Le altre isole dell’arcipelago di la Maddalena, quelle di Santo Stefano, Spargi, Budelli, Razzoli e Santa Maria
In questa tappa del nostro viaggio, dopo avere visitato l’isola la Maddalena e Caprera, ci recheremo a visitare le altre isole dell’arcipelago di la Maddalena . Vedremo l’isola di Santo Stefano e Spargi ci recheremo poi a Budelli Razzoli e Santa Maria. Vedremo anche gli altri isolotti dell’arcipelago. La regione storica della GalluraLa regione storica della Gallura (nome in gallurese Gaddùra, in lingua sarda Caddùra) occupa l’estremità nord orientale dell’isola, delimitata a sud dal massiccio granitico del Monte limbara, a sud ovest dal corso inferiore del fiume Coghinas, a sud est dal monte Nieddu nei comuni di San Teodoro e Budoni. È stata, nell’alto periodo medioevale, uno dei quattro giudicali sardi. Principale risorsa economica di questa regione è il turismo, sviluppatosi a seguito della realizzazione del famoso insediamento turistico dell’area del Consorzio Costa Smeralda, oltre all’industria del sughero e del granito, nelle quali ha raggiunto primati a livello internazionale. I comuni che ne fanno parte sono Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, la Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Olbia, Palau, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola, Viddalba. In Gallura si parla il Gallurese, che è di ceppo toscano ed ha forti analogie con il còrso, è infatti molto simile al dialetto parlato nel distrello di Sarlene nel sud della Corsica, ma conserva alcuni influssi derivanti dal logudorese, che era parlato nel territorio antecedentemente, durante il periodo giudicale. L’arcipelago di la MaddalenaL’Arcipelago di la Maddalena è composto da 23 isole. Le più grandi sono la Maddalena e Caprera, mentre le minori sono le isole Spargi, Santo Stefano, Santa Maria, Razzoli e Budelli. Le altre sono molto piccole o addirittura semplici scogli. Tranne la Maddalena e Caprera, le isole dell’arcipelago sono raggiungibili solo con imbarcazioni private, e sono quasi del tutto disabitate. Nelle pagine precedenti abbiamo descritto l’isola de la Maddalena e l’isola Caprera, e in questa pagina vengono descritte le altre isole dell’arcipelago. Il Parco Geominerario Storico e AmbientaleNel 1996 l’arcipelago della Maddalena diviene il primo parco nazionale in Sardegna e viene incluso in numerose convenzioni internazionali, tra le quali il Santuario dei Cetacei ed il parco Geominerario sardo, che viene dichiarato nel 1998 dall’UNESCO il Primo parco Geominerario Storico e Ambientale del mondo. L’arcipelago è oggi un parco Naturale, all’interno del quale sono previste diverse zone di tutela ambientale: la Zona A di riserva integrale, in cui non è consentita alcuna attività, nemmeno la semplice balneazione; la Zona B di riserva generale, nella quale è vietata la navigazione parallela alla costa, ma sono consentite la balneazione, la pesca con lenza da terra, l’attività esplorativa subacquea, nonche la navigazione e l’attracco, sia pure solo in alcune località; la Zona C di protezione parziale, nella quale sono consentite la pesca sportiva e professionale compatibili con le finalità dell’area, e sono consentite anche le attività nautiche sia pure con limiti e autorizzazioni. Le strutture militari presenti nell’arcipelagoSignificativo è il patrimonio militare ancora oggi presente nelle isole dell’arcipelago di la Maddalena, ormai entrato a pieno titolo nel paesaggio mediterraneo. Vengono descritte queste opere, fortilizi, batterie ed altre infrastrutture, edificate a partire dal diciottesimo secolo e di volta in volta adeguate in relazione ai progressi compiuti dall’artiglieria e dalla strategia bellica. Si tratta di complessi per lo più fortificati che rappresentano un’eredità culturale e architettonica di grande rilevanza strategica e paesaggistica. Oggi rimangono numerosi manufatti che, avendo ormai perso interessi e funzioni legati all’attività militare e di navigazione, versano in condizioni d’estrema precarietà e sono oggetto continuo di spoliazioni e demolizioni. È questa una situazione che richiederebbe interventi urgenti per la messa a sistema di specifiche opere di tutela, restauro e valorizzazione. Il parco marinoIl parco è caratterizzato dalla presenza di oltre 700 specie vegetali e più di 50 specie endemiche, e comprende anche la riserva naturale dell’isola Caprera. Insieme alla riserva naturale delle Bocche di Bonifacio, il parco Naturale di la Maddalena costituisce oggi un immenso Parco Marino Internazionale. Nel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 5 Vele al comprensorio della Gallura e del parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali. |
L’isola Santo StefanoL’isola Santo Stefano con una superficie di trecento ettari, è la quarta per dimensioni dell’arcipelago, si trova sul tragitto tra Palau e la Maddalena, a sud di qust'ultima, ed ha una forma tondeggiante, e si affaccia su un mare color smeraldo, specie sul versante meridionale prospiciente a Capo d’Orso. La cima più alta, il Monte Zucchero, raggiunge una quota di 101 metri. L’isola è ricca di granito di colore rosa e bianco, e di macchia mediterranea. È percorsa da diverse strade, che la percorrono e permettono di visitarne tutte le principali costiere, ed una strada la attraversa anche da nord verso sud. Ha assunto da secoli una funzione militare di grande rilievo. L’isola è ben individuabile grazie alla presenza, sull’isolotto Roma che si trova lungo la sua costa occidentale, della piccola colonna dedicata alla corazzata Roma, alla corrazzata Da Noli ed alla Vivaldi, affondate nelle acque dello stretto durante il secondo conflitto mondiale. Brevi cenni storicialla fine del Settecento sull’isola Santo Stefano i Sardo Piemontese costruiscono, a scopo difensivo antifrancese, le Opere denominate Torre di Villamarina e Forte San Giorgio, munite di artiglierie. A Santo Stefano, da più di 150 anni di proprietà della famiglia Serra, hanno trovato posto a fine ottocento un oliveto, un boschetto di querce da sughero, un frutteto e la cava di granito di Villamarina, attiva fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il progresso tecnico nel campo dell’aviazione ha reso le sue Opere militari vulnerabili ad un attacco aereo, sono nate così, tra la prima e la seconda Guerra Mondiale, le Batterie più periferiche, edificate normalmente in calcestruzzo e ricoperte poi da massi di granito, e nell’isola Santo Stefano viene costruita la Batteria di Punta dello Zucchero. Negli anni settanta del secolo scorso viene realizzato il villaggio turistico Valtur. Nel corso dei secoli la vocazione militare è comunque continuata, sul lato orientale dell’isola. Nel 1969 sono stati posti tre vincoli di servitù a destinazione militare sulle aree del parco torpedini di Punta Santo Stefano, al deposito carburanti di Punta Sassu, ed alla batteria costiera di Punta dello Zucchero, e sono state realizzate alcune strutture militari, in un grande deposito militare, in parte in galleria sotterranea, posto sotto comando italiano e nella NATO in località Guardia del Moro. I vincoli sono stati reiteratamente rinnovati e sono tuttora in corso, nonostante vari contenziosi. Nel 1972, sotto il governo Andreotti, viene stipulato un accordo, il cui contenuto è stato secretato, fra Italia e USA, che ha dato luogo alla realizzazione di un punto di approdo per una nave appoggio officina della Marina militare statunitense per sommergibili a propulsione nucleare, con connesse strutture di servizio a terra. Questa base d’appoggio statunitense viene dismessa nel 2008 per le mutate condizioni geopolitiche. è rimasta in località Guardia del Moro la base della Marina militare italiana, che recentemente ha avuto un forte ritorno d’interesse. Visita dell’isola Santo Stefano partendo dal Porto di Vela Marina o Villamarina All’isola Santo Stefano si arriva via mare da la Maddalena, sbarcando nel Porto di Vela Marina o Villamarina situato nell’insenatura di Cala di Vela Marina, che si incunea sulla costa meridionale, chiusa ad est dalla Punta Vela Marina che costituisce il punto più a sud dell’isola. Si tratta di un porticciolo ben riparato dai venti, situato lungo la costa meridionale dell’isola, all’interno dell’unica ampia insenatura situata nella zona e sulla quale si affaccia la cava di granito ora abbandonata. Il porto è perfettamente messo al riparo. La banchina può essere usata per imbarco e sbarco, anche se spesso risulta inagibile, a causa del suo cattivo stato di conservazione. La piccola spiaggia di Cala Villamarina è situata all’interno della lunga Cala di Vela Marina, ed è caratterizzata da un arenile caratterizzato da sabbia ambrata a grani grossi, con anche la persenza di qualche ciottolo levigato. La grande scogliera granitica di colore rossastro, sormontata dalla macchia mediterranea, rende affascinante la cala di Vela Marina, che si presenta con un mare limpido, dal fondale di media profondità e dai colori tra il blu ed il turchese. La spiaggia di Cala Villamarina è piuttosto riparata dai venti e mediamente frequentata durante il periodo estivo. È raggiungibile solamente via mare, e non sono presenti servizi su questa spiaggia. |
La cava di granito di VillamarinaSbarcando alla banchina di Villamarina, la strada militare sulla destra, che si dirige verso nord est, conduce alla vecchia Cava di Villamarina ora abbandonata, residuo dell’attività estrattiva del granito. La cava viene aperta alla fine dell’ottocento dal maddalenino Francesco Susini, ed acquistata nel 1924 dall’imprenditore genovese Schiappacasse, che investe nella produzione, impiegando un’ottantina di operai. Passata di proprietà della famiglia Serra, dopo la Seconda Guerra Mondiale, negli anni cinquanta, la cava viene chiusa a causa dell’incidenza dei costi. Al suo interno si può vedere il busto di una enorme statua di Costanzo Ciano, l’ufficiale di marina che partecipò alla Beffa di Buccari organizzata da Gabriele d’Annunzio, ma anche padre di Galeazzo, genero di Mussolini e Ministro degli Affari esteri dal 1936 al 1942. Costanzo Ciano è stato una figura di primo piano fra i gerarchi fascisti, tanto che il regime decise di dedicargli un mausoleo, con una statua commissionata da Benito Mussolini e realizzata nel 1943 dallo scultore Arturo Dazzi. La statua avrebbe dovuto essere alta ben tredici metri, dedicata al comandante livornese, ed avrebbe dovuto rendere più solenne il mausoleo eretto nella sua città di origine, sulle colline del monte Burrone. La Batteria antiaerea di Punta dello ZuccheroProseguendo lungo questa strada militare, si raggiunge la punta dello Zucchero, ossia la sommià del Monte Zucchero, il più alto dell’isola, che raggiunge una quota di 101 metri con le sue originali postazioni antiaeree e le sue vedute panoramiche. Su di esso è stata edificata la Batteria antiaerea di Punta dello Zucchero, che fa parte delle fortificazioni mimetiche costruite tra la prima e la seconda guerra mondiale per migliorare la difesa dell’isola con le sue originali postazioni antiaeree. Questa Batteria è stata armata solo alcuni giorni prima dell’armistizio dell’8 settembre, ed è stata, forse, l’ultima fortificazione costruita durante la Seconda Guerra Mondiale. Alcuni resti della Batteria di Punta dello Zucchero si trovano ad est del Monte Zucchero, assumono il nome di Batteria Antiaerea M618, e si trovano sulla costa all’interno dell’area soggetta a servitù militare. Lungo la costa sud occidentale dell’isola si trova la Torre di VillamarinaDal porto di Villamarina prendiamo la strada che ci porta verso nord, che è la strada principale dell’isola, che la percorre tutta, da sud a nord est. Qui, dopo poco meno di cinquecento metri, prendiamo la strada a sinistra, e ci dirigiamo verso l’ex Villaggio Valtour. Poi, dopo quattrocento metri, invece di procedere verso il villaggio, prendiamo a sinistra una strada che ci fa raggiungere la costa meridionale. Qui, dopo trecento metri, all’altezza degli impianti sportivi di Santo Stefano che comprendono campi da Tennis e di pallacanestro, un viottolo sulla sinistra ci porta alla Torre di Villamarina, una fortezza nota anche come la Torre Casamatta o Torre Napoleonica, che è stata una tra le prime fortificazioni compiute dai Savoia dopo l’occupazione militare l’arcipelago, il cui scopo era di svolgere attività antiflotta e farne una base di appoggio alle navi della regia Marina Sarda. Il contratto per la costruzione viene stipulato a Sassari il 21 giugno 1771, su progetto dell’architetto militare Saverio Belgrano di Famolasco controfirmato dal capitano Theseo a Torino, e la costruzione termina nel 1773. La torre viene occupata dai francesi dopo lo sbarco del 22 febbraio 1793, nel corso del fallito tentativo del tenente colonnello di artiglieria Napoleone Bonaparte, se ne impossessa e da lì bersaglia il centro di la Maddalena, ma è costretto a fuggire dalla pronta manovra di Domenico Millelire e da pochi ardimentosi marinai di Vittorio Amedeo III. In seguito ha contributo alla difesa dei vascelli di Nelson, per lungo tempo rimasti ancorati sotto la protezione dei suoi cannoni. La torre ha pianta quadrata ed è coronata da un fosso largo e profondo tre metri, per cui per entrare è necessario passare sul ponte levatoio. Nel fosso sono presenti quattro caponiere, casamattate destinata alla difesa del fossato, alle quali si accede tramite scale dal piano terra. La caponiera della facciata sud è destinata a latrine, quella della facciata ovest a forno, quella della facciata est probabilmente a polveriera. Sotto al piano terra c'è la cisterna per l’acqua, al piano terra due locali ed il vano scala per accedere al primo piano ed alla piattaforma. Altri due locali sono al primo piano. A livello della piattaforma sono presenti due garitte, una sullo spigolo sud ovest ed una sullo spigolo nord est. Il presidio massimo era di quindici uomini, e l’armamento previsto era di quattro cannoni. La spiaggia di Forte la torreSulla costa, sotto la Torre di Santo Stefano, si trova la spiaggia di Forte la torre, che si trova in una piccola e graziosa cala situata a sud del villaggio turistico di Cala del Pesce. La si raggiunge proseguendo il viottolo che ci ha portato al forte, fino a raggiungere la costa. La spiaggia di Forte la torre è situata nella parte meridionale dell’isola Santo Stefano. È costituita da un affascinante arenile di sabbia candida che si alterna a selvagge rocce granitiche, ricoperte di bassa vegetazione della macchia. L’acqua del mare che bagna la spiaggia ha tonalità che vanno dall’azzurro, al turchese, ed al blu. Il contrasto dell’acqua con il candore delle rocce è molto suggestivo. Il fondale è sia ciottoloso che roccioso, poco profondo per un primo tratto per diventare poi profondo, e con scogliere ai suoi lati. La spiaggia è dominata dall’alto dalla Torre di Villamarina, fatta edificare dai Savoia per la difesa dell’arcipelago. Non esistono servizi su questa piccola spiaggia, che è abbastanza frequentata. La spiaggia è raggiungibile via mare dal porto della Maddalena, dalla quale dista circa tre chilometri e mezzo. |
