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Perfugas con il pozzo sacro Predio Canopoli e nei dintorni i ritrovamenti del Paleolitico Inferiore nel rio AltanaIn questa tappa del nostro viaggio ci recheremo a visitare Perfugas dove vedremo il pozzo sacro Predio Canopoli, per recarci poi a visitare i suoi dintorni, tra i quali i famosi ritrovamenti del Paleolitico Inferiore nel greto del rio Altana. La regione storica dell’Anglona
In viaggio verso PerfugasNell’ultima tappa eravamo arrrivati a visitare Bulzi seguendo la SS134. Ora da Bulzi proseguiamo lungo la via Nazionale sulla SS134 verso sud e dopo circa sei chilometri ci immettiamo sulla SS127 Settentrionale Sarda che verso sinistra porta a Perfugas e verso destra a Laerru e Martis. Prendiamo a sinistra em dopo quattro chilometri e mezzo, raggiungiamo il centro di Perfugas, nella quale entriamo da sud ovest lungo la via Giuseppe Mazzini. Lungo questa strada, dal Municipio di Bulzi a quello di Perfugas si percorrono 10.4 chilometri. Avremmo potuto arrivarci anche uscendo da Bulzi lungo via Roma ed imboccando la SS133, dopo poco più di un chilometro, a un bivio, prendiamo la deviazione sulla destra seguendo le indicazioni per il nuraghe S’Arula, proseguiamo lungo questa strada evitando la deviazione per il nuraghe, e, in quasi quattro chilometri, arriviamo a Perfugas, nella quale entriamo da nord ovest lungo la via Trieste. Lungo questa strada, dal Municipio di Bulzi a quello di Perfugas si percorrono 6.0 chilometri, ma è una strada più disagevole. Il comune chiamato Perfugas
Si tratta di uno dei paesi dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale
Origine del nomeIl nome di Perfugas è attestato in documenti medievali sardi con le forme Perfuga e Perfuas. Poco chiara è l’etimologia del suo nome del paese, attestato, nei documenti medievali sardi, nelle forme Perfuga e Perfuas. Secondo alcuni studiosi esso deriva dal latino Perfugae che sta ad indicare i fuggiaschi, i profughi, gli immigrati, e si adatta alla perfezione a una notizia riferita da Pausania relativa all’antica popolazione della Sardegna, i Balari, che originari della Libia o dell’Iberia sarebbero stati soldati mercenari dell’esercito cartaginese, da cui avrebbero disertato per una controversia relativa alla suddivisione del bottino di una guerra. A questo proposito è da ricordare il cippo di confine dei Balari rinvenuto fra i territori di Berchidda e Monti, dato che i Balari avranno occupato, oltre che l’odierna Anglona, le prime propaggini dei monti di Pattada, Alà e Buddusò, controllando dunque l’importante vallata che porta dalla piana di Chilivani a quella di Olbia, e premendo su questa città con continue razzie. La sua economiaPerfugas basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole e zootecniche e su una modesta produzione industriale. L’economia di Perfugas è soprattutto di tipo agricolo, basata soprattutto sulla coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, viti, ulivi e frutta. Sviluppato è anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L industria, modestamente sviluppata, si compone di aziende che operano nei comparti lattiero caseario, alimentare, dellìabbigliamento, della fabbricazione di mobili, edile e dell energia elettrica. Nella seconda metà dell’Ottocento una società genovese vi ha tentato la coltivazione del tabacco su un’estensione di oltre un migliaio di ettari, ma in breve tempo è stata costretta a desistere. Perfugas è ricco di servizi commerciali che ne fanno un punto di riferimento per tutte le località circostanti. Il suo notevole patrimonio archeologico, accompagnato dalle bellezze naturalistiche che caratterizzano il suo territorio, costituiscono una forte attrattiva per numerosi visitatori. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. Perfugas è anche conosciuta per la sua cucina tradizionale e i prodotti locali. I piatti tipici includono zuppa gallurese, pane carasau, formaggi pecorini e vini locali. Numerosi ristoranti nel centro storico offrono la possibilità di assaggiare queste delizie culinarie. Inoltre, è possibile visitare le botteghe locali per acquistare prodotti alimentari tradizionali e souvenir unici, come tessuti ricamati a mano e ceramiche artigianali. La variante del sardo parlata a Perfugas è quella logudorese settentrionale, ma nel comune di Perfugas non si parla solo logudorese, dato che nelle frazioni dislocate nel Sassu si parlano due diverse varietà di gallurese. Brevi cenni storiciLa località nella quale si è successivamente sviluppato l’abitato di Perfugas è stata frequentata in età preistorica, come attestano i diversi reperti presenti all’interno dell’abitato e nel suo territorio. Nel periodo della dominazione romana, alcuni collocano in corrispondenza di Perfugas l’antico insediamento di Ericium, che probabilmente sorgeva in località Monterenu, tra Perfugas e la sua frazione Sa Contra. Dell’età romana rimangono i resti di un ponte a sette arcate, ed anche alcuni tratti di una strada lungo l’antico tracciato che univa le città di Tibula situata probabilmente presso Santa Teresa di Gallura, Olbia, e Carales ossia Cagliari. Nel periodo medioevale Perfugas appartiene al Giudicato del Logudoro, nella Curatoria dell’Anglona. Resta di quel periodo il ricordo del cosiddetto Castello Rosso o Castello di Castel Rosso, che doveva essere una fortificazione realizzata in epoca