Donorì nei cui dintorni si trova il Santuario di Sa Madonna de Sa Defenza
In questa tappa del nostro viaggio, da Ussana ci recheremo a Donorì che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trova il Santuario di Sa Madonna de Sa Defenza. La regione storica del ParteòllaA pochi chilometri da Cagliari si sviluppa il territorio del Parteòlla (nome in lingua sarda Partiolla) è una regione confinante con il Campidano, il Sarrabus e il Gerrei. Il Parteòlla è interamente compreso nella Provincia del Sud Sardegna e comprende i comuni: Dolianova, donori, Serdiana, Ussana. Il comune di Soleminis si trova tra il Campidano di Cagliari e il Parteòlla, per cui può appartenere all’una o all’altra di queste regioni, e noi preferiamo attribuirlo alla prima. È un territorio caratterizzato dal una grande varietà del paesaggio, come racconta lo storico sardo Giovanni Fara, che lo descrive in parte montuoso, in parte pianeggiante e coltivato, irrigato da brevi corsi d’acqua. Nel Parteòlla sono praticate l’agricoltura e la pastorizia, e sono particolarmente diffuse le produzioni di olii, vini e formaggi. In viaggio verso DonorìDal centro di Ussana, arriviamo al Campo Sportivo Comunale, passato il quale proseguiamo con la via Donorì che esce dall’abitato in direzione nord est, la seguiamo per circa trecento metri, dopo i quali la strada va ad immetersi sulla via Is Osterias, che prendiamo verso sinistra. Dopo quattrocento metri arriviamo a un bivio dove prendiamo verso destra la SP10, e, dopo sei chilometri e mezzo, arriviamo nell’abitato di Donorì. Dal Municipio di Ussana a quello di Donorì si percorrono 7.6 chilometri. Il comune chiamato DonorìIl comune di Donorì (altezza metri 142 sul livello del mare, abitanti 1.964 al 31 dicembre 2021) sorge nella Parteòlla in prossimità del monte Zurru, e si trova in una zona collinosa, che è stata un tempo un’importante zona mineraria. Si tratta di una zona ricca di antichi vigneti, nella quale vengono coltivati vitigni autoctoni come il Cannonau ed il Bovale sardo, ed è nota anche per la produzione casearia. A donori è presente anche una sviluppata zona industriale attiva dalla fine degli anni novanta del novecento, comprendente una ventina di aziende che danno lavoro a circa 150 persone. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, dato che si raggiungono i 506 metri di quota. Il comune fa parte dell’Associazione nazionale città del Vino e delle città della Terra CrudaQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città del Vino, il cui obiettivo è quello di aiutare i Comuni a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Le città del Vino in Sardegna sono ad oggi Alghero, Arzachena, Atzara, Badesi, Benetutti, Berchidda, Bonnanaro, Bosa, Calangianus, Dolianova, Donori, Dorgali, Jerzu, Loceri, Luogosanto, Luras, Meana Sardo, Modolo, Monti, Neoneli, Olbia, Samugheo, San Nicolò di Arcidano, Sant’Antioco, Selargius, Sennori, Serdiana, Sorgono, Sorso, Tempio Pausania. Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor. Origine del nomeIl nome non è di origine chiara, dato che qualche studioso propone un’interpretazione fantasiosa rapportandolo al fenicio Nor, con il significato di luce; ma secondo il linguista Massimo Pittau è molto probabile che esso derivi dalla locuzione latina (villa) Honori, e più tardi (villa) de Onori o D’Onori, ossia tenuta di Onorio, cioè di un proprietario romano così denominato. La sua economiaSi tratta di un comune di pianura con un’economia basata sulle tradizionali attività agropastorali. Il settore economico primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo e agrumi e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, tra cui il lattiero caseario, dei materiali da costruzione, della raccolta dei depositi e della distribuzione di acqua, meccanico ed edile. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, possiede comunque valide attrattive, ed offre agli amanti dell’escursionismo, la possibilità di compiere piacevoli passeggiate. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio di donori è abitato sin dalla preistoria, come dimostrato da vari reperti di età nuragica, tra cui il Nuraghe chiamato domu S’Orcu. Passa poi sotto il dominio di Roma, dato che nel territorio sono stati rinvenuti resti di numerose sepolture attribuite all’epoca romana, alcune localizzate nella località Santa Barbara risalenti al periodo imperiale, e nelle aree circostanti la piccola chiesa campestre di San Nicola sono stati individuati i resti di una Villa Romana ed una iscrizione. Nel periodo medioevale, fra il 1219 e il 1503, donori appartiene al Giudicato di Càralis, nella curatoria di Parte Olla, ed in quest ’epoca viene fondato il villaggio di donori. Passata, nel 1258, sotto il dominio pisano ai conti della Gherardesca, diviene poi Teatro della rivolta del 1289, e viene occupata dal giudice d’Arborea. In seguito, nel 1325, passa sotto il dominio aragonese, e nel 1410 viene ceduta ai Marchesi di Oristano, quindi diventa feudo di canales. Il paese viene tuttavia progressivamente abbandonato, ed è ripopolato solo nel 1619 dal feudatario del luogo e da famiglie provenienti da Serrenti, allo scopo di sfruttarne le potenzialità agricole. Successivamente il paese cade sotto il dominio piemontese. A quest’ultimo periodo è riferibile la costruzione della piccola chiesa campestre della Madonna de Sa Defenza, ora sede di una Festa tradizionale molto sentita dalla popolazione locale. Nel 1839, con la soppressione del sistema feudale, venne riscattato agli ultimi feudatari, i Brunengo, per cui diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale e resta nella Provincia di Cagliari fino alla riforma del 2016, quando il paese viene aggregato alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a DonorìA Donorì è attivo il Gruppo Folk parrocchiale San Giorgio di Donorì, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Tra le prinipali feste e sagre che si svolgono a Donorì, vanno citate il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate, per la quale durante la messa viene distribuito il pane benedetto, il 20 gennaio, la Festa di San Sebastiano, e per entrambe queste Festa viene acceso il tradizionale falò chiamato Su Fogadoni; il 3 febbraio, la Festa di San Biagio, per la quale il parroco incrocia simbolicamente due candele chiedendo la protezione del Santo contro le malattie della gola e, dopo la messa, si distribuiscono i dolci tradizionali chiamati Is Piricchittus; la terza domenica di aprile, la Festa patronale di San Giorgio Vescovo; il 22 maggio, la Festa di Santa Rita, con la benedizione delle rose; a giugno, si svolge la Festa del Corpus Domini, che chiude il ciclo delle feste dopo Pasqua, ed in occasione di tale solennità, si porta in processione, racchiusa in un ostensorio, un’ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione, lungo le strade che vengono coperte con la tradizionale Ramadura; a metà giugno, la Sagra denominata Maistus et Maistas; alla fine del mese di luglio, si svolge la Sagra dell’Emigrato, dedicata ai donoresi non più residenti, che accoglie chi voglia rivisitare il paese d’origine offrendo in degustazione, nella piazza ai caduti, i piatti della cucina tradizionale; la terza settimana di settembre, si celebra la Festa della Madonna della Difesa, ossia di Sa Defenza, nella sua chiesa campestre; il 4 dicembre, la Festa di Santa Barbara, il cui culto si lega con l’esistenza della vicina Miniera; l’8 dicembre, la Festa dell’Immacolata; il 13 dicembre, la Festa di Santa Lucia. La Sagra denominata Maistus et MaistasOgni anno, a Donorì, a metà giugno si svolge la Sagra denominata Maistus et Maistas, arti e mestieri in