La punta San Giorgio all’estremo sud occidentale dell’isolaRitornati indietro dal viottolo sulla sinistra e proseguendo lungo la strada che porta a sud, dopo poco più di duecento metri la strada termina in una bella insenatura, chiusa sulla sinistra dalla Punta San Giorgio, all’estremo sud occidentale dell’isola. La costa occidentale con il Forte San GiorgioRitornati sulla strada che ci farà arrivare all’ex Villaggio Valtour, percorriamo ancora cinquanta metri, e troviamo un viottolo sulla sinistra che ci porta al Forte San Giorgio. Dopo la costruzione della Torre di Villamarina sono stati realizzati dai Sardo Piemontesi altri sei fortini, e il Forte di San Giorgio è stato uno degli ultimi in ordine di tempo, dopo il Forte Carlo Felice nell’isola la Maddalena. Il forte è stato eretto nel 1809 nel piano di potenziamento delle difese dell’arcipelago da un possibile attacco francese, a nord della torre, in una posizione sopraelevata che gli consentiva una visuale ottimale del braccio di mare occidentale fra la costa della Sardegna e la Maddalena, ed allo stesso tempo si aggiungeva alla Torre di Villamarina per rafforzare il possesso dell’isola di Santo Stefano. È stato, poi, radiato con delibera del primo luglio del 1857 in quanto, come gli altri forti, non più in grado di resistere ad un attacco. Ha pianta pentagonale irregolare, presenta un piccolo bastione sull’angolo nord orientale a difesa dell’accesso all’accesso posto sul lato settentrionale. Esternamente all’ingresso si trova un piccolo corpo di guardia. Dalla porta d’ingresso un corridoio conduce alla scala di accesso alla piattaforma ed a tre locali, due più piccoli ed intercomunicanti, ed uno più grande ed il solo dotato di finestra. La piattaforma aveva al centro un piccolo edificio definito nuovo Quartiere, di costruzione successiva, che però è scomparso con i restauri effettuati. I lati sud orientale, sud occidentale e quello occidentale presentano un semplice parapetto. Il lato orientale del Forte presenta un basso blindamento in cui si aprono tre cannoniere alternate con fuciliere, il blindamento è presente solo per due terzi sul lato settentrionale con cortina a saliente, il quale ha una sola cannoniera ed una garitta sopra l’ingresso del forte. Sicuramente un dei principali punti di forza del Forte San Giorgio è la sua terrazza, che si affaccia sopra un panorama mozzafiato. Arriviamo al villaggio Valtour ed alla spiaggia del PesceRitornati indietro dal viottolo sulla sinistra, prosegiamo per circa cinquecento metri verso la costa occidentale, che dà verso la Maddalena, e qui troviamo l’ex Villaggio Valtour, oggi detto Santo Stefano resort che è l’unico insediamento turistico dell’isola, nel quale è possibile godere della buona cucina sarda, italiana ed internazionale, delle attività e dell’animazione dello staff, e del relax che offre la struttura. Dopo il crack della Valtur, sono arrivati altri due colossi delle vacanze, l’Uvet e la Best Tours, a gestire il villaggio di Santo Stefano che rischiava di restare chiuso per tutta la stagione. Il villaggio ha riaperto nel 2013, solo a stagione iniziata, ed ha regalato di nuovo ai suoi ospiti la sensazione di aver conosciuto una porzione di paradiso. Il villaggio si affaccia su una bella baia sabbiosa, al centro della quale si trova la spiaggia del Pesce, che è la più bella e la più famosa spiaggia dell’isola Santo Stefano. La spiaggia è raggiungibile anche via mare, mediante il servizio turistico con i barconi che partono da la Maddalena e da Palau. La spiaggia del Pesce situata nel lato occidentale dell’isola Santo Stefano, è una bella spiaggia situata in un incantevole cala di medie dimensioni. È costituita da un arenile della lunghezza di circa trecento metri, suddivisa in cale minori da bassi scogli rosati, caratterizzato da sabbia bianca piuttosto fine e compatta. Il mare cristallino ha una bellissima tonalità di azzurro e turchese cangianti, con un bellissimo fondale esotico, basso e sabbioso. Davanti alla spiaggia vi è il piccolo isolotto Roma, che rende il paesaggio naturale ancora più affascinante. La spiaggia risulta molto affollata durante il periodo estivo, in quanto vi attraccano numerose imbarcazioni. Nel promontorio a sud, svetta la roccia granitica e la macchia mediterranea. La spiaggia, che si affaccia sul mare di fronte al villaggio della Valtour, è visibile già dal percorso in traghetto che collega Palau con la Maddalena, e può essere raggiunta anche via mare. |
L’isolotto Roma detto anche isolotto della PauraA pochi metri dalla costa occidentale in direzione sud, quasi a proteggere la cala, si trova l’Isolotto Roma detto anche Isolotto della Paura un’isolotto con piccole spiagge, alto venti metri, brullo, che protegge la bella ansa sabbiosa dove sorge il Santo Stefano resort. L’isoletta prende il nome della corazzata Roma, affondata con i cacciatorpedinieri Vivaldi e Da Noli, dai bombardieri tedeschi nel 1943, quando la guerra era già finita. A ricordo, per ricordare i 1.352 morti, è stata eretta sull’isolotto della paura presso Santo Stefano una colonna granitica decorata da un gruppo bronzeo dello scultore fontana, rappresentante la Procellaria, il grande uccello nero e bianco che vola sfiorando le onde e nidifica sulle scogliere. Nel 2012 è stata venduta a un impenditore privato una porzione dell’isola Santo StefanoTorniamo indietro fino alla Cala di Vela Marina e riprendiamo la strada che ci porta verso nord ovest, che è la strada principale dell’isola, che la percorre tutta, da sud a nord est. Percorsi quattrocentocinquanta metri da dove avevamo preso la strada verso sinistra che ci ha portato al Santo Stefano resort, prendiamo una deviazione sulla sinistra e proseguiamo fino alla costa. Arrivati alla costa, qui si trova la Cala la Fumata, con una piccola spiaggia e con il suo molo, che sono stati venduti nel 2012 alla società Solution Sea, che appartiene per le quote di maggioranza all’imprenditore romano Giorgio Alfredo Uccellini, e che è specializzate nell’esercizio di servizi armatoriali e marittimi. Considerata la vicinanza del terreno acquistato con il Santo Stefano resort, è probabile che i villeggianti potranno avere a disposizione un’escursione diretta nella Caletta. Nel maggio del 2012 un altro pezzo di Sardegna se ne è andato. Dopo l’isola Spargi, infatti, è stata la volta di un tratto dell’isola Santo Stefano, venduta all’asta giudiziaria del Tribunale di Tempio Pausania. Tre ettari di terreno sono stati acquistati, senza rilanci, per 90mila euro, dall’imprenditore romano Giorgio Alfredo Uccellini. Il terreno ad occidente confina con il Santo Stefano resort, e si trova dalla parte opposta della ex base militare degli Stati Uniti recentemente smantellata. Si tratta di una grande estensione di macchia mediterranea sottoposta a vincoli di tutela ambientale, paesaggistica e militare, sulla quale di conseguenza non si può costruire nulla. É un territorio protetto, che per più di trenta anni ha ospitato la base della Marina Usa, Con una splendida insenatura in cui è incastonata una piccola spiaggia e un molo realizzato negli anni venti del Novecento dai vecchi proprietari, i Serra, e utilizzato per portare via dall’isola il granito che veniva estratto nella loro cava. Da parte della regione Sardegna, governata da Ugo Cappellacci, non è stato esercitato alcun diritto di prelazione, e la parte dell’isola in vendita è stata, così, aggiudicata a un privato. |
Sulla costa settentrionale si trova la spiaggetta dell’isola Santo StefanoLa strada principale, percorsa verso nord est per circa novecento metri, arriva a un bivio, dove la strada principale prosegue con una curva verso destra, mentre noi proseguiamo quasi dritti per un centinaio di metri, ed arriviamo sulla costa settentrionale dell’isola, dove troviamo un viottolo che ci porta, verso sinistra, alla Spiaggetta dell’isola Santo Stefano. Lungo la costa settentrionale dell’isola di Santo Stefano si trova la piccola Spiaggetta dell’isola Santo Stefano, che si affaccia sul mare proprio di fronte al porto di Cala Mangiavolpe, il quale si trova proprio di fronte all’isola Santo Stefano, più a nord sull’isola la Maddalena. La piccola spiaggetta è costituita da un lembo di sabbia di grana grossolana, stretto e lungo, che si affaccia su un mare color smeraldo limpido e cristallino dalle trasparenze uniche. Dietro la spiaggetta dell’Isola Santo Stefano che è completamente ricoperta di rigogliosa macchia mediterranea, la abbondante macchia mediterranea arriva a spingersi fino sul litorale della piccola spiaggia. |
Sulla Punta Guardia del Moro si trovano i resti della Batteria antiaerea M618Percorrendo la costa settentrionale, da ovest verso est, nel punto più nord orientale dell’isola si trova la Punta Sassu, passata la quale, si può iniziare la discesa lungo la costa orientale dell’isola. Seguendo la strada che ci porta sulla costa orientale, scendiamo verso sud ed arrriviamo alla Punta Guardia del Moro, dove si trovano i resti della Batteria antiaerea M618, che facevano parte della Batteria anteaerea di Punta dello Zucchero. Sino a poco fa era si trovavano all’interno dell’area militare, non erano quindi visitabili, ed anche ora è possibile accedervi solo via mare. La batteria era armata un tempo con sei pezzi antiaerei da 90/53 Ansaldo del 1939, posta ad una quota di 87 metri sul livello del mare e gestita da personale della regia Marina. Installata nel giugno del 1943, le postazioni su cui erano posizionati i pezzi si configuarno come piattaforme tonde in cemento armato. Le bullonature su cui erano montati i cannoni sono state ricoperte da una colata in calcestruzzo, in alcuni tratti la rottura della copertura lascia intravvedere i perni bullonati. Le riservette prontosparo, anch’esse in cemento, erano posizionate accanto ai cannoni. Purtroppo mancano dei relativi portelloni in acciaio. Nella parte inferiore della postazione erano stipate il grosso delle munizioni. Passata la punta Sassu si raggiunge la costa orientale che era occupata dalla Base Navale militare americanaIn località Guardia del Moro si trova quello che resta degli edifici che erano stati per molto tempo occupati dalla Base Navale militare statunitense. Si tratta di una costa che era quindi fino a poco tempo fa quasi totalmente inaccessibile in quanto zona soggetta a servitù militare, ed all’interno di questo territorio si trovano anche i resti della Natteria antiaerea M618. La Base Navale militare statunitense nasce nel 1972, in piena guerra fredda, a seguito di un accordo segreto siglato dall’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti, in base al quale gli Stati Uniti possono creare una base per i sommergibili a propulsione nucleare Hunter Killer che portavano i micidiali missili Tomahawk, appositamente progettati per essere lanciati in immersione dai tubi lancia siluri, armati con testate nucleari. Nel 1986 si sviluppa una polemica furiosa, dato che il trattato del 1972 non era stato ratificato dal Parlamento, come invece impone la Costituzione. Ma il ministro della Difesa Giovanni Spadolini sostiene la scelta di Andreotti, arrivando a negare l’evidenza. L’allora ministro della Protezione civile, Zamberletti, impotente davanti all’eventualità che un incidente possa provocare un inquinamento radioattivo nell’arcipelago della Maddalena, dichiara che il piano di emergenza esiste, ma non ne può parlare perché coperto dal segreto militare. Per rispondere all’allarme creato dalla nascita di alcuni bambini affetti da cranioschisi, si decide di istituire un sistema di monitoraggio ambientale allo scopo di segnalare eventuali anomalie nel livello di radioattività nel mare. La competenza di questo controllo viene affidata alla Provincia di Sassari, che però deve arrendersi quando gli americani vietano di attivare la centralina posizionata proprio vicino alla nave alla quale si appoggiavano i sommergibili atomici. La base militare navale di appoggio per sommergibili a propulsione nucleare viene dismessa il 25 gennaio 2008, e nell’area è rimasta la base della Marina militare italiana, che recentemente ha avuto un forte ritorno d’interesse. |
Nel novembre 2005, dopo le ripetute riChieste del Governatore della regione renato Soru, Antonio Martino, allora ministro della Difesa, ha dato l’annuncio che i sommergibili americani sarebbero stati trasferiti, cosa che è avvenuta nel gennaio 2008. Dismessa la base militare, il futuro dell’isola prevede quindi un prossimo rilancio delle attività turistiche così come è già avvenuto per le altre isole dell’arcipelago. Sull’isola si trova, comunque, ancora una vastissima rete di gallerie e cunicoli che funge da polveriera, la quale risulta ancora essere il più grande deposito di munizioni ed esplosivo NATO del Mediterraneo, che viene attualmente gestito dalla Marina Militare Italiana. Le proteste del Governatore della regione renato Soru sono state respinte, nel 2009, dal governo italiano, che ha saputo ascoltare solo le ragioni della Marina, per cui il deposito sotterraneo di munizioni di Guardia del Moro resterà un feudo militare. Via mare ragiungiamo la spiaggia di Punta Santo StefanoDalla Base navale iniziamo a scendere nella costa meridionale, muovendoci via mare da est ad ovest. Passata la Punta di Santo Stefano, ci si porta sulla costa meridionale dell’isola nella quale si trova una piccola insenatura chiamata la Cala Cris, nella quale si trova la spiaggia di Punta Santo Stefano. La piccola spiaggia di Punta Santo Stefano è una piccola spiaggia della lunghezza di un centinaio di metri, divisa in piccole lingue sabbiose, dominate da una natura integra e selvaggia, e da una vegetazione fitta e verde che cela parzialmente alla vista le rocce granitiche della cala. L’arenile è di sabbia chiara e dorata, piuttosto grossolana. Il mare è invece di colore verde-azzurro, brillante e trasparente, con un fondale roccioso e profondo, perfetto per le immersioni subacquee. Si tratta di una spiaggia abbastanza riparata, che costituisce un comodo approdo per le imbarcazioni dei diportisti. Non sono presenti servizi su questa spiaggia. Guardando verso l’orizzonte, si può ammirare la costa di Palau. |
Proseguendo per la spiaggetta di Cala levanteL’insenatura nella quale si trova la spiaggia di Punta Santo Stefano è chiusa a sinistra da un promontorio, passato il quale si trova un’altra insenatura, chiamata Cala levante, un’insenatura molto riparata, dotata di un porticciolo costruito nel Novecento per lo sfruttamento delle cave di granito dell’isola, e oggi utilizzato perlopiù dai diportisti per attraccare le loro imbarcazioni. In epoca fascista, con il granito della zona è stata costruita anche la monumentale statua che domina l’isola, un busto diviso in tre tronconi e dedicato al conte Costanzo Ciano, padre di Galeazzo Ciano genero di Mussolini, mai compiuta a causa della caduta del regime fascista. All’interno della cala si trova la Spiaggetta di Cala levante. Nell’insenatura chimata Cala levante si trova la piccola Spiaggetta di Cala levante costituita da un arenile caratterizzato dalla presenza di sabbia grigia e dorata, piuttosto grossolana. L’acqua del mare che lambisce le sponde della spiaggia di Cala levante è di colore azzurro zaffiro, satinato e intenso, ed in esso emergono rocce rosate. Le stesse rocce ornano la cornice della spiaggia, dove guadagna spazio anche una rigogliosa macchia mediterranea. I fondali sono invece particolarmente rocciosi e piuttosto profondi, adatti alle immersioni subacquee e alle attività di snorkeling. Non sono presenti servizi su questa spiaggia. Guardando verso l’orizzonte, anche da questa spiaggetta si può ammirare la costa di Palau. |
