Ussana con le terme romane di San Lorenzo e l’Azienda agricola sperimentale San Michele
In questa tappa del nostro viaggio, da Monastir ci recheremo ad Ussana che visiteremo con il suo centro dove si vede la chiesa romanica di San Saturno Martire ed i dintorni nei quali si trovano le terme romane di San Lorenzo e l’Azienda agricola sperimentale San Michele. La regione storica del ParteòllaA pochi chilometri da Cagliari si sviluppa il territorio del Parteòlla (nome in lingua sarda Partiolla) è una regione confinante con il Campidano, il Sarrabus e il Gerrei. Il Parteòlla è interamente compreso nella Provincia del Sud Sardegna e comprende i comuni: Dolianova, Donorì, Serdiana, Ussana. Il comune di Soleminis si trova tra il Campidano di Cagliari e il Parteòlla, per cui può appartenere all’una o all’altra di queste regioni, e noi preferiamo attribuirlo alla prima. È un territorio caratterizzato dal una grande varietà del paesaggio, come racconta lo storico sardo Giovanni Fara, che lo descrive in parte montuoso, in parte pianeggiante e coltivato, irrigato da brevi corsi d’acqua. Nel Parteòlla sono praticate l’agricoltura e la pastorizia, e sono particolarmente diffuse le produzioni di olii, vini e formaggi. In viaggio verso UssanaUsciamo da Monastir, una delle località visitate nella precedente tappa, e, passata la rotonda, prendiamo verso est la SS466 di Sibìola, che ci fa entrare nella regione storica del Parteòlla. Percorsi meno di tre chilometri, ad una successiva rotonda prendiamo la deviazione che ci porta all’interno dell’abitato di Ussana. Dal Municipio di Monastir a quello di Ussana si percorrono 4.6 chilometri. Il comune chiamato UssanaIl comune di Ussana (pronuncia Ússana, altezza metri 97 sul livello del mare, abitanti 4.001 al 31 dicembre 2021) è un centro ad economia prevalentemente agropastorale situato nel Parteòlla, a circa 24 chilometri da Cagliari. L’abitato sorgesu un’ampia pianura contornata da alcune colline fra cui il monte Zara e il monte Agutzu. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate, dato che si raggiungono appena i 204 metri di quota. Nel maggio 2020 il prefetto di Cagliari ha consegnato al sindaco di Ussana un nuovo stemma Comunale, che ha sostituito il precedente, che era in uso del 1996. Il comune fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra CrudaQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor. Origine del nomeIl toponimo, attestato in un documento di natura feudale risalente al 1326 nella forma latina Villa Ussane, e poi nell’anno 1346 come A presbitero ville Ossane, non ha chiara origine. Secondo il linguista Massimo Pittau rientrerebbe nello strato linguistico protosardo, come dimostra la sua forma fonetica, trisillabica, e l’accento acuto sulla terzultima sillaba, che peraltro trova riscontro in altri nomi di localtà sarde, come Úsana vicina ad Orgosolo, Usanis vicina ad Osidda, Usinavà vicina a Torpè, ed anche Usini. La sua economiaSi tratta di un centro di pianura che, alle tradizionali attività agricole, ha affiancato modeste iniziative industriali. Il settore economico primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta. Presenta anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti alimentare, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione, metallurgico ed edile. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Per il turismo, Ussana offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali, e di effettuare interessanti escursioni nei dintorni del paese. Le strutture ricettive offrono ai turisti possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciNel suo territorio sono stati individuati insediamenti risalenti al Neolitico antico. Un primo abitato ha avuto origine già in età romana, dato che non lontano da esso passava la strada militare che congiungeva Càralis con Olbìa attraversando la Barbaria, ed inoltre i Romani edificano qui varie opere tra cui le terme. Durante il medioevo fà parte del Giudicato di Càralis, nella curatoria di Parte Olla. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, entra a far parte dei domini della famiglia pisana dei conti della Gherardesca, che possiede anche il Castello di Baratuli, posto su una collina al confine tra Ussana e Monastir, e successivamente entra a far parte dei possedimenti d’oltremare del comune di Pisa. Nel 1324, dopo il passaggio al Regno di Sardegna aragonese, diviene proprietà di vari feudatari, in particolare il paese viene concesso col titolo di Baronia dal re d’Aragona Pietro IV il Cerimonioso a Raimondo Montpayon, ossia Raimondo di Montpadone, per passare in epoca più tarda agli Amat di San Filippo, ai quali viene riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale e resta nella Provincia di Cagliari fino alla riforma del 2016, quando il paese viene aggregato alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a UssanaA Ussana è attivo il Gruppo Folk San Sebastiano di Ussana, del quale fanno parte anche i suonatori di launeddas, e nelle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale del paese. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Ussana si segnalano, il 20 gennaio, la Festa di San Sebastiano, che è la Festa patronale; a febbraio il Carnevale, con processo e rogo del pupazzo di carnevale; il 24 giugno, la Festa di San Giovanni battista, con la processione, ed alla quale fa seguito la Sagra della pecora, con degustazione della pecora bollita con patate e altre prelibatezze locali; a metà maggio la Festa di Sant’Isidoro, patrono degli agricoltori, con processione e benedizione dei campi nel sagrato della cheisa di San Saturno; il 15 agosto, la Festa della Madonna dell’Assunta, con processione religiosa, spettacoli folcloristici, musica tradizionale sarda, gara poetica, giochi tradizionali e competizioni sportive; l’ultima domenica di settembre, la Festa di San Michele Arcangelo nella sua chiesa campestre; ad ottobre, solitamente verso l’ultima domenica, la Festa di San Saturno nella chiesa omonima; sempre ad ottobre, si svolge la Sagra del vino denominata Tempus de binnenna; il 13 dicembre, la Festa di Santa Lucia, per la quale alla processione religiosa seguono canti e balli in piazza. La Sagra del vino denominata tempus de binnennaLa Sagra del vino è l’evento che caratterizza di più Ussana ed il suo territorio, dato che ogni anno, ad ottobre, si svolge la manifestazione denominata Tempus de binnenna, ossia tempo di bevute. La vera protagonista è l’uva, quella locale, tanta, profumata, con la quale poi preparare vini molto pregiati, tutti doc, con nome nell’assoluta tradizione sarda, come il cannonau, il moscato di Sardegna, il girò di Cagliari e molti ma molti altri tipici di questa terra. La Sagra è molto bella, interessante, tranquilla nella tradizione, con i suoni di launeddas, costumi bianchi e neri e tutto quello necessario a fare festa. Non manca mai nemmeno l’aspetto religioso, con la messa in onore della Madonna del buon frutto e San Giovanni Paolo II. In queste occasioni si svolgono anche le gare all’ultima rima, che intraprendono i poeti campidanesi. Visita del centro di UssanaL’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle zone pianeggianti. La tipologia delle abitazioni di Ussana è la tipica casa campidanese, con Sa lolla, ossia il loggiato antistante il cortile interno, ancora oggi costruita in làdiri, ossia mattoni crudi fango e paglia. Arriviamo a Ussana provenendo da Monastir con la SS466 di Sibìola ed, arrivati alla rotonda, dove la prima uscita verso destra è la prosecuzione delle strada statale, seguendo le indicazioni prendiamo la seconda uscita che ci porta nel paese, e che, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, prende il nome di via Roma. Il Monumento ai Caduti delle due guerre mondialiDalla rotonda sulla SS466 di Sibìola, presa la via Roma che porta nell’abitato, la seguiamo per ottocento metri, poi svoltiamo a destra per rimanere sulla stessa via Roma che procede verso sud est, e, dopo duecento metri, di fronte al civico numero 69 alla destra della strada, si vede, alla sinistra ad angolo con la via San Saturno, il Monumento ai Caduti delle due guerre mondiali. Si tratta di un monumento ad obelisco, realizzato in granito tra il 1990 ed il 1999, alla base del quale è presente una lapide con i nomi dei caduti. alla sommità dell’obelisco si trova un’aquila in bronzo, e