinas si trova la chiesa ed oratorio di Nostra Signora del Rosario il cui primo impianto del risale all’ultimo quarto del seicento, e nella quale veniva officiatao fino al quarto decennio del novecento. In una relazione relativa alla visita pastorale compiuta dall’arcivescovo Royo a Codrongiano nel 1667, si dice che i confratelli, che operavano in una loro Cappella nella chiesa parrocchiale, avevano manifestato l’intenzione di costruire un loro oratorio, separato dalla parrocchiale, per svolgervi gli esercizi spirituali. Quindi è stato edificato questo oratorio, nel quale era ospitata, un tempo, la Confraternita di Nostra Signora del Rosario. Si tratta di una chiesa con un’unica navata, divisa in tre campate da due archi traversi a sesto acuto, e coperta originariamente con un tetto in legno. La facciata a spioventi, con portale architravato centrale sormontato da una finestra rettangolare, era probabilmente sovrastata da un campaniletto a vela. Attualmente la chiesa del Rosario è ridotta a poco più di un rudere, ha la facciata priva della parte superiore, ed ha la navata totalmente priva di copertura. A breve inizieranno, comunque, i lavori per il completo recupero dei locali dell’ex chiesa del Rosario. Già oggetto di interventi di consolidamento e restauro nel biennio 2010/2011, questi nuovi lavori chiuderanno la serie di importanti azioni che hanno avuto inizio nel 2002. Il Cimitero di CodrongianosLa via don Bernardino Solinas ci porta sulla via Sassari, che è la SP26 che attraversa tutto il centro abitato, entrando da sud est come via Europa, proseguendo su via Cagliari, ed in seguito, appunto, su via Sassari. La strada, uscendo verso nord dall’abitato, svolta a sinistra e prosegue come SP26. Percorsi poco più di duecento metri, troviamo alla destra della strada il Cimitero di Codrongianos. resti archeologici nei dintorni di CodrongianosVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Codrongianos, sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi Bolinu, de su Balcone, de su Urtija, Giuspiu, Maffaru, Mura Ulimu, Nieddu, Ozzastru, Padrigia, Palaesi, Pedras Serradas, Pedru Farre, S’Ispagnolu, Sant’Andrea, Santa Caterina, Serras, Signora Anna, su Crabile, tutti di tipologia indefinita. La bellissima basilica della Santissima Trinità di SaccargiaDa Codrongianos, la via Sassari, prima di svoltare a sinistra ed uscire verso nord dall’abitato, prosegue dritta ed incrocia la via Saccargia, che prendiamo a sinistra, verso nord est, e, in un paio di chilometri, ci porta ad incontrare la SS597 del Logudoro che si dirige verso Olbia. Ma è più facile arrivarci dalla SS131 di Carlo Felice, che ci ha portato da Sassari verso Cordongianos. Poco prima del cartello indicatore del chilometro 198, troviamo sulla destra l’uscita in direzione di Ozieri, Olbia e Tempio Pausania, che ci porta anche a Codrongianos e Ploaghe. Imboccato il raccordo di uscita, prendiamo a sinistra la SS597 del Logudoro in direzione di Olbia. Presa la SS597 del Logudoro seguendo le indicazioni per Ozieri, Olbia e Tempio Pausania, dopo poco più di due chilometri troviamo sulla destra l’uscita che ci porta, verso sud, al parcheggio della basilica della Santissima Trinità di Saccargia che costituisce il principale monumento romanico pisano della Sardegna ed uno dei più importanti d’Italia. Si ritiene che il suo nome derivi dalle parole S’Acca Argia, ossia vacca con il manto maculato, con le quali viene indicata appunto la vacca con il pelo maculato, che vediamo scolpita in un capitello del porticato antistante la chiesa. La chiesa ha ricevuto l’appellativo di basilica, denominazione onorifica che il papa concede a edifici religiosi particolarmente adeguati al ruolo che ricoprono per importanza e valore artistico, quindi grandi e capaci di accogliere moltissime persone. Fatta edificare dal giudice