Seguendo la costa in senso orario, passata la Punta di Vela Marina arriviamo alla Cala di Vela Marina, dalla quale avevamo iniziato la nostra visita dell’isola. L’isola SpargiL’isola Spargi con una superficie di quattrocentoventi ettari, è la terza per dimensioni dell’arcipelago, si trova ad ovest rispetto all’isola la Maddalena, è interamente granitica con solo qualche filone di porfido, ed ha una forma quasi circolare. La Punta di Guardia Preposti, la più elevata dell’isola, raggiunge la quota di 153 metri di altezza. L’isola è quasi completamente disabitata, di natura granitica, ricchissima di acqua e caratterizzata da una fitta vegetazione, ha una fauna costituita prevalentemente da numerose specie protette di uccelli. Sull’isola sono presenti solo poche abitazioni. L’isola Spargi è la più frequentata turisticamente tra le piccole isole dell’Arcipelago, dato che sulle sue coste frastagliate si trovano diverse cale con belle spiagge. Brevi cenni storiciNell’isola Spargi approda, nei primi decenni dell’ottocento, un pastore di origine corsa, Natale Beretta, perseguitato dalla legge sarda essendo stato accusato dall’inglese Webber di aver appiccato un incendio nelle sua pineta, e per questo si dà alla macchia per quattro anni, creando la leggenda del bandito imprendibile, e vive nella macchia impenetrabile dell’isola, riuscendo a sottrarsi nelle periodiche ispezioni delle guardie. Finalmente un giorno, dopo molto tempo, la sua innocenza viene provata, ed egli viene assolto da ogni addebito, ma si guarda bene da lasciare quel paradiso terrestre. Vi costruisce una casa in un punto elevato, non visibile dalla costa, e vi porta la sua famiglia, ed ancora oggi questa abitazione, mantenuta in piena attività dagli eredi fino agli anni settanta del Novecento, ma ormai in rovina, conserva il nome di Casa Natale. Quando nel 1869 il conte Francesco Aventi, ospite di Giuseppe Garibaldi, che in quel periodo elaborava un progetto di colonizzazione della Sardegna, si reca a trovarlo nel corso di un suo viaggio di studio sull’agricoltura, Natale Beretta è un vecchio e felice patriarca proprietario di oltre 200 pecore,100 capre e 40 vacche. Ha dissodato alcuni campi con la sua famiglia, dai quali ricavava quel tanto di grano e di vigna bastanti per i loro bisogni, e dichiarava di sentirsi il re di Spargi e di non desiderare altro dalla vita. In seguito, nell’ultimo secolo, l’isola viene utilizzata solo nella prima e nella Seconda Guerra Mondiale, ed i ruderi dei vari forti sono tutt’oggi visibili, fra i quali la Batteria Rubin de Cervin nota anche come Batteria Zanotto che è sicuramente la meglio conservata, la Batteria Pietraglaccio, e la Batteria Zavagli a Cala Corsara. Nei fondali circostanti l’isola sono stati recuperati vari reperti e i resti di una nave romana del secondo secolo avanti Cristo che sono oggi esposti al Museo navale di la Maddalena. Iniziamo la visita all’isola Spargi dal vecchio molo militare di Cala ZavagliIniziamo, ora, la visita dell’isola Spargi, e, partendo dall’estremo sud orientale, percorriamo tutte le sue coste in senso orario. All’isola Spargi arriviamo via mare dall’isola la Maddalena, sbarcando sull’estremo sud dell’isola Spargi, al vecchio molo militare di attracco di Cala Zavagli, recentemente ristrutturato situato all’interno dell’insenatura chiamata Cala Zavagli, chiusa alla sinistra, ossia verso ovest, dal promontorio di Punta Rossa Corsara, che la separa dalla più ampia insenatura chiamata Cala Corsara. Occorre informarsi sulla regolamentazione del Parco ed accedervi, ovviamente, con un’imbarcazione, o con i barconi autorizzati che trasportano i turisti. La Cala è affollata di barche e barconi in alta stagione, salvo apposite disposizioni limitative del Parco Nazionale. La spiaggia di Cala ZavagliAll’interno della Cala Zavagli, aest del molo, si trova la spiaggia di Cala Zavagli, che è separato dal promontorio di Punta Rossa Corsara dall’insenatura di Cala Corsara, che si trova un poco più ad ovest. La spiaggia di Cala Zavagli è caratterizzate da una sabbia bianca e sottile, e si affaccia su un bel mare cristallino e mediamente profondo che assume incredibili colorazioni che variano dal turchese al blu cobalto. Sul lato sinistro della spiaggia c’è l’antico attracco militare di Cala Zavagli, ristrutturato di recente. Sul retro della spiaggia è situato il cippo geodetico di Cala Corsara, che fa parte della rete geodetica, che è costituita da punti geodetici o capisaldi, simili alle vecchie pietre miliari romane, costituiti da un basamento orizzontale in cemento e un cippo cilindrico leggermente appuntito in alto. Quest’ultimo, comunemente chiamato Meda, è a forma di obelisco, e serviva come punto di riferimento per le imbarcazioni e per il tiro delle postazioni militari. Ogni caposaldo viene impiantato dall’Istituto Geografico Militare (IGM) che ne determina la posizione mediante sistema GPS. |
I resti della Batteria Zavagli o Batteria di Cala CorsaraSul promontorio di Punta Rossa Corsara, alla sinistra del molo di attracco il quale faceva anch’esso parte della Batteria, si trova il vecchio edificio abbandonato della Batteria Zavagli, detta anche Batteria di Cala Corsara. Tra la Cala Zavagli e la Cala Corsara, a sud dell’isola, la punta è stata completamente impegnata da una postazione militare. Per raggiungerla si deve proseguire sul sentiero e girare a sinistra, e si incontrano, sul fianco sinistro della banchina, due casermette semi restaurate che sono le riservette per le munizioni, e poi la Batteria che ospitava quattro pezzi da 120/40. Un sentiero poi risale in direzione della stazione telemetrica e di tiro, una delle quali è crollata. Dietro alla Batteria, in direzione Corsica, c'è una caserma di 400 metri quadrati, che dava alloggio ai soldati, caserma che al momento è restaurata ma è chiusa. La spiaggia di Cala Corsara con le sue tre piccole spiaggettealla sinistra della Punta Rossa Corsara, si apre la Cala Corsara, che è chiusa a sinistra dal promontorio della Punta Corsara, che la separa dalla Cala d’Alga. Per la sua bellezza ineguagliabile la Cala Corsara è meta di numerosi turisti, mentre i suoi fondali sono ambiti dai subacquei, che con pinne e bombole possono esplorare mondi misteriosi e colmi di sorprese. La spiaggia di Cala Corsara è formata da quattro spiaggette ornate ad est da piccole dune, sulle quali guadagnano spazio piante rare ed endemiche, come la rosa e il giglio marino, che mischiano i loro profumi a quelli dei ginepri, delle ginestre e del cisto. All’interno di questa Cala si trovano a destra la Prima spiaggia, al centro la Seconda spiaggia e la Terza Spiagga, ed alla sinistra la Quarta spiaggia di Cala Corsara. La Cala prende il nome dalla leggenda secondo la quale i pirati utilizzavano la sua zona centrale come riparo, per poi uscire in mare aperto a depredare le imbarcazioni. La cala centrale di questa spiaggia è, infatti, piuttosto riparata, e ha un fondale molto profondo e sabbioso, che è inoltre adatto alle immersioni subacquee. Il suo arenile è di sabbia candida e dorata, brillante. Il mare è cangiante, e ha dei colori spettacolari, che vanno dalle tonalità del blu e del turchese, fino al verde smeraldo, ed è arricchito da scogli sommersi isolati. Le spiagge di Cala Corsara sono solitamente piuttosto affollate. Il mare impressiona per i suoi colori brillanti, che dal turchese variano allo smeraldo a seconda del fondo e della luce e la sabbia attira per i suoi granelli sottili e impalpabili. Nella cala, il mare, il vento ed il tempo hanno modellato alcuni scogli di granito che hanno assunto forme sorprendenti. Nel masso di granito sulla terza spiaggia di Cala Corsara è presente un grande Tafone ossia un incavo nella roccia, in grado di accogliere molte persone, nel quale sono state rinvenute alcune delle più antiche testimonianze della presenza dell’uomo nell’arcipelago, ossia frammenti di ceramica, utensili di selce ed ossidiana datati tra gli 8mila ed i 5mila anni fa. A ovest rispetto alla quarta spiaggia di Cala Corsara, sul promontorio che chiude la Cala, di trova un’altra bella roccia granitica modellata dal mare e dal vento, chiamata la Testa della Strega per la sua forma che le da il profilo di una fattucchiera, e nel mare, di fronte alla Testa della Strega, si trova un altra roccia granitica chiamata il Profilo del Bolldog per la sua forma che la fa assomigliare a un cane accucciato. |
Di fronte alla spiaggia di Cala Corsara è stato rinvenuto il relitto di una nave oneraria romana i cui reperti sono esposti nel Museo Archeologico Navale Nino lamboglia di la Maddalena. Nell’agosto 2009 i bagnanti sulla spiaggia di Cala Corsara sono stati testimoni di un fatto inaudito. Da un grosso yatch battente la bandiera delle Isole Cayman, dall’esotico nome di Maraya, è approdata una dozzina di persone per le quali alcuni camerieri hanno predisposto un banchetto sulla spiaggia. E le bodyguard al seguito della comitiva hanno invitato i bagnanti a sgomberare per lasciar i commensali in tutta tranquillità. L’indignazione dei turisti non ha impedito loro di consumare il pranzo e risalire a bordo, prima dell’arrivo delle guardie. |
Verso la costa occidentale la Cala d’Alga con la sua spiaggiaalla sinistra dell’ampia insenatura di Cala Corsara, il promontorio di Cala Corsara, di fronte al quale si trovano alcuni isolotti, la separa dalla più piccola Cala d’Alga, molto bella, al centro della quale si trova la spiaggia di Cala d’Alga. All’interno della Baia di Cala d’Alga si trova la bella spiaggia di Cala d’Alga una delle più belle spiagge dell’isola Spargi. Si tratta di una piccola spiaggia così chiamata perché ospita numerose posidonie trasportate dalle correnti al largo della cala. La spiaggia è composta da sabbia bianca a grani medio fini, delimitata ai lati da rocce granitiche di colore chiaro. Il bellissimo mare cristallino ha un fondale basso e sabbioso, con la presenza di qualche scoglio che rende il paesaggio davvero affascinante. Si tratta di una spiaggia poco frequentata dai turisti, i cui fondali bassi la rendono particolarmente adatta ai bambini, ed è anche una meta per gli appassionati di immersioni. Alle spalle della spiaggia si snoda rigogliosa la macchia mediterranea che sovrasta le colline circostanti. La spiaggia è raggiungibile solamente via mare, e non sono presenti servizi su questa spiaggia. |
Più ad ovest si trova la Cala SerrainaUn promontorio separa la Cala d’Alga dalla Cala Serraina anch’essa molto bella anche per la strana forma di molte rocce dovuta al modellamento da parte degli agenti atmosferici. Si tratta di una Cala con piccolissime spiaggette, nella quale domina una scogliera di rocce granitiche, di colore chiaro, su un mare cristallino con un fondale di media profondità, con la presenza di rocce e bellissimi scogli rossastri affioranti dall’acqua. La cromia del mare varia tra il turchese e l’azzurro. Paesaggio molto interessante, con la macchia mediterranea che domina la parte dell’isola retrostante la costa. Mediamente frequentata nel periodo estivo, la cala, nella quale non esistono servizi, può essere raggiunta solamente via mare, anche mediante il servizio di barconi turistici che partono da la Maddalena e da Palau. La Cala Piscioli che si trova risalendo la costa occidentale dell’isolaRisalendo lungo la costa occidentale dell’isola, si trova la Cala Piscioli raggiungibile esclusivamente via mare. È una cala rocciosa che si presenta abbracciata da aguzze rocce granitiche, circondata da una scogliera granitica sormontata dalla macchia mediterranea. Non sono presenti servizi per questa spiaggia. Il fondale è mediamente profondo, il mare cristallino di colore blu e le rocce color argento creano un ambiente suggestivo, la cui essenza selvaggia è accentuata dai forti venti che spesso vi soffiano. La cala è raggiungibile solamente via mare, ed è frequentata da pochi bagnanti ed esploratori subacquei. Nelle immediate vicinanze si trovano alcuni piccoli stagni detti la Palude di Piscioli, importanti specchi d’acqua abitati da rare specie di uccelli acquatici, ed in lontananza si può scorgere anche l’isola Spargiotto, molto suggestiva. Di fronte alla punta Croce d’Asino si trovanono l’isolotto Spargiotto ed il piccolo isolotto SpargiottelloRisalendo lungo la costa occidentale, si incontra Punta Croce d’Asino, sulla costa ad ovest delle Batteria Zanotto che descriveremo più avanti, di fronte alla quale, a nord ovest dell’isola Spargi ed a circa ottocento metri di distanza, si trova il piccolo Isolotto Spargiotto con una superficie di quasi dieci ettari. È lungo circa cinquecento metri e largo trecento, ed è composto da rosa granito. Esposto alle tempeste di maestrale, è un sito di particolare pregio ambientale, dato che è habitat per la lucertola muraiola tirrenica, e che vi nidificano specie rare di uccelli marini, tra gli altri il cormorano dal ciuffo, il gabbiano corso, l’uccello delle tempeste. Vicinissimo all’isolotto Spargiotto, a nord ovest rispetto ad essa, c’è il più piccolo Isolotto Spargiottello che, però, è poco più di uno scoglio. Situata a un centinaio di metri di distanta dall’omonimo scoglio, nel mare si trova la Secca di Spargiottello, che ha una parete verso il mare aperto molto ripida, abitata dai vari tipi di gorgonie, invertebrati dalla struttura ramificata e piatta ricoperta da tessuti molli, di colore bianco, giallo e rosso. Il versante opposto si presenta, invece, meno scosceso, con degli anfratti ricoperti di parazoanthus, un anemone coloniale con una corona dei tentacoli che conta di una ventina o una trentina di filamenti. La costa settentrionale dell’isola Spargi con la punta Zanotto e la secca di WashingtonRisalendo la costa occidentale, si arriva alla Punta Zanotto che si trova all’estremità a nord ovest dell’isola e ne costituisce il ponto più settentrionale. A circa un miglio a nord della Punta Zanotto, si trova la Secca di Washington, dai fondali di una bellezza mozzafiato, con blocchi granitici di dimensioni ciclopiche e pareti ricoperte di gorgonie rosse e parazoanthus che offrono uno spettacolo indimenticabile. È forse l’immersione più nota della zona, una vasta secca che si alza da un fondale di oltre cinquanta metri, con una guglia che giunge fino a pochi metri dalla superficie. Ma per la profondità del fondale e la presenza costante di correnti, si consiglia l’immersione solo ai subacquei esperti. L’insenatura di Cala Grano con il molo di attracco per le imbarcazioniPassata la Punta Zanotto, si arriva all’insenatura di Cala Grano dove è possibile ormeggiare le imbarcazioni e scendere a terra per visitare l’isola. È una Cala rocciosa, con rocce e scogli di granito di un colore chiaro, che risulta riparata da i venti provenienti da nord ovest. Il fondale è mediamente profondo, con un mare trasparente di colore azzurro. Attorno alla Cala si trova la florida macchia mediterranea, che contrasta, con il suo verde intenso, con il colore delle rocce. Poco frequentata anche nei mesi estivi, la Cala è raggiungibile solamente via mare e non sono presenti servizi al suo interno, dove è presente l’abbandonato porticciolo militare dì Cala Granu, da cui, tramite un sentiero, si sale ai resti militari risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. La Batteria Rubin de Cervin nota anche come Batteria ZanottoLungo la costa settentrionale sono presenti numerose fortificazioni, erette a picco sul mare, mimetizzate tra i massi di granito e la folta macchia mediterranea che caratterizza l’intera isola. A poca distanza dall’insenatura di Cala Grano, verso sud, è presente la Batteria Rubin Cervin chiamata anche Batteria Zanotto una batteria antinave utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale. La Batteria è intestata al Contrammiraglio Ernesto Rubin de Cervin, morto nel 1915 nell’esplosione accidentale del magazzino munizioni poppiero della corazzata Benedetto Brin, a lungo attribuita all’opera di sabotatori austro-ungarici. alla Batteria si arriva sbarcando sulla piccola banchina della Cala, riparata dalla Punta Zanotto. alla Punta Zanotto è presente una piccola banchina, la quale consentiva lo scarico di materiali pesanti che poi venivano trasportati verso l’alto grazie ad un sistema di sollevamento su un ripido piano inclinato, ed una sorgente garantiva l’apporto di acqua al personale della Batteria. Un sentiero difficile e impervio, di poche decine di metri, porta al pianoro che offre lo spettacolo degli edifici mimetizzati, e dopo il muretto perimetrale si incontrano varie caserme, per la truppa, per gli ufficiali, le cucine, ed altro. Una serie di sentieri, ricavati a tratti nella roccia viva, lega i vari elementi della fortificazione. Poi si raggiunge un pezzo di ferro facente parte di un cannone e la caserma comando, mimetizzata in roccia granitica, bellissima. Sulla parete di granito, a nord ovest, spicca il motto Est fortium spectare fata silentes, ed inoltre, con una cura tutta particolare rispetto alle altre batterie, ogni struttura è identificata da una targa di marmo con la scritta in lettere di bronzo. Dietro ad essa partono sentieri che portano al telemetro, collegato sia internamente che esternamente da scale, e alle postazioni d’ artiglieria. Le due postazioni di grosso calibro sono da 203/45 per cannoni navali modello 1897. Prima di esse c'è una postazione per tiro illuminante da 120/40, dove si trova ancora il basamento e la stazione per il faro. Sotto alla torre numero 2 scende una scala ampia e ripida che interamente in roccia porta alla stazione elettrica e al deposito