Erula ed i dintorni dove nel Nuraghe di Ispiene fu rinvenuta la famosa navicella bronzea con protome cervina
In questa tappa del nostro viaggio da Perfugas ci recheremo a Erula uno dei comuni più giovani d’Italia, dove visiteremo il Nuraghe di Ispiene dove fu rinvenuta la famosa navicella bronzea con protome cervina. La regione storica dell’AnglonaL’Anglona è la regione storica della Sardegna che si affaccia sul golfo dell’Asinara, una ampia insenatura che si distende lungo il versante nord occidentale dell’Isola, delimitata a nord dal mare, a est dal fiume Coghinas, a sud dal monte Sassu e a ovest dal fiume Silis e dal monte Pilosu. Il suo territorio è prevalentemente collinare, composto da allipiani di natura vulcanica o calcarea, adagiatisu una base di tufo. Comprende una vasta regione costituita dall’Anglona propriamente detta, distinta fra Bassa Valle del Coghinas o Anglona marittima, ed un paese, Tergu, appartenuto nel passato più lontano alla regione di montes, ed Anglona interna. I comuni che fanno parte dell’Anglona marittima sono Castelsardo, Santa Maria Coghinas, Tergu, Valledoria; mentre quelli che fanno parte dell’Anglona interna sono Bulzi, Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis, Nulvi, Perfugas e Sedini. Grazie alla bonifica della bassa valle del Coghinas, effettuata tra il 1920 ed il 1930, che ha consentito di sfruttare meglio la piana del Coghinas, le coltivazione più diffuse sono quelle dei carciofi, soprallutto nella ricercata varietà denominata Spinoso sardo, e dei pomodori. Negli anni settanta del secolo scorso si è sviluppata, soprattutto nei comuni costieri, anche l’industria turistica. In viaggio verso ErulaDa via Giuseppe Mazzini a Perfugas prendiamo la SS127 Settentrionale Sardache esce dall’abitato verso nord est, dalla quale, dopo due chilometri e duecento metri, parte sulla destra la SP2. Svoltiamo sulla SS2, che seguiamo per circa quattro chilometri e seicento metri, poi arriviamo al bivio che porta, con la deviazione a sinistra, sulla strada secondaria in direzione della frazione Perfugas denominata Sas Tanchittas, mentre prendiamo a destra la prosecuzione della SP2, la quale, in quasi cinque chilometri, ci conduce ad Erula. Dal Municipio di Perfiugas a quello di Erula si percorrono 12 chilometri. Il comune chiamato ErulaIl comune di Erula (pronuncia Èrula, altezza metri 457 sul livello del mare, abitanti 690 al 31 dicembre 2021) è uno dei più giovani d’Italia. Situata nella parte centrale del territorio della Provincia di Sassari, sull’altopiano Anglona, è un centro di notevole importanza strategica, in quanto rappresenta idealmente il punto di congiunzione tra Anglona, Gallura e Logudoro. Il territorio, di natura geologica granitica e trachitica, ricoperto in parte dalla macchia mediterranea e rifugio di alcune varietà di selvaggina quali cinghiali, pernici e lepri, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, ato che si raggiungono i 678 metri di quota. Si tratta di uno dei paesi dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondialeIl comune appartiene ad una delle zone blu dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale. Il termine Zone blu, in inglese Blue Zones, viene usato per identificare le aree demografiche o geografiche del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Il concetto è nato quando gli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain hanno pubblicato su Experimental Gerontology il loro studio demografico sulla longevità umana, che identifica la Provincia di Nuoro, in Sardegna, come l’area con la maggiore concentrazione di centenari al mondo. Gli studiosi, per procedere nel lavoro, tracciavano sulla mappa delle serie di cerchi concentrici blu che indicavano le zone con la più alta longevità, da qui il termine Zona blu. I paesi appartenenti alle zone blu in Sardegna sono Arzana, Baunei, Fonni, Gavoi, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Orgosolo, Ovodda, Perdasdefogu, Seulo, Talana, Tiana, Ulassai, Urzulei, Villagrande Strisaili. Origine del nomeL’origine del