piazza. Con quessta Sagra si festeggiano gli antichi mestieri, un immenso patrimonio di tradizioni sarde, dalla ferratura del cavallo alla tosatura della pecora, passando per la lavorazione dei cestini, fino alla preparazione e degustazione del formaggio, e l’antica trebbiatura del grano. Quindi antichi mestieri, giochi, degustazioni, ma anche tanto folklore, con l’esibizione dei gruppi Folk, accompagnati dalla musica dell’organetto, con balli e tanto divertimento. Questa Sagra richiama in paese un grande numero di persone che possono assistere al rivivere di quegli usi e quei mestieri che pian piano il tempo e l’innovazione stanno facendo scomparire. Sono presenti alla Sagra gli stand degli espositori con una vasta esposizione di prodotti dell’artigianato locale e regionale. Visita del centro di DonoriL’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. Arriviamo nel paese da ovest con la SP10 che, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato e superata la linea ferroviaria, assume il nome di via Sa Defenza. In piazza Italia si trova il nuovo Municipio di DonorìDa dove la avevamo imboccata, la via Sa Defenza dopo duecento metri sbocca sulla via Vittorio Emanuele, la prendiamo verso sinistra e la seguiamo verso nord est per un centinaio di metri, fino a che questa strada arriva nella grande Piazza Italia. Sulla piazza, al civico numero 8, si trova l’edificio che ospita il Nuovo Municipio di Donorì, nel quale si trova la sua sede e si trovano gli uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese, compresi nell’Area amministrativa, nell’Area finanziaria e nell’Area tecnica dell’amministrazione Comunale. L’ex Monte Granatico ed il vecchio Municipio di DonorìPassata la piazza Italia, prendiamo alla destra del nuovo Municipio la prosecuzione della via Vittorio Emanuele, e, poche decine di metri più avanti, alla sinistra della strada, al civico numero 80, si vede l’edificio che ospitava il Monte Granatico, e subito dopo, al civico numero 78, l’edificio che ospitava il vecchio Municipio di Donorì. L’ex Monte Granatico è uno tra i più vecchi edifici presenti nel centro di donori, costruito agli inizi dell’ottocento dalla famiglia loy Ruda come magazzino per la propria produzione agricola, negli anni venti del novecento viene espropriato dal comune per realizzare un deposito del grano, diventando il cuore pulsante della vita della comunità che faceva dell’attività agricola il motore della propria economia. L’istituto, infatti, fornendo il grano in prestito ai contadini nel momento della semina, permetteva loro di ottenere anticipi in liquidità ed in sementi sostenendone di fatto l’attività. Successivamente, negli anni trenta del novecento, viene adeguata la sua facciata in modo da renderla compatibile con quella del vicino palazzo municipale, e negli stessi anni viene riconvertita una parte della struttura per il suo uso come sala da ballo e Teatro, mentre successivamente i locali del piano terra vengono utilizzati come uffici di credito. Nel 1987 l’edificio, viene acquistato dall’amministrazione Comunale e ristrutturato, ed attualmente il complesso ospita attività ed iniziative culturali. Il Vecchio Municipio è stato realizzato negli anni trenta del novecento dall’ingegnere Mereu, secondo gli stili dell’architettura liberty dell’epoca, che ancora oggi lo connotano, e viene anche adeguata la facciata del Monte Granatico in modo da renderli compatibili. Concepito con un corpo di fabbrica semplice articolato su due livelli, dopo la realizzazione del nuovo palazzo municipale ha variato la sua destinazione d’uso, mantenendo comunque una specifica vocazione sociale, da edificio Comunale a Scuola elementare fino ad ospitare l’archivio storico Comunale e le attività delle associazioni locali. Sulla facciata dell’edificio è presente una lapide commemorativa in marmo con