accumulatori, dove un tempo c'erano i grossi motori elettrici per il brandeggio delle installazioni. La Batteria è stata completata nel 1934, ed è stata la prima fortezza di grosso calibro costruita in Italia dopo la Prima Guerra Mondiale. C'è anche un approdo per la barca ma il mare è spesso agitato in quel punto. Lungo la costa settentrionale si trova la Cala PietraneraProseguiamo lungo la costa nord orientale dell’isola. Alcuni piccoli promontori separano la Cala Grano dall’insenatura denominata Cala Pietranera, un’ampia insenatura divisa in diverse piccole calette, chiusa ed oriente dal promontorio di Punta Pietragliaccio, dopo il quale si passa sulla costa orientale dell’isola. Anche questa è una Cala rocciosa, con rocce e scogli di granito di un colore chiaro, con un fondale mediamente profondo, ed un mare trasparente di colore azzurro. Attorno alla Cala si trova la florida macchia mediterranea. Poco frequentata anche nei mesi estivi, la Cala è raggiungibile solamente via mare e non sono presenti servizi al suo interno. La costa nord orientale che nel 2011 è divenuta di proprietà privataL’isola Spargi è conosciuta soprattutto per le sue spiagge poste sul versante orientale, tante insenature circondate da grandi rocce di granito scolpite dal vento e da rigogliosa vegetazione che si ferma sino al limite del bagnasciuga con spiagge dalle sabbie bianchissime e acqua color smeraldo costituiscono la spettacolarità di quest'isola che si presenta al visitatore come un autentico angolo di paradiso. Una fetta dell’isola Spargi dal 2011 è divenuta di proprietà privata dato che se ne è aggiudicato un totale di 17 ettari di macchia mediterranea, sabbia candida e scogliere di granito, per soli 127mila euro, l’imprenditrice Sara Sorbino, toscana ma con casa in Provincia di Perugia. Si tratta della parte nord orientale dell’isola, comprensiva delle spiagge di Cala Bonifazzinca e di Cala Canniccio. L’Ente parco nazionale dell’Arcipelago di la Maddalena aveva manifestato l’intenzione di esercitare il diritto di prelazione sui terreni, e su Spargi potevano vantare titoli anche la regione Autonoma della Sardegna e il Ministero dell’Ambiente. Ma in questo caso non si è verificato quanto accaduto nel 1998 nelle trattative di vendita di una porzione dell’isola di Santa Maria, il Ministero dell’Ambiente Chiese e ottenne l’aggiudicazione della parte dell’isola in vendita. Da parte della regione Sardegna, governata da Ugo Cappellacci, e da parte del Governo Berlusconi, il diritto di prelazione non è stato esercitato, e la parte dell’isola in vendita è stata aggiudicata a un privato. |
La bella Cala Bonifazzinca con la sua spiaggiaPassato il promontorio di Punta pietragliaccio, si inizia a discendere la costa orientale dell’isola, dove, passata la Punta Bonifazzinca, si trova la stratta insenatura di Cala Bonifazzinca, una insenatura molto bella localizzata nella parte nord orientale dell’isola che costituisce un approdo ideale per piccole imbarcazioni. La piccola spiaggia di Cala Bonifazzinca affacciata sulla stretta baia, è una piccola spiaggia, una parte della quale costituita da piccoli ciottoli levigati, mentre un’altra porzione è formata da sabbia ambrata finissima e molto compatta. È circondata dalla macchia mediterranea, piuttosto rigogliosa su tutte le isole dell’arcipelago, e da rocce granitiche di colore rossastro. Il mare molto trasparente, ha un fondale basso e sabbioso, con la presenza di qualche piccolo scoglio, ed un colore tendente in prevalenza al turchese e all’azzurro. Piuttosto riparata dai venti e dalle correnti, è poco frequentata anche durante il periodo estivo, è raggiungibile solamente via mare, e non sono presenti servizi su questa spiaggia. |
La Cala Canniccio detta anche Cala Ferrigno con la sua spiaggia ed il piccolo pontile di attraccoPassato un piccolo promontorio, ci muoviamo verso sud lungo il lato nord orientale dell’isola, e vi troviamo la bella Cala Canniccio, un altro luogo molto solitario, che viene chiamata anche Cala Ferrigno. La spiaggia ha un vecchio ampio molo di attracco per le imbarcazioni, ed alle sue spalle si trovano i resti di imponenti insediamenti militari. All’interno si trova la spiaggia di Cala Canniccio detta anche spiaggia di Cala Ferrigno, una spiaggia caratterizzata da sabbia a grani medi, di colore ambrato, circondata dalla macchia mediterranea e da rocce granitiche rossastre molto affascinanti. Il mare cristallino, ha un fondale basso e prevalentemente sabbioso con la presenza di scogli che affiorano dal mare, lontano dalla riva. Ha una policromia composta dalle tonalità del turchese e dell’azzurro, che si fa via via più intenso man mano che si va al largo. I bellissimi fondali sono particolarmente apprezzati dagli amanti dello snorkeling. La spiaggia è raggiungibile solamente via mare, anche mediante il servizio di barconi turistici che partono da la Maddalena e da Palau, e fanno il tour delle diverse cale, e risulta essere mediamente frequentata durante il periodo estivo. Sulla spiaggia è anche presente il piccolo approdo militare di Cala Canniccio, al quale è possibile effettuare l’ormeggio delle imbarcazioni. |
Dalla Cala Canniccio a visitare quella che era stata la casa di Natale BerettaDall’approdo di Cala Canniccio, parte una carreggiata militare ben costruita, che conduce in direzione nord, costeggiando la piccola Cala Bonifazinca, ed arriva ad un cancello presidiato da due casermette. Al di là, la strada si biforca, a destra sale alla Batteria di Petrajaccio, mentre, a sinistra, piega verso sud salendo fin quasi a quella che era stata la casa di Natale Beretta. All‘inizio dell‘800 il bandito Natale Berretta, arrivato dalla Corsica, vi si nascose per sfuggire al carcere e riuscì a sottrarsi a periodiche ispezioni delle guardie. Provata la sua innocenza, decise di continuare a viverci con la famiglia, ed è stato il primo abitante di tutta l’isola, il vecchio e felice patriarca proprietario di oltre 200 pecore,100 capre e 40 vacche. Ha dissodato alcuni campi con la sua famiglia, dai quali ricavava quel tanto di grano e di vigna bastanti per i loro bisogni, e dichiarava di sentirsi il re di Spargi e di non desiderare altro dalla vita. Il vecchio stazzo di Berretta viene abbandonato solo nel 1967. I resti della Batteria PetragliaccioPassata la casa di Natale Beretta, ci dirigiamo verso nord fino alla Batteria Zanotto, per raggiungere, infine, l’approdo, sempre militare, di Cala Grano, che abbiamo già visto. Questo lunghissimo tracciato è determinato dalla difficile orografia del tratto che separa in linea d’aria le due batterie, tanto impervio da essere chiamato U Passu Malu, ossia il passo cattivo. Abbiamo raggiunto la Batteria Petragliaccio, che era una batteria antiaerea realizzata per la seconda guerra mondiale. Due edifici adibiti a caserma per la truppa annunciano il complesso, molto bello, costituito da strutture mimetizzate che dominano il mare fino alle Bocche di Bonifacio. La Batteria era composta da quattro piazzole armate, distanti fra loro, e disposte a semicerchio intorno alla centrale stazione di direzione di tiro, completate da altre postazioni per mitragliere, collegate tutte da sentieri spesso scavati nella roccia viva. Superate le prime due caserme truppa si prosegue sino sulla costa, dove ci sono le varie postazioni da 102/35, tutte scavate nel granito con scale, collegamenti di accesso, canali scolo acqua, riservette munizioni. Perimetralmente ci sono osservatori anch’essi mimetizzati. Nella casermetta direzione di tiro, posta sul promontorio ci sono affreschi e scritte d’epoca. La batteria è perimetrata da muretto a secco e reticolato di filo spinato. Era una batteria antiaerea armata dalla Milmart, ed è stata operativa nella Seconda Guerra Mondiale. Un sentiero costiero la collegava alla Batteria Rubin Cervin, posta a nord ovest dell’isola, ma questo sentiero non è più agibile. Inizio della costa sud orientale dove si trova la spiaggia della Cala Conneri detta anche spiaggia dell’AmoreProseguendo lungo la costa verso sud, dopo la Cala Canniccio si sviluppa un significativo promontorio che si sporge nel mare, passato il quale, prima di arrivare alla cosiddetta Punta Rossa, si apre una piccola insenatura che ospita la piccola Spiaggetta di Punta Rossa chiusa a sud dal promontorio della Punta Rossa. Proseguendo oltre il promontorio della Punta Rossa, inizia la costa sud orientale dell’isola. Un poco più a sud, al centro della costa orientale, si incontra la Cala Conneri o Cala dell’Amore, una Baia di impalpabile sabbia candida, circondata da rocce rosate sulle quali si trovano le verdeggianti piante di ginepro, cespugli di rosmarino e gigli selvatici, affacciata su un mare color smeraldo, particolarmente luminoso specie nelle giornate soleggiate. All’interno della Cala Conneri si trova la spiaggia di Cala Conneri detta anche spiaggia dell’Amore, che è divisa in due da un promontorio roccioso, di fronte al quale si trovano due isolotti. La spiaggia è caratterizzata da un arenile di sabbia candida e finissima, particolarmente morbida, che le sue acque cristalline rendono un vero paradiso terrestre. Il mare che bagna la riva di questa incantevole spiaggia è di colore tra il verde ed il celeste, limpido e brillante, mentre il fondale è piuttosto sabbioso e quasi subito profondo. Si tratta di una cala particolarmente riparata dai venti, e non troppo affollata a causa della sua non semplice accessibilità, che offre splendidi panorami sulla costa e sull’isola della Maddalena. I suoi fondali, che digradano dolcemente dalla riva al largo pur mantenendo quote non troppo profonde, rendono la spiaggia adeguatamente sicura per i giochi dei bambini, e altresì ne determinano il forte interesse degli appassionati di immersioni subacquee. Non sono presenti servizi direttamente su questa spiaggia, che è raggiungibile solo dal mare, anche tramite il servizio di barconi turistici che partono da la Maddalena e da Palau, o mediante l’utilizzo di un’imbarcazione privata, solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’Ente Parco della Maddalena. |
La spiaggia di Cala GranaraPassata la punta Zucchitta, proseguendo a discendere lungo la costa orientale in direzione sud est, sul lato orientale dell’isola troviamo la Cala Granara, all’interno della quale si trova la sua bella spiaggia. La spiaggia di Cala Granara separata anch’essa in due da uno spuntone roccioso, è una delle spiagge più affascinanti dell’arcipelago, caratterizzata da sabbia bianca e sottile e da un mare cristallino. Si tratta di una bellissima spiaggia racchiusa da una bassa scogliera e dalla macchia mediterranea. La sabbia chiara e finissima si affaccia in un mare cristallino, dal fondale basso e sabbioso, e con una policromia che comprende il turchese e l’azzurro. La presenza degli scogli levigati, rende la spiaggia affascinante. Non sono presenti servizi su questa spiaggia, che è raggiungibile solamente via mare, anche attraverso il servizio di barconi turistici che partono da la Maddalena e Palau. |
Concludiamo la visita della costa sud orientale visitando la spiaggia di Cala Ciaccaro detta anche di Cala SorayaSeguendo la costa in senso antiorario, sul lato sud orientale, troviamo la Cala Ciaccaro, detta anche Cala Soraya, con una bella duna di sabbia bianchissima che terminano sulla spiaggia, in un mare del color turchese. Nella Cala Ciaccaro si affaccia l’affasciante arenile della spiaggia di Cala Ciaccaro detta anche spiaggia di Cala Soraya di sabbia bianca finissima, mobida al tatto, affacciata su un mare cristallino. La spiaggia con la forma di un boomerang, con un ampio promontorio che ne occupa la parte centrale, con un fondale basso e sabbioso, ideale per un bagno in tranquillità, e con dei colori affascinanti che abbracciano le diverse sfumature del turchese, dell’azzurro e del verde smeraldo. Un paradiso, con la florida macchia mediterranea che protegge la spiaggia alle sue spalle. Mediamente frequentata durante la stagione estiva. Non sono presenti servizi direttamente sulla spiaggia, che è raggiungibile solamente via mare, anche mediante il servizio turistico dei barconi che partono da la Maddalena e da Palau. |
Proseguendo lungo la costa orientale, passiamo il promontorio che la porta sulla costa meridionale, dopo il quale arriviamo alla Cala Zavagli, dalla quale abbiamo iniziato il giro delle coste dell’isola Spargi. L’isola Budelli famosa per la sua spiaggia rosaA nord di Spargi, alla distanza circa 1,6 miglia, c’è l’isola Budelli con una superficie di centosessanta ettari, interamente granitica. Questo paradiso naturale si trova a breve distanza dalle Bocche di Bonifacio, e a meno di cento metri a sud della isola di Razzoli e da quella di Santa Maria, dalle quali è separata dal passo chiamato Cecca di Morto, il quale fa parte del cosiddetto Porto della Madonna o Manto della Madonna, lo splendido specchio di mare che costituisce una vera e propria piscina naturale, che descriveremo più avanti. L’isola è di proprietà privata da epoca precedente all’istituzione del Parco della Maddalena, ed è abitata da una sola persona, che è anche il suo custode. Il Monte Budello rappresenta il punto più alto dell’isola, raggiungendo la quota di 88 metri, e fa parte di una piccola dorsale e si eleva a sud, a dominio delle suggestive calette meridionali. Offre un paesaggio splendido, di scogliere granitiche ricoperte da folta vegetazione, impreziosite da incantevoli spiagge di sabbia finissima. Le coste, in genere alte, sono spesso impervie, accidentate e caratterizzate da scarpate rocciose alte e scoscese, specie tra la Cala Piatto e la Cala di Trana. Un’isola interamente di proprietà privataNel 2015 il Consiglio di Stato ha annullato la prelazione dell’Ente Parco della Maddalena sull’acquisto dell’isola Budelli, acquisto che era stato effettuato due anni prima, nel corso di una procedura fallimentare, dal manager neozelandese Michael Harte, che resta dunque a tutti gli effetti il proprietario dell’isola. Nel 2013 un emendamento della commissione bilancio del Senato, condiviso, avrebbe permesso lo stanziamento di circa 3 milioni di euro da parte dello stato italiano, per l’acquisto dell’isola, ma successivamente, nell’aprile del 2015, il Consiglio di Stato ne ha annullato la prelazione ed ha sottolineato che l’isola Budelli è di proprietà privata da epoca precedente all’istituzione del Parco della Maddalena, tanto che nel 1984 il prefetto di Sassari aveva autorizzato il proprietario ad alienare a una società privata l’intera isola Budelli. Con la sentenza del Consiglio di Stato, questo patrimonio naturale è stato svuotato della sua natura di bene comune e sottratto alla fruizione della gente, per essere privatizzato e sottratto alle moltitudini, e per essere consegnato a un destino di gestione privata in mano al capitale di finanzieri, banchieri e faccendieri di indole speculativa. Il gioiello dell’arcipelago viene comunque protetto dai vincoli ambientali, ma il proprietario rimane il banchiere neozelandese Michael Harte. |
All’estremo sud orientale dell’isola di trova la bella Cala d’Arena con la sua spiaggiaIniziamo, ora, la visita dell’isola Budelli, e, partendo dall’estremo sud orientale, percorriamo le sue coste in senso orario. Nell’estremo sud orientale dell’isola si trova la bella Cala d’Arena, che viene chiusa ad est dal promontorio della Punta d’Arena, e di fronte alla quale si trova la piccola Isola di Punta d’Arena. All’interno della Cala d’Arena si trova la bella spiaggia di Cala d’Arena una piccola spiaggia a forma di mezzaluna con un fondo sabbioso di sabbia chiara ambrata, fine e calda. È delimitata, alle, spalle, da bellissime piante di ginepro e da una fitta macchia mediterranea, che inebria la zona con i suoi profumi tipici. Il mare nel quale si affaccia ha colori cangianti tra il verde smeraldo e l’azzurro, con un fondale di media profondità, e con la presenza di scogli. Ben riparata dai venti, è l’ideale per immersioni e snorkeling. La spiaggia è raggiungibile solamente via mare, e non sono presenti servizi su questa spiaggia. |