tardo antica o alto medioevale, probabilmente nel dodicesimo secolo, che comunque non è documentata nelle fonti medioevali. Nel 1259, con la fine del Giudicato di Torres, l’Anglona passa ad un breve dominio dei Malaspina, e un documento del 1282 attesta la sua vendita, da parte di Corrado Malaspina, a Brancaleone Doria, e da quel momento i Doria dominano l’Anglona. Nel 1323 inizia l’occupazione aragonese, quando Pietro IV d’Aragona rileva dai Doria i diritti sulla metà di Alghero e su diverse curatorie tra cui quella di Anglona, lasciando loro in feudo Castel Genovese. Nel 1349 il governatore di Sardegna concede l’Anglona a Giovanni d’Arborea, il quale la occupa pur senza la ratifica regia, ma, nello stesso anno, viene imprigionato dal fratello, il giudice Mariano IV d’Arborea, e l’Anglona torna così in mano ai Doria. Quando nel 1376 Brancaleone Doria sposa Eleonora d’Arborea, unifica i suoi possedimenti sardi con quelli giudicali arborensi, e nel 1388 si ha la pace tra Aragonesi e il Giudicato di Arborea. Al governo dell’Arborea sale, nel 1409, Guglielmo vis conte di Narbona, nipote francese di Eleonora, che nello stesso anno, viene sconfitto a Sanluri da Martino il Giovane, erede d’Aragona, e, dopo un decennio di resistenza, nel 1420 rinuncia ai propri diritti dinastici cedendoli al Re d’Aragona. Quando la Sardegna passa sotto la dominazione aragonese, le curatorie del periodo giudicale cessano di esistere, e vengono sostituite dai possedimenti feudali. Nel 1421, Alfonso V d’Aragona infeuda l’Anglona a Bernardo de Centelles. Nel 1434 suo figlio Francesco Gilaberto de Centelles sconfigge Nicolò Doria annettendo la Baronia di Coghinas, e, due anni dopo, ottiene il titolo di conte d’Oliva, una città vicina a Valencia. Nel corso del Seicento si verificano numerose carestie e pestilenze. Le condizioni economiche e sociali favoriscono, quindi, la diffusione del banditismo, fenomeno destinato ad assumere proporzioni rilevanti nei secoli successivi. Ancora nel Settecento la storia dell’Anglona si identifica con quella feudale degli Oliva, fino quando la Sardegna passa dalle mani spagnole a quelle austriache e poi, nel 1720, a quelle del governo sabaudo. Alcuni dei principali personaggi nati a PerfugasTra i personaggi che operano nel sedicesimo secolo a Perfugas, è significativo il pittore noto con il nome di Maestro di Perfugas.
Sagre e feste che si tengono a PerfugasA Perfugas opera, tra gli altri, il Gruppo Folk Ericium di Perfugas, il cui nome è stato scelto in quanto alcuni collocano in corrispondenza di Perfugas l’antico insediamento di Ericium, che probabilmente sorgeva in località Monterenu, tra Perfugas e la sua frazione Sa Contra. Ed a Perfugas opera anche il Coro Perfugas di Matteo Peru, un coro polifonico. Nelle loro esibizioni si può ammirare il costume tradizionale di Perfugas. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Perfugas, vanno citate le manifestazioni che si svolgono in occasione del Carnevale di Perfugas, ossia il Carrasciale Peifughésu, per il quale vengono organizzate varie manifestazioni con sfilate, distribuzione di fave con lardo, frittelle, ed abbondante vino locale, per il quale il giovedì grasso si svolge la favata, ossia l’offerta di fave con lardo, la domenica prevede giochi per i bambini e l’offerta di frittelle, ed il martedì grasso vi è la sfilata dei carri allegorici; la Settimana Santa si svolgono le tradfizionali manifestazioni religiose ed i riti paraliturgici, più in particolare, il giovedì Santo si svolge la cerimonia di S’Incravamentu, ossia della crocefissione, il venersì Santo quella di S’Iscravamentu, ossia la deposizione dalla croce, la Domenica di Pasqua la cerimonia di S’Incontru, ossia l’incontro tra il Cristo risorto e la Madonna; il 23 aprile, la Festa di San Giorgio; a metà del mese di maggio si svolge la Festa di Santa Vittoria, organizzata dai comitati delle frazioni di Campudulimu e di Modditonalza; il 13 di giugno, nella frazione Sa Contra si svolge la Festa di Sant’Antonio da Padova; il 23 e 24 giugno si svolge la Festa di San Giovanni, che prevede tra l’altro, la sera del 23, i tradizionali fuochi di San Giovanni; il 2 agosto, si celebra la Festa patronale di Santa Maria degli Angeli; l’8 settembre, nella ricorrenza della Natività di Maria Vergine, si svolge la Festa di Santa Maria della Concezione, nella Chiesa romanica di Santa Maria de Fora; la seconda domenica di settembre, la Festa di Sant’Isidoro, con la processione accompagnata da gruppi folk, cavalieri e carri agricoli addobbati; e l’8 dicembre, se il meteo è favorevole, si svolge la Festa di Santa Maria della Concezione, nella Chiesa romanica di Santa Maria de Fora. Visita del centro di Perfugas