sullo stesso piedistallo, accanto all’obelisco, alla sua destra, è presente un’opera d’arte in bronzo che rappresenta la figura di un soldato che porta la bandiera. La chiesa romanica di San Saturno MartireSubito dove si trova il Monumento ai Caduti, prendiamo a sinistra la via San Saturno e, dopo una sessantina di metri, si vede alla sinistra della strada il cancello di ingresso del piccolo parco all’interno del quale si trova la chiesa romanica di San Saturno Martire dedicata al Martire Saturnino nella denominazione locale di Santu Sadurru. Il suo impianto originario in stile romanico, in seguito più volte rimaneggiato, risale al primo quarto del dodicesimo secolo, quando stata costruita dai monaci Benedettini Vittorini in parte riutilizzando i ruderi romani trovati nella zona. La chiesa è menzionata per la prima volta in un manoscritto del 1581, dove risulta che fosse l’antica parrocchiale di Ussana. L’edificio romanico è realizzata in pietre sedimentarie di vario taglio, con cantoni negli spigoli dei muri, e nelle parti rimanenti cantonetti e pietrame informe. L’impianto, a due navate diseguali con absidi rivolte a nord ovest, ciascuna con un portale centinato, divise da quattro arcate irregolari in conci di calcare, che poggiano su tre colonne con capitelli di spoglio, i cui fusti appartengono a colonne romane, e due capitelli corinzi sono della prima metà del primo secolo dopo Cristo. La navata più a nord è voltata a botte, con sottarchi su mensole. Nel tredicesimo secolo, a seguito del crollo della volta della navata meridionale realizzata in pietra, l’edificio è fatto oggetto di diversi interventi, viene rinforzato il muro nord est, ricostruito quello sud ovest, ed è sostituita la volta crollata con una nuova più leggera, in legno. Nel settecento si inverte l’asse liturgico, si eliminano le absidi che erano rivolte a nord ovest, al termine della navata principale si sistema l’altare, e di conseguenza la parte retrostante della chiesa, quella rivolta a sud est, viene tramutata in facciata. Da un documento custodito nell’archivio della Soprintendenza si evince che nel 1917 la chiesa viene destinata ad alloggio dei prigionieri di guerra. In seguito, nel 1972, hanno inizio i lavori del suo restauro. Nella piccola chiesa romanica di San Saturno si conserva il più importante reperto archeologico di età romana finora scoperto nel territorio di Ussana. Si tratta di un’arca funebre di marmo della fine del terzo secolo dopo Cristo, con una ricca decorazione scultorea nella parte frontale e nei due lati, che rappresenta la proprietaria sorretta da putti alati. Il manufatto, destinato in origine ad accogliere i resti mortali di una giovane patrizia, è stato rinvenuto in epoca incerta, presumibilmente nelle campagne del paese, in circostanze fortuite durante l’esecuzione di lavori agricoli. Ogni anno ad ottobre, solitamente verso l’ultima domenica, a Ussana si svolge la Festa di San Saturno, preceduta il sabato dalla processione che porta la reliquia del Santo nella chiesa parrocchile di San Sebastiano, dove viene celebrata la messa, alla quale segue nel sagrato un momento conviviale. E la domenica, dopo la messa, una nuova processione seguita da manifestazioni civili. Le cerimonie si concludono il 30 ottobre, data nella quale si conclude a Cagliari il percorso di pellegrinaggio chiamato il Cammino di San Saturno, che, con inizio ad Isili e conclusione il 30 ottobre a Cagliari, Si distende sui sentieri della Sardegna, in nome della tradizione religiosa. Sono diciassette i luoghi nel cammino di San Saturno, e le tappe sono a Mogoro, Gonnostramatza, Gonnoscodina, Masullas, Siris, Pompu, Simala, Isili, Gergei, Escolca, Serri, Mandas, Gesico, Siurgus Donigala, Ussana, Cagliari. Il programma propone un percorso che giunge in luoghi dove si celebrano rievocazioni storiche ed eventi per animare il territorio, orientando l’attenzione verso un tipo di bellezza, quella dell’entroterra isolano, più celata e suggestiva, coinvolgendo abitanti, pellegrini e turisti di passaggio. L’ex Monte Granatico che oggi ospita la Biblioteca ComunalePassato il Monumento ai Caduti, proseguiamo in direzione sud est lungo la via Roma, dopo una