Lungo la costa meridionale si trova la Cala PiattoProseguendo lungo la costa meridionale dell’isola in direzione ovest, passata la Punta Bambaccio, si arriva alla Cala Piatto, nella quale è presente la piccolissima Spiaggetta di Cala Piatto. La piccola Spiaggetta di Cala Piatto è una piccola spiaggia a carattere roccioso, formata da sassi e ciottoli levigati, di granito rosa chiaro, che si affaccia in un mare dai colori tra il verde e l’azzurro, con bellissimi fondali profondi e rocciosi, ideali per gli appassionati di immersioni e snorkeling. La spiaggetta è circondata da una affascinante scogliera ricoperta in parte, dalla macchia mediterranea, è raggiungibile solamente via mare, e non sono presenti servizi su questa spiaggia. |
Più ad est la più ampia Cala CisternonePassato il promontorio che chiude ad ovest la Cala Piatto, il quale si spinge nel mare con la Punta dell’Aquila, arriviamo alla più ampia insenatura denominata Cala Cisternone che è chiusa ad ovest, sulla sinistra, dalla Punta Cisterna. Si tratta di una cala con i lati ed il fondo di carattere roccioso, e con la presenza di scogli, massi e ciottoli. È caratterizzata da un mare piuttosto profondo e roccioso, che si presenta con una policromia tra il verde e l’azzurro. È l’deale per gli amanti delle immersioni e dello snorkeling, ed alle spalle della scogliera si estende una fitta macchia mediterranea. Anche questa cala è raggiungibile solamente via mare. Lungo la costa settentrionale si trova la bella Cala di Tranaalla sinistra della Cala Cisternone, si trova la Punta lodi, passata la quale si può iniziare a risalire la costa occidentale dell’isola. Continuando a percorrere la costa, arriviamo sul lato settentrionale dell’isola, alla profonda insenatura nota con il nome di Cala di Trana, all’interno della quale, nell’angolo destro, si trova la spiaggia di Cala di Trana. Nella cala, protetta a nord da un promontorio roccioso e circondata dalla fitta macchia mediterranea, si affaccia la piccola spiaggia di Cala di Trana una spiaggia con un arenile di piccole dimensioni, lungo all’incirca una trentina di metri, composta da sabbia bianca e grigio chiaro, a grana media, e costellato da selvaggi scogli granitici che gli conferiscono un profilo frastagliato. Il mare di fronte alla spiaggia è verde azzurro, trasparente e limpido, ed ha un fondale roccioso, mediamente profondo, e risulta di particolare interesse per gli appassionati, che possono effettuare immersioni e snorkeling per ammirare i fondali della zona. La spiaggia della cala è quasi sempre deserta, è raggiungibile soprattutto via mare, è infatti difficilmente accessibile via terra. In essa non sono presenti servizi. |
Proseguendo lungo la costa, il tratto nord orientale dell’isola di Budelli si affaccia sul tratto di mare noto con il nome di Porto della Madonna, che la separa dalle isole di Razzoli e di Santa Maria. Il Porto della MadonnaL’isola Budelli si trova poche centinaia di metri a sud della isola di Razzoli e da quella di Santa Maria, dalle quali è separata dal cosiddetto Porto della Madonna, lo splendido specchio di mare il quale costituisce una vera e propria piscina naturale, che merita di essere visitata. Il colore limpido e trasparente delle sue acque lo rende uno dei posti più belli dell’arcipelago, e se il livello del mare fosse inferiore anche solo di pochi metri, le isole di Budelli, di Razzoli e di Santa Maria formerebbero una sola, unica e più grande isola. Il nome Porto della Madonna di questo specchio di mare ha subìto nel tempo una certa varietà di modifiche, per rendersi più vendibile al turismo, tra gli altri quello di Manto della Madonna per i colori del mare, che evoca un tessuto divino, ma trae la sua vera origine dal cognome di un pescatore d’aragoste proveniente dalla vicina Santa Teresa Gallura, che qui teneva le sue nasse per vendere il pescato ai rari visitatori, alcuni decenni fa. Lungo la costa nord orientale si trova la spiaggia di Porto della Madonna o spiaggia del CavaliereNell’estremo nord orientale dell’isola si trova la spiaggia del Porto della Madonna, più nota con il nome di spiaggia del Cavaliere, che è chiusa a destra dal promontorio che si affaccia sul Porto della Madonna, di fronte alle isole di Razzoli e di Santa Maria. La spiaggia del Porto della Madonna più nota come spiaggia del Cavaliere è una meravigliosa spiaggia ricoperta di sabbia chiara e impalpabile, abbracciata da belle rocce oro e rosate conquistate, a tratti, da profumate piante di macchia mediterranea. Il mare che la lambisce è di un celeste assolutamente unico e ineguagliabile, non è un caso, infatti, se la zona è denominata anche Porto della Madonna. La bellezza della spiaggia è accentuata dal fondale basso, che lentamente assume profondità, dalla riva al largo. La spiaggia è molto agevole per i bagnanti, che la frequentano attratti non solo dalla possibilità di farvi giocare i bambini, ma anche dal fatto che i fondali sono l’ideale per immersioni subacquee. La spiaggia è raggiungibile solo via mare con le imbarcazioni che partono da la Maddalena e da Palau. |
Il sessantenne imprenditore milanese Alberto Dubini, ripetendo l’impresa di James Bond che nel film La spia che mi amava sbarcava con una jeep anfibia a Cala di Volpe, nell’agosto 2009 è sbarcato sull’isola Budelli, ricevendo una denuncia alla magistratura. L’ente parco ha dichiariato che «le notizie relative all’accesso di tale mezzo alla spiaggia Rosa dell’isola Budelli sono assolutamente prive di fondamento; il mezzo si è infatti spiaggiato esclusivamente presso la spiaggia del Cavaliere. Il fatto è ugualmente grave». |
Il Passo Cecca di Morto che si affaccia sul Porto della MadonnaDietro la spiaggia del Cavaliere si sviluppa uno stagno abitato da interessanti specie avifaune, quali garzette, aironi, folaghe e germani reali, questi ultimi due in primavera. La spiaggia è separata dalle isole di Razzoli e di Santa Maria dal passo Cecca di Morto, navigabile per i soli natanti con pescaggio inferiore agli 80 centimetri, che si affaccia sul Porto della Madonna. Sembra che il suo nome Cecca di Morto significhi Baia o Riparo o Rifugio del Morto, che potrebbe derivare dai termini usati sino dal periodo medioevale per i luoghi che venivano usati come rifugio dai pirati nord africani e turchi, che infestavano la Sardegna e le coste italiane. Nel Porto della Madonna si trova l’Isola CarpaA metà della strada tra l’isola Budelli ad ovest e l’isola di Santa Maria ad est, proprio di fronte alla spiaggia del Cavaliere ed al promontorio più ad est dell’isola, si trova l’Isola Carpa. Si tratta di una graziosa isoletta che si trova nel bel mezzo del tratto di mare poco profondo, noto per le sue indimenticabili trasparenze, chiamato Porto della Madonna, il quale si prolunga verso est con il Passo del Topo, che separa l’isola di Santa Maria delle isolette Paduleddi. É anche vicina all’Isola Razzoli, la quale si trova più a nord ovest. L’isoletta granitica chiamata isola Carpa raggiunge i soli tre metri di altezza sul livello del mare, è raggiungibile esclusivamente via mare, e merita di essere visitata dagli amanti della natura, del relax e della pesca sportiva. Proseguendo lungo la costa orientale dell’isola arriviamo alla Cala di Roto che ospita la famosa spiaggia rosaLa spiaggia Rosa si trova nella località denominata Cala di Roto, nella zona sud della costa orientale. L’isola è abitata da una sola persona, che è anche il suo custode, e, dietro la spiaggia, si trova la sua abitazione. La spiaggia Rosa dell’isola di Budelli, una delle più belle al mondo, deve il nome al colore della sabbia, ricca di piccolissimi frammenti di corallo, granito, conchiglie e gusci di molluschi. Nella spiaggia, che è sottoposta a un regime di massima tutela, è vietato l’accesso anche a piedi, sono vietati il transito, l’ancoraggio e la sosta di qualsiasi unità navale, la pesca professionale, sportiva e l’attività di immersione subacquea, la balneazione nel settore compreso tra la la linea dell’arenile e le boe sferiche di delimitazione, ed anche il solo calpestio dell’arenile. È assolutamente vietato il prelievo e l’asportazione delle formazioni litologiche e minerali, nonche la raccolta di fossili, concrezioni, minerali, inclusa la sabbia. Il suo nome spiaggia rosa deriva dal colore della sabbia, ricca di gusci sminuzzati di piccoli animali marini, in particolare per la presenza di un elevata percentuale di Bioclasti, ossia sedimenti formati da frammenti di gusci, di impalcature scheletriche o di altre strutture organiche. La sabbia della spiaggia Rosa di Budelli è formata per la gran parte dalla frammentazione dello scheletro di Briozoi, animali marini simili al corallo, in particolare della specie Miriapora truncata, e di Foraminiferi, in particolare della specie Miniacina miniacea, di colore rosa, che hanno origine soprattutto nella prateria a Posidonia oceanica, E vanno ad alimentare, dopo il loro disfacimento, la spiaggia grazie alle correnti di deriva litorale e alle correnti di fondo. La spiaggia Rosa di Budelli, di finissima sabbia bianca e rosa affacciata su un mare verde azzurro, poco profondo, è oggi completamente tutelata non è più consentito ai traghetti portare a visitarla da quando l’asportazione di manciate di sabbia da parte dei turisti la ha fatta quasi completamente sparire. La spiaggia Rosa di Budelli non è mai affollata, grazie alla protezione operata dagli operatori del parco. |
L’isola Budelli è considerata una delle più belle isole del Mediterraneo, nonche simbolo del parco nazionale, ed è conosciuta anche all’estero per via della sua famosa, grande e bella spiaggia rosa, il cui arenile dallo straordinario effetto cromatico è stato immortalato in una lunghissima sequenza del film del 1964 Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni il primo film a colori del maestro di Ferrara, con Monica Vitti, Richard Harris, Xenia Valderi, Rita renoir, Aldo Grotti. Il film, premiato con il Leone D’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia e con il Nastro d’Argento, ha fatto conoscere al mondo intero un territorio selvaggio, dalla bellezza disarmante e dalla colorazione unica. |
Nella spiaggia rosa di Budelli è consentito il transito, con rotte parallele alla costa e a velocità non superiore ai tre nodi, di imbarcazioni e natanti da diporto, nonche delle unità da traffico autorizzate, esclusivamente al di fuori delle boe sferiche di delimitazione e nel rispetto delle disposizioni delle autorità. Nonostante i divieti vigenti, nel giugno del 2011 una troupe pubblicitaria inglese. costituita da quindici persone tra operatori e modelli, ha attraccato sulla spiaggia Rosa di Budelli con un panfilo di settanta metri, equipaggiato con tutti gli elementi necessari per un set fotografico, ossia con divani, tavoli e poltrone. Il custode dell’isola è intervenuto chiedendo loro di abbandonare l’isola, ma per fermare il gruppo è dovuta intervenire la Capitaneria di Porto. E per gli invasori è scattata la multa irrisoria di appena... 50 euro! Certo che, se la multa per la violazione della spiaggia più bella e più protetta al mondo è così irrisoria, si capisce il perché di tanti abusi... |
L’isola di RazzòliA nord di Budelli, a circa cinquecento metri di distanza, troviamo l’isola di Razzòli con una superficie di centocinquanta ettari, assolutamente disabitata. È la più esposta verso le Bocche di Bonifacio e quindi la più vicina alla Corsica, e la più selvaggia tra le isole minori dell’arcipelago di la Maddalena, con alte scogliere granitiche rosee sovrastate dalla macchia mediterranea. Razzòli è diversa dalle altre isole dell’arcipelago, è più rocciosa, ha meno spiagge, ha un aspetto molto più ostile e impervio, e forse per questo non tutti riescono ad apprezzarla, ma se si supera la diffidenza e ci si avvicina, non si può non riconoscere e apprezzare la sua bellezza selvaggia, solitaria e assoluta. La cima più alta, che è il Monte Cappello, raggiunge 65 metri di altezza. L’isola è separata da pochi metri da quella di Santa Maria, separazione che avviene attraverso il Passo degli Asinelli, così chiamato poiché li si rifugiavano ipastori còrsi ed i loro animali quando il vento a Cala lunga era proibitivo. L’aspetto di quest'isola differisce abbastanza da quello delle isole vicine per via delle alte scogliere, ma le poche spiagge presenti come quelle di Cala lunga, di Cala dei Morti, di Cala Cappello e di Cala Noce, non sono da meno per bellezza. Sull’isola è stata istituita nel 1992 l’Oasi privata WWF dell’Isola Razzoli il cui scopo è la conservazione di ecosistemi rari o minacciati, di aree di particolare valore naturalistico, e dell’habitat di specie in pericolo di estinzione. |
Brevi cenni storiciL’isola non risulta stabilmente abitata in nessuna epoca storica, ma spesso, in passato, gli allevatori còrsi portavano su quest'isoI loro animali a pascolare. Nella parte nord dell’isola è presente un faro per l’orientamento marittimo. Il giornalista Vittorio Rossi, un inviato del Corriere della Sera, che ha visitato l’Isola Razzoli nel 1957, si è recato a vedere il suo faro. Sbarcato sull’isola ha trovato ad accoglierlo il farista con suo figlio, un ragazzino di dodici anni, che descrive così: «Pareva che vivesse in un posto dove c’erano molte cose e lui non avesse neanche il tempo di guardarle e goderle tutte. Io vedevo solo rocce sconvolte e tormentate e cespugli selvatici. Ma le cose sono negli occhi che le guardano, non fuori di essi; così succede che molti non trovano mai niente da guardare.» Lo sbarco sull’isola nell’insenatura di Cala lunga con le sue piccole spiaggeIl solo attracco possibile sul’Isola Razzoli è sul lato sud occidentale, nella profonda insenatura denominata Cala lunga, si tratta di un’insenatura profonda e ben riparata con un piccolo pontile per il servizio del faro nella parte nord orientale della cala. Al centro della cala si trova un promontorio che divide in due l’insenatura. All’interno della Cala, nel suo estremo più settentrionale, si sviluppa la spiaggia di Cala lunga, e nella sua parte più orientale le due Spiaggette di Cala lunga. Tutto intorno, il paesaggio è costituito da rocce granitiche e macchia mediterranea che rendono meravigliosamente selvaggio questo piccolo paradiso naturale. La spiaggia di Cala lunga è una piccola spiaggia situata nell’insenatura a nord, ed è protetta a settentrione da una scogliera. Ha una sabbia molto bianca finissima, caratterizzata dalla presenza di ciottoli sull’arenile, e da una porzione nella quale domina una sabbia ambrata piuttosto fine. Il mare limpido è di un bellissimo colore verde con sfumature d’azzurro, estremamente cristallino, con il fondale sabbioso e basso nella parte più prossima alla riva. Analoghe caratteristiche hanno le due Spiaggette di Cala lunga che si trovano nell’insenatura a sud. Il paesaggio che circonda le spiagge è costituito prevalentemente da rocce granitiche e dalla macchia mediterranea. Ben riparate dai venti, sono poco frequentate anche nei mesi estivi. Non sono presenti servizi su queste spiagge, che sono raggiungibili solamente via mare, ed il servizio è reso dalle imbarcazioni che portano i turisti in giro per l’arcipelago di la Maddalena. |