La Comunità alloggio con la Cappella di Mater PurissimaLa via Giuseppe Mazzini entra nell’abitato da sud e procede verso nord ovest, poi compie un’ampia curva a destra e prosegue in direzione orizzontale da ovest verso est. La seguiamo fino a centosessanta metri da dove avevamo incontrato la deviazione nella via Sebastiano Satta, e vediamo partire alla sinistra della strada la via Alfonso la Marmora, subito dopo la quale alla sinistra della strada si affaccia la piazza Giuseppe Mannu. Presa la via Alfonso la Marmora, la seguiamo fino a dove, dopo trecentocinquanta metri, questa strada prosegue su via Bulzi che porta nel quartiere Muntiggiu. Percorsi duecentoventi metri lungo la via Bulzi, subito dopo la traversa a destra che è la via Napoli, troviamo un portale sulla sinistra della strada, che ci conduce alla Comunità alloggio per anziani Mater Purissima, gestita dalla suore dalla Compagnia Figlie di Mater Purissima, che sono chiamate le suore Celestine. All’interno di questa Comunità alloggio, si trova la Cappella di Mater Purissima, costruita una cinquantina di anni fa. La sua struttura attuale è il risultato di interventi successivi. fra le modifiche apportate, c’è stata l’aggiunta del campanile, dove sulla sommità è collocata una statuetta della Madonna. Gli impianti sportivi del quartiere MontiggiuPassato l’ingresso della Comunità alloggio Mater Purissima, proseguiamo lungo la via Bulzi che in quasi centocinquanta metri termina di fronte agli impianti sportivi del quartiere Muntiggiu. Qui, si trova da destra a sinistra, prima il Bocciodromo, contenuto in una struttura a telaio, con fondo in terra battuta e privo di tribune per gli spettatori. Più avanti si trova il Palazzetto dello sport, all’interno del quale è presente una Palestra con un campo sportivo polivalente, con fondo in materiali sintetici vari, dotato di tribune in grado di ospitare 400 spettatori, nel quale possibile praticare come discipline il calcetto ossia calcio a cinque, l’handball ossia la pallamano, e la pallacanestro. Si trova, poi, il Campo sportivo polivalente, con fondo in erba sintetica, nel quale è possibile praticare come discipline il calcetto ossia calcio a cinque, ed il tennis. Più a sud è presente la Piscina comunale, con pavimentazione varia, senza tribune per gli spettatori, nella quale è possibile praticare come disciplina il nuoto nelle sue diverse forme. Inizio della visita del paese dal Municipio di Perfugas
La piccola Chiesa di Santu Juanne ossia di San Giovanni BattistaTornati alla piazza Giuseppe Mannu, dove avevamo trovato il Municipio, proseguiamo lungo la via Giuseppe Mazzini per circa centoquaranta metri, e prendiamo sulla sinistra la via Cavallotti, la seguiamo per poco più di centocinquanta metri, fino al termine, dove troviamo, alla destra della strada, la piccola Chiesa di Santu Juanne ossia di San Giovanni Battista, che sorge nel centro abitato di Perfugas nel quartiere, formatosi negli ultimi cinquant’anni, che prende il nome dalla Chiesa. La Chiesa, che in origine era una Chiesa campestre, si trova ora all’interno del centro abitato, su un crocevia e si affaccia, a sud ovest, sulla piazza antistante. Costruita nel secolo scorso su un precedente edificio riadattato, all’esterno ha la facciata a capanna che, oltre al portale principale, presenta un oculo centrale e il campanile a vela a due luci, privo delle campane, nel culmine del tetto. Lateralmente i due contrafforti sostengono la spinta dell’unico arco interno. Sul lato destro è presente la porta dell’ingresso secondario. L’interno ha una struttura semplice rettangolare a navata unica, con copertura lignea, ed ha il presbiterio sopraelevato di due gradini e delimitato da un arco a sesto acuto. Se, al termine di via Cavallotti, prendiamo la sua continuazione in direzione nord ovest, che è la via San Giorgio, e che, uscita dal centro abitato, ci porterà alla Chiesa di San Giorgio, che si posiziona al di fuori dell’abitato e che descriveremo più avanti. Il 23 e 24 giugno vi si svolge la Festa di San Giovanni, che prevede tra l’altro, oltre alle manifestazioni religiose e folkloristiche, la sera del 23, i tradizionali fuochi di San Giovanni, e la sera del 24 la cena di San Giovanni offerta a tutti i partecipanti. L’Oratorio della Santa CroceTornati alla piazza Giuseppe Mannu, dove avevamo trovato il Municipio, proseguiamo lungo la via Giuseppe Mazzini per circa centoquaranta metri, e prendiamo sulla destra la centralissima via Giuseppe Garibaldi. Percorsa appena una quarantina di metri, vediamo, sulla sinistra della strada, la seicentesca Chiesa della Santa Croce che funge da Oratorio per l’omonima Confraternita, alla quale è demandata l’organizzazione delle cerimonie religiose della Settimana Santa. Realizzata in stile baroccheggiante nella prima metà del sedicesimo secolo, è stata restaurata tra il 1932 ed il 1934, e di nuovo tra il 2007 ed il 2008. La facciata, incassata tra le adiacenti abitazioni private, è realizzata in conci regolari di calcare. Il portale è decorato con fregi, sia nei lati, sia sull’architrave arricchita nella parte superiore da una decorazione floreale. Due colonne laterali, il timpano e la finestra circolare posti sopra l’ingresso, completano la decorazione della facciata. All’interno, la pianta è mononavata, suddivisa in cinque campate con archi portanti a reggere la copertura con ordito ligneo. Un altro arco a sesto ribassato delimita la zona presbiteriale, che presenta un piano leggermente rialzato e la volta a botte. Il presbiterio, in larghezza meno ampio dell’aula, ha la copertura a botte e altare in muratura e stucco che occupa la parete di fondo. Il pozzo sacro del Predio Canopoli
Negli scavi effettuati nel 1974 a cura dell’archeologo Giovanni Pitzalis, sono stati rinvenuti diversi oggetti di straordinario pregio e fattura, che attestano frequentazioni continue dell’area dall’Età nuragica sino al Medioevo. Tra i più importanti vanno segnalati due modelli di nuraghe in calcare, e manufatti in ceramica tra i quali tegami, ciotole, vasi tripodi, pesi di telaio, fusaiole e lucerne.