nome del paese è incerto. Tra le ipotesi vi è l’assonanza con il nome della pianta erbacea perenne chiamata Ferula. Secondo altri, potrebbe derivare dal nome del demone fluviale Herulus, figlio di Feronia, la dea romana della fertilità. Si è anche ipotizzata la presenza di un Heraion, e quindi del culto della mitologica dea Era, mentre il generale Alberto Ferrero della Marmora riteneva che il suo nome fosse una corruzione della frase Ad Eruculem. La sua economiaL’abitato di Erula trae, probabilmente, origine dall’abitudine dei pastori alla transumanza durante la stagione invernale. Forse per questo motivo, Erula è ancora strettamente legato alla campagna, e vive interamentesu un’economia agropastorale. Il quadro economico non è dei più floridi, dato che risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata in prevalenza sulla coltivazione di foraggio, cereali, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, frutteti, e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è scarsamente sviluppata, e modesta è anche la presenza del terziario. Sebbene non figuri tra le mete di maggior afflusso turistico, offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare interessanti escursioni nei dintorni, e di gustare i tradizionali prodotti della gastronomia locale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione, non quella di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio è stato sicuramente di abitato fino dalla preistoria, come dimostrano le due domus de janas presenti nelle vicinanze del paese, oltre ai diversi Nuraghi. Nel centro urbano, negli anni ’90 del novecento, è stato fortuitamente scoperto un Pugnale votivo ad elsa gammata, ossia con l’elsa con la forma della lettera greca gamma, che è ora conservato nel Museo Archeologico e Paleobotanico di Perfugas. É stato, in seguito, interessato da traffici commerciali Cartaginesi, come dimostra la scoperta nell’ottocento di un piccolo forziere contenente diverse monete puniche, raffiguranti le dee Tanit e Kore. Per quanto riguarda l’epoca romana, il la Marmora racconta il ritrovamento nel 1865, in un’antica chiesa denominata di San Pietro di Erruli, di un ripostiglio di monete consolari romane. E negli anni ’90 del novecento è stata rinvenuta la Pietra miliare della strada che collegava Tibula con Carales indicante la distanza di 180 miglia da Carales. Nel periodo medioevale il territorio ha fatto parte del Giudicato di Torres, nella Curatoria d’Anglona, in seguito sottoposta alla signoria dei Doria. La prima citazione indiretta di Erula si trova nel Rationes Decimarum Italiae del tredicesimo-quattordicesimo secolo, un atlante dei siti ecclesiastici della Sardegna medievale, dove si parla di un certo Dominus Petrus da Erolis. Passa, in seguito, ai Doria e ai feudatari spagnoli dei Pimentel e dei Tellez Giron. Durante quei secoli il territorio subisce un forte spopolamento, dovuto principalmente ai continui attacchi da parte di eserciti nemici e di pirati provenienti dall’Africa settentrionale. Dopo essere stata liberata dal feudalesimo, viene inglobato nel vicino comune di Perfugas. Il centro attuale risale al secolo diciannovesimo, e l’abitato di Erula, nel 1846, ha solo cinque abitazioni censite. L’urbanizzazione più consistente è partita negli anni ’80 e ’90 del novecento, e l’impianto Viario, come tutte le le strutture pubbliche, sono assai recenti. Erula diviene comune autonomo solo nel 1988, separandosi dal comune di Perfugas del quale costituiva una frazione, e comprendendo, nel suo territorio, parte di quello del comune di Perfugas, di quello di Chiaramonti, di Tula e di Ozieri. È uno dei comuni più giovani d’Italia. Le principali feste e sagre che si svolgono a ErulaTra le principali principali feste e sagre che si svolgono ad Erula meritano di essere citate il primo maggio, la Festa di San Giuseppe nella frazone Oloitti l’ultima domenica di maggio, si celebra la Festa patronale, in onore del Cuore Immacolato di Maria; il 24 giugno, la Festa di San Giovanni Battista nella frazione Sa Mela; il nove agosto, a