La Cala lunga è chiusa verso sud dal lungo promontorio che si sviluppa nel mare a sud ovest, che termina con la Punta di Cala lunga, la quale è prolungata nel mare da una notevole quantità di scogli denominati gli Isolotti di Cala lunga. Questi isolotti sono interessanti e suggestivi. Si affacciano verso l’isola di Budelli, che si trova più a sud. Gli Isolotti di Cala lunga costituiscono, evidentemente, i resti di un promontorio che si spingeva nel mare ma che con il tempo è stato sommerso. Dal promontorio ad ovest della Cala lunga parte la strada che conduce al faro di RazzoliDal promontorio che chiude a nord l’insenatura della Cala lunga, parte dal pontile in essa presente un’antica mulattiera che percorre, da sud a nord, tutta l’isola, consentendo una passeggiata comoda e piacevolissima nella natura selvaggia nel cuore dell’isola. La mulattiera conduce, in un paio di chilometri, al Faro di Razzoli che si trova all’interno, in corrispondenza della seconda insenatura della Cala del Rosario, che descriveremo più avanti. Il faro è il più settentrionale della Sardegna, all’avvicinamento orientale alle Bocche di Bonifacio, e dista sette chilometri e mezzo dall’arcipelago francese di lavezzi. Come da tutte le altre alture dell’isola, dal faro di Razzoli sono ben visibili il profilo e gli alti monti della Corsica. Sia lungo la strada che giunti al faro, è possibile ammirare il paesaggio su tutto l’arcipelago. Il vecchio Faro di Razzoli era stato attivato nel 1845, ai tempi del Regno di Sardegna, e già da allora illuminava lo stretto delle Bocche di Bonifacio in combinazione con i fari di Capo Testa che è stato attivato nello stesso anno, e con i preesistenti fari francesi. La struttura era costituita da un imponente caseggiato di tre piani fuori terra, più un piano assimilabile a un attico, sormontato dalla torre che sorreggeva la lanterna, oggi non più presente. Nel vecchio faro vivevano, in condizioni di estremo isolamento, le famiglie dei fanalisti dedite alle attività agricole, pastorizie e di pesca. Lo scopo della loro esistenza sull’isola era quello di alimentare, con olio di oliva prima e con acetilene poi, la fiammella della lanterna. alla fine degli anni cinquanta, il faro è stato anche la sede istituzionale di una scuola popolare volante, di confine. Nel 1962 il faro è stato elettrificato, ma nel 1969 viene dichiarato non più abitabile a causa delle lesioni sui muri perimetrali. Nel marzo del 1974, a poche decine di metri di distanza dal vecchio Faro, è stato costruito il nuovo Faro, un manufatto cilindrico in pietra a vista alto dodici metri, e il vecchio Faro è stato quindi sostituito con un nuovo sistema di segnalazione, automatizzato e alimentato con pannelli solari. La luce bianca del nuovo Faro è visibile a una distanza di tredici miglia, ed una luce rossa di portata inferiore indica il pericolo delle isole di lavezzi. Nel 2014 il comune di la Maddalena ha approvato una proposta della Conservatoria delle coste, che prevede il cambio di destinazione d’uso del faro, dal suo uso pubblico scientifico ad un uso turistico. Risalendo la costa in senso orario arriviamo alla Cala dei Morti con la sua spiaggiaRisalendo in senso orario la costa sud occidentale dell’isola verso ovest, dopo Cala lunga, passato il promontorio dal quale parte la strada che porta al faro di Razzoli, incontriamo per prima la Cala dei Morti. La Cala ha le stesse caratteristiche di Cala lunga, ed è caratterizzata da un entroterra molto brullo e selvaggio, e da una costa frastagliata, protetta da rocce granitiche e dominata da scogli appuntiti. Il suo nome evocativo è dovuto al fatto che si trova all’interno di un’insenatura molto esposta ai venti di ponente, nella quale, in passato, spesso naufragavano le imbarcazioni. All’interno della cala si trova la piccola spiaggia di Cala dei Morti. La spiaggia di Cala dei Morti è una piccola spiaggia posizionata all’interno della Cala dei Morti. La spiaggia ha un cortissimo arenile, di appena una diecina di metri, caratterizzato dalla presenza di molti ciottoli e con poca sabbia dorata a grana medi e grossi, con la presenza alle sue spalle della macchia mediterranea. Il suo mare è di un bellissimo color azzurro e turchese, con un fondale sabbioso e roccioso particolarmente profondo. Può essere interessante effettuare l’attività dello snorkeling, pur essendo una zona frequentemente battuta dai venti. Non sono presenti servizi su questa spiaggia, che è quasi sempre deserta, a causa della sua difficile accessibilità. |
La Cala dei Morti e la sua spiaggia sono raggiungibili solamente via mare, con imbarcazioni private partendo dall’isola di Santa Maria o dai porti più vicini di Palau, Santa Teresa di Gallura e la Maddalena, o anche con tour privati in barca, in partenza dagli stessi porti. Lungo la costa occidentale incontriamo la Calaccia e la Cala GniPassata la Cala dei Morti, proseguiamo lungo la costa ed arriviamo al promontorio che separa la costa sud occidentale dalla costa occidentale. Se risaliamo, poi, la costa occidentale da sud verso nord, troviamo quasi subito l’insenatura denominata la Calaccia, che è chiusa a destra dalla Punta Calaccia, una scogliera molto bella da vedere. Passato il promontorio che chiude a sinistra la Calaccia, troviamo più a nord un’altra insenatura, più ampia, denominata la Cala Gni, al centro della quale si trova una sporgenza rocciosa. Anche queste cale si raggiungono solamente via mare. All’estremo nord occidentale dell’isola si trova la Cala del RosarioAll’estremo nord occidentale dell’isola si trova la Cala del Rosario uno dei punti veramente straordinari di Razzoli, con le sue incredibili rocce. La Cala è separata in due parti da un ampio promontorio, che si spinge all’interno del mare. Nella seconda insenatura della Cala del Rosario, ossia nella sua parte orientale, si trova un grande isolotto che la occupa quasi interamente. In corrispondenza di questa seconda insenatuta, non sulla costa ma all’interno dell’isola, si trova il Faro di Razzoli, che abbiamo già descritto. Dal faro di Razzoli sono visibili gli alti monti della Corsica, che appare vicinissima, con le isole a sud della Corsica, l’isola di lavezzi e l’isola di Cavallo. Lungo a costa nord orientale dopo la Cala dell’Acqua si incontra la Cala dell’OrtoSubito più ad est, nel lato destro del grande promontorio che chiude ad oriente la Cala del Rosario e che costituisce il punto più a nord dell’isola, si trova la piccola Cala dell’Acqua. Percorrendo la costa orientale, che percorre da nord ovest a sud est tutta l’isola, si trova un poco più avanti la Cala dell’Orto, una cala impervia con un piccolissimo arenile di sassi e ciottoli colorati. Il piccolissimo arenile della Cala dell’Orto è quello più settentrionale di tutta la Sardegna, e si affaccia direttamente sulle Bocche di Bonifacio. Si presenta all’interno di una piccola baia selvaggia e spettacolare, composto di ciottoli colorati, e si affaccia su acque pure e limpide. Presenta un fondale subito profondo e roccioso, che è consigliato agli amanti dello snorkeling. Fanno da cornice alla cala maestose scogliere e una folta macchia mediterranea, che nasconde sentieri immersi in una natura incontaminata. La cala è, infatti, assai impervia e raggiungibile solo via mare. |
Segue la Cala Prima con il suo piccolo arenileScendendo lungo la costa nord orientale, si trova la profonda Cala Prima, una piccola cala, con all’interno un arenile di piccole dimensioni, composto da grandi massi e ciottoli levigati di colore grigio e rosa. La Cala Prima è circondata dalla natura selvaggia, da scogli e vegetazione mediterranea che cresce fitta, in un terreno fertile rispetto alla costa sud dell’isola, più aspra. All’interno della Cala Prima è presente il piccolo arenile della Cala Prima, che è una piccola spiaggia composta da grandi massi e ciottoli levigati di colore grigio e rosa, parzialmente sabbioso a grani grossi. Il mare è di colore prevalentemente verde. La cala è una della mete più frequentate dagli amanti delle immersioni, grazie al fondale ricco di specie ittiche, roccioso e immediatamente profondo, con acque cristalline dalle meravigliose sfumature turchesi, l’ideale per chi pratica snorkeling e immersioni senza bombole. La scogliera la protegge a sinistra e a destra dalle correnti, rendendo le sue acque cristalline molto tranquille. Circondata da scogli e da vegetazione, anche ad essa si arriva esclusivamente via mare. |
Più a sud la Cala Seconda anch’essa con la sua piccola spiaggiaUn promontorio separa la Cala Prima dalla Cala Seconda, che è un pò più ampia rispetto alle altre due calette vicine, ossia alla Cala dell’Orto ed alla Cala Prima. alla sinistra della Cala Seconda si può ammirare il maestoso promontorio che la divide dalla Cala Prima, mentre proprio di fronte ad essa, si aprono le coste della Corsica. La roccia granitica è sormontata da una macchia mediterranea con aromi che inebriano l’area circostante. All’interno della Cala Seconda è presente la piccola spiaggia della Cala Seconda, che è una spiaggia sabbiosa caratterizzata dalla presenza di ciottoli levigati e sabbia a grani grossi. Si trova all’interno di una delle baie più selvagge nelle isole dell’Arcipelago della Maddalena, perché a differenza delle insenature circostanti, la Cala è molto grande e presenta, al posto di un ridotto arenile roccioso, una bella spiaggetta di sabbia fine e ciottoli, dalle incredibili sfumature rosate e grigio perla. La scogliera la protegge a sinistra e a destra dalle correnti, rendendo le sue acque cristalline molto tranquille e limpide con fondali profondi e rocciosi, ideali per chi pratica snorkeling e immersioni senza bombole, il cui uso è vietato dall’Ente Parco in tutta la zona. Il mare è di colore prevalentemente verde, con sfumature d’azzurro intenso ed un fondale medio profondo. Anche a questa spiagga si accede esclusivamente via mare. |
La bella Cala della Noce con la sua spiaggettaPassato un altro promontorio, si raggiunge la bella Cala della Noce, una piccola insenatura raggiungibile via mare, situata sulla costa nord a metà strada fra Cala Seconda e Cala Cappello. Si tratta di una cala al cui interno si trova una piccolissima spiaggetta sabbiosa. La spiaggetta della Cala della Noce è caratterizzata da un fondale sabbioso e basso, con un arenile di sabbia chiara a grani medi molto compatta, e con presenza di qualche scoglio che affiora dalle acque limpide. Il bellissimo mare cristallino è di colore verde con sfumature d’azzurro. Alle spalle della baia si innalzano rocce di scisto e granito, maestose, dove si infrangono le acque delle Bocche di Bonifacio quando arriva l’alta marea. Cala della Noce è fra le calette più apprezzate di Razzoli, sia per la possibilità di dedicarsi alle attività di snorkeling, ammirando un fondale meraviglioso basso, adatto anche alla balneazione dei bambini, sia perché ci si può rilassare in spiaggia, dove lo sguardo incontra la costa della Corsica. Non sono presenti servizi su questa spiaggia, che è raggiungibile solo via mare. |
La piccola Cala Cappello con la sua spiaggiaInfine si raggiunge la bella, piccola, Cala Cappello, situata nella parte est dell’Isola Razzoli. Situata sulla costa, alla sinistra dell’omonimo Monte Cappello dal quale prende il nome, è una delle cale più belle dell’Isola Razzoli. La spiaggia di Cala Cappello è una spiaggia di modeste dimensioni, lunga all’incirca una quarantina di metri, incorniciata da scogli rosati. Ha un arenile di sassi e ciottoli, con sabbia bianca piuttosto fine, l’acqua limpida con fondali profondi e sabbiosi con scogli, bagnata da un mare cristallino dai colori tra il verde smeraldo ed il turchese. Il fondale è basso e sabbioso, con scarsa presenza di posidonie. Alle sue spalle è protetta da una fitta macchia mediterranea con arbusti e piante di ginepro, mentre una scogliera chiara la delimita alle sue estremità. Risulta ben riparata dai venti e poco frequentata. Circondata da scogli di granito rosa e da vegetazione, la si raggiunge esclusivamente dal mare. |
Passata la sua spiaggia si arriva al Passo degli AsinelliLungo la costa che si sviluppa a sud della Cala Cappello, prima di arrivare al Passo degli Asinelli si incontra la bella spiaggia del Passo degli Asinelli, sulla quale sono presenti scogli e rocce granitiche. La spiaggia del Passo degli Asinelli è una piccola spiaggia sabbiosa, che prende il nome dal passo situato tra l’Isola Razzoli e quella di Santa Maria, dal quale dista appena duecentocinquanta metri. L’arenile è composto da ciottoli di piccole e medie dimensioni di colore chiaro e scarsa sabbia grossolana, e si affaccia su uno splendido mare policromatico con dei colori tra il verde e l’azzurro, con un fondale sabbioso e ciottoloso, molto trasparente e profondo circa un metro. Sono presenti scogli e rocce granitiche. Può essere battuta dai venti del quadrante da nord a nord ovest. La spiaggia è raggiungibile solamente via mare, e non sono presenti servizi su questa spiaggia. |
Arriviamo quindi, in corrispondenza del punto più a sud est dell’isola, al Passo degli Asinelli il breve braccio di mare che la separa dall’isola di Santa Maria, con un fondale molto trasparente, largo non più di trenta metri e profondo appena un metro, così chiamato perché in antichità, in caso di forte vento e di bassa marea, da li venivano fatti passare gli asini che portavano i rifornimenti al guardiano del faro. Anticamente, quando le isole di Razzoli e Santa Maria erano ancora unite, i pastori col loro bestiame attraversavano questa striscia di mare a piedi durante tutto l’inverno. Il Passo degli Asinelli è composto da alcune ridotte lingue sabbiose della lunghezza di pochi metri. Nel tratto di mare del Passo degli Asinelli è vietato il transito, lo specchio acqueo è delimitato da boe provviste di bande adesive indicanti il divieto. All’interno dei campi boe, segnalati con boe sferiche di colore rosso, è vietato l’ancoraggio. Sono infine vietati la cattura o il prelievo di crostacei e di esemplari di Cernia, Corvina, Patella ferruginea e Pinna nobilis. Lungo la costa sud orientaleIniziamo a percorrere la costa sud orientale dell’isola, da est verso ovest. Raggiungiamo per prima l’Ultima Cala, una piccola insenatura chiusa e destra da un promontorio, ed a sinistra da scogli che si spingono fino dentro l’acqua. Più avanti, a metà strada tra questa Ultima Cala e la Punta di Cala lunga che abbiamo già visto, si trova l’ampia Cala del Bove Marino, che deve il suo nome alla Foca Monaca, che si ritiene un tempo abitasse in questa cala. Era un mammifero a rischio di estinzione che nel passato popolava la Sardegna, e l’ultima volta in cui ne è stato avvistato un esemplare è stato proprio a la Maddalena, nel 1997. La spiaggia di Cala Bove Marino è costituita da due cale con lo stesso nome, separate da una piccola scogliera. La spiaggia è caratterizzata da sabbia a grana grossa dorata, chiara, con la presenza di ciottoli levigati e sassi. L’acqua azzurra con fondali profondi e sabbiosi con scogli, il bellissimo mare cristallino è di colore verde e azzurro, molto caratteristico. Il fondale profondo e sabbioso con scogli. Alle spalle della spiaggia una fitta vegetazione di macchia mediterranea. La spiaggia è raggiungibile solamente via mare, e non sono presenti servizi su questa spiaggia. La spiaggia è solitamente deserta, poiché non risulta facilmente accessibile. |