iscrizione, realizzata tra il 1920 ed il 1930, in ricordo dei caduti di Donorì durante la Prima Guerra Mondiale. La chiesa parrocchiale di San Giorgio VescovoPassata la piazza Italia, prendiamo alla sinistra del nuovo Municipio la via della parrocchia, la seguiamo per un centinaio di metri ed arriviamo alla fine della strada, che sbocca su una piazzatta nella quale, alla sinistra, si vede il campanile e la facciata della chiesa di San Giorgio Vescovo che è la parrocchiale dedicata al Vescovo di Suelli, patrono del paese. La chiesa è stata edificata in stile gotico catalano tra l’ultimo scorcio del sedicesimo e l’inizio del diciassettesimo secolo, quando l’abitato di donori viene rifondato a seguito di un’alluvione che aveva distrutto il paese. Al centro della facciata è posizionato il portone di ingresso, al di sopra del quale si trova il rosone di forma esagonale, che a sua volta è sovrastato da una semplice croce. A destra della facciata è collocato il monumentale campanile in pietra arenaria molto alto circa ventitre metri, che a metà altezza presenta una monofora per lato per l’alloggiamento delle campane. Più in alto nella parte laterale destra del campanile è posizionato l’orologio. L’interno della chiesa, recentemente restaurata, segue la tradizione gotico catalana nell’impianto canonico ad aula mononavata, con archi diaframma a sesto acuto, che in origine dovevano reggere una copertura lignea. Questa tipologia di copertura viene mantenuta sino al 1845, quando il fabbricato ha subito diversi rimaneggiamenti. Le cappelle del transetto sono dedicate a destra al Crocifisso, ed a sinistra alla Madonna del Rosario. La Capilla mayor, di forma quadrangolare con volta a botte, si affaccia all’aula mediante un arco a tutto sesto in arenaria, poggiante su capitelli figurati a motivi zoomorfi difficilmente leggibili per il cattivo stato di conservazione della pietra. L’antico altare ligneo, sul quale poggiava il ciborio nel 1743, è stato sostituito con l’attuale altare marmoreo. Nel 1948 e 1949 sono state realizzate decorazioni a tempera della navata e delle pareti della chiesa, compresa la volta, opere realizzate da un certo Maestro Eugenio di Cagliari e da Benito Follesa di donori, mentre le decorazioni nella Cappella di San Giorgio risultano essere molto più antiche. A fianco della chiesa si trovava un piccolo Cimitero, e S’Arrettoriu, una sorta di Cappella che veniva utilizzata da Is Cunfraras, ossia dai Confratelli, per indossare le vesti cerimoniali e per recitare il rosario. Ogni anno, ad aprile, la terza domenica del mese, si svolge la Festa dedicata a San Giorgio Vescovo, che è stato il primo Vescovo della Dioecesis Suellensis, deceduto nel 1117. La mattina is Cunfraras, ossia i Confratelli, portano in spalla il simulacro del Santo in processione per le vie del paese, con gruppi in costume e suonatori di launeddas, mentre i fedeli recitano il rosario in sardo. Al termine della messa vengono intonati i caratteristici Goccius de Santu Giorgiu Obispu. La festa, che è seguita da spettacoli musicali e fuochi d’artificio, in passato veniva celebrata anche perché serviva a benedire i futuri raccolti primaverili. Da alcuni anni, la sera della vigilia viene celebrata la messa con gli ammalati, mentre il lunedì mattina la messa è dedicata alla Madonna di Bonaria. Otto giorni dopo, per l’Ottava, viene portato in processione per le vie del paese un simulacro del Santo più antico, chiamato Santu Giorgiu luibonu. La grande piazza ai cadutiArrivati alla chiesa parrocchiale di San Giorgio Vescovo, svoltiamo a destra con la prosecuzione della via della parrocchia che costeggia la fiancata destra della chiesa e, percorsa una cinquantina di metri, incrociamo la via Roma, che proviene anch’essa dalla piazza Italia. Passato l’incrocio, si apre di fronte a noi la Piazza ai caduti nella