settantina di metri svoltiamo a destra e prendiamo la via della chiesa, e, dopo una cinquantina di metri, subito dopo una svolta verso sinistra, vediamo alla sinistra della strada, al civico numero 5 della via Roma, l’edificio che ospitava il Monte Granatico di Ussana. Il Monte Granatico di Ussana viene istituito nel 1744, con la funzione di una vera e propria banca del grano, finalizzata al prestito di cercali agli agricoltori più poveri, con l’obbligo della restituzione dopo il raccolto. Ma l’edificio attuale risale ai primi del diciannovesimo secolo, e presenta una planimetria a T che si sviluppa su due piani. Un ampio portale, ad arco, immette nell’atrio, sul quale si affacciano tre ambienti, il primo era la sala destinata per le riunioni della giunta locale del Monte Granatico, il secondo ambiente in origine era il granaio inferiore ed al centro si può notare il foro che serviva per fare defluire i cercali dal piano sovrastante, mentre il terzo ambiente è costituito da un grande spazio con il tetto sorretto da capriate di legno. L’edificio oggi ospita la Biblioteca Comunale di Ussana. Raggiungiamo il Municipio di UssanaDalla via Roma avevamo presa la via della chiesa, lungo la quale, appena passato l’ex Monte Granatico che oggi ospita la Biblioteca Comunale, una ventina di metri più avanti, si sviluppa alla destra della strada la grande piazza Municipio, nella quale proprio di fronte alla strada, al civico numero 1, si vede la facciata dell’edificio nel quale è ospitato il Municipio di Ussana, nel quale è presente la sua sede e sono presenti gli uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese. Questi uffici si occupano delle attività delle diverse aree di intervento, che sono l’Area Giuridica, l’Area Finanziaria, l’Area Sicio: assistenziale con i Servizi Demografici, e l’Area Tecnica. La chiesa parrocchiale di San Sebastiano MartirePercorso un altro centinaio di metri verso sud lungo la via della chiesa, si vede, alla sinistra della strada, la faccitata della chiesa di San Sebastiano Martire che è la parrocchiale di Ussana, di forme barocche, che sorgesu un precedente edificio del quindicesimo secolo. Sembra che sia stata edificata nel sedicesimo secolo, quando l’abitato è rifiorito a seguito di diverse pestilenze e carestie, ed il suo primo impianto viene eretto in forme gotico catalane, del quale oggi resta solo la parte inferiore della torre campanaria e la Cappella del fonte battesimale posta alla sua base. Ma solo nel diciassettesimo secolo si ha il cambio di titolarità del patrono e la sede della parrocchia, passando dalla chiesa romanica di San Saturno, fino allora parrocchiale, a San Sebastiano. Grazie ad un lascito testamentario del 1709, il campanile viene sopraelevato con un corpo ottagonale cupolato. Nella seconda metà del settecento, la parrocchiale subisce una radicale trasformazione, che le conferisce l’attuale fisionomia barocca. La facciata della chiesa, che imita il barocco piemontese, è delimitata verticalmente da due angolari paraste con rispettivi capitelli, dai quali si imposta una serie continua di piatti fregi che corre su tutto il prospetto principale. un’aggettante e modanata cornice marcapiano, introduce alla soprastante area timpanta, caratterizzata da un’alternanza di linee curve e spezzate, e centralmente si apre una finestra che permette l’illuminazione dell’interno della chiesa. La chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire presenta un interno a croce latina, assai ricco di arredi gusto barocco e rococò, scolpiti da artisti liguri e sardi nella seconda metà del settecento. Al ternime della navata, il presbiterio è delimitato da una balaustrata marmorea, al centro della quale si eleva l’altare maggiore realizzato tra il 1769 e il 1801. Le lunghe canne di un nuovo organo svettano dietro l’altare maggiore. La chiesa conserva, inoltre, al suo interno un Paliotto seicentesco, con le figure di San Sebastiano, San Saturno e San Lussorio. Al centro della navata, sulla sinistra, troneggia un bel pulpito del 1771, ai cui piedi è presente una singolare scultura che rappresenta un Leone, che gli Ussanesi anziani chiamano Su cani de Sa trona, ossia il cane del