Erula si tiene la Sagra della Zuppa Gallurese; a ottobre, si tiene la Festa dei giovani e della Madonna. Visita del centro di ErulaL’abitato si adagia su un lento declivio digradante verso la piana del Coghinas, ed il suo andamento altimetrico è quello tipico collinare. Entriamo in Erula da nord con la SP2, e troviamo, subito prima del chilometro 9 della strada provinciale, il cartello indicatore dell’abitato. La SP2 nell’abitato assume il nome di via Nazionale, ed il centro urbano è sparso, come è tipico degli stazzi galluresi, particolarmente esteso sulla via Nazionale, lunga oltre un chilometro e mezzo. Percorsi cinquecentocinquanta metri dal cartello indicatore dell’abitato, si arriva a un incrocio, nel quale prosegue dritta la via Eruleddu, mentre la prosecuzione della via Nazionale curva leggermente verso destra. Al centro dello svicolo si trova un Tabernacolo con una statua della Madonna. La nuova chiesa parrocchiale del Cuore Immacolato di MariaAll’incrocio, presa la prosecuzione della via Nazionale verso destra, percorsi appena cento metri, subito dopo l’arrivo da destra della via Grazia Deledda, vediamo sulla sinistra l’edificio che ospita la Nuova chiesa parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria. Ha una struttura moderna e imponente in quanto nel suo insieme è costituito da un un complesso di elementi da utilizzare, non solo per le funzioni liturgiche, ma destinati ad uso collettivo da parte della comunità locale, per attività di tipo sociale. Nel 2007 è avvenuta la sua consacrazione, e, all’interno dell’altare, sono state collocate le ossa di San Simplicio Martire e delle beata Antonia Mesina di Orgosolo. Il Municipio di ErulaPassata la nuova chiesa parrocchiale, proseguiamo lungo via Nazionale per appena un’ottantina di metri, e vediamo, alla sinistra della strada, una piazzetta nella quale, al civico numero 13 della via Nazionale, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Erula con la sua sede ed i suoi uffici. Essendo Erula un comune molto giovane, anche il suo palazzo municipale è abbastanza moderno. Il Campo da Calcetto polivalente di ErulaPassata la piazzetta del Municipio, proseguiamo lungo la via Nazionale per un’altra ottantina di metri, poi svoltiamo a destra in via Alessandro Manzoni, che, in un centinaio di metri, dopo averlo costeggiato, ci porta all’ingresso del Campo da Calcetto di Erula, che è una struttura polivalente utilizzata sia per le partite di calcio a cinque e per gli incontri di tennis, con tribune in grado di ospitare circa 80 spettatori. La chiesa di Nostra signore del Sacro Cuore eretta a prima chiesa parrocchiale del Cuore Immacolato di MariaProseguendo sulla via Nazionale per circa centocinquanta metri, arriviamo nel centro del paese, e troviamo alla sinistra della strada la piazza detta della chiesa, oggi piazza Giovanni XXIII, dove si trova la chiesa parrocchiale, che è stata edificata grazie a un progetto di papa Pio XI tra il 1928 ed il 1929, ed è stata consacrata nel 1932 con il titolo di chiesa di Nostra signore del Sacro Cuore. Dal 1963 è stata eretta a chiesa parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria ed è stata la prima parrocchiale di Erula. Nel corso degli anni la struttura ha subito alcuni interventi diretti ad aumentarne la capienza in rapporto alla crescita della popolazione. L’ultimo intervento ha consentito il prolungamento dell’edificio mediante la costruzione di un’abside, la realizzazione di un nuovo altare e quella di due cappelle laterali che accolgono rispettivamente il fonte battesimale e l’altare con il Tabernacolo. Anche l’altezza della chiesa è stata incrementata con la costruzione di un sistema di travi in legno. A completamento del tutto, la sistemazione del sagrato con una nuova pavimentazione, la creazione di un’area verde, il recupero di antichi edifici attigui e la realizzazione di un murales che riproduce scene della vita paesana di un tempo e scene religiose. Presso questa chiesa e nell’abitato, l’ultima domenica di maggio si svolge la Festa del Cuore Immacolato