Nell’edificio del Monte Granatico che oggi ospita il Museo EtnoAntropologico dell’Anglona
La Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli AngeliDall’Oratorio di Santa Croce proseguiamo verso sud lungo la via Giuseppe Garibaldi e, dopo appena una cinquantina di metri, svoltiamo a sinistra nella via Amsicora. Dopo appena una trentina di metri lungo la via Amsicora, svoltiamo a destra nella via Carlo Poerio, la seguiamo per un’ottantina di metri ed arriviamo nella piazza Domenico Alberto Azuni che, sulla sinistra al civico numero 1, ospita la Chiesa di Nostra Signora de Sos Anghelos, dedicata a Santa Maria degli Angeli, che è la Chiesa parrocchiale intitolata alla patrona di Perfugas. L’analisi stilistica della parte più antica della Chiesa, costituita dal presbiterio e cappelle laterali, data l’edificazione della struttura alla seconda metà del Cinquecento. Significativi interventi architettonici sono stati compiuti quando è stato costruito il campanile, che secondo Vittorio Angius sarebbe stato edificato una cinquantina di anni prima del suo passaggio a Perfugas, cioè intorno al 1790, riutilizzando le pietre di un’antica torre da identificare forse con una torre medioevale che la tradizione locale ricorda con la denominazione di Sa Turre, una torre medioevale appartenuta a Percivalle Doria e documentata nel 1339. Inoltre nel diciannovesimo secolo risale il rifacimento della facciata in forme neoclassiche. La facciata, dopo il restauro degli anni 90, risulta non intonacata. Ha portale principale al centro e porta secondaria sulla destra. Sul fianco sinistro svetta il campanile. Notevole è stata la scelta di ripristinare l’originaria copertura in conci basaltici ben squadrati, lungo tutto il prospetto principale. La facciata, impreziosita dall’uso della pietra a vista, è animata dal colore bianco dei blocchi calcarei squadrati della facciata a timpano, che si contrappone al colore scuro dei conci posti sul frontone, con la funzione di fascia di contorno. La Chiesa è in stile gotico, l’interno a tre navate con pilastri ed archi che suddividono lo spazio dell aula in quattro campate. In fondo il presbiterio, la parte più antica della Chiesa, decorato con un arco gotico e volta a crociera. La fabbrica attuale, pur essendo il risultato di diversi interventi costruttivi, conserva la propria organicità inquadrandosi in forme marcatamente gotico aragonesi. Il settecentesco altare opera dell’artigiano locale Antonio Carta ha una campata fiancheggiata da colonne, al centro della quale è posta in una nicchia la statua dell’Immacolata. Sopra l’architrave, con fregio di foglie di acanto arricciate, interpolate da testine di cherubini, doppio timpano spezzato, ed al centro una cimasa con l’aquila Il giorno 2 del mese di agosto, si svolge presso questa Chiesa la Festa patronale di Santa Maria degli Angeli, una delle principali feste religiose di Perfugas, l’appuntamento più atteso dell’anno da parte dei perfughesi, ma anche di quanti, emigrati da anni, vi fanno ritorno proprio in coincidenza con il periodo della festa. La seconda domenica di settembre, a Perfugas si svolge la Festa di Sant’Isidoro, il patrono dei lavoratori della terra, con la processione che parte dalla Chiesa parrocchiale e attraversa tutto il paese, accompagnata da gruppi folk, cavalieri e traccas, ossia carri agricoli addobbati. Nel Museo Diocesano di Arte Sacra si può vedere il grandioso retablo di San Giorgio
La Chiesa romanica di Santa Maria della Concezione chiamata anche Santa Maria de ForasDalla piazza Domenico Alberto Azuni, guardando la facciata della Chiesa di Santa Maria degli Angeli, partiva alla destra la via Ericium che, in poco più di un centinaio di metri, conduceva sulla via Santa Maria che porta alla Chiesa di Santa Maria della Concezione, ma ora non è più possibile seguire questa strada dato all’imbocco della via Ericium che è stata realizzata l’area archeologica del pozzo sacro del Predio Canopoli. Per raggiungere la via Santa Maria, è necessario ritornare alla fine della via Giuseppe Garibaldi, da dove prendiamo verso destra la via Vittorio Emanuele, passiamo il Monte Granatico e, dopo una cinquantina di metri, prendiamo a sinistra la via Eleonora d’Arborea che, dopo un’ottantina di metri, sbocca sulla via Santa Maria. Seguendo quest’ultima verso sinistra, ossia verso est, in poco più di duecento metri arriviamo ai margini del centro abitato, nella sua periferia sud orientale, dove troviamo la Chiesa romanica di Santa Maria della Concezione localmente chiamata anche Santa Maria de Foras, che in origine era la Chiesa parrocchiale dell’antico villaggio medioevale. Edificata in stile romanico, è stata consacrata il 26 aprile 1160, come si può rilevare dell’epigrafe posta alla base interna dell’abside, che ne fa la più antica opera bicroma dell’Isola. La Chiesa è stata ricostruita nel 1997, rispettando l’antico stile architettonico. L’interno si presenta con impianto mononavato con l’abside perfettamente orientato e copertura lignea. Di fronte al portale desta particolare interesse l’arco bicromo costituito da blocchi di trachite rossa e conci bianchi disposti a scacchiera. Ogni gioved del mese mariano, da un quartiere diverso del paese, parte una processione e, all arrivo alla piccola Chiesa romanica di Santa Maria della Concezione, viene celebrata una messa. L 8 settembre, nella ricorrenza della Nativit di Maria Vergine, e l’8 dicembre se il meteo favorevole, si svolge la Festa di Santa Maria della Concezione, nella Chiesa romanica di Santa Maria de Fora di Perfugas, con diverse cerimonie religiose e manifestazioni civili. Il Campo da Calcio di PerfugasDa via Santa Maria, proseguiamo per poco più di un centianaio di metri e troviamo, sulla sinistra, la via Enrico Toti. Proseguiamo per trecentocinquanta metri, poi incrociamo la via Giuseppe Mazzini che prendiamo verso destra, prima che esca dall’abitato verso est come SS127. Percorsi quasi trecento metri, prima del termine della via Giuseppe Mazzini, troviamo sulla sinistra i diversi ingressi del Campo da Calcio di Perfugas, con in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare 700 persone. Il Museo Archeologico e Paleobotanico