pulpito. Ad Ussana ogni anno, il 20 gennaio, presso questa chiesa si svolge lla Festa di San Sebastiano, che è la Festa patronale, durante la quale si alternano cerimonie religiose come la processione religiosa con canti sacri in sardo, e manifestazioni civili con l’accensione del grande falò dedicato al Santo, gare di poesia, distribuzione gratuita di vino e dolci, degustazione delle specialità della zona, e fuochi d’artificio. L’oratorio della Confraternita del RosarioGuardando la facciata della chiesa parrocchiale di San Sebastiano, alla sua sinistra si trova la via Giovanni Pasoli, passata la quale si vede l’oratorio della Confraternita del Rosario che sorge accanto alla parrocchiale. Si tratta di una chiesa di piccole dimensioni, costruita nel 1774, con un impianto a una sola navata, con copertura a volta. La facciata è divisa in due specchi scanditi da una cornice, lo specchio inferiore diviso in tre parti, e quello superiore concluso in alto da due volute sormontate da un campanile a vela. In passato, questo oratorio è stata sede della Confraternita e destinato alle vestizioni dei confratelli, mentre in un secondo tempo è stato destinato anche all’istruzione scolastica e religiosa dei fanciulli, fortemente voluta dai coniugi Martis e Caschili. L’edificio di modeste dimensioni, ha subito numerose manomissioni che hanno compromesso purtroppo la lettura dell’aspetto originario, soprattutto all’interno, dove è andato perduto l’altare in marmi policromi. La nuova chiesa dell’Angelo custodeDalla via della chiesa, di fronte all’ex Monte Granatico che ogi ospita la Biblioteca Comunale, prendiamo la via Sant’Angelo, la seguiamo per centottanta metri, poi svoltiamo a sinistra nella via della chiesa Nuova, e, dopo centotrenta metri, vediamo, alla destra della strada, la nuova chiesa dell’Angelo custode. La piccola chiesa è stata ricostruita ex novo nel 1965 sopra le fondamenta di una precedente chiesa settecentesca, poi, a causa di diverse vicissitudini, c'è stato il suo abbandono, ed il conseguente decadimento della struttura. Il complesso è stato riportato alla luce attraverso un intervento voluto dall’amministrazione Comunale, ed inaugurato di nuovo nel 2010, ed oggi può contaresu una settantina di posti a sedere, ed ospita due tele raffiguranti due angeli, alcuni simulacri dei Santi, ed un crocifisso ligneo scolpito ad Ortisei. Passato l’uliveto di raggiunge il Cimitero di UssanaEravamo arrivati a Ussana con la SS466 di Sibìola, e, dalla rotonda, avevamo preso la via Roma che ci aveva portati all’interno dell’abitato, dopo averla seguita per ottocento metri, dove la strada svolta a destra facendo rimanere sulla stessa via Roma, invece prendiamo a sinistra la via Antonio Gramsci che si dirige verso nord ovest. La seguiamo per circa centocinquanta metri, e prendiamo a destra la via Antonio Vivaldi, alla sinistra della quale, tra questa strada e la prosecuzione della via Antonio Gramsci, si vede un uliveto, ossia un ampio terreno privato con piante di ulivo. Seguendo la via Antonio Vivaldi, dopo un centinaio di metri di sviluppano, sulla sinistra, il muro di cinta con gli accessi al Cimitero Comunale di Ussana. Il Palazzetto dello sportEravamo arrivati a Ussana con la SS466 di Sibìola, e, dalla rotonda, avevamo preso la via Roma che ci aveva portati all’interno dell’abitato, dopo averla seguita per ottocento metri, svoltiamo a destra per rimanere sulla stessa via Roma che procede verso sud est, e ci porta in direzione della chiesa romanica di San Saturno Martire. La seguiamo per un centinaio di metri, poi svoltiamo a sinistra nel la via Monti, dopo duecento metri svoltiamo a destra e prendiamo il viale 28 Aprile 1794, dedicato a ricordare la sommossa dei vespri sardi che costrinse alla fuga da Cagliari il vicerché Vincenzo Balbiano e i funzionari sabaudi. Dopo centosessanta metri verso sud lungo il viale 28 Aprile 1794 vediamo, alla sinistra della strada, al civico numero 6, si vede il cancello che porta all’edificio che ospita il Palazzetto dello sport di Ussana. Il Palazzetto è dotato di tribune in grado di ospitare 270 spettatori, ha un fondo costituito da materiali sintetici vari, ed in esso si praticano come