di Maria, caratterizzata, dopo le cerimonie religiose, dalla degustazione di cibi e dolci tipici confezionati secondo le antiche tradizioni popolari. A Erula il nove agosto si tiene la Sagra della Zuppa Gallurese, che viene offerta a tutti coloro che si recano nella piazza principale del paese, che è la piazza Giovanni XXIII per festeggiare in compagnia. I resti del Nuraghe SotgiuProprio di fronte alla chiesa parrocchiale, troviamo alla destra della via Nazionale la deviazione in via Francesco Petraca, che ci porta alle ultime case ad ovest dell’abitato. Passate questa case, si può procedere, prendendo un sentiero sempre verso ovest, fino a raggiungere i resti del Nuraghe Sotgiu a pianta complessa, ovvero con più camere. Il sito è di particolare interesse dato che in passato vi sono stati rinvenuti numerosi cocci di anfore e vasellame e alcune monete di Augusto, Adriano e Pertinace, ed inoltre, vicino al Nuraghe, è presente un sepolcro di probabile età romana o medioevale. I resti del Nuraghe ErulaProseguendo dalla chiesa parrocchiale lungo la via Nazionale per una sessantina di metri, prendimo a destra la via su Nuraghe, che seguiamo per circa Duecentottanta metri e che ci porta nella periferia sud occidentale dell’abitato. Presa una deviazione sulla destra, passiamo tra le case ed arriviamo, verso sud, a trovare i pochi resti del Nuraghe Erula eretto in cima ad un’altura nel centro del paese. È proprio inorno a questo Nuraghe, nel rione detto appunto di Su Nuraghe, sono state edificate le prime case dell’abitato di Erula. Il Campo da Calcio di ErulaProseguendo dalla chiesa parrocchiale lungo la via Nazionale per una Duecentottanta metri, troviamo che parte sulla destra la via Ciriaco Canu, che esce dall’abitato con il nome di SP75 e che conduce a Chiaramonti. Peroseguendo, invece, dritti sulla via Nazionale per una sessantina di metri, arriviamo a un’incrocio, dove prendiamo sulla destra la via Walter Frau. La seguiamo e, percorsi circa altri trecentocinquanta metri, prendiamo una deviazione sulla destra che, in settecentocinquanta metri, ci porta all’ingresso del Campo da Calcio di Erula, dotato di tribune in grado di ospitare circa 60 spettatori. Il campo ospita gli incontri della squadra di calcio appartente alla Polisportiva Erula, militante in Seconda Categoria, girone O. Il Cimitero di ErulaInvece di deviare sulla destra in via Walter Frau, proseguiamo dritti lungo la via Nazionale, che, uscendo dall’abitato, riprendendo il nome di SP2. Dopo seicentocinquanta metri, arriviamo a uno svincolo nel quale prendiamo una deviazione sulla destra che, seguita per un centinaio di metri, ci porta all’ingresso del Cimitero di Erula che si trova alla destra di questa strada. Visita dei dintorni di ErulaVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Erula, sono stati portati alla luce i resti della domus de janas Fustilalza; delle Tombe di giganti di l’Ea Cana ai limiti con il territorio di Pergugas, Giagone, longhidanu; ed anche dei Nuraghi Carragasu, Erula, Giagone, Ispiene dove è stata rinvenuta la famosa navicella bronzea con protome cervina, longhidanu, longhidanu II, monte San Leonardo, Nuragheddu, Pubattu, Puligosu, Sa Toa, Soggiu, Zappareddu, tutti di tipologia indefinita. Lungo la strada da Erula a Perfugas si trova il Nuraghe NuraghedduDal comune di Erula prendiamo la via Nazionale verso nord, in direzione di Perfugas, e, dopo quasi seicento metri, arrivalti ai limiti dell’abitato, prendiamo a sinistra la via Cagliari, percorso un centinaio di metri svoltiamo a destra e prendiamo una strada che, percorsa per circa cinquecentocinquanta metri, ci porta in località Basile. Qui, sulla destra, si trova il Nuraghe Nuragheddu il quale, per ragioni sconosciute, non è stato portato a termine. Intorno al Nuraghe, sono rimasti sparsi numerosi macigni. Il sito potrebbe risultare di notevole interesse per lo studio dell’architettura nuragica. Lungo la strada che conduce a Chiaramonti raggiungiamo le borgate di Basile e di Pubattu con il Nuraghe PubattuDal centro di Erula usciamo