Vi è, infine, la Sezione Classica e Medioevale, la quale comprende i reperti che testimoniano gli intensi rapporti commerciali dei centri tardo nuragici con le popolazioni fenicio-puniche e romane, mentre l’Et Medievale documentata da maioliche provenienti dalle Chiese di Chiaramonti, Martis e Perfugas. Il Cimitero Comunale di PerfugasPrendendo la strada che fiancheggia sulla destra il Museo Archeologico e Paleobotanico, possiamo arrivare all’ingresso del Cimitero comunale di Perfugas che ci viene segnalato trovarsi, però, in stato di quasi completo abbandono. Visita dei dintorni di PerfugasVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Perfugas, sono stati portati alla luce i resti dell’insediamento Protonuragico di Contra Aguda; della domus de janas di Concas; della necropoli di Niedda; delle fonti sacre di Niedda, di Sos Baddulesos che ormai è scomparsa; del pozzo sacro Predio Canopoli; delle Tombe di giganti Cavalzedda, Ferro, Niedda, Putzu Canu, Sas Luzanas; dei Protonuraghi Filippino, e Muru degli Orgogliosi; del nuraghe complesso di tipo misto Canu; dei nuraghi complessi Cazzampu III, Cobeltu, Granchi, Majore, Meju, Niedda, Ruju Anzos, e Tettinosa; dei nuraghi semplici Baddeseada, Capitale, Cavalzedda, Cazzampu, Cazzampu II, Contra de Sorighe, Figugia o Figu Ghia, Frassina, la Radda, la Rovina, Lepori, Lungo, Modditonalza, Monte Lidone, Ozzastro, Pace, Porcellino o Porcellu chiamato anche Concas, Pupuliosa, Puzzu Canu, Ruju, San Giorgio, Sas Luzanas, Savruezzu, Sessana, Sinnadolzu, Su Crabione, Su Pria, Tiroco, Tribù, Ufficio, ed Urigu; ed anche dei nuraghi Alvu, Badu Fangosu, Bisagnu, Casteddu Petrusu, Contracalza, Dejana, Monte Renu, Monte Renu II, Niedda II, Perfugas, la Rocchitta, la Rovina II, Santa Vittoria II, Spezzigu, Spirito Santo, Suerzone II, tutti di tipologia indefinita; e del nuraghe scomparso Santa Vittoria. Visita delle località verso ovest rispetto all’abitatoIniziamo la visita dei dintorni di Perfugas partendo dal suo territorio ad ovest dell’abitato. Verso nord ovest raggiungiamo la Chiesa campestre di San Giorgio MartireSeguendo, dal centro di Perfugas, la via San Giorgio che esce dall’abitato in direzione nord ovest, arriviamo, in due chilometri e mezzo, all’estrema periferia nord del paese dove, su un ciglione trachitico a poca distanza dall’omonimo nuraghe monotorre, si trova la Chiesa campestre di San Giorgio Martire, edificata da maestranze locali in trachite rossa in stile gotico aragonese, e dedicata al martire patrono di Barcellona. Costituisce un pregevole esempio di architettura ispirata ai modelli gotico catalani, rivisti secondo la tradizione locale. Tali segni di commistione si rivelano nelle caratteristiche architettoniche sia degli ambienti esterni che di quelli interni. Ciò si ritrova, ad esempio, nelle dimensioni dell intero corpo di fabbrica, dove allo sviluppo in larghezza dell edificio si contrappone un altezza alquanto modesta. Durante i lavori di restauro del 1929, su una trave del tetto, viene scoperta l’iscrizione con la data 1528, riferita alla costruzione della Chiesa. Si è pensato che questa Chiesa appartenesse a un villaggio medievale scomparso chiamato Leda, per via dell’antico nome di San Giorgio de Ledda, in realtà il titolo riflette il nome del patrono della Catalogna, Sant Jordi de Lydda. L impaginato architettonico della facciata, interamente realizzato in conci squadrati di trachite rosa, si propone con un fronte a timpano sul quale si spiega, nell ordine superiore, un rosone centrale con raggiera posto tra due oculi, da cui la luce giunge all aula interna. Di lato al portale sono presenti colonnine sormontate dalle statue di San Pietro, San Giorgio con il drago, e San Paolo. La muratura esterna è realizzata in pietrame ed un restauro molto recente ha intonacato l’intero edificio, con esclusione della sola facciata, e in particolare i due fianchi, contrafforti compresi. La facciata è stata danneggiata in misura ancora più grave, a causa della rimozione di alcuni dei cantoni originari di vulcanite e del loro risarcimento con materiale nuovo.
I resti del nuraghe San GiorgioNei pressi della Chiesa, alla sua destra, si trova un imponente nuraghe chiamato, dal nome della Chiesa campestre situata nei suoi pressi, Nuraghe di San Giorgio. I due monumenti, la Chiesa ed il nuraghe, sono separati solo da una piccola valle. Il nuraghe, edificato a 117 metri di altezza in materiale indeterminato, è un semplice monotorre. Si presenta con la facciata molto ben conservata, ma con l’ingresso ostruito. È anche crollata tutta la sua parte posteriore. L’ingresso, oggi ostruito, portava alla camera interna del nuraghe, la quale è però priva della copertura a tholos, che è anch’essa crollata. Nei pressi del nuraghe rimangono i resti di un insediamento abitativo nuragico. Il Campo Sportivo Comunale Badu e LinosLa SS127 Settentrionale Sarda entra nell’abitato da sud come via Giuseppe Mazzini e procede verso nord ovest, poi compie un’ampia curva a destra. Proprio alla curva, a duecentocinquanta metri dal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso nell’abitato, prendiamo a sinistra la via Sebastiano Satta e la seguiamo per circa seicento metri, fino dove la strada termina e sulla sinistra si prende la deviazione che porta all’ingresso del Campo Sportivo Comunale Badu e Linos. Si tratta di un Campo da calcio, con fondo in erba naturale, dotato di