discipline il calcetto ossia il calcio a cinque, la pallacanestro, e la pallavolo. In questa Palestra gioca le sue partite casalinghe la società di calcio a cinque Futsal San Sebastiano. Ci gioca anche, per quanto riguarda la pallavolo, l’Associazione Dilettantistica Sportiva Volley Ussana, attiva dal 1998. Il Campo Sportivo ComunalePassato l’ingresso del Palazzetto dello sport, proseguiamo verso sud lungo il viale 28 Aprile 1794, lo seguiamo per centottanta metri, poi svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Donorì, e prendiamo subito a sinistra una deviazione che, in un centinaio di metri, subito prima che la deviazione svolti completamente per riportarci sulla via Donorì, ci porta a vedere sulla sinistra, al civico numero 33, il cancello di ingresso del Campo Sportivo Comunale di Ussana, che si trova sul retro del Palazzetto dello sport. All’interno di questo complesso sportivo è presente un Campo da Calcio omologato, con fondo il erba naturale. Intorno al campo è presente una Pista di atletica leggera, nella quale praticare come discipline l’atletica leggera e le corse su pista. Il Campo da Calcio e la pista di atletica sono dotati di tribune per 730 spettatori. Oltre al Campo da Calcio è presente, entrando alla sua destra, un Campo da Tennis, con fondo in materiali cementizi o asfaltoidi, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori. Uscendo dall’abitato verso sud est si trova il Centro turistico sportivoTorniamo a dove, nella via della chiesa, si trova la chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire. Da qui, proseguiamo verso sud est e, dopo centoventi metri, la via della chiesa si immette sulla via Roma, dopo quattrocento metri troviamo il cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato, passato il quale continuiamo verso dove la prosecuzione della via Roma si immette sulla SS466 di Sibìola che si dirige versi Serdiana. Percorso un centinaio di metri lungo la prosecuzine della via Roma, vediamo alla sinistra della strada il cancello del parco dove si trova il ristorante Pizzeria su Maritzosu, passato il quale si imbocca un sentiero che porta in località Is Osterias. Dopo il cancello, si arriva all’ingresso del Centro turistico sportivo delimitato da due edifici rossi, dopo il quale si incontra sulla destra il ristorante, passato il quale si vedono sempre sulla destra del sentiero le due piscine, una Piscina per adulti ed una Piscina per bambini, che non sono dotate di tribune, nelle quali praticare il nuoto ed altre discipline. Di fronte alle piscine, all’altro lato del sentiero, ossia alla sinistra, si trova un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare 300 spettatori. Più avanti, alla destra del sentiero, si trova un Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba artificiale; mentre alla sinistra si trovano un Campo da Tennis, con fondo in materiali cementizi o asfaltoidi; ed un Campo polivalente, con fondo in erba artificiale, nel quale praticare come discipline calcetto, ossia calcio a cinque, e tennis. Questi campi più piccoli non sono dotati di tribune per il pubblico. Visita dei dintorni di UssanaVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Ussana non sono stati portati alla luce resti archeologici particolarmente significativi. Nelle campagne del paese si trovano i ruderi di alcune Chiese, che erano già in stato di abbandono durante l’ottocento, tra le quali la chiesa di Santa Giuliana, di San Genesio, di San Lorenzo, di San Lussorio, e di San Pietro che era la parrocchiale del paese scomparso di Janna. La tenuta Villa Rossi con i resti della chiesa campestre di Sant’Antonio da PadovaDal centro di Ussana, prendiamo verso ovest la via Roma ed arriviamo alla rotonda che fa immettere sulla SS466 di Sibìola, che prendiamo in direzione di Monastir, la seguiamo per un chilometro e trecento metri e, subito dopo il cartello segnaletico che indica il chilometro 1, svoltiamo a destra in una strada stretta che, dopa un chilometro, porta a un ponte sopra un rio che passa sotto la strada. Qui prendiamo una strada bianca sulla sinistra che, in duecento metri, porta alla tenuta Villa Rossi, un grande agriturismo. Tra gli edifici