verso ovest con la SP75 che conduce in direzione di Ciaramonti. Dopo un chilometro e mezzo da dove la avevamo imboccata, poco dopo aver superato il cartello indicatore del chilometro 14, troviamo la deviazione sulla sinistra, che, in circa cinquecento metri, porta alle case situate nella località Basile, una borgata rurale che apparteneva al comune di Perfugas dal quale è stata separata quando è stato costituito il comune di Erula. Percorsa appena appena poco più di una diecina di metri sulla SP75, prendiamo la successiva deviazione sulla destra, la seguiamo per cinquanta metri, e troviamo alla sinistra della strada la località Pubattu. Sul retro delle poche abitazioni della borgata rurale, tra le quali si trova anche la casa colonica di Pubattu e Runaghe, c’è un sentiero che conduce ai resti del Nuraghe Pubattu ben conservato. Le pareti sono fatte di grosse pietre di basalto, e sono ancora in piedi fino a circa cinque metri di altezza, e la muratura è meglio esposta a sud e sud ovest. Il Nuraghe è visibile dalla SP75, subito dopo la deviazione per la località Pubattu, sul retro delle abitazioni della borgata rurale. I resti della Tomba di giganti in località GiagonePresa la deviazione sulla destra SP75 in direzione di Pubattu, evitiamo borgata e proseguiamo per un chilometro e duecentocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra una sterrata in discesa, che seguiamo per circa duecento metri arrivando in località Giagone. Un sentiero sulla sinistra ci porta a trovare immersi nella vegetazione i resti della Tomba di giganti di Giagone una struttura funeraria in trachite rosea di epoca preistorica, famosa per la sua stele a dentelli. della stele resta, infatti, un concio con dentelli, incassi e lunga risega a mensola, che appare grossolanamente sbozzata e con altre due riseghe lungo gli spigoli laterali, ai lati di una convessità centrale scabra. Prima di arrivare in località Putzu Canu troviamo la Tomba di giganti di l’Ea CanaEvitando la deviazione per Giagone, proseguiamo sulla deviazione per circa due chilometri e duecento metri, e, prima di arrivare alla località Putzu Canu, un poco lontano, alla destra della strada, immersa nella vegetazione, di trova la bella Tomba di giganti di l’Ea Cana chiamata anche di Putzu Canu dal nome della località. Interrata a filari di pietre subsquadrate, è molto grande e presenta l’esedra ancora in buono stato, ottenuta con grosse lastre di trachite bruna disposte a taglio. Appena passata la Tomba di giganti, lasciamo il territorio di Erula ed entriamo in quello di Perfugas, e, percorsa un’ottantina di metri, troviamo le indicazioni che ci fanno prendere una deviazione sulla destra, che ci porta, in circa duecento metri, all’Agriturismo Putzu Canu, che abbiamo già visto quando abbiamo descritto i dintorni di Perfugas. Lungo la strada per Chiaramonti si trova la domus de janas FustilalzaRitorniamo sulla SP75 che collega Erula con Chiaramonti, ed, arrivati in località Fustilalza, sulla destra percorrendo la strada provinciale si trova una quasi sconosciuta domus de janas, che dalla località prende il nome, chiamandosi appunto domus de janas Fustilalza composta da un’anticamera e da un’unica celletta molto bassa. La domu rappresentava la casa, nella quale il morto veniva accompagnato col corredo funerario, cioè con i suoi oggetti, perché gli uomini credevano che quando si risvegliavano dovessero riutilizzare le proprie cose. La roccia col passare del tempo si è ricoperta di muschio. La frazione Tettile e la frazione CabranaProseguendo sulla SP75, a circa settecentocinquanta metri dalla deviazione per Pubattu, svoltiamo in una strada in discesa subito a destra e, dopo meno di duecento metri, raggiungiamo la frazione Tettile (altezza metri 344, distanza 2.