tribune in grado di ospitare 600 spettatori. La Chiesa diroccata de Su Spiritu Santu ossia Chiesa dello Spirito SantoLa SS127 Settentrionale Sarda esce dall’abitato verso sud e si dirige verso Laerru. Dalla pietra segnaletica che ha indicato l’abitato seguiamo la SS127, dopo Quattrocentocinquanta metri, superato il ponte sul Rio de Idda, prendiamo a sinistra una strada verso sud est che, dopo un chilometro e duecento metri, passa sotto la SS672 che collega Sassari con Tempio Pausania, all’altezza del chilometro 24.7. Percorsi altri Cinquecentocinquanta metri lungo questa strada, prendiamo a sinistra una strada bianca e, dopo circa Cinquecento metri, vediamo sulla sinistra della strada i ruderi della Chiesa de Su Spiritu Santu ossia Chiesa dello Spirito Santo, di impianto medioevale, che sorge nell’omonima regione. della sua struttura, a una sola navata e con un ingresso sulla facciata, sono crollati una porzione dell’abside e la parte del tetto con la copertura in legno. Sono rimasti in piedi la volta a botte e gli archi a tutto sesto, che suddividevano l’edificio in quattro campate. Vi si svolgevano le funzioni sacre fino agli anni cinquanta del Novecento, poi è stata abbandonata, ed attualmente versa in condizioni di forte degrado. Ma quasta Chiesa tornerà allo splendore originario perché i lavori per l’atteso restauro sono iniziati. Visita dei centri a sud dell’abitatoCi rechiamo ora a visitare quanto si trova a sud ovest, a sud ed a sud est rispetto all’abitato. Verso sud ovest la foresta pietrificata di Iscia ed i ritrovamenti del Paleolitico Inferiore nel greto del rio Altana
La Chiesa diroccata di Santu Pedru Puligosu ossia di San Pietro
Verso sud si trova la Stazione ferroviaria di PerfugasLa SS127 Settentrionale Sarda esce dall’abitato verso sud e si dirige verso Laerru. Arrivati alla pietra segnaletica che ha indicato l’abitato, svoltiamo subito a sinistra nella via 20 Settembre che è la via della Circonvallazione, la seguiamo per un’ottantina di metri poi svoltiamo a destra nella via Roma che, in altri Quattrocentocinquanta metri, ci porta a vedere sulla sinistra il sentiero che porta all’ingresso della Stazione ferroviaria di Perfugas. La stazione si presenta non presenziata ma in buone condizioni di conservazione, anzi è una delle meglio mantenute sulla linea turistica per Tempio Pausania. Il fabbricato viaggiatori presenta la facciata con tre ingressi privi della cornice ad arco in mattoni rossi. Come nella stazione di Nulvi, nell’area del piazzale esterno è posto il parcheggio degli autobus del servizio sostitutivo su strada dell’ARST-FdS. Verso sud est raggiungiamo l’area archeologica di Niedda
Nell’area archeologica troviamo la Necropoli di Niedda. Presa una deviazione a sinistra, le Domus de janas Niedda I, II e III, che costituiscono un gruppo di tre domus appartenenti alla più vasta necropoli di grotticelle artificiali. La necropoli comprende anche, un poco più lontana, la Domus de janas Niedda IV, caratterizzata da un lungo dromos ad andamento curvilineo e da un’apparente protome taurina ricavata, esternamente alla domus, nella sua sommità. Ancora più lontana, isolata, di trova la Domus de janas Niedda V. Proseguendo, invece, dritti, arriviamo a un’altura sulla quale si trovano i resti del Nuraghe Niedda, un nuraghe complesso edificato in materiale indeterminato a 71 metri ci altezza, che dovrebbe conservare ancora la tholos integra. A cento metri di distanza, verso nord, si trovano anche i resti del Nuraghe Niedda II, un nuraghe di tipologia indefinita edificato anch’esso in materiale indeterminato. Un viottolo ci porta anche alla Fonte sacra di Niedda, una singolare fonte con vasca di raccolta di forma naviforme, costruita con conci a T con bugne, come quelli presenti nel pozzo sacro Predio Canopoli sempre a Perfugas, ed anche nel pozzo sacro Irru a Nulvi. I resti del nuraghe Putzu Canu vicino all’agriturismo omonimo
Sul retro dell’agriturismo si trovano i resti del Nuraghe Puzzu Canu o Putzu Canu, un gigantesco nuraghe semplice, edificato in materiale interminato. Il nuraghe è semidistrutto, ma sopra di esso è possibile salire per fare le foto. E nell’agriturismo, dormire col nuraghe al fianco delle camere da letto, dà una sensazione unica. Verso nord est lungo la SP2Usciti da nord con la SS127 Settentrionale Sarda, deviamo sulla SP2 che c porta a visitare nìumerose altre località. Verso nord est in località Monterenu si trovano l’area industriale di Perfugas ed i suoi monumenti di archeologia industrialeDa via Giuseppe Mazzini a Perfugas prendiamo la SS127 Settentrionale Sarda che esce dall’abitato verso nord est indirezione di Bortigiadas. Percorsi circa due chilometri e duecento metri, dalla SS127 Settentrionale Sarda parte sulla destra la SP2, che porta in località Monterenu. Qui si sviluppa, alla destra della strada statale, l’area industriale di Perfugas, mentre, subito più avanti si vede, sulla sinistra, ciò che resta dei macchinari per la lavorazione del tabacco, e dei relativi casolari, che costituiscono significativi monumenti di archeologia industriale, dato che nella seconda metà dell’Ottocento una società genovese vi aveva tentato la coltivazione del tabacco su un’estensione di oltre un migliaio di ettari, ma in breve tempo era stata costretta a desistere. Lungo la strada verso la frazione Sas Tanchittas si trovano i resti del nuraghe semplica Su Crabione
I resti del nuraghe semplice Concas chiamato anche nuraghe Porcellino o nuraghe Porcellu e del nuraghe semplice Figughia o nuraghe Figu Ghia
Proseguendo lungo la SP2, dopo altri circa Settecento metri, sempre sulla sinistra della strada, si trovano i resti del Nuraghe Figughia o Nuraghe Figu Ghia. Si tratta di un nuraghe semplice, edificato in materiale indeterminato a 171 metri di altezza, che dista seicento metri dal nuraghe Concas. I resti del nuraghe semplice Cavalzedda