quale è presente un monumento in ricordo delle vittime di Donorì in tutte le guerre. Si tratta della grande piazza sulla quale si affaccia il retro della chiesa parrocchiale, e nella quale si svolgono tutti i principali eventi del paese, come le sfilate del Carnevale e le degustazioni in occasione della Sagra dell’Emigrato. Gli impianti sportivi di via Vittorio EmanueleDa dove, arrivando con la SP10, avevamo imboccato la via Sa Defenza, e la avevamo seguito per duecento metr, dove questa strada sbocca sulla via Vittorio Emanuele, la prendiamo verso destra e la seguiamo verso sud ovest. Percorsi duecentocinquanta metri, passato il civico numero 154, vediamo, alla destra della strada, il cancello di ingresso che porta agli impianti sportivi di via Vittorio Emanuele. All’interno di questo complesso, si trova una Palestra polivalente, dotata di tribune per 180 spettatori, nella quale è possibile praticare come discipline la pallacanestro e la pallavolo. Oltre alla palestra, in questo compesso si trova un Campo polivalente, con fondo in erba sintetica, con tribune in grado di ospitare 90 spettatori, nel quale praticare calcetto, ossia calcio a cinque, e tennis. Vi si trovano, inoltre, due Campi da Tennis, i quali non sono però dotati di tribune. Subito fuori dall’abitato si trova il Cimitero ComunaleProseguendo verso sud ovest con la prosecuzione della via Vittorio Emanuele, che appena fuori dall’abitato assume il nome di via Stazione, a meno di duecento metri dagli impianti sportivi, si vede, alla destra della strada, il muro di cinta con i diversi cancelli di ingresso del Cimitero Comunale di Donorì, costruito in sostituzione del vecchio piccolo Cimitero che si trovava al fianco della chiesa parrocchiale di San Giorgio Vescovo. Visita dei dintorni di DonorìVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Donorì, sono stati portati alla luce i resti della Tomba di giganti Giuanni Porcu; del Protonuraghe Domu ’e S’Orcu; dei Nuraghe complesso Montruxius; ed anche dei Nuraghi Nuragiassus e Perda Niedda, tutti di tipologia indefinita. Il Santuario di Sa Madonna de Sa DefenzaDal centro di Donorì prendiamo verso ovest la via Sa Defenza, che ci porta sulla SP10 che si dirige verso Ussana. Dal certello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato, percorriamo sulla SP10 seicento metri, poi, seguendo le indicazioni, prendiamo a destra la strada che porta verso le chiesa, la seguiamo per trecento metri, poi svoltiamo a sinistra e, dopo una trentina di metri, vediamo, alla destra il vialetto di accesso al Santuario di Sa Madonna de Sa Defenza ossia della Madonna della Difesa. Costruita nel 1732, secondo la leggenda sarebbe stata edificata da un bandito barbaricino, che si nascondeva sul monte Zurru, e, riuscito a scappare, avrebbe fatto costruire la piccola chiesa ai piedi del monte, dedicandola appunto alla Madonna della Difesa. All’interno del Santuario si venera una statua in legno di Nostra Signora della Difesa. L’opera originale era in cartapesta e risalirebbe agli inizi del diciassettesimo secolo. Negli anni sessanta del novecento si è decisa la costruzione di una copia in legno. La chiesa attuale è di una tipologia molto semplice, la muratura è in pietra non lavorata, all’interno il soffitto è in legno a capriate con singola navata. La chiesa campestre è circondata da oliveti e si trova in una campagna, che ne fa il luogo ideale per le cerimonie del matrimonio, cosa che gli ultimi anni è stata sempre più utilizzata. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua di Nostra Signora della Difesa presente al suo interno. In settembre, il terzo fine settimana del mese, si svolge la Festa di Nostra Signora della Difesa, che è la Festa più importante e più seguita dalla popolazione di donori. L’interno della chiesa può contenere un massimo un’ottantina di persone, le fuzioni della Festa vengono pertanto svolte all’esterno dell’edificio a causa della grande affluenza di fedeli. Dopo un triduo di preparazione, i festeggiamenti iniziano la vigilia, il sabato sera, con la messa e la processione che accompagna il simulacro della Madonna, dalla chiesa parrocchiale dove è ospitato, fino alla chiesa campestre. La domenica mattina viene celebrata la messa solenne nella chiesa campestre, con il coro polifonico in lingua sarda, che rende questa funzione particolare ed interessante. Il lunedì il simulacro rientra nella chiesa parrocchiale accompagnato da una solenne processione, molto partecipata dalla popolazione, con gruppi in costume, cavalieri e traccas. Nel paese vengono effettuate alcune fermate della processione nelle zone più importanti, dove vengono azionati alcuni giochi pirotecnici, che rendono l’atmosfera davvero particolare, prima di riportare il simulacro della Madonna nella chiesa parrocchiale. Una settimana dopo i festeggiamenti, si svolgono le cerimonie religiose dell’ottava della festa, anche queste con messe solenni ed una nuova processione per le vie del paese. La frazione Stazione ferroviaria con la Stazione di DonorìDal centro di Donorì prendiamo la via Vittorio Emanuele verso sud ovest, la seguiamo fino agli impianti sportivi di via Vittorio Emanuele, passati i quali la strada esce dall’abitato con il nome di via della Stazione. La seguiamo, passiamo dopo duecento metri il Cimitero Comunale e proseguiamo per altri centocinquanta metri, per raggiungere la frazione Stazione ferroviaria (altezza metri 141, distanza in linea d’aria circa 0.84 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). All’interno di questa frazione si trova la Stazione ferroviaria di Donorì, posta lungo la linea che collega Cagliari con Isili. Le origini della stazione risalgono agli anni ottanta dell’ottocento, periodo di costruzione della linea da parte della Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna, che vede l’inaugurazione di questa stazione nel 1888. Nel 1921 la concessione passa alla Ferrovie Complementari della Sardegna, a cui seguono nel 1989 la Ferrovie della Sardegna, che nel 2008 vengono prese in carico dalla ARST. Sotto la loro gestione viene dismesso lo scalo merci della stazione, ormai inutilizzato, con il relativo tronchino di servizio. Altri lavori vengono effettuati nel 2010, anno in cui lo scalo viene ristrutturato in contemporanea ai lavori di sostituzione dell’armamento sulla ferrovia, e in cui risale il passaggio dello scalo alla gestione diretta da parte dell’ARST, i cui treni effettuano collegamenti che, dallo scalo, hanno termine a Mandas e ad Isili a nord, ed a Monserrato a sud. Il Campo Sportivo Comunale Salvatore AresuDalla piazza Italia prendiamo, alla sinistra del Municipio, la via Roma, la seguiamo per trecento metri fino a che la strada va ad immettersi sulla via Vittorio Emanuele, che prendiamo verso sinistra, che diventa il viale Europa ed esce dall’abitato. Dopo un chilometro e quattrocento metri, subito prima dell’edificio che ospita il comando della Stazione dei Carabinieri, si trova il cancello di ingresso del Campo Sportivo Comunale intitolato nel 2000 a Salvatore Aresu, nato a donori nel 1941 e deceduto nel 2005, che si è distinto per la sua attività sportiva come giocatore, allenatore e dirigente. Nel Campo Sportivo è presente un Campo da Calcio con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori. Vicino al Campo da Calcio, si trovano una Pista rettilinea per competizioni di atletica leggera, uno Spazio per salto in estensione, ed uno Spazio per lancio del peso. La squadra di calcio della Polisportiva San Giorgio di donori, ha militato nella Prima Categoria del Sud Sardegna per parecchi anni, e di rilievo è sempre stato il settore giovanile di questa polisportiva, che ha sempre