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 32), una piccola borgata rurale frazione Erula. Dalla frazione Tettile torniamo sulla SP75, e, dopo una cinquantina di metri, prendiamo la deviazione in salita sulla sinistra che, in circa settecentocinquanta metri, ci porta a raggiungere la frazione Cabrana (altezza metri 407, distanza 3.7 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 34), un’altra piccola borgata rurale situata nei dintorni di Erula. Al centro della frazione si trova un ampio spiazzo, sul quale si affaccia una Statua di San Pio da Pietralcina, e, subito alla sua destra, un Tabernacolo dedicato alla Madonna di lourdes. I resti del Nuraghe di Ispiene e la navicella con protome cervinaRitornati sulla SP75, la riprendiamo in direzione sud ovest, e dopo circa un chilometro e quattrocento metri, a tre chilometri e settecento metri da dove avevamo imboccato la SP75, troviamo una deviazione sulla destra. Prendiamo questa strada locale e, dopo circa cinquecento metri, vediamo sulla sinistra, a una certa distanza dalla strada, il Nuraghe di Ispiene che si trova su un alto costone roccioso sulla sommità della omonima collina, e che sorge in posizione dominate sull’ampia vallata sottostante. esternamente non è molto appariscente, dato che probabilmente era un Nuraghe a cumulo in terra. Infatti ancora oggi vediamo la collinetta addossata al Nuraghe, che probabilmente un tempo lo ricopriva. estremamente significativo è il carattere sacro di cui è intriso il Nuraghe, con le sue celle e il sole che, allo zenit, nel solstizio estivo, vi penetra per congiungersi con madre Terra. Il Nuraghe è famoso dato che nel 1925, durante gli scavi, al suo interno l’archeologo Antonio Taramelli ha effettuato il ritrovamento di una famosa Navicella in bronzo con protome cervina oggi custodita al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. La navicella è una delle più belle ritrovate in Sardegna, per eleganza e pregio di fattura. È lunga 19 centimetri, che diventano 25 se si comprende anche la protome; è quindi fra le più grandi fino ad oggi rinvenute. Ha pianta ovale, pareti robuste e la parte del fondo ricurva, con un lieve appiattimento nel centro ed uno stretto orlo sporgente. Sul ponte di prora svetta la grande testa di cervo, col muso a punta, grandi orecchi e grandi corna a triplice ramificazione. Ai due lati si trovano due transenne traforate. Sull’orlo delle transenne sono presenti quattro coppie di fori circolari, destinati molto probabilmente a contenere figurine di animali. Come in molte altre navicelle, sull’albero è presente il misterioso anello rotante che poteva servire all’inserimento di un albero trasversale, che poteva sostenere una vela. L’ipotesi di Leonardo Melis è che la vela potesse cadere con due triangoli ai lati dello scafo, e la rotazione dell’anello la avrebbe spostata consentendo alla navicella una manovra spedita, senza uso ne di remi ne di timone. Proseguendo lungo la strada raggiungiamo a grande distanza il Nuraghe Poligo su ed il Nuraghe Sa ToaProseguendo lungo la strada locale che ci ha condotti a vedere il Nuraghe di Ispiene, dopo quasi un paio di chilometri, sulla sinistra, si trovano i resti del Nuraghe Poligosu. Ancora più a nord, proseguendo lungo la strada locale, distante qualche centinaio di metri, si trovano, sempre sulla sinistra, i resti del Nuraghe Sa Toa. La frazione Oloitti, chiamata anche frazione San Giuseppe, con la chiesa di San GiuseppeRipresa la SP75, percorriamo verso sud ovest poco più di un altro chilometro e mezzo, troviamo una deviazione sulla destra che porta alla frazione Oloitti (altezza metri 386, distanza 5.8 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 6), chiamata anche frazione San Giuseppe dal nome della chiesa che si trova in essa. Infatti, proseguendo per circa duecento metri lingo la SP75, presso le ultime case dell’abitato, si trova, alla destra della strada, la chiesa di San Giuseppe di Oloitti benedetta nel 1909, che dà appunto il nome alla frazione. Presso questa chiesa, il primo maggio si celebra la Festa di San Giuseppe. Sull’altro lato della SP75, alla sua sinistra, proprio di fronte alla chiesa, si trova il Cimitero di Oloitti. Il villaggio abbandonato di su BullonePresa la deviazione sulla destra della SP75 che porta alla località di Oloitti, la seguiamo fino al suo termine dopo