I resti del nuraghe semplice la Radda
Raggiungiamo la frazione Sas TanchittasProseguiamo ancora lungo la SP2, a circa quattro chilometri da quando l’abbiamo imboccata, arriviamo a un bivio, dove la strada provinciale prosegue sulla destra, mentre noi prendiamo a sinistra, seguendo le indicazioni, sulla strada secondaria che porta nelle località Sas Tranchittas, Flazittu, Lumbaldu. Dopo poco più di un chilometro, la strada scondaria sbocca su una trasversale, dove prosegue verso destra, mentre noi, invece, prendiamo verso sinistra, e, in una cinquantina di metri, arriviamo alla frazione Sas Tanchittas (altezza metri 265, distanza 8.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 59). La frazione Falzittu con i resti del nuraghe di tipologia indefinita Casteddu PetrosuTornati a dove lungo la SP2, a circa quattro chilometri da quando l’abbiamo imboccata, eravamo arrivati a un bivio, dove la strada provinciale prosegue sulla destra, mentre noi avevamo preso a sinistra, seguendo le indicazioni, sulla strada secondaria che porta nelle località Sas Tranchittas, Flazittu, Lumbaldu. Dopo poco più di un chilometro, la strada secondaria sbocca su una trasversale, dove prosegue verso destra, la seguiamo e, dopo circa Ottocento metri, prendiamo una deviazione verso sinistra, e che, in una cinquantina di metri, ci porta alla più piccola frazione Falzittu (altezza metri 321, distanza 8.8 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 17). A metà della strada che, dalla località Sas Tanchittas, ci ha portati alla località Falzittu, alla destra della strada, su un’altura immersi nella vegetazione, si trovano i pochi resti del Nuraghe Casteddu Petrosu. Si tratta di un nuraghe di tipologia indefinita edificato in materiale indeterminato a 293 metri di altezza. La frazione Lumbaldu con la piccola Chiesa campestre di Sant’AnnaDalla località Falzittu proseguiamo lungo la strada secondaria che ci ha portati alla frazione Falzittu in direzione sud est, e dopo ottocenti metri arriviamo alla frazione Lumbaldu (altezza metri 372, distanza 9.5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 67), una frazione del comune di Perfugas all’interno della quale, alla sinistra della strada, si trova la piccola Chiesa campestre di Sant’Anna. La piccola Chiesa campestre di Sant’Anna è stata edificata nella seconda metà del Novecento e dedicata alla madre della Beata Vergine Maria. La piccola Chiesa, pur essendo situata nel territorio di Perfugas, appartiene, però, alla parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, del comune di Erula. Ogni anno il 26 del mese di luglio, ricorrenza della festività della Santa, presso questa piccola Chiesa si svolge la Festa di Sant’Anna. con cerimonie religiose e manifestazioni civili che coinvolgono gli abitanti della frazione e di altre località dei dintorni. La frazione Campudulimu o Campu d UlimuSeguendo la SP2 e, dopo poco più di quattro chilometri e mezzo da quando l’abbiamo imboccata, abbiamo svoltato a sinistra sulla strada secondaria che ha portati alla località Sas Tranchittas. Se, invece, prendiamo la continuazione della SP2 in direzione sud, percorsa per circa due chilometri la strada provinciale attraversa la frazione Campudulimu o Campu d’Ulimu (altezza metri 305, distanza 7.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 32). La frazione Modditonalza con i resti del nuraghe semplice ModditonalzaDalla località Campudulimo, prendiamo verso destra, in direzione ovest, la strada secondaria che porta in località Modditonalza, e, dopo circa un chilometro e trecento metri, raggiungiamo la frazione Modditonalza (altezza metri 204, distanza 6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 43). All’interno dell’abitato di Modditonalza, alla destra della strada che ci ha portati ad essa, su un’altura si trovano i resti del Nuraghe Modditonalza, un nuraghe semplice edificato in materiale indeterminato a 238 metri di altezza. A nord fra le frazioni Campudulimu e Modditonalza si trova la Chiesa romanica di Santa Vittoria de Su SassuDalla località Campudulimo, prendiamo verso destra, in direzione ovest, la strada secondaria che porta in località Modditonalza, e, lungo questa strada, percorsi Ottocento metri da Campudulimu, si trova una deviazione sulla destra che, in circa un chilometro, ci porta sul limitare di un’altura, nel luogo di un probabile insediamento benedettino, dove sorge la piccola Chiesa romanica di Santa Vittoria de Su Sassu. La Chiesa, così intitolata nella targa d’indulgenza del 1836 a nome del vescovo Michele Pes, e che conserva nel suo nome il nome dell’altopiano di Su Sassu, pur essendo situata nel territorio di Perfugas, appartiene alla parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, del comune di Erula. Edificata nella metà del dodicesimo secolo, è stata ampliata e completata nel corso del tredicesimo con lavori di ampliamento dell’aula allungata verso occidente, e di completamento della facciata. Il 3 aprile 1329 venne infine riconsacrata, come è attestato in due importanti pergamene di dedicatio dell’epoca fortuitamente conservatesi all’interno dell’edificio e oggi esposte nell’archivio parrocchiale della Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Perfugas. In particolare la prima delle due, contenente la dedicazione della Chiesa da parte del vescovo di Ampurias Nicola I, costituisce l’attestazione più antica in scrittura carolina della Sardegna. alla primitiva fase costruttiva appartengono l’abside e la navata con copertura a capriate in legno, mentre alla seconda risalgono l’allungamento dell’aula verso occidente e la facciata, realizzata in conci di trachite bruna ben squadrati e sormontata da un massiccio campanile a vela.