Costantino I di Logudoro per favorire l’insediamento nel Giudicato dei monaci Camaldolesi, i lavori, iniziati nel 1116, proseguono con maestranze pisane tra il 1180 ed il 1200 circa. La basilica sorge accanto ai resti dell’antico monastero camaldolese, e si presenta al visitatore come uno straordinario monumento in cui si fondono stili architettonici diversi. Sono, infatti, presenti, oltre a quelli toscani, elementi lombardi, motivi bizantini derivati dalla Calabria, ed altri islamici di provenienza siciliana. La chiesa che oggi possiamo ammirare ha, comunque, subito numerosi restauri, che ne hanno in parte modificato l’originaria fisionomia. Si presenta on una facciata a conci alternati di basalto e calcare, ed uno slanciato campanile poligonale alto quaranta metri. L’interno è molto semplice, a navata unica, con copertura a capriate e pavimento in trachite grigia. Al centro si trova la Cappella dedicata alla Santissima Trinità. L’abside centrale è interamente decorata da un affresco in cui troneggia, in alto, la figura del Cristo in mandorla, che con la destra benedice e con la sinistra regge un libro aperto. Belli l’altare e l’abside, che conserva affreschi del tredicesimo secolo nei quali sono rappresentati Cristo con Angeli, Santi e Dottori della chiesa, la Madonna in preghiera, e scene della Passione di Cristo. Mediante archi a tutto sesto, in calcare bianco, si accede ai due bracci del transetto, dove si aprono due cappelle coperte con volte a crociera. La Cappella destra, dedicata all’Annunziata, probabilmente, anticamente, comunicava con il monastero. Da quella sinistra, dedicata all’Immacolata Concezione, si accede ad un altro vano più recente ed al campanile. alla sinistra di questa cappella, se ne trova un’altra dedicata a Santa Maria Maddalena. Nelle cappelle sono presenti quadri di Scuola aragonese, napoletana e toscana. Attualmente, anche se ha subito dei restauri che hanno intaccato l’originalità del tempio, la chiesa rimane comunque un luogo di culto per molti cattolici. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli che in essa si recano numerosi in pellegrinaggio, dato che costituisce un motivo di orgoglio per gli abitanti di Codrongianos, rivestendo, oltre ad un evidente valore artistico, anche un’importanza storica e religiosa, ed ogni anno riceve la visita di numerosi turisti. La domenica successiva alla Pentecoste si svolge, nei pressi della basilica, la Festa della Santissima Trinità, che è la principale Festa del paese, e che prevede una grande processione, riti religiosi, spettacoli, balli, gare poetiche, musica folk, e che richiama fedeli e turisti in gran numero. I resti del Nuraghe semplice NiedduProseguendo verso nord dalla deviazione che ci ha portato al parcheggio nei pressi della basilica, incrociamo la SS597 del Logudoro, superiamo l’incrocio e continuiamo lungo questa strada, che, in un paio di chilometri, ci porta al Nuraghe Nieddu raggiungibile attraverso un breve tratto di mulattiera. Il Nuraghe è situato sulle alture che sovrastano la basilica della Santissima Trinità di Saccargia, dalle quali si gode di un panorama incantevole. Si tratta di un Nuraghe semplice, monotorre, costruito con enormi blocchi di basalto scuro a 252 metri di altezza, e si trova in ottimo stato di conservazione, con il lato esposto a nord ricoperto dal muschio che assume diversi colori al cambiare delle stagioni. Ha base circolare, con la camera centrale con camera marginata da tre nicchie, interrata per alcuni metri, e con un piccolo varco alla base. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio ci recheremo a visitare Ploaghe incontrando lungo la strada la chiesa di San Michele di Salvenero, e visiteremo il centro storico con il grande complesso religioso costituito dalla parrocchiale di San Pietro con gli adiacenti oratori. |