Dalla spiaggia di Cala Bove Marino partono due sentieri che si dirigono verso l’entroterra dell’isola, il primo che costeggia le fortificazioni di Cala Pietraiaccio, e l’altro che arriva fino alla Punta Corsara. Da qui, superando la Punta di Cala lunga con gli Isolotti di Cala lunga, ritorniamo alla Cala lunga, dalla quale abbiamo iniziato la nostra visita delle coste dell’isola. L’isola di Santa MariaL’isola di Santa Maria si trova a nord est di Budelli, ed ha una superficie di duecento ettari. Non è un’isola granitica come le altre dell’arcipelago, ma è composta principalmente da scisti, quindi va ritenuta molto più antica. Di conseguenza il paesaggio è meno aspro, il suo profilo altimetrico è il più basso di tulle le isole dell’arcipelago, e il punto più alto, Guardia del Turco, raggiunge appena i 49 metri, e l’isola è la più verde di tutto l’arcipelago. L’isola è percorsa da una strada che la attraversa tutta, nella zona meridionale, da ovest ad est. La sua costa è molto frastagliata, bagnata da un mare costellato di vari isolotti minori. L’isola è separata ad ovest dalla vicina isola di Razzoli da uno strettissimo canale, detto il Passo degli Asinelli, che abbiamo già descritto. A nord si trova l’ancor più stretto Passo dello Strangolato, che la divide dall’isola La Presa, generalmente considerata parte di Santa Maria. È, inoltre, separata a sud ovest dall’isola Budelli dal Passo Checca di Morto, che fa parte del cosiddetto Porto della Madonna, lo splendido specchio di mare che costituisce una vera e propria piscina naturale, nel quale il colore limpido delle acque lo rende una delle località più belle di tutto l’arcipelago. È, inoltre, separata a sud dagli isolotti Paduleddi dal cosiddetto Passo del Topo. Brevi cenni storiciL’isola di Santa Maria doveva essere abitata già nel 1238, come si legge in un rogito notarile di Bonifacio, dove si cita un’antica chiesa intitolata a Sancta Maria de Budello, e da questa chiesa doveva dipendere il monastero di eremiti, dell’ordine dei Benedettini, attestato a partire dal 12 ottobre 1243. Tale monastero viene abbandonato nel sedicesimo secolo, e nell’Ottocento, viene parzialmente demolito e riadattato per uso abitativo. Dalla fine del Settecento vi risiede la famiglia dei Bertoleoni, un’avventuriera famiglia di origine genovese, trasferitasi in Corsica, poi in alcuni isolotti dell’arcipelago della Maddalena, che colonizzerà, successivamente, l’isola Spargi, l’isola di Mortorio, prima di spostarsi definitivamente sulla selvaggia isola di Tavolara, all’ingresso del golfo di Terranova Pausania, di cui saranno gli unici abitanti e proprietari, e dove gli eredi risiederanno fino agli anni sessanta del Novecento, fino alle acquisizioni della famiglia veneto romana dei Marzano, ed alla servitù militare concessa dallo Stato alla NATO su una parte dell’isola. Santa Maria è l’unica isola dell’arcipelago, se si esclude Caprera, ad essere ad oggi abitata stabilmente, dato che ci sono diciannove case che hanno la funzione di residenze estive, eccetto una che è abitata anche d’inverno, utilizzata come dimora dalla famiglia Sanna, l’unica famiglia che vive sull’isola, che ancora esercita la pastorizia ed utilizza, come un tempo, il Passo degli Asinelli, il braccio di mare che la separa dall’Isola Razzoli. D’estate, invece, è residenza di alcuni proprietari che discendono dalla stirpe Bertoleoni, e altri che hanno acquistato alcune case negli anni sessanta e settanta del Novecento, prima del divieto di edificabilità. Vi si trovava anche un antico piccolo convento dove nel periodo medioevale ripararono alcuni Frati Benedettini, in fuga da Bonifacio, e che furono i primi coloni dell’arcipelago. Nel 1998, è stata evitata la vendita a privati di una porzione dell’isola di Santa Maria, dato che le trattative per la vendita a privati di una porzione dell’isola, su riChiesta di renato Soru, governatore della regione Autonoma della Sardegna, ed il Ministero dell’Ambiente del governo di Romano Prodi, chiedono e ottengono l’aggiudicazione della parte dell’isola in vendita, che è entrata a fare parte dell’Ente parco nazionale dell’Arcipelago di la Maddalena. |
Iniziamo la visita della costa nord occidentale dove troviamo la Cala Ferrazzo con la spiaggia delle TellinePer visitare le coste dell’isola di Santa Maria, iniziamo a percorrere l’isola in senso orario, partendo dallo strettissimo canale, il cosiddetto Passo degli Asinelli, il punto più ad ovest dell’isola, che la separa dalla vicina isola di Razzoli. Risalendo la costa nord occidentale, incontriamo per prima la Cala Ferrazzo, divisa in due parti da uno sperone roccioso, nella quale si trova la spiaggia di Cala Ferrazzo, chiamata anche spiaggia delle Telline. La cala è raggiungibile via terra dalla spiaggia di Santa Maria, dalla quale dista poco più di un chilometro, percorrendo un facile sentiero. La navigazione è invece interdetta in quanto la zona è compresa nell’area A. La spiaggia della Cala Ferrazzo, chiamata anche spiaggia delle Telline, è una spiaggia rosa molto romantica e suggestiva. Il suo arenile è costituito perlopiù da sabbia chiarissima a grana grossa, di colore beige rosata, ed è caratterizzato dalla presenza di belle e particolari rocce. Le acque del mare che bagnano la riva di Cala Ferrazzo sono celesti, turchesi e azzurre, particolarmente cristalline e brillanti, nonché impreziosite da riflessi dorati. Il fondale è invece sassoso e sabbioso, ma molto trasparente, ricco di affascinanti scogli affioranti e sommersi. La spiaggia di Cala Ferrazzo offre una suggestiva vista sulla meravigliosa isola di Razzoli e sul suo faro. Solitamente non è troppo affollata, anche perché risulta non facilmente accessibile |
A metà della costa occidentale si trova la bella Cala Drappo con la spiaggia delle TamericiPassato un significativo promontorio, a metà della costa nord occidentale, incontriamo l’ampia Cala Drappo, compresa tra due speroni di scogli rosati e decorati da cespugli della fitta e verdeggiante macchia mediterranea. La Cala Drappo è la seconda insenatura per grandezza dell’isola di Santa Maria, dopo la Cala di Santa Maria. La bella cala è raggiungibile via terra dalla Cala Ferrazzo, dalla quale la prima spiaggia dista quasi novecento metri e la seconda un chilometro e mezzo. La navigazione è interdetta in quanto la zona è compresa nell’area A. Nella cala si trova la spiaggia di Cala Drappo, che ha un arenile di sabbia beige dorata nella parte inferiore, che diventa invece rosata nella parte suleriore, ed è a grana fine e morbida. Nella parte meridionale della cala cresce un boschetto di tamerici, che dà il secondo nome alla spiaggia in essa presente, che viene indicata anche come spiaggia delle Tamerici. L’acqua del mare che lambisce la riva della spiaggia è di un meraviglioso colore verde acqua che sfuma nell’azzurro, ed è arricchito da affascinanti sfumature dorate. Il fondale è invece piuttosto sabbioso per un primo tratto e diventa poi profondo e roccioso. Alle sue spalle si trovano rocce rosate dalle forme arrotondate, su cui si sviluppa una verdeggiante vegetazione di macchia mediterranea. La straordinaria bellezza della cala è sotto regime di tutela integrale, per cui non è consentita né la pesca né l’immersione con autorespiratori, tuttavia è possibile visitarle. |
Verso nord raggiungiamo la Cala Muro con la sua spiaggiaProseguendo verso nord, poco prima di raggiungere il promontorio che chiude a nord l’isola di Santa Maria, prima del Passo dello Strangolato che la separa dall’sola la Presa, troviamo l’ampia insenatura nella quale è ospitata la bella Cala Muro, che è raggiungibile esclusivamente via mare. La cala è separata in due parti a un promontorio, ed ai due lati di questo si trovano le due spiagge, che sono chiamate la spiaggia meridionale e la spiaggia settentrionale. Il nome della cala deriva dalla presenza di un muretto a secco, situato alle spalle della spiaggia settentrionale, che attraversa tutto il promontorio che chiude a nord l’isola di Santa Maria. Il muretto a secco parte dal promontorio che separa le due spiagge, ed arriva fino sulla costa orientale dell’isola. Cala Muro è compresa nell’area A, a tutela integrale, in cui sono proibite le immersioni subacquee, è però permesso lo snorkeling, un’attività che dà grande soddisfazione agli appassionati, grazie alle fertili acque della cala. Le due Spiagge di Cala Muro, costituite da sassi e scogli, sono incorniciate da un aspro filare di roccia chiara. Il mare è di colore blu, satinato, con un fondale roccioso e profondo, e la vegetazione della macchia mediterranea che la circonda è particolarmente fitta e rigogliosa. La sua natura selvaggia rende la spiaggia di Cala Muro un luogo isolato e solitario, poco frequentato dai bagnanti, e, chi ha il privilegio di visitarla, si trova immerso in uno spettacolo da sogno. L’immersione con autorespiratori è vietata poiché la spiaggia è compresa in un regime di tutela integrale. La spiaggia è raggiungibile con un’imbarcazione privata dalla spiaggia di Santa Maria, dalla quale dista circa sette chilometri, facendo attenzione alle secche del Passo degli Asinelli, ed è inoltre raggiungibile a piedi, percorrendo un difficile sentiero che parte dalla stessa spiaggia. |
Superato il Passo dello Stangolato si raggiunge l’isola la PresaL’estrema punta settentrionale dell’isola di Santa Maria è collegata, attraverso una sottilissima lingua di mare che viene chiamata il Passo dello Strangolato, con la vicina Isola la Presa, che costituisce quasi un’appendice settentrionale dell’isola di Santa Maria. L’isola la Presa, costituita da granito rosa e scisto, viene spesso erroneamente considerata parte dell’isola di Santa Maria, ma che in realtà è un’isola a sé, che costituisce il punto più settentrionale della Sardegna. Si tratta di una piccola isola nella quale si raggiunge l’altitudine massima con il Monte Presa, alto appena 49 metri sul mare. L’isola la Presa è inoltre dal 1994 parte integrante dell’area marina protetta compresa all’interno del Parco Nazionale omonimo, e come la maggior parte delle isole più piccole che formano l’arcipelago, si distingue per il suo ambiente naturale intatto e pressoché inaccessibile, per la tranquillità e la pace conferite da una natura selvaggia e da fondali paradisiaci. Sul suo lato orientale dell’isola la Presa, appena arrivati ad essa dall’isola di Santa Maria, nell’insenatura della Cala Presa, si trova l’arenile della spiaggia di Cala Presa, costituito da sassi e ciottoli. La spiaggia è circondata da scogli di granito rosa, e si affaccia su un’acqua azzurra con fondali profondi e con scogli. Poco frequentata anche d’estate, se non dai residenti dell’isola di Santa Maria, la spiaggia di Cala Presa può essere raggiunta solo con visite guidate o imbarcazioni private. È un piccolo eden naturale, con un arenile di piccole dimensioni circondato da scogli di granito rosa. Chi vi approda gode della massima privacy e può dedicarsi alle immersioni per ammirare il bellissimo e ricco fondale. La spiaggia si raggiunge esclusivamente dal mare. In questa spiaggia finisce la fascia a tutela integrale del parco di la Maddalena. |
Nell’isola la Presa, all’estremità del suo lato occidentale, si trova la Cala Ghiarinaio che è formata da una sottile lingua di sassi chiari e di scogli, che sono lambiti da acque colorate dalle splendide tonalità di azzurro, sulla quale non sono presenti servizi e che è raggiungibile esclusivamente via mare. La cala è costituita da un’affascinante insenatura profonda a forma di ferro di cavallo, dai profili rocciosi e dai fondali limpidissimi, di un color verde smeraldo tipico delle isole che compongono il meraviglioso arcipelago. La cala Ghiarinaio, nella quale non è presente una spiaggia, è particolarmente amata dagli snorkelisti e dai sub, per i suoi splendidi fondali ricchi e variopinti, ed è frequentata assiduamente dagli appassionati di kayak, che amano cir cumnavigare l’isola alla ricerca di un piacevole incontro con il marangone dal ciuffo. A sud della Cala Ghiarinaio si trova la Cala Capicciolu, in realtà un’intima caletta raggiungibile via mare, un luogo selvaggio e riservato a stretto contatto con la natura dove dominano flora ed arbusti tipici della macchia mediterranea. Difficilmente accessibile, a causa del suo ambiente naturale aspro e del paesaggio pressoché integro, questo piccolo paradiso della Gallura rappresenta una delle più suggestive e affascinanti bellezze naturali dell’intera isola. Nella piccola cala si trova la spiaggia di Cala Capicciolu. È l’unica spiaggia occidentale dell’isola la Presa. L’arenile è di sassi e ciottoli, affacciato su un’acqua azzurra con fondali profondi e circondata da scogli di granito rosa. |
Ad ovest dell’isola la Presa si trova l’isolotto CapiccioluDi fronta alla Cala Ghiarinaio, più ad ovest, a poca distanza dall’isola la Presa, si trova il piccolo Isolotto Capicciolu che costituisce l’estremo bordo occidentale dell’isola la Presa, dalla quale è separata da un braccio di mare che collega Cala Ghiarinaio a nord con Cala Muro a sud, e che condivide con l’isola madre le caratteristiche litologiche e morfologiche. La sua altitudine massima raggiunge una quota di 28 metri sul mare. Estremamente rappresentativo della vicina Costa Smeralda, l’isolotto si presenta come un complesso di rocce granitiche e scogli rosa, sui quali si infrangono le meravigliose acque dalle sfumature blu cobalto e verde smeraldo. L’isolotto è raggiungibile solo via mare con imbarcazioni private o tour in barca con partenza dal porto di Palau o dal porto di Santa Teresa di Gallura. Dopo la deviazione sull’isola la Presa iniziamo a scendere lungo la costa orientale dell’isola di Santa MariaPassato il promontorio che porta a raggiungere l’estrema punta settentrionale dell’Isola Santa Maria ed all’isola la Presa, la costa prosegue da nord verso est, e, quindi, all’altezza di dove sulla costa occidentale si trova la Cala Drappo, ci fa raggiungere sulla costa orientale la Cala Colombaro, che si presenta come un’ampia baia in cui approdano diverse imbarcazioni. La Cala ha una forma semicircolare, sono assenti scogli e rocce. La florida vegetazione che cresce attorno alla spiaggia è di tipo mediterraneo, ed è qui che si trovano alcune residenze private e case vacanze, immerse nella natura e nella privacy totale. Cala Colombaro può essere raggiunta solo via mare o con tour in barca organizzati, oppure, per chi è in visita all’isola di Santa Maria via terra, seguendo i selvaggi sentieri sterrati del territorio circostante. Il faro di Punta FilettoArriviamo quindi a raggiungere la punta Filetto, la più orientale dell’isola, sulla quale si trova il Faro di Punta Filetto. Questo faro si erge tra belle scogliere proprio di fronte al Faro di Corcelli, situato sull’isola omonima a est rispetto all’isola di Santa Maria. Il faro di Punta Filetto è costituito da una torre quadrata che regge la piccola lanterna bianca posizionata su un fabbricato a due piani. É stato attivato nel 1913 e automatizzato nel 1972, ed è attualmente in corso di ristrutturazione. Il faro è raggiungibile anche via terra, a piedi, con la strada che attraversa la zona meridionale dell’isola, partendo dalla spiaggia di Santa Maria, che descriveremo più avanti, e muovendosi verso nord est. Scendendo lungo la costa orientale verso la Cala di Santa MariaSuccessivamente, proseguendo lungo la costa orientale verso sud ovest, raggiungiamo, per prima, la piccola Cala del Tufo un’insenatura al centro della quale si trova una piccolissima spiaggia di sassi e scogli. Di fronte alla spiaggetta si trova una banchina in cemento immersa nel mare. Superata la Cala del Tufo, la costa prosegue da nord verso sud ovest, e si incontra la più grande Cala Macchione de Bovi ed anche in essa si trovano piccolissimi tratti di spiaggia di sassi e scogli. Continuando la discesa, la costa orientale ci porta a un promontorio che si sviluppa nel mare con la Punta Vecchio Marino, superata la quale, seguendo la costa da est verso ovest, incontriamo per prima la Caletta di Punta Vecchio Marino un quieto e tranquillo angolino di paradiso. La discesa lungo la costa prosegue, e, un poco più avanti, raggiungiamo un’altra piccola caletta, chiamata Caletta di Santa Maria un altro tranquillo angolino di paradiso. La Cala di Santa Maria con la spiaggia di Santa MariaArriviamo, quindi, ad incontrare al centro della costa la grande Cala di Santa Maria, che si apre nel settore sud orientale dell’isola, è ben riparata, ed è orlata da una grande magnifica spiaggia. È la prima insenatura per grandezza dell’isola, la splendida baia è incorniciata da rocce rosate con una verdeggiante vegetazione, tra cui trovano spazio diverse piccole abitazioni turistiche. Il fondale marino aumenta dolcemente la sua profondità dalla riva al largo, formando come una piscina naturale di grande fascino. Al centro della cala si affaccia la piccola frazione Cala di Santa Maria (altezza metri 2, distanza imprecisata da la Maddalena sul livello del mare, abitanti circa 2). In essa si trova la magnifica spiaggia di Santa Maria. Nella Cala di Santa Maria si trova la spiaggia di Santa Maria, che ed è l’arenile più bello ma anche il più frequentato, caratterizzato da una sabbia molto bianca e sottile e da un cristallino mare verde azzurro. L’acqua del mare che si infrange sulla riva della cala è di un meraviglioso colore celeste, brillante e trasparente, che sfuma in tante gradazioni dell’azzurro. I fondali sono invece piuttosto bassi e particolarmente ricchi di sabbia. La spiaggia di Santa Maria è dominata da una fitta e rigogliosa vegetazione tipica della macchia mediterranea, interrotta da una decina di villette costruite a ridosso dell’arenile, ma che non compromettono la bellezza del luogo. La spiaggia è altamente visitata dai bagnanti non solo per la sua sabbia sottile che crea un morbido tappeto rinfrescato da acque trasparenti, ma anche perché è dotata di servizi di ristori quali bar e ristorante. Inoltre, per i suoi bassi fondali è l’ideale per i giochi dei bambini. La spiaggia di Santa Maria viene considerata da molti la più bella dell’isola, motivo per cui è ben servita dai barconi turistici provenienti dall’isola della Maddalena e dalla costa nord, ed è affollata di barche e barconi in alta stagione. |