avuto un buon seguito nella comunità donorese. L’Area industriale e artigianale di DonorìProseguendo verso sud est lungo la prosecuzione del viale Europa, dopo cinquecento metri si arriva a uno svincolo, dove la strada incrocia la SS387 del Gerrei, passato il quale si raggiunge l’Area industriale e artigianale di Donorì, attiva in località Is Arenas dalla fine degli anni novanta del novecento, la quale occupa una superficie di circa 160mila metri quadrati, dei quali circa 110mila destinati agli insediamenti produttivi, comprendenti una ventina di aziende che danno lavoro a circa 150 persone, più una superficie destinata a attività collettive, verde e parcheggio di circa 28mila metri quadrati. La Miniera dismessa di S’Ortu BecciuDal viale Europa, arrivati allo svincolo prima dell’Area industriale e artigianale di Donorì, svoltiamo a sinistra e prendiamo la SS387 del Gerrei, percorsa per settecentocinquanta metri arriviamo a un incrocio dove svoltiamo a destra e prendiamo la strada stretta. Dopo trecentocinquanta metri arriviamo a un bivio, dove prendiamo a destra, e, dopo poco più di un chilometro, raggiungiamo, in località S’Ortu Becciu, la Miniera dismessa di S’Ortu Becciu ubicata a breve distanza dal paese di donori, che sfruttava un giacimento di piombo argentifero e quarzo. La Società monteponi aveva avviato la coltivazione del giacimento alla fine dell’ottocento, impostando il processo estrattivo mediante la realizzazione di diversi livelli di galleria, con una differenza di quota di circa duecento metri. Oltre agli impianti strettamente legati alla coltivazione mineraria, ossia una forgia presso la galleria di ribasso, un magazzino, una centrale elettrica e una laveria per la flottazione del minerale, sono stati realizzati l’edificio della direzione e gli alloggio per i minatori. Questa miniera, nei primi anni cinquanta del novecento, ebbe un ruolo molto importante per l’economia della zona, occupando una cinquantina di operai che garantivano una produzione annua di circa 500 tonnellate di materiale piombifero. La miniera, dopo la fase di massima attività che raggiunge il suo apice negli anni cinquanta del novecento, viene solo in parte abbandonata nel 1960. Il complesso minerario ed i manufatti edilizi si presentano ancora in buono stato di conservazione, dato che alcuni edifici sono tuttora abitati, come la direzione, o hanno subito interventi di manutenzione e restauro. Le buone condizioni del complesso minerario, attualmente non visitabile, sono inoltre rese possibili dal permanere di un presidio di custodia e protezione delle aree. Il Protonuraghe Domu ’e S’OrcuPartendo dal centro di Donorì, dalla piazza Italia prendiamo, di fronte al Municipio, in direzione di Barrali, la via Brigata Sassari, la seguiamo per duecentosettanta metri, poi svoltiamo a destra e prendiamo la via Martiri di Nassirja, che, dopo cinquecento metri, sbocca sulla SP11. Svoltiamo a sinistra e prendiamo la SP11 in direzione nord verso Barrali, la seguiamo per due chilometri e settecento metri e, arrivati in località Genn’e Craboni, vediamo, alla sinistra della strada, l’altura sulla sommità della quale si trovano i resti del Protonuraghe Domu ’e S’Orcu. Edificato ai confini tra il territorio Comunale di Donorì e quello di Barrali, era un Nuraghe a corridoio di forma ellittica, di imponenti dimensioni anche se oggi si trova in rovina. Costruito in granito a 253 metri di altezza, ha due ingressi, quello a nord dà accesso a un corridoio lungo dodici metri, che termina in un vano sul lato opposto, mentre l’ingresso a ovest dà accesso a un breve corridoio, che è però inaccessibile a causa dei crolli. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Donorì ci recheremo a Serdiana paese noto per la sua produzione vinicola, nei cui dintorni si trova la belil Santuario di Santa Maria di Sibìola. |