presenti all’interno della tenuta, sono presenti i resti della chiesa campestre di Sant’Antonio da Padova che è ormai abbandonata. I ruderi della chiesa di San Lorenzo con quelli delle terme romaneDal centro di Ussana, arriviamo al Campo Sportivo Comunale, passato il quale proseguiamo con la via Donorì che esce dall’abitato in direzione nord est, la seguiamo per circa trecento metri, dopo i quali la strada va ad immetersi sulla via Is Osterias, che prendiamo verso sinistra. Dopo quattrocento metri arriviamo a un bivio dove prendiamo verso destra la SP10 in direzione di Donorì. Seguiamo la SP10 per circa un chilometro e mezzo, poi prendiamo a sinistra una deviazione che porta verso le terme romane e, dopo meno di trecento metri, vediamo, alla sinistra della strada, gli edifici della cosiddetta Casa San Lorenzo, vicino ai quali si trovano i Ruderi della chiesa campestre di San Lorenzo. Presso la chiesa di San Lorenzo, nel 1949 l’archeologo Giovanni Lilliu ha portato alla luce i Ruderi di un impianto termale romano riutilizzato in parte come fondazione per l’edificio di culto. Intorno ad un grande vano centrale, probabilmente il Tepidarium che era la sala riscaldata a temperatura media, si dispongono diversi ambienti. Sono ancora visibili i Calidaria che erano le sale riscaldate, i Paefurnia ossia vani e forni per il riscaldamento, il Laconicum ossia sala destinata a bagni di vapore, i Frigidaria che erano le sale dotate di vasca per il bagno freddo. L’edificio sembra databile intorno al quarto secolo dopo Cristo, e si collegava verosimilmente ad una villa rustica, le cui strutture murarie residue sono però andate distrutte nel corso di alcuni interventi agricoli. L’Azienda agricola sperimentale San MicheleDa dove, sulla SP10, abbiamo preso a sinistra la deviazione che porta verso le terme romane, proseguiamo verso nord est per circa novecento metri, e vediamo una deviazione alla destra, che porta all’ingresso dell’Azienda agricola sperimentale San Michele. Si tratta di una delle aziende agricole sperimentali realizzate dall’AGRIS, l’Agenzia della regione Sardegna per la ricerca scientifica, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica nei settori agricolo. Ubicata in un territorio ai limiti tra l’area Comunale di Ussana e quella di Donorì, l’Azienda si estende per circa 400 ettari, parte dei quali, circa 230, in pianura e in bassa collina, destinati a seminativo. La parte apicale della collina è naturalizzata con macchia mediterranea. L’attività di ricerca riguarda il grano duro e i cereali minori, oltre che lo studio delle colture foraggere e il miglioramento pascoli. Più recenti attività sperimentali interessano colza e sorgo, per il possibile loro utilizzo a fini energetici. La chiesa della Madonna del grano all’interno dell’Azienda sperimentalePercorso altri novecentocinquanta metri verso nord est lungo la SP10, vediamo alla destra la deviazione che, in poco più di cinquecento metri, ci porta a vedere la chiesa campestre della Madonna del grano impropriamente chiamata chiesa di San Michele La quale si trova all’interno dell’Azienda sperimentale San Michele. La chiesa è un esempio di costruzione in stile neoromanico del ventesimo secolo. Presso questa chiesa, l’ultima domenica di settembre si tiene la Festa di San Michele Arcangelo. Il venerdì si svolge la fiaccolata col simulacro di San Michele della chiesa dell’Angelo alla chiesa parrocchiale; il sabato dopo la messa la processione dalla parrocchia di Ussana alla piccola chiesa campestre accompagnata dai gruppi folk, dai cavalieri del paese, e dal gruppo di suonatori di launeddas; la domenica dopo la messa si svolge una processione nei dintorni della chiesa campestre, ed in serata il pranzo per la Sagra della pecora, al quale partecipano oltre 600 persone. Durante questi giorni si svolgono anche manifestazioni civili, che proseguono i giorni seguenti, fino al rientro del Santo il mercoledì alla chiesa parrocchiale, con la sua processione per le strade di Ussana. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Ussana ci recheremo a Donorì che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trova il Santuario di Sa Madonna de Sa Defenza. |