due chilometri e seicento metri, dove questa strada sbocca su una trasversale, la strada che collega Chiaramonti con su Bullone. La prendiamo verso destra, poi, dopo novecento metri, svoltiamo a destra e, in quattrocento metri, arriviamo al Villaggio abbandonato di su Bullone. È stato un villaggio molto vitale e produttivo nell’ottocento e nei primi decenni del 900, ed è stato abitato fino agli anni settanta del 1900, anche se solo da qualche famiglia. Era praticamente autonomo nella produzione dei beni primari, che derivavano dall’allevamento e dall’agricoltura. Vi erano anche orti e frutteti che sopperivano alle esigenze delle famiglie. In casa si tessevano tessuti e si costruivano oggetti dal legno, dalla pietra e dall’osso. Da Erula verso est arriviamo alla frazione Sa Mela con la chiesa di San Giovanni Battista di Sa MelaDa Erula usciamo verso est lungo la via Nazionale, che ritorna ad essere la SP2 e muove in direzione di Tula. Dopo aver passato il Cimitero di Erula, percorsi quasi tre chilometri, raggiungiamo la frazione Sa Mela (altezza metri 437, distanza 2.7 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 138), una significativa frazione Erula. Arrivati all’interno della frazione, proseguiamo lungo la SP2 che ci porta nel suo centro, e prendiamo verso sinistra la deviazione verso nord ovest seguendo le indicazioni per Oltana e Carra Casu, la seguiamo per trecentocinquanta metri, e troviamo, alla sinistra della strada, la strada che porta alla chiesa di San Giovanni Battista di Sa Mela una delle tante Chiese campestri, tutte uguali, fatte costruire da Pio XI, intorno al 1930, per l’evangelizzazione della Gallura. La chiesa, recentemente restaurata, ha subito un notevole ampliamento della sua struttura. Preso questa chiesa, il 24 giugno, si tiene la Festa di San Giovanni Battista con l’offerta del pranzo tipico gallurese a tutti i partecipanti. La frazione Sa Inistra sulla strada che porta verso TulaDalla frazione Sa Mela, proseguiamo con la SP2, che è la strada che collega Chiaramonti con Erula e da qui porta a Tula. Dopo circa quattrocento metri dall’incrocio che ci ha portati alla chiesa di San Giovanni Battista, prendiamo la deviazione a sinistra e poi, subito dopo, a destra, seguendo le indicazioni, Percorsi circa quattrocento metri, arriviamo all’ultima frazione Erula, ossia alla frazione Sa Inistra (altezza metri 341, distanza 4.3 chilometri, della quale non è disponibile il numero di abitanti). Il grande parco eolico Sa Turrina Manna di ErulaDall’interno della località Sa Mela, all’incrocio che ci ha portati a sinistra, verso nord ovest, alla chiesa di San Giovanni Battista, prendiamo, invece, a destra, verso sud est, la strada che, in due chilometri e trecento metri, ci porta all’ingresso del grande Parco eolico Sa Turrina Manna dell’Enel Green Power, che sorge ad un altezza di quasi settecento metri sul Monte la Sarra, e ricade a cavallo tra il territorio Comunale di Erula e quello di Tula. Il parco è accessibile al pubblico e lungo il percorso che lo attraversa si trovano alcune aree di sosta attrezzate con giochi per bambini e per picnic. Dal monte i visitatori possono ammirare il variegato panorama della vallata dell’Anglona e, sul versante opposto, quello del lago Coghinas. La costruzione del grande parco eolico è iniziata nel 2003 con l’installazione di ventotto aerogeneratori ai quali, nel 2009, se ne sono aggiunti altri quaranta. Si tratta, complessive, di sessantotto turbine eoliche, che rendono il parco, oggi, il più grande impianto del suo genere in Italia. La potenza complessiva installata è pari a 84 Mw, mentre la produzione a regime può raggiungere circa 126 milioni di Kw/h l’anno. Il parco è in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di circa 46mila famiglie, senza immettere nell’atmosfera sostanze dannose per l’ambiente. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, lasceremo l’Anglona interna, e, da Erula, ci porteremo nel Monteacuto occidentale, a Tula paese affacciato sulla costa occidentale del lago del fiume Coghinas. |