A metà del mese di maggio si svolge la Festa di Santa Vittoria, organizzata dai comitati delle le frazioni Campudulimu e Modditonalza, nella quale, al termine dei riti religiosi, nella piazzetta antistante l’edificio sacro, si svolge un pranzo, per il quale si macellano una trentina di pecore, e vengono offerte pietanze a base di prodotti tipici della zona. Il cimitero di Santa Vittoria de Su SassuPoco lontano dalla Chiesa si trova il Vecchio Cimitero, una fossa comune, divisa in due, chiamata Ciappittu, in cui si deponevano da una parte gli uomini e dall’altra le donne. I corpi venivano avvolti con un lenzuolo bianco, al posto della bara, trasportati a cavallo, in seguito col carro, e depositati nella fossa. alla destra della Chiesa c’è il Cimitero nuovo, che è stato costruito all’inizio del 1900, nel quale si conserva ancora la prima lapide in marmo di Giommaria Filiziu, morto nel 1915. Tra la Chiesa ed il Cimitero c’è la casa dell’eremita, anch’essa in stile romanico, e dietro c’è il forno con alcune tegole medievali. I resti del nuraghe complesso MajoreDalla frazione Campudulimu o Campu d’Ulimu, se proseguiamo ancora verso sud est sulla SP2 che porta in direzione di Erula, lungo la strada, vediamo alla sinistra, su un’altura, il grande Nuraghe Majore un nuraghe complesso edificato in materiale indeterminato a 336 metri di altezza, protetto da una cinta muraria e nel lato nord orientale da un grande precipizio. Il nuraghe complesso, da alcuni considerato un nuraghe semplice, si è mantenuto ancora in ottime condizioni esterne, e conserva la camera interna con la tholos quasi integra, ad eccezione solo di alcuni filari. Proseguendo lungo la SS127 Settentrionale SardaDopo la deviazione sulla SP2, proseguiamo lungo la SS127 Settentrionale Sarda. Raggiungiamo la fermata ferroviaria di Coghinas
La frazione Sas ContreddasDa via Giuseppe Mazzini a Perfugas prendiamo la SS127 Settentrionale Sarda che esce dall’abitato verso nord est indirezione di Bortigiadas. Percorsi circa due chilometri e duecento metri, evitiamo la deviazione sulla destra nella SP2 e proseguiamo lungo la SS127 Settentrionale Sarda che va verso est. La seguiamo per Settecento metri, poi, seguendo le indicazioni, svoltiamo a destra sulla strada che seguiamo per seicento metri, fino a raggiungere il cartello che indica l’accesso alla frazione Sas Contreddas (altezza metri 81, distanza 13.6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 29). Per raggiungerla procediamo dritti per circa duecento metri, poi svoltamo a destra ed in poche decine di metri entriamo tra le abitazioni della frazione. La domus de janas di Concas o dell’ArieteDuecento metri prima di arrivare alla frazione Sas Contreddas, subito dopo il cartello che indica l’accesso alla frazione, prendiamo la deviazione sulla destra, dopo trecentocinquanta metri, al bivio, prendiamo a destra, e, dopo altri trecentocinquanta metri, a sinistra. Seguiamo la strada per circa altri trecentocinquanta metri, e troviamo un sentiero ed un cancello sulla sinistra, passati i quali, percorsi quasi duecento metri, in località Funtana Pulida, si raggiunge, immersa nella vegetazione, la Domus de janas di Concas. Si tratta di una grotticella artificiale funeraria scavata in un bancone roccioso trachitico, che rappresenta uno dei più importanti esempi di commistione tra ipogei del tipo a domus de janas e megalitismo. Si compone, infatti, di una parte ipogeica, costituita da quattro celle, e di una parte megalitica formata da un breve corridoio dolmenico, del quale residuano tre ortostati ai lati dell’ingresso e una pavimentazione a lastre. Ma la sua particolarità maggiore consiste nel bassorilievo, scolpito in uno degli ambienti interni, che rappresenta, in un riquadro, una protome di ariete stilizzata. Per questo, viene a volte chiamata anche Domus de janas dell’Ariete. Lo scavo archeologico, effettuato nel 1979, ha permesso di documentare una prima frequentazione della tomba durante la fase di Ozieri. Il rinvenimento di materiali pertinenti al Bronzo antico e all’età tardo antica sono da ascrivere a momenti del suo riutilizzo. La frazione Sa Contra con la piccola Chiesa campestre di Sant’Antonio da Padova
All’interno dell’abitato della borgata rurale di Sa Contra, si trova la piccola Chiesa campestre di Sant’Antonio da Padova, che è la Chiesa parrocchiale della frazione di Sa Contra. La costruzione della struttura che comprende sia la Chiesa, sia il locale della sagrestia risale agli anni tra il 1928 ed il 1932. La piccola Chiesa, con l’annesso locale sacrestia, rispetta lo schema delle cappelle rurali fatte costruite da Pio XI, tra il secondo e il terzo decennio del ventesimo secolo, per l’evangelizzazione della Gallura. All’interno la stretta aula si conclude nel presbiterio, ampliato successivamente e illuminato dalle finestre laterali. Nell’abside, sopra una colonna in trachite, vi è la statua di Sant’Antonio da Padova. Nella frazione Sa Contra, ogni anno il 13 di giugno, in occasione della ricorrenza della sua morte, presso questa piccola Chiesa si svolge la Festa di Sant’Antonio da Padova, con i festeggiamenti che iniziano con la tradizionale processione delle bandiere e la messa che viene celebrata sul sagrato della Chiesa, alla quale seguono diverse manifestazioni civili. La frazione Littu EredeDalla frazione Sa Contra procediamo in direzione sud est lungo la strada che ci ha portati ad essa e, dopo duecentocinquanta metri, al bivio, svoltiamo a destra, poi, dopo una trentina di metri, di nuovo a destra. Seguiamo questa strada per un chilometro e duecento metri, poi, dove la strada sbocca su una traversa, prendiamo a sinistra verso la località Littu Erede e, dopo Cinquecento metri, raggiungiamo la piccola frazione Littu Erede (altezza metri 213, distanza 12.1 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Perfugas ci recheremo a Erula uno dei comuni più giovani d’Italia, dove visiteremo il nuraghe di Ispiene dove fu rinvenuta la navicella bronzea con protome cervina. | |||||
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