Alle spalle della spiaggia si trova un ampio stagno abitato da un’affascinante avifauna stanziale e in cui sostano bellissimi uccelli migratori, come le anatre e i cavalieri d’Italia. Dalla spiaggia, sul retro del piccolo molo di attracco delle imbarcazioni, parte la strada sterrata che, percorsa a piedi, attraversa la zona meridionale dell’isola e porta verso nord ovest fino al Faro di Punta Filetto, che abbiamo già descritto. La Cappella di Maria Assunta ed i resti del monastero di Sancta Maria Inter Insullas BudellisDal centro della spiaggia di Santa Maria, parte una strada sterrata che si dirige verso nord, e che, in circa cinquecento metri, ci porta alla Cappella di Maria Assunta. Si tratta di una Cappella privata edificata nel 1954. In essa, dal 1998, si celebra la messa nel giorno di ferragosto per la quale è organizzato anche un pellegrinaggio in barca. La Cappella è stata edificata in ricordo del monastero di Santa Maria, del quale è confermata l’esistenza da una epistola di Innocenzo IV del 1243. In essa si chiarisce che la comunità di eremiti stanziata da almeno un cinquantennio nell’isola veniva ufficialmente riconosciuta dal Papa, dato che quei frati svolgevano il loro servizio nel monastero senza essere appartenere ad uno degli ordini approvati, e che essendo a lui ricorsi perché desse loro una regola, il papa li assogettava agli statuti dell’ordine di San Benedetto, prendendo il monastero ed i suoi possedimenti sotto la protezione pontificia. La presenza nell’isola di questi monaci dovette assumere una certa importanza se, poco dopo il divorzio tra re Enzo, figlio dell’Imperatore Federico II, e la giudichessa Adelasia di Torres, matrimonio contratto nel 1238 contro il volere del papa Gregorio IX, quest'ultima nel 1243 Chiese ed ottenne il perdono dal papa Innocenzo IV proprio tramite il priore benedettino di Sancta Maria Inter Insullas Budellis. Una seconda epistola di Innocenzo IV, sempre del 1243, fornisce al priore del monastero il mandato di assolvere dalla scomunica, oltre alla pentita Adelasia, anche gli abitanti della Sardegna e della Corsica che vi fossero incorsi per aver seguito le parti del re Ezio contro i diritti della chiesa. Il convento di Santa Maria, del quale si possono ancora scorgere le tracce nella vecchia casa della famiglia Viggiano, che erano i proprietari di una parte dell’isola, dovette prosperare per un paio di secoli sia per i lasciti dei quali beneficiò, sia perché attorno ad esso dovette gravitare la pur esigua popolazione dell’arcipelago. Il convento è stato abbandonato nel sedicesimo secolo quando, in seguito alle incursioni barbaresche di Khayr al-Din Barbarossa, detto Ariadeno Barbarossa, e di Turghud Alì, detto Dragut, i monaci si sono rifugiati a Bonifacio. Lo stagnetto perenne detto Padule dove sostano spesso uccelli palustri in migrazioneSul lato meridionale dell’isola, ad ovest della bella Cala di Santa Maria, si stende uno specchio d’acqua, ossia uno stagnetto perenne, che nei periodi piovosi può raggiungere i due ettari di estensione ed un metro di profondità. Questo specchio d’acqua viene chiamato Padule, ed un tempo era in comunicazione col mare, mentre oggi si trova in via di lento insabbiamento, ed è un caso unico nell’arcipelago di la Maddalena. Nei mesi d’aprile e maggio lo stagno Padule costituisce un transito importante per l’avifauna lungo la grande rotta migratrice, tra le zone africane e quelle europee, che attraversa la Sardegna e la Corsica. Vi è di casa l’airone cenerino dall’inconfondibile colore grigio cenere, le striature nere sul collo e la grande apertura alare. La garzetta, più piccola dell’airone, dal piumaggio bianco candido frequenta lo stagno in primavera. Nello specchio d’acqua salmastra sostano anche numerose altre specie di uccelli palustri in migrazione, ed il laghetto è frequentato da folaghe, germani reali, gallinelle, beccacce, anatre e cavalieri d’Italia. Concludiamo la discesa lungo la costa orientale dell’isola con la Cala di Fosso e la sua spiaggiaProseguimo nella visita all’isola, e ci dirigiamo verso ovest, ossia sulla sinistra, dalla Cala di Santa Maria e dalla spiaggia di Santa Maria. Da qui continuiamo a scendere lungo la costa orientale dell’isola, in direzione sud ovest. Passiamo il promontorio che chiude a destra la cala, proseguiamo ed arriviamo alla Cala di Fosso una insenatura separata in due parti da un promontorio che si posiziona al centro del suo interno. La Cala di Fosso si trova nell’area meridionale dell’isola, è riparata dai venti e presenta alle spalle una bella vegetazione florida composta da lentischio, mirto e ginepro, i cui profumi arrivano fino all’arenile regalando alla spiaggia un’atmosfera magica e selvaggia, un piccolo tratto di macchia mediterranea la separa dal promontorio di Punta Missoggio che si trova alla sua sinistra. alla sinistra, ossia verso sud ovest, della Cala di Fosso, si trova la Punta Missoggio, passata la quale, si arriva alla piccola spiaggia di Cala di Fosso, chiamata anche spiaggia di Punta Missoggio, di sicuro una tra le più belle dell’Arcipelago, di medie dimensioni, che consente la sosta di imbarcazioni private e dei tour guidati che partono da Palau e da la Maddalena. A differenza delle baie circostanti, dove sono presenti in prevalenza rocce di scisto e granito, la spiaggia della Cala di Fosso ha sabbia fine e bianca, e si affaccia su un mare limpido dalle stupende sfumature turchesi e azzurre. È il luogo ideale per praticare le immersioni, dedicarsi al trekking raggiungendo le spiagge vicine o semplicemente per ammirare il panorama dell’isola Barrettini, che si staglia proprio di fronte alla cala. |
Il punto più a sud dell’isola ed il Passo del Topo che la separa dall’isolotto PaludeddiProseguendo verso sud ovest, raggiungiamo il punto più a sud dell’isola oltre il quale si trova il Passo del Topo, un corto tratto di mare divenuto attrazione turistica per la sua incomparabile bellezza. Il Passo del Topo è una vera e propria piscina naturale, situata geograficamente a sud dell’isola di Santa Maria e che separa quest’ultima, con pochi metri, dagli isolotti Paduleddi e più in là dagli isolotti Stramanari. Sono isolotti costituiti da rocce granitiche emergenti dall’acqua come piccole sculture, che si trovano appunto a sud del promontorio con il quale termina l’isola di Santa Maria. Nel tratto di mare del Passo del Topo, è vietato il transito, lo specchio acqueo è delimitato da boe provviste di bande adesive indicanti il divieto. All’interno dei campi boe, segnalati con boe sferiche di colore rosso, è vietato l’ancoraggio. Sono infine vietati la cattura o il prelievo di crostacei e di esemplari di cernia, corvina, patella ferruginea e pinna nobilis. Risalendo lungo la costa sud occidentale troviamo la Cala Giorgio MarinoPassato il Passo del Topo, iniziamo a risalire la costa occidentale dell’isola di Santa Maria, che fronteggia l’sola Budelli, e passiamo di fronte all’isola della Carpa, che abbiamo già descritta dato che si trova a metà strada tra l’isola Budelli e quella di Santa Maria. Più avanti, risalendo la costa, troviamo l’ampia Cala Giorgio Marino una grande insenatura al centro della quale si trovano diversi isolotti. Attorno a Cala Giorgio Marino si estende una fitta vegetazione e grandi rocce di granito e scisto, che colorano il paesaggio di sfumature rossastre e rosa. La Cala Giorgio Marino è la terza kinsenatura per grandezza dell’isola, dopo la Cala di Santa Maria e la Cala Drappo. La cala è raggiungibile non solo via mare, ma anche via terra, con la strada che attraversa tutta la zona meridionale dell’isola, partendo dalla spiaggia di Santa Maria, e muovendosi verso ovest, passa a sud dello stagno perenne detto Padule e si porta fino sulla costa. Nella cala Ajacciolu si trova l’unico albergo dell’isolaLa costa prosegue dirigendosi verso nord ovest, e, poco prima di arrivare al Passo degli Asinelli, incontriamo la Cala Aiacciolu, e quindi, nel tratto di costa che sale, la cala è seguita, poco più a nord, dal bastione granitico che si affaccia sul Passo degli Asinelli. Selvaggia, rocciosa e bagnata da un mare turchese e cristallino, la Cala Aiacciolu si presenta così in tutta la sua bellezza, poco distante dalla più grande Cala Giorgio Marino. La Cala Aiacciolu è immersa nei profumi e nei colori intensi della macchia mediterranea che si estende alle sue spalle, è intima, riservata, caratterizzata da sabbia rosea a grani medi e da scoglietti di scisto che emergono dall’acqua, presenti anche sull’arenile. Sul fondale, molto pescoso e adatto alle attività di snorkeling, ci sono scogli e posidonie, ed è consigliata la balneazione con scarpette idonee. A nord della cala si trova il ponteggio privato la Casitta, dal quale una strada che si muove verso nord est porta alll’unico albergo dell’isola, chiamato appunto il Rifugio Gourmet La Casitta. Sorto negli anni venti del Novecento come casa di pastori, e ristrutturato recentemente, offre solo cinque camere doppie, ed è diventato un rifugio paradisiaco per pochi eletti, dove si può assaporare la più pura e genuina cucina italiana, fare escursioni con un gozzo con marinaio per raggiungere le spiagge più incantevoli, fare passeggiate a piedi, svolgere diverse attività sportive e trascorrere una vacanza rilassante in un ambiente tranquillo. Proprio in questo albergo Roberto Benigni scende per la prima volta nell’arcipelago, e si innamora a tal punto di Santa Maria da comprare una delle rare case dell’isola, dove trascorre le vacanze. Le altre piccole isole a est dell’isola di Santa MariaVicino all’isola di Santa Maria, ad est rispetto ad essa, si trovano diversi altri piccoli isolotti, ossia un gruppo di piccole terre emerse circondate da acque cristalline e caratterizzate da bei fondali rocciosi. Sugli isolotti più settentrionali nidificano il marangone dal ciuffo e il gabbiano reale. La vegetazione ospita diverse specie endemiche, come il fungo di malta e lo zafferanetto minore. Una splendida vista che abbraccia tutte queste isolette si ha dal Faro di Punta Filetto, sull’isola di Santa Maria, e le isolette si trovano di fronte oltre alla Punta Filetto, anche di fronte alla Cala del Tulo ed alla Cala Macchione dei Bovi. L’isola CorcelliA est dell’isola di Santa Maria, quasi di fronte alla Punta Filetto a una distanza di circa settecento miglia, si trova l’isola Corcelli, uno scoglio granitico che raggiunge un’altezza massima di trentuno metri sul livello del mare. La costa termina a nord con la Punta Capicciolo. Pur essendo uno degli approdi più significativi e affascinanti dell’intero arcipelago, l’isola Corcelli si presenta come un complesso di rocce metamorfiche che la rendono difficilmente accessibile, e caratterizzata da un ambiente selvaggio e incontaminato che favorisce l’insediamento di rare specie animali come il gabbiano reale. Le acque cristalline che la circondano rendono alla vista sfumature dall’azzurro al verde smeraldo, di strabiliante bellezza, mentre la natura integra e mediterranea tipica dell’arcipelago fa del luogo un insediamento privilegiato di endemismi rari. Degne di nota e appartenenti entrambe all’isola Corcelli sono la splendida spiaggia di Cala Ponente (posta al centro dell’isola) e la spiaggia di Cala Rossa (posizionata nella costa sud) caratterizzate da arenili di sabbia a grani di colore chiaro: si tratta di zone davvero suggestive, piccole e incantevoli perle di Gallura raggiungibili solo via mare. Lungo la costa nord occidentale dell’isola Corcelli, si trova la Cala di Ponente, con una graziosa spiaggia di sabbia bianca con grani medi e di colore chiaro, circondata dalla macchia mediterranea e dalle bellissime rocce chiare di granito, affacciata su un mare cristallino dal fondale medio basso, con dei colori tra il verde e l’azzurro che, spostandosi dalla riva, diventano sempre più intensi. La Cala di Ponente offre al visitatore una natura pressoché integra e incontaminata, una spiaggia che, seppur quasi completamente priva di servizi, è quasi sempre deserta e pulita, e uno spettacolare panorama sulle splendide isole di Santa Maria, la Presa e sul profondo e cristallino mare aperto. |
Lungo la costa meridionale dell’isola di Corcelli, si trova la piccola e bella Cala Rossa, che non presenta una spiaggia ed è prevalentemente rocciosa sul fondale, nel quale sono presenti scogli di granito di color bianco, rosa e rossastro. Ed è da questi ultimi che deriva il suo nome. Le mille sfumature dei piccoli promotori che circondano la Cala Rossa, sono date dai minerali e dalle pietre che compongono le rocce, i cui colori contrastano con l’azzurro e il blu profondo del mare. Il paesaggio di Cala Rossa è aspro e selvaggio, fatto di ciottoli e sabbia a grani medi. Alle spalle, i cespugli di macchia mediterranea regalano vere essenze della natura, con il profumo del cisto, del corbezzolo e del mirto che raggiungono la baia e i suoi visitatori. L’isola PianaUn poco più ad est di Corcelli, a una distanza di circa centocinquanta metri da essa, si trova l’isola Piana, che è la più esposta alla violenza delle ondazioni orientali, le quali, infatti, ne hanno completamente spianato la superficie. Ed è da questo che deriva il suo nome. L’isola piana raggiunge, infatti, un’altitudine massima di soli quattordici metri sul livello del mare. L’isola Piana, insieme all’isola Corcelli, formano una vera piscina naturale, la quale offre rifugio alle piccole imbarcazioni riparandole dai venti di Ponente. L’isola BarettiniA sud dell’isola di Corcelli e dell’isola Piana si trova l’isola Barrettini, che è la più grande di queste piccole isole localizzate ad est dell’isola di Santa Maria, e si posiziona al centro del gruppo. La costa dell’isola termina a nord con la Punta Seccagna. L’isoletta presenta una curiosa caratteristica morfologica, dato che la sua parte settentrionale è scistosa e appianata, mentre quella meridionale è granitica e molto più aspra. Le due parti che la compongono sono unite da un basso istmo e, quando l’isola viene sommerso dalle onde, si creano due isolette distinte e di differente aspetto. L’isola si distingue per il suo profilo conico, che raggiunge nella sua zona meridionale i quaranta metri sul livello del mare. Al centro della sua costa occidentale si trova la piccola e profonda Cala d’Acqua ed, al centro di quella orientale, la più ampia Cala Zerri. Gli isolotti Barettinelli ed il faro di Corcelli sull’isolotto Barrettinelli di FuoriA sud, al di sotto dell’isola Barrettini, si trovano gli Isolotti Barrettinelli, mentre a nord dell’isola di Corcelli si trova uno scoglio, chiamato il piccolo Isolotto Barrettinelli di Fuori. Sull’isolotto Barrettinelli di Fuori si trova un faro, chiamato il Fanale dell’isola di Corcelli, che si trova proprio di fronte al Faro di Punta Filetto sull’isola di Santa Maria. La Torre del faro è dipinta a righe rosse e nere, ed è stata edificata nel 1936 per far luce sul pericoloso passaggio marino, che segna la sommità dell’isolotto di Barrettinelli di Fuori. Si tratta di un isolotto incantevole tutto roccioso e accessibile dal lato sud dove un minuscolo approdo consente di salire sulla scogliera. La prossima tappa del nostro viaggioConclusa la visita dell’arcipelago di la Maddalena, nella prossima tappa del nostro viaggio riprenderemo la costa da Palau per visitare la costiera orientale di Santa Teresa di Gallura, ci recheremo poi a visitare il paese chiamato Santa Teresa di Gallura con il suo centro storico, e ci recheremo quindi sul promontorio di Capo Testa, con le spiagge lungo le sue coste. |